Objet du Conseil n. 2083 du 23 novembre 2011 - Resoconto
OGGETTO N. 2083/XIII - Interpellanza: "Problematiche relative ai lavori di messa in sicurezza dell'impianto della diga di Beauregard".
Interpellanza
Ricordato che la diga di Beauregard è attualmente oggetto di importanti lavori di riduzione dell'altezza del muro finalizzati, secondo quanto affermato dai responsabili di CVA, alla messa in sicurezza dell'impianto;
Ritenuto che il carattere di ineluttabilità di tali lavori non debba confliggere oltre misura con il rispetto delle condizioni ambientali circostanti, con le attività umane e con le strutture esistenti, preoccupazione peraltro pubblicamente condivisa dai responsabili del progetto;
Appreso che, nelle ultime settimane, lo svuotamento della diga ha provocato un'importante fuoriuscita di limo che intorbidendo le acque ha causato la sedimentazione di depositi nelle opere di canalizzazione e di irrigazione della vallata, oltre che la moria di pesci denunciata dal Consorzio pesca;
i sottoscritti Consiglieri
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) se è a conoscenza di quanto accaduto e se conferma;
2) se è stata fatta una stima dei danni causati;
3) se non si poteva procedere diversamente;
4) quali sono le intenzioni in merito.
F.to: Patrizia Morelli - Giuseppe Cerise
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président.
Comme nous le savons tous, le barrage de Beauregard dans la Valgrisenche est actuellement l'objet d'importants travaux, finalisés - d'après ce qui nous a été dit lors de rencontres publiques - à la mise en sécurité de la structure. L'histoire du barrage de Valgrisenche nous la connaissons tous, remonte aux années '60, nous savons que le bassin n'a été rempli que pour peu d'années, car le versant horographique de gauche a présenté, dès le début, des graves problèmes d'instabilité, problèmes qui auraient pu causer même une catastrophe de la portée de celle qui a frappé les habitants de la zone du Vajont. Le bassin a tout de même pu répondre à sa fonction de production d'énergie hydroélectrique et même à sa fonction de laminage des eaux lors de pluies fortes. Le versant et le barrage même ont toujours été sous le contrôle de l'autorité, ont toujours été monitorés et - à ce qu'il a été affirmé lors des présentations publiques - il y aurait un mouvement très lent, mais constant et progressif du versant, qui produirait des fissurations et la déformation lente du barrage. De là, la nécessité de réduire l'interaction entre le mur et le versant de la montagne, en allant libérer le mur même sur le flanc et en baissant, chose absolument inédite, la hauteur du mur même: un travail important, inéluctable parait-il, avec un chantier à impact fort sur une vallée petite et étroite comme celle de Valgrisenche, qui a suscité quelques inquiétudes dans la communauté. Inquiétudes qui ont été exprimées lors de rencontres publiques et à qui les responsables du chantier et de CVA ont prêté attention et ont répondu que toutes les précautions auraient été prises pendant la période du chantier, afin de causer le moins possible de dégâts, aussi bien à la population qui vit là-haut qu'aux activités économiques.
Or, il y a quelques semaines, nous avons pu constater, soit à travers la presse que directement, car nous, qui habitons dans la zone, nous avons pu le constater de nos yeux, que malheureusement les premiers dégâts se sont produits: lorsque le bassin a été vidé de l'eau, une grande quantité de boue s'est déversé dans le torrent de Valgrisenche et dans la Doire Baltée et aussi dans tous les rus et dans toutes les œuvres d'irrigation qui puisent leurs eaux dans le torrent de Valgrisenche.
Notre initiative veut donc comprendre si toutes les précautions pour éviter ces dégâts avaient été prises, si on n'aurait pas pu agir différemment, et quelle est la position de l'Administration régionale vis-à-vis de ce problème.
Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.
Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Credo che la collega Morelli abbia ripercorso le tappe sulla necessità di questo intervento in maniera molto puntuale e sintetica. Vorrei solo per correttezza ricordare che questi lavori della diga del Beauregard sono stati realizzati nell'ambito di un procedimento urgente di protezione civile, governato dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2006 e successive deroghe, quindi c'è un commissario ad acta per fare questo discorso. Noi, però, abbiamo anche il compito di verificare cosa può succedere e cercare di migliorare tutto quello che è possibile durante questi interventi, che dureranno per alcuni anni.
