Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 677 du 9 juin 2021 - Resoconto

OGGETTO N. 677/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in ordine alla gestione dei centri di accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti aiuto".

Sammaritani (Presidente) - Abbiamo esaurito la trattazione delle interrogazioni. Passiamo alle interpellanze. Punto n. 20 all'ordine del giorno Per l'esposizione la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Con questa interpellanza andiamo a chiedere conto di un problema annoso, ovvero l'accoglienza dei richiedenti asilo nella nostra regione. Come abbiamo voluto evidenziare nella nostra interpellanza, sono state numerose le procedure di gara per l'affidamento di questo servizio di accoglienza in favore dei cittadini stranieri che sono andate deserte nella nostra regione. Ho deciso in questa interpellanza di elencarle in maniera completa, ma voglio fare un piccolo recall per quest'Aula e soprattutto per coloro che ci ascoltano da casa.

Il 21 di giugno 2019 è andata deserta la prima gara di affidamento del servizio, non la prima in assoluto che ovviamente vedeva già dei centri di accoglienza affidati in precedenza, ma è la prima gara che va deserta rispetto al bando mi pare del 2015.

Il 30 settembre, sempre nel 2019, arriva la seconda gara e va anch'essa deserta.

Il 15 marzo 2020 viene pubblicata una procedura negoziata sempre per il medesimo servizio, poi viene prorogato per le note difficoltà legate alla pandemia - questo chiaramente non si può imputare alla Presidenza - al 25 giugno, ma anche questa viene revocata a luglio del 2020.

Con lo stesso decreto di luglio si dispone un nuovo bando di gara che però, come rilevato dal decreto 132 del 25 marzo 2021, si scontra con un'evidente mancanza d'interesse dei gestori dei centri di accoglienza e la certificata non idoneità e convenienza dell'accordo quadro.

Ebbene, su questa mancanza d'interesse e su questi deserti che si sono creati, credo sia necessario fare un passo indietro. Avevo già avuto modo in questo Consiglio - ma nella scorsa legislatura - di fare alcune considerazioni nel merito della straordinaria generosità dimostrata dalle cooperative dedite all'accoglienza che, quando il conquibus con il quale venivano remunerate assommava a 30-35 euro al giorno a persona per accoglienza dei richiedenti asilo, facevano la fila per fare la gara e aggiudicarsi un lotto per l'accoglienza di una struttura. Quando invece poi il denaro è stato ridotto, praticamente dimezzato, incredibilmente queste caritatevoli cooperative hanno deciso di disertare le gare.

Queste caritatevoli cooperative e imprese - forse è meglio definirle così -ci hanno spiegato che l'accoglienza non la fanno sicuramente per il guadagno, ma per puro spirito di servizio, e questo direi che alla luce dei bandi deserti è assolutamente lampante. È curioso però che, quando le cifre diminuiscono, questo spirito di servizio incredibilmente venga un poco meno ed è anche curioso andare a vedere quando poi le parole, le belle tante parole che sono state spese sull'accoglienza s'infrangono sulla realtà; su questo c'è un giochino, peraltro, perché per quei migranti già accolti nelle strutture di accoglienza, non essendoci un nuovo bando, sostanzialmente vengono remunerate esattamente come la prima volta, quindi noi abbiamo un effetto dei decreti sicurezza che dice che i costi vanno tagliati quasi della metà, ma le strutture non partecipando alla gara e avendo continuamente proroghe dal 2019 a oggi, continuano a percepire i 30-35 euro al giorno che erano a bando dalla prima volta.

Detto questo, ricordo che, in ogni caso, l'ultimo bando revocato prevedeva una spesa, tenetevi forte, di 10.675.000 euro, tralascio gli spiccioli, non certo direi noccioline, ma inevitabilmente anche questi purtroppo troppo poco appetitosi per i professionisti dell'accoglienza.

Quello che mi trovo a stigmatizzare con quest'iniziativa è il contenuto del decreto 132 del 25 marzo 2021, che ho citato prima. In questo decreto infatti lei, Presidente, proroga, come già fatto dal 2019 a oggi, l'attuale gestione, quella, tanto per comprenderci, così è bene che lo sappiano tutti, che continua a costare alle tasche dei cittadini - fa poca differenza se i soldi siano regionali o statali, questo lo ricordo, costano sempre alle tasche dei cittadini, perché i contribuenti sempre gli stessi sono - ben 30-35 euro al giorno al posto dei previsti 18-20 dei decreti sicurezza.

