Objet du Conseil n. 285 du 7 novembre 1967 - Resoconto
OGGETTO N. 285/67 - Esame e discussione del progetto di bilancio di previsione della Regione Autonoma della Valle d'Aosta per l'anno finanziario 1968.
Bordon (D.C.) - Non vi è dubbio che l'interruzione per il pranzo non invogli a continuare la chiacchierata. Vi è però questo di buono, che rileggendo questi appunti che mi sono preso questa mattina sui vari interventi dei Signori Consiglieri, ho riscontrato che mentre questa mattina sembrava che molte cose dovessero dare motivo a delle discussioni accanite, in fondo, in fondo, in queste osservazioni che sono state fatte, con lo spirito costruttivo, io voglio darne atto - anche se non concordo con questa osservazione - in queste osservazioni, in queste critiche, effettivamente, vi sono dei punti che possono essere discussi.
Naturalmente, potrei incominciare da Casetta ma ritorneremo poi dopo, eventualmente, come ha detto lui adesso, e vorrei innanzitutto prendere in esame quale è stata una delle critiche basi, una delle critiche principali che in tutti gli interventi, da tutti coloro che sono intervenuti, che hanno trattato, vi è stato un rimprovero perché noi non abbiamo mandato avanti il riparto, e quindi abbiamo, con la storia dei rubinetti o non rubinetti, con le discriminazioni che io non vorrei neanche rilevare perché non ne vale la pena, noi avremmo voluto impostare di nuovo il bilancio di previsione del 1968 sull'articolo 12.
Ora, mi sembra che con la stessa cortesia con la quale questa mattina voi avete posto i vostri punti di vista, pur dissentendo io e noi tutti, dai nostri punti di vista, con la stessa cortesia io vorrei che voi mi concedeste di ritornare indietro un attimo solo, e sarò breve, non breve per 45 o 50 minuti anche se devo rispondere a tanti interventi, ma sarò breve perché mi sembra che siano problemi che noi abbiamo già trattato ripetutamente prima, per cui ad un certo momento mi sembra che non si faccia che pestare l'acqua del mortaio, come qualcuno ebbe a dire stamane, in quanto che sono problemi che sono conosciuti da tutti.
Allora, io vorrei innanzitutto però puntualizzare alcune cosettine che mi sembrano di basilare importanza.
E quali sono queste cose? Innanzitutto noi siamo arrivati alla Regione a giugno del 1966; quindi la nostra permanenza qui è di neanche due anni, diciotto mesi, e pertanto è un dato che io voglio ricordare perché mi sembra che da parte vostra molte volte lo si dimentichi questo dato. Siamo arrivati e abbiamo dovuto portare nel 1966 l'approvazione del bilancio per quell'anno lì e, a marzo del 1967, l'approvazione del bilancio di previsione per l'anno 1967.
Ora stamane, il compagno ed amico Manganoni ha voluto ricordare qui ripetute volte la storia della burocrazia. Effettivamente è vero, effettivamente io gli farò presente, non perché voglio difendere la burocrazia di Roma, che la burocrazia c'è in Italia, come c'è dappertutto, questo è indubbio. Vorremmo tutti che fosse una democrazia molto seria, molto severa, perché se non ci fosse una burocrazia io penso che, per burocrazia intendendolo in senso buono come uffici di controllo, se non ci fosse questa burocrazia io non so cosa ne verrebbe fuori, in quanto che se è una burocrazia nel vero senso della parola, non come la intendiamo noi, che è solo lì per ritardare le cose, la burocrazia ci deve essere. Effettivamente questa burocrazia famigerata ha ritardato queste pratiche, e le ritarderà sempre; perché le ritarderà sempre? Perché quando noi arrivammo qui e trovammo il progetto per il nuovo riparto, presentato dai vostri deputati comunisti il 26 maggio 1966, cioè alla vigilia del nostro insediamento qui, esaminammo questo riparto nel più breve tempo possibile, nel minor lasso di tempo possibile, e lo portammo in discussione immediatamente quando andammo a trattare l'impostazione del bilancio del 1967. Ora, non è che si voglia qui criticare la proposta dei deputati comunisti per il nuovo riparto, perché io penso che questa proposta sia stata loro data da voi, e che sia stata frutto di discussioni che sono avvenute qui ad Aosta, ma non certamente in Consiglio, perché né tu, né io quelle proposte lì le abbiamo viste in Consiglio; allora approfitterei di questo piccolo inciso che mi è venuto fuori così, per incominciare a dirti che noi non abbiamo nessunissima intenzione di prendere in giro i Consiglieri mandando eventualmente un riparto a Roma senza averlo discusso in Consiglio. Ma questo rimprovero io potrei farlo a voi, cioè, non io, noi potremmo farlo a voi, perché questa proposta di riparto che i vostri deputati comunisti hanno presentato il 26 maggio, noi non l'avevamo discussa qui, è poi è stata portata qui a novembre, ma prima di arrivare laggiù noi non l'avevamo vista, ma io non faccio una colpa di questo, perché l'essenziale era che pervenisse al più presto perché effettivamente noi avevamo già studiato tanti riparti e non erano andati a buon fine. È indubbio che quel riparto, per quanto riguarda il nostro punto di vista, aveva delle lacune, delle lacune che ritenevamo abbastanza grandi, e in una riunione di commissione che abbiamo avuto il piacere di avere con voi, queste lacune le abbiamo fatte vedere; innanzitutto noi ritenevamo che mandare avanti questa proposta di riparto come era stato da voi impostata non avrebbe ottenuto un esito favorevole, in quanto che era basata essenzialmente su una presunzione di incassi che lo Stato percepisce dalla Regione come imposte, che i funzionari a Roma a torto o a ragione, ci dicevano: "provateci che ammontano a tanto". In altre parole noi dicevamo che la Regione Valle d'Aosta versa allo Stato come imposte, nella regione una certa aliquota, un certo importo... che è controllabile attraverso gli uffici di finanza e per tutte quelle società che purtroppo, è vero, hanno qui da noi la parte principale della loro attività, traggono da questa terra le sostanze principali, ma avendo la sede fuori della Valle d'Aosta, è là che pagano le imposte; per alcune di queste siamo riuscite ad avere l'aliquota di ricchezza mobile, ma per altre no, ma questo esula da questa discussione.
Quindi, quando noi diciamo: versiamo 15 o 16 miliardi allo Stato, gli organi centrali ci dicono "non è vero"; quindi era da provare. Io mi ricordo che allora alcuni commissari di questa Commissione ci dissero: "ma questo è assurdo, questo lo devono provare loro a noi", ma sono tutte parole che non hanno permesso di poter procedere con questo.
Allora che cosa si trattava di fare? Si trattava di impostare il bilancio del 1966, 1967 e 1968; quindi, prima domanda: mi si è detto "ma voi avete intenzione di mandare avanti il riparto?". Non solo abbiamo intenzione di mandare il riparto; voi ci direte "non dovete dire che lo stiamo studiando", no, no, lo stiamo studiando, e contrariamente forse ai vostri principi, ma ognuno di noi ha i suoi, noi riteniamo che questo riparto, perché possa avere un esito favorevole, dovrebbe essere concordato, anzitutto con il centro; cioè concordato in che modo? Sarà facile fare della demagogia, facile fare delle critiche, perché si dirà: "bravi, voi andate a Roma e accettate quello che loro vi danno"; questo lo dite voi, in quanto che noi non lo abbiamo mai fatto questo! Noi siamo andati a Roma e abbiamo detto: "la scuola ci costa la bellezza di quattro miliardi e rotti all'anno, la Valle d'Aosta è l'unica Regione che debba accollarsi tutta questa spesa perché tutte le Regioni a statuto speciale non pagano la scuola, quindi noi riteniamo che il riparto che abbiamo qui debba raggiungere e arrivare almeno a 10 miliardi e mezzo".
Arrivati a questo punto, però, era facile la discussione di poter fare passare un riparto o meno, in un così breve lasso di tempo, perché io ringrazio il Consigliere Germano quando stamattina ad un certo momento diceva: "voi potevate farlo passare, non lo avete voluto". Naturalmente io non voglio soffermarmi punto per punto perché, quando non avevo il piacere di avervi questa mattina, io mi sono ricordato delle sedute precedenti dove durante quattro o cinque ore abbiamo fatto del nostro meglio per esporvi quali erano i nostri punti di vista, non con la speranza di una vostra votazione favorevole, perché la vostra impostazione politica non ve lo consente, perché voi l'opposizione la dovete fare a tutti i costi, però pensavamo almeno una astensione e invece ne abbiamo avuto un voto contrario. In questo errore, per quanto mi concerne, io non cadrò più, per cui io voglio solo non entrare nei particolari, ma illustrare i punti principali di tutta la discussione, e allora questo riparto, ringraziato Germano di questa fiducia che ci dà per cui noi non potevamo fare andare avanti se lo avessimo voluto, io vi dico che noi abbiamo fatto del nostro meglio per farlo andare avanti ed insistiamo; però, vi diciamo, e questo so già che susciterà le vostre reazioni, ma cerco di dirlo con un tono di voce più sommesso possibile, ma voi sapete quali sono state le difficoltà che avete incontrato voi nel 1960-1966, perché tanti sono i progetti che avete presentato e purtroppo, io dico purtroppo, non sono arrivati a quel risultato positivo che tutti avremmo desiderato.
Il pretendere da noi, che siamo arrivati a giugno del 1966, l'immediata risoluzione del problema della zona franca, l'immediata risoluzione del riparto, ci colma di soddisfazione questa vostra fiducia! Ma naturalmente io penso che a chiunque abbia il desiderio di una critica oggettiva si debba riconoscere che è pretendere un po' troppo, perché? Perché se durante sei anni di permanenza vostra al Governo non siete riusciti a varare neanche uno dei problemi che c'erano qui, il pretendere che debbano essere risolti tutti da noi in poco tempo mi sembra che sia una assurdità.
Naturalmente continuo, continuo dicendo che questo riparto è nostra intenzione - per chi ha chiesto stamattina - di mandarlo avanti; non lo potevamo mandare avanti in questo momento, perché ancora agli ultimi abboccamenti che dovevamo avere ultimamente per vedere di accelerare i tempi, almeno se fosse stato possibile per il 1968, all'inizio, cioè in questo momento in cui noi dovevamo presentare il bilancio di previsione, purtroppo gli impegni che noi abbiamo visto alla Camera ultimamente hanno vietato, - sarà una scusa, non sarà una scusa, ma questa è una realtà - di poter procedere per questa trattativa.
E allora signori, che cosa abbiamo dovuto fare? Abbiamo dovuto esaminare il bilancio del 1968, ed ancorarlo, e farlo come quello del 1966.
E quindi, parliamo un momentino del bilancio del 1967.
Qui si ripete continuamente, e questo non ci dà nessuna noia è logico, immaginate un po' se dovesse arrivare qui uno dei nostri Consiglieri dell'opposizione, che arrivi, e che debba dire "Signori, avete impostato un bilancio del 1967 che era veramente un bilancio coraggioso, perché mentre noi nel 1965 prevedevamo di ottenere dallo Stato quattro miliardi e trecento milioni, come avevamo ottenuto, voi addirittura ne prevedevate dieci miliardi e mezzo, erano veramente tanti". E la definizione di bilancio fantasioso mi era anche piaciuta, perché in fondo, in fondo, forse era anche così, però vorrei aggiungere alcune piccole considerazioni, considerazioni di questo genere: io credo che qualsiasi di noi sappia che un bilancio come quello della Regione, che per lo più è ancorato nella sua maggiore importanza finanziaria al Governo, dipenda dal Governo centrale attraverso delle quote di riparto; quando si sono chiesti dieci miliardi e mezzo, già in quella proposta di legge, io penso che non si siano proprio dormiti sonni tranquilli, di ottenerli tutti i dieci e mezzo! Io penso che in qualsiasi trattativa, anche se questo riparto ci è dovuto, si tratti di discuterlo nella sua misura, nella sua quantità, per cui se invece di dieci e mezzo fossimo riusciti ad ottenerne nove e mezzo, io penso che sarebbe già stata cosa gradita.
Ora, che cosa abbiamo fatto noi? Nel bilancio del 1967 abbiamo messo questi dieci miliardi e mezzo che prevedevamo, con un futuro riparto, di ottenere.
Ma col riparto che non andava avanti, come facevamo ad ottenerli? Gli uffici dicevano: "questo non è possibile"; e allora, se non è possibile questo, che cosa dovevamo fare? Dovevamo fare quello che abbiamo, fatto, cioè, cercare di spremere tutto quello che si poteva spremere attraverso il riparto della quota fissa e della quota variabile e vedere di ricuperare la differenza attraverso altre fonti di finanziamento.
E allora, con la premessa che ho fatto prima, cioè che non mi presterò a della polemica, vorrei dire all'amico Casetta, così en passant, che ha avuto una battuta questa mattina quando dice "il vostro bilancio è come una zucca vuota", io vorrei dire all'amico Casetta, amico e compagno Casetta, "lasciamo stare queste zucche vuote perché se tu trovassi uno meno amico di me potrebbe parlarti di tante altre zucche vuote che sono in circolazione, di tante altre cose"; lasciamo stare, io mi soffermo solo su questo: il bilancio nostro non è una zucca vuota. "Vuole che sia una "cussa", sarà "un cussot, dise it"! Ma non lo è. Perché non lo è, e questo voglio solo che risulti a verbale perché tutto il resto non conta, sono queste le cose che contano, non serve, non è importante stabilire quello che si è ottenuto; e che cosa si è ottenuto? Innanzitutto attraverso il riparto, quota fissa e quota variabile, anziché i 4.300.000.000 del 1965 abbiamo concordato con il Governo centrale una quota di sette miliardi quattrocento, sette miliardi cinquecento.
Allora, da parte di Consiglieri di opposizione, fondati, niente da dire, potrei anche dire il nome, mi si diceva: ma come faremo, come farete ad arrivare a questo importo? Ma l'importo è stato concordato, l'importo è stato fissato ed è quello che gioca in questo momento, è quello che viene avanti in questo momento e dalle quali quote noi preleviamo, ogni trimestre, non so quando è, l'importo che ci è dovuto.
E allora, vediamo un po', le quote fisse, per il 1965 sono tremiliardiduecentoquarantaquattromilioni; per il 1966 questa quota era diventata tremiliardiseicentoventotto; per il 1967, è diventata di quattro miliardi e quattrocento milioni. Parlo del 1967.
Il Consigliere Fosson stamattina - e fa bene, è giusto, non poteva mica dire altro - ha detto: "ma questo aumento di quota fissa è avvenuto per naturale crescenza, è avvenuto fuori perché le aliquote già erano fissate in quelle che erano, e quindi, qui non avete nessun merito voi"; benissimo! Noi non vogliamo nessun merito, noi vogliamo soltanto dirci che da quattro miliardi e tre siamo arrivati a sette e quattro, sette e cinque.
Dove è stato l'aumento che ci ha permesso di arrivare a questo? L'aumento è stato dato da questo fatto: mentre le quote variabili del 1965, da voi riscosse, erano di un miliardo centosessanta milioni, per il 1966 queste stesse quote sono diventate di due miliardi e trecento, e per il 1967 sono diventate di tre miliardi e cento.
(voce di Casetta: ...non ancora...)
Sì, sì, queste lo sono già perché... (voce di Germano) ...no, noi abbiamo, bisogna avere molta pazienza; il problema è questo: noi abbiamo concordato con lo Stato un riparto che deve dare, come noi abbiamo concordato con lo Stato un riparto che deve dare come introito, fra quota fissa e quota variabile, sette miliardi e mezzo; va bene? Se questi sette miliardi e mezzo che noi introitiamo - e questo è indubbio che li introitiamo, ed è questa la cosa che a noi interessa di più di queste zucche vuote, di cui voi state parlando, - questi sette miliardi e mezzo noi li otterremo: quattro miliardi e quattrocento milioni per le quote fisse, e tre miliardi e cento milioni per le quote variabili.
Supponiamo che invece di quattro miliardi e quattrocento milioni di quote fisse ne vengano fuori - cosa che non possiamo prevedere - quattro miliardi e trecento, è segno che attraverso le quote variabili ci dovranno dare tre e due; l'essenziale è solo questo: che noi portiamo, nel bilancio della Regione, sette miliardi e quattrocento, o sette miliardi e cinquecento milioni.
Il fatto che tu, amico Germano, dissenta, è logico, perché se non fosse così cadrebbe tutta l'impalcatura che tu hai sostenuto per tanti mesi e che deve cadere! Deve cadere, perché i sette miliardi e mezzo sono concordati e su questi voi potete fare tutte le disquisizioni che volete, potete spaccare i capelli in 36, come diceva il Consigliere Caveri, ma i sette miliardi e mezzo ci sono, ci saranno per quest'anno, ci saranno per l'anno 1968, questo è indubbio.
Questa è la finanziaria che ve lo potrà confermare, e fin lì ci siamo, per cui, primo passo di questo famigerato centro sinistra si è che da 4.300.000, siamo arrivati a 7,4-7,5.
Naturalmente qui c'è una seconda cosa da aggiungere e questa cosa è quella dell'articolo 12; l'articolo 12, o meglio, sull'articolo 12, ricorderemo tutti che abbiamo chiesto un miliardo per il 1966, e due miliardi per il 1967. Ora, non tutte le ciambelle riescono col buco. Mi sarebbe piaciuto oggi poter venire qui e dirvi che le assicurazioni che avevamo avuto di avere già l'assegnazione di questa somma erano una realtà; purtroppo, io vi dissi un giorno che qui avevo già una lettera del Ministro del Tesoro, che assicurava la Giunta e il centro-sinistra che la richiesta dei tre miliardi era stata accettata; il Ministro del Tesoro, dopo aver provveduto a fare gli impegni di sua competenza aveva interpellato la ragioneria dello Stato, e abbiamo seguito la pratica alla Ragioneria dello Stato; in seguito l'aveva mandata al Ministro del Bilancio, che doveva esprimere il suo parere favorevole, e, in un brevissimo lasso di tempo, il Ministro del bilancio questo parere favorevole ha dato. Ora, io mi preparavo a venire oggi, o meglio, il sei, perché non ci aspettavamo il sette, per leggervi un telegramma, che voi però avrete già sentito alla televisione: ed è questo che ci tranquillizza, ed è questo che ci tranquillizza anche in raffronto al coordinamento, come è stato citato volutamente questa mattina: perché questo telegramma diceva alla Giunta: "Comunicasi che Consiglio Ministri nella riunione che avrà luogo domani venerdì 27 ottobre esaminerà tra l'altro disegno di legge concernente assegnazione a Regione Valle d'Aosta contributo speciale per scopo determinati ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto speciale - Sottosegretario di Stato Presidente del Consiglio Ministri Salizzoni".
Naturalmente è facile, e a noi questo non costa niente, il vedere dell'ironia, perché non è passato venerdì, ma vedrete che passerà presto; al primo Consiglio dei Ministri questo passa; e la conferma di questo ve lo potrebbe dare il Presidente della Giunta, se lo riterrà, che, se non sbaglio, ancora solo ieri ha avuto un abboccamento per altri motivi, ma anche per questo.
Ed allora, che cosa vi dovremmo dire? Vi dovremmo dire che questa proposta dei tre miliardi che la Presidenza del Consiglio dei Ministri già ci dà come scontati, perché passerà, andrà a finire in Commissione, andrà a finire in Commissione e qui si può fare una lunga disquisizione giuridica, ci può essere colui che dice: "ma questo dovrà passare alle Camere", un altro dice "no, io presumo che non passi alle camere", ma su questo punto poi, ne parleremo dopo.
Ad ogni modo a me pare che il desiderio di tutti noi sia uno solo: che questo passi al più presto, come ha da passare, come siamo sicuri che passi perché, coi due miliardi del 1967, in aggiunta ai sette miliardi e mezzo, noi arriveremo a 9.500.000 di quei dieci e mezzo che avevamo previsto.
Naturalmente, arrivati a questo punto mi si potrà dire "ma voi, ne avevate previsti dieci e mezzo, e siete arrivati solo a nove e mezzo", ed io vorrei rispondervi allora, che ovviamente abbiamo... perché qualche cosa bisognerebbe non dire qui, perché sarebbe saggio e prudente che non tutto quello che si dovrebbe dire si dicesse, perché sarebbe saggio e prudente che si dicesse, per esempio, che il personale della Regione, non è che sia molto molto numeroso, sarebbe bene che si dicesse che la Valle d'Aosta non costruisce delle scuole dove non ci sono alunni; sarebbe bene e prudente che si dicesse che la Regione della Valle d'Aosta i denari che ha - quei pochi o tanti, secondo se siamo al di là o al di qua del banco - li spende come devono essere spesi, perché io mi auguro che funzionari che controllano queste nostre richieste non abbiano ad avvalersi di questo perché sarebbe veramente poco favorevole a quello che noi sosteniamo sempre nelle nostre discussioni, quando trattiamo con questi funzionari del Tesoro, del bilancio, delle finanze, che sono veramente dei cerberi, questa è la verità. Lo fanno, sono pagati per fare quello, perché anche in questo bisogna avere una certa comprensione; io credo che tutti i nostri assessori, come i vostri assessori, quando arrivano delle richieste continue, ad un certo momento, sia pure con dispiacere forse, dovevano cercare di resistere. Ora, queste richieste che pervengono a noi nel nostro piccolo pervengono a Roma dove tutti chiedono decine di miliardi, noi siamo molto più onesti, noi non siamo come la Sicilia e la Sardegna, ecco perché ci battiamo, perché ci devono essere dati senza tante difficoltà, però è indubbio che anche laggiù, io penso, di fronte alle centinaia, centinaia di richieste, ad un certo momento debbano irrigidirsi, perché io non so se si volesse fare una piccola chiacchierata su quello che potrebbe diventare il valore della moneta, sulla svalutazione, ecc.
Ora, stabilito questo, quindi, questa zucca vuota, che per adesso, disgraziatamente non è effettivamente tutta piena, ma da 4.300.000 è arrivata a 7.500.000, noi siamo convinti e ci auguriamo questo, anche con i vostri voti, con i vostri auspici, che abbiano a diventare nove e mezzo.
Perché dicevo l'altro giorno, scherzando, come amministratore, perché tante cose abbiamo già visto, che abbiamo visto qualche volta che sono stati frapposti bastoni fra le ruote a determinate pratiche che stavano andando avanti a gonfie vele; ora, io mi auguro che in questo caso, e sono sicuro, non ci saranno bastoni fra le ruote, perché, come amministratori regionali, come tutti voi saremmo veramente spiaciuti di questo, e ci batteremmo lo stesso per risolverla, ma vorrei, come uomo politico, invece, che a qualche deputato venisse in mente di dire "no signori, noi non vogliamo solo la Commissione, vogliamo che sia portato in aula, desideriamo che siano dati più miliardi alla Regione", perché naturalmente questo non farebbe che ritardare questo provvedimento, con le conseguenze che naturalmente vedremo poi in seguito, che vedremmo in futuro.
Quindi, come stabilito, il riparto della Regione, questo bilancio che era vuoto, è oggi a questo punto: sette miliardi e mezzo, noi li abbiamo e li stiamo riscuotendo via via, e gli altri sono sulla strada per arrivare con l'augurio che tutti aiutino a fare sì che abbiano ad arrivare presto.
Cosa ne viene fuori, per concludere questa mia chiacchierata? Ne vengono fuori poche considerazioni; ne vengono fuori poche considerazioni perché il riparto noi intendiamo mandarlo avanti; sarà motivo di ilarità, perché quando non si sa più che cosa fare altro di fronte alle cifre, si ride, si riderà grigio magari, ma si ride; il riparto ha trovato poi un'altra piccola difficoltà, ha trovato una difficoltà in quanto che voi sapete meglio di me che si sta trattando anche il problema della zona franca, e allora è stato facile gioco, è stato buon gioco a determinati funzionari a Roma di dire: "ma, non possiamo trattarli tutti e due, noi desideriamo mandare avanti la pratica del riparto, della zona franca, in quanto che è legata con quella del riparto". Noi ci siamo permessi di fare notare che, siccome con la zona franca le difficoltà le vediamo sempre sorgere nuove, oggi è il MEC, domani è una altra storia, noi invece insistiamo perché venga mandato avanti questo riparto per cui il giorno in cui, speriamo, arriverà questa zona franca, anche il riparto sarà a posto e noi lo modificheremo allora.
Quindi, sia ben chiaro, malgrado quello che voi state dicendo il riparto è pronto; non appena avremo sentito il parere ancora di alcuni di questi Ministeri, per due o tre cose che non vanno, verrà portato alla Giunta, la Giunta lo esaminerà, la Giunta lo manderà in Commissione. "Quando lo manderete in Commissione?", ecco un altro appunto che mi ero preso per lì; bellissima questa fretta! Bellissima questa fretta del riparto, perché noi siamo arrivati, il riparto lo dobbiamo portare immediatamente; loro sono rimasti lì sei anni, si sono accontentati di fare tante proposte di legge, perché non costano niente, si mandano, si fanno votare qui, si mandano a Roma, poi se non sono tornati indietro, è facile, il Governo centrale, accentratore, non ha voluto rilasciare niente, il rubinetto, le discriminazioni, ma mi sembra che sia un po' ilare, il porre i problemi su queste basi, un po' ridicolo, se vogliamo dirlo in altre parole, perché, abbiate pazienza, in questi sei anni, voi avete provato a fare passare questo riparto? "Sì abbiamo provato", mi direte voi, e non è passato, e noi lo dobbiamo fare passare immediatamente, e questo non riesco a capire il perché. Noi stiamo trattando questo riparto, lo stiamo mandando avanti e al momento buono arriverà.
Naturalmente, che cosa abbiamo sentito questa mattina? Abbiamo sentito il Consigliere Caveri che suggeriva una malizia: diceva "ma non vorremmo, non vorremmo che non lo faceste passare", oppure non so che cosa ha detto il Consigliere Caveri quando dice: "ma corre voce, corre voce che voi non vogliate farlo passare per timore che si arrivi noi di nuovo alla Regione e che quindi si possa usufruire di questo riparto, che voi avete ottenuto". Se non sbaglio è una cosa simile che tu hai detto stamane.
