Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3068 du 5 mars 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3068/XI Accettazione della donazione fatta dal Sig. François Cerise a favore dell'Amministrazione regionale della collezione etnografica di sua proprietà, costituita da oggetti di particolare importanza per la cultura valdostana.

Deliberazione Il Consiglio

Premesso che, con nota in data 11 giugno 2002 indirizzata all'Assessorato all'Istruzione e alla Cultura, il Sig. François Cerise ha manifestato la sua intenzione di donare alla Regione Autonoma Valle d'Aosta la collezione etnografica di sua proprietà costituita da circa 5.000 oggetti che rivestono particolare importanza quali documenti della vita comunitaria e delle attività tradizionali della Valle d'Aosta il cui elenco è allegato alla presente deliberazione a formarne parte integrante e sostanziale;

Dato atto che, con nota in data 4 settembre 2002, prot. n. 17536/BC la Direzione Beni architettonici e storico artistici dell'Assessorato dell'Istruzione e della Cultura ha chiesto alla Direzione Attività Contrattuale e Patrimoniale della Presidenza della Regione di predisporre gli atti necessari per l'accettazione della donazione di cui sopra;

Dato atto che con perizia estimativa redatta dal Sig. Marco Bessone, iscritto al registro periti ed esperti della Regione Valle d'Aosta, nonché perito di Tribunale, su incarico della Direzione Beni architettonici e storico artistici dell'Assessorato dell'Istruzione e della Cultura, trasmessa con nota in data 12 novembre 2002, prot. n. 22398/BC indirizzata alla Direzione Attività Contrattuale e Patrimoniale, è stato stimato in € 106.578,00 (centoseimilacinquecentosettantotto/00) il valore economico commerciale dei beni donati inventariati dalla Direzione stessa;

Preso atto che il Sig. François Cerise, con la nota in data 11 giugno 2002 di cui sopra, ha posto una serie di condizioni alla donazione di seguito meglio specificate:

- di "mantenere accorpata la collezione ed esporla, se dal caso anche separatamente, ma senza che ciò comporti una perdita del significato della stessa" e "in occasione delle esposizioni" di indicare il nome del donante;

- di "mantenere la collezione in buono stato, ai sensi del D.lgs. 490/99 e catalogare e schedare tutti gli oggetti, consentendo" al donante "di prestare la sua collaborazione gratuita per la loro identificazione";

- di "consentire, in caso di richiesta, al comune di Gignod e/o alla Comunità Montana Grand Combin l'esposizione della collezione con priorità rispetto a richieste provenienti da altre sedi";

- di "rendere partecipe" il donante "o i suoi eredi relativamente alle scelte inerenti l'esposizione o la disposizione della collezione";

- di "inserire nell'atto di donazione una clausola risolutiva espressa in caso di inadempimento anche ad uno solo degli oneri sopra descritti";

- che il pagamento di tutte le spese relative all'atto di donazione siano a carico dell'Amministrazione regionale;

Valutato l'interesse storico e documentario che la collezione offerta in donazione riveste ai fini della testimonianza di tre secoli di economia rurale essendo composta da utensili di uso quotidiano e attrezzi agricoli legati alle attività tradizionali del territorio valdostano, quali il lavoro dei campi, la fienagione, la trebbiatura, la viticoltura, la lavorazione del latte, la tessitura, ecc.;

Considerato, pertanto, opportuno manifestare gratitudine al donante ed accettare, alle condizioni sopra descritte, la donazione della collezione etnografica di proprietà del Sig. François Cerise, costituita da oggetti appartenenti alla cultura materiale valdostana, sottolineando come l'impegno e l'attenzione rivolta dal Sig. François Cerise nel collezionare tali manufatti contribuisca a mantenere vivo il ricordo di un modo di vita autarchico e versatile, denso di umana ingegnosità, che riflette esperienze quotidiane vissute e condivise dalle comunità locali, rafforzando in tal modo il legame della popolazione con il proprio territorio;

Richiamato l'articolo 782 del c.c. che prevede per la donazione la forma dell'atto pubblico, a pena di nullità;

Richiamata la legge regionale n. 66 del 1979 e, in particolare, l'articolo 1 - lettera k) concernente l'accettazione di donazioni o di lasciti;

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 5116 in data 30 dicembre 2002 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2003/2005, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

Visto il parere favorevole rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento Legislativo e Legale della Presidenza della Regione in assenza del Direttore della Direzione Attività Contrattuale e Patrimoniale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;

Visto il parere della II Commissione consiliare permanente;

Delibera

1) di accettare la donazione da parte del Sig. François Cerise alla Regione Autonoma Valle d'Aosta della collezione etnografica di sua proprietà costituita da circa 5.000 oggetti che rivestono particolare importanza quali documenti della vita comunitaria e delle attività tradizionali della Valle d'Aosta il cui elenco è allegato alla presente deliberazione a formarne parte integrante e sostanziale;

2) di stabilire in osservanza della volontà del donante:

