Oggetto del Consiglio n. 2090 del 25 giugno 1986 - Resoconto
OBJET N. 2090/VIII - COMMUNICATIONS DU PRESIDENT DE LA JUNTE.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Le Commissaire chargé au Casino, M. Rosset, a démissionné, par conséquent je demande au Conseil d'examiner ce problème dans la séance d'aujourd'hui ou de demain. Comme vous savez, M. Rosset avait pris un mois de congé de maladie et la semaine dernière a donné les démissions de sa charge de Commissaire à la Maison de Jeux. A la suite de cela, selon les engagements que nous avions pris de porter le problème dans ce Conseil, je soumets à l'attention des Conseillers une délibération pour nommer pendant six mois M. Pau, qui occupe déjà la charge de Commissaire.
Je voudrais renseigner le Conseil qu'a été présentée une interpellation à la Chambre des Députés au sujet de l'enquête sur la Maison de Jeux; entre autres, M. Baldassarre m'avait remis un petit mot, en me soulignant ce problème. Je me permettrai, au moment où on discutera du problème du Casino, de présenter un ordre du jour sur cette question.
Je dois informer le Conseil à propos d'une délibération que la Junte a adoptée, dont l'objet est le problème de la Val Veny. La délibération dit simplement que, suite aux projets qui ont été présentés: "annullare la diffida di cui al punto 4 della citata deliberazione e di consentire alla Società Val Veny, fatte salve le vigenti procedure di controllo di legittimità e di merito, di competenza del Comune e della Regione, la realizzazione di quegli impianti quali quelli per la produzione di neve artificiale, e di quelle piste che non riguardino le zone oggetto di dissesti, che non aggravino la situazione idrogeologica del comprensorio".
Ces décisions sont conséquentes aux projets qui ont été présentés, soit à l'Assessorat de l'Agriculture, qu'à l'Assessorat du Tourisme, et qui ont donné des assurances vis-à-vis des différentes requêtes qui avaient été adressées de la part de l'Administration régionale à la société Val Veny.
Il a eu lieu, la semaine dernière, un cours de deux jours destiné aux huissiers, à la suite d'une requête qui avait été faite il y a quelques mois; on espère de voir quelque résultat.
Il y a eu une rencontre avec le Comité Promoteur de la Sauvegarde des archives historiques de l'ex Cogne, au cours de laquelle on a assuré les promoteurs que l'Administration régionale est intéressée à ce problème et qu'elle est prête à examiner le problème avec les organes compétents pour donner une solution.
Trois représentants de la Commission Paritaire, qui est chargée des problèmes de la finance locale, se sont rencontrés avec les Syndics de notre Région, afin d'examiner ensemble l'ébauche de décret qui a déjà passé à l'examen de la Commission compétente.
De la part du Parc on nous a envoyé un télégramme, dont je vous donne la lecture:
"Consiglio di Amministrazione Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.
In relazione mancata erogazione fondi straordinari previsti, legge straordinaria per Enti Parco, denuncia conseguente blocco prosecuzione ogni attività istituzionale, in particolare segnala impossibilità apertura centri visite estivi et paralisi attività eseguibile esclusivamente periodo estivo.
Nel denunciare gravità et precarietà situazione in mancanza provvedimenti urgenti atti ad assicurare finanziamento Ente, questo Consiglio si vedrà costretto a rassegnare dimissioni dal mandato ricevuto
On a cherché de se renseigner auprès du Conseil d'Administration, étant donné qu'on n'avait pas eu préalablement de nouvelles à ce sujet: on a dit clairement qu'en tant qu'Administration régionale on était préoccupé de cette situation et surtout on ne voulait pas qu'il y ait des dégâts aux centres que nous avons en Vallée d'Aoste.
L'Assessorat compétent a déjà proposé une nouvelle convention pour ce qui est de la gestion de Paradisia et on est disponible d'examiner ensemble les différents problèmes. En même temps on veut souligner encore une fois l'urgence de résoudre le problème des accords avec le Gouvernement: on n'a pas encore eu d'autres rencontres et jusqu'à présent on n'a plus eu la possibilité d'examiner les différents textes, sauf ce que j'avais déjà dit il y a quinze jours.
Je veux m'associer aux paroles du Président du Conseil pour présenter à mon tour mes condoléances soit au collègue Faval, qu'a la famille Guerraz, qui a eu un deuil familial.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE (P.S.D.I.): Brevemente vorrei fare una precisazione sull'argomento trattato dal Presidente della Giunta, al riguardo della interrogazione presentata in Parlamento concernente l'affaire Casinò. La sede RAI di Aosta ha dato un comunicato sostenendo che l'On. Dujany ha presentato una interrogazione parlamentare, indirizzata al Presidente del Consiglio, ai Ministri di Grazia e Giustizia, interrogazione che è stata invece presentata, oltre che dall'On. Dujany, dal socialdemocratico Ghinami, da due deputati del PSI, da un deputato del PLI. Questa precisazione era doverosa per l'informazione corretta che bisogna dare alla gente, per cui ripeto che non è stato ieri che l'On. Dujany ha presentato questa interrogazione, ma si è trattato di una interrogazione che è stata presentata in data 4.6.1986 da alcuni deputati.