Quello che mi preoccupa maggiormente è che, sempre nel decreto 132, revocando quella gara che aveva disposto e disponendo la proroga di questi centri accoglienza che attualmente sono in servizio, lei dispone che questa proroga scada al 30 di giugno 2021, lei preconizza già l'indizione di una nuova procedura di gara.

Per quale motivo, mi sono chiesto Presidente, dopo le molteplici gare desertiche come ho detto prima che sono state infruttuosamente archiviate si continua a perseguire la strada del bando compulsivo se il generosissimo settore dell'accoglienza - così lo definiamo come si auto dichiara - a gran voce e a più riprese ha detto che non ha alcun interesse nel partecipare a questa gara, se non con i soldini che venivano gentilmente erogati all'epoca d'oro delle cooperative?

Ebbene, Presidente, la soluzione che abbiamo individuato in tutti i territori in cui amministra la Lega, ed è stata fatta anche una nota recentemente dal settore federale, è molto semplice: nelle amministrazioni da noi gestite non vi sono né spazio né soldi per l'accoglienza e ogni euro in cassa viene usato per aiutare famiglie e lavoratori in difficoltà.

Qui, come sappiamo, noi non amministriamo ma credo che sia un modello assolutamente asportabile per tre ordini di motivi che adesso le vado a illustrare.

Il primo è che, come già detto, soprattutto in questo momento, ogni euro pubblico, regionale o statale che sia, deve essere diretto a sostenere le nostre famiglie e il tessuto economico piuttosto che chi sbarca domani.

Il secondo è che ci sono, come sappiamo, amministrazioni di colore differente in altre regioni che - di questo siamo certi perché ce lo ripetono a ogni piè sospinto -, almeno a parole saranno felicissimi di accogliere nuove persone sul proprio territorio, liberando così gli spazi ancora occupati dalla nostra regione.

Infine - e questo è il tasto decisamente più dolente, e ce lo ricorda la cronaca, purtroppo - è evidente che la presenza di richiedenti asilo abbia inciso in molti casi negativamente sul nostro territorio. Ricordo, a puro titolo di esempio, i numerosi migranti fermati per spaccio - sul nostro territorio - gli episodi di violenza, ad esempio le coltellate scambiate in un centro di accoglienza della media valle, l'aggressione ai danni di una donna sforbiciata avvenuta nel quartiere Cogne o recentemente il tentativo, questo non so se ne è a conoscenza, Presidente, ma glielo dico io, di irruzione di uno di questi gentili ospiti in un appartamento di un centro di accoglienza di Aosta, diciamo che c'è un appartamento che era sito al secondo piano, questo personaggio sotto l'effetto di alcolici o sostanze stupefacenti ha deciso che il primo piano era quello in cui voleva arrivare e ha cominciato insistentemente a bussare cercando di sfondare la porta, terrorizzando così la madre e il figlio che erano all'interno di questo appartamento fino a quando non sono arrivate le forze dell'ordine per portarlo via.

Credo che non sia sfuggito neanche alla cronaca l'evento di spaccio relativo a un parco pubblico cittadino del Comune di Aosta, peraltro la stessa persona poi si è resa responsabile di un'aggressione a colpi di sassate ai danni di due ragazze su una panchina nella medesima zona, quindi credo che questa illustrazione possa definire di per sé stessa gli effetti negativi delle immigrazioni sul nostro territorio.

Lei, Presidente, non è intervenuto sul tema e quindi abbiamo assolutamente necessità di capire come la pensi e quale sia la sua interpretazione di questo fenomeno, di questo tema, e quindi con questa interpellanza le chiediamo quale sia il numero di richiedenti asilo a oggi ospitato sul territorio regionale, quali siano le intenzioni del Governo regionale in ordine alla gestione dei centri di accoglienza, anche alla luce del fatto che i numerosi bandi sono andati deserti, e se sia intenzione dell'Amministrazione interloquire con il Ministero degli Interni per addivenire a un trasferimento in altre regioni dei richiedenti asilo ancora ospitati sul territorio regionale e, aggiungo, generosamente remunerati con i soldi 30-35 euro giorno dei contribuenti.

