Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1752 du 20 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1752/XI Disegno di legge: "Integrazioni alla legge regionale 28 giugno 1991, n. 20 (Promozione di una fondazione per la formazione professionale turistica), già modificata dalle leggi regionali 24 agosto 1992, n. 52 e 14 gennaio 1994, n. 2".

Articolo 1 (Integrazione all'articolo 1)

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 28 giugno 1991, n. 20 (Promozione di una Fondazione per la formazione professionale turistica), è aggiunto il seguente:

"1bis. La Fondazione di cui al comma 1 può altresì svolgere attività di istruzione tecnico-professionale mediante l'istituzione e la gestione di corsi di studi quinquennali a indirizzo turistico, in armonia con la normativa vigente in materia.".

Articolo 2 (Integrazione all'articolo 2 )

1. Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 2 della L.R. 20/1991, è inserita la seguente:

"b bis) la Fondazione potrà svolgere attività di istruzione tecnico-professionale mediante l'istituzione e la gestione di corsi di studi quinquennali a indirizzo turistico, in armonia con la normativa vigente in materia;".

PresidenteLa parola al relatore, Consigliere Piccolo.

Piccolo (FA)Premetto che leggerò la relazione, che è stata condivisa con il collega La Torre della V Commissione, pertanto anche a suo nome leggo il testo della relazione che credo i colleghi abbiano già ricevuto.

Il disegno di legge in oggetto porta alcune integrazioni sostanziali alla legge regionale n. 20 del 28 giugno 1991 inerente "l'istituzione di una Fondazione per la formazione professionale turistica".

Integrazioni che sono il frutto di una prima significativa conseguenza dell'ampio e approfondito dibattito che si è sviluppato nell'ambito del gruppo di lavoro, costituito dalla Giunta regionale, al fine di individuare possibili modalità e contenuti di una riforma della Fondazione per la formazione professionale turistica, nonché dei corsi alberghieri da essa attualmente organizzati, al fine di renderli maggiormente aderenti alle nuove esigenze espresse dallo specifico comparto turistico e soprattutto venire incontro alle giuste attese dei giovani che aspirano ad un adeguato inserimento nel comparto stesso.

Una riforma della fondazione resasi indispensabile anche alla luce dalla nuova normativa scolastica che eleva l'obbligo scolastico.

Per una più puntuale informazione ai colleghi comunico che il gruppo di lavoro, completo in ogni sua componente e con i rappresentanti delle categorie interessate è stato costituito con delibera della Giunta regionale in data 18 gennaio 1999 e poi integrato da una successiva delibera in data 1° febbraio 1999 è composto da:

- il Coordinatore del Dipartimento turismo, sport, commercio e trasporti o suo delegato;

- il Sovrintendente agli studi per la Valle d'Aosta o suo delegato;

- il Dirigente del Servizio formazione relazioni esterne o suo delegato;

- il Direttore della Direzione Agenzia regionale del lavoro o suo delegato;

- il Direttore dei corsi alberghieri regionale;

- un membro designato dal Consiglio di amministrazione della fondazione;

- un membro designato dall'ASCOM;

- un membro designato dalla FACOM;

- un membro designato dall'ADAVA;

- un membro designato dalla FENIT Valle d'AOSTA;

- un membro designato dall'Ente bilaterale regionale;

- un membro designato dall'AVIF.

L'indicazione fondamentale scaturita dal gruppo di lavoro è stata quella di individuare un percorso formativo che, salvaguardando da un lato i numerosi aspetti positivi, soprattutto in termini di preparazione pratica, degli attuali corsi di primo addestramento turistico-alberghiero, consentisse dall'altro, al termine di un ciclo di studi quinquennale, il conseguimento di un regolare diploma di maturità e quindi l'accesso agli studi universitari.

Ciò nell'ottica di mettere a disposizione del comparto turistico operatori maggiormente qualificati, così come richiesto da un mercato sempre più concorrenziale nel quale le sfide possono essere affrontate con successo solo ponendosi in un'ottica di crescita qualitativa e al fine di incentivare un maggior numero di giovani valdostani ad orientarsi verso impieghi nel comparto turistico, limitando così l'attuale massiccio ricorso a personale stagionale proveniente da fuori Valle.

Si pensi che ogni anno gli addetti ai servizi stagionali provenienti da altre regioni d'Italia raggiungono il numero di circa ottomila.

Quest'ultima situazione, d'altro canto, oltre a costituire una rinuncia a notevoli potenzialità occupazionali per i residenti, rappresenta un fattore assai negativo sotto il profilo della qualità complessiva dell'offerta turistica regionale, tenuto conto della scarsa conoscenza che tale personale stagionale, soggetto a continui avvicendamenti, ha della Valle d'Aosta, della sua cultura, delle sue tradizioni, per cui l'approccio col cliente risulta inevitabilmente più arido, meno personalizzato e rende in definitiva più arduo per il cliente stesso scoprire e apprezzare quelle specificità che possono rendere la Valle d'Aosta una meta più attrattiva nel panorama dell'offerta turistica nazionale e internazionale.

La soluzione prefigurata prevede dunque la creazione di un Istituto turistico-alberghiero regionale legalmente riconosciuto, promosso e gestito dalla Fondazione per la formazione professionale turistica, i cui corsi, di durata complessivamente quinquennale, siano strutturati su un triennio che consenta l'ottenimento di una prima qualifica idonea ad un diretto inserimento nel mercato del lavoro, seguito poi da un biennio finalizzato al conseguimento del diploma di maturità.

Sulla base di un parere espresso dalla Soprintendenza agli studi la concreta adozione di tale soluzione presuppone tuttavia un'integrazione della legge regionale n. 20/1991, concernente la promozione della fondazione di cui sopra affinché quest'ultima possa considerarsi, a tutti gli effetti, autorizzata ad operare anche nel campo dell'istruzione professionale, oltre che in quello della formazione, e con le stesse prerogative che ha oggi l'Institut agricole régional.

Lo scopo del disegno di legge, oggi in discussione, è appunto quello di introdurre l'accennata integrazione e consentire quindi alla fondazione di dare corso a tutti gli adempimenti necessari all'attuazione del progetto.

Ciò naturalmente senza che la fondazione abbandoni le proprie iniziative nel settore della formazione professionale in campo turistico che resta un suo specifico compito istituzionale, ma anzi prevedendo di potenziare ulteriormente tale funzione orientandola soprattutto verso la riqualificazione di coloro che ai vari livelli già operano nei diversi comparti dell'offerta turistica.