Gli interventi approvati dal commissario nominato per la gestione dell'emergenza prevedono che le operazioni di demolizione della diga dovessero essere precedute dalla realizzazione di opere provvisionali fra settembre ed ottobre 2011, ed è quello che si sta facendo. In particolare erano previste e sono state realizzate una barriera a monte con innalzamento della vecchia avandiga, le piste di cantiere ed un nuovo scarico di esaurimento, proprio per fare quanto si è già detto. Il periodo più opportuno per realizzare queste opere è stato individuato dai tecnici fra fine ottobre e novembre, poiché storicamente in tale periodo non c'è neve e ghiaccio al suolo. Gli afflussi naturali al lago sono limitati, assicurando il minor ruscellamento possibile delle acque residue nel serbatoio, una volta svuotato. Tale periodo coincide fra l'altro con quello con minori usi agricoli e turistici delle acque.
Rispondendo in maniera puntuale ai vari quesiti, con riferimento al primo faccio presente che, in data 21 ottobre 2011, è iniziato lo svaso del serbatoio di Beauregard. Le acque della Dora di Valgrisenche sono state deviate a fondo lago attraverso l'opera di bypass, in modo da defluire nell'alveo senza acquisire torbidità a valle ed andando a costituire la fonte di diluizione più a monte, circa un metro cubo al secondo. Lunedì 24 ottobre si è raggiunto il livello minimo del bacino, con conseguente presa in carico nelle acque di un elevato quantitativo di sedimenti (quello cui faceva riferimento al collega). Per limitare il persistere dell'elevata torbidità verificatasi si è provveduto a bloccare il rilascio dalla diga, mantenendo operativa la diluizione a valle tramite il bypass, di cui ho parlato prima. La riapertura dello scarico di fondo ha portato quindi il 26 ottobre 2011 alla fase più critica delle operazioni, così come peraltro era prevista dal progetto. Non essendo disponibile a livello regionale una soglia limite dei solidi sospesi nelle acque, si è attinto dal valore guida dell'1% utilizzato da altre Regioni e dalle linee guida dell'ENEL per questa tipologia di attività, quindi hanno fatto riferimento a queste due linee guida. Il monitoraggio dei solidi sedimentabili è stato avviato in tre stazioni di campionamento lungo la Dora di Valgrisenche ed una stazione lungo la Dora Baltea, quindi era stato previsto anche il campionamento in quattro punti specifici, per chiudere subito nell'evenienza che i livelli fossero stati superati, il rilascio della diga ed intervenire immediatamente per evitare problemi ulteriori.
L'evento di maggiore criticità è avvenuto nella tarda mattinata di mercoledì 26 ottobre 2011, quando si è verificato un picco di concentrazione di solidi sospesi con superamento della soglia limite, quello di cui accennavo prima, che ha interessato anche il primo tratto della Dora Baltea. Lo scarico dalla diga è stato prontamente bloccato in modo da permettere al sistema di ritornare entro il valore dell'1%. Tali eventi sono stati relazionati il 27 ottobre 2011 agli enti competenti regionali interessati: il Servizio di gestione del demanio idrico, l'Assessorato dell'ambiente, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Il 28 ottobre è stato riaperto lo scarico di fondo, l'acqua torbida derivante dallo scarico della diga veniva parallelamente diluita a valle con tutta la portata disponibile. Tali manovre hanno permesso di contenere la torbidità al di sotto del livello soglia, quel famoso 1%. Durante la prima settimana dopo l'ultima riapertura, la situazione è rimasta abbastanza stabile. Un ulteriore aumento dei livelli di torbidità si è inoltre verificata nei giorni 4, 5 e 6 novembre: tale situazione è da attribuire alle forti piogge nell'area interessata che hanno determinato un incremento dei solidi sospesi nelle acque di ruscellamento. In detta situazione il monitoraggio della torbidità è stato intensificato ed ha permesso di verificare il non superamento dei valori di soglia. Nei giorni in cui era prevista una forte piovosità, i limiti di soglia comunque non sono stati superati.
