Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2623 du 3 octobre 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2623/XIII - Interpellanza: "Elaborazione di linee guida per l'aggiudicazione dei lavori previsti dai piani regionali operativi dei lavori pubblici".

Interpellanza

Richiamato l'art. 2, comma 1, del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 che enumera - fra i principi cui devono ispirarsi le pubbliche amministrazioni nelle procedure relative all'acquisizione di lavori ed opere - l'economicità, la libera concorrenza, la parità di trattamento, la non discriminazione e la trasparenza, oltre alla pubblicità degli atti secondo precise modalità;

Richiamate le Direttive europee in materia di appalti pubblici nn. 17 e 18 del 2004, nonché la Comunicazione interpretativa della Commissione europea 2006/C 179/02 riguardante le gare di importo inferiore alla soglia di rilievo comunitario;

Considerata l'importanza che riveste per l'economia e per l'occupazione di una Regione il settore edilizio;

Visti i Piani regionali operativi dei lavori pubblici 2011 e 2012 approvati con Deliberazione della Giunta n. 590 dell'11 marzo 2011 e n. 1070 del 18 maggio 2012;

Preso atto che nell'anno 2011 soltanto 10 interventi compresi nel piano lavori di importo inferiore a 1 milione di Euro sono stati affidati mediante procedura aperta;

tutto ciò premesso i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore regionale competente per sapere:

1) se le strutture competenti, nell'affidare i lavori previsti dai Piani citati, stiano procedendo come negli anni precedenti o stiano dando finalmente piena attuazione alla normativa europea in materia di appalti pubblici, recepita dallo Stato italiano con DLgs n. 163/2006, in base alla quale bisogna garantire metodi di aggiudicazione aperti e concorrenziali a prescindere dagli importi a base d'asta, anche per beneficiare di offerte più vantaggiose (e assicurare un uso più efficiente del denaro pubblico) e prevenire la corruzione ed i favoritismi.

2) se è intenzione da parte del Governo regionale elaborare delle linee guida operative per il rispetto dei principi indicati in premessa.

F.to: Chatrian - Bertin - Cerise

Président - La parole au Vice-président Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Merci Président.

Con questa iniziativa volevamo, Assessore Viérin, analizzare le procedure utilizzate per affidare i lavori dal suo Assessorato. Circa quattro mesi fa avevamo discusso in quest'aula sempre una nostra iniziativa su questa materia, avevamo posto delle domande, lei ci aveva risposto non soddisfacendo ai nostri quesiti posti, ma soprattutto alle nostre perplessità e, a nostro avviso, sulla situazione legata a quella che è l'architettura delle procedure e come affidare i lavori...

Fatta questa premessa, quattro mesi fa ci rispose che è l'organizzazione dell'Amministrazione regionale che prevede che le procedure di aggiudicazione dei contratti ad evidenza pubblica, così come gli affidamenti di gara ufficiosa o dei casi diretti, facciano capo ai dirigenti, che sono tenuti alla sua applicazione. Successivamente ci disse: "si fa comunque rilevare che dieci interventi di importo inferiore a 1.000.000 di euro per i lavori non particolarmente urgenti sono stati affidati con procedura aperta" e alla domanda diretta: "se è intenzione elaborare da parte del Governo regionale delle linee guida operative per il rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza" ci rispose che "non risulta necessaria l'elaborazione di linee guida aggiuntive rispetto a quanto previsto dalle specifiche norme in materia". Aggiunse poi: "nell'ambito degli indirizzi più propriamente di natura politica - oggi il quesito è legato agli indirizzi di natura politica - ritengo auspicabile che, per quanto concerne le procedure negoziate, la scelta dei soggetti da invitare possa essere riconducibile a criteri di...", eccetera. Queste le risposte che ci aveva dato circa quattro mesi fa.

Ho richiamato nelle premesse dell'interpellanza i principi del decreto legislativo n. 163 e le varie direttive, nonché la comunicazione interpretativa della Commissione europea, ma perché? Perché mi sembra la comunicazione interpretativa molto chiara: i predetti appalti rappresentano un'importante opportunità per le imprese del mercato interno, inoltre metodi di aggiudicazione aperti e concorrenziali aiutano le amministrazioni pubbliche ad attirare per tali appalti una gamma più ampia di potenziali offerenti a beneficiare di offerte vantaggiose. Penso che il nocciolo della questione sia proprio su questa riflessione inserita molto bene nella comunicazione interpretativa della Commissione europea.