Si tratta quindi di un'interessante scommessa che la fondazione intende proporre per un futuro turistico più rispondente alle esigenze di oggi.

Nel concludere: tutto questo affinché i diversi settori del turismo possano, senza che uno prevarichi l'ambito dell'altro, ma anzi completarsi, dare un più qualificato servizio ai numerosi turisti che visitano la nostra Valle.

Una Regione che dovrà sempre più favorire lo sviluppo ed il miglioramento qualitativo delle attività turistiche e quindi la possibilità che tale settore diventi un volano importante per la nostra economia, soprattutto in questo particolare momento economico e finanziario difficile a causa della terribile calamità che ci ha colpiti recentemente e utilizzando al massimo le risorse umane e le ricchezze naturali presenti nella nostra Regione: Regione a vocazione primaria turistica e per poter cominciare, proprio con il turismo, a parlare di vero federalismo e di vero autogoverno, offrendo una Valle d'Aosta all'avanguardia di un turismo moderno, al passo con i tempi e qualificato. Infine preciso che il disegno di legge ha avuto il parere favorevole della IV e V Commissione consiliare permanente.

PresidenteÈ aperta la discussione generale.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Mi sono segnalata, forse gli Assessori competenti intendevano intervenire, io aspetto anche l’intervento dell’Assessore eventualmente. Posso intervenire? Grazie, Assessore.

Una prima annotazione: da tempo si è registrata l’esigenza di far fare un salto di qualità all’attuale scuola alberghiera. Noto che, come al solito, e mi dispiace dover dire così, che i tempi per le dimissioni in commissione sono ristretti.

La legge approda in commissione, non appena la commissione cerca di affrontare il problema, va a visitare di persona la struttura, si rende conto della complessità della questione al di là del fatto che apparentemente è una legge molto scarna.

La commissione fa l'elenco di una serie di persone che vuole ascoltare proprio per avere maggiori informazioni, poi all’improvviso dall'esterno viene impressa un'accelerazione di tutto l’iter che viene in commissione. Non ho capito bene la motivazione, sarebbe interessante che qualcuno me la spiegasse.

A parte questo preambolo vengo al nocciolo del problema. Come dicevo prima, con questa legge si interviene sulle finalità della fondazione e si interviene secondo un orientamento richiesto da anni a gran voce dal consiglio di amministrazione.

Se qualcuno di voi va a leggersi le relazioni dei rappresentanti della Regione all’interno di questo Consiglio, vede che da più parti si insiste sul fatto che lo Statuto deve essere modificato "imperativamente", nel senso che la scuola alberghiera così com’è non va bene, ma bisogna trasformarla in una struttura che consenta di rilasciare diplomi di scuola media superiore, quindi questa scelta è sicuramente positiva.

Diciamo anche che la riforma dei cicli scolastici ha accelerato questa richiesta che da alcuni anni era fatta dal consiglio di amministrazione della fondazione, quindi va bene intervenire in questa direzione.

Come si attua, come si dà uno sbocco quinquennale alla scuola alberghiera attuale? E qui se ascoltiamo la relazione del Consigliere Piccolo, se leggiamo la relazione introduttiva della legge, se vediamo anche i documenti presentati dallo stesso gruppo di lavoro, vediamo che ci sono ancora molti elementi poco chiari, e non si capisce in quale contesto questa scuola possa radicarsi.

Innanzitutto la fondazione ha sempre insistito sul fatto che occorre garantire autonomia alla fondazione, garantire gli strumenti, risorse umane o finanziarie per esercitare tale autonomia. Ora a questa richiesta che viene fatta da anni dalla fondazione non si dà una risposta con la modifica di questa legge. E si chiede anche come sarà possibile garantire le nuove risorse umane e finanziarie richieste dal progetto del nuovo istituto; su questo non viene detto nulla.

Ancora, il modello che è richiamato en passant, come modello, è quello dell’Institut agricole, ma qui c’è una differenza sostanziale: l’Institut agricole è un istituto che ha una storia, una struttura e un contesto di ricerca, che ha teste pensanti.

C’è un contesto molto ricco di risorse umane, professionali, di idee che qui non trovo, per cui mi chiedo come è possibile che questa fondazione riesca a fare questo salto di qualità. Tra l’altro, per fare questo salto di qualità, lo stesso institut ha dovuto, per esempio, chiedere alla Regione una legge apposita per il personale. Qui sul personale non si dice nulla.

Noi modifichiamo una delle finalità della legge che è quella che consente alla fondazione di occuparsi anche di istruzione, però manteniamo tali e quali gli articoli che riguardano il personale: nella legge attuale, si dice nell’articolo 2, comma 1, lettera g), "che la fondazione avrà una struttura a carattere permanente per quanto riguarda gli aspetti didattico-organizzativi con carattere di flessibilità per quanto attiene ai docenti da impiegare e alle attività da svolgere"; ora questa libertà enorme che la legge dà alla fondazione rispetto ai docenti e al personale in che rapporto può stare con tutte le condizioni che invece la volontà di ottenere la parificazione di questa scuola comporta? Come si possono realizzare queste condizioni?

Non ci sono le condizioni per rendere la scuola parificata, se rimane intatto questo elemento del personale, ad esempio. Da una parte si fa un balzo in avanti, e dall'altra non si danno gambe, perché le nuove finalità individuate possano realizzarsi.

Si vuole istituire un nuovo indirizzo turistico, nel momento in cui si prefigura un istituto superiore che rilascia un diploma, questo diploma va a collocarsi all’interno dei diplomi turistici; ma in questo settore turistico, proprio a Châtillon e a Saint-Vincent, quindi proprio in zona, noi abbiamo già gli IPR che si occupano della stessa questione e non è che si possa dire: "Una scuola farà concorrenza all’altra perché nell’autonomia ciascuno deve attirare più studenti possibile, diventare più capace di preparare professionalmente gli alunni e quindi si faranno concorrenza e vedrete che avremo due scuole eccellenti".

Questo non è vero, intanto perché qui c’è uno spreco enorme di risorse e poi perché le due scuole si rivolgono alla stessa tipologia di utenti e soprattutto nella riforma che verrà si va verso un'unificazione dei primi anni. Non ha senso pertanto che ci sia un biennio di orientamento all’interno di questo nuovo istituto turistico e un biennio di orientamento all’interno dell’istituto professionale perché sarebbero la stessa cosa e dovrebbero in qualche modo coincidere. Nella legge e nella relazione di accompagnamento non si dice nulla, rispetto al rapporto che dovrebbe instaurarsi fra questo istituendo istituto turistico e gli attuali IPR.

