Objet du Conseil n. 2641 du 3 octobre 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2641/XIII - Approvazione di risoluzione: "Impegno per la revisione della legge regionale sul funzionamento dei gruppi consiliari".
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallee d'Aoste
Rilevato che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome hanno convenuto in merito alla necessità di individuare un percorso veloce e uniforme per stabilire parametri cui rapportare una riduzione di tutti i costi della politica e di dare corso nell'immediatezza ad ulteriori misure di contenimento delle spese degli Organi delle Regioni;
Sottolineato, in particolare, che le Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome si sono impegnate a:
- garantire la piena trasparenza delle informazioni e accessibilità alle differenti voci di bilancio;
- prevedere il controllo contabile da parte di organismi di revisione esterna sui finanziamenti ai gruppi consiliari assicurando un'efficace rendicontazione pubblica delle spese;
- ridurre il numero dei gruppi consiliari, stabilendo un numero minimo di consiglieri necessario alla loro composizione;
Ritenuto, anche alla luce delle cronache di questi giorni, più che mai necessario fornire ai cittadini risposte serie, chiare e concrete, soprattutto per quanto riguarda la tematica dell'erogazione dei contributi ai gruppi consiliari, e non più rinviabile l'adozione di un intervento normativo fondato sui seguenti principi fondamentali: revisione dell'entità del contributo ai gruppi consiliari, chiarezza delle modalità di rendicontazione, terzietà dei controlli e massima pubblicità dei rendiconti;
Impegna
l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, di concerto con i Capigruppo, ad elaborare, nel termine di quindici giorni, una proposta di legge regionale di revisione della legge regionale 17 marzo 1986, n. 6 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), alla luce dell'analisi delle leggi già adottate o in corso di approvazione da parte di altre Regioni, che preveda, nello specifico:
- una rimodulazione dell'entità del contributo ai gruppi;
- una precisa definizione del concetto di "oneri di finanziamento dei gruppi", correlato alle sole spese attinenti alle funzioni politico-istituzionali dei gruppi;
- chiare modalità di rendicontazione che, a fini di trasparenza, consentano di individuare in maniera dettagliata le categorie e le voci di spesa;
- l'individuazione di un sistema di certificazione dei rendiconti;
- la previsione di modalità di pubblicità dei rendiconti (sito web sezione trasparenza, Bollettino ufficiale)
F.to: Emily Rini - André Lanièce - Agostino - Empereur - Lattanzi - Salzone - Lavoyer
Si dà atto che dalle ore 17,03 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.
Presidente - La parola al Presidente Emily Rini.
Rini (UV) - Merci M. le Président.
Come ho già avuto modo di affermare e ribadire più volte in questi ultimi giorni, alla luce degli eventi che quotidianamente si stanno susseguendo ed in seguito anche alle posizioni espresse sia dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, sia dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, riunitasi il 27 settembre scorso, riunione alla quale ho preso parte, ho ritenuto, unitamente ai membri di maggioranza dell'Ufficio di Presidenza e ai Capigruppo della maggioranza regionale, che sia assolutamente inderogabile una precisa presa di posizione chiara e puntuale del nostro Consiglio. Riteniamo infatti che sulla tematica dei finanziamenti ai gruppi sia necessario che la politica si confronti e decida in merito in tempi brevi.