Dalle ore 18:20 riassume la Presidenza il presidente Bertin.

Bertin (Presidente) - Per la risposta, il presidente della Regione Lavevaz.

Lavevaz (UV) - In merito alla prima domanda, cioè quale sia il numero di richiedenti asilo a oggi ospitato sul territorio regionale, informo che il numero di richiedenti attualmente ospitati nei centri di accoglienza è di 55 unità. Invece in merito alle intenzioni del Governo regionale in ordine alla gestione dei centri di accoglienza, credo che sia cosa nota sicuramente al collega Manfrin che conosce molto bene la materia, sicuramente anche più di me, che la gestione dei centri di accoglienza non è questione di competenza del Governo regionale ma, come noto, il sistema di accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale è approntato dal Ministero dell'Interno e nel nostro caso attuato a livello locale nell'ambito appunto delle funzioni prefettizie, quindi sono attribuite al Presidente della Regione.

Quindi anche i passaggi amministrativi che lei ha puntualmente e in maniera precisa richiamati sono passaggi di mezzi di natura tecnica che non hanno una natura di tipo politico.

La struttura Affari di Prefettura sta predisponendo effettivamente una nuova gara d'appalto in ottemperanza a quanto previsto dal capitolato ministeriale del febbraio 2021, vero quanto lei dice che diversi bandi sono andati deserti a partire dal 2019 in poi, a dire il vero l'ultimo a cui si riferiscono i decreti che lei giustamente ha citato non era andato deserto ma la cooperativa che ha partecipato al bando aveva individuato due strutture, e nella fattispecie una a Saint-Marcel e una a Challand, adesso non ho gli appunti precisi, quindi avevano individuato le strutture da utilizzare per l'accoglienza, però poi da una verifica puntuale fatta con le amministrazioni locali e con i proprietari queste strutture di fatto non erano a norma per accogliere queste persone ed essere utilizzate a questo scopo, quindi abbiamo dovuto sostanzialmente non procedere all'aggiudicazione di questa gara e revocare il decreto precedente.

Nonostante questo, sono presenti 55 unità sul territorio valdostano e quindi bisogna comunque procedere con il reperimento delle strutture per l'accoglienza, quindi il fatto che - come giustamente lei ha richiamato - la scadenza relativa alla proroga attualmente in atto sia al 30 giugno, con tutta probabilità questa dovrà essere ancora stesa per qualche mese, in attesa di espletare la gara che è in fase di avvio in questi giorni, questo nelle more ovviamente della chiusura delle procedure di gara.

Per quanto riguarda la terza domanda, si chiede "se sia intenzione dell'Amministrazione d'interloquire con il Ministero degli Interni per addivenire a un trasferimento in altre regioni", tornando a quanto dicevo prima, le decisioni sugli spostamenti riguardano e competono al Ministero dell'Interno, però va anche detto che negli anni si è sempre rappresentato le difficoltà oggettive della Valle d'Aosta a reperire - e ne sono dimostrazione gli ultimi bandi andati deserti o anche l'ultimo che nonostante non sia andato deserto però di fatto lo è - la difficoltà, appunto, a trovare delle strutture idonee all'accoglienza dei migranti ovviamente per questioni sociali, fisiche ma banalmente di conformità del territorio.

Come noto, c'è una ripartizione territoriale sul territorio nazionale - peraltro con una ripartizione fatta in maniera numerica, non so bene su quali parametri, immagino parametri legati alla popolazione - che prevede per la Valle d'Aosta una quota massima di 440 persone, quindi, come è evidente, al momento siamo molto lontani da questo limite e questo è dimostrazione del fatto che il Ministero ha presente le difficoltà di accoglienza a livello di strutture che abbiamo e che valuta che non vengano aggiunte persone alle 55 attuali.

In quanto alle intenzioni, ovviamente non possiamo che rimanifestare le difficoltà che sono del tutto oggettive sul reperimento delle strutture e poi rifarci alle decisioni che il Ministero dell'Interno riterrà di assumere.

Presidente - Per la replica, il consigliere Manfrin ne ha facoltà.