Si affida alla fondazione un compito molto importante, quello di trasformarsi, di delineare un nuovo corso didattico con curricula, orari, obiettivi precisi e a chi lo si affida? Lo si affida alla fondazione che è commissariata. Questo dimostra ancora come sia un progetto senza gambe per poter camminare.

Ancora: non si vede bene come questo istituto si inserirà in tutto quello che è il sistema di formazione professionale che dovremo attuare; qui, come al solito, sorgono singole iniziative, come tanti funghi: ognuno si preoccupa della formazione professionale, della qualificazione per diplomi, ciascuno nel suo piccolo settore senza che ci sia la previsione di un collegamento fra gli uni e gli altri.

Questo fra l’altro aumenta fortissimamente i costi. Uno dei motivi per cui è stata voluta a livello nazionale l’autonomia delle istituzioni, e questo ha significato anche un dimensionamento delle varie istituzioni scolastiche in modo che ciascuna di esse giungesse a un numero sufficiente di alunni, di insegnanti per poter essere autonoma anche nella progettazione, è proprio l'esigenza di risparmiare.

Nel nostro caso, si sarà di fronte ad un piccolo istituto, perché non si potrà raggiungere le cifre di 350-400-500 alunni, che sono le cifre ottimali per garantire l’autonomia a un istituto. I costi aumenteranno moltissimo. Chi pagherà questa scuola?

Nel corso delle audizioni è stato detto che, quando una scuola è di proprietà di una fondazione, dovrebbe essere quest’ultima a trovare le risorse al proprio interno, ma si vede che chi ha detto questo si riferiva a una realtà extraregionale perché tutte le fondazioni che abbiamo in Valle non riescono a trovare al proprio interno le risorse ed è la Regione che provvede a queste risorse. Ogni fondazione - pensiamo all’Istituto musicale, pensiamo all’Institut agricole - annualmente ha un bilancio che si aggira dai 4 ai 5 miliardi.

Sarà necessario prevedere altre risorse e sarebbe interessante capire qual è il costo reale di un IPR a Saint-Vincent, per esempio, e di questa scuola a due passi e chiedersi se a una scuola diamo di più come risorse rispetto all’altra.

Questi sono una serie di perplessità e di domande che ho posto all’Assessore, ai membri del comitato che sono venuti in commissione, ma nelle risposte datemi non emerge un progetto chiaro da parte di nessuno perché ciascuno persegue un progetto di tipo diverso.

Noi, pur condividendo la necessità di andare in questa direzione, chiediamo che questo atto sia accompagnato da tutte le condizioni che lo sostengono oppure ci asterremo perché altrimenti si vota una decisione che non è ancorata a nessuna risorsa concreta e nessun progetto concreto.

PresidenteLa parola al Consigliere Collé.

Collé (Aut)Già in commissione avevo fatto tutta una serie di considerazioni che non voglio qui ripetere, ma voglio fare solo alcune riflessioni. Da una parte c’è effettivamente necessità di dare risposta alle nuove esigenze della scolarità; la riforma dei cicli e l’elevazione dell’obbligo scolastico credo che rientrino nel disegno di legge oggi in votazione anche se non abbiamo un quadro definito e delle risposte precise su quelli che saranno i nuovi cicli e l’elevazione stessa, tuttavia il disegno di legge vuole entrare nel merito di questa complessa materia e trovare al più presto delle soluzioni.

D’altra parte non abbiamo riscontrato nel corso delle audizioni che sono state fatte delle idee chiare in merito a cosa si vuole fare della scuola alberghiera attuale. Non si sa se si azzererà tutto o se partiremo da quello che è esistente oggi.

Non abbiamo avuto risposte precise sulle competenze della nostra Regione in materia di pubblica istruzione; avevo chiesto in commissione se era possibile trovare una soluzione per permettere alla scuola alberghiera di porlo come modello valdostano di scuola e verificare con i dirigenti ministeriali se questo sia possibile o meno.

Un’altra questione che dovremo affrontare è legata ai costi. Oggi la scuola alberghiera alla Regione costa qualcosa come 100 milioni all’anno, è la Commissione europea che elargisce la massima parte di spesa, più di 1 miliardo; nel momento in cui la scuola verrà strutturata in modo diverso la Regione dovrà affrontare anche questo aspetto.

Crediamo che il disegno di legge n. 99 apra una porta e sia lo strumento per poter lavorare e vedere tutti assieme cosa vogliamo fare della scuola alberghiera.

Il riconoscimento è una cosa che tutti noi vogliamo, però dobbiamo tener presente le esigenze di quelli che hanno un’attività alberghiera in Valle d’Aosta, credo che si debba partire un po' da qui. Questo aspetto così come altri aspetti devono essere tenuti sotto osservazione.

Abbiamo chiesto in commissione che innanzitutto, per avere un quadro ben preciso davanti a noi, che si possano verificare con mano quelle che sono le esperienze attuali in Italia e all’estero e credo che la IV e la V Commissione debbano al più presto rendersi conto di questo. Parlavamo di Bressanone per il discorso dei cinque anni e del diploma riconosciuto, mentre parlavamo di Crans Montana come di un modello più legato alla scuola alberghiera attuale da cui si esce con il baccalauréat.

Dovremo definire il ruolo dell’IPR di Saint-Vincent perché il discorso della concorrenzialità che faceva la Sovrintendente è un discorso su cui dovremo riflettere.

Questo disegno di legge lo abbiamo votato in commissione e lo voteremo oggi proprio perché apre una porta e proprio perché da oggi dovremo lavorare per dare le risposte che tutti aspettano anche perché da quanti abbiamo sentito c’è la volontà di andare verso una scuola che dia un diploma riconosciuto, ma dall’altro non abbiamo trovato nessuno che ci abbia detto esattamente quale sarà il percorso.

Il percorso sarà quindi da costruire e un impegno che abbiamo chiesto in commissione era che fossero proprio la IV e la V Commissione a seguire i lavori e l'iter nella sua interezza.

In base al lavoro che uscirà dovremo soprattutto dare delle risposte alle effettive esigenze delle strutture alberghiere attuali. Il fatto che si parli e si sia detto tanto sugli imprenditori del turismo, per carità, va bene tutto, però teniamo presente quella che è la Valle d’Aosta, quelle che sono le sue esigenze, le sue strutture alberghiere perché è con queste che dovremo fare i conti.