È bene, quando si dà una informazione, che questa sia corretta, anche se devo riconoscere che questa è l'unica volta che la sede RAI di Aosta non è responsabile per non aver divulgato elementi di cui forse non era a conoscenza.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Je n'ai pas lu tous les signataires de cette interpellation, qui sont: Dujany, Astori, Coloni, Garavaglia (D.C.), Bassanini (Sinistra Indipendente), Ghinami (P.S.D.I.), Salerno (P.S.I.), Benedikter (S.V.P.), Ebner et Martino.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Viberti sulle Comunicazioni del Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
VIBERTI (N.S.): La delibera 3999 con la quale la Giunta ha revocato le opportune condizioni che erano state poste alla Val Veny, circa la necessità dell'effettuazione di studi e del ripristino della situazione preesistente nel comprensorio sciistico del Col Chécrouit poteva essere annunciata al Consiglio già nella precedente adunanza, poichè, trattandosi di una delibera del 30 maggio, nel Consiglio del 10-11 giugno sarebbe stato possibile effettuare la comunicazione.
Ma non è di questo che mi voglio lamentare perchè evidentemente ci saranno stati dei motivi legati all'andamento burocratico, e comunque il Consiglio in quella data non poteva essere a conoscenza del provvedimento perchè i lunghi tempi con cui le delibere giungono all'Ufficio Gruppi Consiliari per la consultazione, hanno senz'altro posticipato la data di arrivo all'ufficio medesimo dopo il Consiglio regionale. Quello che mi preoccupa è vedere come la Giunta regionale, a seconda dei momenti politici e a seconda di come i rapporti di forze si oppongono all'interno della maggioranza, prende una decisione piuttosto che un'altra.
Le condizioni di dissesto nel comprensorio sciistico del Col Chécrouit non sono assolutamente mutate; il fatto di aver riempito con della terra inghiottitoi che si erano formati o ingigantiti a causa di tutte le operazioni di cui il Consiglio è al corrente e che è inutile ricordare, non possono senza altro essere considerate elemento sufficiente per ritenere che si possano riprendere delle attività in questo comprensorio.
Capiamo la necessità che si possa sbloccare la possibilità di costruire un impianto di innevamento artificiale, ma sarebbe molto più onesto dire che si vuole, limitatamente a questa struttura, soprassedere a quelle che sono invece le condizioni che sono state poste per tutto il resto del comprensorio, slegando la situazione da quei vincoli che erano previsti e considerando come più che positivi i lavori effettuati, che sono poi la distruzione del lago artificiale che era già stata fatta lo scorso anno prima dell'inverno e la chiusura di questi inghiottitoi.
Mi pare che si sottovaluti ancora una volta la situazione, oppure come penso più giustamente, i rapporti di forza all'interno della Giunta sono cambiati e chi a suo tempo si era astenuto circa la deliberazione relativa alla Val Veny, adesso, per qualche motivo che a noi è sconosciuto, può permettersi di fare la voce grossa e richiedere che delle giuste condizioni vengano ignorate. Non mi pare che rispetto allo studio che sappiamo essere stato presentato ci siano già dei giudizi da parte dell'Amministrazione, quindi non comprendiamo in base a quali dati e in base a quali sopralluoghi si sia potuto mettere in essere una deliberazione di questo genere.
Ripeto che siamo preoccupati perchè nel corso dell'esame del disegno di legge relativo all'innevamento artificiale, l'Assessore Borbey ha dato dimostrazione, di fronte ad una domanda trabocchetto (fra virgolette) che il sottoscritto gli ha fatto e che si è riservato di completare in Consiglio, di non avere alcuna cognizione rispetto a quelli che sono gli impianti di innevamento artificiale. Il sottoscritto ha parlato del peso della neve artificiale che è superiore a quello della neve normale, e su questo l'Assessore ha dato ampie assicurazioni; in modo particolare per il Col Chécrouit il pericolo della neve artificiale non è rappresentato dal suo maggior peso, perchè non si tratta di innevare il tetto di un capannone, ma dei territori che comunque hanno la capacità di sostenere ben altri pesi che quello di venti o venticinque centimetri di neve in più. L'Assessore Borbey non si è reso conto che il pericolo grave rappresentato dall'innevamento artificiale in un comprensorio come quello del Col Chécrouit è lo scioglimento di questa neve, che va ad aumentare i metri cubi di acqua che devono essere raccolti dal bacino e trasportati a valle, con conseguente maggior dilavamento del cotico erboso e, in condizioni come quelle, asportazione di terreno.
