Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 519 du 2 avril 2014 - Resoconto

OBJET N° 519/XIV - Communications du Président du Conseil régional. Débat sur la situation politique.

Président - On est au point 1 à l'ordre du jour.

Collègues, je vous communique que les projets de loi suivants ont été déposés à la Présidence du Conseil:

- Projet de loi n° 21, présenté par le Gouvernement régional le 28 mars 2014: "Finanziamento di un Piano straordinario di interventi di natura agricolo-forestale e nel settore delle opere di pubblica utilità. Modificazione alla legge regionale 13 dicembre 2013, n. 18";

- Projet de loi n° 22 présenté par le Gouvernement régional le 1er avril 2014: "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Modificazioni alle leggi regionali 27 agosto 1994, n. 64 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per la disciplina dell'attività venatoria), 21 gennaio 2003, n. 1 (Nuovo ordinamento delle professioni di guida turistica, di accompagnatore turistico, di guida escursionistica naturalistica, di accompagnatore di turismo equestre e di maestro di mountain bike e di ciclismo fuoristrada. Abrogazione delle leggi regionali 23 agosto 1991, n. 34 e 24 dicembre 1996, n. 42. Modificazioni alle leggi regionali 13 maggio 1993, n. 33 e 7 marzo 1997, n. 7), e 16 marzo 2006, n. 8 (Disposizioni in materia di attività e relazioni europee e internazionali della Regione autonoma Valle d'Aosta). Legge europea regionale 2014".

Deux propositions d'acte administratif ont été également déposées:

- Approvazione delle linee di indirizzo programmatiche per le attività di rilievo europeo e internazionale della Regione, per la XIV legislatura, à l'examen de la Ie Commission;

- Accettazione della donazione a titolo gratuito, a favore dell'Amministrazione regionale da parte del sig. Aurelio Giuseppe Mario Carugo, di Ivrea (TO), di reperti archeologici e di un quadro, à l'examen de la IIe Commission.

Je vous communique ainsi que à partir du 26 mars les réunions suivantes ont eu lieu:

- La Conférence des Chefs de groupe, la Ie, la IIe, la IIIe, la IVe et la Ve Commission respectivement une fois.

Le 26 mars dernier la Présidence du Conseil a reçu les rapports d'activité 2013 du Comité régional des communications, du Médiateur et du Garant de droits des personnes soumises aux mesures restrictives de la liberté personnelle. Le premier a été transmis au Président de la Région aux termes de la loi régionale n° 26/2011, alors que les deux derniers ont déjà été envoyés à la Ie Commission comme prévu par la loi régionale n° 17 du 2001.

Nel corso della riunione di ieri, la Conferenza dei Capigruppo ha deciso di rinviare l'esame del punto relativo alle riforme istituzionali ad una prossima adunanza consiliare al fine di consentire un maggiore approfondimento del testo di disegno di legge costituzionale varato lunedì 31 marzo dal Consiglio dei ministri.

La Conferenza ha altresì deciso, visto l'afflusso di pubblico che è stato preannunciato, di ritrasmettere, in via del tutto eccezionale, la seduta odierna del Consiglio anche nel Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale.

Comunico altresì che questa Presidenza, nella scorsa seduta, ha deciso di soprassedere riguardo alle manifestazioni di assenso e dissenso espresse dalla tribuna del pubblico, vista soprattutto l'eccezionalità e la particolarità della scorsa seduta, la tensione sociale della seduta stessa. Ieri, invece, nella riunione dei Capigruppo, all'unanimità dei presenti, si è deciso di richiedere alle persone che assistono ai lavori dalla tribuna e che ringraziamo, perché la vostra presenza è sintomo di interesse e di partecipazione, e non può che far piacere a tutti i componenti di quest'aula, chiediamo però il rispetto per quest'aula e soprattutto per il suo Regolamento che, in base all'articolo 49, prevede l'espresso divieto di qualunque segno di approvazione o di dissenso. Questa Presidenza chiede quindi al pubblico, a nome di tutti i Capigruppo, di attenersi a queste disposizioni.

Colleghi, a seguito dell'approvazione, nel corso dell'adunanza del Consiglio regionale del 26 marzo scorso, delle risoluzioni con cui rispettivamente il Consiglio regionale invitava il Governo regionale a revocare immediatamente e in modo inderogabile l'intera dirigenza del Casinò e invitava il Presidente della Regione e il Governo regionale a rassegnare le proprie dimissioni, preciso di aver prontamente provveduto a trasmettere gli atti medesimi al Presidente della Regione e agli Assessori, con note protocollate n. 2511 e n. 2512 del 27 marzo 2014.

Est-ce qu'il y a des requêtes d'intervention sur ça? A demandé la parole le collègue Bertschy.

Bertschy (UVP) - Merci Madame la Présidente.

On attendait notre communication: c'est depuis l'autre Conseil que du point de vue politique nous avons marqué, avec la résolution qu'a été approuvée par le Conseil, un objectif que nous nous sommes donnés pendant cette législature. Donc, chers collègues, nous prenons acte aujourd'hui que le Président et les Assesseurs n'ont pas démissionné, pour le moment. Nous prenons acte aussi que la majorité n'a plus les numéros - après on aura aussi l'occasion pour faire quelques considérations - numéros pour poursuivre son travail.