Pur nella ferma convinzione che simili decisioni spettino alle Assemblee legislative locali nel pieno esercizio della loro autonomia legislativa, riteniamo che le sollecitazioni del Governo centrale e le indicazioni delle Conferenze dei Presidenti delle Regioni e delle Assemblee debbano in questo delicato momento godere della nostra massima considerazione. Se da un lato la cronaca pare essere ormai l'unico sbocco mediatico della politica, la politica ha l'obbligo di dare ai cittadini una risposta chiara, tempestiva e concreta, soprattutto per quanto riguarda la tematica dell'erogazione dei contributi ai gruppi consiliari, attraverso un intervento normativo fondato sui seguenti principi fondamentali: la rimodulazione dell'entità del contributo ai gruppi consiliari, la terzietà dei controlli, la massima pubblicità dei rendiconti e chiare modalità di rendicontazione. Per questo motivo la sottoscritta, il Vicepresidente André Lanièce, il Consigliere Segretario Agostino Salvatore e i Capigruppo di maggioranza con questa risoluzione vogliono impegnare l'Ufficio di Presidenza ad elaborare nel termine massimo di 15 giorni una proposta di legge regionale di revisione della legge regionale del 17 marzo 1986, una revisione che dovrà necessariamente ed inderogabilmente prevedere, come accennato, "una rimodulazione - chiara - dell'entità del contributo ai gruppi; una precisa definizione del concetto di "oneri di finanziamento dei gruppi", correlato alle sole spese attinenti alle funzioni politico-istituzionali dei gruppi; chiare modalità di rendicontazione che, ai fini di trasparenza, consentano di individuare in maniera dettagliata le categorie e le voci di spesa; l'individuazione di un sistema di certificazione - esterna - dei rendiconti e la previsione di modalità di pubblicità dei rendiconti (sito web in una sezione trasparente, Bollettino ufficiale)".
Quella che vi sto presentando, colleghi, credo sia una proposta che nel suo impegno chiaro, concreto e trasparente intende dare una risposta rapida e puntuale ad una problematica che è giustamente sotto i riflettori dell'opinione pubblica. Ritenendo i principi e i contenuti della presente risoluzione degni della più ampia condivisione auspico che venga accolta dal Consiglio tutto. Grazie.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.
Apprezziamo il tono deciso e perentorio della nostra giovane Presidente, ma non crediamo che l'opinione pubblica possa accontentarsi di una risoluzione tardiva di intenzioni, per quanto buone e condivisibili possano essere. Riteniamo che il momento di grave perdita di credibilità che la politica sta vivendo, e di cui tutti paghiamo le conseguenze, richieda misure immediate, incisive e precise. Non mi dilungherò troppo, i colleghi conoscono già qual è la nostra posizione, non possiamo limitarci ad un impegno pro futuro che non entri nel dettaglio da oggi, ben altro si aspettano giustamente i cittadini. Tutti leggiamo le pagine dei quotidiani e crediamo che una risposta immediata sia necessaria. La nostra proposta, espressa in Conferenza dei Capigruppo, andava nel senso di adottare come base di discussione le proposte di legge elaborate da noi nel corso della legislatura a partire dal settembre 2008 per dare delle risposte immediate. Siamo coscienti di non incarnare la perfezione, ovviamente sono proposte che sono migliorabili e vanno migliorate, ma riteniamo che, volendo, alla luce anche di quanto già adottato da altre Regioni, oggi si sarebbe potuto "chiudere" un testo di legge condiviso da tutti. Non è così, ne prendiamo atto e serenamente e coerentemente con il contributo propositivo che abbiamo cercato di dare a questo Consiglio, abbiamo depositato la nostra proposta di legge in cui sono contenuti tutti gli obiettivi che vengono indicati nell'impegno della vostra risoluzione. Crediamo che in momenti gravi si debba rispondere con tempestività e con provvedimenti incisivi ed immediati.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Come abbiamo espresso in questi giorni, riteniamo che ci sia un discorso molto ampio da affrontare rispetto alla riduzione dei costi della politica, ma specificamente, rispetto al funzionamento dei gruppi consiliari, questa impegnativa ci sembra molto puntuale, anzi, seppure in modo goffo e inciampando anche di qualche passo, la questione della trasparenza è sempre stata la nostra battaglia in questi anni, quindi non possiamo che auspicare un percorso di questo tipo e devo dire la chiarezza con cui è formulato l'impegno non lascia dubbi in tale direzione. Da parte nostra quindi ci sarà tutto l'impegno possibile affinché si arrivi quanto prima alla predisposizione di un disegno di legge da dibattere in Consiglio.
Naturalmente, lo ribadiamo, non è che riteniamo sufficiente solo questo documento: è un primo passo, secondo noi, all'interno della spending review vanno affrontati altri ragionamenti, ma quello che vogliamo trasmettere all'esterno è che non si vuole fare nessuna melina strana affinché i provvedimenti non arrivino in fondo. Ci mettiamo quindi a disposizione anche noi della maggioranza e degli amici dell'ALPE, perché il provvedimento non diventi un balletto di "io voglio di più, di meno", ma abbia tempi veramente celeri.
