Objet du Conseil n. 348 du 26 juillet 1978 - Verbale

OGGETTO N. 348/78 - ELEZIONE DEL CONSIGLIERE ANDRIONE MARIO A PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE.

Il Presidente DOLCHI, richiamandosi alla presa d'atto, per accettazione, delle dimissioni del Presidente della Giunta, Andrione, testé avvenuta, a' sensi dell'articolo 33 dello Statuto speciale della Regione Autonoma della Valle d'Aosta e dell'articolo 8 del Regolamento interno, fa presente che il Consiglio deve procedere all'elezione di un nuovo Presidente della Giunta regionale.

Il Consigliere ANDRIONE esordisce spiegando il significato della proposta politica formulata dall'Union Valdôtaine nel corso dell'adunanza consiliare del 19 luglio c.a. che mirava, attraverso la fruttuosa collaborazione tra le forze politiche, alla costituzione di un Esecutivo solido, in grado di rispondere in modo adeguato agli imperativi di una crisi profonda della nostra società e che si inseriva nel filone della politica di solidarietà nazionale già in fase di realizzazione a livello governativo.

Purtroppo tale disegno non si è potuto concretizzare nella nostra Regione a causa del persistere di alcune barriere d'incomprensione ancora esistenti tra due partiti, la D.C. e il P.C.I.. È quindi evidente che di fronte al persistere di queste incomprensioni, l'U.V. abbia scelto la strada di modificare il meno possibile il quadro politico regionale proponendo la costituzione di un Esecutivo di transizione soggetto a possibili verifiche in seguito agli sviluppi che prenderà la politica nazionale dopo lo svolgimento dei Congressi della D.C. e del P.C.I..

Data la fluidità della situazione politica, ritiene che il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza debbano rimanere tali e quali sono stati eletti nella prima adunanza del Consiglio in data 19 luglio 1978.

Informa il Consiglio che la maggioranza consiliare comprende le seguenti forze politiche: Union Valdôtaine, Union Valdôtaine Progressiste, Democrazia Cristiana, Partito Socialista Democratico e Partito Repubblicano, esternando profonda soddisfazione per l'accordo politico con il movimento dell'Union Valdôtaine Progressista in quanto è un passo in avanti nel processo di unificazione dei movimenti regionalisti.

Riferendosi al Movimento dei Democratici Popolari, auspica con esso un leale e aperto confronto onde consentire il necessario approfondimento delle reciproche posizioni dopo le polemiche elettorali piuttosto roventi che hanno visto come protagonisti i movimenti dell'U.V. e dei D.P. nell'ultimo periodo della precedente legislatura e durante lo svolgimento della campagna elettorale.

Comunica che la Giunta regionale sarà così formata:

- Assessore ai Lavori Pubblici: Giuseppe BORBEY (D.C.);

- Assessore all'Industria e Commercio: Guido CHABOD (D.C.);

- Assessore alle Finanze: Giuseppe FILLIÉTROZ (U.V.P.);

- Assessore all'Agricoltura e Foreste: Ettore MARCOZ (U.V.);

- Assessore al Turismo, Antichità e Belle Arti: Sergio RAMERA (D.C.);

- Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale: Augusto ROLLANDIN (U.V.);

- Assessore alla Pubblica Istruzione: Maria Ida VIGLINO (U.V.).

Conclude illustrando brevemente gli obiettivi programmatici che il nuovo Esecutivo intende perseguire con particolare attenzione per i problemi della difesa della lingua francese e del dialetto franco-provenzale, dell'occupazione giovanile, di una politica di difesa e tutela del territorio, della riforma sanitaria, riservandosi di presentare proposte concrete di intervento alla ripresa dell'attività del Consiglio dopo la pausa estiva.

Il Consigliere MAFRICA ritiene che la scelta fatta dal movimento dell'Union Valdôtaine di riconfermare, pur con delle riserve temporali, l'alleanza con la D.C. sia estremamente negativa, in quanto questo partito in Valle d'Aosta è rimasto ancorato a posizioni moderate e non ha posto in essere il processo di rinnovamento della sua classe dirigente sollecitato dalla sua base elettorale.