Dans ces jours nous avons entendu l'Union Valdôtaine et la Stella Alpina faire beaucoup de proclames: des déclarations d'intentions et des proclames de bons principes. Le but c'était faire passer les jours à la recherche d'une solution qui, malheureusement pour vous, n'est pas arrivée et n'arrivera plus. Le fil rouge entre les déclarations des deux mouvements était très clair: maintenir le pouvoir, maintenir le pouvoir. Bien, aujourd'hui vous devez prendre acte que la course à la recherche du maintien du pouvoir s'est terminée. Vous devez laisser le pouvoir, parce que vous n'avez plus la force, les idées, les projets pour bâtir le futur de la communauté valdôtaine.

Noi siamo qui in attesa di capire se arriveranno stamattina queste dimissioni, che qualcuno cerca di rendere personali, qualcuno cerca di farle diventare un problema con la persona che oggi rappresenta le istituzioni e con le persone che siedono nei banchi della maggioranza. Abbiamo parlato di politica fino a oggi e riconosciamo anche ad alcune persone, sedute su quei banchi, di aver dato lezione di stile in questo senso - alcune altre no - quindi vogliamo mantenere tutto questo su un piano politico. Il piano politico è la mancanza di risposte per la comunità, e oggi è il momento della chiarezza, senza strumentalizzazioni. Come dicevo prima, i numeri non vi danno più ragione, perché ieri - oggi forse arriveranno delle comunicazioni, non sappiamo - ma ieri abbiamo appreso che un Consigliere ha aderito ad un manifesto politico sul quale sarà poi forse il caso di approfondire, perché le buone intenzioni le abbiamo tutti, non solo i saggi, che ringraziamo per l'educazione con la quale ci riportano al nostro lavoro, però non è sufficiente avere delle buone intenzioni. Le buone intenzioni si sposano con i programmi in politica e con il governo.

Oggi prendiamo atto che siete in diciassette. Prendiamo atto anche che la convalescenza del Consigliere Pino Isabellon va meglio: lo salutiamo e ci fa piacere, perché è sempre un piacere lavorare con tutti quanti. Ci fa piacere soprattutto che non ci saranno strumentalizzazioni: la maggioranza manca per chi oggi politicamente segna le distanze da questo metodo di governare e non per chi giustamente sta facendo la sua convalescenza.

Un Consiglio, questo, che è stato enfatizzato politicamente negli ultimi giorni dal presidente dell'Union Valdôtaine. Questo appello a partecipare oggi l'abbiamo trovato scorretto nei confronti dei gruppi che qui sono rappresentati. Bene hanno fatto il presidente della Stella Alpina, i presidenti dell'ALPE e del PD, il Movimento Cinque Stelle, il presidente dell'UVP, a non raccogliere questo appello, perché sarebbe stato veramente gonfiare questo Consiglio di cose che non hanno significato. Oggi parliamo di politica, così come ne abbiamo parlato in questi giorni. Avrei voluto vedere se i presidenti dei nostri movimenti avessero fatto anche loro questo appello alle armi. Qualcuno confonde con la seduta del Consiglio scorso: i Consiglieri hanno chiamato a venire i lavoratori forestali che sono senza lavoro, i lavoratori del Casinò che hanno paura per la loro azienda. C'era un punto all'ordine del giorno - probabilmente qualcuno si è anche riferito a noi, come si è riferito a voi, perché anche i lavoratori della forestale e del Casinò probabilmente votano i movimenti di maggioranza - sono venuti qua, sono venuti ad ascoltare, senza strumentalizzazioni politiche. Dispiace che si faccia passare una difesa del proprio lavoro come una appartenenza alla politica: attenzione!

Credibilità - mi giocherò, se possibile Presidente, ancora qualche minuto - la credibilità di tutto questo sta nel smettere di sfidare le istituzioni. Le istituzioni siamo tutti noi e se abbiamo preso una decisione la settimana scorsa ne dovete prendere atto! Stop! Avete dichiarato che aspettavate questa mattina: il numero questa mattina non è sufficiente per proseguire. Mi aspetto dai movimenti, soprattutto dalla Stella Alpina, una dichiarazione conseguente alla presa d'atto di questa mattina. Su questo credo che passi anche la credibilità vostra, perché le cose le abbiamo dichiarate tutti sui giornali. E se noi oggi siamo qua, non è perché abbiamo dichiarato che non volevamo venire e poi ci siamo rimangiati la parola; saremo qua fino al momento in cui non sentiremo dire la parola dimissioni; se non ci sarà, noi non ci saremo più e il Consiglio ve lo farete tra di voi. Qualcuno dice: avremmo ancora qualche giorno di tempo per trovare una soluzione; è chiaro che le poltrone si possono scambiare e si può anche trovare dell'equilibrio, ma questo non ridà credibilità all'azione di governo. La credibilità dell'azione di governo: le opposizioni oggi sono qua non ad abbattere le persone, come si vuol far passare il messaggio a quelli che magari della politica non si interessano troppo, se non nel momento in cui i loro leader rischiano magari di perdere il potere; non siamo qua a dire questo. Noi abbiamo detto per otto mesi - di qui passa la credibilità per l'UVP, movimento che è nato in seguito a una scissione e che non si vergogna di portare avanti delle idee nuove, di qua passa la credibilità nostra - noi siamo qui per dire che il modello che oggi viviamo in Valle d'Aosta non tiene più e vogliamo ricostruire un altro modello, indipendentemente dalle persone e dai personalismi. Noi abbiamo bisogno, la nostra generazione, la mia generazione di chi ha dei figli da crescere, la generazione di chi ha a cuore i giovani della nostra comunità, ha bisogno di ricostruire un modello che dia entusiasmo e che umilmente si riprenda in mano il governo del proprio territorio, al di là delle persone e dei personalismi. La credibilità dell'UVP passerà per questo! Chi lancia grandi messaggi - questo lo dico con piacere ai grandi saggi - non confonda i grandi messaggi di unità con le larghe intese vuote di contenuti! Noi siamo qua per cambiare le cose insieme a chi avrà voglia di cambiare le cose, per rilanciare la Valle d'Aosta, per dare alla Valle d'Aosta un futuro che oggi non ha più e per ridare il sorriso a quei valdostani che non credono più che i politici sono ancora in grado di dare delle risposte.