Ora, io ti dirò che c'è un proverbio piemontese, che dice che "chi c'a 'l suspett l'a 'l' difett...". Noi non abbiamo nessuna intenzione di quel genere lì, con noi il riparto sta andando avanti, anche se poi adesso mi viene in testa, ricordando la battuta su Bondaz che tu dicesti stamattina, tu dicesti "noi non vogliamo fare come Bondaz che vi portò il riparto"; tu l'hai ripetuto qui stamattina, io non l'ho mai detto quello, se tu te lo sei sognato, io me lo sono sentito dalla tua voce, e quindi ripeto quello che tu hai detto! Va bene, allora, io questo discorso non l'ho mai fatto, se qualcuno lo ha fatto, ma forse aveva anche un po' di ragione, in fondo, perché voi nel 1955, quando noi facemmo questo riparto, voi immediatamente lo criticaste, voi continuaste a dire che non era sufficiente quel riparto, continuaste a protestare... (si sente la voce di Caveri) ...perché la vostra legge non poteva andare avanti, perché era incompleta la vostra legge, adesso quando vi porteremo la nostra vedrete la differenza fra la nostra e la vostra, perché forse voi avete un interesse solo, di mandare avanti delle leggi che non possono andare avanti, perché il giorno in cui questi problemi fossero definiti per la Valle d'Aosta, voi non potreste più protestare e non servireste più a niente.
Caveri (U.V.) - ... Lei ha promesso quella legge e non arriva mai?...
Bordon (D.C.) - Allora, Lei è da sei anni, Lei è da quindici anni che parla di questo, Lei sa che cosa è, Lei non è un grande ammiratore, ma non è neanche un grande oppositore, perché Lei, per esempio, quando fa questi discorsi si mette in una incauta situazione, perché Lei quando fa questi discorsi dovrebbe ripetere a noi qui, noi, in dodici o diciotto mesi, non l'abbiamo portato, Lei quanti anni è rimasto alla Presidenza della Giunta? Lei, per quanti anni ha fatto il Presidente della Giunta? Ci dica qui quali sono i problemi che ha portato Lei.
Caveri (U.V.) - Io ho aperto il Casinò... e ho regalato alla Valle d'Aosta 40 miliardi.
Bordon (D.C.) - ...ma Lei non lo voleva mica chiudere, perché poi il Casinò di Saint Vincent sono in tanti ad averlo aperto.
Caveri (U.V.) - Sono io che l'ho aperto!
Bordon (D.C.) - Bene, ma Lei sentirà certamente da altri dire che non è vero perché c'è Chabod che lo dice, il Prof. Chabod, c'è gente di Saint Vincent che lo dice, ma a noi non interessa.
Caveri (U.V.) - Il Prof. Chabod ha fatto un decreto e l'ha messo in un cassetto, e l'ha tenuto nel cassetto e non ha aperto nessun Casinò.
Bordon (D.C.) - Guardi avvocato Caveri, vada piano nella discussione dei cassetti chiusi e aperti, a noi questo problema non interessa, la paternità non interessa, chi lo ha aperto, lo ha aperto!
Caveri (U.V.) - ...chi è in buona fede lo riconosce, e chi è in mala fede non lo riconosce...
Bordon (D.C.) - Grazie altrettanto per la malafede, ma è certa una cosa, che chi lo ha aperto... (interruzioni di Caveri)
Caveri (U.V.) - ...fare cambiali false, come sono abituate certe famiglie...
Bordon (D.C.) - Vuole ripetere quello che ha detto adesso?
Caveri (U.V.) - Non siamo qui a fare cambiali false.
Bordon (D.C.) - Ma non abbiamo mai fatto cambiali false! Io non ne ho mai fatte e Lei vede come è filibustiere, avvocato Caveri, come Lei è triviale qui dentro, Lei qui dentro porta sempre i problemi delle famiglie! Lei mi trovi quando io ho fatto una cambiale falsa e io le risponderò, perché io di cambiali false non ne ho mai fatte; io sto parlando con Lei in questo momento, della sua attività di uomo politico, e non vado a vedere i suoi panni più o meno sporchi in casa, perché non l'interessa; quindi sia ben chiaro.
Ed allora, fatta questa premessa e questa parentesi, perché è un po' l'abitudine sua di fare la lavandaia, Lei la lavandaia la fa nei caffè come lo fa qui dentro, Lei è un po' per natura questo, ma guardi, noi non ci sprechiamo, noi non ci sprechiamo perché Lei qui dentro non ha mai portato nulla di positivo, Lei è riuscito soltanto a dividere i valdostani, e non mi faccia continuare su questo tema, perché potremmo parlare per delle ore e dimenticare il bilancio che invece è quello che è all'ordine del giorno.
Quindi, ciò premesso, noi vi diciamo che per quanto riguarda il riparto, perché mi servivo di questi appunti qui, per quanto riguarda il riparto, il processo che voi fate alle nostre intenzioni è un processo fasullo, perché noi, tanto per cominciare, il riparto lo stiamo facendo, e cercheremo di farlo al meglio, non vogliamo mandare una proposta a Roma che serva soltanto per dire: qui in Valle d'Aosta abbiamo mandato una proposta, perché poi è stata bocciata, noi desideriamo mandare una proposta che ci auguriamo abbia esito positivo.
Naturalmente vi ho detto quello che può essere stato l'aumento, vi ho detto che da 4.300 siamo passati a 7.500, vi ho detto che siamo convinti di arrivare a 9.500, e quindi abbiamo soltanto da aggiungere che il bilancio del 1968 è stato posto sopra le stesse basi di quello del 1967, perché, non avendo ancora un riparto, questo noi non potevamo cambiare e dovevamo mandare avanti in quel modo.
Naturalmente, qui ci sarebbero tante osservazioni ancora da fare, qui, ma io non vorrei neanche soffermarmi; abbiamo parlato di riparto, ad un certo momento è stato, si è parlato qui dentro di determinate impostazioni, si è voluto parlare del personale della Regione, che è troppo numeroso, si è voluto parlare di diversi e svariati problemi. Ora, si potrebbe rispondere, ma penso di portare via forse la risposta ad altri: il personale regionale nel 1960 era di 490; nel 1961 495, nel 1962 513, nel 1963 518, nel 1964 523, nel 1965 585; oggi dovremmo essere a 633. Io non sono il capo del personale, non so se ad altri potrà servire, ma è indubbia una cosa, che quella elencazione di nomi che noi sentiamo fare qui qualche volta, noi avremmo soltanto da andare un po' indietro nel tempo, e vedreste che l'aumento sarebbe molto, molto più forte quando c'erano loro qui alla Giunta, perché quando noi parliamo, per esempio, quando parliamo dei controllori della Regione... (si sente la voce di Caveri ...scampanellata e richiamo del Presidente) ...nel 1960 noi avevamo 8 o 10 controllori della Regione e siamo arrivati qui, nel 1965, ce ne siamo trovati 18? Se non sbaglio, quelli lì non li abbiamo mica messi noi, li hanno messi loro; se ce ne saranno 23, sono aumentati di cinque, se sono aumentati, e adesso, aumentando il gioco, come aumenta il gettito, probabilmente aumenteranno ancora... (si sente la voce di Andrione) ...Comment tu dis?
Allora, io ho già detto tutto quello che dovevo dire; naturalmente le risposte vostre le so già, basta che legga il verbale del 1° marzo 1967, e altro da aggiungere io non ho... (voci in lontananza) ...L'articolo 12, benissimo, vorrei sapere che cosa sono queste richieste? L'unica richiesta, mi sembra è stata fatta dall'avvocato Fillietroz, che ad un certo momento ebbe a chiedere l'elenco delle opere che noi avevamo presentato a Roma, e l'elenco - ci siamo accorti, tanto è che il ragioniere capo lo può confermare - abbiamo detto "peccato che non l'abbiamo unito". L'elenco c'è, se volete ve lo leggiamo.
Lo leggiamo...
Allora: Assegnazione alla Regione Valle d'Aosta per 3 miliardi sul bilancio del 1968 - Questa la lettera e questo l'elenco - Per l'elenco abbiamo:
Bilancio preventivo 1968, elenco delle spese in conto capitale e di investimento, a parziale copertura delle quali la Regione Valle d'Aosta richiede allo Stato, per il 1968, l'assegnazione di uno speciale contributo di tremiliardi ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto regionale e della legge 29.11.1955 n. 1179.
Descrizione della spesa:
- Azione ed intervento in campo economico - Partecipazioni azionarie - Società per il Traforo del Gran San Bernardo |
125.000.000 |
- Altre società funiviarie per la valorizzazione di centri alpini della Regione |
110.000.000 |
- Spese per opere pubbliche e ammortamento - spese di progettazione e per la costruzione di opere stradali, al netto del contributo concesso dallo stato e delle spese a carico regionale per opere stradali |
1.530.000.000 |
- Contributo ai comuni per la costruzione di edifici pubblici e per la costruzione di opere stradali |
170.000.000 |
- Spese e contributi per la elaborazione di piani regolatori |
130.000.000 |
- Contributi e concorsi di spese per lo sviluppo turistico e per il potenziamento di attrezzature sportive |
300.000 |
- Contributi al Comune di Aosta per il concorso su spese di ammortamento mutui, contratti e da contrare per finanziamento lavori di pubblica utilità |
250.000.000 |
- Contributi per favorire lo sviluppo industriale in Valle d'Aosta |
50.000.000 |
- Rimborso di prestito per annualità dovute alla Regione su mutui contratti per la realizzazione di opere di pubblica utilità |
640.000.000 |
- Spese per la costruzione della funivia Buisson-Chamois |
120.000.000 |
- Totale spese intervento in campo economico e rimborso di prestiti |
2.425.000.000 |
Questo è quello che noi abbiamo presentato al Ministero del Tesoro per avere, se è possibile, i tre miliardi su questo elenco qui.
Io prego il ragioniere Capo, eventualmente, di far fare delle copie di quell'elenco e di mandargliele.
Istruzione e cultura
- Spese e contributi per la costruzione e sistemazione di edifici per la pubblica istruzione |
380.000.000 |
- Spese per l'archeologia |
185.000.000 |
Totale spese istruzione e cultura |
565.000.000 |
Azione e intervento in campo sociale
- Spese e contributo per la sistemazione di acquedotti, cimiteri e fognature |
305.500.000 |
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- Azione e intervento nel campo delle abitazioni - Sistemazione di fabbricati per incrementare la ricettività turistica Sul capitolo 148: 120.000.000 |
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Sul capitolo 150: 20.000.000, 230.000.000, 50.000.000 |
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Totale di tutto questo |
520.000.000 |
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Riepilogo generale: Azione e intervento in campo, economico e rimborso di prestiti |
3.425.000.000 |
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Istruzione e cultura |
575.000.000 |
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Azione e intervento in campo sociale |
305.000.000 |
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Azione e intervento nel campo dell'abitazione |
420.000.000 |
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Il totale è |
4.715.000 |
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Manganoni (P.C.I.) - Bordon si stupisce che, in sede di discussione del bilancio, venga sempre fuori la questione del riparto; ma, Bordon, non c'è da stupirsi quando il bilancio è basato particolarmente sul riparto, e se non se ne parla del riparto, in sede di discussione del bilancio, e quando allora se ne deve parlare? Quindi, questo tuo stupore è assolutamente fuori luogo.
Non se ne parlerà forse più del riparto, se ne parlerà meno, quando si sarà ottenuta una revisione del riparto, ma fin quando le cose stanno come stanno oggi, caro Bordon, hai voglia, come se ne deve discutere e se ne deve discutere, guai se non se ne discutesse!
Ora, vedi, tu dicevi che la nostra proposta di legge aveva delle lacune, la nostra proposta di legge sul riparto; ma noi l'abbiamo detto: "questa è una bozza, modifichiamola, correggiamola, apportiamo tutte le modifiche che voi suggerite, però discutiamone"; ma voi non avete detto allora: "ci sono delle lacune in questa legge e vediamo di rimediare", voi la legge l'avete respinta, avete detto "no, non la discutiamo", quindi non c'era neanche la volontà di discuterne, non che c'erano delle lacune, perché le lacune si correggevano, ammettendo che ci fossero le lacune. Perché vedi... continua a dire, quando si parla del riparto, e noi qui è di questo che dovremmo stupirci, del fatto che Bordon continua a rispondere: "stiamo studiando"; ma, fin quando avete intenzione di studiare? Adesso è da un anno e mezzo che voi state studiando, a parte che avevate anche tempo di studiare, non solo, ma quando se ne è discusso, eravate all'opposizione, eravate talmente d'accordo, che l'avvocato Bionaz da quei banchi si è alzato e ha detto: "al 75% chiediamo"; quindi allora non c'erano le lacune, eravate d'accordo; le lacune le avete solamente scoperte dopo. Poi vede, dice: "tanto la vostra legge non poteva andare avanti, la situazione non era matura". Ma, Bordon, perché la nostra legge fosse andata avanti ci voleva ben poco, bastava il voto favorevole dei deputati del centro sinistra; il deputato, i deputati del partito comunista e del partito socialista di unità proletaria, consultati da noi, ci hanno detto: "noi votiamo, ci impegniamo di votare a favore se i deputati del centro sinistra, cioè i democristiani e i socialisti si prendono lo stesso impegno", era maturissima la legge per andare avanti, la si portava in Parlamento, la quasi totalità, escluso i missini, i monarchici, le destre, votavano e la legge era approvata; quindi, come non era matura? È che i vostri deputati, i deputati del centro sinistra non ne volevano sapere, cioè i vostri deputati, il vostro Governo, naturalmente. Quindi, tutte queste difficoltà, che qui ci sollevi, sono difficoltà che stai creando tu per giustificare il malvolere del governo, la non volontà del Governo di centro sinistra di Roma di approvare il riparto, perché avevi il totale appoggio degli altri deputati della sinistra.
Ora, dice ancora: "ma, voi, voi, all'opposizione, voi dovete fare l'opposizione"; no, Bordon, non è vero che noi facciamo l'opposizione per l'opposizione, perché quando fate delle proposte, proponete delle leggi o dei provvedimenti che tornano a vantaggio della Valle d'Aosta o della popolazione valdostana, noi non facciamo dell'opposizione, noi, in diverse occasioni, abbiamo detto: "bene, avete fatto bene a presentare questo provvedimento e noi lo votiamo", quindi non potete accusarci di fare dell'opposizione per l'opposizione, noi facciamo l'opposizione quando è giusto farla, quando, cioè, o voi dormite su quei banchi della Giunta e non vi muovete e non varate le leggi e i provvedimenti che sono urgenti da varare, o quando varate dei provvedimenti contrari agli interessi della Regione o della popolazione valdostana, o almeno della maggioranza della popolazione valdostana.
Ora, il fatto che voi, in sei anni, dice Bordon - ma voi in sei anni non avete fatto questa legge, non avete ottenuto questo riparto e cosa pretendete da noi?
Vedi Bordon, vi è una differenza fra voi e noi, ed è questa: quando noi eravamo su quei banchi, cioè, prima, quando io ero all'opposizione, poi quando sono stato su quei banchi, abbiamo sempre detto alla popolazione valdostana, pubblicamente, in Consiglio o fuori, le cose come stanno, la verità; cioè abbiamo sempre detto: "a Roma, non ne vogliono sapere di accogliere le giuste e legittime richieste della Regione Valle d'Aosta"; questo l'abbiamo sempre detto; noi non abbiamo mai, anche quando eravamo seduti su quel banco, non abbiamo mai detto "sì, noi otterremo questo; noi faremo il possibile per ottenere questo; noi andremo a Roma, chiederemo, pesteremo, faremo tutto il nostro possibile", bisogna essere in due, non bastano le nostre richieste, bisogna che anche quelli di Roma dicano di sì; quindi noi abbiamo sempre denunciato questo sabotaggio da parte degli organismi, da parte del governo centrale nei confronti della Valle.
Voi, invece, cosa avete fatto? Appena seduti su quei banchi, lo stesso giorno che vi siete seduti un anno e mezzo fa, avete letto, avete dato lettura, il Presidente della Giunta, di questo "dichiarazioni programmatiche del neo eletto Presidente della Giunta Avv. Cesare Bionaz", dove dicevate, in questo famoso decalogo, e io vi inviterei a rivedervelo, perché si vede che ve ne siete già dimenticati, voi, voi dicevate: primo "trasferimento alla Valle dei residui beni patrimoniali" e qui, fischia, anzi, non se ne parla più dei beni demaniali!
Secondo: regime di zona franca, e anche la zona franca, almeno oggi Bordon ha avuto, ha avuto un barlume di sincerità, e ha detto: "qua la zona franca quando verrà..." come sempre abbiamo detto noi, si dice "meglio che facciamo prima il riparto, poi quando verrà la zona franca, si vedrà...".
Al secondo punto, comma b) è revisione in aumento della quota delle imposte assegnate alla Regione sulla base del 75% delle entrate complessive.
Ora, quando una amministrazione regionale, una amministrazione qualsiasi, fa un programma e delle dichiarazioni programmatiche si devono intendere realizzabili quelle dichiarazioni programmatiche, realizzabili entro il termine della legislatura per cui si è in carica. Io non penso che il Presidente Bionaz abbia fatto queste dichiarazioni con intenzione di realizzarle nel 19(?) non 1990, o nel duemila, penso che certe dichiarazioni programmatiche si riferivano al periodo in cui questa Giunta rimaneva in carica.
Ora, dunque, per questo qui non c'è la data, ma queste dichiarazioni le aveva fatte nel mese di giugno, mi pare, dell'anno scorso, ora, questa Giunta sapeva benissimo nel mese di giugno dell'anno scorso che l'amministrazione regionale scadeva adesso in ottobre, e pertanto questo programma, se vi era un minimo di buona volontà e di serietà da parte vostra, doveva essere realizzato prima della scadenza, cioè prima di ottobre del 1967, nel 1967. Quindi ecco qui la differenza fra noi e voi: noi siamo stati leali, abbiamo detto alla popolazione, abbiamo detto tutte le cose come stanno; voi invece, prendere degli impegni, fate dei programmi che non solo sono realizzate, ma vi rifiutate persino di inoltrare la legge, una proposta di legge a Roma per il riparto fiscale, perché voi dite "stiamo studiando", ma e la inoltrerete quando? Quando ci sarà una prossima Giunta? Io non escludo che una prossima Giunta lo farà, potrà anche essere quella attuale, io non l'escludo, però, però sia chiaro, questo programma non si riferiva a dopo le elezioni, io penso, ecco Bordon, la differenza fra voi e noi è che voi avete ottenuto quello che abbiamo ottenuto noi da Roma, cioè dei cedi (?), ma non per la vostra cattiva volontà, Bordon, te ne do atto, tu, i tuoi colleghi, il Presidente, ci siete andati a Roma, e quante volte ci siete andati, io vi dò anche atto che vi sarete battuti per ottenere alcuni di questi punti, è anche una questione di amor proprio e di orgoglio, vi siete impegnati a realizzare questi punti; almeno uno o due dei dieci realizziamoli, ma non arriviamo alla fine della legislatura, e questi dieci punti sono ancora dieci punti tutti da realizzare! Però cosa avete trovato voi a Roma? Quello che abbiamo trovato sempre noi, cioè la cattiva volontà da parte dei governanti nei confronti della Valle d'Aosta; non vogliono dare alla Valle d'Aosta quello a cui la Valle d'Aosta ha diritto; qui è la sostanza del problema, caro Bordon, quelle che mi sono sembrate più enormi; dice: "sarebbe bene che non si dicesse in Consiglio che il personale è troppo numeroso perché poi questo giunge a Roma, ecc...".
Ma, scusami, ma in Consiglio bisogna dire le cose come sono; voi non volete che noi si dica in Consiglio che il personale aumenta; e allora, non aumentatelo, e noi non lo diremo; ma, sentite un po', avete, in un anno e mezzo, neanche, aumentato di ben 41 dipendenti e io non ripeto quanto ha ricordato Caveri questa mattina, di ciò che diceva Dujany a noi, basta con queste assunzioni; ma tu devi essere affetto da amnesia caro.
Dujany (D.C.) - ...voi non avete accettato la votazione della mozione.
Manganoni (P.C.I.) - Credo che tu sia affetto da amnesia perché adesso dovresti, Dujany, se tu fossi coerente, tu dovresti alzarti ed associarti a noi e dire: "ma, è vero, basta con queste assunzioni"; mentre invece adesso ti sei dimenticato, ti sei scordato, e io sono certo che in Giunta, quando i tuoi colleghi propongono l'assunzione dei membri della confraternita, e allora tu approvi come approvano gli altri.
Ora, noi lo dobbiamo dire, perché è vero, ma non solo, ma su questo piano, su questa relazione al bilancio, ve l'ha detto questa mattina, si prevede un aumento ancora del personale, oltre ai 41 che avete assunto senza concorso ecc. ed è giusto che noi protestiamo, ma non per la soddisfazione di protestare, ma perché noi abbiamo la coscienza di amministratori.
Vi diceva sempre questa mattina, un consigliere, mi sembra Caveri: "facciamo attenzione di non arrivare al punto di certi comuni italiani dove gli introiti non bastano per pagare il personale. Non arriviamo anche noi a quei punti, perché se no, alla Giunta, allora la Giunta sarà assolutamente inutile e il Consiglio anche, perché basteranno i funzionari a riscuotere le entrate e a pagare il personale" e voilà, l'amministrazione autonoma della Valle d'Aosta si limita, si riduce a questo. Quindi, fate attenzione, noi ve lo diciamo, non per spirito polemico, ma come amministratori coscienti.
Non bisogna dire che le scuole si costruiscono dove non ci sono bambini: ma sentite, noi l'altro giorno ve l'abbiamo detto, vi abbiamo dimostrato con le cifre che a Rhêmes vi è un bambino; vi abbiamo dato 9 milioni per ricostruire una scuola dove c'è un bambino, e fra un po' di anni non ve ne saranno per niente, abbiamo detto, voi forse non lo sapevate, però vi avvertiamo: esaminate, non buttate via 9 milioni. Voi cosa avete fatto? Andremo a vedere, però le scuole le avete appaltate.
(Voce: ...ma chi l'ha detto?)
Non le avete appaltate le scuole di Rhêmes? Io vi dico, non sono mica assessore, io devo lavorare le mie otto ore, non posso mica passare i miei giorni a sfogliare i papiri dei vari assessorati, se non l'avete appaltate allora è stato un bene che noi vi abbiamo detto questo "non costruite la scuola dove non ci sono bambini!", almeno è servito a che non le appaltiate, cioè a non buttare via 9 milioni! Ma noi avevamo il nostro dovere di dirvelo, perché se no voi buttate 9 milioni per ricostruire le scuole che ci sono già, per un bambino oggi, e forse fra tre, quattro, cinque, sei anni, a Rhêmes non ci sarà più nessuno.
Allora vedi, Bordon, se voi faceste le cose con un po' di buon senso e con una certa coscienza di amministratore, noi queste cose non le diremmo in Consiglio, ed allora non andrebbero a finire a Roma, quindi in avvenire fate le cose meglio, fate le cose con coscienza, noi non vi diremo queste cose che dispiacciono e che servono di argomento a Roma per ritorsione nei vostri confronti e tutto andrà liscio.
"A Roma ci sono i bastoni con le ruote", guarda qui non voglio continuare, non voglio aprire un'altra polemica, perché qui ci sarebbe da dire fin che... lasciamolo perdere.
"Intendiamo mandare avanti il riparto", l'avete detto prima, ma quando intendete? Ci vuole fissare una data Bordon? "Noi intendiamo mandare avanti il riparto", ma, nel 2000?
Allora devi dire, io non dico il giorno X del mese X, ma almeno un'epoca, un periodo entro il quale la Giunta s'impegna di mandare avanti questa legge, ma non "noi ci impegniamo", è da due anni, è un anno e mezzo che stai dicendo: "ci impegniamo, studiamo, esaminiamo, facciamo" e poi non fate niente, continuate a studiare, se studiate; io, non so cosa intendete voi per studiare, ma, ad ogni modo...
Poi, hai fatto un'altra affermazione, di cui te ne do atto... "se noi non vogliamo ancorare il riparto - una parola del genere alla zona franca...", Bordon, da quanti anni noi lo stiamo dicendo?
No, tu non hai adoperato la parola "ancorare", tu hai detto "perché a Roma ci dicono "non riparto, perché è collegato con la zona franca", quindi aspettiamo la zona franca per fare un riparto e così non abbiamo né l'uno, né l'altro; tu hai detto "noi chiediamo il riparto, poi quando ci sarà la zona franca rivedremo il riparto". Tesi, tesi che io sottoscrivo, tesi che io sostengo in questo Consiglio da almeno quindici anni, sempre, io l'ho sempre sostenuto, però da quei banchi, sia adesso, sia quando c'era Bondaz, io mi sentivo rispondere: "ma, è ancorato alla zona franca", ed allora aspettiamo che ci sia la zona franca e rivedremo il riparto; così non ci danno la zona franca... e non avremo il riparto.
Tu oggi questo lo riconosci, Bordon; allora, tu ci dai ragionare. Ora, non è che noi ci teniamo tanto a che tu ci dica "avete ragione", noi lo sappiamo che abbiamo ragione, però ti diamo atto che in questo caso almeno sei stato onesto ed obiettivo, e hai riconosciuto quanto noi stiamo dicendo da 15 anni, io da quindici anni sto dicendo questo, e voi avete sempre sostenuto la tesi opposta, oggi però ci date ragione.
Non è che questo risolva il problema, dandoci ragione, purtroppo, però è già una ammissione, una ammissione da parte tua.
Qui, voglio fare un'altra precisazione, perché vedete purtroppo molti hanno la memoria breve; qui si è parlato del Casinò. Ebbene, quando si è parlato del Casinò, nel 1946, io facevo parte del Consiglio e c'era il Consiglio del C.L.N., con 5 consiglieri per ogni partito. Mentre tutti i consiglieri hanno approvato l'apertura del Casinò, perché si è votato, i Consiglieri democristiani si sono astenuti... momento... è bene ricordare, e l'allora Consigliere regionale Page, diventato Senatore Page, si è alzato, e allora era assessore, mi pare alla Pubblica Istruzione, e ha detto "Je suis contraire au Casino, parce que c'est une chose immorale", a parte che poi quando si è presentato a St. Vincent, se l'è sentita la "immorale", poi ha cambiato opinione dopo, quando era tardi, ma ha dovuto andare su con i suoi compaesani perché gli facessero venire idee chiare.
Questa è stata la posizione presa allora, e se fosse stato per i Consiglieri democristiani il Casinò sarebbe ancora chiuso oggi; questo è bene che ce lo ricordiamo e che ve lo ricordiate particolarmente voi.
Quando il Consiglio ha deliberato a maggioranza, a schiacciante maggioranza, con le cinque astensioni dei consiglieri democristiani, Chabod, Presidente, ha dovuto firmarlo, perché la decisione è stata presa del Consiglio regionale. Il Consiglio regionale ha deciso l'apertura del Casinò, il Presidente, l'allora Presidente ha firmato il decreto, poi, è rimasto fermo; ci sono state le dimissioni, è subentrato il Presidente Caveri, che ha aperto il Casinò, senza sviolinare nessuno, ma le cose come sono è bene che si sappiano; io queste cose me le ricordo.
È bene che lo sappiate anche voi, e quindi non vi pavoneggiate tanto con le penne del Casinò perché non voi come persone, ma voi come partito, i vostri predecessori non ne volevano sapere di Casinò.
