Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 2456 du 19 mars 1997 - Resoconto

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 19 MARZO 1997

OGGETTO N. 2456/X Intervento nei confronti di contestazioni sollevate dall'ANAS riguardo alla definizione, da parte dei comuni, dei centri abitati. (Interpellanza)

Interpellanza Visto il nuovo Codice della Strada ed il suo regolamento di attuazione;

Richiamata la lettera prot. 05579 del 20 luglio 1995 inviata dall'A.N.A.S. - Compartimento della viabilità per la Valle d'Aosta - alla Regione Valle d'Aosta e a tutti i comuni interessati dalle strade statali n. 26-26dir-27;

Saputo che nel mese di gennaio del c.a. l'A.N.A.S. ha contestato a molti comuni le relative delibere che hanno definito i "centri abitati";

Rilevato che la posizione assunta dall'A.N.A.S. comprometterebbe seriamente il futuro sviluppo dei comuni interessati.

I sottoscritti consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per conoscere:

1) quali sono state ad oggi le azioni intraprese dall'Amministrazione regionale al riguardo;

2) quali iniziative intende intraprendere l'Amministrazione regionale al fine di evitare l'evolversi di tale situazione che produrrebbe forti disagi alle comunità interessate.

F.to: Viérin Marco - Linty

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) Questo è un argomento che tocca per l'ennesima volta le competenze della Valle d'Aosta, quel famoso decentramento che vogliamo tanto avere.

È giusto fare un attimo di cronistoria. Ricordo ai colleghi che già il 20 luglio '95 l'ANAS aveva inviato una lettera circolare sia agli enti locali interessati sia alla Regione nella quale ribadiva che il rilascio dei nuovi accessi carrai, sia per uso abitativo che commerciale, sarà subordinato al pieno rispetto dell'articolo 45 del Regolamento di attuazione del nuovo Codice della strada, cioè un accesso ogni 300 metri, e nella quale chiedeva anche ai comuni di realizzare nuove strade di arroccamento.

I colleghi sapranno cosa vuol dire realizzare una strada di arroccamento, faccio un esempio per tutti: se il Comune di Saint-Christophe lungo la zona La Charrière, dove c'è l'hôtel Valle d'Aosta, per arrivare al semaforo del bivio verso Pollein per arrivare poi al semaforo dell'autoporto e da lì all'ingresso dell'autostrada, dovesse fare due strade di arroccamento una a destra e una a sinistra, eliminare tutti i passi carrai, questo è un esempio chiaro e lampante che non si può realizzare.

L'ANAS continua nella sua posizione con l'ultima missiva del 24 gennaio 1997, che ha inviato a molti comuni, con la quale contesta la loro definizione e determinazione dei centri abitati. Come sapete, il nuovo Codice della strada prevede che i comuni abbiano la competenza e la possibilità di definire i centri abitati nei quali non può essere richiesto il fatto di mantenere i 300 metri di distanza da un passo carraio all'altro sulla statale. Ancora peggio, l'ANAS ha minacciato i comuni di fare ricorso al Ministero competente se entro 30 giorni non avessero modificato i loro deliberati in merito alla delimitazione dei centri abitati.

Ritengo che la Giunta sia senz'altro a conoscenza di questo perché le lettere dell'ANAS sono state inviate anche alla Regione, quindi con quest'interpellanza si chiede quali atti ha intrapreso la Giunta ad oggi e come intende procedere per il futuro.

Presidente Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) In effetti quanto ai criteri di rilascio dei nuovi accessi carrai al di fuori dei centri abitati il Codice della strada prevede per le strade extraurbane secondarie una distanza non inferiore a 300 metri fra gli assi degli accessi; in caso contrario, distanza inferiore ai 300 metri, gli accessi privati dovrebbero immettersi in fasce laterali alle strade principali o secondarie attraverso una strada di servizio.

In effetti il rispetto della norma è problematico ed è gravoso soprattutto nelle zone montane, in ragione dell'orografia e degli spazi ridotti a margine della strada, che non consentono sicuramente la possibilità di realizzare strade parallele.

Il legislatore nazionale ha comunque avvertito queste difficoltà ed ha provveduto con il decreto n. 610 del 16 settembre 1996, articolo 35, a modificare l'articolo 45 del vigente regolamento: "Attuazione del Codice della strada", introducendo una possibilità di deroga.

Detta deroga consente di ridurre da 300 a 100 metri la distanza fra gli accessi quando, per la situazione morfologica dei luoghi, risulti particolarmente gravosa la realizzazione di strade parallele ovvero quando ci siano limitazioni di velocità nonché per le zone di espansione dei piani.

È evidente che la deroga non è ancora soddisfacente per quanto attiene le zone montane, in particolare quelle della nostra regione. Si tratta quindi di verificare - e la verifica è avviata con l'Ufficio di urbanistica - se la materia possa rientrare nella competenza legislativa regionale, è possibile qualora la materia non attenga strettamente la sicurezza perché in quel caso dobbiamo rispettare il Codice. Occorre anche verificare quanto un'eventuale disciplina regionale possa essere applicata.

Analogamente la definizione di centro abitato che dà il Codice è molto restrittiva e verosimilmente diversi comuni non ne hanno fatto un'applicazione letterale; anche per questa problematica occorre definire la portata della competenza regionale. In particolare è rilevante la delimitazione del centro abitato ai fini della distanza della strada. Anche qui il legislatore nazionale è intervenuto due volte a modificare gli articoli 27 e 28 del Regolamento di attuazione del Codice, attenuandone la portata. In questo caso la materia ha evidenti affinità con la materia urbanistica di sicura competenza legislativa regionale.

Noi stiamo aspettando, come Giunta regionale, i risultati di un gruppo di lavoro, costituito presso l'Assessorato dell'ambiente coordinato da un membro esperto esterno per definire con precisione quelle che sono le competenze regionali attinenti alla materia strade ed urbanistica. Dopodiché, come Giunta e quindi come Assessorato dei lavori pubblici, interverremo sull'aggiornamento del Regolamento in modo da evitare le problematiche che l'attuale normativa crea per le nostre comunità, vista la situazione morfologica del nostro territorio.

In tale senso riteniamo fondate le preoccupazioni dei due Consiglieri interpellanti e mi impegno fin da subito ad informarli su quelle che saranno le risultanze del gruppo di lavoro.

Presidente Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) L'Assessore ha risposto in maniera esauriente alla questione posta. Ricordo solo all'Assessore che è bene anche tenere conto che tutte le zone che i comuni hanno inserito come zone di centro abitato, sono comunque zone che gli stessi piani regolatori, approvati dai relativi comuni e dalla Regione, prevedono di espansione abitativa o commerciale. Avendo sia il comune sia la Regione in seguito approvato tali piani regolatori, è chiaro che devono intendersi zone a destinazione abitativa o commerciale, quindi non perché un comune ha avuto lo sfizio di inserirle come centro abitato per avere meno normative da rispettare in senso restrittivo.