È a questo punto che speriamo che questo messaggio venga raccolto. Non siamo qua a fare i processi alle intenzioni, agli errori amministrativi, agli errori politici che tutti nella politica possiamo fare; non siamo qua a far questo. Noi siamo qua a far dire che questo modello non tiene più e che non tiene spostando la persona che lo governa con qualcun altro! Non tiene più il modello Valle d'Aosta: noi abbiamo bisogno di trasparenza, di equità, di sviluppo e ogni soldo che andremo a spendere dovrà essere speso con questa attenzione e con questi significati. Quindi, rinnovo l'appello: spero che tutto questo venga letto come una voglia di partecipare alla Valle d'Aosta del futuro da parte di tutti quanti, che non venga strumentalizzato, che non venga enfatizzato soprattutto il rapporto tra le persone. Abbiamo tutti amici nei movimenti ai quali non apparteniamo, perché ci sono amici nell'Union, amici nella Stella Alpina, amici nel PD, amici nei Cinque Stelle, amici dappertutto! L'amicizia è fuori dal piano politico: il piano politico è fatto di processi, di intenzioni e di obiettivi. È sul piano politico che noi vogliamo mantenere questa discussione, senza scadere sul piano personale che non ci interessa e non ci appartiene.

Presidente - Grazie collega Bertschy.

Colleghi, vista l'eccezionalità di questo dibattito, questa Presidenza propone, se siete d'accordo, di derogare da quanto previsto dal Regolamento e prevedere due interventi per Consigliere. Va bene? Prego collega Morelli...

Prego, collega Cognetta, per mozione d'ordine.

Cognetta (M5S) - Mi scusi, collega. Sinceramente non ho visto nel Regolamento se c'è un limite agli interventi. Che io sappia non c'è, quindi non vedo perché dobbiamo essere limitati a due interventi.

Cinque minuti, ma non a due interventi.

Presidente - Sulle comunicazioni sono consentiti brevi interventi dei Consiglieri, che non possono superare, i "brevi interventi", cinque minuti: non è che sono ripetuti. Da sempre c'è un intervento per Consigliere: mi sembrava un gesto di apertura consentire i due interventi. Va bene? Quindi saranno previsti due interventi per Consigliere.

Morelli (ALPE) - Merci Madame la Présidente. Bonjour à tout le monde, bonjour chers collègues, bonjour collègue Isabellon: nous vous souhaitons la bienvenue, la bien revenue dans ce Conseil.

Intervengo a nome del gruppo di ALPE per denunciare in modo fermo la non applicazione delle due risoluzioni approvate nello scorso Consiglio. Due risoluzioni di richiesta di dimissioni, il cui significato è chiaro e inequivocabile, il cui esito non può e non deve essere eluso, perché ne andrebbe della credibilità - cara Presidente Rini - e dell'autorevolezza dell'istituzione che lei presiede e rappresenta. I cittadini che hanno seguito i lavori da casa e il pubblico che è venuto nelle tribune, ma anche coloro che hanno letto i titoli dei giornali il giorno successivo, ora si attendono che certe decisioni abbiano una conseguenza logica, attendono che gli sia dia applicazione: alle parole devono seguire i fatti.

La discussione che ci ha visti impegnati sul Casinò, della cui disastrosa situazione siamo tutti coscienti - si parla di centinaia di posti di lavoro in forse, si parla di 93 milioni spesi malamente - in fondo, pur essendo molto rilevante in sé, è stata il simbolo di una situazione di degrado generale della politica, di questa maggioranza, che deve trovare soluzione. Il Casinò è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso! Questi primi nove mesi della XIV legislatura, nei quali la minoranza, in modo compatto e sistematico, ha portato alla luce le storture di questo sistema, sono stati il periodo di gestazione di questo momento che dobbiamo riuscire a trasformare in un momento di ripartenza, in un momento di rinascita per tutta la comunità valdostana. Oggi, qui, noi ci aspettiamo, i cittadini si aspettano, un'assunzione di responsabilità che non abbiamo ancora riscontrato in questi giorni, che anzi abbiamo visto smentito da entrambi i gruppi di maggioranza, nella volontà di prolungare un'agonia, nella volontà di venire a contarsi in Consiglio. Oggi noi ci aspettiamo che questa maggioranza, questo Governo regionale, questo Presidente regionale ammettano onestamente di non aver risposto adeguatamente a quello che era il loro ruolo e portino alle estreme conseguenze, rassegnando le dimissioni, quella che è stata una decisione approvata dal Consiglio, non solo dalla minoranza, ma anche dalla maggioranza che evidentemente al suo interno conta persone che condividono e sentono forte l'esigenza di cambiamento di persone e di metodi.

Sono degli argomenti forti, ce ne rendiamo conto, ma volutamente non utilizziamo toni forti. Credo che anche l'intervento pacato del collega Bertschy lo confermi, perché dobbiamo esprimerci con la pacatezza che le decisioni storiche - perché credo che non sia immodesto pensare che in qualche modo questo sia un momento storico - richiedono. Non è più il tempo del potere forte, non è più il tempo dell'arroganza, del clientelismo che tuttavia abbiamo ancora intravisto nelle ultime nomine di qualche consiglio di amministrazione approvato dalla Giunta ancora di recente: speriamo che siano gli ultimi sussulti di un sistema che è duro a morire. Noi pensiamo che ora sia il tempo dell'equità, della trasparenza, della partecipazione e della collegialità, non delle larghe intese. Bene ha fatto il collega Bertschy a evocare il manifesto dei quattro saggi, che ci dà uno spunto di riflessione importante: non di larghe intese si tratta, ma di decidere di aderire liberamente, personalmente - è questo l'invito che noi facciamo ai Consiglieri di maggioranza - ad un progetto per una Valle d'Aosta migliore.

