Objet du Conseil n. 2162 du 12 janvier 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2162/XVI - Interpellanza: "Azioni di tutela per la conservazione del Palazzo Cogne di Aosta e intendimenti in merito al recupero e riuso dell'edificio stesso."
Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto seguente, numero 42. Per l'illustrazione, consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Vista l'ora cercherò di essere sintetico. Rivolgendomi comunque ai colleghi, dico: "Non avete mica niente da fare, stasera?". Cercherò di essere sintetico. Alla data della presentazione della presente interpellanza era comparso solo il titolo della deliberazione di Giunta 1641. "
Atto di indirizzo volto ad attribuire all'immobile di proprietà regionale denominato Palazzo Cogne di Aosta una futura destinazione coerente con il perseguimento dell'interesse pubblico e avvio delle attività svolte all'espletamento di una gara per la concessione di valorizzazioni ai sensi dell'articolo 3 bis del Decreto Legge 351/2001 e dell'articolo 58 comma 6 del Decreto Legge 112 del 2008", questo era il titolo della deliberazione. Io l'avevo vista perché era stata appunto deliberata nel giorno 28/12/2022, esattamente due giorni prima della scadenza termini. Il dubbio se presentare o non presentare questa interpellanza, ho detto mi gioco il jolly e presento l'interpellanza.
Non essendo ancora disponibile il contenuto della delibera ma solo il titolo, non sapevamo quali fossero le intenzioni del Governo in merito al futuro del palazzo assistenziale Cogne e quindi abbiamo depositato quest'interpellanza per ottenere tutti gli approfondimenti possibili. È un edificio che, ricordo, è classificato come monumento, per la sua importanza storica, per suo interesse storico artistico architettonico, che conta diverse migliaia di metri quadrati di superficie utile, più di ottomila mi pare di ricordare, e che da anni è in stato di inagibilità per dichiarata instabilità strutturale; tutto questo in una zona piuttosto strategica di Aosta, possiamo dire ormai centrale, vista l'estensione della pianta urbana, e quindi rimangono i dubbi e di conseguenza i quesiti di questa interpellanza, soprattutto per capire gli indirizzi, le modalità, i tempi e le risorse che si intendono adottare in applicazione dei contenuti della D.G.R. stessa.
I quesiti quindi dell'interpellanza sono: "Quali azioni di tutela sono state poste in atto a tutt'oggi per garantire la conservazione del bene culturale in oggetto".
Il secondo quesito è: "Quali siano gli intendimenti della attuale Giunta relativi al recupero e al riuso dell'edificio in questione e quali forme di finanziamento di cooperazione nell'investimento si intendono prendere in considerazione".
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Comincio con il ringraziare gli uffici del collega Guichardaz e il collega Guichardaz per il contributo alla risposta della prima parte dell'iniziativa.
Gli interventi eseguiti sul fabbricato, conseguenti al suo inserimento nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, sono stati finalizzati all'interruzione del degrado della struttura e a porre maggiori condizione di sicurezza all'interno della stessa. In particolare, gli interventi sono stati volti a impedire l'accesso al cortile interno di via Giorgio Elter, alla verifica di sicurezza del rivestimento delle facciate esterne del rivestimento del porticato, alla posa di specifica rete di protezione del soffitto del porticato.
Questi interventi hanno consentito di continuare a garantire il transito pedonale in sicurezza sia nel porticato stesso che all'esterno dell'edificio.
La spesa complessiva per l'esecuzione di tali interventi somma a circa 94 mila euro.
Palazzo Cogne, come da lei richiamato, è inserito dall'anno 2016 nel piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Attraverso il piano l'amministrazione regionale intende favorire, da parte di soggetti terzi siano essi privati cittadini, imprese o enti locali, la valorizzazione e riuso dei beni immobili di proprietà non più utilizzati, tecnicamente definiti non più appartenenti al patrimonio indisponibile. Quindi quel tipo di patrimonio volto a servire funzioni istituzionali.