Ora, qui voglio porre un altro problema a Bordon, perché io non sono assessore alle Finanze e non ho capito una questione.
Dice Bordon: "noi siamo convinti di arrivare...", no, dice prima "abbiamo ottenuto sette miliardi e mezzo di riparto fra quota fissa e quota mobile", no? Ho detto bene? Speriamo di arrivare a nove miliardi e mezzo, fra quota fissa e quota mobile. È vero? Ma allora...
Bordon (D.C.) - Probabilmente ho detto: "coi deu dell'articolo 12", ma non ha importanza: di tutto quello che vuoi, è tutto registrato lì sopra...
Manganoni (P.C.I.) - Bene, allora... senti un po', se tu fossi sempre molto chiaro, ben, i consiglieri capirebbero sempre, ma siccome non è una tua qualità quella di essere molto chiaro, no, perché la tua qualità è quella di arrampicarti sui vetri per cercare di confondere le idee ai Consiglieri, questa la tua tattica, ed allora non è sempre facile afferrare esattamente quello che vuoi dire.
Allora, io constato una cosa: nel riparto sul progetto di bilancio; un momento, questo è il progetto di bilancio del 1967...
Questo è del 1968... Nel 1967 voi avevate previsto una entrata di 8 miliardi, 295 milioni; avete concordato per 7.500.000 quindi mancano 795.000.000. Dalle previsioni del bilancio - il bilancio del 1967? Distribuito? Non l'ho fatto io... - prevede, fra quote se vi sono due quote fisse, quella del capitolo 6, quella del capitolo 10 e le variabili del capitolo 13; sommando - qui hai un ragioniere a fianco, lo pregherei di fare le somme, perché io le ho fatte ma potrebbe darsi che siano sbagliate; 2.830.000 + 2.950.000.000 e + 2.515.000.000, io ho fatto la somma, fanno 8 miliardi 295; ho detto bene. Voi ne avete introitate, avete concordate, non introitate, perché su quello vedremo, avete concordato per 9.500.000; no? Quindi, fra il preventivo, fra quanto voi prevedevate del preventivo e quanto avete concordato vi è una differenza di 795.000.000, cioè 800.000.000.
Quando noi vi dicevamo che questo era un pallone gonfiato, ecco la dimostrazione; qui, dai vostri preventivi, a quanto avete concordato, solo su questa voce, mancano 795.000.000; allora, vedi Bordon.
Bordon (D.C.) - Vedi, tu facendo queste elucubrazioni con le cifre potresti darti al lotto e tirare fuori i numeri per la quaterna sulla ruota che desideri di più.
Noi abbiamo detto prima che avevamo messo in bilancio 10 miliardi e mezzo, che arrivavamo a 9.500, e quindi ne mancava uno; io ho fatto le cifre rotonde; quell'uno che manca, sono proprio quei 700 e 800, perché se noi nelle quote fisse avessimo avuto tutto quello che tu hai detto lì, ma il nostro bilancio sarebbe quadrato alla perfezione coi 10 miliardi e mezzo, che voi dite gonfiato, invece il nostro bilancio è stato posto nel bilancio di previsione e si chiama bilancio di previsione perché si cerca di prevedere delle entrate, è stato posto a dieci miliardi e mezzo. Io siccome ormai i ritegni qua dentro li... seguimi, perché se no mi dirai che non hai capito... allora prendi nota che io te l'ho detto...
Allora, il bilancio di previsione del 1967 prevede 10 miliardi e mezzo.
Manganoni (P.C.I.) - Di quote fisse e quote mobili?
Bordon (D.C.) - Fra quote fisse e mobili, dallo Stato noi chiediamo 10 miliardi e mezzo.
Manganoni (P.C.I.) - Io parlo di quote, di riparto, e non di articolo 12, Bordon... i numeri li puoi giocare tu al lotto.
Bordon (D.C.) - ... ho capito, bisogna avere pazienza con te, perché arrivi fino ad un certo livello, oltre non puoi se non con la pazienza; tu parli di quote di riparto e quote variabili; noi ti diciamo che effettivamente, in quelle quote lì, mancano 800 milioni, perché se non mancassero quegli 800 milioni lì, il bilancio che noi abbiamo previsto, e qui devo dire 10 miliardi e mezzo, perché se no non posso continuare, perché noi, nel bilancio del 1967, dallo Stato abbiamo previsto di avere 10 miliardi e mezzo; tu, nel 1967, dallo Stato, avevi quattro miliardi e 300 miliardi; fino a lì ci siamo? Allora lasciamo solo continuare; allora noi abbiamo previsto dieci miliardi e mezzo, l'ho detto prima, perché dicevo appunto... io non ho più nessun ritegno, dico le cose come sono qui, perché voi con la demagogia politica ci portate a dire queste cose! Noi, abbiamo chiesto diecimiliardi e mezzo, certamente chiedendo di più di quanto speravamo avere, perché in tutte le Giunte, e tu in Giunta ci se pure stato, lo sai che quando si fanno questi bilanci di previsione si cerca sempre di chiedere di più di quanto si spera di ottenere. Ora, noi ripetiamo, ripetiamo, che se avessimo avuto quegli 800 milioni che tu giustamente noti che mancano, noi avremmo avuto 10 miliardi e mezzo dallo Stato, perché 7.500 li abbiamo avuti di riparto, 2 con l'articolo 12, fanno 9, 5, più quello, uno che manca lì, farebbe 10.500. Non so se sono riuscito a spiegartelo, perché non è mica facile... a fartela capire, ma non oso dire questo.
Manganoni (P.C.I.) - No, no, tu ti sei spiegato molto bene, però, vedi Bordon, io prego ancora il ragioniere, dato che con te è molto difficile ragionare, di fare queste somme: bilancio del 1967, io parlo di riparto e non di articolo 12, si capisce che se tu hai tutto un minestrone, tu sommi le carote e i fagioli, e allora sì, quadrano i tuoi calcoli, ma noi parliamo di riparto, di quota fissa e quota mobile, sul bilancio del 1967 c'è, correggimi qui se sbaglio: "capitolo 6 2.515.000.000" è vero o non è vero? Quota fissa: articolo 10 2.950.000.000 - quota mobile articolo 13 2.830.000; sommandoli fanno 8.295.000, non dieci, 8, perché parliamo di riparto, io parlo di riparto, non di articolo 12. Ora sono esatte queste cifre? (Voce di Bordon: ...Sissignore) ...Allora, vedi che al lotto puoi giocare tu e non io?
Bordon (D.C.) - Sono esatte per quello che vuoi tu.
Manganoni (P.C.I.) - Io parlo di riparto... si capisce che se io parlo del capitolo 12, di entrate del Casinò, di tutte le entrate fiscali della Regione, andiamo ai 20 miliardi.
Bordon (D.C.) - Va bene.
Manganoni (P.C.I.) - Ma io parlavo di riparto... l'ho detto a voce forte un paio di volte, ma non basta... non basta, qui, non so, bisogna mettere una lavagna, scrivere, affinché si possa leggere perché non si ricorda, non capisce... Allora...
Bordon (D.C.) - Questo lo dico io?
Manganoni (D.C.) - Allora, allora, questi otto miliardi e 295.000.000 previsti in totale, quota fissa e quota mobile, si sono ridotti a 7.500.000, l'hai detto tu "concordati, non introitati"; allora mancano 795 milioni, ed allora questo conferma quanto vi abbiamo detto in sede di discussione del bilancio del 1967, in cui voi, prevedevate delle entrate che poi non avreste introitato; questo dimostra che quanto noi vi abbiamo detto corrispondeva alla verità.
Bordon (D.C.) - Ti rispondo solo questo: i dieci miliardi e mezzo che noi abbiamo messo in bilancio sono 9.500.000, manca un miliardo, però tu nel 1965, quanto avevi? 4 miliardi!
Manganoni (P.C.I.) - Non sono nove miliardi sul 1967, sono 8.895.000.000... (intervento di Bordon) ...Ecco, ecco, ma perché non parliamo di riparto, perché vuoi mettere i cavoli con i fagioli? Naturalmente... Bordon tu le idee ai Consiglieri le confonderai alla palude che non banfa mai ma a noi non le confondi, perché noi, fino a prova contraria, anche senza essere ragionieri, le cifre le comprendiamo. Quindi io ho finito con questa, concludendo così, ve l'ho detto una volta, ve lo ripeto, ma per Bordon bisogna ripetere cinque o sei volte, non capisce le cose, o finge, cioè non vuole capirlo che questo bilancio, e mi riferisco a quello del 1967, cioè l'anno in corso, non quello del 1968, quando noi allora vi abbiamo detto che era un pallone gonfiato e che voi non avreste introitato queste cifre che avete messo in bilancio, ecco dimostrato 795.000.000 sul riparto introitati in meno. Voilà, questo volevamo dimostrarvi.
Casetta (P.C.I.) - Dopo quanto ho premesso stamane, me ne ha dato agio l'Assessore Bordon di riprendere il discorso; stamane avevo detto che con questa impostazione è evidente che il bilancio segue tutta una traccia e che nel corso della discussione avremmo avuto modo di fare rilevare quanto fosse nulla, vuota, o gonfiata. L'esempio della zucca vuota non è piaciuto a Bordon, ma, vedi Bordon, al mercato di Verrès, alla Fiera Concorso fanno la gara delle zucche pesanti, quelle piene, sostanziose; questo bilancio non andrebbe bene ad essere esposto a quella fiera, quella rassegna, perché è vuoto nella realtà; lo dimostra quanto ha detto Manganoni, e c'è di più: sui miliardi dell'articolo 12, sia di quello del 1966, o di quello del 1967 e ancora su quelli del 1968, qui non è arrivato niente, in questa aula non è stato portato niente.
Quali sono allora le linee su cui si muove questo bilancio? Quelle della dispersione, della settorialità, e adesso, di più, dell'illusione pietistica verso Roma, perché noi continuiamo a chiedere a Roma quello che non sappiamo se Roma ci darà, mentre non chiediamo quello che di diritto spetta alla Valle d'Aosta.
Ma la torta, dice Bordon, è stata divisa fra gli Assessorati e ciò pare soddisfare le esigenze della Giunta, si dice nella relazione al bilancio; anche se poi nella Giunta non si batte ciglio sull'affermazione contenuta nella relazione là dove si dice "che le spese della pubblica istruzione non sono più sostenibili", perché gli anni passati erano sostenibili, per cui è necessario addivenire nell'attuale sistema di ripartizione fiscale fra lo Stato e la Regione ad un nuovo accordo, salvo poi, come già nel passato, votare contro un progetto di legge, che discusso, modificato, qui in questa aula, poteva dare un colpo di mano a risolvere in modo serio quelle che sono le pendenze della nostra Regione verso il centro, a proposito del riparto fiscale.
Ma poi basta esaminare capitolo per capitolo, assessorato per assessorato, qual è questo bilancio; il primo grande rilievo che già molti hanno fatto, è proprio quello che si riferisce ai tre miliardi, nuovamente imposti all'articolo 12; è una prerogativa quella, che la ci si può attendere, ma, per una sola volta, perché il miliardo del 1966, che voi avete già previsto in quel bilancio, non c'è, e non se ne parla nemmeno in quelle lettere, in quei telegrammi, che adesso ricevete a dozzine, ma non parlano dei due del 1967? Nemmeno quello non è ancora venuto, e noi dovremmo continuare a scrivere, a leggere su quel bilancio e a farne a meno probabilmente, perché il Governo non ce lo dà.
E a pagina 6 della relazione che ci presentate, che accompagna questo bilancio, la stupefacente dichiarazione del rapporto scuola-riparto fiscale; adesso ci si collega questo, adesso si dice che occorre fare questo, ma sono passati tre bilanci, non uno, tre! E questo problema non si è voluto affrontare nella sua sede giusta, in sede di questo Consiglio regionale.
Ma sapete, a proposito, cosa diceva Bordon nella discussione dello scorso bilancio? Vado prenderlo sì, per quella parte che abbiamo avuto la fortuna di avere perché l'altra non l'abbiamo ancora, non l'abbiamo perché se c'è un'altra questione che fa specie a questa amministrazione è la lentezza in questo senso. "Osserva che per risolvere questo problema la minoranza consiliare sostiene la tesi che sia necessario approvare subito la proposta di legge statale recante modificazioni migliorative alle attuali norme riguardanti il riparto fiscale tra lo Stato e Regione per poter basare l'impostazione del bilancio preventivo della Regione, per il corrente anno finanziario, su detta proposta di legge, mentre la Giunta regionale ritiene, per il momento - e questo momento è durato a lungo, a quanto si vede perché siamo di nuovo qui a riproporcelo questo tema - più opportuno ricercare la soluzione di detto problema mediante trattative dirette con i competenti organi dello Stato, in base alle vigenti leggi in vigore, riguardanti il riparto fiscale tra lo Stato e la Regione, nonché in base alla concessione di un adeguato contributo straordinario dello Stato.
Bordon oggi, nel suo intervento, ha ridetto le stesse cose: "Siamo arrivati alla Regione nel giugno del 1966, voi avete intenzione di mandare avanti il riparto? Noi lo stiamo studiando per concordarlo con il Governo, e sono appena passati 18 mesi"; ecco, ecco che, direi, i nodi vengono al pettine, però il linguaggio non cambia, il linguaggio non cambia perché questo problema non lo si vuol affrontare, e lo si vuole sempre affrontare nel modo meno politico, meno confacente alla nostra Regione per avere poi la possibilità dei buoni e dei cattivi, dei simpatici e non simpatici al Governo centrale; ma a quanto pare, di questa simpatia ne riscuotete ben poca anche voi.
Oggi, quindi, ci si dice le cose che siete venuti a dirci due anni fa, l'anno scorso, e la prospettiva continua ad essere a lunga, a troppo lunga scadenza. Agli esami del capitolo del bilancio poi ci sono delle cose che veramente lasciano interdetti.
Bordon dice a Manganoni: "parla pure, dì pure, che tanto, tanto non serve a niente, noi abbiamo la manina in più, e voteremo, anche dopo avervi sopportato, questo bilancio".
Ma pensate che avete il coraggio di presentare un bilancio che con le partite di giro, e le fideiussorie che voi affibbiate a quella categoria "spese in conto capitale", dovrebbe essere un bilancio che è nuovo, moderno, è un bilancio che veramente dovrebbe aver capovolto le cose. Sono già i rilievi che facevo l'anno scorso in questo senso, perché se togliete le garanzie fideiussorie da quel bilancio, da quella voce, cioè "spese in conto capitale", ecco che gli investimenti produttivi, gli investimenti produttivi, come voi li chiamate, ritornano ad essere solamente più del 28,29% delle spese di bilancio e non quel 47% che vi vantate di aver portato ad essere il nostro bilancio.
Ma è chiaro che la matematica per voi è un'opinione, 17 fanno 18, le spese produttive vengono - si chiamano spese produttive queste partite qui che rientrano - e ritornano, e servono solo a gonfiare veramente il bilancio, ma poi vengono immesse addirittura in quella categoria, in quella spesa che è produttiva.
Ma nelle tabelle allegate, bisogna leggersele le tabelle prima di distribuirle Bordon, bisogna leggersele.
Ora, per gli Assessorati, Balestri ha ribassato tutto nelle voci del suo assessorato, direbbero in Spagna "ribassiamento general", ma il contenuto non cambia, il concetto generale della dispersione incontrollabile per voi del suo assessorato permane e si accentua di anno in anno; ricordate voi il piano globale delle opere sportive? Se non fossimo in una giornata in cui non merita ridere, basterebbe andarci a riprendere certi discorsi che faceva Bionaz allora "invita altresì la Giunta a proseguire lo studio globale delle attrezzature sportive da realizzare in Valle d'Aosta", questo diceva, non parliamo poi di Balestri che ad un certo momento ha detto "non parlate al manovratore, non disturbate il manovratore, perché qui non si lavora più..." ma delle cose inaudite!
L'Assessore Balestri dichiara che non si tratta di una questione di falso prestigio, ma si tratta di poter continuare nel tempo l'attività amministrativa dell'Assessorato al Turismo; fa presente che sui problemi dello sport esistono anche degli studi precedenti, studi che sono buoni e che vanno tenuti in considerazione per cui non è conveniente troncare ora ogni contatto con il passato per dare inizio ad una cosa del tutto nuova!
Vi immaginate voi qual è stato il piano - e lo vedremo a consuntivo - quel piano globale delle opere sportive? Adesso sono diventati solo più cento milioni per le opere sportive, allora erano, fra opere turistiche e sportive 470 milioni; ma c'è un Consigliere di Pont Saint Martin qui, il quale dice sempre di sì a tutto, ma non mi dica che quello era l'unico problema che si poteva trattare e risolvere? Ed è passato un anno e non si è affrontato, né risolto.
Una panoramica lapidaria poi, iniziale, perché lo vedremo articolo per articolo, perché veramente ci sarà da discutere su questi 500 articoli di bilancio, per chi ha avuto la pazienza di trascorrerci alcune ore vicino, c'è veramente da discutere a lungo.
L'assistenza si risolve, come ha già detto Germano, si veda gli invalidi civili; in questo Consiglio è stato detto che questa spesa di 255 milioni, che è pesante per la nostra Regione, poteva anche trovare una soluzione con la legge integrativa di quella nazionale; si è nominato qui una Commissione, ci hanno chiesto i nominativi dell'opposizione; quelle commissione non si è mai riunita e noi su questo bilancio prevediamo 30 milioni in più per questa spesa; non so se andiamo ad azzoppare la gente in giro adesso per farli votare per noi, per dargli la pensione; arriviamo a questi assurdi, mentre con una buona volontà, con l'integrazione di una legge nazionale che già esiste, potremmo risparmiare, non dico molto, ma decine e decine di milioni.
Questo è un aspetto di come si spendono i soldi in quell'assessorato. I lavori pubblici non presentano più il piano: il piano dei lavori pubblici sarà una cosa che poi "verrà, verrà", noi votiamo a scatola a sorpresa miliardi, li mettiamo lì, come già il piano globale dello sport, ma è inutile che venga quel piano perché poi non si realizza. Questa mattina Manganoni diceva: "su 40-42 opere, 8/10 realizzate", perché si erano previste delle opere senza progetto, senza terreno; faresti bene a darcelo, perché noi non è che non abbiamo, lo stiamo controllando quindi... Ma non solo non si realizza, ma, in certi posti, si sovverte, come avviene per il Comune di Aosta.
L'Agricoltura quest'anno ha un miliardo in più, un miliardo che viene da Roma, e la preoccupazione nostra credo sia quella - un miliardo che viene da Roma per la difesa del suolo... (voce di Bordon) ...per il piano verde, l'anno scorso l'avevate portato con 26 capitoli tutti vuoti, e poi sono poi arrivati... (voce di Bordon) ...per il piano verde, l'anno scorso l'avevate portato con 26 capitoli tutti vuoti, e poi sono poi arrivati... (voce di Bordon) ...un po' difficile, un po' difficile, ma è che quelli previsti dall'assessorato alle finanze non arrivano da Roma certamente, finora.
Industria e Commercio, scopre l'uovo di Colombo per l'incentivazione dell'industrializzazione nella nostra Regione, senza un piano, con l'incentivazione non sappiamo di che modo, di che tipo. D'altra parte, poi, queste spese le mettiamo su quelle richieste che facciamo al Governo dei tre miliardi perché diciamo che sono opere di carattere nazionale e che dovremmo ottenere un aiuto, l'aiuto del Governo.
Per quanto riguarda l'Istruzione Pubblica il discorso si presenta più interessante; ci sono dei provvedimenti nuovi, con la creazione di istituti per periti, dei provvedimenti per portare più avanti sul piano sociale l'accessibilità agli alti gradi della scuola a tutti. Questi provvedimenti non ci sono, non ci sono tante borse di studio, e, permettete, c'è il dubbio della discriminazione anche su questo strumento, che dovrebbe essere uno strumento che deve servire alla nostra Regione.
Lasciamo la porta aperta anche a questo, Dujany, le borse di studio, e ne abbiamo delle tristi esperienze, nel passato, della Giunta Bondaz; potremmo anche poi chiamarle con nome e cognome.
Per concludere... (voce di Dujany) ...per concludere... beh, possiamo farne un elenco... comunque questo non è il modo per portare avanti sul piano sociale l'accessibilità dei valdostani agli alti gradi della scuola. Di innovazioni in questo senso non ce ne sono proprio neanche una, erano solo valide quando eri seduto là, e allora brontolavi contro questo, e ce ne sarebbe da leggere un libro sulle tue, lui le chiama, elucubrazioni...
(voce di Bordon) .... Mi sono portato dietro molti verbali, per finire, c'era un Consigliere che adesso siede su quei banchi ancora - ma che è passato di grado, anche lui alla Presidenza della Commissione della Programmazione regionale che diceva che "la presentazione del bilancio di previsione doveva essere l'occasione per fare il punto sulla situazione sociale ed economia della Regione, in rapporto agli obiettivi da conseguire per il prossimo futuro, in base al volume degli investimenti in conto capitale di previsione".
"A noi interessa invece" - diceva sempre - "sapere in quale misura le percentuali di spesa in conto capitale incidono sulla struttura economica regionale, nella formazione o trasferimento di capitali. Affermare che un investimento di x milioni produce x posti di lavoro e z milioni, per accumulazione di reddito, ovvero risolve un problema strutturale della nostra economia, sarebbe un modo efficace di analizzare un bilancio, al quale si riconosce con la nuova impostazione un carattere funzionale ed economico che prelude ad una programmazione."
Continuava, però, Lustrissy "manca però a mio avviso la trasposizione in termini di orientamento politico amministrativo della premessa analitica; per questa politica economica nuova, più metodica, più razionale, che possiamo chiamare come vogliamo, è necessaria, se la chiamiamo più metodica, più razionale, però la possiamo anche chiamare come vogliamo" - diceva lui - "è necessario che senza coercizione e senza imposizioni si assumano i provvedimenti legislativi e amministrativi idonei e si creino così le condizione nuove per uno sviluppo dell'economia agricola da forme arcaiche a forme più moderne, e si tenda a raggiungere determinati obiettivi in campo economico, ecc.".
Vi risparmio tutto il resto, credo che serva solo un richiamo che Lustrissy faceva ancora agli Assessori socialisti quando sedevano ancora sui banchi con noi: "per tutti questi motivi noi chiediamo ai socialisti di condizionare in senso evolutivo sociale la loro partecipazione alla maggioranza".
Ma, anche oggi, dai banchi della Giunta, neanche oggi, dai banchi della Giunta si vede deliberare il nuovo tipo di società che si voleva prima realizzata, ma che oggi la si lascia sempre più in dietro, per fare posto ad una società peggiore, quella della discriminazione, del fumo elettorale, della pochezza e del vuoto politico, che nemmeno la partecipazione del P.S.U. alla Giunta è servita a limitare, ma anzi, stiamo per dire, che la sta recependo appieno.
Fosson (U.V.) - Je n'aurais pas voulu prendre la parole aujourd'hui dans l'après-midi, après ce que j'avais dit ce matin sur la discussion générale, mais, après l'intervention de Monsieur Bordon, je pense qu'il est logique une réplique, une brève réplique.
Je tâcherai de ne pas répéter ce que j'ai déjà dit ce matin pour ne pas ennuyer les conseillers, et ayant pris quelques notes de ce qu'a dit Monsieur Bordon, je chercherai seulement de répondre à certaines affirmations parce que, à dire la vérité, une réponse aux questions qui ont été posées nous ne l'avons pas eue; Monsieur Bordon a parlé longuement, a commencé à dire que: "la storia dei rubinetti, io non risponderò perché non la prendo neanche in esame", et au lieu, nous, nous pensons que c'est une question que nous devons de nouveau la souligner, la question des robinets, parce que on a déjà dit ce matin, et nous le répétons aujourd'hui, l'autonomie peut aller en avant bien si on a une répartition financière équitable, qui tienne compte d'un principe de justice, qui ne regarde pas à la couleur des administrations qui siègent; aujourd'hui ils peuvent les uns, demain, ils peuvent être d'autres, et donc il faut la baser exclusivement sur ce que sont les données qui intéressent à la Région. Donc ce discours des robinets, nous comprenons qu'il ne vous plaise pas ce discours, il ne vous plaît pas parce que vous, vous êtes de la théorie des robinets, et c'est justement cela que nous voulons souligner et qui crée une différence fondamentale entre nous, parce que nous, et je le répète, excusez-moi si je répète cette question-ci, nous, qui sommes des autonomistes convaincus nous retenons que la question des robinets c'est une question antidémocratique, antirégionaliste et antiautonomiste.
Dit cela, Monsieur Bordon a dit: "mais Fosson, ce matin en parlant dit que si les recettes, la partie des "quote fisse", étaient augmentées, ce n'étaient pas mérite de la Junte actuelle"; mais voyez-vous ici il y a aussi un autre discours qui nous distingue un peu; ce n'est pas de vouloir se créer des mérites, que le mérite est aux uns ou aux autres, parce que le discours que nous avons fait, dans la discussion du budget de l'année passée, que nous sommes en train de faire aujourd'hui en chercher, de ma part, de faire le moins possible de polémique, il veut être un discours sérieux, il veut être un discours qui devrait effectivement être approfondi par tous les secteurs du Conseil, en tenant compte exclusivement d'un intérêt, pas l'intérêt de parts, je le répète, pas l'intérêt d'un parti ou de l'autre, mais l'intérêt général de la Région, l'intérêt général de la Vallée d'Aoste. Et alors, moi je ne veux pas ici entrer de nouveau dans une discussion de chiffres dans ce sens. Je répète, tout de même et ici, ce n'est pas pour dire pas mérite à vous ou pas mérite à nous, moi ce matin j'ai posé une question, j'ai dit que les deux milliards que vous aviez mis en plus l'année passée pour le "quote fisse", j'avais affirmé alors, et il y a les verbaux, que c'étaient une question "di bilancio fasullo", je le répète aujourd'hui et j'ai dit, j'ai voulu souligner ce matin cette question pour démontrer que les chiffres qui sont portés sur cette voix, maintenant dans le budget du 1968, donnent raison à ce que nous avions dit nous dans le 1967 sur ce détail.
Donc, l'augmentation dans les entrées fixes, c'est une augmentation naturelle; malheureusement s'il y a des augmentations dans ce sens il y a la contrepartie que les impôts toutes les années augmentent et ce sont les contribuables qui payent, donc ceci ce n'est pas, il y a un taux fixe, il y a un pourcentage fixe, donc indéniable que ceci est ce qui revient en base à la loi du "riparto".
Vous avez fait quelque chose, et je vous en donne acte, sur la question "della quota variabile" et nous sommes ici objectivement à reconnaître ce qu'il y a: la "quota variabile" a été augmentée, et la quota variabile doit jouer justement dans ce sens pour pouvoir permettre, tant qu'il n'y aura pas une autre répartition, à mettre en place le bilan.