Non alziamo i toni, non vogliamo cadere nelle provocazioni lanciate dal presidente dell'Union Valdôtaine, che ha tentato - maldestramente, devo dire, e anche in modo inaspettato da una persona come Ennio Pastoret - ha tentato di fomentare lo scontro popolare. Che tristezza, per un uomo che ha trascorso quindici anni sotto quella scritta (la Consigliera Morelli si riferisce alla citazione di Émile Chanoux riportata sulla parete dell'aula consiliare dietro i banchi del governo), evocare la necessità di venire in Consiglio a difendere l'autonomia, a difendere i valori di Émile Chanoux! "Il y des peuples qui sont comme des flambeaux, ils sont faits pour éclairer le monde. En général ce ne sont pas des grands peuples par le nombre, ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir". Probablement il aurait dû relire de temps en temps cette phrase, mais comme il était assis dans les bancs de la Junte il lui tournait le dos et probablement il ne se la remémorait plus. Eh bien, nous ALPE, avec les groupes d'oppositions, nous souhaitons du fond du c?ur que ce peuple valdôtain puisse vraiment devenir un flambeau! Ce n'est pas de la rhétorique, c'est vraiment un souhait profond, convaincu et nous sommes tous prêts à travailler dur pour cela, mais avant il faut remettre la pendule à l'heure et cela n'est possible que si le Président, que si le Gouvernement actuelles donnent leurs démissions. Et c'est de votre ressort, Madame la Présidente - je veux, je tiens à vous le rappeler -, de recevoir la démission et de la solliciter, si c'est le cas. Il ne suffit pas peut-être de transmettre des communications, il faut peut-être aussi solliciter le respect des décisions démocratiques. Merci.

Président - A demandé la parole le collègue Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, spero innanzitutto che non venga mai confuso in quest'aula la passionalità con cui ci confrontiamo, il vigore delle idee, con quelle che sono espressioni sconsiderate e maleducate. Per quanto mi riguarda ho sempre parlato, sin da quando ero sindacalista, con passione, con animosità, ma nessuno può rimproverare al gruppo PD-Sinistra VdA di aver fatto volgari attacchi personali.

Veniamo alle questioni politiche: oggi prendiamo atto che non c'è più una maggioranza politica in quest'aula e, nonostante questo sia ormai chiaro da più giorni, siano stati votati degli atti importanti in questo Consiglio regionale che dimostrano che questa maggioranza non c'è più, non ci sono però le dimissioni del Presidente e della Giunta. Questo lo ritengo una violazione di quello che è il nostro sistema, che si fonda sul Consiglio regionale! Vorrei ricordare che la Valle d'Aosta è l'unica Regione che non elegge direttamente il Presidente della Regione da parte dei cittadini: lo abbiamo fortemente voluto noi valdostani, di avere un sistema elettorale diverso, per mantenere la nostra specificità, per far capire che siamo diversi dagli altri. Noi il Presidente della Regione lo eleggiamo tra uno dei trentacinque Consiglieri regionali! E perché sia eletto Presidente deve avere almeno diciotto voti: se non li ha, non è più il Presidente della Regione, che lo voglia o non lo voglia. Questo vale anche per gli Assessori, perché sia ben chiaro che qui non siamo a discutere di un confronto personale. Guardo ognuno di voi che non ha avuto la sensibilità, nonostante qualcuno sia andato in giro a raccontare alla chetichella che lui si sarebbe dimesso, ma che non lo lasciavano fare, nessuno di voi ha avuto questa sensibilità. Il Consiglio regionale - vi guardo tutti - vi ha chiesto di dimettervi! Non l'avete fatto!

È una questione politica. Si arriva a questa fine numerica della maggioranza in modo triste, perché questa maggioranza ha fallito politicamente dal 2008 a oggi. Questa alleanza Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération - poi Fédération non c'è stata più, si è mascherata magari all'interno di un altro movimento - questo sistema, questa idea politica che avete portato avanti è fallita negli anni. Nella passata legislatura vi siete salvati perché in qualche modo avete acquisito quattro voti della minoranza, quelli del PdL. Avete fatto un patto scellerato con la destra, che fra l'altro ci ha portato a fare un accordo sul federalismo fiscale devastante per noi valdostani, di cui pagheremo per anni le conseguenze. Avete regalato al Governo Berlusconi, per avere quei quattro voti, 300 milioni di euro del nostro bilancio regionale: i soldi della compartecipazione dell'IVA. Una cosa veramente disastrosa.

Qualcuno in questi giorni ha avuto l'ardire di dire "Eh, ma voi fomentate i lavoratori, voi alimentate lavoratori che poi sarebbero privilegiati", gli operai forestali che per anni hanno avuto dei privilegi, non so, i lavoratori del Casinò. Allora vi dico: basta con questo modo di fare politica. Quelli del PD-Sinistra VdA è dal 2008 che sono davanti ai cancelli dell'Engineering, che hanno fatto lo sciopero della fame coi lavoratori, mentre voi dicevate che tutto andava bene! Eravamo davanti ai cancelli dell'Olivetti Jet, abbiamo fatto le battaglie per stabilizzare quella marea di precari dell'Amministrazione pubblica che è stata creata per creare clientelismo a gogò e bloccare delle persone e impedirgli di votare addirittura liberamente, perché altrimenti saltava il loro posto di lavoro! Ma non oggi, non oggi! Non è un attacco oggi alla persona del Presidente, è un attacco a un sistema che deve finire, deve cambiare!

