Objet du Conseil n. 1784 du 2 février 2016 - Resoconto
OGGETTO N. 1784/XIV - Interpellanza: "Coinvolgimento dei soggetti interessati alla salvaguardia e alla tutela del vallone di San Grato nell'applicazione del nuovo piano regolatore del Comune di Issime".
Viérin M. (Presidente) - Punto n. 33 dell'ordine del giorno. La parola alla Consigliera Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Presidente.
Il vallone di San Grato nella Valle del Lys credo che non abbia bisogno di troppe presentazioni per quanto riguarda le sue caratteristiche e il valore storico-culturale, architettonico e paesaggistico. Si tratta di una vallata di cultura walser che ha mantenuto tutte le caratteristiche di quest'insediamento walser.
Due settimane fa la Giunta regionale ha deliberato di esprimere in via preventiva, alla luce delle modificazioni che sono state introdotte nelle varie conferenze che sono state fatte in questi anni, una valutazione positiva sulla compatibilità ambientale della variante sostanziale generale che è stata adottata dal Comune ad ottobre 2015. Dal 2012 abbiamo preso atto di tutto l'iter, il piano regolatore ha avuto diversi tipi di step prima di approdare adesso a gennaio in Giunta e la Conferenza di pianificazione si è pronunciata più volte, ha fatto diverse volte osservazioni e nel mese di gennaio avete approvato questa variante al piano regolatore di Issime.
Premetto, perché così togliamo ogni dubbio, che il nostro gruppo non è contrario a soluzioni che valorizzino, sostengano e in qualche modo aiutino anche gli agricoltori, coloro che sono insediati in questo contesto e nel vallone di San Grato, quindi è giusto che non si prenda a pretesto che si è contrari a priori. Stiamo seguendo quindi quanto viene proposto, crediamo che, soprattutto in questo momento in cui molti aiuti e molti sostegni che potevano avere gli agricoltori sono stati tolti dalla vostra Amministrazione regionale, sicuramente gli agricoltori siano ancora più a disagio, quindi stiamo monitorando attentamente quanto sta avvenendo. Crediamo anche che però le caratteristiche di questo vallone debbano essere assolutamente preservate, mantenute e valorizzate e che non è sicuramente l'unica soluzione quella di avere comunque e assolutamente la strada per valorizzare questo vallone e le caratteristiche di quest'insediamento. Ci hanno un po' stupito le dichiarazioni del Presidente della Regione - non le dichiarazioni del Sindaco o dell'Assessore -, che è intervenuto e ha detto: "abbiamo insistito perché fosse chiarito che la strada ci deve essere ed è fondamentale per dare un punto di raccordo agli agricoltori della zona". Benissimo, prendiamo atto che è stato deciso che la strada ci deve essere ed è questa l'unica via che per ora si intravvede.
La nostra, ripeto, non è un'interpellanza che prende posizioni a favore o contro una pista, una trattorabile che possa in qualche modo permettere la ristrutturazione degli alpeggi. Mi pare di aver capito dalla delibera siano due in particolare gli alpeggi, soprattutto nella zona medio-alta, che necessitano di queste agevolazioni. Non è quindi quest'interpellanza pro o contro una strada, ma chiediamo alla Giunta che si faccia garante e che garantisca in Consiglio regionale che tutti i residenti, gli attori che operano in questa zona siano sempre coinvolti e in qualche modo attraverso un gruppo di lavoro...chiamatelo come volete, chiamatele riunioni del territorio a noi non interessa, l'importante è che sia gli abitanti di Issime che delle zone dei comuni vicini - perché sappiamo che molti proprietari del vallone di San Grato sono residenti a Gaby -, quindi tutti gli attori, siano sempre coinvolti, siano ascoltati e che si arrivi a soluzioni condivise, perché riteniamo che solo in questo modo si può preservare tutto quel patrimonio, che credo sia un patrimonio non solo della Valle del Lys, non solo della Valle d'Aosta, ma veramente dell'umanità. Sappiamo che l'aver deliberato questa variante al piano regolatore non significa avere già presentato e trovato una soluzione progettuale, è chiaro che dipenderà da come poi si deciderà di procedere.
Abbiamo preso visione anche di tutte le osservazioni che nel 2012, nel 2013 sono state fatte, sono state portate in Comune, però è vero anche che riunioni sul territorio per spiegare alla popolazione quanto forse si vorrebbe fare o quali sono le vie per valorizzare questo vallone non ci risultano essere state fatte. Chiediamo se sia vostra intenzione procedere ad una condivisione e comunque ad una programmazione dei prossimi step riguardo alla fase progettuale e come intendete agire. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore Bianchi.
Bianchi (UV) - Grazie Presidente.
Vedremo di chiarire un po' qual è l'iter amministrativo dell'approvazione di un piano regolatore. Innanzitutto il vallone di San Grato è da tempo riconosciuto come un sito di grande valore principalmente in ragione della qualità del suo paesaggio culturale disegnato nei secoli dalle popolazioni walser, ancora oggi ben leggibile nelle strutture delle antiche mulattiere e nel patrimonio immobiliare. L'interesse della Regione alla sua conservazione è testimoniato dall'inserimento del vallone nei programmi integrati di interesse regionale del PTP, vale a dire che c'è una norma che va a salvaguardare quella zona (l'articolo 40) per la parte di territorio che presenta maggiori elementi di interesse storico e culturale.
