Objet du Conseil n. 848 du 24 juillet 2019 - Resoconto
OGGETTO N. 848/XV - Interrogazione a risposta immediata: "Valutazioni in merito alla mancata attivazione, per il prossimo anno scolastico, della classe prima dell'indirizzo professionale socio-sanitario presso l'Istituzione scolastica professionale di Verrès".
Rini (Presidente) -Riprendiamo i lavori, punto 3.02 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, la parola alla collega Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Presso l'istituzione scolastica punto di istruzione liceale tecnica e professionale di Verrès l'anno prossimo già per la seconda volta, come era accaduto nell'anno scolastico 2017-2018, non verrà attivata la classe prima dell'indirizzo professionale socio-sanitario. Il timore che questo indirizzo possa definitivamente naufragare è molto forte nella scuola insieme alla preoccupazione anche delle famiglie per il futuro di tanti giovani della Bassa Valle. Come sappiamo bene, l'istruzione professionale è di competenza regionale e le professionalità offerte al territorio a seguito della qualifica di OSS (Operatore Socio Sanitario) ed esercitate durante stage svolti con successo nelle locali microcomunità sono indispensabili per garantire i livelli di assistenza richiesti da una popolazione che invecchia velocemente. Noi di Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d'Aosta ci chiediamo quale lungimiranza politica dimostri la non attivazione di un corso, che è l'unica offerta di indirizzo professionale in un territorio come quello della Bassa Valle ad alta dispersione scolastica e ad alta presenza di stranieri. Si tratta infatti di un corso che offre concrete possibilità di impiego sul territorio, forse chi opera queste scelte non ha abbastanza a cuore il futuro dei nostri giovani, forse vogliamo che fuggano verso regioni più accoglienti e che gli anziani restino soli e senza personale formato per assisterli. Ho sottolineato tante volte come la scuola non sia certo al centro dell'agenda politica ma qui ci tocca aggiungere che sembra che non lo sia neppure l'assistenza sociale. Allora noi interroghiamo l'Assessore competente per sapere se siano state sufficientemente valutate tutte le ricadute negative della perdita di un indirizzo professionale in un polo scolastico di giovane costituzione e che sta ancora consolidando la sua identità e che, tra l'altro, è unico nel suo genere in quanto include sia la formazione professionale che indirizzi liceali al fine di garantire alla Bassa Valle un'offerta formativa completa in un territorio delicato e complesso.
Presidente - La parola all'Assessore Certan.
Certan (AV) - Collega Pulz, la ringrazio per la sua illustrazione, ma, guardi, noi abbiamo a cuore il futuro dei giovani ma, per aprire e per istituire le classi, bisogna avere gli iscritti. Questa è un po' una risposta sintetica. Direi che, in riferimento a quanto scritto nella sua interrogazione, della perdita di un indirizzo dell'istruzione professionale, non è corretto dire questo poiché questo indirizzo non è perso ma non è stato attivato presso il polo scolastico di Verrès quest'anno per l'anno scolastico 2019/2020 ma rimane un punto fermo nell'offerta formativa territoriale dei prossimi anni, così come l'anno scorso quando ci sono stati gli iscritti, l'abbiamo attivato anche se non era stato attivato nel 2017/2018. I criteri e i parametri di definizione degli organici del personale docente della Valle d'Aosta sono nettamente migliorativi rispetto a quelli nazionali. Già in altre risposte questo lo avevo sottolineato: 20 alunni per formare una classe prima come da nostra DGR n. 519 del 2010 per un indirizzo del secondo ciclo, mentre a livello nazionale si prevede la costituzione delle classi prime con non meno di 27 alunni. Con l'emanazione del decreto legislativo n. 61/2017, poi si rende anche necessaria la sua armonizzazione alla realtà della nostra Regione e per ciò che concerne anche l'istruzione professionale e la formazione IeFP. Occorre certo rivedere, sono d'accordo con lei, l'offerta formativa territoriale in occasione del ridimensionamento delle scuole superiori che sarà a partire dall'anno 2021/2022 poiché sono triennali, potenziando i percorsi professionali anche attraverso la valorizzazione delle caratteristiche del contesto regionale, quindi anche tenendo conto della situazione della Bassa Valle. È quindi allo studio della Sovraintendenza la determinazione di nuovi criteri per l'attivazione delle classi prime nei percorsi scolastici, in particolare appunto in queste zone, limitando il tasso di dispersione scolastica e i disagi per le famiglie che risiedono in località distanti dal capoluogo anche attraverso, ad esempio, il potenziamento di convitti o studentati. Tali criteri saranno condivisi nei prossimi mesi con le scuole appartenenti alle reti per l'orientamento, una riunione è già stata fatta l'8 luglio. In questa logica il 28 giugno è stata approvata la deliberazione n. 906 a integrazione proprio dell'offerta relativa all'offerta formativa dell'istruzione professionale e, a seguito anche di questo, per poter prendere le iscrizioni tardive degli alunni provenienti da altri percorsi. A seguito di questo, gli alunni sono passati da 8 a 12 ma non siamo riusciti a ottenere i 20, quindi capisce che è anche una scelta non solo nostra, non è solo di lungimiranza o non lungimiranza ma è anche una scelta delle famiglie che decidono di iscriversi o non iscriversi. Ripeto: otto alunni e a livello nazionale, per aprire una classe, ce ne vanno 27. Noi lo abbiamo già ridotto a 20, probabilmente altre valutazioni dobbiamo farle però non diciamo quello che non è. Non è perso l'indirizzo, l'indirizzo rimane, certo è che l'orientamento probabilmente lo dovremo fare in un altro modo e forse in modo ancora più incisivo.
Présidente - Pour la réplique, la parole à la collègue Pulz.
Pulz (ADU VDA) - Grazie Assessore per la sua risposta che ci lascia ben sperare, noi però continuiamo a vedere i rischi di voler concentrare nel capoluogo regionale la gamma degli indirizzi professionali che già accolgono numerosi alunni provenienti da altre scuole a rischio di dispersione e a cui comunque non accederebbero le famiglie più deboli della Bassa Valle, cioè quelle in possesso di minori strumenti culturali anche per far sentire la loro voce e difendere il diritto allo studio dei propri figli che dovrebbe essere indiscutibile. Ci è stato effettivamente raccontato che, a seguito della sua visita, è stata ottenuta una deroga sui numeri minimi per l'attivazione della classe ma questa deroga è giunta molto tardi ed è venuta in una fase in cui le famiglie avevano già scelto in vista del prossimo anno scolastico. Andrebbe valutato con più forza che perdere un indirizzo professionale non ha lo stesso effetto che far venir meno uno dei corsi liceali perché, per quanto sia comunque grave, i licei vengono scelti da un'utenza diversa con maggiori strumenti e io stessa ho visto in 26 anni di insegnamento moltissime deroghe. Mi è capitato di gestire persino una classe di otto alunni ma non in un istituto professionale bensì in un ambiente privilegiato dove non ci si è soffermati per nulla a valutare i costi eccessivi determinati da classi minuscole. Io spero quindi che ci sia una riflessione più approfondita in merito perché non possiamo raccontarcela: in fondo dietro la scelta di una scuola superiore ci sono ancora soprattutto motivazioni di tipo socio-culturale legate alle possibilità economiche e agli strumenti culturali delle famiglie, questo è l'orientamento in realtà.