Eravamo anche pochi mesi fa a dire che era sbagliato il contratto degli impianti a fune - l'abbiamo detto! - perché colpisce gli stagionali, colpisce i più deboli: continuate a colpire i più deboli e non tagliate i dirigenti. Già nella passata legislatura avevamo formato una commissione per tagliare i compensi ai grandi manager e siamo ancora oggi con Frigerio che ha un compenso di oltre 349.000 euro lorde, più benefit a gogò! E volete affidare a queste persone il risanamento di un'azienda che è un gioiello della Valle d'Aosta, il Casinò, e che sta affondando. State creando una situazione difficilissima.

Ancora un passaggio: vorrei ricordare che ci siamo occupati degli operai forestali non in questi giorni per fare un po' di confusione, ma nel 2010 in quest'aula abbiamo schiacciato un tasto per dire no all'esternalizzazione dei cantieri, nel 2010! Avete fatto il più grande licenziamento di massa della storia della Valle d'Aosta! Dovete andare a casa, avete fallito, non avete più i numeri! Come potete essere aggrappati ancora lì a difendere questo potere?

Oggi non assumere questo atto, che io giudico un atto di responsabilità, un atto che ridarebbe forza al Consiglio regionale, in un difficilissimo confronto con lo Stato...perché noi in questo momento siamo osservati a livello nazionale; mi telefonano da Roma: "Cosa succede in Valle d'Aosta?". Nel momento in cui bisogna affrontare il difficile confronto sulla riforma del Titolo V, che non è una passeggiata per le Regioni a Statuto speciale, noi siamo con un Governo che non ha neanche i numeri in quest'aula e non vuole fare passi indietro. Tutto questo è, quindi, gravissimo e ha delle ripercussioni non tanto per le questioni politiche interne nostre. Le ripercussioni di questa vostra incapacità di assumervi la responsabilità di rimettere il mandato al Consiglio regionale - il Consiglio regionale vi ha dato il mandato di governare e adesso ve lo chiede indietro - il fatto che voi non lo rimettiate, non lo ridiate in mano al Consiglio regionale, è un fatto gravissimo, di responsabilità, perché stiamo cadendo in una situazione di non-governo. E questa situazione di non-governo non deriva da un'opposizione che in qualche modo è animata e passionale nel fare la sua attività, ma - vi guardo Consiglieri - quale legge avete proposto in questo mesi? Quali documenti avete portato in quest'aula, sui quali noi in qualche modo ci siamo messi di traverso? Su che cosa abbiamo fatto ostruzionismo? Piuttosto, siamo stati noi a dirvi "guardate che nel bilancio ci sono i soldi per nuovi cantieri forestali"; piuttosto, siamo stati noi a dirvi "ma se guardate lì, in quel cassetto, ci sono 40 milioni di euro per pagare le domande 2012-2013". "Ah già, non ce n'eravamo accorti", ci dice qualcuno della maggioranza, "Ah, forse sì, se andiamo a vedere li troviamo". E di colpo ne sbucano 20, con l'impegno di trovarli tutti e 40; poi, votato e superato lo scoglio del bilancio, si ritorna indietro: "Ah no, ma forse tutti e 40 proprio no, ma cominciamo a dare qualcosa, cominciamo...". E di nuovo tagli su che cosa? State tagliando servizi, state tagliando addirittura i soldi per gli investimenti! Che futuro avrà una Regione che è prigioniera della spesa corrente incomprimibile? Quindi, soldi per pagare le domande 2012-2013 che i cittadini avevano fatto, le imprese, le aziende agricole, non ci sono e ci sono i 90 milioni per fare le opere faraoniche, le ristrutturazioni del Billia, le grandi opere che vi abbiamo chiesto di fermare in ogni modo se non c'erano i soldi. Invece si va avanti alla cieca, si va avanti a scavare nel cantiere dell'ospedale dove non ci sono i fondi per fare l'ospedale, in questo momento.

Si vedrà il futuro, vedremo! Ma voi state togliendo il futuro ai nostro giovani, è per questo che bisogna fermare questa cosa. Oggi, in cui palesemente in quest'aula sono venuti meno i numeri, noi per l'ennesima volta vi diciamo: non distruggete l'istituzione più preziosa che abbiamo a salvaguardia della nostra democrazia, il Consiglio regionale. Il Consiglio regionale dà il mandato, il Consiglio regionale toglie il mandato: chi ha l'onore di sedersi sui tavoli del Governo ha il dovere di rispettare questo mandato.

Oggi venendo qui ho visto tanta gente chiamata a raccolta dall'Union Valdôtaine e quant'altro. Tutti, posso dire, dal punto di vista personale amici, con cui ci siamo salutati in modo sereno, nessuno...

Presidente - Voglia concludere, collega.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Sì, concludo. Nessuno di questi Sindaci si sognerebbe mai di non rispettare un voto del Consiglio regionale: sono uomini delle istituzioni. Allora lo chiediamo a voi: volete dare l'esempio che si può violare un voto? Che si può andare contro un voto? Che qui decide una persona sola per tutti? Questo è un fatto gravissimo e oggi spero che ci sia la fine di questo triste episodio, che si possa ricominciare da capo da un Consiglio regionale di nuovo legittimato a fare la sua funzione democratica.