Successivamente, sempre per quanto riguarda l'aggiudicazione dell'appalto, nella sentenza ha dichiarato che l'obbligo di trasparenza consiste nel garantire in favore di ogni potenziale offerente un adeguato livello di pubblicità, che consenta l'apertura di mercato alla concorrenza, ma soprattutto il controllo sull'imparzialità delle procedure di aggiudicazione. Stessa considerazione per quanto riguarda la decisione di aggiudicazione dell'appalto, per cui i principi devono essere salvi: quello della non discriminazione, di uguaglianza di trattamento e di pieno rispetto soprattutto della trasparenza. Tutto questo perché? Perché in questi quattro mesi ho richiesto al Dipartimento opere pubbliche, che ringrazio, come sono stati affidati i lavori dal 1° gennaio 2011 al 31 maggio 2012, per avere lo stato dell'arte, per sapere cosa si sta facendo per affrontare serenamente il tema dei lavori pubblici: un tema a noi caro, un tema importante.

Il gruppo ALPE nel dicembre 2011 è stato fermamente contrario all'innalzamento della procedura dei precedenti 500.000 euro a 1.000.000 di euro nell'utilizzo della procedura aperta, innalzamento che era facoltativo e non obbligatorio e la scelta è stata di natura politica, voluta da questa maggioranza, e che ricade sulla struttura applicativa. Mi fermo perché dobbiamo considerare fino a 1.000.000 di euro i lavori, escluse IVA e progettazione, quindi la soglia modificata da questo Consiglio.

La volta scorsa ci rispose ad un nostro quesito che la precisa ripartizione delle competenze fra la direzione politica e la direzione amministrativa, come definito dalla legge regionale n. 45, implica che l'individuazione della più opportuna procedura per l'affidamento dei lavori delle opere, con importo a base d'asta inferiore o uguale a 300.000 euro, sia definita sulla base della scelta tecnica che compete ai sensi di legge. Rileggo questi passaggi perché ci aspettiamo non solo una presa di coscienza, ma una risposta puntuale alle nostre perplessità, ma soprattutto ai nostri convincimenti, che è stato uno sbaglio modificare le briglie e passare da 500.000 euro a 1.000.000 di euro. Aspettiamo le sue motivazioni perché lei ci ha risposto qualche mese fa che su 380 procedure utilizzate per gli affidamenti di aggiudicazione dei lavori in un anno e mezzo solo 10 gare sono state con procedura aperta, suddivise in 120 con affidamento diretto, 89 con affidamento diretto in somma urgenza, 150 con procedura negoziata e 21 con procedura aperta, di cui 10 sotto il milione di euro. Questa è la nostra preoccupazione, ci aspettiamo dunque delle risposte puntuali sia al punto uno, sia in particolare al punto due. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur aux ouvrages publics, à la protection des sols et au logement public, Marco Viérin.

Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.

Come ben sa il collega Chatrian, questo è un argomento che è stato discusso quando abbiamo modificato con normativa il limite da 500.000 a 1.000.000 di euro come previsto dalla Comunità europea, quindi ci siamo adeguati.

In risposta al primo quesito, posso solo dire che, come già detto in occasione dell'interpellanza presentata a giugno dal collega Chatrian, l'organizzazione dell'Amministrazione regionale prevede che le procedure di aggiudicazione dei contratti ad evidenza pubblica, come gli affidamenti con gara ufficiosa o, se del caso diretti, facciano capo ai dirigenti, che, nell'ambito della loro autonomia e responsabilità di competenza, sono tenuti all'applicazione del Codice dei contratti e limitatamente ai lavori pubblici di importo inferiore alla soglia comunitaria all'applicazione della legge n. 12/1996. Ci vorrebbe forse una giornata o due per fare un ragionamento completo, ma qui entreremmo nel tecnicismo dei dirigenti, nel senso che con il collega Chatrian abbiamo più volte affrontato l'argomento, come anche lui diceva, nel momento in cui il Consiglio ha portato il limite a 1.000.000 di euro. Andando a recepire la direttiva comunitaria, abbiamo dato maggiori opportunità al territorio.