Sul sito della Regione è pubblicato il piano con il dettaglio dei beni in esso inseriti, consentendo a chiunque di prenderne conoscenza e poter contattare l'Amministrazione Regionale per eventuali manifestazioni d'interesse. Il piano di alienazione e valorizzazione, tra l'altro, come lei sa, è di fatto anche un allegato inserito nel bilancio di previsione che abbiamo votato nel mese di dicembre ultimo scorso.
Gli uffici riferiscono però, in merito alla possibilità di contattare l'Amministrazione Regionale, che a oggi non è pervenuta alcuna proposta di partenariato o di progetto per un suo recupero con conseguente riuso; cosa che, tra l'altro, spesso abbiamo avuto occasione di dire in aula, perché di fatto ci sono state iniziative sue e da parte del suo gruppo rispetto al tema.
Abbiamo quindi ritenuto, come tra l'altro da impegni che ci eravamo presi in aula, di dare particolare evidenza a Palazzo Cogne proprio perché pezzo pregiato di Aosta: ecco quindi che con deliberazione 1641 del 28 dicembre 2022 la Giunta ha approvato un atto d'indirizzo volto all'individuazione di una futura destinazione dell'immobile attraverso un bando di concessione per valorizzazione.
La concessione per valorizzazione si affianca alla possibilità di vendere il bene da parte della Regione e consente di porre le condizioni affinché questo palazzo storico possa essere recuperato per tornare a svolgere una funzione importante all'interno della città di Aosta.
La concessione di valorizzazione, a differenza della concessione ordinaria, che tra l'altro ha una durata massima di nove anni e conferisce diritti d'uso senza prevedere una valorizzazione del bene, è uno strumento di partenariato pubblico-privato che consente di dare in concessione a privati, con gara a evidenza pubblica, immobili di proprietà dello Stato o degli enti locali in concessione /locazione, a titolo oneroso per un periodo fino a 50 anni, durata che permette, tra l'altro, eventualmente di recuperare anche gli investimenti fatti al posto dell'ente pubblico. L'obiettivo è quello di effettuare interventi di riuso, restauro, ristrutturazione, anche con l'introduzione di nuove destinazioni d'uso, finalizzati allo svolgimento di attività economiche o di attività di servizio per i cittadini.
Nel caso di immobili vincolati gli interventi di restauro e/o ristrutturazione devono essere finalizzati a conservare l'interesse storico-artistico-culturale dell'immobile.
Credo senza dubbio che l'auspicio di tutto il Consiglio sia di giungere a una valorizzazione del Palazzo e quindi di Aosta, eliminando ulteriori spese che si renderebbero necessarie se lo stabile continuasse a restare vuoto o inutilizzato, ma soprattutto la concessione apre la possibilità di ricevere proposte e idee di utilizzo del Palazzo e il fatto che i progetti eventualmente proposti siano in capo a soggetti privati, proponenti l'iniziativa, consente all'Amministrazione di ottenere due risultati.
Il primo: beneficiare del dinamismo e dell'inventiva che caratterizzano il mercato privato.
Il secondo: disporre già della valutazione di sostenibilità economico-gestionale dell'iniziativa, in quanto i soggetti che presentano i progetti di valorizzazione sono poi i medesimi che si occuperebbero della successiva gestione del bene, a quel punto valorizzato.
Presidente - Replica il consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Premetto che l'apertura al project financing è una apertura che condividiamo, condivido personalmente e condividiamo totalmente come gruppo consiliare, e quindi nulla questio su questa modalità.
