Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 2997 du 5 février 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 2997/XI Pagamento erroneo di una vincita ad un cliente della Casa da gioco. (Interrogazione)

Interrogazione Premesso:

- che a un giocatore del Casinò di Saint-Vincent è stata pagata, per errore, una vincita pari a circa 130.000 € anziché quella effettiva di circa 55.000 €;

- che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il giocatore in questione non avrebbe ancora restituito la somma pagatagli in eccesso (80.000 € circa), ma solo una piccola parte;

- che, in osservanza alla normativa antiriciclaggio, le vincite di importo superiore ai 12.500 € possono essere pagate solo mediante assegni non trasferibili;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

la Giunta regionale per sapere:

1) se è stata proposta al giocatore la sostituzione tempestiva dell'assegno errato con un altro di importo corretto;

2) se corrisponde al vero il fatto che l'assegno, benché errato e non trasferibile, sia stato successivamente convertito in fiches, con una grave violazione delle norme di cui in Premessa;

3) chi sono i dirigenti e i funzionari delegati dalla Casinò S.p.A. a effettuare tali operazioni, con quali limiti e chi, nella fattispecie, ha autorizzato l'operazione di cui in Premessa.

F.to: Tibaldi - Lattanzi

Président La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) Voyez, Conseiller Beneforti, que, malgré moi, je me trouve à répondre de tout ce qui se passe sur les tables de jeu; cela n'est pas exactement dans mes volontés, mais il m'appartient de donner des réponses aux collègues qui nous questionnent là-dessus.

Il me semble, Conseillers Tibaldi et Lattanzi, qu'il convient en premier lieu d'exposer les faits tels qu'ils se sont produits, le soir du 13 janvier dernier, et tels qu'ils nous ont été rapportés par la société "Casino de la Vallée".

Il était environ 20 heures 15 quand un technicien spécialiste des machines à sous, appelé en vue du paiement du jackpot d'une machine située dans la zone VIP, constatait que la combinaison gagnante effectivement sortie donnait droit au paiement de 22 mille 349 jetons, soit une valeur de 55 mille 872,50 euros. Le technicien se rendait donc à la caisse du secteur VIP et présentait à la caissière de service un bon en vue du paiement au client de 55 mille 870 euros.

Par erreur, la caissière remplissait à partir de son terminal un bon de paiement pour une valeur de 55 mille 870 jetons et non pas euros. Le logiciel multipliait donc le nombre indiqué par la valeur du jeton, soit 2,50 euros, parvenant à un total de 139 mille 675,50 euros. Le bon ainsi rempli était validé par la caissière, par le technicien, par le contrôleur de l'administration et par le contrôleur régional. Comme l'exige la procédure, un assistant de direction était appelé, de même que la caissière, à apposer sa signature sur le chèque barré du payement.

Aux alentours de 22 heures, le client se rendait à la caisse de la salle des jeux français et changeait son chèque contre des fiches pour faire cours à d'autres activités de jeu. Vers 23 heures 50 l'erreur était décelée et l'assistant de direction qui avait signé le chèque, accompagné d'un inspecteur adjoint, retrouvait le client, lui expliquait l'erreur macroscopique qui avait été commise par la caissière et lui indiquait le montant de la somme qui lui avait été indûment remise, soit 88 mille 805 euros.

A ce point - et je réponds maintenant à la première partie de la question qui m'a été posée - lorsque l'on demandait au client de bien vouloir rembourser le trop-perçu, ce dernier objectait qu'il avait déjà perdu presque la totalité de son gain et rendait la somme 20 mille euros.

Il reconnaissait, par ailleurs, avoir touché un montant auquel il n'avait pas droit et s'engageait à rembourser la somme en question. Le 15 janvier, ledit client signait donc une reconnaissance de dette et s'engageait à verser au Casino une somme de 8 mille euros par mois jusqu'à extinction de ladite dette, sauf en cas de paiement de nouveaux gains.