Credo che sia necessario, come ho detto in commissione, che una riflessione venga fatta a più ampio raggio, che non ci limitiamo esclusivamente a parlare della scuola alberghiera e di cosa ne sarà, ma che ampliamo un po' quella che può essere una riflessione da condurre insieme a tutti gli attori del turismo, i responsabili di categoria, eccetera.

Il Presidente dell’ADAVA ci ha detto in commissione che la Valle d’Aosta necessita di maître d’hôtel, di chef di cucina, eccetera e questa è una verità. Teniamo altrettanto presente che in Valle d’Aosta abbiamo una stagione consolidata, quella invernale, di 90-100 giorni e una stagione estiva che si sta restringendo, pertanto è vero che abbiamo queste necessità, ma è vero anche che buona parte degli alberghi oggi assumono del personale per queste due stagioni che, se considerate nell’arco dell’anno, sono abbastanza limitate, allora non pensiamo che, facendo un discorso legato esclusivamente alla scuola alberghiera e dando un riconoscimento dopo cinque anni, risolviamo anche questi problemi.

Credo che da qui possa nascere insieme a tutti quanti un ragionamento più ampio legato proprio alla questione turistica.

PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.

Frassy (FI)Nell’affrontare l’argomento intanto il nostro gruppo vorrebbe evidenziare come anche in questa circostanza sia mancata una tempistica utile all’approfondimento e al confronto politico. Abbiamo appreso nelle due riunioni di commissione che il gruppo di lavoro istituito circa un anno fa aveva avuto modo di nominare un consulente, aveva avuto modo di approfondire con una serie di riunioni?

(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)

? come no? Sono affermazioni che sono state verbalizzate in commissione e sono state fatte dall’Assessore stesso perciò è un po' difficile che l’Assessore smentisca in aula quello che dice in commissione.

Il Consigliere Piccolo, relatore del disegno di legge, ha affermato, e così è verbalizzato in commissione, che il Prof. Russo è consulente del gruppo di lavoro dopodiché se le affermazioni del Consigliere Piccolo non corrispondono alla realtà dei fatti, farà bene l’Assessore a precisare i termini entro i quali il Prof. Russo si è mosso e sulla base di quali input.

La cosa che abbiamo chiesto in commissione, senza peraltro riuscire ad ottenerla, era la conoscenza della relazione o perlomeno delle convinzioni emerse dalla consulenza del Prof. Russo.

I Presidenti della IV e V Commissione, che hanno lavorato congiuntamente, si erano impegnati a mettere a disposizione dei commissari e la relazione e una serie di dati prima che venisse all’esame dell’aula il disegno di legge tant’è che avevamo espresso al Presidente Rini il timore che ci fosse un'accelerazione che voi ci avevate negato ancora nella commissione la settimana scorsa. Abbiamo appreso invece lunedì pomeriggio come quel timore fosse anche in questa circostanza fondato.

Ora questa, si badi, non è un'inutile "vis polemica", ma è la constatazione della difficoltà con cui ci si può confrontare quando i disegni di legge vengono catapultati direttamente in aula.

Quali ragionamenti fare nel concreto su questo disegno di legge? Anzitutto è normale che ogni legge abbia un promotore, abbia un soggetto, politico o meno, che la sostenga.

Apprendiamo che il soggetto che sostiene questa legge non è l’Amministrazione regionale in quanto tale che la presenta comunque al voto dell’aula, non è neppure la fondazione stessa, ma è l’Associazione degli albergatori della Valle d’Aosta o meglio è la ferma convinzione e determinazione del Presidente dell’Associazione albergatori Valle d’Aosta.

Allora sarebbe importante capire sulla base di quali esigenze l’associazione di categoria spinge affinché si arrivi a questo tipo di conclusione.

Abbiamo cercato di capire dall'audizione quali fossero i motivi posti alla base di questa legge e abbiamo anche cercato di capire le motivazioni leggendo la proposta di riforma che era stata presentata dalla fondazione stessa.

Non possiamo non esprimere in aula le perplessità che abbiamo già espresso in commissione quando, nel chiudere il ragionamento che sostiene la necessità di una maggiore qualificazione per un maggior coinvolgimento del mondo del lavoro che opera nel settore turistico, la fondazione chiude dicendo: "? Ci duole ammetterlo, ma non siamo ancora in grado di rispondere". A cosa non sono in grado di rispondere? Non sono in grado di rispondere a quanti lavoratori e imprenditori hanno bisogno di una scuola e di corsi di formazione e di dire quale dimensione debba avere questa nostra nuova scuola.

Allora diventa sorprendente apprendere che il comparto, che dovrebbe essere il primo ad essere interessato e ad essere fruitore di questa "innovazione", è in realtà il primo a non sapere su quali numeri effettivamente si debba ragionare.

Qualcuno ha detto: "Ma qui apriamo una finestra dopodiché valuteremo come articolare questo di più che andiamo a riconoscere alla fondazione".

Noi abbiamo una sensazione e cioè la legge che arriva oggi in aula è il frutto probabilmente di una strenua difesa di competenze da parte dell’Assessorato del turismo, da parte dell’Assessore Lavoyer nei confronti del suo collega di Giunta, Assessore alla cultura, Pastoret, perché è evidente che, nel momento in cui dovessimo ragionare nell'economia di quelli che sono i risultati in termini di efficienza e di costi, non ci troveremmo a discutere di una legge siffatta.

Lo ha ricordato qualcuno negli interventi che mi hanno preceduto che esiste in quel di Saint-Vincent, perciò a pochi chilometri dalla scuola alberghiera di Châtillon, un istituto professionale regionale che ha un indirizzo di tipo turistico. È evidente che nell’ambito di quell’indirizzo turistico si dovrebbe affiancare una specializzazione particolare che consenta non solo di diventare interprete con tutta una serie di qualifiche di tipo forse più amministrativo, ma di diventare anche titolato con queste qualifiche di tipo più operativo.

Perché sosteniamo che è incongruente questo tipo di conclusione? Lo è perché oggi la modificazione dei cicli scolastici paradossalmente non porta al superamento della formazione professionale, anzi. La rimodulazione dei cicli scolastici porta alla valorizzazione della formazione professionale che diventa tanto più importante se si considera che il legislatore prevede un obbligo formativo fino a 18 anni, alternativo al percorso dell'istruzione scolastica, di conseguenza la formazione che prima poteva essere un di più, nella prospettiva dei nuovi cicli scolastici diventa una necessità, diventa un obbligo.