- di mantenere accorpata la collezione ed esporla, se dal caso, anche separatamente, ma senza che ciò comporti una perdita del significato della stessa e, in occasione delle esposizioni, di indicare il nome del donante;

- di mantenere la collezione in buono stato, ai sensi del D.lgs. 490/99 e catalogare e schedare tutti gli oggetti, consentendo al donante di prestare la sua collaborazione gratuita per la loro identificazione;

- di consentire, in caso di richiesta, al comune di Gignod e/o alla Comunità Montana Grand Combin l'esposizione della collezione con priorità rispetto a richieste provenienti da altre sedi;

- di rendere partecipe il donante o i suoi eredi relativamente alle scelte inerenti all'esposizione o alla disposizione della collezione;

3) di dare atto che la donazione è condizionata a che l'Amministrazione regionale adempia agli obblighi di cui al punto 2);

4) di dare atto che le spese relative alla formalizzazione della donazione sono a carico dell'Amministrazione regionale e di rinviare a successiva deliberazione della Giunta la nomina del notaio incaricato di rogare l'atto e l'impegno della relativa spesa.

Allegato

(Omissis)

Président Sur cet acte je vous rappelle que la IIème Commission a exprimé son avis à l'unanimité.

La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) L'illustration ne sera pas longue, juste pour rappeler aux collègues quelques éléments de cet acte, qu'il me paraît opportun de signaler à votre attention.

Le 11 juin 2002 M. François Cerise a communiqué à l'Assessorat régional de l'éducation et de la culture son intention de faire don à la Région Vallée d'Aoste de sa collection ethnographique comprenant environ 5.000 objets, qui revêtent un intérêt particulier dans la mesure où ils témoignent de la vie de la communauté et des activités traditionnelles de la Vallée d'Aoste. Il s'agit d'une décision importante adoptée par une personnalité éminente du monde artistique et de la culture traditionnelle du Pays d'Aoste, une décision qui remonte d'ailleurs à la fin des années '80 et des pourparlers assez prolongés ont précédé la décision qu'il a ainsi formalisée. Au terme de l'expertise la valeur commerciale - mais je tiens à signaler qu'il s'agit uniquement d'une valeur estimative - a été chiffrée à la hauteur de 106.578 €. Notre point de vue est qu'il s'agit là d'une collection ayant une valeur culturelle beaucoup plus importante que ce que l'indique l'estimation vénale, étant donné le caractère unitaire de la collection, qui est le fruit d'une vie de travail, de recherche, d'enquête sur le territoire.

L'intérêt que la collection présente du point de vue historique et documentaire réside essentiellement dans le fait qu'elle témoigne de trois siècles de vie rurale et qu'elle se compose d'objets quotidiens, d'outils agricoles liés aux activités traditionnellement pratiquées en Vallée d'Aoste, telles que les travaux des champs, la fenaison, la moisson, la viticulture, le travail du lait, le tissage et ainsi de suite. Je voudrais donc remercier publiquement et officiellement le donateur pour son geste et inviter les collègues à l'accepter aux conditions mentionnées dans la délibération, en acceptant ainsi la donation que M. François Cerise a voulu faire par son acte. C'est l'invitation que le Gouvernement adresse à ce Conseil, afin qu'il délibère formellement l'acceptation aux conditions prévues par le donateur et notamment: la condition que l'ensemble de cette collection ne soit pas divisée et que, si elle est exposée, cela n'ait lieu que d'une façon tant que possible unitaire, sans altérer la signification qu'elle représente, de bien l'entretenir, de donner à la Commune de Gignod en premier chef ou à la Communauté de montagne du Grand Combin la priorité sur d'autres organismes et de permettre aux donateurs et à ses héritiers de participer aux choix inhérents l'exposition et la disposition de cette même collection.

Président La parole à la Conseillère Charles Teresa.

Charles (UV) Moi j'espère que cette importante donation d'objets de la culture matérielle d'un peuple puisse être un encouragement pour créer chez nous prochainement un musée ethnographique. Passent de propriété de la Région 5.000 objets, dont seulement la lecture de la liste est extrêmement intéressante et je dirais que seulement nous plonger dans l'examen de cette liste - moi qui n'ai encore rien vu de ces objets -, peut être le point de départ pour un petit traité d'ethnographie et peut-être d'ethnologie. La Vallée d'Aoste doit être reconnaissante, comme l'a dit déjà le Président, envers M. Cerise et son mécénat, qui le rend, lui, déjà assez connu et si apprécié, encore plus proche de l'âme des Valdôtains. Cette liste occupe 71 pages, qui m'ont plongé dans le climat d'une civilisation aux dires de quelqu'un mourante, et j'éprouve parfois moi aussi des moments de pessimisme, mais je sais en même temps que cette civilisation peut être toujours ravivée par des marques de générosité, comme celle-ci de M. Cerise.