Fa presente che il P.C.I., dopo aver svolto senza successo un'azione tendente a favorire la costituzione di un Esecutivo e di una maggioranza adeguati ad affrontare i grandi problemi che assillano la Regione come il problema dell'occupazione che si fa sempre più drammatico, svolgerà il ruolo di forza di opposizione ed eserciterà una funzione costante di vigilanza sull'operato della costituenda Giunta.

Conclude manifestando la convinzione che la Presidenza del Consiglio debba, al fine di garantire l'indipendenza operativa del Consiglio rispetto all'Esecutivo, continuare ad essere ricoperta da un rappresentante dell'opposizione in grado di coagulare intorno alla sua figura il maggior numero possibile di consensi e rivendica tale incarico per il P.C.I. che è la più consistente forza di opposizione.

Il Consigliere RICCARAND esordisce esprimendo un giudizio negativo sulle scelte politiche poste in essere dall'Union Valdôtaine che ha condotto le trattative senza tener conto degli interessi della popolazione valdostana e alla necessità di affrontare e risolvere correttamente i suoi più urgenti problemi e guardando unicamente agli interessi elettorali del movimento.

Ritiene che l'U.V. ricostituendo l'alleanza con la D.C. abbia confermato una scelta che è contro l'autonomia valdostana, contraddicendosi rispetto ad atteggiamenti polemici un tempo tenuti nei riguardi del potere centrale.

Si sofferma quindi ad illustrare il concetto di autonomia intesa come reale possibilità di autogoverno non condizionata da fattori esterni, quale il grande capitale che controlla attualmente i gangli vitali della nostra economia regionale.

A suo giudizio la linea politica seguita dall'Union Valdôtaine è una prosecuzione nel tempo di impostazioni già presenti nel passato della storia valdostana e in modo particolare nella "Ligue Valdôtaine". Questo Comitato sorto nel 1909 ad opera della famiglia Réan, del clero, dei notabili valdostani per difendere la lingua francese, tenne un comportamento rinunciatario nei confronti dello Stato Italiano, nella speranza di ottenere qualche concessione, arrivando al punto di appoggiare nell'anno 1924 la lista unica presentata dal Fascismo, con tutte le conseguenze che derivarono per la Valle d'Aosta da tale atteggiamento di abdicazione e di rinuncia.

Conclude preannunciando la ferma opposizione del Movimento di Democrazia Proletaria-Nuova Sinistra alla costituenda Giunta formata da uomini appartenenti alla D.C. e all'U.V..

Il Consigliere RAMERA polemizza con le affermazioni testé fatte dal Consigliere Riccarand tendenti a presentare la D.C. come il partito delle classi abbienti, riaffermando la natura essenzialmente popolare del suo partito che raccoglie, proprio per questa sua matrice popolare e democratica, i consensi di milioni di Italiani appartenenti a tutti i ceti sociali.

Esprime un giudizio largamente positivo sulle scelte politiche effettuate dal Movimento dell'Union Valdôtaine, che, muovendosi nella direzione voluta dagli elettori valdostani, consentiranno la nascita di un Esecutivo capace di affrontare i più urgenti problemi che assillano la nostra Regione.

Conclude ritenendo prematura l'adozione di una nuova linea politica che dovrà essere ancora sanata ed approvata dai prossimi Congressi nazionali della D.C. e del P.C.I..

Il Consigliere DUJANY esprime amarezza per il mancato successo dell'iniziativa dei Democratici Popolari volta a ricercare un accordo politico tra i tre movimenti regionalisti, imputabile all'atteggiamento dell'Union Valdôtaine, che, preoccupandosi forse più di conservare il monopolio del potere che favorire un processo di aggregazione tra le forze regionaliste, ha preferito la collaborazione con i partiti nazionali.

Fa presente che il Movimento dei Democratici Popolari continuerà ad operare per la ricerca di un'effettiva solidarietà tra le forze regionaliste che solo può consentire una difesa intransigente dei principi autonomistici conquistati a prezzo di duri sacrifici della popolazione valdostana.

