Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 872 du 25 juillet 2019 - Resoconto

OGGETTO N. 872/XV - Interpellanza: "Durata del divieto di svolgimento delle attività di parapendio sul versante italiano del Monte Bianco".

Distort (Presidente) - Ricordo che il punto 22, come concordato, verrà trattato congiuntamente con il punto 36, quindi verrà discusso in seguito. Passiamo ora al punto 23 all'ordine del giorno. Per l'esposizione, la parola alla collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - In data 3 luglio del 2019 sul sito ufficiale della Regione Autonoma Valle D'Aosta è comparsa la seguente notizia: "A seguito dell'incidente sul lato Sud del Monte Bianco, che lo scorso 26 giugno ha provocato la morte di un pilota francese, il presidente della regione Antonio Fosson, in accordo con il capo della protezione civile regionale Pio Porretta, ha richiesto all'ENAC, l'ente nazionale per l'aviazione civile, l'emissione di un divieto delle attività di parapendio sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco. Le correnti ascensionali dovute al calore anomalo di questi giorni, ha spiegato il presidente della regione Antonio Fosson, attirano numerosi appassionati del parapendio che decollano da Chamonix sfruttando le correnti favorevoli del versante francese. Queste stesse correnti però diventano molto pericolose non appena la vela oltrepassa i 4800 metri della vetta del Monte Bianco. Inoltre, considerato che durante la stagione estiva gli interventi di soccorso possono essere numerosi, la presenza delle vele costituisce un fattore di disturbo e di pericolo per lo svolgimento delle operazioni, rendendole le lunghe e difficoltose".

Prendiamo però atto del fatto che a Chamonix questo divieto esiste da tantissimi anni e riguarda il periodo dal 1° luglio al 31 agosto. In tutti gli altri mesi dell'anno è possibile decollare anche dalla cima del Monte Bianco e volare sulla catena. Teniamo in considerazione anche il fatto che al Pavillon, quando è stata costruita la nuova funivia, la Skyway, la Regione ha fatto degli investimenti realizzando uno spazio per il decollo dei parapendii: sono state tolte le pietre, è stato liberato il pendio per creare la pendenza giusta, è stato inerbita l'area, è stata interrata per alcune centinaia di metri la linea ad alta tensione che prosegue fino a Punta Helbronner, il tutto per permettere ai parapendii di decollare senza ostacoli. Teniamo inoltre presente che questo divieto era già stato operativo alcuni anni fa, dopo gli incidenti che occorsero ad alcuni parapendii sempre in occasione di eventi eccezionali, come quello verificatosi alcuni giorni fa quando tanti piloti riuscirono ad atterrare sulle cime del Monte Bianco. A quanto risulta però si tratta di un evento rarissimo che è accaduto solo tre volte negli ultimi quindici anni. Tale divieto scadeva, all'epoca, alla fine del mese di ottobre, quando di alpinisti già non ce ne sono più e neanche il soccorso è attivo. Però la scadenza, così avanti nell'autunno, pregiudicava la possibilità per i parapendii di volare, visto che la funivia in novembre rimane chiusa, ma quantomeno tale divieto era mitigato dal fatto che era stato lasciato uno spazio libero, un triangolo per poter volare dal Pavillon a Entrèves.

Il problema è che, dall'articolo che è stato pubblicato sul sito, non risulta che sia stato previsto un termine a questo divieto, creando dei vincoli quindi ancora più restrittivi rispetto a quelli imposti a Chamonix e ciò nonostante il rapporto tra il numero di voli tra Courmayeur e Chamonix sia di circa 1 a 200. Quindi noi diventiamo ancora più restrittivi quando dall'altra parte ci sono 200 voli su 1 che abbiamo qui in Valle d'Aosta. Per cui io interpello il Presidente della Regione per sapere: "se sia stata prevista una data di termine del periodo di divieto delle attività di parapendio sul versante italiano del Massiccio del Monte Bianco; in caso contrario, se sia intenzione del Presidente della Regione di richiedere all'ENAC di prevedere che il periodo di divieto sia lo stesso stabilito sul versante francese del Monte Bianco (dal primo di luglio al 31 di agosto)".

Presidente - Per la replica, la parola al presidente Fosson.