Siccome qualcuno dice che bisogna fare il più in fretta possibile, noi oggi in conferenza stampa abbiamo detto che da oggi, in attesa di questo provvedimento di legge, non useremo i fondi del gruppo proprio per aspettare la legge sulla trasparenza per poter utilizzare tali fondi. In qualche modo quindi vogliamo dire: già da oggi noi abbiamo detto stop ad una certa modalità di rendicontazione e aspettiamo la nuova legge perché sia ancora più trasparente di quanto abbiamo tentato di fare il percorso del nostro gruppo.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Se nessuno della maggioranza vuole intervenire per l'alternanza, allora intervengo io.
Evidentemente non si può che essere d'accordo sul fatto che bisogna intervenire su questo capitolo di spesa riguardante il finanziamento ai gruppi e in generale sui costi della politica, ma non da ora bisognava intervenire: è ormai un decennio che questo tema è all'ordine del giorno, lo è nei programmi politici di tutte le forze regionali, lo è stato nella campagna elettorale del 2008 ed è stato diverse volte affrontato anche in questo Consiglio. Non mi divertirò a leggere gli interventi fatti, adesso qui vedo quelli del maggio 2009 su questo argomento in generale sui costi della politica e specifico sul finanziamento ai gruppi, non lo faccio per carità di patria, ma vi invito ad andare a rileggerli. Si denota veramente da parte della politica anche di questo Consiglio una totale irresponsabilità ed un'incapacità di rendersi conto della situazione.
In questo momento, quando l'opinione pubblica ormai è ad un livello tale di esasperazione che ci obbliga ad intervenire, allora interveniamo e facciamo pure finta di essere bravi. Interveniamo fra l'altro andando a sollecitare il Governo nazionale ad intercedere, come hanno fatto i Presidenti delle Regioni che all'unanimità hanno invitato il Governo ad intervenire e a fissare i paletti, ai quali poi le Regioni hanno deciso di adeguarsi. Anche da un punto di vista autonomistico non ci siamo: cosa ha impedito in questi anni alle maggioranze e ai Presidenti, che sono i Capi di queste maggioranze, di intervenire e di risolvere questo problema? Oggi appare francamente ridicolo andarlo a chiedere al Governo nazionale. Non sto a citare i vari passaggi dei vari Consiglieri regionali o del Presidente della Giunta di questi anni, che spesso ci accusavano di populismo, ma, da questo punto di vista, i sopracitati sono stati forse dei maestri cavalcando già in tempi lontani queste cose, senza fare niente. Ora lo facciamo, ma ormai siamo a fine legislatura, sono passati quattro anni e finalmente interveniamo.
Noi abbiamo deciso di ripresentare la stessa proposta fatta nel 2008, che prevedeva, nel caso della riduzione del finanziamento ai gruppi, un taglio del 50 percento. Riteniamo che la politica abbia un costo e che debba essere finanziata, ma che debba esserlo in modo trasparente e che sia inutile utilizzare il finanziamento ai gruppi quando sappiamo tutti che questi soldi vanno a finire ai partiti. Finanziamo tutti i partiti, anche per sostenere al limite la democrazia, ma in modo trasparente e non usando questi artifici, che poi alla fine siamo obbligati a ridurci anche facendo delle brutte figure. Noi ripresentiamo quella proposta e le altre proposte che riguardavano il vitalizio e in seguito anche la riduzione degli stipendi dei Consiglieri e speriamo che questa volta, diversamente da come è stata considerata la nostra proposta, possa essere finalmente una base di partenza per aprire un dibattito serio, seppure tardivo, ognuno qui si deve prendere la propria responsabilità, ma va affrontato il problema, perché ormai la perdita di credibilità è tale che non si può fare altrimenti.