Con riferimento agli ultimi due quesiti, che vanno a mio avviso accorpati, faccio presente che la CVA ha previsto che nella settimana successiva alla definitiva chiusura della paratoia di fondo per iniziare le operazioni di rinvaso del bacino, previsto in data odierna (ho conferma di poc'anzi che è iniziato proprio oggi), sia effettuata una campagna di monitoraggio volta alla valutazione dell'entità degli effetti delle operazioni effettuate sull'ecosistema fluviale. Tali analisi ambientali, confrontate con la situazione ambientale e monitorata storicamente tramite il programma di sperimentazione per la definizione del deflusso minimo vitale della CVA, permetteranno di programmare nel dettaglio le operazioni finali di lavaggio dell'alveo della Dora di Valgrisenche previste nel mese successivo all'attività di rinvaso. Bisogna infatti rinvasare delle acque per poi poterle lasciare defluire in maniera più importante a livello di quantità, per fare un discorso di pulizia. Tutte queste attività di monitoraggio permetteranno di verificare i danni a lunga scadenza eventualmente arrecati all'ecosistema fluviale, facendo presente che la CVA si è già impegnata, come ricordato con lettera del 25 ottobre, a farsi carico delle misure necessarie per ristabilire l'equilibrio e riqualificare l'alveo a svaso terminato e, come concordato con il Consorzio Pesca, a farsi carico delle spese delle eventuali attività di ripopolamento che si rendessero necessarie.
Con riferimento al terzo quesito, quindi, i tecnici, nell'approvare il progetto, hanno ritenuto che questa fosse la soluzione ottimale da adottare. Operare ai piedi di uno sbarramento svuotato, i continui ruscellamenti ed il limo presente, comportano situazioni particolari di lavoro, quindi, gli effetti negativi vanno minimizzati e la CVA sta compiendo quanto tecnicamente è possibile per ottenere tale risultato, tenendo conto che l'operazione è molto difficoltosa e non è semplice.
Credo di aver risposto in senso complessivo; poi, se la collega ha bisogno, le posso dare notizie in più sui quattro punti di controllo, tre su Valgrisenche e uno lungo la Dora Baltea. Grazie.
Presidente - La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci M. le Président. Merci Assesseur de votre réponse.
Tuttavia ci duole constatare che quello che può essere un cantiere modello sia cominciato, in realtà, con un esordio così negativo! Dico "un cantiere modello", perché normalmente le dighe si costruiscono e non si abbattono, non si tagliano, e riteniamo che questi lavori, che sono importanti ed ineludibili, possano essere anche un veicolo promozionale, nel senso che questo cantiere può essere interessante per chi opera in questo ambito e quindi, a maggior ragione, dovrebbe essere sotto tutti gli aspetti un cantiere modello.
Le ripercussioni dello svaso della diga sono di natura ambientale sicuramente sull'alveo del torrente di Valgrisenche, che è un torrente ad alta valenza ittica e ambientale, e anche sulla Dora; a questo riguardo abbiamo letto tutti le notizie sui giornali riguardo all'intorbidamento della Dora fino a Pont-Saint-Martin e oltre, e alla moria di pesci denunciata dal Consorzio Pesca. Però non vi sono soltanto i danni ambientali, vi sono stati anche alle attività agricole, che sono sicuramente di minore entità, ma per le attività che li subiscono sono assolutamente da tenere in considerazione, soprattutto per le condizioni difficili in cui agisce l'agricoltura nel territorio della Valgrisenche. Oltre all'acqua limacciosa, lo svuotamento ha provocato la sedimentazione di depositi all'interno di tutte quelle opere di adduzione dell'irrigazione.
Evidentemente c'è stata da parte dai responsabili di CVA quanto meno una sottovalutazione del problema, anche se non degli illeciti, come ha sottolineato l'Assessore, perché i valori si sono mantenuti nella norma. A queste conseguenze sarà necessario porre rimedio, l'Assessore lo ha detto; stupisce che non siano state previste vasche di decantazione all'uscita delle acque e non in tutti i casi l'acqua che si immette nella diga è stata deviata verso il fondo, perché ci sono corsi d'acqua che si immettono nella diga che hanno provocato l'erosione del fondo limaccioso, anche a causa delle temperature di fine ottobre che si sono mantenute superiori rispetto alla media stagionale. In questo senso riteniamo che l'amministrazione pubblica, sia comunale che regionale, debba svolgere un'azione di costante controllo e monitoraggio su quanto viene fatto. La necessità di protezione civile e di messa in sicurezza giustifica il progetto nel suo insieme, ma non assolve le pratiche scorrette.
In ogni caso prendiamo atto di quanto ci ha detto l'Assessore ed invitiamo il Governo regionale a tenere alta l'attenzione su questo cantiere; anche noi faremo la stessa cosa.