Colgo l'occasione per sottolineare nuovamente alcuni riferimenti normativi e di procedura. Le aggiudicazioni dei lavori con importo maggiore o uguale a 1.000.000 di euro hanno luogo di norma, puntualizzo perché per alcuni lavori anche sotto 1.000.000 la dirigenza ha ritenuto di applicare la procedura aperta, se vuole, hanno avuto una particolare attenzione, con procedura aperta ad evidenza pubblica e solo nei casi di somma urgenza con procedura negoziata. Al di sotto di tale limite sono applicabili le seguenti disposizioni: per importi di lavori inferiori a 1.000.000 di euro, è ammesso il ricorso alla procedura negoziata ai sensi dell'articolo 122, comma 7, del Codice dei contratti, ovvero ai sensi dell'articolo 27 della legge regionale n. 12/1996. Per importi di lavori inferiori a 300.000, è ammessa l'esecuzione in economia (procedura di per sé più conveniente per l'Amministrazione), ai sensi dell'articolo 15bis della legge n. 12/1996.

Con riferimento alle sopra richiamate disposizioni normative, si fa rilevare che i 10 interventi nel 2011 citati in premessa dell'interpellanza di importo inferiore a 1.000.000 di euro e aggiudicati con procedura aperta non costituiscono un minimum, al contrario sono rappresentativi della scelta di utilizzare procedure ad evidenza pubblica, anche in quei casi per i quali la legge ammette il ricorso alla procedura negoziata, quindi abbiamo fatto su questi lavori la scelta come uffici di adottare la procedura aperta in segno di massima trasparenza.

Occorre altresì ribadire che la procedura negoziata non contrasta con i principi comunitari espressi all'articolo 2 del decreto legislativo n. 163/2006, citati in premessa. Infatti lo stesso Codice dei contratti, nella logica di semplificazione e snellimento degli oneri amministrativi a carico delle stazioni appaltanti, consente l'utilizzo seppure subordinato a specifici ambiti (soglie di importo, numero di inviti e così via). Il ricorso alla procedura negoziata trova quindi particolare motivazione quando la tipologia ordinaria delle opere da realizzare unitamente alle esigenze di semplificazione e di sostegno dell'economia locale prevalgono rispetto ad una procedura rivolta al complessivo mercato nazionale. In questi casi infatti, per garantire una concreta e reale concorrenza, risulta sufficiente per gli uffici rivolgersi ai soli operatori economici del territorio.

Nell'ambito degli indirizzi più propriamente di natura politica, ritengo auspicabile che, per quanto concerne le procedure negoziate, la scelta dei soggetti da invitare possa essere riconducibile a criteri di trasparenza e capacità dimostrata nel passato, a criteri di rotazione e di territorialità intesa come corrispondenza dell'organizzazione territoriale dell'impresa al luogo di svolgimento dei lavori. Favorendo così, oltre ad un'evidente ricaduta in termini di sviluppo delle imprese locali, anche ripercussioni positive sull'ambiente e sulla qualità di realizzazione del lavoro stesso, perché con meno mezzi girano nelle nostre vallate e meno chilometri devono fare, avremmo raggiunto l'obiettivo che anche voi auspicate spesso, che potrebbe essere quello di chilometri sempre più pari a zero per quello che significa lavoro pubblico, perciò meno traffico, meno consumo, meno inquinamento di carburante e meno inquinamento generale.

Secondo quesito: in premessa mi corre l'obbligo di sottolineare che il quesito è una fedele riproposizione di quanto già richiesto con l'interpellanza nel mese di giugno, citata precedentemente. In coerenza con quanto esposto in tale occasione, ribadisco che non risulta necessaria l'elaborazione di linee guida aggiuntive rispetto a quanto già previsto dalle specifiche norme di materia - forse ne abbiamo perfino troppe! - che già sono gravate dall'iper regolamentazione e dalle continue modifiche alle quali sono sottoposte. In un anno e mezzo la legge sui contratti pubblici è stata modificata 16 volte, siamo in un ginepraio di normative ed è quello che ci contesta il mondo economico. Il rispetto dei principi generali riportati nell'interpellanza è assicurato dall'applicazione delle procedure previste dalla norma da parte dei dirigenti responsabili dell'attuazione degli interventi. Nell'ambito degli indirizzi di natura politica, è tuttavia auspicabile che, per quanto concerne le procedure negoziate, la scelta dei soggetti da invitare possa essere, da parte dei dirigenti, riconducibile a criteri di rotazione e di territorialità intesa come corrispondenza dell'organizzazione territoriale dell'impresa al luogo di svolgimento del lavoro, favorendo, oltre ad un'evidente ricaduta in termini di sviluppo delle imprese locali, ripercussioni positive sull'ambiente e sulla qualità di realizzazione del lavoro stesso.