Presidente - Se non ci sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - La risoluzione che è stata presentata oggi sull'onda di quello che sta succedendo un po' in tutte le regioni sicuramente lascia spazio a possibili interventi e a adeguamenti su una serie di valutazioni che possono essere fatte. Qualcuno ha ricordato l'incontro dei Presidenti delle Regioni al quale ho partecipato, a cui poi è seguito l'incontro con i Presidenti del Consiglio, durante il quale non si è votato, non c'è stato alcun atteggiamento di unanimità su proposte che erano molto varie; quello che ha raggiunto l'unanimità è il fatto di avere trasparenza, controllo esterno e possibilità di dimostrare come i fondi vengono utilizzati, sapendo che, nell'ambito di un nuovo sistema di finanziamento dei gruppi, ci sarà un intervento che era già stato preannunciato. C'è attesa per il decreto che il Governo ha annunciato di fare, la bozza non c'è ancora, domani ci sarà nuovamente una riunione dei Presidenti di Giunta per un esame, come è stato fatto in precedenza, e come è stato fatto negli incontri, dove una delegazione elabora un documento che poi permetterà di lavorare sul decreto di cui si è in attesa. Ora non c'è stata questa delega, c'è stato un atteggiamento diverso, che è il seguente.
Purtroppo le Regioni avevano preso degli impegni - che non tutti hanno mantenuto - già sei mesi fa di attivare una serie di meccanismi, alcune lo hanno fatto ed altre no, per cui, se si andava di nuovo a dire in questo momento:" le Regioni si impegnano a fare", risultava poco credibile. Il discorso allora è stato di collaborare per quanto possibile con il Governo, la rappresentatività dei Presidenti di Giunta è andata anche da Napolitano per dare l'idea di come sia sentito in modo serio il momento attuale, poi sono andati a livello governativo per manifestare i punti su cui evidentemente c'è bisogno di chiarezza. E questo è il punto nodale della situazione, perché poi si potrà discutere sul quantum, sul come, ma in questo si è fatto un cenno che non è secondario ai costi standard. "Non possiamo fare riferimento solo alla popolazione": questo lo abbiamo detto noi come Regione a statuto speciale, perché, facendo questo conto, per tante Regioni non si arriverà mai a trovare un sistema che sia comparabile a quello che succede nelle Regioni più grandi. La discussione su un decreto, che dovrebbe essere predisposto a ore, offre la possibilità di ragionare su quali saranno gli indirizzi generali, per poi arrivare ad una discussione che credo sia corretta e che debba essere fatta in quest'aula, tenendo conto degli indirizzi generali e tenendo conto di quello che noi vorremmo proporre in concreto per l'attivazione di meccanismi che vadano a toccare i singoli settori. Non mi ripeto, perché altri meglio di me lo hanno fatto sull'attesa che c'è oggi.
Vogliamo ricordare che anche sui costi della politica adesso si sta enfatizzando un punto che nei costi della politica è minimale, percentualmente irrisorio rispetto al costo della politica vera; questo non significa che non ci sia da tener conto di quello che sta succedendo e che, dove ci sono fatti non corretti, questi non siano da perseguire, non sto dicendo questo: sto dicendo che nei costi della politica che stanno analizzando anche nell'ambito della spending review il vero problema è come si fa funzionare la macchina dello Stato e della Regione, perché sul resto ricordo che tutto è partito con il discorso dei gruppi parlamentari che dovevano farsi dei tagli mostruosi, che dovevano ridurre, che dovevano modificare, che dovevano rendere trasparente...bene, non si sono tolti un euro! Questa notizia è stata quasi declassata in terza pagina, perché adesso nel tritatutto ci sono le Regioni e i Comuni, questi meno però perché l'onda loro sono già riusciti a schivarla. Adesso il punto sono le Regioni, prima si è partiti con le Regioni a statuto speciale: "ma servono ancora le Regioni a statuto speciale?". Tutte le trasmissioni di tutti i colori hanno detto: "ma le Regioni a statuto speciale, privilegi...cancelliamole!". Disegni di legge fioriscono...per fortuna, che c'è un processo che la Costituzione prevede per arrivare a determinati punti, altrimenti, se fosse per qualcuno, sarebbe già fatto! Dalle speciali poi si è passati alle ordinarie, nell'ultima riunione che abbiamo avuto uno dei