L'altro elemento che ha messo nel ridicolo la impreparazione dell'Assessore Borbey è quello relativo al fatto che secondo lui con 10-15 cm. di neve artificiale in presenza di un buon manto erboso, ci si può permettere di utilizzare le piste di sci. Credo che qualsiasi maestro di sci e qualsiasi persona un minimo esperta di montagna, non potrebbe non convenire che se non ce ne sono almeno una quarantina di cm., lo sci può essere praticato per un brevissimo periodo e tra l'altro con il rischio di incidenti per chi lo pratica. Su questo tema mi ero riservato di presentare un intervento per il prossimo Consiglio, ma visto che la comunicazione è arrivata, mi sono permesso di fare alcune piccole considerazioni.
Non possiamo che essere molto preoccupati di questo atteggiamento e nel prossimo Consiglio chiederemo conto alla Giunta di quello che è stato fatto e di cosa intende fare.
Rispetto alla questione del Parco, sembra che si scopra chissà quale novità rispetto all'assenza dei finanziamenti; noi, in più di una occasione, abbiamo ricordato che il Parco Nazionale del Gran Paradiso, con tutti i problemi che rappresenta per la nostra Regione, è comunque un'entità che può dare anche da un punto di vista economico un grosso contributo alla nostra Regione, ed abbiamo inviato più volte questa Giunta ad intervenire in questo senso, sebbene più volte ci è stato risposto che fintanto che non verrà risolto il problema dei confini, la Giunta regionale non ha alcuna intenzione di intervenire in questo senso. Ripetiamo che è una politica, questa della contrapposizione, sbagliata, deleteria e più passa il tempo, più si vedono i risultati di questo atteggiamento.
Questa può essere l'occasione per una inversione di tendenza, tra l'altro assumendo un atteggiamento più intelligente ed andando ad una trattativa anche con il Parco, senza voler scendere al livello di quest'ultimo, ma tenendo in considerazione che se non si cerca di capire quello che dicono gli altri, è impossibile in qualsiasi caso arrivare ad un accordo proficuo. Riteniamo che comunque lo Stato non si dimenticherà mai di consultare il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
La Commissione per l'Assetto del Territorio e la tutela dell'Ambiente e Capigruppo ha fatto una cosa molto intelligente; accettando finalmente di sentire anche la voce del Parco: in quella riunione abbiamo sentito una serie di ragioni che possono essere prese in considerazione ed abbiamo preso visione di tutta una serie di documenti che dimostrano come, se in teoria la Regione Autonoma non vuole discutere con il Parco, poi nella pratica essa si trovi continuamente a farlo.
Rispetto al Casinò mi riservo di intervenire nel momento in cui si discuterà l'ordine del giorno.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE (P.S.I.): Mi riferisco al problema dell'Ente Parco che presenta degli aspetti oltremodo preoccupanti. Abbiamo sempre assunto una posizione in questo Consiglio che è ben nota, vorrei però sottolineare come sia intollerabile in questo senso l'atteggiamento dello Stato nei confronti dell'Ente Parco, che provoca le conseguenze che il Presidente dell'Ente Parco stesso ha paventato in quel telegramma indirizzato al Presidente della Giunta regionale.
Credo che gli impegni, fra l'altro modestissimi, che lo Stato deve assolvere nei confronti dell'Ente Parco, siano la condizione minima per garantire la sopravvivenza da un punto di vista esclusivamente gestionale dell'Ente Parco stesso. Ora, che lo Stato, così sollecitato per altri versi a farsi garante della nazionalità (fra virgolette) del Parco, assuma un atteggiamento di questo tipo, è assolutamente intollerabile e quindi è un tipo di comportamento che ci sentiamo di censurare, questo nell'interesse di quella nobile istituzione che riteniamo sia l'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso.
Vorrei presentare a questo proposito un ordine del giorno perchè non solo c'è questo aspetto che può risolversi per conto mio con un intervento regionale - questo senza prescindere dal fatto che lo Stato debba comportarsi correttamente - ma esiste l'altra questione che abbiamo sul tappeto, cioè quella della trattativa che ormai langue da troppo tempo. Su quest'ultimo argomento non possiamo non incentrare la nostra attenzione, anche perchè sul territorio valdostano sappiamo quali sono state le conseguenze del fatto che il problema dei confini e il problema più generale della presenza sul nostro territorio dell'Ente Parco ha provocato e sta provocando.
Non condivido la teoria del collega Viberti; abbiamo sempre sostenuto che l'interlocutore della Regione deve essere lo Stato e pertanto continuiamo a essere favorevoli ad una impostazione del genere, anche perchè se a metà della trattativa, dopo averla condotta con un certo tipo di atteggiamento, questo stesso atteggiamento cambia e l'interlocutore anzichè essere lo Stato diventa l'Ente Parco, oppure si inserisce anche l'Ente Parco .....