Donc, ceci dit, pour cette première partie, Monsieur Bordon a dit aussi une autre chose quand il a dit plusieurs fois, il l'a affirmé plusieurs fois: "mais nous questo riparto lo vogliamo presentare, questo riparto noi lo presenteremo, questo riparto l'abbiamo già in parte concordato e dobbiamo arrivare alle conclusioni" et il a répété cinq ou six fois cette question, moi je dois dire que je devrais poser une question précise sur ce point.
Ce riparto existe? Cette loi sur la répartition, dont vous parlez, existe dans la fantaisie, ou il y a quelque chose d'affirmé dans ce sens et de ferme? Parce que, voyez-vous, vous avez voté contre la loi de la répartition que nous avions proposée l'année passée, vous aviez promis, et je répète aussi ceci, que vous auriez porté une autre loi, mais nous de cette autre loi nous n'avons vu rien, et nous aimerions bien savoir, pas à quel point elle est, comme solution vis-à-vis de Rome, mais tout de même nous aimerions bien savoir au moins, au moins, quelle est "l'impostazione" de cette nouvelle loi, parce que ceci il me semble que c'est la base fondamentale, et ceci pas dans le but, pas dans le but d'entraver, mais dans le but de donner notre collaboration pour obtenir quelque chose.
Monsieur Bordon disait "vous êtes restés pendant plusieurs années, et qu'est-ce que vous avez fait, vis-à-vis du riparto"? Vous n'avez rien fait, vis-à-vis de la zone franche, vous n'avez rien fait, et maintenant vous réclamez et vous voulez qu'on présente la loi de la zone franche. Mais, Manganoni l'a déjà dit ceci, et je veux le répéter moi aussi, la question de la zone franche, nous avons présenté des projets, le Conseil, vous ensemble, vous vous êtes prononcés; nous avons approuvé tous ces projets de zone franche, mais il y a effectivement une volonté politique au centre de ne pas passer cette loi sur la zone franche, et permettez-moi que je répète ici ce que on me disait dans certains bureaux ministériels quand j'étais assesseur à l'Industrie et au Commerce et qu'on traitait ces problèmes de la zone franche, et c'était en 1950-'51-'52, on nous répétait: "vous avez parfaitement raison, voi, con l'articolo 14 siete in una botte di ferro perché nessuno può contestare che l'articolo 14 ha una dizione così chiara che il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori dalla linea doganale, quindi avete perfettamente ragione, però non c'è la volontà politica da parte del Governo, di concedervi la zona franca così come voi la pretendete, così come voi avete diritto".
Ceci c'est si clair que toutes les fois que nous avons présenté un projet sur la zone franche, quand il y a eu, quand il y a eu, parce que maintenant il n'y a même plus eu des contre-projets de la part du Gouvernement, de la part du Ministère, toujours on a cherché de limiter la partie qui nous venait de droit pour dire: "noi non vogliamo, siamo disposti a darvi la zona franca, ma niente monopoli, niente quant'altro, niente macchinari, niente queste altre cose" e via dicendo.
Or, dans ce sens, effectivement, qu'est-ce que nous devons faire? C'était faute de la Junte d'alors? Nous ne donnons pas la faute non plus à vous si la zone franche n'est pas encore, nous ne la donnons pas non plus à vous, mais l'unique faute que nous vous donnons c'est que vous ne vous unissez pas à nous pour demander, fermement, que soit appliquée cette partie du statut, et le même discours que j'ai fait maintenant pour la question de la zone franche, il vaut justement pour la répartition des entrées.
Nous ne prétendons pas que vous vous puissiez, moi pour compte je ne prétends pas que vous puissiez faire passer dans six mois une loi sur la répartition des entrées, comme celle que nous avions portée au Conseil, mais tout de même nous avions le grand espoir que, du point de vue valdôtain vous vous seriez associés pour voter cette loi. Nous aurions eu une plus grande force, à moins que vous croyez d'avoir une plus grande force d'être seulement, de traiter seulement au nom d'un parti, ou de deux partis, et de ne pas traiter avec tous les partis ensemble. Mais je dis, ici si nous regardons l'intérêt exclusif de la Vallée d'Aoste, si vous voyons sur ces problèmes où nous devrions être tous d'accord, alors il faudrait avoir un minimum de bonne volonté et nous trouver d'accord sur ce que nous devons demander au centre, parce que seulement comme ça, qui siège dans les bancs de la Junte, les représentants de la démocratie chrétienne, ou du parti socialiste ou d'un autre mouvement, de l'Union Valdôtaine ou d'autre, seulement si tout le Conseil, ensemble, sur ces problèmes se trouve uni, il pourra faire quelque chose et il pourra obtenir quelque chose, mais pas en se refusant d'accepter les propositions parce qu'elles viennent d'une part ou de l'autre.
Pour notre compte, quand nous étions sur les bancs de la Junte, quand sont venues des propositions bonnes de la part de la minorité nous les avons toujours acceptées, et surtout nous nous sommes préoccupés nous-mêmes que quand il y avait quelque chose à faire pour demander au centre, on ait eu l'unanimité du Conseil.
Et même si certaines fois il fallait céder sur certains points. Or, sur la question de la répartition des entrées, il était clair comme le bonjour que, s'il y avait un minimum de bonne volonté de votre part - et je me permets d'ajouter une chose, sans vouloir faire de la polémique, mais aussi un minimum d'orientation, pas de bonne volonté, d'intelligence politique - vous auriez dû être avec nous sur la question de la répartition des entrées.
Monsieur Bordon a dit: "quel riparto aveva delle lacune, era basato su una presentazione di incassi che non possiamo provare. Questo riparto deve essere concordato con il centro, quindi bisogna essere precisi", mais, écoutez, nous avions proposé le 70%; alors, sur le riparto des entrées. Monsieur Bionaz, conseiller alors de l'opposition, a proposé le 75%, nous étions parfaitement convaincus que nous ne pouvions pas obtenir le 75%, nous avons accepté immédiatement la proposition de Monsieur Bionaz, nous sommes parfaitement convaincus qu'en présentant la loi que nous avions portée ici au Conseil on n'aurait pas obtenu le 100% de ce que nous demandions, mais c'était une base de discussion, c'était une base qui représentait tout de même, qui pouvait représenter, parce qu'il n'a pas représenté, qui pouvait représenter la volonté unanime du Conseil d'autant plus qu'il se basait sur un ordre du jour auquel vous-même vous aviez adhéré à son temps.
Era basato su una presunzione di incassi che non possiamo provare? Mais nous avons déjà eu l'occasion de dire alors que ce n'est pas la question d'un milliard plus ou un milliard moins dans les comptes qu'il faut faire pour la "presunzione degli incassi". Nous n'avons jamais prétendu que l'on puisse faire un compte à la lire; tout de même ici aussi c'est un problème "d'impostazione" et ces chiffres qui étaient portés sur la loi, sur le projet de loi que nous vous avions soumis, on pouvait le corriger dans certains chiffres, dans l'ordre de centaines de millions, mais dans l'ordre général on ne pouvait pas le corriger parce que on peut tranquillement affirmer qu'ils sont très proches à la réalité.
D'autre part, Monsieur Bordon dit "vous avez", il pense qu'on a fait ces choses comme cela, avec la fantaisie; dans ce projet de loi, à ces chiffres ont collaboré les bureaux de la Vallée, les mêmes bureaux qui peuvent vous donner ces mêmes données, qui peuvent vérifier ces mêmes données, donc ce ne sont pas des chiffres qu'on est allé pêcher comme cela, ou qu'on a mis sans raison dans ce projet de loi.
Nous avons toujours dit, vous l'affirmez vous-aussi ici dans le rapport, nous avons toujours dit qu'il faut, dans "le trattative" avec Rome, préciser quelles sont les dépenses qui sont naturelles, "per l'espletamento delle normali funzioni dei servizi di istituto della Regione", vous l'avez répété ici aussi, à page 7 dans votre rapport, et en base à ces chiffres, en base à ces données que nous avons des entrées dans la Vallée, et hors de la Vallée, on peut faire des efforts et obtenir peut-être pas, sans autre pas le 100%, mais quelque chose.
Mais à travers certains discours qu'on fait des fois, dont tantôt Monsieur Bordon se préoccupait, il disait: "il y a certaines choses il ne faudrait pas dire ici dedans", moi je conviens que certaines choses il ne faudrait pas les dire, mais il y aussi d'autres choses qu'il ne faudrait pas dire, parce que il y a certaines personnes que, pour soutenir leurs manitous du centre, elles laissent tranquillement courir cette voix qui court pour la Vallée, qui court pour ceux qui connaissent moins à fond les différents problèmes et les différentes données, et c'est-à-dire combien des fois nous entendons encore des étrangers qui disent que nous sommes les maintenus de l'État, et toutes les fois qu'on parle de régions on parle aussi de "l'esempio delle altre regioni", si pour certaines régions ceci est vrai, pour la Vallée d'Aoste ce n'est absolument pas vrai, au moins sur ce point-ci nous devrions être d'accord, et il est tant vrai que je me souviens, et si je ne me trompe pas, que c'est sur "La Stampa" du 13 octobre dernier où il y avait une comparaison entre les régions actives et les régions passives pour l'État et, tandis que, même toutes les régions de la Haute Italie sont actives pour l'État, et il y avait aussi la Vallée d'Aoste avec une activité entre paiement et chose de plus d'un milliard et demi par année, pour l'année 1966; donc ce discours, on devrait le connaître tous et la question d'avoir, pour avoir cette force on peut tranquillement, on pourrait tranquillement, si on est tous unis, obtenir quelque chose.
Nous avons répliqué sur l'article 12? Nous avons répliqué sur l'article 12, je ne reste pas à faire les mêmes considérations que nous avons déjà fait, tout de même Monsieur Bordon a dit: "restez tranquilles que nous avons ici une dépêche que sur l'article 12, pour ce qui est de 1966, de 1967, nous aurons ce que nous avons demandé". Moi je me suis mis seulement ici: "Quanto? Quanto?". Parce que la question est celle-là aussi, 3 milliards nous pouvons prendre acte que ce sont trois milliards; va bien, nous, nous prenons tout pour bon ce que vous nous dites et nous verrons après, nous nous réservons après. Pour le discours tout de même sur l'article 12 reste valable ce que nous avons dit ce matin, et je ne veux pas répéter aujourd'hui, pour les différentes raisons que l'article 12 constitue, ce que j'ai dit au commencement, exclusivement un robinet, et nous ne sommes pas d'accord sur ce point.
Il y a une autre affirmation de Monsieur Bordon, que je voudrais rejeter totalement, et qu'il a fait sur la loi que nous avions présentée pour la répartition des entrées, quand il a dit: "voi avete l'interesse di presentare delle leggi che sapete che non passano perché, così, altrimenti voi non avete più motivo di reclamare contro il Governo centrale, di protestare contro il Governo centrale".
Moi je repousse catégoriquement cette affirmation, parce que cette affirmation faite par Monsieur Bordon démontre à quel point vous êtes arrivés, parce que nous n'avons jamais fait présenter des lois ne voulant pas qu'elles passent pour pouvoir protester, parce que toutes les fois qu'on a pu faire un pas en avant dans l'application du Statut, nous n'avons jamais regardé de qui était le mérite, nous sommes prêts à donner le mérite, tant il est vrai que quand nous avons présenté cette loi nous avons dit "prenez-vous la paternité, portez toutes les modifications que vous voulez, à nous intéresse une chose seule, c'est celle de pouvoir faire, de pouvoir arriver à une conclusion dans ce sens"; elle sera longue la conclusion parce que ce nous savons quelles sont les difficultés pour obtenir quelque chose de Rome, ces difficultés existaient avec nous, parce qu'il n'y a pas de démocratie en Italie, parce que on faisait une discrimination, parce que nous ne sommes pas du parti de ceux qui sont au gouvernement, et ces difficultés vous les avez vous-mêmes, que vous êtes du même parti qui est au gouvernement.
Donc nous connaissons toutes ces difficultés; il y a une chose seule que nous répétons, nous avons toujours présenté, quand nous avons présenté des lois au Conseil régional, avec la bonne foi que ces lois puissent être appuyées par tous et puissent être approuvés par le Gouvernement. Malheureusement ceci ne vient pas et le discours ici serait très long à faire, parce qu'il n'y a pas seulement la question des lois qui ne viennent pas approuvées, mais il y a toutes les autres discriminations qu'on a faites contre un mouvement régionaliste comme le nôtre et que c'est inutile maintenant de rester ici, dans ce moment que nous parlons du budget, à souligner, ce que vous-mêmes vous savez et dont vous êtes à connaissance.
Donc, moi je termine en repoussant catégoriquement cette affirmation du Conseiller Bordon, parce que si Monsieur le Conseiller Bordon a encore des sentiments valdôtains, si Monsieur le Conseiller Bordon pense de travailler sérieusement pour le bien de la Vallée, et avec le Conseiller Bordon aussi les autres membres de la Junte, il devrait voir dans ces propositions que nous ne faisons pas une question d'obtenir quelque chose pour pouvoir protester à Rome, mais exclusivement pour faire un pas en avant dans l'application de ce Statut, qui, après 20 ans d'autonomie, non seulement il n'est pas encore appliqué, mais sur certains points on a fait des pas en arrière parce que il est clair comme le bonjour que certaines choses qui nous appartenaient de droit nous ont été données avec la main droite et, nous ont été déjà enlevées avec la main gauche, et ceci vraiment parce que il manque cette unité sur les points fondamentaux et dans les questions principales que nous devrions toujours retrouver ici au sein de notre Conseil.
Fillietroz (U.V.) - Io non ero presente quando ha fatto la risposta l'Assessore. Avevo chiesto questa mattina il prospetto delle spese, relative ai tre miliardi; tre miliardi è solo un terzo delle entrate che provengono dallo Stato, quindi almeno era il primo prospetto da allegare; io vorrei averlo prima che si approvi il bilancio.
Poi vorrei chiedere altre due questioni, altri due dati: erano state avviate delle trattative per risolvere la questione del riparto dei redditi di ricchezza mobile ex Ceb ex SIP, che ammontano a qualche centinaia di milioni, e poi all'imposta unica dell'ENEL. Vorrei sapere a che punto è.
Germano (P.C.I.) - Io chiederei di attendere un momento.
Bordon (D.C.) - Quell'elenco, quell'elenco, esatto, quando è partito l'allegato mi sono permesso di dire amichevolmente al ragioniere capo che era una dimenticanza che io volevo fosse allegato, mentre tu non c'eri io l'ho letto, però te lo diamo subito in visione, se ne vuoi poi una copia te la facciamo avere, mandiamo una copia...
Caveri (U.V.) - Volevo solo fare una domanda che è questa: io chiederei all'Assessore Bordon di darmi una copia del verbale di quella Commissione che si è riunita in marzo e nella quale abbiamo discusso del riparto delle finanze. È possibile avere quel documento? Dovrebbe essere un nostro diritto.
Quando si può avere il documento? Domani... è un po' tardi domani, vorrei averlo adesso.
Bordon (D.C.) - Sono le 17,52 credo che vadano quasi via; è peccato che Lei questo desiderio non l'abbia espresso prima, l'avrei fatto avere questa sera.
Caveri (U.V.) - No, perché gli impiegati quand'è che escono?
Bordon (D.C.) - Alle 18,30? Sono le 17,52.
Caveri (U.V.) - Sono le cinque e cinquantadue, possibilissimo avere la copia.
Bordon (D.C.) - Noi proviamo, ma, se non c'è, è solo dovuto a questa tarda richiesta di domanda.
Germano (P.C.I.) - Io aspetto di parlare ai compagni socialisti... vorrei che ci fossero anche loro due.
Montesano (P.S.D.I.) - Va bene, allora chiamiamo gli altri due assessori.
Andrione (U.V.) - Quelques très courtes précisions. Autrefois on disait que l'arithmétique était toujours la chose la plus difficile, et cela est vrai à ce qui paraÎt aussi pour des personnes qui devraient faire de l'arithmétique, être précis: dans cette fameuse discussion du budget, et il faut dire que nous regrettons parce que il semble qu'on pourrait demander de faire passer la bande magnétique de ce que nous avons dit l'année passée parce que, et ce qu'on nous a dit l'année passée, les mêmes promesses, les mêmes objections que nous avons faites, les mêmes assurances de votre part, c'est exactement le même débat qui se répète, et nous savons qu'il se répétera peut-être, espérons avec des rôles inversés, il se répétera encore pendant plusieurs et plusieurs années; mais l'arithmétique dit que quand il y a une répartition des impôts faites sur deux pourcentages, et ces deux pourcentages sont établis en base à la loi, c'est-à-dire 8/10 sur la richesse mobile, 9/10 sur les constructions, etc. etc. il n'y a aucun fonctionnaire romain qui puisse dire "nous arriverons là ou l'arithmétique dira qu'on pourra arriver en faisant une très simple addition", et comme il s'agit d'une question de loi, nous nous ne demandons pas à Monsieur Bordon de venir ici nous faire des actes de foi et de dire "les fonctionnaires sont bons, ils sont d'accord avec moi", nous lui demandons simplement de nous donner les documents comptables sur lesquels ils forment des prévisions de ce genre, et, comme nous connaissons aussi Monsieur Peretto, nous savons très bien que ces documents comptables sont possibles, et qu'on peut les trouver.
Une chose qui m'a particulièrement frappé dans cette discussion, et je dois dire, d'une façon très négative, ça a été cette gauche réponse, faite en matière de personnel et d'embauchage.
Moi je ne ferai pas des noms parce que je n'aime pas faire des noms, surtout parce qu'il s'agit de personnes qui peut-être ont besoin de travailler et par conséquent sur le plan personnel sont dignes de tout le respect; mais on vient ici dire que en 1960 la Junte Marcoz a embauché cinq personnes: on oublie de dire que ces personnes sont Monsieur Prola, Monsieur Burro - peut-être Monsieur Burro est arrivé l'année après - Monsieur Ferrarotti qui ont gagné des concours, ont été embauchés, mais tout de suite après, quand le concours a été déclaré, ils ont gagné régulièrement leur concours. On vient nous dire qu'entre 1964 et 1965 le nombre de personnes dépendantes de la Région a augmenté d'environ 40 unités, et ont oublié de dire que à la suite de la loi nationale qui abrogeait l'école professionnelle "Scuola di avviamento", tout le personnel de l'École Professionnelle d'Aoste, de Châtillon, de Saint-Vincent et de Pont-Saint-Martin est passé à la charge de la Région, c'est-à-dire on veut, comme on ne peut pas nier qu'ici on est en train de faire une politique qui n'est même plus une politique de parti, mais une politique de faction où chaque assesseur fait son petit jeu et choisit dans les différents courants de son parti ceux qui sont dignes de la prime et ceux qui ne sont pas dignes, qu'est-ce qu'on veut faire? Pour se cacher de cela on veut salir tout le monde, on veut badigeonner de la boue comme cela, à la figure de tout le monde; mais nous quand nous avons embauché nous avons toujours fait des sélections là où la plante du personnel ne permettait pas de faire des concours, et là où elle le permettait nous avons fait des concours et s'il y a quelqu'un qui a des doutes en matière il n'a qu'à se rendre au bureau du personnel, il y a les procès-verbaux qui sont déposés, avec les signatures qui ne sont pas seulement la mienne, mais dans certains cas ce sont les signatures de personnes qui siègent dans ces bancs-là.
Cela précisé, je tiens encore à dire que ces discussions donnent un sens de fatigue, parce que vraiment nous sommes arrivés au point dans ce budget, ou vis-à-vis à celui de l'année passée, par rapport à celui de l'année passée on a changé la jaquette, peut-être parce que nous sommes au vert, comme on dit vulgairement, on a pensé de mettre une jaquette couleur de l'herbe fauchée, mais à part cette question-là je remarque que entre l'Assessorat aux Finances et celui à l'Instruction Publique, c'est-à-dire les deux assessorats où l'on paye du personnel, on arrive à la somme de plus de treize milliards et, faite exception, c'est dix milliards du total pour l'Assessorat aux Finances et trois milliards et demi pour l'Assessorat à l'Instruction Publique, nous verrons puis dans le détail ces choses; faites attention à ces trois milliards auxquels personne ici dedans ne croît, même si Mappelli se lèvera d'ici peu pour nous dire "Io ho fiducia nel Governo di Roma", faites abstraction de ces trois milliards qu'on demande à Rome. Qu'est-ce qu'il arrive? Que nous nous sommes vraiment, et, je crois que je l'ai déjà dit l'année passée, nous sommes réduits au point de cet animal de la mythologie grecque qui avait un nom très difficile le xénophon: qui était l'animal qui digérait soi-même, c'est-à-dire l'autonomie régionale sert simplement à maintenir en vie cette espèce de "amorcez la pompe", de siphon, encore une fois c'est une expression grossière, pour ceux qui vivent dans l'administration régionale, c'est-à-dire que le principe d'autonomie est complètement oublié, complètement faussé, est complètement fini dans notre pays; et, si Monsieur Bordon me permet, je voudrais terminer, gentiment, ce n'est pas ironique, je le dis vraiment amicalement, avec un conseil: aujourd'hui, quand j'ai entendu cette discussion j'ai suivi, évidemment pas toujours avec toute l'attention qu'il aurait fallu, les différentes interventions, et j'ai pensé à centaines de discussions qui se sont passées il y a trois ou quatre siècles aux Conseil des Commis. Nous refaisons exactement la même chose: l'envoyé du gouvernement d'alors, dont vous êtes maintenant les héritiers, Sa Très Gracieuse Majesté de Savoie prie les Valdôtains de bien vouloir croire qu'elle pensera à eux, et qu'elle est pleinement d'accord sur les us, les privilèges et les coutumes du Duché d'Aoste, que jamais ne sera porté atteinte à ses libertés et tout le reste, et puis dans la pratique on a vu ce qui est arrivé, et aujourd'hui nous valdôtains, ceci vaut pour tous, nous sommes en train de faire exactement la même chose, c'est-à-dire nous nous sommes partagés en deux camps, où malheureusement, il y a un camp qui est le défenseur d'office, l'avocat attitré du Gouvernement central qui fera de tout, comme il a toujours fait de tout dans le passé pour détruire notre autonomie.
Germano (P.C.I.) - Il ragionamento che sovente fa Bordon e che nonostante le critiche, testardamente ripete, qual è? "Voi sapete quali sono state le difficoltà di trattare con Roma; voi non avete ottenuto nulla, pretendete che noi otteniamo tutto in un momento", chiaro? Aggiunge: "i miliardi arriveranno, pian piano, poi anche tutto il resto, piano, piano, con calma, con calma".
Quando dite "voi non avete ottenuto nulla", sembra che dipenda da una Giunta, o da una maggioranza al Consiglio regionale ottenere la zona franca, la revisione del riparto fiscale e tutte queste cose. Non è così, bisogna che ci sia una maggioranza al parlamento, bisogna che ci sia un governo che abbia la volontà politica di realizzare lo Statuto e quindi la Costituzione; il fatto è che da venti anni la D.C. non ha voluto, quindi non è che deve dire: "voi non avete ottenuto" No, la D.C. nazionale non ha voluto dare alla Valle d'Aosta quello che era di diritto della Valle d'Aosta, questa è la realtà, la verità, e per ottenere - te lo spiego ancora, in modo che ti renda conto - l'unica strada è di battere la D.C., di costringerla a dare, perché di sua volontà, fonte sua, non darà mai, perché ha avuto tutte le occasioni che voleva, se voleva dare quello che spetta alla Valle d'Aosta. Del resto il giudizio storico che la stessa democrazia cristiana, che il Partito socialista hanno dato del centrismo, qual è stato? Che bisognava superare il centrismo per instaurare una autentica democrazia e per realizzare la Costituzione; il centrista era un elemento di remora alla realizzazione della Costituzione per la presenza dei Liberali e delle destre, in questa formazione. Ora, però, quando Bordon sostiene queste cose, mi viene a dire le stesse cose che diceva il centrismo, perché il centro sinistra, secondo lui, dà, poco magari, ma solo ai suoi amici, non rispetta la costituzione, non instaura una vera democrazia. Ecco, compagni socialisti, ho aspettato che voi arrivaste proprio per poter discutere anche con voi perché vogliamo anche sentire la vostra voce, la voce di Bionaz che ha risposto questa mattina e che subito la Radio ha ripetuto su quell'increscioso episodio, accumula anche voi in questo, ha risposto a nome di tutti voi, e i giudizi che ha dato Bionaz sono anche vostri, fate sentire la vostra voce che non sia simile a quella di Bionaz, che sia una cosa diversa, perché è diversa la situazione per voi. Ora anche voi, su scala nazionale, io ricordo tutta la battaglia condotta da Nenni e dal suo gruppo per la costituzione del centro sinistra, ma qual era il motivo di fondo? Costituiamo il centro sinistra per realizzare la Costituzione; il discorso è anche vostro qui, in sede locale, dopo le molte traversie, che non credo sia il caso di ripetere, ma voi, a noi, e anche in Consiglio, cosa avete detto? Noi siamo entrati nel centrosinistra, ma non ci accontenteremo delle parole, vogliamo i fatti, vogliamo che sia realizzata la piena autonomia della Valle d'Aosta; questo sta scritto nei documenti del vostro esecutivo, è stato dichiarato da te Colombo qui in Consiglio, mi pare che è una cosa abbastanza chiara.
Ora, noi vorremmo sapere da voi: ma voi ritenete che il ricorso all'articolo 3 sia il modo di risolvere la situazione finanziaria della Valle d'Aosta oppure siete d'accordo con noi che la situazione finanziaria in Valle d'Aosta si risolve con il riparto fiscale? Bisogna che ci sia anche un pronunciamento in questo senso, io penso, perché se voi ritenete che la soluzione sia quella del terzo comma dell'articolo 12, e allora mi permetterò di dirvi che non è una soluzione autonomistica, e che voi non dovreste condividere, ma siete entrati per la realizzazione piena, ma quando si è discusso dell'aumento dei contingenti non è stato possibile fare inserire altre voci, ma Bionaz ha detto qui in Consiglio che non appena passato questo si sarebbe subito inoltrata una nuova legge per le nuove voci. Cosa che non è stata fatta.