Tutelare non significa tuttavia escludere la possibilità di operare interventi destinati a garantire la preservazione del bene tutelato, come mi sembra che fosse anche lei dell'idea, in questo caso il patrimonio edificato e il paesaggio culturale. La conservazione del paesaggio vuol dire garantire innanzitutto la sua permanenza attraverso l'attività agrosilvopastorale, che nei secoli ha assicurato il mantenimento delle radure, la pulizia dei boschi, l'efficienza dei sentieri e dei "ru" (traduzione letterale dal patois: "ruscelli").
Il testo definitivo della variante generale del piano regolatore di Issime valutato dalla Regione riserva al vallone di San Grato uno specifico articolo delle norme di attuazione (l'articolo 27bis). Il testo contiene le norme per la gestione del vallone alla luce delle conclusioni dello studio di approfondimento sulle prospettive di valorizzazione dello stesso, integrato al piano regolatore a seguito di specifica richiesta della Conferenza di pianificazione dei servizi regionali in sede di valutazione della bozza preliminare del piano. Tale studio è parte integrante del piano regolatore quale documento motivazionale, al pari della relazione generale al piano, ed è stato oggetto di pubblicazione per l'espressione di osservazioni da parte dei cittadini e da parte di chiunque nel pubblico interesse voglia farne, questo proprio per indicarle che chiaramente tutta la popolazione è stata messa in condizione di poter valutare.
L'articolo 27bis quindi pone i paletti per la valorizzazione turistica del vallone, che, secondo gli auspici ben condivisibili del Comune, sono orientati allo sviluppo di un turismo escursionistico, naturalistico e soprattutto culturale nel rispetto rigoroso dei valori presenti. L'Amministrazione regionale ha condiviso tale impostazione proponendo al contempo al Comune alcune modifiche al testo normativo volte a chiarire meglio la destinazione d'uso, le modalità di intervento e le infrastrutture ammesse.
Nel caso della strada interpoderale, al posto di un generico potenziamento della viabilità interpoderale, nella deliberazione della Giunta regionale si è chiesto di specificare meglio i requisiti degli interventi ammessi, esplicitandolo nei seguenti termini, comma 4, lettera i) del piano regolatore: "realizzazione tramite progetto unitario di una pista trattorabile di sezione limitata, a servizio delle attività agrosilvopastorali di Mattu e Vloecki, limitando l'interferenza con le principali visuali e con i percorsi storici. Tali percorsi dovranno essere interessati solo dagli attraversamenti strettamente necessari. Dovrà essere prevista inoltre una regolamentazione dell'accesso, consentito solo ai proprietari e ai conduttori dei fondi". Analogo discorso era stato fatto sempre per una pista trattorabile in un'altra frazione (Tofi). Con queste richieste di modificazione al testo del PRG l'Amministrazione regionale ha inteso assicurare la valorizzazione delle potenzialità agrosilvopastorali del territorio, ostacolando gli indirizzi di contrasto all'abbandono, che sono un obiettivo centrale della pianificazione territoriale della Regione, poiché tale abbandono troppo spesso comporta il degrado del patrimonio edilizio esistente e di particolare interesse storico, fenomeno sensibile nel vallone di San Grato.
Per rispondere al primo quesito: "se tutte le associazioni del territorio di Issime e della Valle del Lys sono state coinvolte nella stesura del piano regolatore", la normativa non prevede l'obbligo di coinvolgere nella stesura del testo preliminare del piano né singoli cittadini né associazioni ed enti esterni all'Amministrazione comunale. Specifico che è il Comune che fa il piano regolatore. E' tuttavia facoltà del Comune, a cui peraltro spetta la predisposizione del piano regolatore, sentire le istanze e gli interessi presenti sul territorio per farne l'uso che giudica migliore. Cittadini e associazioni sono invece chiamate a formulare proprio osservazioni sul testo preliminare una volta adottato dal Consiglio comunale e pubblicato. Nel caso di Issime in questa fase erano state presentate delle osservazioni che sono state discusse in Consiglio comunale l'11 ottobre 2013. La Regione non interviene nella predisposizione del piano regolatore se non su esplicita richiesta del Comune (affiancamento) o per l'acquisizione di una preventiva concertazione, un nullaosta in merito ai beni culturali, aree protette, boschi e pascoli.
La parte attiva della Regione nel processo di predisposizione del piano si compendia nella valutazione della bozza di piano da parte della Conferenza di pianificazione e nella valutazione del testo definitivo del piano regolatore con eventuali proposte di modificazione da parte della Giunta regionale al Comune, finalizzate a meglio recepire norme e piani sovraordinati. La Conferenza di pianificazione non prevede la partecipazione del pubblico e di associazioni nel territorio, ma solo di strutture regionali competenti in materia di ambiente, urbanistica, agricoltura, turismo e via dicendo. Chiaramente partecipa anche l'Amministrazione comunale, il Sindaco o un suo delegato.