....INTERRUZIONE....
Allora avevo frainteso quello che ha detto il Consigliere Viberti, ma sottolineo il fatto che questa trattativa ormai va esaurita con l'interlocutore che ci siamo dati e cioè lo Stato.
Se il Presidente del Consiglio me lo consente, presenterei un ordine del giorno.
PRESIDENTE: Durante le Comunicazioni del Presidente della Giunta è vietata la presentazione di ordini del giorno.
TORRIONE (P.S.I.): Troverò allora un argomento idoneo per presentarlo.
PRESIDENTE: In tal caso la Presidenza del Consiglio sarà lieta di accettare il suo ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chabod, ne ha facoltà.
CHABOD (D.C.): Visto che si parla del Parco, andrei piano prima di dare dei soldi all'Ente Parco per fare quello che diceva l'altro giorno l'arch. Deorsola in quel famoso articolo su "La Stampa", in cui sosteneva che i cinque punti che ci sono in Valle d'Aosta, e penso anche in Piemonte, sono quelli che danno vita e aiutano la popolazione. Queste sono tutte "balle" perchè il Parco non ha mai fatto assolutamente niente per le popolazioni, anzi è contrario che le popolazioni vivano bene e vorrebbe mandarci via tutti. Direi che prima di dare qualcosa, dovremmo vedere con lo Stato quello che si può fare, anziché, come qui tutti cercano di sostenere, condurre le trattative con il Parco.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA (P.C.I.): In merito all'ordine del giorno presentato dal Presidente della Giunta sulla questione del Casinò, siamo d'accordo perchè venga iscritto e venga discusso; dobbiamo però rilevare che in una serie di questioni c'è un po' la tendenza a portarle direttamente in Consiglio senza più riunire preventivamente la conferenza dei Capigruppo o le Commissioni interessante. Questo ordine del giorno avrebbe potuto essere meditato preventivamente in una riunione dei Capigruppo e giungere qui senza costringere ad una sospensione del Consiglio per vedere di trovare un testo che sia idoneo per tutte le forze politiche.
Anche la questione della proroga fino al 1992 alla SISER dei giochi americani non è una questione di poco peso; è stata iscritta all'ordine del giorno aggiuntivo e in Commissione non se n'è discusso. Siamo sempre pronti e disponibili a discutere, non è che vogliamo avere chissà quale preavviso, però diciamo che a volte sarebbe più opportuno, anche per rendere le cose più semplici e per non avere discussioni affrettate, utilizzare strumenti che esistono, come la Commissione Affari Generali allargata ai Capigruppo, la Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
ROLLANDIN (U.V.): Seulement pour renseigner M. Viberti à propos de la délibération qu'on a adoptée en tant que Junte, qui était liée à la présentation aussi des projets qui ont été examinés favorablement de la part de l'Assessorat compétent, et qui selon nous représentent quand même un pas en avant vis-à-vis de la manière dont les travaux ont été menés jusqu'à présent. Après je donnerai la copie de la délibération, afin que M. Viberti puisse voir les points qui ont été déjà examinés.
Pour ce qui est de l'ordre du jour sur le Casino, je crois qu'il pourra être changé ou intégré ou intégré de la part des Conseillers qui voudront bien participer à cette discussion.
Je tiens à souligner, par rapport au problème du Parc, que de la part de l'Administration régionale on s'est toujours disposé favorablement à une solution visant au maintien de la population et à la sauvegarde du Parc en tant que réalité qui se rattache au territoire. Je crois que là, surtout dans ces derniers temps, comme disait M. Chabod, se sont vérifiés toute une série d'épisodes qui sans doute ne vont pas dans le sens de la collaboration. Ils ont essayé d'entraver toute tentative de réaliser des routes, des aqueducs, n'importe quoi on voulait faire dans les Communes intéressées et je crois que là il ne s'agit sûrement pas d'un acte qui va vers la collaboration avec l'Administration régionale. En même temps l'Administration régionale a toujours soutenu que son interlocuteur c'est le Gouvernement et non pas le Parc, ce dernier étant une entité chargée de gérer ce que justement on a donné comme directive vis-à-vis d'un engagement qui avait été pris, et que nous voudrions changer.
L'Administration régionale s'est proposée comme solution de prévoir une étude particulière de la zone, de prévoir un projet de loi qui a été envoyé à toutes les Régions à statut spécial, afin qu'on puisse examiner la façon de résoudre ensemble le problème du Parc. Donc je crois que là il y a eu une position active de la part de l'Administration régionale vis-à-vis du problème du Parc et on est tout a fait d'accord de solliciter une prise de position définitive par rapport aux confins du Parc.