Quant au deuxième point de la question, la "Casino de la Vallée S.p.A." considère que le fait que la maison de jeu accepte d'encaisser ses propres chèques barrés et de les convertir en fiches ne constitue pas une violation de la loi sur le recyclage d'argent. Cette opération apparaît tout à fait légitime, comme le confirme l'avis d'un éminent juriste que tous les casinos se sont accordés conjointement de consulter sur ce point.

Je conclus la dernière partie de la réponse, en vous informant que la "Casino de la Vallée S.p.A." n'estime pas pouvoir fournir le nom des personnels concernées par cette affaire, jusqu'à ce que les responsabilités de l'erreur n'aient été totalement définies, puisque une procédure disciplinaire a été entreprise à leur égard et que cette procédure est actuellement en cours.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Vede, Presidente, l'interrogazione non vuole assolutamente girare il coltello nella piaga di un errore, che può essere considerato umano, sotto certi aspetti. Però è un errore che ha registrato delle anomalie, parte delle quali lei ha menzionato nella sua risposta. Innanzitutto c'è da dire che non appena si è verificato l'errore, la società ha inviato una lettera ai dipendenti interessati al pagamento errato, escluso il controllore regionale, nella quale ha specificato che qualora il giocatore non restituisse i soldi presi in eccesso sarebbero stati chiamati gli stessi dipendenti a rifondere il danno, e quindi senza specificare se e come, praticamente tutti quanti erano onerati in solido di pagare la somma erroneamente consegnata al giocatore.

In ogni caso - e questo è il punto fondamentale sul quale abbiamo incentrato l'interrogazione - il problema non è l'errore, anche se costituisce una somma di notevole entità. Il problema è l'uso disinvolto che si fa degli assegni che, al di sopra di una certa soglia di vincita, in particolare 12.500 €, dovrebbero essere non trasferibili e quindi non cambiati in sede di sala da gioco; cosa che invece è avvenuta, nonostante la legge n. 197/1991 stabilisca che oltre certi importi bisogna assolutamente munire gli assegni della clausola di intrasferibilità. Fra l'altro, in una recente circolare interna della Direzione giochi, che porta la data del 25 dicembre scorso, si sottolinea la vigenza di questa norma ai fini di antiriciclaggio. Si stabilisce quindi la regola, ma poi si deroga perché gli stessi funzionari, che esercitano l'attività all'interno della casa da gioco, permettono che, a fronte di determinate situazioni, a fronte di clienti cosiddetti "importanti", praticamente si chiuda un occhio!

Intendo sottolineare che questo è un fatto scorretto, che viola le norme previste dalla legge e, come tale, intendo sensibilizzare il Presidente della Regione del reiterarsi di certe situazioni. Poiché il Presidente della Regione rappresenta il 99 percento della proprietà pubblica e quindi è l'azionista di riferimento, lo invito a fare comunicazione doverosa, ufficiale e formale, anche a chi ha le redini della "Casino de la Vallée" in questo momento. Questo è l'obiettivo della nostra interrogazione, auspicando che fatti di questo tipo non abbiano più a ripetersi, anche perché è inutile scagliarsi contro il comportamento, ancorché erroneo, di dipendenti, quando sono certi funzionari che ne autorizzano le modalità! C'è una legge, ripeto, la n. 197/1991: questa legge stabilisce delle norme che sono cogenti, e quindi che al di sopra della soglia di 12.500 € l'assegno sia non trasferibile e, come tale, non possa essere cambiato.

A noi sembra che l'interpretazione giuridica a cui faceva cenno il Presidente sia un "voler tirare la coperta anche quando non c'è più tessuto", e non vorremmo che questa coperta tirata fino a questo punto alla fine si strappi, cosa assolutamente iniqua nei confronti di certe persone, perché la vicenda richiede maggior correttezza morale da parte di altre!