Noi qui invece andiamo a dire che la riforma dei cicli scolastici fa superare il meccanismo della formazione così come era previsto nella scuola alberghiera gestita dalla fondazione. Riteniamo che questo non sia assolutamente rispondente alla realtà dei fatti. Non solo.

La preoccupazione che è emersa dagli addetti ai lavori, Assessore, e che mi sembra che lei abbia condiviso in commissione, è sui risultati che si otterranno al termine di questo ciclo di studi perché, dovendo impostare la scuola alberghiera su una scuola propriamente detta che rilasci un attestato e dunque un diploma, bisognerà gioco forza sacrificare una parte della formazione pratica a vantaggio della formazione teorica.

Il rischio è di avere dei cuochi mediocri che abbiano peraltro la spendibilità di un titolo di studio conseguito nel percorso triennale o quinquennale effettuato presso la scuola alberghiera e questo rischio è dovuto dalla scelta paradossale di riconoscere alla fondazione la possibilità di adeguarsi ai programmi statali.

Dimentichiamo che la Regione Valle d’Aosta ha competenza primaria in materia di istruzione professionale, Assessore! Noi molte volte sentiamo dai banchi della Giunta e dell’Union Valdôtaine rivendicare la peculiarità e l’autonomia a tutti i livelli e a tutte le latitudini; in questo caso paradossalmente rinunciamo a gestire una forma di autonomia riconosciuta nello Statuto e già praticata, perché gli IPR sono una realtà nella nostra Regione; rinunciamo ad ampliare la sfera di intervento degli IPR demandando questo nuovo percorso di studio ai programmi ministeriali. Dove sta la differenza?

La differenza è significativa perché da alcuni dati, che ci sono stati forniti in commissione dalla Sovrintendente e di cui non abbiamo motivo di dubitare, emerge che le preoccupazioni della categoria ossia che le ore di formazione pratica, oggi superiori al 50 percento, seguendo i corsi statali si ridurrebbero a un 20 percento o forse anche meno a discapito di quella capacità oggi riconosciuta ai ragazzi che escono dalla scuola alberghiera; dicevo questo dato è confermato dai programmi statali, ma sarebbe superabile dai programmi regionali.

Con riferimento a un terzo anno di IPR, l’area dell'equivalenza, disciplina generale, ha 429 ore; l’area di indirizzo, discipline di settore, ne ha 594 e l’area di integrazione di flessibilità ne ha 132; ora capiamo come nell’ambito degli spazi di manovra dell'istruzione professionale riusciremmo a recuperare tranquillamente oltre il 50 percento di quelle che sono le ore di formazione.

Riteniamo che questa scelta sia dettata dalla difesa di posizioni all’interno della Giunta, da un braccio di ferro fra due assessorati. È una scelta che non va a vantaggio del risultato finale che è quello di dare delle competenze e di dare una spendibilità che non sia soltanto sul pezzo di carta, ma sia una spendibilità riconosciuta dai fruitori finali, cioè dal comparto turistico.

A queste riflessioni dovete darci una risposta perché in commissione le risposte non ce le avete assolutamente fornite e mi auguro che l’Assessore un ragionamento politico, tecnico-politico lo voglia fare e ci spieghi perché non si è voluto percorrere la strada di ampliare gli indirizzi dell’IPR di Saint-Vincent mantenendo alla fondazione le competenze che le sono proprie: quelle della formazione.

Gli studenti che terminano la scuola dell’obbligo, portata a 16 anni, hanno l’obbligo di rimanere sino a 18 anni o in un percorso formativo o in un percorso che li porta all’apprendistato, il quale comporta comunque la necessità di seguire dei corsi di formazione professionale, allora come facciamo a dire che la scuola alberghiera è superata dalla modifica dei cicli? Penso che sia un'affermazione non suffragata dalla realtà normativa che abbiamo esaminato e sulla quale ci siamo soffermati.

Abbiamo dei dubbi, Assessore, che l’affermazione contenuta nella relazione della Giunta al disegno di legge sia veritiera: "? precisa, inoltre, che l’integrazione di cui trattasi non comporta maggiori oneri?". Abbiamo dei forti dubbi che l’Assessore sia convinto di quanto va scrivendo.

Siamo convinti che abbia scritto questo perché difficilmente potrebbe operare con delle variazioni a bilancio per l'impossibilità di fare certe manovre; ma se andiamo a leggere l’articolato della legge n. 20/1991, la legge quadro su cui si poggia la Fondazione professionale turistica, leggiamo anche che l’attività della fondazione dovrà essere finalizzata dai contributi regionali di cui all’articolo 4 e poi prosegue dicendo dai contributi degli altri soci fondatori.

L’articolo 4 dice che la Regione eroga a favore della fondazione un contributo annuo a titolo di concorso per il finanziamento dell’attività della fondazione medesima. È evidente che se le attività si ampliano, ci sarà un aumento proporzionale dei costi che graveranno sul bilancio dell’Amministrazione regionale.

A questo punto pensiamo che la riflessione per poter essere portata alle conseguenze logiche meriti delle risposte da parte dell’Assessore.

Solo con dei ragionamenti suffragati da quelli che sono gli elementi legislativi potremmo convincerci probabilmente di aver sbagliato nella valutazione, ma se non ci saranno degli argomenti che si poggiano su dati concreti, su numeri e su leggi, sarà ben difficile sostenere che questa era la scelta necessaria che si aspettavano nel comparto alberghiero e che si aspettavano quei tanti giovani che escono dalla scuola alberghiera attuale senza un diploma riconosciuto.

PresidenteSe non ci sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Lavoyer.

Lavoyer (FA)Penso che il Consigliere Frassy sia un buon pescatore, ma non sempre i pesci abboccano, quindi lo voglio subito tranquillizzare che all’interno della Giunta i rapporti fra l’Assessore al turismo e l’Assessore alla pubblica istruzione sono ottimi e che la scelta è stata fatta dalla Giunta nel suo complesso, in particolare in stretta collaborazione con il collega Pastoret e non vi è nessuna pressione particolare da parte del Presidente dell’ADAVA, dal Presidente degli albergatori. Basta andarsi a rileggere il programma di legislatura, dove questo era uno degli impegni dell’attuale maggioranza.