E quando si è discusso della zona franca in Parlamento e i nostri hanno presentato un ordine del giorno perché si impegnasse il Governo a presentare le legge sulla zona franca entro il 1967, anche i vostri deputati hanno votato assieme a quelli della democrazia cristiana, e hanno respinto questo ordine del giorno; siete d'accordo con queste posizioni? Non si contraddicono invece? La questione delle acque, dei beni demaniali, tutte le altre? Cosa provano? Provano che la volontà autonomista della D.C. non c'è, né ad Aosta, né a Roma: constatato, direi di più, nella democrazia cristiana ad Aosta c'è una volontà di non dare fastidio a Roma, di non disturbare la democrazia cristiana nazionale, perché non c'è mica nessuna ragione sostenibile per dire che non si poteva votare una legge sul riparto fiscale, che non si poteva votare la legge sulla zona franca; perché non si sono votate? Perché a Roma hanno detto: "queste non ve le diamo, e quindi non approvate delle leggi che ci possono dare fastidio", e voi avete accondisceso a questi voleri romani, c'è poco da fare, perché se si vuole realizzare l'autonomia valdostana, ma non è un problema molto difficile: vi è, in Parlamento, una maggioranza capace di fare passare queste cose in poche ore, o in pochi giorni, capace anche di vincere l'ostruzionismo eventuale delle destre: il gruppo delle democrazia cristiana, del partito socialista, del partito comunista, che hanno fatto passare le Regioni sono in grado di fare passare tutti i punti dell'autonomia valdostana, in poche ore, in poche ore! Il problema è qui: noi vi diciamo chiaramente che il nostro gruppo ha la volontà politica di fare questo, e se i vostri sono di questa opinione, si chiude questo capitolo, e la Valle d'Aosta apre una strada, un momento nuovo; ma io sono certo che voi direte che i vostri questo non lo fanno, i vostri non lo fanno, perché se volessero farlo lo farebbero e noi saremmo lì pronti a dare tutti il nostro appoggio per questo, su iniziativa vostra, su iniziativa governativa, come volete, l'abbiamo detto, volete fare la legge sul riparto chiamandola Bordon, la chiamiamo Bordon, ma si capisce, ma a noi ci interessa che ci sia il riparto fiscale per la Valle d'Aosta, e io sono sicuro che questo verrà fuori, e io volevo dire proprio ai compagni socialisti, con molta pacatezza senza fare della polemica: "controllatela questa volontà autonomistica della democrazia cristiana, controllatela sul serio e vedrete che non c'è, non c'è, provate, se volete, a presentare di iniziativa socialista una legge sulla zona franca, noi vi daremo il nostro appoggio in voti; vedrete che i democristiani non lo danno, non lo danno i democristiani; fatelo per il riparto fiscale, si modificherà di nuovo questa situazione". E per essere onesti bisogna provare per fare queste cose, e io credo che anche voi, se fate un esame di coscienza arriverete alla nostra convinzione che la democrazia, la costituzione in Italia, passate attraverso ad un ridimensionamento della democrazia cristiana, quando la democrazia cristiana sarà ridimensionata, e dovrà richiedere l'appoggio di altri gruppi e non potrà farlo da padrona su tutte le questioni, la Democrazia Cristiana e la Costituzione faranno i loro passi in avanti.
Per altre strade, almeno l'esperienza fino ad ora dimostra che questo non si può realizzare.
Caveri (U.V.) - Je désirais avoir la copie du verbal du 23 février 1967; je comprends maintenant après avoir lu ce verbal pourquoi Monsieur Bordon disait que c'était trop tard et qu'il n'y avait pas le moyen maintenant de l'avoir ce verbal. C'était six heures moins cinq, il disait que c'était impossible; à 6 heures et trois minutes, Monsieur Peretto, gentiment m'a consigné le verbal; et alors, dans ce verbal il y a le démenti à une certaine thèse qu'à soutenue Monsieur Bordon il y a un moment. Je ne parle pas de bonne foi, je ne parle pas de mauvaise foi, parce que la lecture du verbal est suffisante pour comprendre le motif pour lequel Bordon soutient certaines thèses et pourquoi il n'avait pas plaisir que je trouve à temps voulu la copie de ce verbal.
Alors, nous avons dit que au mois de mars 1967 Monsieur Bordon promettait une loi de répartition financière et au lieu c'était au mois de février: mais ceci c'est un détail, allons en avant. Alors je disais, dans cette séance, je disais ceci: "In base a quello che avete detto voi stessi, noi abbiamo la certezza che lo Stato incassa in Valle d'Aosta e fuori Valle, perlomeno 12 miliardi di tributi erariali, ma ne incassa di più", ecco il perché della tesi di Fillietroz; si tratta di una questione di presentazione che condivido, trasformando in questo modo, certamente lo Stato incassa 12 miliardi, e, quando si sarà fatto l'accertamento preciso, pertanto tanto vale fissare fin d'ora una percentuale di riparto.
Alors, Bordon, qu'est-ce qu'il a répondu? "Non ci siamo capiti, noi non discutiamo su quelle che sono le imposte, ma diciamo, che, per poter chiedere il 75% di riparto, è necessario sapere quali sono le imposte ammesse a riparto. Io ricordo a Caveri che quando siamo andati a Roma ho detto "non è vero che paghiamo 12 miliardi di tributi, ne paghiamo 16", e loro, cioè i funzionari, hanno risposto: provate che sono 16 miliardi. Questo accertamento non è stato mai fatto perché non è stato fatto?".
Alors à mon tour je répondais: "Voglio rispondere, non a Bordon, ma a quei signori che hanno detto a Bordon che non si possono accertare i tributi erariali riscossi fuori Valle, perché quei signori mancano di pudicizia per dire quelle cose", et dans le même temps je faisais le reproche à Monsieur Bordon d'avoir encaissé des déclarations tellement énormes et mensongères et en mauvaise foi, de la part des fonctionnaires du Ministère.
"Quando questi funzionari del centro dicono a voi di dare la prova di queste cifre, vi prendono in giro; quando questi funzionari vi dicono queste cose, voi potete rispondere una cosa tanto ragionevole, voi potete dire: "voi funzionari potete sapere quanto la Cogne paga a Torino, l'Illsa a Milano, ecc. ecc. Indagate, vedete, guardate voi". C'est absurde que les fonctionnaires du Ministère disent: "noi non lo sappiamo"; mais alors qu'est-ce qu'ils restent à faire les fonctionnaires du Ministère financier si ce n'est pas d'établir quel est le montant de ces impôts.
"Tornando a quanto ha detto Pedrini, a me pare" - c'est toujours moi qui parle dans la Commission - "se ho capito bene, che la tesi di Pedrini coincide con la mia; in base a quello che ha detto Bordon, e precisato maggiormente Peretto, noi vediamo che i 12 miliardi di tributi ci sono certamente, anzi, sono anche di più" e allora, dice Bordon, votiamo in Consiglio tutti insieme questa legge e subito dopo la Giunta, e se volete aiutarci tutti insieme prepariamo il conto dei servizi e l'elenco di tutte le entrate, ecc. ecc.
Et puis j'ajouterais - comme Bordon avait dit - "io non vorrei cominciare una discussione perché non mi va di farla oggi, io dico che tu sei proprio un cannone per fare i discorsi che fai in questo momento; è con questo sistema che non si è mai riusciti ad avere niente, oggi siamo qui per risolvere questo problema, oggi siamo qui per vedere se possiamo mandare avanti la proposta; per questo dico che i funzionari di Roma hanno chiesto: "voi questi dati li avete?" Et alors j'ai répondu à Monsieur Bordon: "allora si va a parlare col politico e si dice "Signor Ministro, fate il piacere di dire a quel funzionario che non sa fare il suo dovere".
Bordon: "siamo andati tre volte dal Ministro a sottoporgli questo problema; ma il Ministro lo esamina attraverso i funzionari; sono d'accordo per quello studio sul costo dei servizi regionali, sono d'accordo quando si dice rivediamo le cifre e chiediamo qualche cosa di positivo. Naturalmente tutto il resto sono pure considerazioni che facciamo perché oggi..." ici, évidemment, comme à son habitude, Bordon cherche à tourner autour du problème mais il cherche à échapper à ma thèse que je soutenais et qui était une thèse évidente, c'est-à-dire, vu que les fonctionnaires se moquaient de Monsieur Bordon en disant que c'était impossible de savoir quels étaient les impôts payés par la Cogne, à Turin, ou dans ces pays, à Imola, etc. etc. vu que ces fonctionnaires se moquaient de Monsieur Bordon de la sorte, Monsieur Bordon aurait dû sentir le devoir d'aller chez le Ministre et de lui demander de donner l'ordre aux fonctionnaires de fournir ces données, parce que les fonctionnaires du Ministère financier ces données les connaissent!
Et allons en avant: Caveri: "io vorrei sapere da Bordon, se parlando col Ministro gli avete detto che i funzionari avevano risposto in quel modo".
Bordon: "siamo andati dal Ministro e gli abbiamo elencato tutte le nostre difficoltà". Il cherche toujours à tourner autour, non risponde mai a tono, non risponde mai a tono, neanche in questo verbale... lasciamo leggere, lasciamo leggere... "affermando che riteniamo che lo Stato riscuote dai valdostani 12 miliardi di tributi, e il Ministro ci ha risposto "questi dati voi li avete"; gli ho risposto che li abbiamo per deduzione e che noi continuiamo a dire..." et là Bordon encore une fois il tourne autour de l'argument substantiel, et il cherche à ne pas répondre à ma question, c'est-à-dire que lui Bordon il devait demander au Ministre de donner ordre aux fonctionnaires du Ministère de chercher et de fournir ces données, voilà pourquoi vous ne vouliez pas me donner ce verbal!
"Caveri: Il Signor Bordon non ha risposto alla mia domanda; vorrei sapere se il Sig. Bordon ha detto al Ministro Colombo che i suoi funzionari del Ministero non hanno quei dati".
"Bordon: io non ho detto che i funzionari non sanno, al Ministro Colombo noi abbiamo detto "noi siamo qui perché vorremmo questo riparto basato su 12 miliardi", et encore une fois Monsieur Bordon ne répond pas à ma question.
Et alors je laisse juger à quiconque qui est en bonne ou en mauvaise foi.
"Caveri: manca la volontà politica del centro, di risolvere questo problema; non ascoltano nessuno..."
Voilà et alors maintenant c'est démontré que Monsieur Bordon s'est laissé dire par les fonctionnaires du Ministère financier ces bêtises, il les a encaissées, il les a prises pour bonnes; quand j'ai demandé dans la séance de la Commission d'adresser à Colombo, et de dire à Colombo que ses fonctionnaires ne faisaient pas leur devoir et qu'ils se refusaient de donner ces données, lui, Bordon, assesseur aux finances, qui devait demander au Ministre Colombo de donner ordre aux fonctionnaires de tirer dehors ces données, lui alors il commence à faire le marchand de châtaignes, et puis il tourne autour des arguments et il ne répond jamais à ton.
De manière que je vous ai fait une précision importante en base au verbal, et de manière que ce matin vous avez de nouveau tiré dehors la rengaine en mentant encore une fois.
Balestri (P.S.I.) - Solo una precisazione perché mi corre il dovere di rispondere a quello a cui sono stato invitato.
Da parte nostra, la realizzazione della Costituzione, ma, mi sembra che ci crediamo a queste cose, e ad un certo momento anche nell'attuale maggioranza stiamo facendo una battaglia in tal senso. La zona franca, la zona franca, io vi dico la verità, se fosse stata per me, l'avrei proposta come l'aveva proposta il Governo, però era logico che, come l'aveva studiata il Governo, ad un certo momento, non avrebbe soddisfatto le attese della popolazione valdostana, e quindi l'Assessore competente è logico che abbia cercato di perfezionarla; ne abbiamo discusso ancora ultimamente, che siamo, sembra che siamo agli ultimi accordi col Governo.
Riparto fiscale. No, noi non siamo mai stati e non siamo per la politica di rubinetto; quindi siamo convinti del riparto fiscale. Qualsiasi maggioranza ci sia, ha diritto di sapere già la partenza su quali cifre si può appoggiare; quindi, ad un certo momento, state tranquilli che anche il riparto fiscale arriverà alla conclusione. Non so se sarà attuato o che, in questo mese, in questi due mesi, in questi tre mesi, ma stiamo lottando anche per il riparto fiscale.
Ora però, ad un certo momento non venite a fare delle speculazioni sull'articolo 12 perché non siamo stati della teoria, e l'abbiamo dimostrato anche in azioni precedenti, che quando si tratta di portare soldi a Roma, che vengano attraverso l'articolo 12, che vengano attraverso i piani ospedalieri, o altre cose, noi siamo sempre stati per portare quello che era possibile.
Questo non vuole dire che l'articolo 12 ci impedisca di trattare il riparto fiscale, e arriveremo anche al riparto fiscale! Ad un certo momento siamo stati tirati in ballo per delle dichiarazioni di Bionaz stamane; il discorso è un po' serio, ci commuove dal lato umano, senza fare troppe storie, caro Casetta, ci commuove sul lato umano, e non crediamo di essere responsabili, perché qui se dei responsabili ci sono, ce ne sono altri, e Strazza, poveraccio, secondo il mio parere personale, è uno strumento involontario di tale vicenda; questo è quello che pensiamo.
Caveri (U.V.) - Lei ha firmato la denuncia quindi è il primo responsabile.
Balestri (P.S.I.) - Io ho firmato un esposto, avvocato Caveri.
Caveri (U.V.) - Esposto o denuncia è lo stesso.
Balestri (P.S.I.) - Ho esposto su quelle cose che erano antidemocratiche e ad un certo momento è logico... (si sente gridare Caveri) ...non è vero niente! Voi, voi falsate le cose, e il primo responsabile è Lei, se lo ricordi, se lo ricordi, il primo responsabile è Lei, perché noi queste cose le avevamo dette molto chiare e tonde!
(si sente gridare) ...mi lasci parlare, io queste cose le avevo dette prima, e ci sono dei testimoni che possono dirle, e l'avevamo già previsto prima come andavano le cose, se lo ricordi, e lo potremo dimostrare questo...
Montesano (P.S.D.I.) - Germano, per favore, non riprendiamo un argomento che può portare a delle polemiche fuori luogo, perciò io La prego di soprassedere a queste considerazioni, e diamo la parola, che poi l'ha chiesta prima di Lei...
(si sente Fillietroz in lontananza)
Germano (P.C.I.) - Una risposta che si prevedeva, io avrei preferito l'avesse data Colombo, sono valutazioni, io avrei preferito, posso... perché noi sappiamo benissimo, sul caso Strazza che il compagno Colombo si è rifiutato di diramare quell'esposto, e quindi noi di questo prendiamo atto. Diciamo a Balestri, non nascondiamoci dietro l'esposto e non denunciamo, perché l'articolo 289 è stato da voi messo in questo esposto, ed è la prima volta nel nostro paese che avviene questo; ma voglio dire di più: ognuno si assuma le sue responsabilità, su un altro aspetto...
Mi dice, le sue risposte sono come quelle di Bordon, anche Bordon mi dice che "crediamo nella zona franca, crediamo nella revisione del riparto" e che, se non adesso, molto presto, fra alcuni mesi, non so se in questa o in una altra legislatura ma arriveranno. Ma la domanda è molto più precisa: se il gruppo socialista vuole presentare alla Camera il progetto di revisione del riparto, come lo vuole, non dico mica di prendere il nostro, ma ha ripetuto che ce n'è uno pronto, presentatelo! Se voi lo presentate, noi ci impegniamo a votarlo, chiedete alla Democrazia Cristiana se fa lo stesso. È una cosa precisa il progetto di zona franca, non quello concordato col Governo, che può lasciare insoddisfatte le popolazioni valdostane, la zona franca è la zona franca, il progetto è stato elaborato dal Consiglio, all'unanimità, D.C. compresa! Presentiamo quel progetto, il nostro gruppo lo voterà, vedremo se lo votano i D.C.; sono queste le cose che vi chiediamo per provare se vi è volontà politica autonomistica da parte della Democrazia Cristiana, è certo che se diciamo, trattiamo, siamo molto vicini, ci vorranno alcuni mesi, dureranno alcuni anni e le cose resteranno al punto di prima. Il problema è diverso, e io volevo una risposta diversa, non che servisse a che cosa, ma che servisse alla Valle d'Aosta, perché il nostro problema è che si realizzino queste cose. Quando si saranno realizzate queste cose, sarà sul terreno delle impostazioni amministrative che ci sarà la concorrenza politica, non finisce il motivo di contendere, vedremo come porteremo avanti le questioni, come le porterà un gruppo, l'altro gruppo, un partito, un altro partito; però queste questioni statutarie costituzionali, a vent'anni di distanza non possono più essere trattate fra un mese, due mesi, vedremo... ma, sì... eh no, questa cosa qui bisogna presentarla e bisogna vedere chi vota, chi vota. La maggioranza sul piano politico c'è, se la D.C. si dichiara autonomista, c'è, e stragrande maggioranza, è 430 a 60, passano tutte le leggi che vogliamo, però, però, bisogna presentarla, l'impegno è un'altra questione.
Fillietroz (U.V.) - Io mi sono letto l'elenco che mi ha trasmesso adesso l'Assessore Bordon, e mi sembra sempre più evidente una grave contraddizione: questo elenco, questo foglio trasmesso, naturalmente al Ministero, dice questo: "Elenco delle spese in conto capitale di investimento a parziale copertura delle quali la Regione Valle d'Aosta richiede allo Stato, per il 1968, l'assegnazione di uno speciale contributo di lire 3 miliardi ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto regionale".
Ora, questo elenco di spese ammonta a 4.715.000.000, di cui cioè un terzo delle spese effettive del bilancio 1968, per cui si chiede tre miliardi; l'articolo 12, cosa dice: "Per provvedere a scopi determinati che non rientrano nelle funzioni normali della Valle, lo Sato assegna alla stessa, per legge, contributi speciali". Ora, di queste cifre, queste cifre, più normali di queste, più funzionali di queste nel bilancio della Regione non ce n'è, ci sono delle cifre che dipendono proprio dalle leggi regionali: per esempio le somme, contributi ai Comuni per le spese di ricostruzione di edifici pubblici e per la costruzione di opere stradali 339/340 della parte spesa; ma queste sono spese previste da leggi regionali, che si ripetono negli anni, quindi più normali di questo. Ora, queste cifre sono state presentate, sicuramente per trattare la quota variabile, in quanto, per trattare la quota variabile, dovete presentare la spesa del bilancio e l'entrata e per la differenza si chiede allo Stato che dia, ai sensi dell'articolo 4, quella differenza, cioè quanto spetta per pareggiare il bilancio, per le necessità della Regione.
In questo modo, queste cifre vengono presentate due volte, una per la quota variabile, per trattare la quota variabile, perché, potrà dirlo anche il Rag. Peretto, non è vero che queste cifre sono state presentate per trattare la quota variabile, perché sennò il bilancio sarebbe in attivo di un terzo. Non è possibile, se potete chiedere l'aumento della quota variabile con un bilancio in attivo di un terzo, no, queste cifre hanno servito per quello poi servono ulteriormente per dire "non sono funzionali, quindi dateci dei contributi ai sensi dell'articolo 12", ma voi credete che la Corte dei Conti passi un decreto simile? Qui è una aperta contraddizione, ed è per questo che noi mai abbiamo chiesto, ai sensi dell'articolo 12, ai sensi dell'articolo 12 si può chiedere per lavori straordinari non funzionali, per cose proprio straordinarie, ma non per essere iscritto in un bilancio normale per entrate ordinarie del bilancio. È evidente, quindi noi abbiamo chiesto, per esempio, a suo tempo, il riparto della imposta unica dell'ENEL, gli 8/10, si chiedeva più di quello che era, solo per dire che si è chiesto, ma non si è chiesto ai sensi dell'articolo 12 perché c'è un'aperta contraddizione, e questa verrà rilevata.
Quindi, effettivamente, il fatto di non aver impostato le entrate, di non aver neanche previsto nel bilancio delle somme di riparto, di aumento di quote fisse, come il riparto ordinario, è una abdicazione agli interessi della Regione, e questo dipende proprio dall'impostazione del bilancio.
Caveri (U.V.) - Il y a une chose qui est bien plus importante que tous les détails dont on discute, et c'est qu'il y a dix minutes, Monsieur Bordon, quand il a dit "questa legge, la vostra legge del riparto non passa", qu'est-ce qu'elle veut dire cette phrase? Elle veut dire que lui il sait très bien que le Gouvernement central ne veut pas accorder la répartition des impôts et voilà pourquoi alors, on a l'explication de tous les coups de queue que donne Monsieur Bordon quand il parle, parce que jusqu'à présent il avait cherché à cacher cette vérité fondamentale que le Gouvernement central ne veut pas donner la répartition financière et alors là nous avons l'explication pourquoi Monsieur Bordon et ses amis ont replié sur le troisième paragraphe de l'article 12, en ayant constaté qu'on ne veut pas donner la répartition des impôts il a dit "eh bien replions bagage sur le troisième paragraphe de l'article 12". C'est là la chose fondamentale que Monsieur Bordon a cherché jusqu'à présent à cacher, et qu'il y a dix minutes il a reconnu, et il l'a reconnu un peu involontairement, parce que "voce dal sen fuggita poi richiamar non vale".
Bordon (D.C.) - Il n'y a pas de doutes que dans ce Conseil les conseillers de la majorité ils ont avec vous, Monsieur l'Avocat Caveri, une patience illimitée, parce que dans ce Conseil, dans cette salle, vous vous croyez d'être habituellement chez vous, de pouvoir demander la parole, d'interrompre, de faire tout ce que vous voulez; naturellement, aux enfants terribles certaines choses on peut les permettre, mais quand ces enfants ils continuent à le faire ils deviennent ennuyeux comme vous l'êtes-vous, Monsieur Caveri.
Nous retournerons sur cet argument. Je réponds à ton ...
Rispondo immediatamente all'avvocato Fillietroz perché ha posto delle questioni che, secondo il suo punto di vista, sono giuste e quindi è giusto che noi le ribadiamo, e se ha delle perplessità si cerchi, nel limite del possibile, di toglierle queste perplessità.
L'avvocato Fillietroz, se si prende quella fetta di verbale che noi abbiamo qui, che non abbiamo ancora tutta, perché anche noi abbiamo soltanto quella fetta, naturalmente gli uffici faranno quello che possono, perché se non ce l'hanno mandato è perché hanno avuto degli impedimenti, ma soltanto la demagogia politica può portare anche questo in discussione; io Le dirò che sei Lei va a rivedersi un po' quei verbali, quando noi Le presentammo quell'elenco che mandammo per l'articolo 12, Lei ebbe a dire grosso modo, mi sembra, le stesse cose che disse questa sera? È vero... allora, non stia neanche a cercarlo perché io l'ho letto ma non me lo ricordavo.
E allora Le dirò che Lei in quel momento disse le stesse cose, disse: "guardate, queste sono spese che non possono entrare in questo campo" e noi ci permettemmo di dissentire da quanto Lei ebbe ad affermare, perché l'articolo 12 ci dice che la Regione può chiedere allo Stato dei contributi eccezionali, allorquando ha dovuto spendere dei quattrini per delle cose che non siano di interesse soltanto regionale, ma che siano di interesse anche nazionale; sin qui andiamo bene?
L'articolo 12 recita così, salvo che ci siano due virgole spostate, ma la sostanza dice questo.
Fillietroz (U.V.) - ...che non rientrano nelle funzioni normali della Valle...
Bordon (D.C.) - Benissimo, non rientrano nelle normali funzioni della Valle che sono di interesse non solo nostro ecc.
Fillietroz (U.V.) - ...no, no, non parla di interessi.
Bordon (D.C.) - Allora "non rientrano nelle funzioni normali della Valle"... Io la ringrazio per questa precisazione e continuo dicendo che siamo andati a Roma e abbiamo fatto notare, ad esempio, che la Regione, fra le tante cose, e sono confortato dalla presenza del ragioniere Peretto, che autorizzo fin da adesso a smentirmi se così non è, cosa che se io non autorizzassi potrebbe non fare, abbiamo fatto notare che, per esempio, se la Regione, ha sottoscritto un mutuo, un prestito, ha dato dei denari per un miliardo, per esempio, per fare il traforo del Monte Bianco.
Ora, io ricordo che uno dei cavalli di battaglia è stato questo: io mi sono detto "perché questa piccola regione valdostana, con 100.000 abitanti, ha dovuto sottoscrivere?" lo abbiamo fatto per portare il nostro contributo, per mandare avanti un'opera che ritenevamo di massimo interesse per la Regione, ma anche per la nazione, e, ad un certo momento, hanno riconosciuto che questa spesa che noi subivamo e che continuiamo a tirarci dietro per anni e anni, entrava in questa categoria.
Abbiamo fatto notare, perché è laggiù che bisogna fare le discussioni di opposizione, non qui, qui non serve, qui quando io sento certi commenti, certe discussioni, non voglio nominare neanche i Consiglieri, perché farei solo della polemica e mi sono promesso di non farla, immaginatevi come saremmo distanti dalle intenzioni. È laggiù che bisogna fare l'opposizione e che bisogna dire, per esempio il problema della scuola, che abbiamo sentito citare adesso, il problema della scuola, nel 1955, quando abbiamo trattato quel riparto, anche allora trattato dalla democrazia cristiana e dai suoi compagni di Governo, e non trattato da quelli che qui sputano sentenze continuamente e che danno sempre e soltanto dei suggerimenti, perché sono solo capaci a fare questo, lo riconosciamo, perché sono capaci a fare questo, nel riparto del 1955, insufficiente anche quello lì, perché, lo riconosciamo, perché mai nessuno nelle trattative o nei contratti bilaterali riuscirà ad avere la soddisfazione tutta da una parte, ed allora in quel riparto noi avevamo 1.200.000.000, 1.000.000.000 di quota fissa e 200.000 di quota mobile e avevamo 600.000.000 di spese di scuole, allora.
Quindi le scuole allora ci prendevano circa il 50% di questo riparto. Naturalmente siamo andati avanti nel tempo e abbiamo fatto notare laggiù che noi spendevamo circa 4 miliardi all'anno per le scuole e abbiamo detto "il riparto è insufficiente", quindi vogliamo arrivare al riparto, ma queste spese per le scuole, non le ritenete di interesse eccezionale, di quelle spese che possiamo portare in quell'articolo 12, ritenete voi - Lei avvocato Caveri, mi lasci parlare adesso, perché dà noia - guardi, Lei è padrone a casa sua, io ho la parola, abbiamo pazientato abbastanza - Voi... (interruzione)
Montesano (P.S.D.I.) - ...io dò un avvertimento all'avvocato Caveri, Lei interrompe, poi si risente che gli altri interrompano... (si sente in lontananza la voce di Caveri) ...Io la prego soltanto di lasciarlo parlare.
Bordon (D.C.) - ...quanto Lei sta dicendo in tutta la giornata, un sacco di fesserie, che... vecchio e usato.
Caveri (U.V.) - ...(non si capisce) ...
Montesano (P.S.D.I.) - Ma poi risponderà Lei, poi risponderà, può rispondere, nessuno gli impedisce di rispondere.