Però, mi permetta un'osservazione: quando sul titolo della delibera di Giunta si legge "Atto d'indirizzo", sinceramente io mi sarei aspettato la descrizione di linee d'indirizzo. Ma linee d'indirizzo relative proprio a che cosa si vuole fare, a dove si vuole andare, a mettere dei binari. Anche perché il project financing diventa estremamente interessante per l'ente pubblico, perché permette di trovare un partner che mette a disposizione la somma, che realizza un intervento, però un intervento che deve essere in qualche modo guidato dalla Pubblica Amministrazione, da chi ha la proprietà del bene, e quindi indirizza. Indirizza un uso, ovviamente un ventaglio sufficientemente largo che permetta l'appetibilità rispetto alle iniziative di coinvolgimento del privato, però queste linee devono essere date, devono in qualche modo essere espresse, in qualche modo mettere dei binari o comunque un perimetro all'iniziativa del privato che sia appunto garante di un beneficio che ritorna alla pubblica amministrazione. L'unico vincolo, l'unico binario, l'unico perimetro percepibile è diciamo il vincolo di tutela storica culturale, che è esattamente in capo alla Sovrintendenza, ma dal punto di vista politico - dal punto di vista di che cosa sta facendo l'Assessorato, la Giunta - non si percepisce nulla. E allora rimane semplicemente non un atto politico, un atto di Giunta, ma rimane la dimostrazione dell'abdicazione, l'abdicazione di ogni indirizzo e di ogni visione a ogni linea strategica e ogni pianificazione. Rimane una delega data in bianco al privato dicendo: "Pensaci tu, perché io non ho abbastanza idee".
Allora io mi aspettavo, ma tutti probabilmente ci si aspettava un piano di valorizzazione, che individuasse delle destinazioni d'uso. Anche perché poi tra l'altro il tema delle destinazioni d'uso sarà nevralgico, perché nel momento in cui ci sarà il privato che dice: "Bene, a me interessa, e interessa fare questo, questo e questo", o un centro commerciale o una qualunque iniziativa, poi queste destinazioni, cosa fate? Andate col cappello in mane all'Amministrazione Comunale a dire: "Per favore, mi inserisci nel Piano Regolatore la possibilità di adottare questo tipo di destinazione d'uso compatibilmente a questa richiesta?". Quello che ci si aspetta da una attività politica di una Giunta è questo. Allora o io vivo in un mondo fatato per cui io penso che una Giunta deve lavorare in questo modo, che un Assessorato lavora in questo modo, oppure veramente qualcosa non è stato fatto in un posto così nevralgico, in un edificio così significativo e così importante per il disegno della città di Aosta, il disegno e l'uso della città di Aosta.
Permettetemi queste critiche, ve le dico col cuore, in modo costruttivo, veramente col cuore dico: cercate di farne tesoro.
Presidente - Assessore Marzi, un minuto.
Marzi (SA) - Come avrà notato, collega Distort, ho immediatamente schiacciato, "sgnaccato il buttun", perché in realtà quello che è fondamentale individuare è proprio il fatto che esistono varie forme di partenariato pubblico-privato.
La concessione per valorizzazione nasce proprio nel momento in cui una pubblica amministrazione ha di fatto già deciso di prendere un bene e inserirlo all'interno di quello che gergalmente potremmo definire "la poubelle", nel senso che nel momento in cui un ente pubblico prende un bene e gli toglie una funzione istituzionale, soprattutto un bene come quello di cui stiamo parlando, lo inserisce all'interno di quello che invece in maniera nobile viene definito appunto "Piano di alienazione e valorizzazione".
Ora, se un ente pubblico in una fase di partenariato pubblico o privato ha soltanto problematiche in termini di risorse finanziarie, normalmente ha la possibilità attraverso i P.P.P. di metterci le idee e poi, di fatto, di chiedere che i privati costruiscano al proprio posto. Nel momento in cui, invece, si vuole prendere atto del fatto, - e questo è già stato fatto, che non si ha un'idea di visione... ma questo è stato fatto nel 2016 nel momento in cui il bene è stato inserito nel piano alienazione e valorizzazioni - che ad oggi l'unica cosa che la Regione sta facendo è quella di tenerlo vuoto e di spendere dei soldi per garantirne la sicurezza, allora lo strumento della concessione per valorizzazione non è soltanto una delega casuale, è una delega voluta e fatta.
Ufficialmente ad Aosta è già avvenuto, per dare e raccogliere idee nella gestione del bene. Le idee a volte nel mondo privato sono qualcosa di eccezionale e spesso sono state richiamate nella concessione per valorizzazione, uno strumento fatto ad hoc.
Presidente - È largamente passato un minuto. Sono le 19:57. Con questo punto all'ordine del giorno si concludono i lavori di questa convocazione del Consiglio Regionale. Gli altri punti sono rinviati al prossimo Consiglio.
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L'adunanza termina alle ore 19:57.