Per rispondere al secondo quesito circa l'intenzione dell'Amministrazione regionale di coinvolgere nel prosieguo tutti gli attori del territorio interessati, il futuro del vallone è in mano al Comune e ai proprietari dei fondi, che dovranno cooperare per dare una prospettiva di valorizzazione del vallone volta al mantenimento del paesaggio e per la conservazione del patrimonio attraverso un suo utilizzo armonioso. Sta all'Amministrazione comunale decidere con quali modalità ciò possa avvenire, cioè l'Amministrazione regionale li ha messi nella condizione di poterlo fare, adesso sta a loro predisporre la cosa.
La Regione sarà comunque chiamata ad esprimersi in sede di procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), alla quale dovrà essere sottoposto il progetto unitario di realizzazione dell'infrastruttura, verificando puntualmente il rispetto delle prescrizioni impartite dal piano regolatore e dei vincoli presenti con particolare riguardo ai percorsi storici, agli impatti sull'ambiente e al suo inserimento nel paesaggio. La norma sulla VIA prevede la partecipazione pubblica al procedimento con la possibilità di presentazione di osservazioni di tutti i soggetti interessati e quindi da parte anche di qualsiasi associazione. Penso di essere stato chiaro. Grazie.
Presidente - La parola alla collega Certan.
Certan (ALPE) - "Eun patoué on di: "bièn prédjà"" (traduzione letterale dal patois: "in patois si dice: "se n'è parlato molto""). Grazie Assessore, è stato chiaro, poi quanto succederà rispetto alle parole lo vedremo in futuro. Giustamente lei ha ricordato che la tutela di un territorio o la tutela di un paesaggio non vuol dire escludere a priori e su questo, guardi, ha tutta la nostra approvazione. Tutelare un patrimonio vuol dire sicuramente non escludere nessuna soluzione che permetta il suo sviluppo, perché comunque un patrimonio che non si sviluppa è un patrimonio che tende a morire. La stessa parola "tradizione", che deriva da tradere, che significa tramandare, conserva in sé tutta questa trasformazione, quindi le cose che rimangono figé, che non cambiano, sono sicuramente destinate a morire, quindi non siamo certo qui a chiedere questo. Così come non chiediamo all'attività agropastorale di rinunciare, di essere penalizzata soprattutto in un vallone del genere, lo diciamo perché fa abbastanza fine, non impegna dire che gli agricoltori sono i giardinieri del territorio, ma effettivamente, quando diciamo di voler sviluppare il turismo, sicuramente lo possiamo fare solo attraverso un'attività sinergica proprio con questo mondo agricolo, che è sicuramente un mondo che lavora in sordina e che però ha delle responsabilità enormi proprio per il mantenimento del nostro territorio e che dovrebbe essere rispettato e trattato molto meglio di com'è stato spesso trattato anche dalle Amministrazioni.
Condividiamo anche che uno dei compiti principali sicuramente dell'Amministrazione regionale è il contrasto all'abbandono. L'abbandono produce un degrado e la non frequenza di un certo luogo chiaramente porta a riprendere lo stato selvaggio e quindi di natura e chiaramente non più coltivato di un vallone come quello di San Grato. Credo che ci siano anche esempi che dovrebbero essere presi in considerazione: penso alla valle dell'Otro ad Alagna nella Valsesia, che è un insediamento molto simile a quello del vallone di San Grato. Se cercate le immagini, vedete che questo territorio è molto simile al vallone di San Grato, non è stato abbandonato, quindi il contrasto all'abbandono c'è stato. Non è stato degradato, è stato valorizzato senza necessariamente fare delle piste trattorabili o delle strade, sono stati fatti altri tipi di interventi. Cosa che non esclude nulla, però deve essere, a mio avviso, tenuto in considerazione che le soluzioni sono a volte diverse e possono esserlo anche a seconda del territorio e a seconda delle necessità.
Mi ha fatto piacere che abbia ripercorso...ho letto anch'io tutta la parte di documentazione riguardo alla Conferenza di pianificazione, che credo sia interessante e che dovrebbero leggere anche tutti i cittadini per rendersi conto anche del grande lavoro che a volte c'è dietro. Mi hanno un po' stupito gli ultimi passaggi dopo tutti i vari articoli, a pagina 25 della delibera -poi potremmo chiarirlo meglio - "rammenta infine che in occasione dell'audizione del Sindaco del Comune di Issime, nella riunione della Giunta dell'8 gennaio...e previa condivisione con il Coordinatore del Dipartimento di programmazione e difesa del suolo e risorse idriche, non ha ravveduto la necessità di subordinare ad uno specifico studio di approfondimento degli ambiti inedificabili la realizzazione di una...", eccetera.
Mi auguro che, anche se non è stato deciso di fare delle valutazioni o delle preventive valutazioni riguardanti il dissesto idrogeologico, vengano salvaguardate tutte quelle aree: ad esempio, le torbiere e tutte quelle aree particolari che ritengo facciano parte del patrimonio del vallone di San Grato, cito quelle per poi veramente non tralasciare tutte le altre. Grazie.