Bordon (D.C.) - E allora, per fortuna che abbiamo un ragioniere capo che ci segue quando andiamo a Roma a fare queste discussioni, abbiamo detto: "ma, questi 4 miliardi che gravano sul bilancio della Regione, e che le altre Regioni a statuto speciale non hanno, ma non potrebbero essere sollevati in parte, naturalmente senza rinunciare a nessuna prerogativa della scuola? Perché qui dentro quando si parla bisogna stare sempre e soltanto in gamba, perché quando non abbiamo a che fare con degli amministratori, ma solo con dei politici, bisogna pesare le parole; quindi senza rinunciare a nessuna prerogativa che la Regione ha per la scuola, noi abbiamo detto: "ma è logico che la Regione abbia da sopportare 4 miliardi di spese per la scuola?" Naturalmente, o meglio, probabilmente, se fossero stati cattivi laggiù ci avrebbero detto "ma, voi fate le scuole là dove non ci sono bambini - hai sentito Dujany, te lo hanno già detto dieci volte - voi qui fate delle spese che sono assurde". Laggiù fino adesso sono ancora stati tanto cortesi da non riconoscerlo; la nostra opposizione invece riconosce quelle cose lì, e, allora, che cosa abbiamo fatto? Abbiamo presentato quell'elenco che Lei allora, che tu allora, ritenevi non valido, e i funzionari, i funzionari, che sono i dirigenti dei vari Ministeri lo hanno invece - bontà loro, più bravi di te - riconosciuto valido, hanno riconosciuto che le voci che abbiamo elencato rientravano nell'articolo 12 tanto è che se proprio - non fatemi dire, perché ricominciamo la polemica - se proprio il diavolo non ci mette la coda, volevo dire qualcun altro, non ci mette la coda, noi siamo al Consiglio dei Ministri per avere i tre miliardi in base a quell'elenco lì. Quindi questo suo timore, nell'elenco che Lei ha avuto, io vorrei pregarla di toglierlo questo timore, in quanto, mi suggeriva il Rag. Peretto, con me presente laggiù, questo elenco è stato concordato con i direttori generali del Ministero del Tesoro, e allora dovrei riconoscere che quei signori laggiù sono molto più cortesi di quanto noi pensiamo, perché mentre noi qui continuiamo ad insistere a dire "quell'elenco lì non serve a niente", e nessuno vi darà niente in base a quell'elenco, noi laggiù siamo proprio trattando in base a questo elenco.
Quindi io mi auguro che le osservazioni e le perplessità, che Lei in buona fede ha, siano fondate, e ne ho un piccolo conforto perché laggiù hanno detto che vanno bene.
Fillietroz (U.V.) - Dunque, non è questo che io ho chiesto, io ho detto: c'è una contraddizione perché questo elenco rappresenta un terzo delle spese effettive del bilancio, circa 4.715.000.000; per chiedere 3 miliardi, d'accordo, questo elenco di un terzo fa parte del bilancio; se noi togliamo, questo elenco come "non funzionali", cosa capita? Che il bilancio diventa attivo, diventa attivo di due o tre miliardi, di fronte a quello, quale quota variabile volete chiedere? Quindi queste cifre servono per tutti e due.
Bordon (D.C.) - Mi perdoni, mi perdoni, la risposta che io le dovrei dare: noi abbiamo...
Fillietroz (U.V.) - Perché, o sono cifre non funzionali che non rientrano nel bilancio, e allora, d'accordo, oppure, se sono funzionali, devono servire per pareggiare il bilancio e quindi per la quota variabile, perché la quota variabile, l'articolo 4 lo dice preciso, l'articolo 4 della legge del 1955, dice che: "lo Stato può dare per pareggiare il bilancio, per fare fronte alle spese necessarie della Regione, delle somme che siano sufficienti, appunto a fare fronte a queste spese, in mancanza, cioè quando la parte passiva è molto più rilevante, molto più alta della parte attiva.
Ma in questo caso, se noi togliamo 4.700.000.000 dalla spesa, il bilancio diventa attivo di 2 miliardi e più, e allora la quota variabile ai sensi dell'articolo 4? Dove andate a prenderla? È evidente quello!
Bordon (D.C.) - Mi perdoni l'avvocato Fillietroz di questa battuta, ma Lei in questo momento sta facendo veramente l'avvocato del diavolo, perché Lei vuole proprio andare a vedere se è possibile mettere i bastoni nelle ruote per non avere quanto noi abbiamo richiesto... quindi noi prendiamo atto di questo suo augurio, e Le diciamo però, in buona fede: ma noi abbiamo chiesto 3 miliardi all'articolo 12 e siamo, e vogliamo averli, facciamo così, e vogliamo averli - sentite come suona bene quel "vogliamo", però se di fronte a certe difficoltà, ce ne daranno soltanto due, vanno bene lo stesso.
Fillietroz (U.V.) - Io ammetto, ne diano tre, ne diano quattro, va bene, ne diano cinque, ma io dico questo: ammettiamo che loro non osservino, che si presenti due volte le cifre, sia per trattare la quota variabile che per trattare l'importo che si chiede ai sensi... ammettendo che chiudano quell'occhio, io dico, lo chiudano pure, ma effettivamente la contraddizione esiste e sussiste.
Bordon (D.C.) - A me non interessa, se Lei consente ancora un'altra volta, che esista o non esista la contraddizione, è forse qui dove noi non concordiamo nell'impostazione. A noi interessa, in attesa che venga fuori il riparto di cui parleremo subito per breve tempo, in attesa che venga fuori il riparto, a noi interessa che arrivino dei miliardi alla Regione, che si possano fare i lavori, che si possa raddoppiare l'assessorato ai lavori pubblici, come importo, che si possa aumentare tutti gli assessorati; a noi interessa solo questo! Le contraddizioni in termini non ci toccano, a noi interessa che i funzionari a Roma, quando portiamo l'elenco dicano: "bene, noi predisponiamo un progetto di legge - come hanno fatto già fino adesso - per cui daremo, vi proporremo al Consiglio dei Ministri, questa somma".
Quindi io oltre la pregherei di non voler andare, perché oltre questo non Le posso dire.
Se non sbaglio, fra il Lei e il tu, tu avevi chiesto a che punto si trovava il riparto dell'imposta ENEL e della questione del riparto dei redditi di ricchezza mobile.
Per quanto riguarda la ricchezza mobile ne abbiamo già parlato diverse volte e posso rispondere, di fonte mia, che questa grave grana, grave perché ci sottrae centinaia di milioni, sono circa un miliardo, ottocento milioni, poi tu te lo ricordi, come lo ricordo io, noi l'abbiamo ereditata nel 1961, ereditata, nel senso buono, cioè si trascina da allora. È dal 1961 che, ad un certo momento non hanno più voluto versare quel 5% ecc. e ancora ultimamente è stato detto a noi, al Ministero delle Finanze, e Peretto era presente... (si sente la voce di Marcoz) ...ma vede, avvocato Marcoz, adesso ci facciamo una dichiarazione d'amore, perché è anche l'ora giusta, poi non è neanche giusto che si abbia a litigare sempre, ma Lei dice male questo, ma io non l'ho mica detto per voler criticare il suo operato; perché vorrei non dire troppo, perché se no, i suoi colleghi, si avvarrebbero anche di questo, ma se c'è una persona qui dentro, con la quale noi iniziamo sempre un colloquio, e lo continuiamo con rispetto e con desiderio di farlo, è proprio Lei, ci scambieremo anche le battute, Lei è molto più cattivo di me perché Lei ha più esperienza di me, e me lo lasci dire questo, però lo facciamo sempre con piacere, quindi, citare il 1961 non vuole dire riferirsi a Lei, vuole dire che ad un certo momento la SIP prima ci pagava, l'ENEL non ha più voluto pagare. Si è fatto tutto il possibile, lo ha fatto lui come lo stiamo facendo... cioè Fillietroz, come lo stiamo facendo noi, però conclusione di questa prima chiacchierata, quando venne qui Di Cagno, - noi abbiamo protestato su questo - e mi ricordo che intervenne il Presidente della Giunta e in un modo, abbastanza elegante, ma anche abbastanza deciso abbiamo detto: "qui questa storia non va più, è inutile che voi ci veniate a dire che deve essere guardato in tutto il quadro generale dei problemi che l'ENEL ha con la Regione, le centrali di qua, le centrali di qua, l'acqua ancora non data, ecc.", noi vi chiediamo di venire ad una soluzione di questo problema, perché pensate come sarebbe gradito se proprio a noi fosse toccata la ventura di riscuotere gli 800 milioni, pensi avvocato Marcoz. Ed allora le dirò che al Ministero delle Finanze, in presenza del Prefetto, ci hanno detto: "fate una cosa, voi aspettate gli accertamenti definitivi, e poi farete la causa se loro non acconsentono". Gli accertamenti definitivi devono venire fuori adesso tra poco tempo, perché a tutt'oggi non ci sono, per quanto invece riguarda la questione del riparto dei redditi, questo io l'ignoravo, non che l'ignoravo, ne avevo parlato, ma non mi ero interessato, però il vice ragioniere Capo dice che è in corso di liquidazione l'imposta unica, in relazione a conformi assicurazioni del Ministero delle Finanze che ne effettua adesso la liquidazione. Ecco su questo io... sulla base del 20. Quindi io non avrei altro.
Adesso immaginatevi un po', io mi ero preparato qui il fascicoletto della seduta consiliare per iniziare un dialogo che vorrei sempre amichevole anche con l'avvocato Caveri, e qualche volta con l'avvocato Caveri questo dialogo non lo si può fare, invece come con l'avvocato Marcoz, che è una persona educata, mentre Caveri qualche volta non lo è... (si sente in lontananza la voce di Caveri).
Caveri (U.V.) - ... Lei ha firmato una denuncia contro l'avvocato Marcoz no, mi sbagliavo, non una denuncia, un esposto...
Bordon (D.C.) - Io, avvocato Caveri, non mi ricordo se ho firmato l'esposto o no, ma...
Guardi, avvocato Caveri, quando in un'impostazione c'è un'impostazione politica, qualche volta si condividono delle cose che forse non si condividono al 100%. È indubbia una cosa però: che se l'ho firmata, l'ho firmata perché ero cosciente di quello che facevo; questo sia ben chiaro, e con dispiacere, me ne assumo le eventuali responsabilità, d'altronde l'avvocato Marcoz è lì, ben tranquillo, e quindi queste sue insinuazioni, che Lei fa abitualmente, cercando di sporcare tutto e tutti, ricadono sempre su di Lei... (interruzione di Caveri... richiamo del Presidente) ...perché Lei è il Consigliere Capo di quel gruppo, Lei che sa tutto, e lo abbiamo visto attraverso i suggerimenti che Lei ci ammannisce così, a larghe mani, con tutti questi consigli... (richiamo del Presidente) ...come mai non prevedeva quello che è accaduto, o glielo ha fatto fare perché era di suo gradimento.
Caveri (U.V.) - Io... questo verbale della Commissione, e ho posto delle domande, e Lei non ha mai risposto...
Bordon (D.C.) - Perché noi qui dentro non dobbiamo mica sopportare i capricci di quel signore.
Montesano (P.S.D.I.) - ... io invito il Consiglio regionale.
Bordon (P.C.) - ... la democrazia nostra l'abbiamo, Lei segua i giochi della democrazia e non insulti nessuno! Cerchi di essere una persona educata, come dovrebbero esserlo in particolare i valdostani, ma Lei valdostano lo è più o meno, anche questo Le voglio dire.
Quindi, continueremo qui sopra? No, perché annoieremmo tutti quelli che sono qui dentro; non ne vale proprio la pena. Guardi, questo verbale, che Lei ha avuto dopo cinque minuti che l'aveva richiesto, glielo ho fatto avere io, non il ragioniere Peretto, perché? Perché mi sono preoccupato di averlo dal funzionario; come l'ha trovato, glielo ha dato; se lo legga e se lo studi a memoria. Sissignore, se lo studi a memoria, Le servirà molto...
Momentino, vado avanti ancora per due minuti, se me lo consente il Presidente del Consiglio, non Lei...
Questo verbale non fa che confermare quello che Le ho detto prima: la proposta presentata da voi si basava essenzialmente su un fatto: noi sostenevamo che la Regione paga allo Stato, nella Regione e fuori dalla Regione, circa 14 miliardi. Io arrivai a Roma, mi sentii dire il contrario ed effettivamente, con il ragioniere Peretto, sempre presente, facemmo notare che probabilmente anziché 14 miliardi, potevano essere 16 e 18, e a questo riguardo io prego ancora una volta Germano. Un giorno Germano mi portò un pezzo di statistica, dal quale, dalla quale statistica si vedeva il pro-capite che versava in Italia ogni cittadino italiano, se ben ricordo... Ora, il ragionamento che tu avevi fatto allora era un ragionamento che noi potevamo condividere, lo potevamo condividere perché effettivamente lì arrivavamo ad un certo momento che non erano 14 miliardi, erano addirittura 16? Ora, il problema non è su questo punto, il problema è un altro; verte tutto su questo: noi diciamo a Roma "il nostro gettito di imposte è di 14", io sostengo di 16 miliardi, è sempre meglio; vogliamo il 70 o 75% dei 16 miliardi, è sempre meglio. Vogliamo il 70 o 75% dei 16 miliardi; si capisce che se sono 14 insisto per il 75, ma se fossero 16 mi accontenterei del 70, perché 7x6=42 e 7x10, farebbero 11.200.000.000, quindi superiore ai 10.500.000.000. Ma quando loro laggiù ti dicono: "provatelo", sì avvocato Caveri e se Lei segue questo, su 16 miliardi, il 70% dovrebbe fare 11.200, ma dove invece cade la discussione è qui: a torto o ragione, e l'ho già detto prima, al Ministero mi hanno detto "provatelo", "io non riesco a provarlo se non con quella deduzione, allora l'avvocato Caveri, che veramente è un duro, è un duro qui ad Aosta, a Roma non è molto duro, a Roma credo che abbia partecipato a ben poche discussioni, non so se ha partecipato a qualche discussione, non m'interessa... è un duro qui ad Aosta e allora diceva, poco fa, "l'Assessore Bordon dia ordine al Ministro Colombo...".
Caveri (U.V.) - Insomma, deforma tutto, legga il verbale...
Bordon (D.C.) - Non leggo il verbale, il verbale dice una cosa, Lei ne diceva un'altra, lì che non andiamo d'accordo noi due. Qui dice "dare ordine", me lo sono segnato mentre Lei lo diceva, Colombo, dovrebbe dare l'ordine...
Caveri (U.V.) - Ma, sì, ma ai funzionari...
Bordon (D.C.) - E Colombo questo ordine non l'ha dato, si vede...
Caveri (U.V.) - ...Non lei, dava l'ordine al Ministro, Lei doveva pregare il ministro di dare l'ordine...
Bordon (D.C.) - Io non prego nessuno, chiedo...
Caveri (U.V.) - Lei cambia le carte in tavola...
Bordon (D.C.) - ...pregherà Lei, io chiedo, tanto per cominciare, perché Lei qui ad Aosta fa molto il duro, ma laggiù non chiede niente, Lei laggiù è sempre stato molto tranquillo, ed è sempre ritornato su, quelle poche volte che ci è andato, con le pive nel sacco...
Caveri (U.V.) - Rispondo brevemente, senza raccogliere le provocazioni alle quali è abituato il Sig. Bordon che agisce anche in Consiglio come agente provocatore, poi provoca e poi quando chi è stato colpito con questi attacchi replica, allora dice che la persona è una maleducata; ma maleducata è chi provoca e non chi risponde alle provocazioni.
Io ho letto il verbale di quella Commissione e non ho bisogno di impararlo a memoria, ho letto e chi ha orecchi in questa sala ed è in buona fede ha capito questo, che il Sig. Bordon, lo ripeto per l'ultima volta, si è lasciato dire dai funzionari Ministeriali che non conoscevano il gettito dell'imposta che si riferiva alla Valle d'Aosta. Allora io ho detto: "Lei si è lasciato dire una cosa così enorme, allora, la prossima volta che va a Roma, si rivolga al Ministro Colombo e non gli ordini, ma lo preghi di ordinare lui, Ministro Colombo, ai suoi funzionari di dare quei dati che occorrono per il riparto.
Questo io ho detto, e Lei non ha mai risposto una sola volta.
Germano (P.C.I.) - Brevissimo, nello Stato italiano esiste un bilancio di previsione, dove sono segnate tutte le entrate tributarie; alla fine dell'anno vi è il bilancio consuntivo, e constatate quanto sono le entrate, in genere ne entrano sempre di più, ma ad ogni modo sono dati che il Ministero ha, il Ministero non può dirci: "provatelo". Il Ministro ha tutte le entrate delle tasse che avvengono nel nostro paese e il luogo di provenienza di questo; quindi non è una difficoltà, la difficoltà è nella volontà politica di presentare questo, ma non è una difficoltà questo.
Marcoz (U.V.) - Una sola osservazione. Io non posso accettare, è vero, quello che l'Assessore Bordon ha detto in ordine alla non preparazione di quel verbale della passata seduta in cui si discuteva, è vero, questo bilancio, nel 1967, perché Bordon ha detto che gli abbiamo dato una fetta di verbale, la richiesta di aver tutto il verbale è demagogica.
Ma voi, quando dite queste cose, vi fidate certamente del fatto che noi abbiamo la memoria corta, invece io, pur essendo vecchio vi potrei parlare di un'altra richiesta vostra che era veramente demagogica, in punto di verbali, e sapete quale? Quando da quei banchi un certo giorno avete detto: "Noi vogliamo il verbale dell'ultima seduta, non il verbale di un anno fa". Avete anche aggiunto: "perché se ciò non avvenisse, ci chiederemmo che ci sia il nastro e che si senta il nastro", è vero, addirittura, è vero! Tutto ciò che è stato detto nella seduta precedente.
Quindi, quando noi a distanza di un anno vi chiediamo il verbale del 1967, è vero, del 1966, non potete certamente dire che è una richiesta demagogica, è vero, perché allora bisogna avere il coraggio di mantenere le proporzioni; questo per la verità, e per dirvi che l'accusa effettivamente non ce la meritavamo, mentre la vostra di allora, di voler pretendere di sentire il nostro, non fosse che con la minaccia che avete fatto, era effettivamente una richiesta demagogica.
Montesano (P.S.D.I.) - Permette, Presidente della Giunta, che dia un ragguaglio su questa questione dei verbali che è stata sollevata, e dico, anche giustamente? Non metto in dubbio la necessità che il Consiglio abbia gli elaborati delle sedute precedenti; ma, Consigliere avvocato Marcoz, Lei ha una esperienza al riguardo che è superiore alla mia e sa le difficoltà notevoli, notevolissime che ci sono nel preparare questi verbali; però proprio mi dà l'occasione perché io qui rappresenti al Consiglio una esigenza che va, almeno nella mia volontà, a dover sanare questa incompletezza di articolazione dei verbali, che sono d'altra parte di diritto di richiesta dei Consiglieri, che bisogna affrontare il problema della stesura dei verbali e degli uffici verbali, altrimenti noi ci troveremo sempre nella stessa situazione e naturalmente questa situazione sarà aggravata in rapporto al numero delle sedute che ci sono; questo è naturale.
Ora, siccome un qualche cosa che riguarda direttamente, anche i funzionari, i quali hanno una testa e due braccia, bisogna che ci rendiamo conto di questa difficoltà e naturalmente tutti, di comune accordo, rientriamo nell'ordine di idee di dover affrontare e risolvere questo problema.
Questo lo rappresento alla Giunta, lo rappresento al Consiglio perché effettivamente così noi non possiamo andare avanti; il Consiglio ha bisogno di verbali, però i verbali bisogna farli e oggi siamo nella situazione di non poter provvedere tempestivamente alla redazione e alla stesura e alla correzione dei verbali; quindi mi ha dato l'occasione per rappresentare al Consiglio questa deficienza, con l'augurio che essa venga rimossa e naturalmente anche con, se è necessario, con l'istituzione di un ufficio verbali.
Io ringrazio ancora il Consigliere Germano e il Consigliere Marcoz, che hanno toccato questo argomento, e speriamo che con l'ausilio della maggioranza e della minoranza il problema venga risolto.
Bionaz (D.C.) - Io non prendo la parola per venire in soccorso all'Assessore Bordon, perché l'Assessore Bordon, con vera preparazione, ha risposto a tono a tutte le osservazioni che sono state fatte in questa aula.
Io devo veramente dire che il problema del bilancio, i problemi finanziari della Regione sono in buone mani; scusami Bordon se mi permetto di dire questo: in buone mani, anche perché ci sono dei funzionari veramente validi.
Mi sento in dovere di fare questo riconoscimento che è più che giusto e mi sembra che anche da parte della minoranza si debba dare atto, si debba dare atto, malgrado tutto, che il bilancio, la discussione sul bilancio è stata molto approfondita e l'Assessore ha risposto a tono a tutte le domande.
Io mi debbo pure interessare di questo problema e vorrò, se voi permettete, rispondere ai vari interventi di questa mattina e di questo pomeriggio molto succintamente, perché ritengo che sia mio obbligo.
Si è affacciato qui, da parte del Consigliere Manganoni il problema delle assunzioni senza concorsi: è vero, ci sono state delle assunzioni senza concorsi. Vi dirò però che in questo voi avete brillato molto più di noi, perché mi sono fatto dare un elenco e mi risulta che dal 1964 ci sono state 131 assunzioni senza concorso, da parte vostra, 131 e le documenterò tutte se volete.
Caveri (U.V.) - (in lontananza) ...una sola...
Bionaz (D.C.) - ...131 e noi ne abbiamo assunto una cinquantina... dunque siamo ancora in buono di 80 almeno, avvocato Caveri... (interruzione di Caveri) ...almeno ottanta e Le dico che le documenterò tutte se vuole... senza né concorso, né prova di selezione, cari amici, ecco... (interruzioni di Caveri) ...falso è Lei che sa soltanto dire di queste parole, solo questo Lei sa dire, ecco...
Evidentemente, evidentemente questo... le darò la documentazione se Le occorre...
L'Avvocato Marcoz stamattina dice che l'anno scorso avremmo avuto l'attenuante, ora ci verrebbe a mancare. Avvocato Marcoz, Le dico con molta franchezza che non ci è mancata, non ci manca questa attenuante. Perché? Prima di tutto, per quello che riguarda il 1966 e il 1967, il giorno 27 si doveva discutere al Consiglio dei Ministri sullo schema di presentazione del disegno di legge dell'articolo 12, per i tre miliardi, ed è stata rimandata la discussione solo perché il Presidente Moro ha voluto che si discutessero solo quegli argomenti che lui aveva, per i quali lui si era impegnato davanti alle Camere. Comunque, nel primo Consiglio, e poi del resto il telegramma l'avete letto, ve l'ha letto Bordon, nel primo Consiglio questo sarà certamente portato all'ordine del giorno perché questo è già con noi concordato; anzi, io ho fatto sapere al capo dell'Ufficio legislativo che nel caso il Consiglio dei Ministri venisse convocato in un giorno, o, con fretta e con urgenza, di modo che io non potessi essere presente, che noi non faremmo nessuna obiezione alla mancata presenza, purché il disegno di legge passi, anche senza la nostra presenza... tanto questo è già concordato e andrà certamente avanti. Dunque, La rassicuro che su questo non ci sono dubbi, glielo dico con molta franchezza e posso tranquillizzare in questo tutto il Consiglio che, per quanto riguarda il miliardo del 1966 e i due miliardi del 1967, il Governo è d'accordo e su questo non tornerà certamente indietro.
Con Germano il discorso, naturalmente, diventa sempre più lungo, perché lui invoca un certo tipo di società, e quel tipo di società noi non la invochiamo certamente, non solo non la invochiamo, ma ci opponiamo perché questo tipo di società abbia da mettere le radici in casa nostra, stia tranquillo, su questo, guardi, io non ho nessuna, io non ho i peli sulla lingua, questo tipo di società in casa nostra non va e mi sembra che addirittura anche al di là della cortina questo tipo di società venga sempre meno, che si stia modificando; dunque, non cerchi di conservare qui in casa nostra cose che altri, dopo molti ripensamenti, hanno già ripudiato.
Dice, Germano, che tutto quello che ha fatto questa Giunta lo ha fatto soltanto su sollecitazione della minoranza. Questa è veramente una affermazione, non dico grave, non dico grave, ma è una affermazione, diciamo, gratuita, piuttosto paradossale, piuttosto paradossale! Perché guardi, no, no, no guardi, io me lo sono segnato, comunque, guardi, qui si è lavorato, si è lavorato con molto impegno: evidentemente non si è potuto fare tutto! Noi speriamo soltanto che ci rimanga ancora, diremmo, che ci rimanga ancora il tempo necessario prima delle elezioni di questa primavera per poter portare ancora a termine due o tre problemi che certamente, certamente debbono essere affrontati e che io spero potranno anche essere affrontati in modo positivo, se non addirittura risolti.
E poi non è vero che il nostro problema è diventato soltanto quello di fare le elezioni il più tardi possibile; non è vero niente, perché noi faremo le elezioni al mese di aprile, seguendo esattamente quelle che sono le leggi e i regolamenti che il Consiglio regionale si è dato e ha approvato a suo tempo; dunque mi pare che su questo si può fare a meno di ritornare, perché su questo i valdostani possono essere tranquillizzati. In primavera, al mese di aprile, si faranno le elezioni, dunque, qui sarà il momento, il momento opportuno perché ognuno giochi le sue carte e perché specialmente il popolo valdostano abbia da dire la sua parola perché a lui solo spetta questo giudizio, a lui solo.
Naturalmente si scende all'analisi, scende Germano sull'analisi di tutti gli assessorati, dice che non si è fatto niente, che però noi abbiamo viaggiato molto in compenso; questo, è l'unica verità che Lei ha detto oggi. Effettivamente è vero, e per la parte mia Le assicuro che ho viaggiato parecchio, anche se ne avrei fatto volentieri a meno, però Germano, Lei mi dovrà dare atto che questi viaggi, parlo dei viaggi naturalmente a Roma e non voglio mica parlare di altri, Le assicuro, no, altri non ne ho fatto, perché dove sono stato, dove sono andato, per dovere di carica, e Le assicuro che non sono ritornato con le mani vuote e abbiamo fatto tutto quello che si deve fare, e purtroppo, spostarsi, certe volte, non è sempre agevole, specialmente per le lontananze e per le distanze che ci separano dal centro, comunque anche questa è una fatica che, diremo, ci sobbarchiamo e che, naturalmente, ha dato a suo tempo anche i suoi frutti.
Dice Germano "è il momento di cambiare", ma cambiare per che cosa? Cosa vuole cambiare Germano? È inutile, noi abbiamo già detto, Lei vuole cambiare il tipo della società, e questo tipo della società, è inutile, non ci intenderemo mai, finché voi continuate a rimanere ancorati a quelle ideologie, a quei principi e a quei metodi, ed è questo indubbiamente che ci separa.