Les personnes les plus sensibles à la sauvegarde du patrimoine ethnographique considèrent certaines marques de notre civilisation comme les éléments d'un patrimoine spirituel et elles savent, ou du moins sentent, qu'il faut encourager cette continuité et qu'il faut rappeler que la diversité culturelle est une grande richesse. De nos jours le concept même de "bien culturel" s'est élargi et ne se limite plus aux expressions universellement reconnues, mais il s'étend à tout ce qui matériellement et spirituellement témoigne de l'effort d'intelligence et de créativité, comme un ru ou un moulin, ou un pressoir, une cribleuse, un métier à tisser, un sentier spécial. L'UNESCO nous vient en aide et, après avoir classé les grands monuments, les ?uvres majeures de l'humanité, depuis 20 ans mène des efforts internationaux considérables pour la sauvegarde des patrimoines plus humbles et plus cachés. Depuis 1992 la liste du patrimoine mondial, qui comprend actuellement 690 sites culturels et naturels, joue un rôle de pionnier en matière de préservation du patrimoine matériel; tout cela à travers des recommandations, des collections, des guides, des atlas, des conférences intergouvernementales et une action concrète de sauvegarde. Depuis l'adoption, il y a trente ans, de la première convention, de nombreux Pays ont manifesté leur intérêt pour la sauvegarde du patrimoine oral et immatériel.

Depuis la déclaration de Mexico en 1992, les travaux de la Commission mondiale sur la culture et le développement et ceux de la Conférence intergouvernementale sur les politiques culturelles pour le développement, à la réunion de Stockholm en 1998, la culture doit être considérée comme un ensemble de traits distinctifs, spirituels et matériels, intellectuels et affectifs qui caractérisent une société ou un groupe social. Elle englobe, outre les arts et les lettres, les modes de vie, les façons de vivre ensemble, les droits fondamentaux de l'être humain, le système de valeurs, les traditions et les croyances. Cela signifie que l'élargissement du patrimoine ne se borne plus à la gamme des monuments, mais le porte à s'ouvrir vers d'autres formes définies par l'UNESCO "patrimoine culturel immatériel", mais que moi, d'après mon goût personnel, je définirais de "spirituel".

Dernièrement, par l'adoption de l'avant-propos d'une récente convention internationale pour la sauvegarde du patrimoine culturel immatériel, l'UNESCO, qui est l'organisation des Nations Unies responsable de la culture, jette les bases pour une stratégie à long terme, visant à créer un instrument normatif pour renforcer les initiatives actuelles et créer un cadre juridique sur l'importance du patrimoine culturel, matériel et immatériel, en plaçant la revitalisation d'un certain patrimoine en voie de disparition parmi ses priorités. Ceux qui aiment passionnément l'ethnographie et pratiquent l'ethnologie trouveront dans cette convention un soutien intellectuel et moral, pour continuer un combat et faire respecter et apprécier nos diversités, nos us et nos coutumes. Le patrimoine immatériel, d'après toujours la convention de l'UNESCO, pourrait être défini comme - je cite -: "L'ensemble des manifestations culturelles traditionnelles et populaires, à savoir les créations collectives émanant d'une communauté fondée sur la tradition. Elles sont transmises oralement ou à travers les gestes et sont modifiées à travers le temps par un processus de récréation collective. En font partie les traditions orales, les coutumes, les langues, la musique, la danse, les rituels, les festivités, la médecine et la pharmacopée traditionnelle…" - dans le rapport sanitaire, Assesseur Vicquéry, on a parlé de la médecine non conventionnelle et donc rentre cela aussi - "… et encore les arts de table, les savoir-faire dans tous les domaines matériels des cultures, tels que l'outil et l'habitat".

C'est cela qu'on peut lire dans la page Web culture et Unesco. Ce patrimoine immatériel, mais qu'on peut voir, toucher, caresser, apprécier comme les outils, les ustensiles, les meubles, les constructions, outre toute la tradition orale qui va du chant aux dialectes, à la médecine populaire, est encore fortement ancré surtout chez les minorités et les populations autochtones. Parfois ces biens sont simplement spirituels, quand on n'en conserve plus que le souvenir de l'objet, mais aussi parfois le souvenir du geste ou de la méthode de fabrication de quelque chose. La nature éphémère du patrimoine immatériel rend ces objets vulnérables et donc il est urgent d'agir et on a raison de penser que ce patrimoine est menacé de disparition et de dégradation, mais on pourra assurer la continuité historique de ce patrimoine si on continue à l'aimer et si on apprend aux autres à l'aimer par des gestes généreux. Nous avons donc la nécessité et le devoir moral de revitaliser ou de garder en vie ce patrimoine et de le protéger avec efficacité. Un grand merci donc à M. Cerise pour avoir d'abord, avec une grande sensibilité, cherché, enquêté et créé sa collection, puis pour avoir voulu généreusement offrir le fruit du travail de sa recherche à la Vallée d'Aoste.

Président Je soumets au vote la délibération et l'annexe:

Conseillers présents et votants: 23

Pour: 23

Le Conseil approuve à l'unanimité.