Président - La parole au Vice-président Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Merci Présidente.

La sua risposta, Assessore, non ci convince per niente. Ci risponde diciamo non direttamente, ma indirettamente e poi però c'è una riflessione che è errata: "ci siamo adeguati a...". Non è vero, perché era ed è tuttora una facoltà, quindi la modifica avvenuta in Consiglio il 6 dicembre 2011 è frutto di una volontà politica, più volte ne abbiamo discusso in quest'aula con il Presidente Rollandin, quindi dobbiamo sgombrare un attimo il campo: è stata una scelta politica! Noi non la concordiamo, lo abbiamo detto e spiegato, e non la concordiamo tuttora, perché dal 1° gennaio 2012 nessuna procedura aperta è stata fatta sotto 1.000.000 di euro e i 10 interventi che lei citava fanno riferimento alla vecchia normativa fino al 31 dicembre 2011. Non eravamo quindi proprio fuori strada, i nostri dubbi sono non solo legittimi, ma direttamente sui risultati. Infatti da nove mesi a questa parte nessuna gara è stata espletata sotto il milione di euro, quindi la scelta di natura politica che la maggioranza ha fatto crea tutte le condizioni alle strutture, per quello che vorrei un dibattito politico e non un dibattito sulle strutture regionali che applicano a loro volta le scelte fatte in Consiglio!

Lasciamo quindi da parte i dirigenti e i funzionari, proviamo a fare un ragionamento di natura politica: su 380 procedure utilizzate in un anno e mezzo, finanziati 81.000.000 di euro di lavori, le procedure aperte sono zero! Ci sono delle procedure aperte sopra il milione di euro perché c'è un obbligo, ma, dove non c'è un obbligo, la procedura aperta non esiste. Spiego solo che la procedura aperta rispetto alla procedura negoziata è l'affidamento diretto; ci sono tre tipologie, alla procedura aperta chi ha i requisiti può partecipare, c'è un bando, forse i tempi sono un po' più lunghi il gruppo ALPE non è per aumentare le normative, e la burocrazia! È per una trasparenza, è per un'opportunità di lavoro, è per una concorrenza reale, non lo dice Chatrian, lo dice la Comunità europea, lo dicono luminari del settore, anche per evitare possibili favoritismi! Ecco che vorrei tornare sulla natura politica, una volta fatta la scelta poi la procedura negoziata e quindi non una gara reale, aperta, non viene più applicata sotto il milione di euro: questo è il risultato! Un risultato che non accettiamo, un risultato che ci preoccupa e sinceramente le ricadute sono pericolose, ma per chi? Lei prima parlava delle aziende del settore, sono pericolose per la nostra collettività! Le opportunità del nostro territorio quali sono? Affidamenti diretti fino a 40.000 euro, procedura negoziata ad invito, solo qualcuno può partecipare e praticamente sotto il milione di euro l'opportunità tende a zero.

Siamo dispiaciuti soprattutto perché lei non ha voluto rispondere alle nostre preoccupazioni, che non sono tecniche, anche se la materia non è semplice, ma sono di natura espressamente politica. Il risultato è che dal 1° gennaio 2012 nessuna gara reale e aperta è stata fatta sotto il milione di euro: questo è il risultato che voi avete messo in campo il 6 dicembre 2011 e la legge è entrata in vigore il 1° gennaio 2012. Sono certo che una riflessione su questo prima di questa fine legislatura dobbiamo farla, altrimenti, per concorrenza, opportunità e ricadute sulla nostra collettività, a questo punto tali scelte sono veramente pericolose! Grazie.