Fosson (PNV-AC-FV) - La montagna in questi ultimi anni è stata frequentata da una popolazione diversa da quella usuale (bici, parapendio, eccetera), che ha creato delle nuove situazioni, questo è evidente, di grande importanza, di grande impatto e che non hanno ancora una normativa ben precisa. Inoltre, come lei ha detto, le variazioni climatiche di questi tempi comportano la possibilità per i parapendii di un'ascensione in quota tale per cui vanno addirittura ad atterrare sulla cima del Monte Bianco da cui poi ripartono. Questo chiaramente porta a delle ripercussioni. Da una parte ci sono grandi problemi di sicurezza per il soccorso e per gli aerei che volano. A parte la difficoltà di trovarsi di fronte a delle ali e a dei parapendii che hanno delle difficoltà di spostamento, c'è anche tutto un problema legale, come quello che si è creato per l'incidente mortale del 26 giugno, di chi sia la colpa, nel senso che l'elicottero chiaramente con un'attività rotatoria di un certo tipo sposta delle correnti d'aria ulteriori.

I francesi hanno già fatto da sempre una normativa che vieta l'atterraggio sulla cima del Monte Bianco fino al 30 di agosto. È un divieto che non è molto rispettato, perché se l'altro giorno c'erano 150 piloti sulla cima del Monte Bianco vuol dire che anche i decreti che i francesi fanno non sono rispettati. Mi dicono - è l'unica cosa da cui dissento - che in questi ultimi tempi non è un evento così raro. Non saranno 150 al giorno, però è uno sport estremo che attira in questo momento molti esperti e appassionati del luogo. Su questo problema si è innestato di nuovo anche l'annoso discorso su di chi sia la cima del Monte Bianco, per cui chi debba normare e chi non debba normare.

Noi abbiamo scritto all'ENAC, come era necessario, dicendo com'è la situazione. L'ENAC non solo ha emesso il divieto, ma ha anche trasmesso che avrebbe poi comunicato dei corridoi da poter percorrere col parapendio, informazione che non è ancora arrivata. Noi dipendiamo dall'ENAC, mentre invece l'atterraggio dipende dal sindaco di Courmayeur. Su quello che chiede lei, da parte nostra è stato già richiesto all'ENAC che il termine del divieto di attività sia posto proprio il 31 di agosto 2019, come per i francesi, quindi non siamo sicuramente più restrittivi di loro. Su questo problema, a mio avviso, è sempre difficile fare delle norme insieme ai francesi, che hanno tutta un'altra legislazione; si pensi alla sicurezza sugli impianti, eccetera. Però è un'attività che andrà normata per la sicurezza di tutti: per la sicurezza dei parapendii, ma non parliamo poi delle tute alari; lei saprà del problema che c'è attorno alle tute alari, se si possono usare, se non si possono usare. Noi siamo molto lenti a fare delle norme che possano da una parte permettere agli amici che fanno il parapendio di fare il loro sport, ma da un'altra parte garantire una sicurezza a tutti quelli che volano soprattutto per lavoro; abbiamo diversi voli di soccorso alpino ogni giorno in quella zona. Comunque, la sua preoccupazione a proposito del limite è già nella nostra richiesta all'ENAC: è fino al 31 di agosto di quest'anno.

Presidente - Per la replica, la parola alla proponente collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Bene, Presidente. Sono molto contenta della sua risposta e per una volta siamo in sintonia! Sono molto soddisfatta. Non ho solo capito una cosa: la vostra richiesta all'ENAC è stata fino al 31 agosto, quindi il divieto anche quest'anno decade già dal 1° settembre, perché comunque hanno già stabilito in questa maniera? Bene, mi fa molto piacere, perché la preoccupazione nasceva dal fatto che dalla notizia non fosse apparsa una data di termine, invece io amo molto tutti gli sport estremi, quindi anche il parapendio. Ritengo che siano delle attività sempre più in espansione, sempre più in evoluzione, che diventano anche una forma importantissima di turismo, quindi non è solo un qualcosa che può piacere a me, ma piace a moltissime persone. Il nostro obiettivo deve essere quello di far sì che questa Valle d'Aosta, proprio perché è una palestra a cielo aperto, venga utilizzata sempre di più in questa direzione, attirando anche un turismo giovane e dinamico. Quindi dobbiamo cercare di fare concorrenza ai francesi o perlomeno imparare da loro come attirare i giovani: basta guardare i numeri tra Chamonix e Courmayeur e vedere il tipo di clientela che c'è. Noi dobbiamo andare comunque in quella direzione. Sono molto soddisfatta della sua risposta.