Auspica un mutamento di atteggiamento da parte del P.C.I. che, nella passata legislatura aveva siglato un accordo programmatico con la D.C. dimostrando così di privilegiare un accordo di schieramento a prescindere dai contenuti programmatici, in quanto tale atteggiamento costringe il Movimento dei D.P., che oltre ad essere regionalista è anche progressista e quindi favorevole ad una politica di maggiore giustizia sociale, ad una diversa valutazione del ruolo dei partiti nazionali.

Riconosce che nel corso delle trattative intercorse tra le varie forze politiche la D.C. è stata l'unico partito che ha fatto ai Democratici Popolari una proposta politica, che però non è stata conseguente alla sua impostazione politica avendo alla fine accettato la preclusione posta dall'U.V. nei confronti del Movimento D.P.

Conclude, auspicando che l'ingresso dell'Union Valdôtaine Progressiste nella costituenda maggioranza consiliare non significhi l'abbandono da parte di questo movimento della ricerca di una più ampia collaborazione tra le forze regionaliste, obiettivo che detto movimento aveva perseguito in questi ultimi tempi.

Il Consigliere NEBBIA esprime alcune perplessità sulla proposta politica avanzata dal Consigliere Andrione in quanto ritiene sia una sconfitta per l'autonomia valdostana fare riferimento alla situazione nazionale ed invocare le decisioni che scaturiranno dai Congressi nazionali della D.C. e del P.C.I. per ricercare la formazione di una stabile ed operosa maggioranza che deve invece essere trovata in loco senza condizionamenti esterni di qualsiasi sorta.

Fa osservare che il Partito Socialista Italiano, che già nel corso della precedente adunanza consiliare del 19 luglio aveva espresso il suo orientamento favorevole alla costituzione di una maggioranza raggruppante le forze politiche democratiche, progressiste e regionaliste, non condivide le scelte politiche effettuate dall'U.V., ritenendo prioritaria la collaborazione con il Partito Comunista Italiano portatore delle attese e delle aspirazioni di forze attive del mondo del lavoro, che non possono essere escluse dalla gestione della cosa pubblica.

Critica l'atteggiamento tenuto dal Partito Socialista Democratico e dal Partito Repubblicano che nello spazio di una settimana hanno invertito le loro posizioni manifestando così una spiccata vocazione ad essere presenti nell'area di maggioranza qualunque essa sia.

Annuncia quindi le dimissioni dalla carica di Consigliere Segretario del Consiglio in modo che risulti con la massima chiarezza che il P.S.I. non intende perseguire posizioni di potere in un quadro politico alquanto fluido e ritiene equivoca la posizione del P.C.I. che rivendica per sé la Presidenza dell'Assemblea.

Conclude dichiarando che il Partito Socialista si asterrà nella votazione per l'elezione del Presidente della Giunta e dei singoli Assessori.

Il Consigliere PEDRINI esprime piena soddisfazione per la conclusione delle trattative tra le varie forze politiche presenti in Consiglio che hanno consentito la formazione di una maggioranza stabile, democratica e regionalista che potrà senz'altro mettersi subito al lavoro per affrontare i numerosi problemi che assillano la Comunità Valdostana, quali l'occupazione giovanile, la ristrutturazione della Società Nazionale Cogne e delle industrie dislocate nella Bassa Valle, molte delle quali versano in una situazione economica fortemente critica.

Annuncia quindi il suo voto favorevole per l'elezione del Presidente della Giunta e dei singoli Assessori e fa presente che la sua posizione futura nei riguardi dell'Esecutivo sarà determinata dalla validità o meno degli obiettivi programmatici che la maggioranza intenderà perseguire.

Il Consigliere DE GRANDIS esordisce ricordando la piena disponibilità manifestata dal Partito Repubblicano Italiano sin dal momento dell'inizio delle trattative per la formazione della nuova maggioranza per assecondare tutti i tentativi possibili miranti alla formazione di una maggioranza e di un Esecutivo in grado di affrontare, con la collaborazione di tutte le forze politiche, i gravi problemi che assillano la nostra Regione.

