Oggetto del Consiglio n. 9 del 21 luglio 1983 - Resoconto
OGGETTO N. 9/VIII - ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE.
PRESIDENTE: L'ordine del giorno prevede ora l'elezione del Presidente della Giunta. Rammento in proposito che l'articolo 33 dello Statuto stabilisce che il Presidente della Giunta è eletto dal Consiglio fra i suoi componenti, con elezione mediante scrutinio a schede segrete a maggioranza assoluta e, dopo il secondo scrutinio, a maggioranza relativa.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Perrin, ne ha facoltà.
PERRIN - (U.V.): L'Union Valdôtaine est sortie de ces élections gagnante, l'électorat l'a reconfirmée amplement force de majorité et c'est pour cela que notre mouvement a cru bien de devoir conduire lui-même les pourparlers pour la formation du nouveau gouvernement régional, pour arriver à la création d'une majorité.
En tant que force de majorité, nous avons donc contacté toutes les forces politiques, en choisissant une méthode politique nouvelle qui n'était pas celle de prédéterminer quelle devait être la formule de cette majorité, mais de proposer à la discussion des différentes forces politiques un programme et de choisir selon les réponses des discussions sur ce programme même. Or, nous avons rencontré les forces politiques organisées, auxquelles nous avons soumis un document, qui contenait des lignes programmatiques, des lignes prioritaires. des options pour la prochaine législature. Après des amples tours de discussion, le Comité central est arrivé à définir celle qui devait être la majorité. Aux forces politiques nous avons demandé justement d'accepter cette méthode nouvelle et de poser comme préalable à la formation de la majorité deux points fondamentaux. D'abord, le fait que le gouvernement régional devient de plus en plus un organe collégial et ensuite le problème de la moralisation de la vie publique. L'U.V. a l'habitude de vivre ce problème de la moralisation: elle se l'est donné à son intérieur, elle a cru aussi de devoir le proposer aux autres forces qui devaient composer avec elle la majorité.
C'est pour cela qu'à toutes les forces politiques nous avons proposé une méthode au début de cette législature, de la rotation des hommes qui devaient occuper les places dans les différents Assessorats. Cela pour permettre cette collégialité, afin d'éviter qu'une trop longue permanence dans ces secteurs particuliers puisse créer des personnalismes.
En ce qui concerne les réponses reçues et d'après ces réponses, l'U.V. a choisi de gouverner pendant les cinq prochaines années avec la démocratie chrétienne, avec la fédération démocrates populaires - union valdôtaine progressiste, et avec le parti républicain, qui ont, dans leurs lignes générales, accepté le document présenté par l'U.V..
La majorité est donc une majorité bien précise, avec des confins bien déterminés, et nous avons voulu arriver à cela afin aussi d'éviter ce qui se passait souvent dans le passé, alors que des forces politiques tendaient d'un côté ou de l'autre, de façon qu'elles ont créé, à travers cette attitude, une confusion. Nous pensons qu'à travers une majorité précise, on puisse travailler mieux et travailler surtout pour l'intérêt général de la Vallée d'Aoste.
Nous savons très bien que la Vallée d'Aoste doit envisager en ce moment des problèmes très graves, tels que celui que nous avons voulu ajouter aujourd'hui à l'ordre du jour de ce Conseil régional, concernant l'ILSSA VIOLA et la Nuova Sias et d'autres encore, et je crois qu'à travers une nette division entre majorité et opposition on puisse mieux agir. Nous avons choisi ce type de majorité, aussi parce que nous voyons en cela la continuité de notre travail et a mise en oeuvre de certaines options qui avaient été prises dans la dernière année du gouvernement issu, et donc la possibilité de réaliser sur les lignes tracées il y a une année environ. Nous avons choisi ce type de majorité aussi parce que l'U.V. a demandé aux forces qui devaient composer la majorité un engagement nettement autonomiste, qui doit se. réaliser à travers un programme sérieux, afin que notre autonomie puisse progresser toujours plus. Nous avons eu des réponses positives de la part des forces qui aujourd'hui composent la nouvelle majorité.
Il s'agit maintenant de donner un chef -à cette majorité à travers l'élection du Président du Gouvernement régional. Evidemment le choix de l'U.V. est extrêmement facile; nous avons eu jusqu'à aujourd'hui un homme qui, à partir de 1974, a su régir les sortes de la Vallée d'Aoste, qui a su gouverner avec capacité, avec vision politique, avec intérêt et qui a su donner, je dirais entièrement, son engagement dans le travail pour essayer d'avoir une Vallée d'Aoste meilleure, afin de donner les solutions aux problèmes qui nous hantent. Cet homme est M. Mario Andrione, que nous proposons à ce Conseil comme Président du futur gouvernement régional. Je n'ai pas besoin d'en faire les louanges. Il a su chapeauter très bien le gouvernement dans le passé, il a essayé de donner déjà une collégialité à ce gouvernement, en s'occupant non seulement de son secteur particulier, mais de tous les secteurs. Il s'agit donc de donner continuité au travail commencé.