Président - Merci. A demandé la parole le collègue Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Innanzitutto mi preme far notare come al solito il ruolo del Presidente del Consiglio regionale sia considerato limitato a passare le carte. È come se un magistrato emettesse l'ordine di cattura e poi dicesse "'va beh, io ho fatto il mio dovere, poi succeda quel che succeda, non do la caccia ai delinquenti". Ormai abbiamo assistito a questo in molte occasioni e questa è l'ennesima dimostrazione.

Voglio, innanzitutto, dare un caloroso saluto al Consigliere Rollandin che continua a far finta di essere Presidente. Bah, convinto lui: continui pure così, Consigliere! Poi le regaleremo prima di tutto un bel paio di occhiali nuovi e un pallottoliere, perché contando qui dentro lei non ha più la maggioranza; è l'unico ad esserne ancora convinto.

Oggi mi pare che assistiamo ad una riedizione blasfema delle Sacre Scritture. Abbiamo l'apostolo Giuseppe Isabellon - lo saluto con piacere, rivederlo in forma è sicuramente una cosa che ci riempie di felicità - improvvisamente guarito per il giorno del Consiglio, dopo la visita del famoso cardiologo del Mouvement, présent de bon coeur; resuscitato improvvisamente e portato a resuscitare con un massaggio cardiaco la Giunta di Augusto Arduino Lazzaro Rollandin. La sedia vuota di quello che ad oggi, a tutti gli effetti, per noi del Movimento Cinque Stelle, fino a prova contraria, è solo il novello "Ponzio Pelato valdôtain" assente, che dice e non dice, che vorrebbe ma non può, che pensa al bene della Valle, ma solo dopo che saprà dove è meglio salire. Ci dimostri il contrario, ci smentisca. I due Parlamentari vostri, espressione di Stella Alpina e di Union Valdôtaine, che come i farisei del tempio, nel tempio votano Renzi e quando escono inneggiano all'autonomia della Valle. Autonomia che non esiste più - lo sapete! - perché in quel disegno di legge presentato dal Governo "Renzusconi" non esiste più l'autonomia della Valle d'Aosta e nessuno se n'è accorto! E i nostri Parlamentari cos'hanno detto? Boh, e chi li ha mai sentiti.

Tra franchi tiratori e tiratori semplici, come quelli che bazzicavano intorno alla brutta vicenda di Torgnon e di Davide Perrin, non potevano che spuntare i quattro saggi, con un documento che sembra uscito quasi da una seduta spiritica: Nicco, Dujany, Perrin numero uno, Perrin numero due! Avranno interpellato nel buio di una stanza anche qualche padre della Petite Patrie, per elaborare un documento che è la solita riedizione, in salsa pseudo autonomista, di un déjà vu, di roba già masticata, predigerita, del solito 'alla fine mettiamoci tutti assieme per salvare la Regione'. Ma noi non vogliamo metterci assieme a voi per salvare la Regione! Vogliamo metterci assieme a quelli che hanno capito che la politica che state facendo è profondamente sbagliata e sta rovinando la Valle d'Aosta.

Le strategie di riunificazione promosse da Pastoret, il vostro presidente o segretario, non lo so cos'è, il vostro principe, che indice le consultazioni direttamente in Avenue des Maquisards, cioè nella sede dell'Union. Cos'è successo, ci siamo persi qualcosa? È cambiata la sede del Consiglio regionale? Adesso si fanno fare le consultazioni direttamente nella sede di un partito? Ma che film avete visto? Vi siete fatti impressionare da The Avengers, non so io?

Le faide tra clan avversari, i regolamenti di conti tra le vostre 'ndrine interne non ci interessano, questo sia chiaro: soprattutto non interessano al Movimento Cinque Stelle; nemmeno queste grandi strategie, questi riposizionamenti, questi "inciucini". Meglio le elezioni anticipate, a questo punto, con una legge nella quale voi non possiate comprare i voti, però. Non ci interessa sostituire Rollandin con una sua brutta copia o bella copia. Ci interessa fare finire una volta per tutte il "sistema Rollandin". Vogliamo cambiare, cambiare profondamente. Non basteranno, Consigliere Rollandin, gli amici della RAI a fare sparire i filmati in cui lei evidentemente perde la pazienza: il filmato è del 28 marzo 2014, che va e viene dal web, poi viene tagliato, poi viene ricucito. Non basteranno gli incarichi a gogò che state conferendo in questi giorni, per cercare di ricompattare e di guadagnare qualche mercenario, perché - sappiatelo - i mercenari che avete comprato sono pronti a vendersi e si sono già fatti sentire.

Anche un certo Gheddafi aveva cercato di mobilitare le folle quando, rinchiuso nel palazzo con quello che gli era rimasto della guardia pretoriana, aveva inscenato qualche manifestazione. Non siete riusciti neanche a fare quello: la piazza Deffeyes oggi è vuota, probabilmente anche i pretoriani vi hanno già abbandonato. I valdostani non capiscono quello che sta succedendo adesso qui. C'è gente disoccupata, c'è gente che rischia di perdere il lavoro e noi di che cosa stiamo parlando? Di che cosa stiamo parlando? Sostanzialmente del nulla, per la maggior parte della popolazione. Non ci stiamo neanche guadagnando la metà dei soldi che effettivamente ci spettano. Qui, oggi, ci vuole una decisione che sia unica ed immediata. Presidente, ex Presidente, le dimissioni sono l'atto con cui deve chiudere questa brutta vicenda; stare ancora attaccati alle poltrone sarebbe una questione soprattutto devastante per voi; questo tentativo è un tentativo estremo - lo abbiamo capito - ma, come si dice in francese, rendetevi conto: vous êtes foutus!