Il disegno di legge di per sé è molto semplice: dà solo la possibilità all’attuale fondazione e quindi all’attuale commissario di avviare quel percorso necessario per il legale riconoscimento di un percorso scolastico completo, cosa che adesso non è possibile fare all’interno della fondazione.

È chiaro che l’argomento si presta a delle valutazioni più approfondite, si possono disegnare futuri scenari, si possono interpretare in modo anche soggettivo le possibilità di evoluzione che possono nascere dall'approvazione di questo disegno di legge che per la verità è molto chiaro e semplice.

Voglio anche ribadire che, nel corso dell’audizione che è stata fatta nelle competenti commissioni consiliari, abbiamo cercato di dare risposta esaustiva a tutti i quesiti che i vari commissari hanno posto all’Assessore e ai dirigenti che hanno partecipato a quella audizione.

Detto questo, visto che alcuni argomenti sono stati riportati sia negli interventi del Consigliere Frassy che della Consigliera Squarzino, voglio ribadire quali sono gli obiettivi e le volontà politiche che hanno portato alla modificazione di questo disegno di legge.

La nuova scuola vuole essere l’evoluzione e lo sviluppo dei corsi di formazione professionale che la fondazione ha portato avanti nel corso degli ultimi anni e al tempo stesso vuole essere una nuova opportunità culturale ed educativa per i giovani che scelgono di approfondire gli studi nel settore turistico-alberghiero.

La nuova scuola, con natura giuridica privata, preparerà i propri studenti ad affrontare dopo il primo triennio gli esami di qualifica per operatore di servizi di cucina, di servizi di sala bar, di servizi di ricevimento e dopo un successivo biennio, classe IV e classe V, l’esame di Stato conclusivo del corso di studi per conseguire il diploma in tecnico dei servizi ristorativi e tecnico dei servizi turistici.

La Fondazione per la formazione professionale turistica, che era stata istituita il 9 settembre 1993, composta dalla Regione, dalla SAV, dall’ADAVA, dall’ASCOM, dall'Associazione valdostana impianti a fune e dall’Ente bilaterale regionale ha per scopo come da statuto la promozione in Valle d’Aosta dell’attività di formazione e di riqualificazione professionale nei diversi settori del turismo attraverso la gestione di una scuola alberghiera di corsi di formazione professionale anche di natura non ricorrente nonché di attività di ricerca applicata e di assistenza tecnica alle unità produttive dei diversi settori.

Per perseguire questo scopo in questi anni la fondazione ha organizzato, utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dal Fondo sociale europeo, corsi di formazione professionale ad indirizzo alberghiero rivolti ai giovani prosciolti dall’obbligo. I corsi hanno trovato il consenso e l’apprezzamento da parte degli operatori del settore che a loro volta si sono poi avvalsi delle competenze professionali acquisite dai ragazzi inserendoli nelle attività produttive del territorio.

Nel corso degli anni però si sono comunque manifestate altre due tipologie di richieste, quindi la scelta che stiamo facendo oggi non rinnega quanto è stato fatto sinora e cercheremo di mantenere gli aspetti di tipo formativo. Dicevo sono nate altre esigenze e non sono esigenze che nascono solo da richieste del Presidente dell’ADAVA, sono esigenze che nascono da questo complesso progetto di modernizzazione del settore turistico e di ricerca di competitività soprattutto sull’aspetto della formazione e della qualità.

Da una parte gli operatori del settore hanno più volte ribadito la necessità di poter attingere a un numero più elevato di giovani con competenze specifiche in campo alberghiero e dall’altra si è sentita la necessità di offrire ai ragazzi, che intendono approfondire il loro ciclo di studi nel campo alberghiero, la possibilità di acquisire un più elevato grado di preparazione culturale, tecnico e professionale e soprattutto acquisire un titolo di studio riconosciuto su tutto il territorio nazionale nonché spendibile ai fini di un proseguimento degli studi a livello europeo.

Questi sono due obiettivi che nascono dalle esigenze concrete di inserimento nel mondo del lavoro, sono delle risposte che in questo momento l’attuale organizzazione della scuola alberghiera non può dare.

Cosa vogliamo fare? Vogliamo far sì che gli alunni della classe Ia dell’anno scolastico 2000-2001, essendo la nuova scuola alberghiera regionale nella sua fase di avvio, possano sostenere a fine anno un esame per l’accesso alla classe successiva in un istituto professionale statale fuori Valle con il quale verrà istituito un preventivo accordo.

A partire dall’anno scolastico 2001-2002 gli allievi delle successive classi Ia, a seguito del legale riconoscimento del nuovo istituto da parte dell’Assessorato regionale dell'istruzione e cultura con il quale la collaborazione è ottima, non dovranno più sostenere esami fuori sede per proseguire il normale ciclo di studi e andiamo sugli aspetti tecnici tanto cari al Consigliere Frassy.

Piani di studi: in base alla normativa vigente in materia di insegnamento negli istituti professionali di Stato, "Ex progetto 92" e "Progetto 2002", l’Istituto professionale alberghiero, Scuola alberghiera regionale di Châtillon, articolerà il proprio ciclo di studi in un biennio di orientamento seguito da un monoennio di qualifica per conseguire il diploma di operatore di servizi di cucina, operatore di servizi di sala bar, operatore di servizi di ricevimento.

Ogni corso sarà caratterizzato dall’area di equivalenza, area di formazione culturale e generale comprendente discipline che assicurano omogeneità con gli altri ordini di scuola secondaria superiore e qui c’è l’aspetto della qualificazione dell’operatore nel settore, area di indirizzo legata prevalentemente alla formazione culturale specifica nella quale includere le materie inerenti allo specifico indirizzo e l’area dell’autonomia, area di formazione tesa a sviluppare legami con il territorio e con l’ambiente di lavoro. Vede, Consigliere Frassy, che ci stiamo preoccupando di sviluppare il più possibile le nostre competenze e cercare di rendere il più possibile collegato l’aspetto formativo e l’aspetto scolastico con le reali esigenze di mercato.

Ambiente di lavoro, dicevo, in cui i giovani saranno inseriti nonché fornire una dimensione culturale, tecnico-operativa legata al contesto socio-economico del territorio. In tale area è possibile dare ulteriori approfondimenti alla specializzazione.