temi è stato quello di dire: "queste piccole Regioni servono ancora, non sarebbe meglio avere quattro, cinque macroregioni e la piantiamo lì, per cui si risparmia?". Il passaggio successivo è quello di dire: "ma perché non aboliamo le Regioni?" ed ecco le ultime proposte: "rivediamo il Titolo V della Costituzione, rivediamo le competenze che con la riforma del 2001 sono state date", assoggettate anche a referendum che è passato, dove si è deciso di sancire in modo chiaro le competenze legislative dell'uno e delle altre e le potestà concorrenti. Laddove c'è sempre stato quel limbo dove "posso io, puoi tu" dipende da chi lo fa, come, fra Regione e Stato...perché di fatto la leale collaborazione non c'è mai stata, tant'è che se guardate la legislazione delle Regioni a statuto sia ordinario che speciale e le impugnative, oggi quasi tutte le leggi delle Regioni che vadano ad inserirsi in materie che sono di competenza regionale sono impugnate. Perché dico questo? Perché i tentativi che si fanno su molte leggi, ad esempio quella del Trentino che l'aveva fatta su un piano di sviluppo, su come vogliamo lo sviluppo di domani, è stata impugnata, cioè anche quelle che vanno nella logica di razionalizzare, di ridurre spese, di rientrare in determinati canoni, perché non dimentichiamo che la spending review tanto decantata di fatto sta cercando di ottenere da tutte le Regioni un sistema che evidenzi dove ci sono stati eccessi, ma, per dimostrare che ci sono eccessi, bisogna capire quali sono i costi standard, che mancano! Allora come faccio a dire che tu, Lombardia, sei più virtuosa di quello che succede in Toscana, o di quello che succede in Liguria? Devo poter avere questi strumenti per dirimere questo fatto.
Ho allargato il discorso, perché sui costi della politica se pensiamo che tutto quello che sta succedendo sia sufficiente a garantire un risparmio tale da cambiare la situazione generale della spesa è una pia illusione! Sicuramente sulla pressione di tanti situazioni si deve tener conto che c'è l'esigenza di ridurre i costi anche del funzionamento dei Consigli, quindi l'attività dei Consiglieri, eccetera, ma non sarà questo a cambiare né le sorti, né i vantaggi per il nostro bilancio e di quello statale, questo è accertato, non ci sono dubbi!
La risoluzione va nella logica di riprendere i punti di cui si è parlato a livello della riunione dei Presidenti delle Regioni, vedendo anche quello che succederà con questo decreto per capire quali sono gli indirizzi; sulla base di questi, si dovrà a breve trovare una soluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per dichiarazione di voto.
Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.
Vogliamo ringraziare il Presidente Rini per aver colto l'invito di tutte le forze politiche, anche della minoranza, ad affrontare questo tema con sollecitudine. Siamo profondamente convinti di tale iniziativa, anche perché abbiamo preso un impegno a livello nazionale con il nostro partito a presentare in tutte le Assemblee regionali queste iniziative per la trasparenza e la rimodulazione dei fondi ai gruppi consiliari. Lo facciamo con soddisfazione, perché saremo la prima aula consiliare regionale d'Italia a proporre qualcosa di concreto e probabilmente a votarla considerato che l'obiezione che la collega Morelli ha fatto del "noi lo avevamo già detto prima, quindi siamo d'accordo sul contenuto, ma non sulla forma"...collega Morelli, credo che 15 giorni potrà ancora aspettare... Guardi, noi aspettiamo da mesi che voi vi riduciate le indennità come avevate anticipato, in occasione dell'opportunità che vi abbiamo dato, di ridurvi le indennità! Noi le indennità le abbiamo ridotte del 10,34 percento, diventando gli ultimi Consiglieri regionali d'Italia in termini di indennità! Nel 1999 abbiamo - qui ricordo c'era il collega Louvin con me in Ufficio di Presidenza - per primi eliminato i vitalizi dei Consiglieri regionali della Valle d'Aosta. Noi non abbiamo i vitalizi, abbiamo un sistema previdenziale contributivo, che è esattamente quello che a Roma si dice di voler fare fra qualche anno: questo va detto alla comunità valdostana, va detto che i Consiglieri regionali sono quelli meno pagati d'Italia, va detto che i vitalizi in Valle d'Aosta non ci sono e che noi affrontiamo fra 15 giorni in maniera seria la questione dei fondi ai gruppi consiliari.