Président - A demandé la parole le collègue Perron.

Perron (UV) - Merci Madame la Présidente.

Dans les procédures du Conseil, ce matin la Présidence probablement n'a pas encore reçu une lettre de démission de Chef de groupe, que j'ai adressé à la Présidence du Conseil régional. C'est une décision que j'ai prise en ces jours avec difficulté, je l'ai dit au sein de mon mouvement. Pour moi il n'y a plus les conditions politiques et personnelles de garantir cette fonction, en étant très souvent, trop souvent le premier accusé d'être le soi-disant franc-tireur qui se produit au sein de la majorité. C'est inconcevable politiquement et c'est inacceptable personnellement que le Chef de groupe soit le premier accusé de procédures qui, franchement, n'appartiennent pas à ma personne, n'appartiennent pas à mon parcours politique, n'appartiennent pas à ma façon de conduire mon engagement au sein de cette salle.

Cela dit, aujourd'hui on aurait aimé discuter, sur les communications du Président du Conseil, d'un autre argument, de pouvoir discuter de la difficile situation qui est en train de se produire dans les rapports entre les Régions, les collectivités locales et le Gouvernement. Hier justement, au sein de la Conférence des chefs des groupes, on a essayé de faire une analyse de ce document qui est inquiétant, face au futur que le Gouvernement italien imagine pour les collectivités locales, notamment pour les collectivités locales autonomes comme la nôtre. Cela n'étant pas possible parce qu'il y a une sorte de difficulté politique, de crise, nous discutons de cela.

En tant que majorité nous sommes ici aujourd'hui - nous ne le cachons pas - à constater une absence dans les dix-huit Conseillers qui composent la majorité qui gouverne cette Région. Mercredi dernier c'est produit un fait: un fait politique que nous ne sous-estimons pas, que nous ne cachons pas, qui ne produit pas des conséquences immédiates telles que vous imaginées, les démissions du Gouvernement, parce que vous, le Conseil, connaissez très bien quelles sont les procédures pour arriver à imaginer une démission du Gouvernement.

Moi je crois qu'actuellement nous ne pouvons pas, en tant que politiques et en tant que Union Valdôtaine, évidemment faire mine de rien, semblant que rien ne s'est produit. Il est nécessaire - c'est l'appel que en quelque sorte le mouvement de l'Union Valdôtaine a imaginé de faire - un appel à la politique pour ouvrir une phase politique nouvelle, pour imaginer en quelque sorte des consultations avec les différentes forces politiques présentes au Conseil de la Vallée, afin de garantir de la stabilité et de la gouvernabilité à cette Région. Je crois que aujourd'hui l'aspect prioritaire pour cette communauté est de ne pas se partager sur des difficultés d'ordre et de nature politique, mais essayer de raisonner s'il y a les conditions pour arriver à un équilibre, à un équilibre politique plus ample pouvant essayer de permettre à la Vallée d'Aoste de dépasser et affronter les graves difficultés du moment. Donc, pour nous en cette phase le Gouvernement peut exercer ses fonctions: ce serait dommage et nuisible pour cette communauté, qui doit se rapporter également avec l'État italien; il y a des procédures en cours; il y a un rapport avec la communauté. On ne peut pas imaginer d'ouvrir une crise politique dans un vide, sans imaginer, en tant que politiques, où allons-nous! Donc, de notre part, nous avons reconfirmé la confiance à ce Gouvernement, afin de lui permettre de continuer à travailler et en même temps on a donné mandat à notre mouvement d'ouvrir une phase de consultation avec les autres forces politiques, afin d'essayer de comprendre s'il y a des conditions pour en quelque sorte rechercher des solutions partagées - je souligne: partagées - pour dépasser l'actuelle situation d'impasse politique.

Je prends, Présidente, la deuxième intervention.

Moi je ne partage pas - mais chacun est libre de s'adresser comme il veut - le ton du collègue Ferrero, dans le sens que je ne sais pas quelle conception vous avez de la politique. Moi je crois que la politique est encore faite de dialogue, est encore faite de moments de confrontation. Je crois que selon votre conception, collègue Ferrero, n'existe que le web avec des résultats dont on pourrait longuement discuter quant à la légitimité et à la validité de certaines procédures. De notre part, même s'il y a déjà eu des échos négatifs, je voudrais réitérer et renouveler l'invitation que nous avons faite aux forces politiques d'accepter - je souligne: d'accepter - ce moment de confrontation et de discussion, afin d'ouvrir une phase de discussion, afin de raisonner sur cet appel, parce que - croyez-moi collègues - la gouvernabilité de cette Région ne se résout pas avec le passage de quelque Conseiller de la majorité à la minorité. Le problème n'est pas là. Il est nécessaire une phase politique claire, nouvelle, qui aille travailler dans le sens de la responsabilité, en discutant avec tous les interlocuteurs présents ici, en ne posant pas des pregiudiziali et n'acceptant pas des pregiudiziali aprioristiche: il est nécessaire une phase politique d'ouverture.

Je demande aux forces politiques d'accepter; d'accepter! Après ce sera la politique qu'à la fin de ce parcours dira quels sont et quels devront être les passages les meilleurs, les plus performants, les plus adéquats pour cette communauté. De notre part nous essayons d'avoir une, tout en prenant les responsabilités de cette phase de difficulté?une attitude de responsabilité que je me permet d'adresser aux autres forces politiques, en acceptant l'appel que l'Union Valdôtaine a fait pour un dialogue, afin de garantir des solutions de continuité, de gouvernabilité et de réponse de la Vallée d'Aoste à cette communauté et à l'extérieur. Merci.