Indubbiamente questo ci separa e con questo vorrei dire, al Consigliere Andrione, il quale oggi è stato pessimista, dice, insomma, qui, c'è da essere pessimisti perché l'autonomia divora sé stessa, mi dispiace che non sia presente.
Io non sono partecipe di questo pessimismo, nel modo più assoluto. Io penso che i valdostani, se vogliono e se non sono aizzati male, hanno molte più ragioni e motivi che li uniscono che quelli che li dividono, l'importante è che questi motivi che li uniscono vengano sfruttati e non si cerchi di seminare la zizzania quando si sa che la zizzania non può apportare che negazione di quella che è la nostra autonomia. E mi sembra che su questo siamo tutti d'accordo a dirlo; a farlo, e ad applicarlo un po' meno, però se si cominciasse a risparmiare alla Valle d'Aosta lo spettacolo, diciamo così, anche negativo, non dico di più, di gente che si azzanna, che si azzanna ogni giorno e che sui giornali non perdono occasione per attaccarsi e naturalmente per dare spettacolo di fronte agli altri, di non sapere, di cercare una certa unità, certo che l'autonomia non è che faccia dei passi avanti. Però io sono ancora fiducioso, sono ancora fiducioso che questo passo si possa ancora fare e si debba, tutti nel proprio ambiente e nei limiti del possibile, si debba mettere della buona volontà perché i problemi vengono esaminati con obiettività, e specialmente che la si finisca di definire i valdostani, secondo il colore che hanno, come leggiamo su certa stampa, i buoni e i cattivi, i veri valdostani e i non veri valdostani; quelli che amano la Valle d'Aosta da quelli che non l'amano.
Ora, se mi consentite, questo è un giudizio soggettivo che viene dato su quelli che sono i buoni e quelli che sono i cattivi, però vediamo che non si perde un'occasione per poterlo sciorinare ad ogni angolo e la popolazione della Valle d'Aosta cosa dice? Dice: ma se i nostri governanti non sanno fare niente di più, evidentemente, qual è la fiducia che possiamo avere in loro?
E questo lo dicono di tutti, di tutti; perciò io direi, che anche qui in Consiglio, un certo tono più moderato, più moderato, più educato qualche volta, più educato, e specialmente più obiettivo, sui problemi che si esaminano, vada assolutamente adottato; e, naturalmente, è una raccomandazione che posso fare anche per me, però, dico, è assolutamente necessario che si cambi il sistema, che si cambi il metodo di discutere e, diciamo, di trattare i nostri problemi con dell'acrimonia, non perdendo mai una occasione per gettare qualche ingiuria e qualche insulto sul prossimo.
Manganoni diceva stamane: "ma guardate, noi sappiamo che avete della buona volontà, ma sono i romani i colpevoli, sono loro che non danno, sono loro che non ci vengono incontro".
Ma, scusami, Manganoni, ma, io so che - e poi sono convinto non solo adesso, ma anche in avvenire - noi avremo sempre delle ragioni di contrasto col centro, sempre, è questione di sapere come affrontare questi rapporti, come affrontare questi rapporti e come risolverli; ma, evidentemente, il centro, specialmente nelle condizioni attuali, è quello che ha, diciamo, la possibilità di erogare, di dare alla Valle d'Aosta certi proventi e se li affrontiamo con un certo metodo, che io ritengo possa essere positivo, altrimenti non so quali armi avremmo per poter fare rispettare quelli che sono i nostri sacrosanti diritti. Ora, sentirci sempre dire che ci pieghiamo, che siamo servi e che non otteniamo niente... ma abbiate pazienza, insomma, i valdostani sono stufi di questo discorso, scusate, quando vi portano miliardi, miliardi, non dico mica a dozzine, ma come li porta effettivamente, sapete che sono arrivati. Ma insomma, li prendete veramente in giro, li volete prendere in giro! Le contestazioni sono quelle che sono, le cifre sono quelle che sono, diamine, nel 1965 il riparto ha dato 4.600.000.000; nel 1967, compresi i due miliardi dell'articolo 12 sono 9 miliardi e mezzo... ma queste cifre sono incontrovertibili, non si può discutere su questo, questa è una verità! Ma diamine, insomma, non è il caso che si debba sempre accusare la Giunta e quelli che debbono trattare col centro, di essere dei servi e di non fare il loro dovere! Ma noi adottiamo certi principi, certi metodi, perché riteniamo, che siano positivi, e che lo siano lo ha dimostrato, lo abbiamo dimostrato; perciò, diamine, abbiate anche un po' di ragionevolezza nei confronti di chi si deve sottoporre, naturalmente, anche alle discussioni, ai contrasti che indubbiamente, che inevitabilmente ci sono col centro. Noi questo lo sappiamo, ci saranno sempre, ci sono stati nel passato, c'erano già quando c'eravate voi, ma insomma, affrontiamo questi rapporti con dei metodi che siano almeno accettabili, e che non ci pongano nella condizione di essere dei ribelli, anziché essere dei, diciamo così, essere degli interlocutori.
Questo volevo dire.
Questo volevo dire, e mi sembra che su questo abbiamo già molte volte dimostrato che non abbiamo mai mancato alla nostra dignità, anzi, abbiamo accettato certe impostazioni che ritenevano giuste, che ritenevamo accettabili.
Casetta mi ha detto che quei telegrammi che l'Assessore Bordon ha letto non contano niente; no, ripeto quello che ho detto all'avvocato Marcoz: "quei telegrammi assicurano che il Consiglio dei Ministri prenda in esame questo provvedimento che deve ancora andare alle commissioni legislative e le commissioni legislative, indubbiamente lo passeranno", perché l'accordo è perfetto, sia con il Ministero, sia con i funzionari del Ministro, perché è andato lì col visto dei funzionari del Ministero e mi sembra che su questo possiamo essere tranquilli.
Dunque, anche Lei si tranquillizzi.
Poi dice, nessun miglioramento sociale si è fatto, in un anno e mezzo, nessun miglioramento sociale! Dall'altra parte si accusa l'Assessore Mappelli di aver allentato i cordoni della borsa e di aver dato, insomma, a piene mani, di aver distribuito a piene mani, contributi, sussidi, pensioni, ecc. ecc. Ma qui mi pare che qualche volta siete veramente in contraddizione; siete in contraddizione e questa contraddizione è mio dovere di rilevarla. Dice: "niente nel campo sociale", ma come? Nel campo sociale non si è fatto niente? Quello... (voce in lontananza) ... Lei, lei, quali iniziative, le sa meglio di me, le sa meglio di me. Da una parte si dice "non avete fatto niente", dall'altra si dice "avete speso troppo in campo sociale", abbiate pazienza, proprio questo avete detto! Assistenziale e sociale, questa mattina avete detto, me lo ricordo molto bene, molto bene, me lo ricordo molto bene!
E poi, tanto per ritornare a Germano, dice: "è da 20 anni che la D.C. è al Governo e per ottenere il rispetto del nostro Statuto l'adempimento del nostro Statuto, l'unico problema è di battere la D.C.". È vent'anni che vi state battendo per battere la D.C.? Vent'anni che vi state battendo per battere la D.C., ma se non c'era la D.C.!
L'autonomia valdostana sarebbe ancora da venire, caro Germano, sarebbe ancora da venire, se non ci fosse stata la D.C. che, prima fra tutte, ha inalberato il decentramento amministrativo prima, quando Lei forse non era ancora nato, soltanto alla D.C. si deve se oggi abbiamo e possiamo godere della nostra autonomia, questo sia detto chiaro. Del resto, che Germano dica queste cose non è una cosa che stupisce, perché le loro forze, insomma, stanno naturalmente diminuendo, vediamo che il centro sinistra ha fatto strada, il centro sinistra sta affermandosi, e nel paese c'è, diciamo, un assenso generale a quella che è l'impostazione politica, economica, del centro sinistra e noi ci stupiamo che Germano si lamenti. Ma insomma, non siamo obiettivi; naturalmente, battere la D.C., ma guardi che è una cosa dura battere la D.C., è una cosa molto dura; ci avete provato e ci proverete ancora, e vi assicuro che troverete veramente un osso duro, un osso duro! Noi non siamo gli esclusivisti del potere, quando De Gasperi aveva la maggioranza assoluta, ha voluto con sé i socialdemocratici, e non ne aveva bisogno, e oggi c'è il centro sinistra, e mi sembra che su questa nuova impostazione non ci sia niente da dire, e del resto, del resto, io so che il vostro grande timore, signori comunisti, è l'isolamento, e ad ogni piè sospinto qui si sente ripetere sempre la stessa solfa: "ah, l'azione unitaria, qui bisogna andare tutti insieme, qui bisogna fare una legge che i nostri parlamentari poi debbono approvare"; ma mi dica, Germano, glielo ripeto per l'ennesima volta: "quando voi ci combinate gli scherzi che ci avete combinato coi contingenti, mi dica un po' quale fiducia possiamo avere nella vostra azione unitaria, me lo vuole dire?". Questo rimprovero non lo faccio all'Union perché l'Union non ha dei rappresentanti in Parlamento, ma a voi lo posso fare, perché da voi dipendeva se quel provvedimento doveva passare alla Commissione; l'avete portato in aula e avete avuto la risposta che avete avuto, certamente, ma vi assicuro che quando ci combinate degli scherzi di quel genere, credo che abbiamo buon diritto, abbiamo buon diritto... (interruzioni) ...sono tutte storie, sono tutte storie, come Lei sa che non si poteva ottenere di più e che noi avevamo, naturalmente ottenuto il massimo... tutte storie! Questi sono scherzi... (rumori) ...la popolazione non si presta a questi giochi, la popolazione non si presta a questi giochi. Noi volevamo di più, magari... ma anche noi se avessimo potuto avremmo chiesto di più, e avevamo chiesto di più e abbiamo preso quello che abbiamo trovato, ed era già in quel momento tutto quello che si poteva ottenere; perciò guardi, Lei, non insista, non insista su questa unitarietà, perché, di questa unitarietà noi non ci fidiamo, noi non ci fidiamo... e non ci fidiamo perché siamo stati scottati, non perché ci manchi la buona fede, ma perché siamo stati scottati, ecco... (voce in lontananza) ...è un tono conciliante in tema politico, mi raccomando, io non faccio dei personalismi, prima di tutto...
Però debbo dire che il Consigliere Germano, avvocato Caveri stia bravo, va... oggi, il Consigliere Germano ha voluto ritornare sulle parole che io ho detto questa mattina; io, ripeto, questa mattina ho affermato che noi pretendiamo di vivere in uno stato di diritto, come credo che sia il nostro paese. In uno stato del genere non vi è che una sola condotta possibile: l'assoluto imperio ed il rispetto della legge, anche se i rigori della legge, qualche volta possono umanamente essere gravi e possono umanamente rattristare, e questo lo ripeto. Sia chiaro che i tentativi di sovvertimento che sono stati fatti non avranno da ripetersi, lo spero, perché se avranno da ripetersi troveranno la stessa nostra volontà tetragona di fare rispettare e la libertà e la democrazia.
Poi si fa, ad un certo momento, si prende la voce di sirena, e si invoca la collaborazione socialista, ma guardate che la collaborazione socialista noi l'abbiamo, piena e completa, del resto trattiamo del problema della zona franca proprio con un ministro socialista, proprio con un ministro socialista, e pensiamo che con le molte difficoltà che naturalmente non sorgono quando si affrontano problemi di questo impegno, pensiamo tuttavia, e speriamo, di poter presto almeno concludere in modo che sia presentato al Consiglio dei Ministri lo schema del disegno di legge sulla zona franca.
E un'ultima parola vorrei rivolgere a Fillietroz, il quale si preoccupa tanto della sorte della richiesta dell'articolo 12: Fillietroz, ma, io non so se adesso abbiamo messo la parola "fine" e se adesso dobbiamo ricercare su chissà quali articoli, noi dobbiamo trovare i soldi, dobbiamo preoccuparci di quelle che saranno le determinazioni, le argomentazioni della Corte dei conti.
L'Assessore ti ha risposto: abbiamo chiesto in base a queste spese, speriamo che in base a quelle spese i funzionari ed i ministri - e se lo dico è perché ho delle buone ragioni per sperarlo - ci diano ancora quest'anno qualche cosa, come l'anno scorso, o anche qualche cosa di più, molto meglio se sarà di più, ma insomma, siamo poi diventati così difficili? Così schizzinosi, che bisogna andare a vedere a che titolo ci danno i soldi? Ma insomma prendiamo le cose come stanno, non è ancora... la legge del nuovo riparto non può essere ancora varata subito. Perché? Perché c'è il problema della zona franca, voi lo sapete il problema della zona franca, la legge non può essere varata subito. Cerchiamo di portare da Roma dei miliardi per non stare a bocca asciutta e Lei stesso ha riconosciuto che voi non avete mai chiesto niente sull'articolo 12, riservandovi di chiedere non so quando, comunque noi l'abbiamo chiesto e qualche cosa è già arrivata.
Io vorrei soltanto fare questa considerazione; tutte le discussioni che Lei fa possono anche essere giuste e fondate, io non entro in merito; comunque, se questi soldi arrivano, prendiamoli e prendiamoli bene e non facciamo delle questioni, anticipando i giudizi della Corte dei Conti, perché anche lì, se sarà necessario, bisognerà vedere di superare certi scogli e certi incagli, e faremo anche qui tutto il possibile per superare le difficoltà.
Poi vorrei concludere questo mio intervento, mettendo veramente il punto e l'accento su quello che è stato fatto, perché fino adesso abbiamo parlato soltanto di quello che non è stato fatto; ma insomma, ci riconoscete, almeno, di avere risolto, e risolto bene, io dico, il problema della Cogne? Problema che da vent'anni si sta dibattendo, da vent'anni questa società, che è parte integrante dell'autonomia valdostana, sta veramente dibattendosi in condizioni impossibili, difficili, per trovare un aumento di capitale: l'abbiamo ottenuto, tutto questo non serve a niente, non è vero che non serve a niente perché tutti gli operai della Cogne sanno che qualche cosa per loro è stata fatta. Siete voi qui che dite che non abbiamo fatto niente, perché se si va nell'ambiente della Cogne, nell'ambiente che può essere vicino a noi, come non vicino a noi, e molto più vicino a voi, si sa che qualche cosa per la Cogne abbiamo fatto, e intendiamo fare anche qualcos'altro, cioè procurare dei finanziamenti. Una parte dei discorsi che io ho fatto ieri mattina al Ministro Colombo è proprio questa: la Cogne, adesso che ha la possibilità di rinnovare le sue attrezzare e i suoi impianti, deve trovare la fonte dei suoi finanziamenti per non ricorrere al credito bancario, sappiamo che è un credito esoso, e che molte volte può mettere naturalmente in difficoltà la società, perché gli interessi sono quelli che sono, e se gli interessi assorbono gli utili, ditemi dove si va a finire. Ora, anche questo discorso è stato fatto, ed è stato fatto, io penso, ed è stato anche recepito; ho viva fiducia che questa mia richiesta venga accolta e che alla società sia riservato lo stesso trattamento che viene riservato ad altre società a totale partecipazione statale.
Qualcuno qui ha detto che avrebbe sentito un discorso fra democristiani che dice: "ma noi non dobbiamo risolvere i problemi per non lasciare i miliardi agli altri perché quegli altri quando verranno a sostituirci alle elezioni abbiano questi miliardi da disporre"; insomma a loro disposizione. Guardate, vi assicuro che non ci è mai passato per la mente di pensare a questo. Noi siamo sicuri che non avremo da lasciare nessun miliardo ad altri, anzi siamo sicuri che se li avremo li godremo noi, tutti insieme, con tutti i valdostani, con voi, naturalmente, ma non abbiamo mai avuto così poca fiducia nei valdostani da immaginare addirittura che adesso ci prepariamo, sì, a fare le elezioni, ma che ci prepariamo a dare il cambio, no, no, no, ve lo assicuro, almeno nella mia mente questo non è mai passato, io sono convinto che l'elettorato, vedendo giustamente e chiaramente quello che è stato fatto dal centro sinistra penserà a quello che fa votando, e penserà che non abbiamo avuto paura delle elezioni.
Naturalmente, se otteniamo qualche cosa, lo otteniamo anche per noi, anche per noi, prima di tutto per la Valle d'Aosta, e poi anche per noi... (rumori) ...Lei mi ha capito bene, è inutile che glielo spieghi, le impostazioni che abbiamo dato...
Caveri (UV) - ...con l'avvocato Marcoz... dall'avvocato Marcoz ma in modo un po' diverso dal Suo...
Bionaz (D.C.) - Va bene, ma non ha importanza; allora, io pregherò il collega Marcoz di spiegarlo anche a me, di dirlo anche a me, naturalmente, e so che, insomma, la sua cortesia mi accontenterà.
Non abbiamo affrontato nessun problema, nessun problema, di fondo, naturalmente, perché i problemi che devono affrontarsi non sono purtroppo quelli che ci assillano giornalmente, ai quali bisogna fare fronte, i problemi di fono. Non è vero che non abbiamo affrontato i problemi di fondo, anche nell'agricoltura, abbiamo affrontato il problema lattiero-caseario, e io penso che anche in questo, come ho detto nell'ultimo Consiglio, in questo faremo qualche cosa che è destinata veramente a cambiare l'aspetto della nostra economia agricola, di questo sono convinto. Vi abbiamo detto che abbiamo fatto degli esperimenti, delle sperimentazioni a Valtournanche, e che queste sperimentazioni sono state positive, perciò anche in questo Le assicuro che faremo del nostro meglio e daremo l'impronta totale, dico, totale, a questo nuovo corso, a questo nuovo corso dell'economia agricola, perché veramente siamo convinti che gli agricoltori, quelli che lavorano la terra, i valdostani delle montagne e dei paesi, diciamo i più scomodi della nostra Valle, lo meritano e lo meritano da molto tempo, da molto tempo.
Il problema lattiero caseario sarà affrontato in modo che certamente darà dei risultati positivi.
L'importante, evidentemente è che anche in questo, e nei rapporti coi Ministeri, si insista e noi insistiamo tutti i giorni, vi assicuro che per esempio i finanziamenti sul piano verde saranno migliorati anche quest'anno, saranno migliorati. Avete dato atto che abbiamo ottenuto un miliardo di più sulla difesa del suolo, ma anche sul piano verde otterremo qualche cosa di più, e questo, naturalmente, proprio in ragione di quel riconoscimento che abbiamo che l'agricoltura non va assolutamente negletta, anche se sta diventando, naturalmente, una delle attività più dure e, dico, le meno redditizie. Noi siamo ancora convinti che in Valle d'Aosta si possa ancora praticare dell'agricoltura con qualche reddito, o se non altro, almeno non in perdita, come è stato fatto come molte volte succede purtroppo che si fa e che noi dobbiamo constatare quali sono i magri bilanci che hanno le nostre famiglie contadine.
Poi vorrei dire un'altra cosa, e questo lo dico proprio con molta franchezza, in occasione di un appunto che è stato fatto dall'Assessore per la pubblica istruzione per le borse di studio: si è parlato di discriminazione; questa è una parola che non dovreste più pronunciare, perché discriminazioni non ne abbiamo fatto nel modo più assoluto! Abbiamo... Germano... (si sente la voce di Germano) ...questa sarebbe discriminazione, questa sarebbe discriminazione! Non abbiamo discriminato nessuno, nessuno, abbiamo messo a posto il regolamento organico per tutto il personale e non abbiamo discriminato nessuno, perché si sa solo dire questa parola per riempirsi la bocca, perché l'hanno imparata nel 1953 e ancora la ricordano, e qualche volta bisogna constatare che qualcuno non prende la parola se non per pronunciare questa, per pronunciare il motto "discriminazione". Non abbiamo discriminato nessuno e penso che il fondamento di ogni buon ordinamento sia quello di applicare le leggi, di applicare i provvedimenti e gli ordinamenti tenendo conto delle necessità di tutti.
Riconosco che non abbiamo fatto dei concorsi per tutti i posti che sono stati messi a disposizione della Valle, questo è vero, però li abbiamo fatti e continuiamo a farli questi concorsi, le prove selettive di concorsi pubblici e di concorsi interni e non ritengo che su questo ci siano delle ragioni particolari per farci dei rilievi.
Io ritengo di aver esaurito quello che era il mio compito di intervenire nella discussione del bilancio, perché i problemi che sono stati affacciati impegnano evidentemente non solo l'Assessore alle Finanze, ma impegnano il Presidente della Giunta e tutta la Giunta. Le critiche che mi sono state mosse, che sono state mosse alla Giunta credo di averle, insomma, ribattute; si dia almeno a questa Giunta il riconoscimento di avere lavorato in questi diciotto mesi e di aver ottenuto veramente, sostanzialmente, obiettivamente dei miglioramenti che si ripercuotono, io lo spero almeno, questo non lo vorrete negare, che si ripercuotono nell'interesse di tutta la popolazione della Valle d'Aosta.
Germano (P.C.I.) - Io non mi sono preparato tutto il giorno per questo intervento, ma si fa in fretta lo stesso a rispondere, perché le cose dette sono così grosse che si commentano da sole.
Comincia dicendo "voi ci dite che noi abbiamo assunto tanta gente, voi ne avete assunto 131 senza concorso e senza prova".
Vi diciamo, ma ci legga i nomi, ve li manderò, ve li manderò; l'On.le Caveri stamattina li ha letti, se volete li possiamo rileggere.
Bionaz (D.C.) - Molti di quelli assunti con prova di selezione, molti...
Germano (P.C.I.) - E dire anche la provenienza...
Bionaz (D.C.) - Sissignore... (si sente la voce di Caveri) ...ci prende per imbecilli Lei! No, io La prendo per quello che è, un uomo in malafede, un uomo in malafede e mi basta, un uomo in malafede e mi basta! - (si sente gridare Caveri - scampanellata del Presidente)
Montesano (P.S.D.I.) - ...io prima di tutto invito il Consiglio a lasciar parlare, a non interrompere, sono interruzioni a vicenda; io però posso dire che ho presieduto una prova di selezione per stenodattilografa e le vincitrici di questa prova sono state elencate anche dal Presidente Caveri, questo a me risulta, così, perché sia chiarito questo punto.
Germano (P.C.I.) - Ma io Le aggiungo che è stata fatta una prova, ne sono state fatte anche una, due, tre, per altri però la maggioranza degli assunti senza prova, senza concorso e con discriminazione politica, perché la stragrande maggioranza sono democristiani e poi vi è qualche socialista; è una constatazione. E poi ci viene a dire: "non parlate di discriminazione", ma legga un po' quell'elenco del 131, senza prova, se lo legga... (si sente una voce in lontananza) ...chi è che ha detto questo... ognuno dice quello che gli pare; per conto mio sono molto più i democristiani, cosa volete, è così, è così, perché la madre, la madre democrazia cristiana i suoi alleati li tratta sempre come li tratta, qualche briciola, la grande pappatoria se la prende lei, ha sempre fatto così e continuate ancora voi a fare così. Quindi, primo fatto: dite 131 senza concorso e senza prova, non ci dite chi sono perché non lo può dire, non lo può dire... ma allora lo dica, io mi siedo e sento l'elenco dei 131... allora io sospendo sono qui pronto... insomma, questo è il modo di presentare le cose, quando dice "Germano vuole un determinato tipo di società"; ma certo, io sono un comunista, però, se non lo sa glielo dico: l'obiettivo del nostro partito, la piattaforma del nostro partito, oggi, nel nostro paese, è quella di realizzare la Costituzione. La Costituzione ce la siamo data, se l'è conquistata il popolo con la sua lotta di Liberazione, però la democrazia cristiana è quell'alfiere del regionalismo, sta scritto nella Costituzione italiana che un anno dopo l'entrata in funzione dello Statuto si devono fare le elezioni regionali. Siamo a 20 anni dopo, siamo a 20 anni dopo e ci sono già dei dubbi che la democrazia cristiana porti fino in fondo il problema delle Regione; ma poi, non siamo mica in un deserto, siamo in Valle d'Aosta, sappiamo le cose che ci spettano di diritto e che non ci vengono date da 20, 15, 18 anni; ma poi, non è solo un trattamento per la Valle d'Aosta, tutte le Regioni a Statuto speciale dove la Democrazia Cristiana è al Governo, come qui, rivendicano al Governo nazionale l'applicazione del loro statuto, perché? Perché c'è una volontà antiautonomistica da parte della D.C., perché se si volesse queste cose si danno.
Dice "la questione dei miliardi, abbiamo ottenuto, uno, due, tre, avremo, passerà il progetto legge e così via": ma un Presidente della Giunta sa che cosa è che il terzo comma dell'articolo 12 e sa che cosa è la revisione del riparto e bisogna avere l'onestà di dirlo, l'articolo 12 è quello che finisce nel rubinetto, perché ce l'avremo quest'anno e non sappiamo se l'avremo l'anno che viene, e ce l'abbiamo anche con motivazioni che sono sbagliate. Einaudi aveva detto molto chiaramente, io ve l'ho ripetuto l'altra volta: "i desideri della Valle non si compendiano se non nell'unica aspirazione di conseguire, anche in questa materia di finanza, quella autonomia che essa da così lungo volgere di tempo ha perseguito e persegue; ma è pure evidente che in quel periodo non era facile poter stabilire una norma sicura informata al concetto medesimo della legge che noi oggi siamo chiamati a discutere e approvare, che è quello di concedere l'autonomia della Valle, e non sarà già di convertire la Valle in un organo, in un ente che debba venire a piatire continuamente allo Stato, con una prassi che ha molti punti di contatto con quelle che sono state e sono le cosiddette integrazioni a bilanci locali". Cos'è questo, se non queste integrazione al nostro bilancio: "uno dei fenomeni certamente più funesti, più dolorosi per quanto fossero dovuti a circostanze particolari determinatesi dopo il dopoguerra. Noi dobbiamo deprecare il perpetuarsi di questo sistema delle integrazioni per le quali gli amministratori dei comuni invece di governare autonomamente le proprie finanze vengono a chiedere di continuo contribuzioni allo Stato, facendo sì che si spenga a poco a poco in loro ogni senso di responsabilità, come sempre avviene quando chi spende non è chi paga, perché nella specie, chi spende sono gli amministratori dei comuni, mentre chi paga è lo Stato". E dice Einaudi: "se c'è un sistema, On.li Colleghi, che provochi la corruzione è precisamente questo". Ma è evidente che loro vogliono la corruzione, vogliono corrompere l'elettorato anche, nel senso di dire "con noi, qualche miliardino, andando molte volte a Roma, lo otterremo, con gli altri, no"; questo il vostro miracolo di democrazia, la salvezza del paese. Ma, il riparto è l'unica cosa sulla quale non ci dovrebbero essere discussioni fra i consiglieri regionali della Valle d'Aosta; è la sistemazione delle nostre finanze; dovremmo essere tutti d'accordo. E che cosa è il riparto? È una legge, ma quella che passerà, se passerà, per l'articolo 12, che cos'è? Una legge; invece di presentare quella legge, bisognava presentare questa legge, questo è il problema che un Presidente della Giunta responsabile di fronte ad un Consiglio deve riconoscere che è così, che è così, e se non lo riconosce che è così e fa le cose fumogene, che fa prima per evitare, è evidente che noi possiamo non essere d'accordo, e noi possiamo e dobbiamo replicare, se vogliamo tutelare gli interessi della Valle d'Aosta; come quando dice: "le cose che abbiamo fatte: abbiamo risolto il problema della Cogne". Io non vorrei che questo andasse a dirlo agli operai della Cogne, perché corre dei pericoli, corre dei pericoli e non mi auguro che succedano quelle cose, ma se abbiamo un'azienda di Stato, dove le condizioni di salario e dove le condizioni di lavoro sono le più basse di tutto il paese, questa fabbrica è la Cogne. Come si può dire "abbiamo risolto il problema della Cogne", come si può?