Era necessario a suo giudizio uno sforzo comune da parte di tutti perché la maggioranza che si andava costituendo alla Regione fosse in sincronia con quella che si era formata poco tempo addietro al Comune di Aosta, grazie anche agli sforzi posti in essere in quella sede da parte del P.R.I. per addivenire al superamento della logica dei blocchi contrapposti che aveva paralizzato per mesi l'attività del Comune di Aosta e che oggi qualcuno vorrebbe trasportare a livello regionale. Non è più possibile, a suo giudizio, affrontare i problemi regionali senza la collaborazione di tutte le forze che intendono, al di là di dispute teoretiche sulle compatibilità ideologiche, contribuire al superamento del periodo di emergenza che stiamo attraversando.

Conclude affermando che il P.R.I., di fronte al fallito tentativo di dar vita ad una larga maggioranza, voterà a favore del Presidente della Giunta mentre si asterrà nella votazione per i singoli Assessori dimostrando così di essere disponibile ad appoggiare ogni azione tendente ad ottenere un processo di chiarificazione del quadro politico e a dar vita ad una maggioranza degna di questo nome e che sia veramente capace di dare una positiva soluzione ai problemi della Valle d'Aosta.

Il Consigliere MINUZZO, dopo aver ricordato che il P.S.D.I. nel corso dell'adunanza consiliare del 19 luglio 1978 aveva contribuito all'elezione a Presidente della Giunta del Consigliere Andrione al quale era stato affidato un ampio mandato esplorativo al fine di ricercare una rapida soluzione al delicato problema della formazione di una maggioranza e di un Esecutivo in grado di affrontare i problemi più urgenti della Regione, manifesta la piena disponibilità del P.S.D.I. a consentire una positiva riuscita di questo tentativo.

Pone poi l'accento sul ruolo di primaria importanza che in questo delicato momento politico possono esercitare le forze di democrazia laica e socialista per una positiva soluzione dei numerosi problemi che assillano il Paese, attraverso un leale e costruttivo confronto con il Partito Comunista Italiano anche se questa forza politica resta al momento non utilizzabile ai fini della formazione di una maggioranza con la D.C. a causa del mancato completamento del processo di revisione.

Il Consigliere FILLIÉTROZ nell'illustrare la posizione del movimento dell'Union Valdôtaine Progressiste, fa presente che il suo movimento ha accolto con grande soddisfazione la decisione dell'Assemblea generale dell'U.V. di stringere rapporti prioritari con l'U.V.P., ritenendo che la ritrovata collaborazione fra i due movimenti costituisca l'avvio del primo passo verso il processo di unificazione di tutti i movimenti regionalisti presenti in Consiglio e nella nostra Regione.

Sottolinea la necessità di un'azione unitaria del Consiglio tendente ad ottenere l'attuazione completa dello Statuto speciale e al riguardo informa il Consiglio dell'avvenuta presentazione da parte del suo movimento di un disegno di legge concernente l'attuazione della zona franca.

Conclude auspicando la realizzazione di una politica di interventi più cospicui nei settori vitali dell'economia valdostana quali l'agricoltura, il turismo e l'industria.

Il Consigliere MAFRICA ribadisce la posizione del Gruppo P.C.I., già espressa nel suo precedente intervento, di opposizione rispetto all'Esecutivo e alla maggioranza che si stanno formando fino a quando non saranno raggiunte le condizioni politiche necessarie per un mutamento radicale dell'attuale quadro politico.

Non condivide le osservazioni critiche formulate dal Consigliere Nebbia nel suo intervento in ordine alla posizione tenuta dal Gruppo Comunista sul problema dell'attribuzione al P.C.I. della Presidenza dell'Assemblea, essendo, a suo giudizio, questo tipo di incarico attribuibile anche ad una forza di opposizione con l'accordo il più possibile unitario di tutto il Consiglio, al fine di garantire una maggiore indipendenza del Consiglio rispetto alla Giunta e un suo migliore funzionamento.

Conclude ricordando che se verrà meno la fiducia da parte delle forze politiche che nell'adunanza del 19 luglio hanno contribuito all'elezione di un esponente del P.C.I. alla carica di Presidente dell'Assemblea, il Presidente Dolchi rassegnerà le dimissioni dalla sua carica nel corso della prossima adunanza consiliare.