Président - Est-ce qu'il y a d'autres requêtes d'intervention? Pas d'autres requêtes? On peut passer au point 2? Collègue Bertschy.

Bertschy (UVP) - Che fretta, Presidente! Mi pare di averle detto chiaramente che, se non ci saranno le dimissioni, noi usciremo dalla sala! Lo dico, collega Perron, così evitiamo anche di passare un'informazione sbagliata fuori da questo Consiglio. Le dimissioni sono previste dalla legge regionale, all'articolo 7, ed è prevista la gestione ordinaria, come in altra situazione. Quindi non inventiamoci quello che avete già detto in conferenza stampa: mozioni costruttive? Noi vogliamo aprire la crisi politica che sia aperta. La gestione ordinaria dà possibilità all'Amministrazione di sviluppare gli atti che sono già stati deliberati dal Consiglio; se non li avete ancora fatti, mi dispiace per voi, avete dormito nove mesi. Quindi andiamo avanti e si può risolvere anche chiaramente, però non diciamo che non c'è possibilità di governare la Valle d'Aosta, perché se no non avremmo fatto delle leggi e degli articoli previsti. Le dimissioni sono previste da una legge, che è quella dell'elezione del Consiglio regionale e in fase di dimissioni si fa gestione ordinaria. Tra l'altro è anche ben delineato dalla Corte, quindi su questo...

Noi vorremmo che non si facesse confusione nei messaggi che si danno all'esterno. Il problema è tutto politico: manca un gruppo politico all'appello. Speriamo che, prima di aver velocità nel comunicare il punto 2, si dica qualche cosa e poi noi prenderemo le nostre decisioni.

Presidente - Quindi accogliamo anche la mozione d'ordine esplicitata dal collega. Altri colleghi? Dell'Esecutivo qualcuno vuol prendere la parola? La parola al presidente Rollandin.

Rollandin (UV) - Merci Présidente.

Je crois que j'ai écouté avec attention les interventions sur les communications du Président du Conseil et je ne croyais pas intervenir, étant donné qu'il y avait aussi le point 2, les communications du Président de la Région, et j'aurais quand même fait une introduction sur ce thème. Étant donné qu'il y a cette attitude, je crois que c'est important de remettre un peu au point ce que la loi dit: la loi pour ce qui est de la possibilité de prévoir qu'il y a un Gouvernement, comment se déroulent les fonctions au moment où il y a un changement.

Une prémisse: "mandato a governare viene dal Consiglio"; le mandat à gouverner vient des élections! Le Conseil, par la suite, gère ce qui est l'élection du Président et des membres de la Junte. Je veux le souligner, car le mandat à être ici comme majorité a été suite aux élections, quoi qu'on en dise. Suite à cette position, il y a eu de notre part une prise de responsabilité que nous avons encore et qui, je crois, est à la base du choix que nous avons déjà anticipé, qui est de respecter ce que dit la loi n° 21, après avoir entendu les forces politiques qui sont à la base des choix, les mouvements Stella Alpina et Union Valdôtaine, qui ont les expressions ici des Conseillers qui font partie de cette majorité et qui ont donné leur avis positif à ce qu'on respecte exactement ce que dit la loi n° 21. La loi dit que le moment où il y a une motion de sfiducia costruttiva - si on veut je vais le relire - c'est exactement alors que c'est évident qu'il y a une alternative et on va démissionner! Il n'y a pas, comme quelqu'un voudrais faire passer, la volonté de rester là: bien loin! C'est un sens de responsabilité de maintenir tous les engagements que nous avons, par rapport à une action qui est menée à tous les niveaux administratifs, législatifs et en même sens de confrontation avec les organes politiques nationaux. Je crois que dans ce sens et uniquement à ce niveau, on est disponible à arriver à ce point.

Je veux rappeler que la majorité - on le savait dès le début - est dix-huit à dix-sept; aujourd'hui il y a une absence, ce n'est pas la première fois. C'est la clé de lecture qu'a été donné, dans le sens qu'il n'y a pas aujourd'hui les dix-huit personnes. En même temps, c'est évident qu'il y a eu cette motion, qui est née suite à un discours de cette salle liée à un objet spécifique, qui dit "invita", car on ne peut pas faire autre chose que de dire que si les considérations portent à... il y a cette possibilité. Ce n'est pas une obligation et c'est évident, car le sens de la loi n° 21 est justement de donner la possibilité de continuer à gouverner jusqu'à quand il y a une alternative. Et l'alternative de votre part il n'y a que si - comme l'a dit quelqu'un, comme l'a dit Cinque Stelle - si quelqu'un passe de l'autre côté, autrement vous n'avez pas les numéros. Alors, le sens de la déclaration politique qui a été faite, de la part de l'Union Valdôtaine et de Stella Alpina, est de prendre acte qu'il y a la volonté d'ouvrir un débat avec les autres forces politiques, pour essayer de comprendre s'il y a ou non la volonté de trouver quelque chose qui puisse aller dans la direction, soulignée et souhaitée même par les sages, de trouver une possibilité de raccord plus important.

Voilà le sens de ce qui s'est passé. Aujourd'hui, un moment d'impasse que nous reconnaissons, mais avec sens de responsabilité, on avait cru opportun et on croit opportun de maintenir cette attitude, par rapport au sens de gouverner, qui est justement de porter en avant des programmes qui ont été votés et choisis par le peuple. C'est dans ce sens qu'on démissionnera au moment où il y aura l'alternative, comme la loi spécifique précisément.