A conclusione del triennio gli studenti dovranno affrontare l’esame di qualifica per lo specifico indirizzo scelto conseguendo così un titolo spendibile nel mercato del lavoro oppure potranno proseguire il proprio corso di studi nel IV e V anno, post qualifica, per sostenere l’esame di Stato conclusivo del corso degli studi.

Le varie qualifiche per l’operatore dei servizi di cucina prevedono i requisiti per lo studente che deve possedere una buona cultura di base ed una preparazione professionale flessibile e polivalente che gli consentano di inserirsi attivamente all’interno della brigata di cucina, capacità di eseguire con discreta autonomia la preparazione dei piatti freddi e caldi, valutare le merci in entrata e soprattutto in uscita, predeterminare i tempi di esecuzione del lavoro specie in relazione alle richieste della sala, partecipare al calcolo dei costi dei singoli piatti del menu nonché all'elaborazione dei menu giornalieri, collaborare alla manutenzione degli utensili e dei materiali di cucina. Deve conoscere i principi nutritivi e di conservazione degli alimenti, le principali modificazioni organolettiche e nutrizionali che avvengono durante la cottura, le lingue straniere con particolare riferimento alla microlingua di settore.

L’operatore dei servizi di sala bar deve possedere una buona cultura di base, una preparazione professionale flessibile e polivalente che gli consenta un inserimento attivo nei servizi di accoglienza al cliente e all'assistenza allo stesso durante il consumo dei pasti. È capace di eseguire con discreta autonomia tutte le fasi del servizio in ristorante e nelle altre strutture ristorative nonché del servizio bar, accogliere i clienti ed assisterli durante il consumo dei pasti, stabilire rapporti comunicativi adeguati all’interlocutore e ad altre situazioni.

Penso che posso anche riservarmi di non elencare quali possono essere le caratteristiche e le competenze dell’operatore dei servizi di ricevimento.

Volevo solo con questo sottolineare ai consiglieri che l’esame e l’attenzione non si sono fermati solo alla modificazione dell’articolo di legge, ma contengono un'ipotesi di prospettiva che mi pare possa essere condivisa da tutti gli operatori del settore e che è stata condivisa in toto dal gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta.

Per quanto riguarda quella che la Consigliera Squarzino sottolineava come repentina accelerazione, a noi pare che il testo di legge sia stato nelle commissioni competenti per il tempo utile per un esame più che approfondito. Se vogliamo che questo progetto decolli, è necessario che il Consiglio regionale approvi questo testo di legge, infatti con l’approvazione viene fatto un passo fondamentale per questa concreta attuazione e grazie a questo provvedimento la fondazione sarà ora in grado di dare corso agli adempimenti necessari per procedere alla creazione dell’Istituto alberghiero professionale che sarà regolarmente riconosciuto e avviare sin dall’anno scolastico 2001-2002 l’auspicato corso quinquennale finalizzato al conseguimento di un regolare diploma.

Entro dicembre-gennaio prossimi si provvederà ad attivare presso la Fondazione per la formazione turistica la scuola privata a cui i giovani potranno iscriversi con riferimento all’anno scolastico 2001-2002.

Se vogliamo poter iniziare nell’anno scolastico 2001-2002, dobbiamo approvare questo provvedimento.

La frequenza del corso 2001-2002 avrà valore di scuola dell’obbligo in relazione al riconoscimento legale che sarà nel frattempo intervenuto.

A me pare che ci siano sufficienti motivazioni affinché il Consiglio regionale voti questo provvedimento di legge.

Si dà atto che, dalle ore 19,30, riassume la presidenza il Presidente Louvin.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Per chiedere all’Assessore di fornirci questo documento visto che fa riferimento a un progetto ben chiaro e articolato, progetto che non abbiamo avuto.

È un progetto che conosce solo l’Assessore o solo la Giunta, ma che i consiglieri non conoscono perché non credo che il progetto a cui lei fa riferimento sia questo fascicoletto in cui ci sono soltanto alcuni grandi riquadri, in cui si delinea qualcosa di molto generico.

A tutta una serie di domande, costi e via dicendo, mi sembra che lei non abbia risposto, Assessore, per cui noi manteniamo il nostro parere non positivo e ci asteniamo anche perché non è stato chiarito come una fondazione commissariata riesca ad attivare un progetto così importante, così significativo e così innovativo.

PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Se il divieto che il Presidente del Consiglio ha divulgato nella scorsa seduta del Consiglio dovesse essere fatto rispettare alla lettera, l’Assessore Lavoyer non avrebbe potuto proseguire nel suo intervento per la fumosità con cui ha caratterizzato quell’intervento.

È stato un intervento nel quale lei, Assessore, non ha seguito il dibattito, ha letto la relazione che il Prof. Russo forse ha predisposto, ma non ha seguito il dibattito, non ha dato delle risposte alle nostre riflessioni e alle nostre preoccupazioni?

(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)

? sì, unica risposta e il fatto che sia l’unica risposta mi fa pensare che questo accordo non sia così totale come lo si vuol far apparire anche perché è una scelta che va contro la logica dell’autonomia.

La logica dell’autonomia, che la forza politica di maggioranza ha sempre sottolineato a tutte le latitudini politiche, avrebbe sicuramente portato a dei risultati diversi ossia ai risultati di rafforzare e diversificare l’offerta dell'istruzione professionale regionale dell’Istituto turistico di Saint-Vincent e consolidare la formazione professionale di questa scuola alberghiera gestita dalla fondazione.

Ma, Assessore, come facciamo a credere a quello che voi scrivete nella relazione? Voi scrivete nella relazione e lo avete affermato in aula che noi dovremmo riporre ogni fiducia in questa modificazione dell’istituto turistico-alberghiero, che poi con un lapsus definite regionale, invece, mi sembra che la definizione regionale sia impropria, ma così la definisce il relatore Piccolo: "istituto turistico-alberghiero regionale legalmente riconosciuto" e quel "regionale" mi sembra poco pertinente in questo caso, ma forse è l’evidenza di un retropensiero che traspare di tanto in tanto.

Apprendiamo che la fondazione dovrebbe gestire questa nuova scuola legalmente riconosciuta. Assessore, la fondazione non esiste oggi.