Sono contento di sentire che anche i colleghi dell'opposizione condividono in maniera profonda e rapida questa iniziativa, ma, come dice il Presidente Rollandin, non illudiamoci, non basterà: non basterà a risollevare le questioni economiche, che invece affliggono questo Paese e quindi anche la Valle d'Aosta. Ci dovremo quindi accollare la responsabilità di mandare dei messaggi che non siano soltanto populistici, ma politici, delle risposte reali che non solo sono quelle di azzerarsi lo stipendio, perché non basterebbe neanche quello in questo momento, dove la gente non arriva a fine mese! Noi dobbiamo creare economia, che è l'impegno che dobbiamo prendere: noi dobbiamo dare risposte ai nostri cittadini per i soldi e per le indennità che riceviamo in tutti questi mesi.
Non so se il nostro gruppo condividerà la rimodulazione dei fondi, perché crediamo che i fondi ai gruppi siano una risorsa utile a promuovere l'attività dei gruppi e della politica seria e pulita in questa regione, lo vedremo e lo verificheremo. Quello che sappiamo è che certamente i cittadini hanno il diritto di avere la trasparenza sulle spese, di questo siamo profondamente convinti. Ringraziamo quindi il Presidente per la proposta, tutti i gruppi, rivolgiamo ancora l'invito ai gruppi di opposizione a votare questo ordine del giorno, per dare un segnale serio alla nostra cittadinanza e non perdere questa occasione solo per fare i primi della classe, della serie: "io lo avevo detto", perché adesso non serve. Avevate detto anche tante altre cose, non le avete ancora fatte e potete ancora farle.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Abbiamo firmato la risoluzione e abbiamo partecipato volentieri agli incontri predisposti dalla giovane Presidente Rini, che ringraziamo per la tempestività con cui ha voluto affrontare questo problema contingente molto importante. Premesso che le notizie recenti sul malaffare della politica non lasciano molto spazio alla difesa della categoria, oggi dobbiamo prendere atto che è opportuno cambiare alcune delle regole che in passato, in un clima diverso, non destavano dubbi di sorta; oggi abbiamo l'obbligo di irrigidire quelle regole.
Il gruppo Stella Alpina concorda pienamente con il percorso indicato nella risoluzione, un percorso per stabilire parametri che vanno nella direzione di ridurre tutti i costi della politica, intervenendo immediatamente nella direzione del contenimento delle spese degli organi regionali. In particolare bisogna garantire la totale trasparenza delle voci di bilancio, ma, per fare questo, credo sia indispensabile chiarire una volta per tutte quali sono le attività nelle quali i consiglieri possono utilizzare i fondi dei gruppi. Stabilite queste cose, bisogna che ci sia un controllo contabile fatto da organismi esterni e naturalmente dare il massimo della pubblicità delle cose. In questa ottica siamo disponibili a collaborare da subito alla stesura di un testo il più possibile condiviso, la mia speranza è che sia all'unanimità, auspicando il massimo della rapidità e mantenendo fermo il termine dei 15 giorni che la Presidente Rini ha voluto ribadire anche oggi.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Voteremo contro questa risoluzione non perché vogliamo fare i primi della classe o per altre ragioni, o per dire: "lo avevamo detto"...lo avete detto sovente anche voi. Qui vedo una citazione del Presidente Rollandin che nel suo messaggio ai valdostani sul Messager Valdôtain del 2008, scrivendo dei costi della politica, diceva: "en ce sens nous travaillons de concert avec le Conseil de la Vallée à un projet de loi". Quattro anni fa stava già lavorando, ma ha prodotto zero, un gran lavoro bisogna dire che alla fine non ha prodotto niente. Credo che i cittadini non si possano oggi accontentare di una semplice risoluzione, abbiamo avuto tempo sufficiente per intervenire e lasciatemi dire che in fatto di tempestività proprio non ci siamo. Oggi dovevamo presentare ognuno le nostre proposte e discutere in modo serio, come si sarebbe dovuto fare quattro anni fa, senza venire qui inseguendo l'opinione pubblica e mettendosi a rimorchio delle altre Regioni. Dovevamo esercitare la nostra autonomia, dovevamo farlo prima, meglio e in modo serio, pertanto non voteremo questa risoluzione anche per una questione di serietà.