Il Consigliere LANIVI esordisce ricordando che nei confronti del Movimento dei Democratici Popolari è stata fatta, nel corso delle trattative intercorse tra le varie forze politiche presenti in Consiglio per la formazione della maggioranza e dell'Esecutivo, una netta preclusione che ha messo in evidenza la tendenza da parte di alcune forze politiche di voler perseguire un'azione di annientamento del movimento D.P..

Esprime nello stesso tempo profondo rammarico per il comportamento del P.C.I. che nella sostanza ha avallato questa azione di preclusione poco democratica e rispettosa della volontà di una parte dell'elettorato valdostano che si è riconosciuta e si riconosce nelle posizioni ideali e politiche del Movimento Democratico Popolare.

Riallacciandosi alle considerazioni testé fatte dal Consigliere Mafrica sull'opportunità che l'incarico di Presidente dell'Assemblea sia conferito ad un esponente della minoranza consiliare, manifesta la convinzione che detta carica, come già avvenuto per il passato, debba essere ricoperta da un esponente della maggioranza al fine di consentire un'effettiva distinzione dei ruoli tra la maggioranza e la minoranza: condizione indispensabile per un corretto funzionamento delle nostre istituzioni.

Conclude annunciando che i Democratici Popolari non condividono l'impostazione politica testé illustrata dal Consigliere Andrione e voteranno scheda bianca per l'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori.

Il Consigliere MINUZZO richiamandosi alle affermazioni fatte dal Consigliere Mafrica in ordine all'opportunità di continuare ad affidare l'incarico di Presidente dell'Assemblea ad un esponente della minoranza consiliare, fa presente che il P.S.D.I. concorda con questa impostazione e pertanto auspica che l'attuale Presidente del Consiglio rimanga in carica.

Il Consigliere RICCARAND dichiara di essere contrario al fatto che il P.C.I. continui a mantenere la Presidenza dell'Assemblea, dopo che è naufragato il tentativo di dar vita ad un Esecutivo e ad una maggioranza che comprendessero le forze popolari e progressiste che sembrava di possibile realizzazione al momento dell'elezione del Consigliere Dolchi alla carica di Presidente del Consiglio nel corso dell'adunanza consiliare in data 19 luglio 1978 da lui stesso proposta.

Il Consigliere TRIPODI dichiara di astenersi dalla votazione per l'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori, riservandosi in futuro ogni giudizio sui singoli provvedimenti che l'Esecutivo adotterà e presenterà all'approvazione del Consiglio.

Il Consigliere MAFRICA dichiara che il Gruppo P.C.I. voterà scheda bianca per l'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori e che ogni decisione sul mantenimento di un suo esponente nella carica di Presidente dell'Assemblea verrà presa nella prossima adunanza consiliare dopo profonda valutazione delle dichiarazioni e delle posizioni al riguardo delle varie forze politiche.

Il Consigliere FILLIÉTROZ annuncia il voto favorevole dell'Union Valdôtaine Progressiste con l'auspicio che tutte le forze politiche nazionali esplichino in Parlamento un'azione tendente ad ottenere la soluzione dei numerosi problemi che interessano la nostra Regione.

Il Consigliere NEBBIA nel ribadire il giudizio negativo sul quadro politico che si sta formando, annuncia l'astensione del P.S.I. dalla votazione del Presidente della Giunta e degli Assessori.

Il Presidente DOLCHI invita quindi il Consiglio a procedere alla votazione, a schede segrete, per l'elezione del Presidente della Giunta regionale.

Procedutosi alla votazione, a schede segrete, e allo spoglio dei voti, con l'assistenza degli scrutatori Consiglieri CARRAL, FOSSON e VOYAT, il Presidente accerta e comunica i seguenti risultati della votazione:

- Consiglieri presenti: trentacinque;

- Consiglieri votanti: trentatré;

- Astenutisi dalla votazione: Nebbia e Tripodi;

- Schede bianche: dodici;

- Andrione Mario - voti riportati: ventuno.

Il Presidente DOLCHI, in base all'esito della votazione, proclama eletto alla carica di Presidente della Giunta regionale, con voti ventuno, il Consigliere ANDRIONE Mario.

Il Consiglio prende atto ed il neo-eletto Presidente della Giunta regionale, ANDRIONE, su invito del Presidente, prende posto al banco della Giunta.

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