Manfrin (LEGA VDA) - Io so che lei, Presidente, mi loda per la mia conoscenza per cercare di evidenziare magari una mancanza di esposizione nella mia interpellanza e nel dirmi "Lei conosce meglio di me che la gestione è statale", in realtà, Presidente, dice un'inesattezza e poi ovviamente l'ha ammessa.

È vero che la materia gestione dei centri di accoglienza è materia statale, ma è altrettanto vero che, come giustamente poi lei ha detto, il bando viene fatto a livello regionale.

Ora in quest'aula ci siamo spesso riempiti la bocca della strenua difesa delle funzioni prefettizie in capo al Presidente della Regione - e lo abbiamo ribadito anche a qualche rappresentante politico che non era d'accordo con questa nostra peculiarità regionale - però le funzioni prefettizie che sono in capo a un'autorità politica, che noi auspichiamo che sia un modello che venga esportato in tutto il Paese e che non rimanga soltanto valdostano, devono poi anche servire a poter dire la propria, perché altrimenti se le funzioni prefettizie servono semplicemente per dire: "Va beh, ce lo dice il Ministero, noi facciamo quello che ci dice", tanto vale avere un Prefetto che applica in maniera draconiana disposizioni che arrivano dal Ministero.

Invece credo che ci siano degli ampi spazi per modificare l'attuale assetto, lei, Presidente, giustamente ci ha detto: "Il bando stabile una quota assegnata alla nostra regione di 400, noi ne ospitiamo solo 55". Lei sa benissimo, sa meglio di me, così utilizzo la stessa formula che ha utilizzato, che noi non abbiamo mai raggiunto la quota di 400, siamo stati sempre ampiamente al di sotto dei 300, mi pare che il massimo sia 266; questa quota è andata diminuendo perché i vari gentili ospiti o hanno perso i requisiti o si sono resi irreperibili sul territorio nazionale per ringraziare dell'accoglienza di cui sono stati fatti oggetto, e quindi io non credo che sia comunque un buon risultato, peraltro ci sono alcune strutture che hanno ritenuto non fosse più conveniente rimanere aperte e quindi c'è una riduzione anche dovuta e dettata da questo. Un esempio su tutti: è andato a fuoco il centro di accoglienza di Verrès e le persone che c'erano sono dovute essere spostate mi pare a Châtillon se non sbaglio.

Per quanto riguarda invece il bandire una nuova gara d'appalto, adesso lei mi ha dato un dato in più, ovvero sappiamo che questa gara non verrà bandita nell'immediato, quindi a scadenza del 30 giugno, ma vi sarà ancora un'ulteriore proroga, che non ci può rallegrare perché i costi rimangono gli stessi, ma che perlomeno ci dice che ci sarà comunque una situazione di un certo tipo.

L'interlocuzione, Presidente, io credo che sia assolutamente necessaria, perché dobbiamo fare una scelta e l'interlocuzione è una scelta se viene rappresentata - io credo che questa situazione non ci sia in nessuna regione italiana - viene rappresentata la situazione dei bandi desertici per numerosi anni di fila, siamo partiti dal 2019 e siamo arrivati al 2021, credo che il Ministero non possa che prenderne atto.

Peraltro, come già evidenziato, visto che sentiamo numerose amministrazioni esaltare la necessità di accogliere e di mostrare il carattere umanitario e accogliente del nostro Paese, probabilmente queste Amministrazioni saranno felicissime di accogliere i nuovi arrivi sul loro territorio, magari la Regione Valle d'Aosta invece potrà essere felice che queste persone vadano dove ci sono cooperative felici di accogliere e non qua dove le cooperative sono felici di accogliere finché i soldi sono quelli doppi rispetto a quello che il D.L. Sicurezza prevede.

Quindi, Presidente, io glielo chiedo nuovamente, faccia quanto in suo potere per interloquire con il Ministero, sono 55 persone, potremmo avere la possibilità di trasferirle e sicuramente questo non potrebbe essere che un passo avanti per la nostra regione, in primis dal punto di vista sicurezza e, secondo punto, dal punto di vista della necessità di dare un messaggio anche ai nostri cittadini e, appunto, anche nell'evidenziare che anche in questo periodo pandemico, soprattutto in questo periodo pandemico, l'attenzione dell'Amministrazione viene rivolta verso chi effettivamente è in difficoltà, verso i nostri cittadini e non verso chi sbarca domani.