Abbiamo una fabbrica dove il 60% dei dipendenti ha la silicosi, crepa 10 anni prima; ma dieci, come minimo, una media, come si fa a dire: "abbiamo risolto questo problema". Queste sono cose non serie e sulla Cogne e per la Cogne bisogna fare invece delle cose serie, delle cose sul serio.
Concludo con la parte che non condivido assolutamente: perché quando l'avvocato Bionaz dice: "di fronte ad un sovvertimento noi siamo intervenuti", perché? È un sovvertimento voler le elezioni? È un sovvertimento rivolgersi al popolo perché sia lui a dare il giudizio, è questa la colpa di Strazza? Quella di aver scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera e del Senato, a chiedere che si facesse qualche cosa per risolvere questo? E tutti questi bei signori, che non gli hanno dato nessuna risposta; e questo Stato che l'unica risposta che gli dà è quella di ieri sera: 7 anni e tre mesi?! Ma come si può sostenere delle cose di questo tipo, bisogna avere una pietra al posto del cuore, bisogna ragionare non più con dei sentimenti ma ragionare, non so, non siamo più nella natura umana, siamo al di fuori della natura umana, perché né ha rubato, né ha tentato di fare qualche cose per sé. Ha fatto presente una situazione a chi riteneva più alto di lui. Non ha avuto una risposta, non ha avuto da nessuno una risposta e quelli che gli hanno risposto? I capi di gruppi parlamentari gli hanno espresso della solidarietà; ma di queste autorità costituite nessuno gli ha detto "Lei deve fare così'", nessuno! Solo ieri sera gli hanno dato la risposta. Di fronte a questo dovrebbe sentirsi mortificato e non orgoglioso e fiero chi ha denunciato questo, chi ha firmato questo esposto, dovrebbe essere mortificato, io non sono di quelli che vogliono creare la lite e la rissa, però le responsabilità sono delle cose serie: è la prima volta che degli amministratori hanno firmato un esposto richiamandosi a quell'articolo, è la prima volta che in Italia viene una condanna di questo tipo, è una cosa che ha indignato tutti i giornali; ma non vedete che anche i giornali della borghesia si vergognano a confessare queste cose?! Ma come fate a sentirvi così e a dare quelle risposte che avete dato, e subito farle pubblicare dal bollettino valdostano? Ma credete che i valdostani siano stati d'accordo con quelle risposte? Riflettiamo su queste cose, sono cose che lasciano il segno e sono cose di cui è sempre troppo tardi pentirsi, è sempre troppo tardi pentirsi!
Personnettaz (D.C.) - La parola a Casetta...
(Voce) ...Non c'è qui Casetta...
Personnettaz (D.C.) - Allora Casetta, come vuole, se preferisce così...
Casetta (P.C.I.) - Io sarò molto breve perché alcune cose le ha già dette Germano; io non ho avuto il dispiacere di sentire stamane in questa aula, né il disgusto di sentire poi alla radio, le ciniche dichiarazioni dell'avvocato Bionaz, perché solo così si possono chiamare, ciniche sono, su un fatto del genere sono ciniche... me le ero risparmiate e ne ero contento, ma lui, il duro, il cattivo, ha voluto ripeterle ancora qui oggi.
"Pretendiamo di vivere in uno stato di diritto, come vi è nel nostro paese", dice "noi siamo il baluardo della Libertà e della Democrazia", è stato nel passato un alfiere della negazione; lo dimostrano dei documenti scritti, lo sa tutta la Valle d'Aosta, ormai lo sanno già anche al di fuori della Valle d'Aosta, di come è stato negatore Lei di quella Libertà, e di quei diritti a cui oggi si appella, e ne vuole essere l'alfiere.
Allora costava meno però, costava meno, con un fez in testa a pretendere della libertà per sé e a negarla agli altri; come costa poco Balestri - è andato via, lui va sempre via - nascondersi oggi dietro la parola tecnica dell'esposto o della denuncia; il risultato della vicenda è quello che è, ma quello che più provoca disgusto è sentire che qui si parla che il lato umano della vicenda si commuove. Lasciatecela a noi questa commozione, a noi, a chi ci è stato vicino, a chi ci è stato vicino ieri, sempre, in questi giorni e anche stanotte e tutto il giorno oggi che ci ha tempestato di telefonate, di richieste, a quella gente semplice, a quegli operai della Cogne che hanno perso il turno di notte per sapere cosa era avvenuto al processo di Strazza. Non nascondetevi dietro la maschera della commozione, dopo aver tirato il sasso; questa è la realtà delle cose; questa sentenza ha colpito noi, su questi banchi, la classe operaia, i veri democratici, i valdostani; hanno avuto un motivo di più però, questa gente, per conoscervi, per smascherarvi, è inutile che vi nascondiate dietro la commozione e sapranno anche giudicarvi.
Caveri (U.V.) - La mia replica all'avvocato Bionaz sarà molto breve, per questa semplice ragione che l'avvocato Bionaz non ha risposto a molti punti che noi abbiamo illustrato e sviluppato oggi; in materia finanziaria dirò una sola cosa: che l'avvocato Bionaz ha fatto di ogni erba un fascio, cercando di ingannare, o di abbindolare, in questo è molto abile, e questa è una qualità che noi riconosciamo, di essere molto abile ad abbindolare la gente; e a menarla per il naso, e con questo scopo ha confuso due cose molto diverse: cioè il riparto, e ripetiamo fino alla noia, delle imposte tra Stato e Regione e la questione del terzo paragrafo dell'articolo 12, il quale paragrafo dell'articolo 12 prevede contributi eccezionali per lavori straordinari, non di competenza della Regione. Per cui, qual è la parte di questo dibattito che ha fatto capire meglio a noi Consiglieri e spero anche a qualcun altro, la differenza fra queste due cose differentissime? È stato il dialogo tra Bordon e Fillietroz, forse perché sono tutti e due dello stesso paese, forse sono due galli nello stesso pollaio, il loro dialogo ci ha finalmente illuminati, se ce n'era bisogno; perché? Perché siete venuti, proprio il Bordon, è venuto a parlare delle scuole e ha parlato della spesa delle scuole in relazione all'articolo 12, e allora basta questo esempio per dimostrare come sia dannosa per la Regione l'applicazione del terzo paragrafo dell'articolo 12? Perché la spesa per le scuole non è una spesa eccezionale e non è una spesa corrente, e perché è una qualche cosa che si ripete e continua ogni anno; e allora, verrà il momento che ci troveremo appesi ad una fune, col vuoto sotto le gambe, perché diranno, noi per la scuola vi abbiamo dato un contributo eccezionale e non siamo più tenuti a continuare a dare in modo continuativo, e in modo ricorrente, quindi basta questo esempio per fare capire a chi non ha capito finora questa distinzione semplicissima.
L'avvocato Bionaz - non dirò più che ha detto il falso, dirò che non ha detto la verità - ha avuto il coraggio di dire che noi abbiamo nominato 131 ingegneri senza concorso, io dichiaro che tutti gli impiegati dal primo all'ultimo, che abbiamo nominato noi sono stati nominati o con concorso, o con prove di selezione; uno solo non è stato nominato, né con concorso, né con prova di selezione, ed io lo riconosco, ed è il vostro Castorina, è vero, assessore Colombo, che ci avete fatto una testa come una damigiana, con questo Castorina, e noi vi abbiamo ceduto per questo solo impiegato, per questo solo impiegato.
Tutti gli altri, dal primo all'ultimo, sono stati nominati con concorso o con prova di selezione. Invece io vi ho letto un elenco oggi di 37 impiegati, e di quattro o cinque assistenti, lasciamo stare gli assistenti, consideriamo i 37 impiegati, quasi tutti, o perlomeno in grande maggioranza nominati così, per chiamata, perché uno è figlio del tale, perché l'altro è figlio, nipote dell'altro tale, ecc. ecc.
C'è un piccolo divario di giurisprudenza tra Germano e me, perché non siamo completamente d'accordo, è evidente, e allora io metto l'accento sugli impiegati democristiani e Germano, no, il contrario; Germano mette l'accento sugli impiegati democristiani, io metto l'accento sugli impiegati socialisti. Ma non litigheremo per così poco; ci riuniremo e faremo una piccola statistica, programmeremo anche noi l'elenco dei vostri impiegati, tutti dal primo all'ultimo comunque, o democristiani, o socialisti, non c'è un comunista, non c'è un unionista. Questo Signor Bionaz si chiama discriminazione, è il più esempio di discriminazione che la sua Giunta, la sua amministrazione, poteva dare.
Ultimo punto, oggi all'inizio, l'avvocato Bionaz aveva rivestito una pelle da agnello, e forse qualcuno cominciava già a cascarci, dice: "ma guarda un po' come è buono Bionaz oggi", e io che sono il cattivo, naturalmente, ho detto: "non fidatevi, vedrete dove va a finire la pelle d'agnello, vedrete dove vanno a finire gli appelli della concordia", e infatti, tosto, ha cominciato a parlare in tono truculento, non si capiva se era Scelba o se era Farinacci che parlava e sotto la pelle dell'agnello abbiamo visto avanzare la zampa del lupo; e, dico, bisogna avere un bel coraggio per fare questi discorsi di mansuetudine e di moderazione, questi appelli alla pace e alla concordia tra i valdostani, quando voi, e soltanto voi, avete promosso un procedimento penale contro l'avvocato Marcoz che lo esponeva ad una condanna di dieci anni di reclusione, quando avete denunciato, avete denunciato Strazza che ieri si è preso sette anni di galera, e poi da un lato si dice "qui c'è la spada della legge", dall'altra parte c'è la dolcezza delle lacrime che noi, democristiani, versiamo perché Strazza è un nostro fratello. Risparmiatevi queste ipocrisie che, tra l'altro, sono di cattivo gusto. Entrando stamane in questa sala abbiamo visto in mezzo a voi, non a tutti, perché in mezzo a voi c'è probabilmente qualcuno che è un po' più cosciente, ma tra qualcuno di voi abbiamo visto un viso soddisfatto, sorridente, contento, perché dicevate finalmente, voi nel vostro cuore pensavate "finalmente abbiamo dato una lezione solenne a un nostro avversario politico, e i nostri avversari ora metteranno Berta in sacco, metteranno la coda in mezzo alle gambe e per noi sarà più facile dominare la Valle d'Aosta, così come l'abbiamo dominata qualche anno fa quando vestivamo l'orbace e - come diceva Casetta - quando portavamo il Fez sulla testa e scrivevamo le lettere al Federale assicurando che le iscrizioni ai monumenti dei caduti erano state tradotte ed erano state scalpellate le iscrizioni in lingua francese".
Avete denunciato Fosson, del quale tutti riconoscono la specchiatissima onestà, è stato denunciato per i reati infamanti di falso e di peculato, e guarda caso il Fosson, allora Assessore all'agricoltura, è stato assolto con formula ampia.
Noi, durante la nostra amministrazione non abbiamo denunciato nessuno. Io personalmente, il cattivo, avrei potuto denunciare tanta gente, e non l'ho denunziata, non ho denunciato quel capo cantoniere che falsificava gli assegni, diventato poi giornalista, vostro giornalista, che falsificava gli assegni, intestati ai cantonieri e si metteva i soldi in tasca, e gli esempi di questo genere io ve ne posso fare almeno dieci o quindici. Io ho sempre perdonato tutti, io non ho mai denunciato nessuno, rischiando io poi di prendere la denuncia per omessa denuncia, perché un pubblico ufficiale deve denunciare quando è a conoscenza di un reato. Noi questo non l'abbiamo fatto, noi siamo polemici nella forma, siamo polemici nella lotta politica, perché noi crediamo alle nostre idee, le idee nostre di autonomia non sono la conversione dell'ultimo momento, noi non siamo mai stati dei voltagabbana, come qualcun altro, riconosciuto come voltagabbana, volgarissimo voltagabbana, da tutta la popolazione della Valle d'Aosta e dalla larga parte del clero.
Quindi, gli appelli a S. Francesco d'Assisi lasciamoli stare. Siate un po' più sinceri. Voi cercate di nascondere il fiele che avete dimostrato in tutte queste denunce che voi, ipocritamente, chiamate esposti credendo di salvarvi con queste distinzioni da procuratore di conciliatura; i fatti rimangono, voi avete istituito in Valle d'Aosta non la mansuetudine cristiana, voi avete stabilito i sistemi dell'Inquisizione di Spagna.
Fillietroz (U.V.) - Io ho solo due brevi osservazioni sulla risposa del Presidente Bionaz. Se noi non abbiamo fatto delle domande sull'articolo 12 è perché sempre abbiamo chiesto che venga applicata la revisione del riparto, perché i rapporti fra Stato e Regione, siamo tutti d'accordo - io credo che sia d'accordo anche la Giunta, tutti - tutto il Consiglio che devono basarsi sul riparto. È tanto più necessario il riparto attualmente perché la programmazione... come si fa a fare la programmazione senza avere la sicurezza delle entrate? In questo, con il sistema del rubinetto, con il sistema dell'articolo 12, non si può fare una programmazione precisa.
Del resto, per solo dire, noi abbiamo aumentato le entrate, non è quello che decide; noi vediamo che per il bilancio dello Stato, aumentano le entrate, perché la pressione in Italia è quella che è, la pressione fiscale, ma aumentano di più le entrate, quindi un bilancio, una situazione finanziaria, l'economia di una Regione, non si basano sull'aumento delle entrate; bisogna vedere tutta la situazione nell'insieme.
Dice l'avvocato Bionaz che effettivamente c'è l'esperimento di Valtournanche, come agricoltura che ha dato dei buoni risultati ecc... Ma per avere dei buoni risultati, io sono d'accordo che l'agricoltura bisogna aiutarla di più, ma per avere dei buoni risultati, per sviluppare, per incrementare proprio l'agricoltura di montagna, specialmente affinché il piccolo contadino possa sviluppare la sua azienda, occorre avere dei fondi, occorre fare una programmazione agricola, ma con fondi, cioè occorre destinare all'agricoltura molto di più, perché a Valtournanche, a Valtournanche, avevate un fabbricato già fatto a spese della Regione, ma in tanti altri posti, non c'è il fabbricato, bisogna farlo.
Manganoni (P.C.I.) - Non ripeterò quanto hanno già detto i miei colleghi, salvo sulla questione di Strazza che mi limiterò a ripetere i commenti indignati che si sentono e che avrete sentito anche voi e che sono questi: "ma come Strazza, dovrebbe fare sette anni di prigione, mentre noi vediamo Gheis e Torrione, ex consiglieri democristiani, che hanno tentato di rubare 600 milioni che passeggiano liberi, con la testa alta, nella Città di Aosta?". Questi sono i commenti, non degli avvocati ma del popolo che non è addentro nelle questioni legali, giuridiche, processi, tribunali, ma che ragiona col buon senso, Io mi limiterò a dire questo.
Mi limito ancora, sempre, per non ripetere quanto ha detto chi mi ha preceduto, l'affermazione di Bionaz che dal 1964 ci sono state 131 assunzioni senza concorso, non è vero, ed in questo caso io invito il Presidente, se vuole fare, se non vuole fare delle brutte figure qui, in Consiglio, di leggere l'elenco dei nomi, dicendo dove sono andati, quale posto occupano.
Questi, noi parliamo di dipendenti regionali, non parliamo di operai nei cantieri scuola, o di assistenti nei cantieri scuola, è logico, perché, nei cantieri scuola si prendono quelli che arrivano, lì non è questione di discriminazione, non è questione, non sono assunti, perché nei cantieri scuola ogni inverno ci sono circa 1000 operai, 800, 600, dipende dal numero dei cantieri che si aprono; noi parliamo dei dipendenti in pianta alla Regione, e adesso veniamo al resto.
I viaggi che voi ci rimproverate, ha detto Bionaz, sono stati utili: noi non vi abbiamo rimproverato i viaggi a Roma, ci siamo limitati a constatare che facevate molti viaggi a Roma, ma non ve li abbiamo rimproverati quelli; noi questa mattina parlavamo di altri viaggi, per esempio, visitando le cascate del Niagara, o andando nel Canada, io non penso che siano, che servano ad ottenere un maggiore riparto fiscale, per citarne una, perché se dovessi continuare non la finirei più. Io non ho detto che sei andato tu, i membri della Giunta, che sono andati... io dico che quei viaggi non penso che siano serviti ad aumentare il riparto, per non elencare tutti gli altri, New York, Stoccolma, Stoccarda, ben, ben, lasciamo perdere.
"Ora, è di un'altra cosa, guardi avvocato Bionaz, se non ci fosse stata la D.C. non ci sarebbe stata l'autonomia"; non è esatto, siamo più obiettivi: noi vediamo alla Costituente che ha votato contro, chi ha sostenuto l'autonomia, e, cioè, chi ha votato contro e chi l'ha sostenuta.
Ora, la D.C. ha votato a favore, noi comunisti abbiamo votato a favore. Allora, la questione è stata sostenuta, ed io qui non vorrei fare tutta la storia, perché io ho detto che sarò breve, ma il merito che voi vi attribuite non è vostro, è merito anche dei comunisti e di altri che allora erano al Parlamento.
Però vi è un fatto, un conto è concedere l'autonomia sulla carta, tenendo anche conto della situazione di allora, e un conto è attuarla; ora, l'accusa che noi facciamo oggi alla D.C., non è quella di aver concesso o meno l'autonomia; noi non diciamo che la D.C. ha votato contro l'autonomia alla Costituente, no; noi accusiamo la D.C. di non maturarla, perché questo statuto, che è il frutto della Costituzione, che fa parte della Costituzione, elaborato dalla Costituente, non è attuato e non è che noi diciamo delle fesserie, perché se voi dovete continuare, e stamattina Bordon ne aveva parlato, a Roma, e teste e piedi, e domande e assicurazioni. Io vi do atto che voi vi date da fare a Roma per ottenere questo, però bisogna fare i conti con quelli. Questo cosa conferma? Conferma quello che diciamo noi, che se la D.C. fosse effettivamente, se oggi i governanti fossero uniti, anziché obbligarli a tutte quelle peregrinazioni a Roma, dovrebbero prendere lo Statuto e dire: "lo Statuto contempla questo per la Valle d'Aosta, e noi applichiamo lo Statuto". È semplice, no? Quindi, questo denota l'antiautonomismo attuale dei governanti di Roma che a parole parlano di autonomia, poi nei fatti, ve ne accorgete voi, ce ne siamo accorti noi prima, ve ne accorgete voi, discutendo; ora, mi si permetta ancora di precisare questo all'avvocato Bionaz; dice che il timore dei comunisti è quello dell'isolamento. Bionaz, un cardinale giorni fa diceva, l'ha riportato il giornale, spaventato ed allarmato, diceva che il comunismo si sta diffondendo nel mondo come una macchia d'olio, e diceva: "la colpa in parte è nostra perché non applichiamo quei principi... " beh...
Ora, e questo si chiama isolamento? Ma dovrebbe aver visto in questi giorni sui giornali, in questi giorni che si celebra il 60° anniversario della rivoluzione di ottobre, vi sono i rappresentanti di 110 nazioni oggi a Mosca, che rappresentano i comunisti; se questo si chiama essere isolati, ebbene, io vi dirò: "evviva l'isolamento!". Io mi auguro che l'isolamento dei comunisti sia come ha proceduto dal 1917 ad oggi, ed allora, fra non molto, forse non passeranno altri cinquant'anni, ebbene, non si discuterà più di isolamento, anzi, avranno le redini del potere nel mondo.
Ora, vede... dunque, abbiamo, dice Bionaz, risolto i problemi di fondo, ma, Bionaz, i problemi di fondo, io ho qui - dove l'ho ficcato adesso questo famoso decalogo, che me lo tengo sempre a portata di mano, sempre a portata a mano - eccolo qui, i problemi di fondo sono anche, anzi, sono particolarmente questi: beni patrimoniali... va bene, voi non sentite, siete sordi, ed allora bisogna ripetere, bisogna pestare fin quando questo vi entra nella testa.
Ora, di questi dieci punti, beni patrimoniali, zona franca, riparto fiscale, legislazione sulla scuola, sollecitazione, sollecita collaborazione coi comuni al fine di farli partecipare ai fondi messi dallo Stato a disposizione per il risanamento dei bilanci comunali; interventi programmatici, sulla base delle indicazioni, risultanti di studi in corso, ecc. cioè questi dieci punti, questi sono dei problemi di fondo, non solo questi, ma questi lo sono particolarmente; quali di questi sono stati risolti? Non uno, non uno! È vero che voi dite: "stiamo discutendo, stiamo studiando", ma fin quando voi discutete e studiate, questo non vuole dire avere risolto i problemi. Quindi questi sono ancora tutti da risolvere ed allora non dite che voi risolvete i problemi di fondo, e, per concludere, dice ancora: "noi non abbiamo discriminato nessuno". Non voglio, a quanto hanno già detto voglio solo aggiungere un fatto: non tiri in ballo la strada di Massinod. Giorni fa sono stato a Gaby, sono stato su ad Issime, ai santi, e sono andato a prendere il caffè nel bar del Sindaco; siccome avevo dato uno sguardo al piano dei lavori, vedendo tutti quei piani di lavoro del 1967 che non sono appaltati, ed allora dico al sindaco Freppaz: ma voi avete dei soldi qui, e non li spendete, perché? Come mai non appaltate questi lavori, per esempio avete cinque milioni per la sistemazione di strade interne, non sono appaltate; non mi risulta, perché ogni tanto vado all'Assessorato, e m'informo; ma cosa aspettate?" E quello dice: "cinque milioni adesso nel '70" - lasciamo finire Colombo perché guarda, se stavi zitto ci guadagnavi - ed allora, mi ha detto il sindaco: "quei cinque milioni? Ma noi non ne sappiamo assolutamente niente, perché innanzitutto, noi non sappiamo quali sono le strade da allargare"; perché nessuno ha chiesto al comune, allargamento di strade, l'abbiamo visto su quel piano di lavoro e il comune ignora tutto!
Ho detto: "ma, com'è?" Dice: "sì, siamo poi venuti in seguito a saperlo; c'erano gli scagnozzi di Pedrini e, dovete aggiungere ai democristiani e i socialisti, anche i liberali... qualche briciola c'è anche per loro, la Presidenza dell'autostrada ed altro; dice. "gli scagnozzi di Pedrini, ignorando completamente l'amministrazione comunale, sono andati ad Aosta ed hanno fatto aggiungere sul piano cinque milioni per la sistemazione di strade interne". Dice: "ma noi non sappiamo quali sono quelle strade interne. Immaginiamo che si tratti della strada, di una strada mulattiera, che può ricongiungere la casa di questo scagnozzo"; dice: "però è una questione difficilissima da eseguirsi. Perché? Innanzitutto non c'è il progetto; in secondo luogo, qui si tratta di terreni, si tratta di portare via i piazzali delle altre case".
Ora, io vi dico, se non si fanno delle discriminazioni - e per questo mi riferisco a te, Colombo, che vuoi metterlo all'appalto presto, se non si fanno delle discriminazioni, io mi domando come mettere all'appalto quando non c'è né il progetto né i terreni... (si sente la voce in lontananza dei Colombo) ...andrò all'Assessorato...
Io sono andato all'Assessorato e mi hanno detto che questo non è appaltato; ora, quando non si fanno delle discriminazioni, prima di portare dei lavori sul piano, si consultano i sindaci, ed io vi dirò quando noi eravamo in Giunta, anche nei comuni democristiani, non abbiamo mai portato una volta un lavoro sul piano se non era stato richiesto, o concordato insieme al Sindaco, o all'amministrazione comunale; mentre invece voi, per voi, gli scagnozzi di Pedrini contano molto di più di una amministrazione comunale, Sindaco, Giunta e Consiglio comunale; e questa non è discriminazione? Vi faccio ancora un esempio, poi basta per oggi.
Avete portato, volete costruire, ne abbiamo discusso recentemente, un giardino per ragazzi a St. Nicolas, a St. Nicolas, no, dieci bambini di St. Nicolas, sparpagliati in dieci villaggi, facevano il giardino per bambini al capoluogo; però, avete negato il finanziamento delle fognature di Fabbrica a Champdepraz, ora, ammettete che una zona grossa come la Fabbrica, che è più grossa del capoluogo, no, a Champdepraz, lo ammettete che necessita di fognature? E che era più urgente, chiunque abbia un po' di buon senso - era molto più urgente costruire le fognature alla Regione Fabbrica di Champedepraz che non al giardino dei ragazzi a St. Nicolas, malgrado che lì ci fosse stato, e progetto e disponibilità dei terreni e che noi, l'ha segnalato il Comune, e l'abbiamo ricordato in sede di discussione del piano del 1967, però quelle non le avete costruite; è naturale, perché? Perché a Champdepraz c'è un Sindaco comunista, come d'altronde a Gaby si è scavalcato il Sindaco, perché il Sindaco è dell'Union, mentre invece, siccome a St. Nicolas c'è un Sindaco democristiano, e allora, tanto per fare qualche cosa, perché non si sapeva più cosa fare, si dice "facciamo il giardino per ragazzi".
Ora, guardate, io potrei continuare su questo tono per un'altra mezz'ora; mi sono limitato a citarvi questi due casi recentissimi, che mi sono capitati in questi giorni, e allora non dite che non fate la discriminazione perché questa è vera e propria discriminazione.
Montesano (P.S.D.I.) - Dunque, io credo che la discussione sul progetto generale, sul progetto di bilancio, sia stata molto ampia, ha preso tutta la giornata e lascio decidere, lascio decidere al Consiglio per la continuazione, non della discussione, perché la discussione oramai si può considerare chiusa, l'esame di bilancio, articolo per articolo, come si è fatto in altre volte.
Il Consiglio approva la chiusura.
Anche tutti? Allora la seduta è aggiornata a domani alle 9,30 per una esigenza mia personale.
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La seduta è tolta alle ore 20,16.