Presidente - La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Non si può che aderire a questa proposta presentata dalla Presidente Rini e dai colleghi di maggioranza. Vorrei però fare qualche breve osservazione. Da una parte c'è una specie di nemesi storica nel fatto che parta da Roma questo tsunami che ci raggiunge: "er Batman", ieri a Rebibbia lo hanno apostrofato: "er Batman, facce ride!" (traduzione letterale dal dialetto romano: "Batman, facci ridere!"). In realtà, credo che ci sia poco da ridere, però, leggendo le cronache che lo riguardano e che prima di lui hanno riguardato il Presidente Marrazzo, credo che venga voglia di dire: da una parte, che, per fortuna, la sobrietà ha sempre fatto parte delle caratteristiche della nostra Valle e non lo dico a difesa di privilegi, ma perché, a fronte di spreconi e gozzovigliatori, credo che sia bene non dico avere una forma corporativa di autodifesa, ma effettuare qualche distinguo, perché non vorrei che fossimo delle specie di Tafazzi che, per fare bella figura, giocano all'enchère. L'enchère mi è sempre piaciuta, forse una di quelle più belle è quella davanti alla Chiesa di Sant'Antonio di Arnad dove galli vivi, maiali e pezzi di pane nero vengono messi all'asta e c'è chi grida forte e va anche al di là del dovuto, perché sappiamo che in quello c'è qualcosa di esibizionistico. Devo dire che resta valido quello che scriveva l'Espresso nel 1956 con una celebre inchiesta "Capitale corrotta, nazione infetta", ma con dei distinguo, perché non credo che tutto il regionalismo sia uguale. Da questo punto di vista, en attendant il decreto legge - perché ha fatto bene il Presidente a ricordare che domani arriverà questo famoso decreto legge -, diventerà interessante vedere chi lo voterà, perché, se questo decreto non si adeguerà al rispetto delle regole costituzionali, se interpreterà un idem sentire antiregionalista...che è grottesco, perché solo in Italia si assiste a delle capriole: fino ad un anno fa tutti federalisti, il primo che andava ad un convegno e diceva di essere un centralista veniva lapidato, mentre oggi niente, i federalismi sono tutti spariti! C'è stato un via vai impressionante e, come ricordava il Presidente, in queste ore gli esponenti di tutti gli schieramenti politici non dicono: "dai er Batman", ma: "dai er regionalismo, in particolare queste maledette Regioni statuto speciale, soprattutto quelle piccole"! I piccoli non vanno bene, ammazziamo i bambini, ammazziamo gli uccellini, ammazziamo tutti gli esseri viventi compresi i popoli piccoli. Non è colpa dei valdostani se sono un popolo piccolo, è vero che non siamo molto prolifici, ma non si capisce, noi dovremmo sparire, poi dove non si sa, perché nel frattempo non ci sono più le province e non potremmo neanche essere provincia del Piemonte.
Io quindi credo che si debba essere seri, noi amministriamo soldi pubblici che non sono a disposizione in una logica privatistica, perché una delle difese di "er Batman" è stata quella di dire: "una volta che questi sono soldi dei gruppi e vengono a noi, questi diventano soldi privati". È una considerazione eccentrica, pensando che sui soldi pubblici probabilmente nel decreto legge vigilerà la Corte dei Conti, per cui credo che, aspettando domani e le sorprese che arriveranno, almeno su un punto dovremmo essere tutti d'accordo, cioè che il rispetto delle prerogative statutarie - poi ci si può dividere su tutto il resto - è a fondamento dell'esistenza stessa della nostra autonomia speciale.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione in oggetto:
Consiglieri presenti e votanti: 35
Favorevoli: 30
Contrari: 5
Il Consiglio approva.
Presidente - Con questo oggetto, essendo stato espletato l'ordine del giorno, si concludono i lavori del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.
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La sessione termina alle ore 17,44.