Oggi c’è un commissariamento della fondazione che dura da oltre un anno e che ha delle motivazioni che fanno rabbrividire. Quando in commissione in sede di audizione abbiamo domandato al Presidente degli albergatori, che rappresenta una delle componenti della fondazione, quali fossero i motivi del commissariamento, ci ha risposto così: "In sede politica la Giunta, non so se l’Assessore Lavoyer o il Presidente Viérin, ci ha espresso l’intendimento di arrivare a una modificazione delle basi su cui si poggia la fondazione ed è evidente che la fondazione con il presidente e con il consiglio direttivo avrebbe delle difficoltà a recepire in tempi rapidi queste modificazioni legislative e perciò, nell’interesse della celerità con cui dobbiamo arrivare all'innovazione legislativa, è stato proposto il commissariamento, commissariamento che è stato accettato".

Siamo rimasti allibiti e riproponiamo in questa sede la nostra perplessità su affermazioni di questo tipo. Una fondazione che nasce con l’intendimento di coinvolgere le categorie che dovrebbero operare nel settore viene commissariata affinché la riforma si possa fare più in fretta. È come se la Giunta dicesse: "Cari consiglieri domani mattina evitiamo di convocare il Consiglio, facciamo la riunione di bilancio e di consuntivo, ci delegate i pieni poteri perché noi facciamo più in fretta".

A parte il fatto che così non è, perché abbiamo visto stamani nelle interpellanze che le palazzine Montefibre sono da dieci anni un cantiere a cielo aperto, i due piani di rimessa interrata dell’Assessorato del commercio di Piazza della Repubblica è da 15 anni che cercano di diventare autorimesse e non lo sono ancora diventate e sono tutti provvedimenti che sono stati adottati sulla base delle competenze di Giunta, perciò non è nemmeno vero che la Giunta sia così celere nell’arrivare alle conclusioni.

Ora noi non abbiamo le preoccupazioni che il Presidente dell’ADAVA ha espresso in commissione, non crediamo che, non modificando la scuola alberghiera così come funziona oggi, questa sia destinata a diventare la scuola degli asini come l’ha definita il Presidente dell’Associazione albergatori.

Intanto riteniamo che sia un'affermazione ingenerosa che non riconosca il ruolo che sta svolgendo anche oggi quella scuola e poi oggi si parla di formazione post universitaria, oggi si parla di master e noi andiamo a dire che la fondazione ha perso la sua funzione in quanto la riforma dei cicli ha portato a un superamento di questi meccanismi. Mi sembra che sia contraddittorio con la politica universitaria che la Giunta sta portando avanti, che è una politica di specializzazione, una politica che vede un valore aggiunto rispetto agli indirizzi comunemente praticati negli altri atenei.

Allora se è legittimo porsi la domanda: cerchiamo di trovare la strada per dare un titolo di studio a quanti sono interessati al titolo di studio, riteniamo che sia altrettanto importante dare una formazione qualificata a quanti sono interessati ad avere la formazione qualificata.

In questo caso il percorso è un altro, Assessore, e cioè l’IPR e poi un'ulteriore specializzazione che poteva essere anche più breve, biennale o triennale, rilasciata dalla fondazione, al di là di quanto detto in dibattito generale che richiamo semplicemente per sintesi, del compito formativo che affianca quel biennio che va dal termine dell’obbligo scolastico ai 18 anni, la cosiddetta "formazione obbligatoria e permanente".

Se invece l’esigenza è quella di consentire un parcheggio a quanti attendono il prossimo concorso regionale, allora non è necessario andare a fare della formazione in cucina, non è necessario andare a fare della formazione come "receptionist", evidentemente si cerca qualcos’altro.

Apprendiamo che ci sono 8.000 lavoratori che ogni anno vengono in Valle d’Aosta a fare il cuoco o il cameriere, a far funzionare gli alberghi dei Valdostani.

Ammesso che siano 8.000, non ci domandiamo per quale motivo non ci siano 8.000 Valdostani? Non ci sono 8.000 Valdostani perché i giovani valdostani hanno ormai altri obiettivi, non vedono l’albergo, ma vedono il Grand Hôtel Billia; non vedono il turismo, ma vedono l’Assessorato del turismo, cioè vedono il posto fisso, il posto che non gli dà preoccupazione e che gli garantisce il mensile?

(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)

? gli imprenditori, sappiamo bene che c’è tutta una mobilità nel comparto turistico perché ci sono persone che dalla Sicilia vengono a fare la stagione invernale e poi vanno a fare la stagione estiva di nuovo in Sicilia.

C’è una mobilità nel comparto alberghiero, che non dipende dalla carenza dei posti della scuola alberghiera? e poi sui posti della scuola alberghiera lei, Assessore, non ha risposto con quale formuletta magica aumenterà i posti, aumenterà la partecipazione dei giovani valdostani all’indotto turistico a costo zero. Farà parte probabilmente di quei miracoli che di tanto in tanto vengono millantati dai banchi della Giunta, però non ha spiegato il meccanismo di questo miracolo.

Perciò quale può essere la conclusione di questa dichiarazione di voto? La conclusione di questa dichiarazione di voto non può che essere negativa, per la totale mancanza di credibilità che c’è in questo progetto; un progetto che va contro l’autonomia, un progetto che nasce da tensioni che ci sono nell’ambito della Giunta e la faccia sofferente dell’Assessore Pastoret lo conferma in quanto è il grande assente da un dibattito che avrebbe dovuto vederlo quanto meno interessato per le sinergie declamate dall’Assessore Lavoyer con l’IPR di Saint-Vincent, sinergie, attenzione, che in sede di audizione la categoria degli albergatori ha smentito, dicendo nella maniera più assoluta che bisogna arrivare ad un unico comparto formativo? - non è Capodanno, Presidente, non succede niente quando finisce il tempo? - perciò, finendo, non possiamo che esprimere la nostra totale contrarietà a un disegno di legge che, lasciando intendere di voler dare un titolo di studio spendibile, toglie una professionalità formativa che oggi è riconosciuta ed apprezzata dal comparto turistico.

PrésidentOn passe à l’examen de la loi.

Je soumets au vote l’article 1er:

Conseillers présents: 31

Votants: 28

Pour: 25

Contre: 3

Abstentions: 3 (Beneforti, Curtaz, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote l’article 2:

Conseillers présents: 31

Votants: 28

Pour: 25

Contre: 3

Abstentions: 3 (Beneforti, Curtaz, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote la loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 31

Votants: 28

Pour: 25

Contre: 3

Abstentions: 3 (Beneforti, Curtaz, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Sur l’examen de ce projet de loi, les travaux se terminent.

Nous reprendrons nos travaux demain matin à 9 heures 15.

La séance est levée.