J'ai dit que l'U.V. avait engagé des pourparlers avec les forces politiques sur un document, en proposant aux forces politiques un programme bien précis. Les réponses sont venues, je laisserai au futur Président du Gouvernement d'illustrer ce programme.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): La scelta che ci ha illustrato adesso il Presidente dell'U.V. vedrà il P.C.I. in una posizione di netta e ferma opposizione. Riteniamo che la proposta fatta, di una maggioranza che veda la D.C., la Federazione Democratici Popolari-U.V.P. ed il P.R.I. escludendo le forze della sinistra, escludendo il nostro partito, sia una scelta grave, una scelta per un'alleanza di comodo, una scelta che sposta la destra l'asse del quadro politico regionale.
Abbiamo visto già stamani come si siano fatti dei passi indietro rispetto alla legislatura precedente, come anche la Presidenza del Consiglio, la carica al di sopra delle parti da concordare con tutte le forze, sia diventata motivo di spartizione. Crediamo però che la scelta dell'U.V. di riproporre oggi una alleanza con la D.C. sia sbagliata anche in riferimento al risultato generale che si è avuto nelle elezioni politiche del 26 e 27 giugno in tutta Italia.
Questo risultato italiano avrà effetti anche sulla Valle d'Aosta, quindi merita prestare attenzione anche a quello che è stato il risultato del voto nell'intero paese.
La D.C. dopo decenni di immunità rispetto ai suoi modi di governare, rispetto agli scandali che l'hanno scossa, ha perso per la prima volta milioni di voti, ha perso fortemente in percentuale ed è scesa al 33%, solo a tre punti di distanza rispetto al partito comunista, che nelle elezioni politiche ha confermato la sua forza. Questo crollo storico della D.C. può probabilmente diventare qualcosa di inarrestabile, come è avvenuto per la D.C. francese; ma comunque avrebbe dovuto pesare anche sulle alleanze in Valle d'Aosta. E' oggi possibile nel paese una maggioranza, un governo senza la D.C.; è oggi possibile una maggioranza di governo del paese che metta insieme le forze della sinistra, le forze laiche, che già governano tante grandi città e comuni italiani. Questo è il primo elemento che credo avrebbe dovuto essere tenuto presente perchè nel Paramento italiano si è determinata una situazione nuova, mentre in Valle d'Aosta si fa come se niente fosse avvenuto.
Voglio anche sottolineare un altro aspetto, cioè non è passata in Italia, come molti speravano e si auguravano, una scelta conservatrice, che è passata invece in Germania ed in Inghilterra; la scelta di far pagare pesantemente ai lavoratori dipendenti gli effetti della crisi, la scelta di spostare la destra, come proponevano il Segretario della D.C., De Mita, e l'On. Carli, il quadro dei rapporti sociali in Italia. L'alternativa è oggi più credibile che nel passato, ci sono i numeri, ci sono le forze, può anche darsi che in questi giorni si riformi un governo nazionale pentapartito, ma già alcuni compagni socialisti hanno detto una volta che si sarebbe trattato di una minestra riscaldata, probabilmente questa minestra oggi sarà sempre più immangiabile e a nostro giudizio il pentapartito non reggerà a lungo le sorti di questo paese. Quindi se l'U.V. fosse stata lungimirante, noi crediamo che non avrebbe dovuto scegliere l'alleanza con la D.C., con una forza di cui gran parte di elettori hanno dimostrato che si può forse fare a meno dopo 35 anni. Quindi non condividiamo la scelta dell'U.V. di fare un'alleanza con la D.C., con una forza antiautonomista, come hanno dimostrato i provvedimenti per la finanza locale, che hanno costretto i comuni a mettere sovrattasse sulla casa, come hanno anche dimostrato i rapporti fra la Regione Valle d'Aosta e i diversi Ministri del Tesoro. Dopo che il riparto fiscale è stato ottenuto con il concorso di tutti, noi diciamo con il concorso determinante del nostro partito, oggi mancano ancora ala Regione i fondi riconosciuti per legge. Di questo è responsabile soprattutto la D.C., che mantiene l'incarico al Governo del Ministero del Tesoro.
Non solo questo forse avrebbe consigliato all'U.V. una scelta diversa, ma anche la gravità dei problemi, che avrebbe richiesto un governo regionale differente, autorevole, più schierato in difesa degli interessi dei lavoratori. Riteniamo che il problema dell'occupazione, di cui l'ILSSA-VIOLA in questi giorni sta dando un grave esempio dopo quello che già c'era stato per a Montefibre di Châtillon, dopo quello che probabilmente si presenterà fra breve per la Nazionale Cogne, avrebbe richiesto un governo più attento ai problemi dell'industria; pensiamo che l'esperienza dell'Assessore democristiano, che per cinque anni nella scorsa legislatura ha avuto quell'incarico, sia stata fallimentare e non debba essere assolutamente ripetuta. Ci chiediamo anzi se non ci sia una contraddizione in questo comportamento dell'U.V. di essere per il mantenimento di un equilibrio tra industria, turismo ed agricoltura, e poi di lasciare una parte importante del governo ad una forza come la D.C., che anche in questo Consiglio si è pronunciata contro il mantenimento dell'industria, ritenendo che ormai l'industria in Valle d'Aosta debba essere parzialmente superata, che si debba pensare ad attività produttive nuove.
Ricordava prima il Presidente dell'U.V., che fra i punti del documento proposti c'era anche quello della moralizzazione; a noi sembra che l'alleanza con la D.C. lasci molto a desiderare anche da questo punto di vista. Non voglio ricordare i numerosi scandali in cui è stata coinvolta la D.C., dallo scandalo dei petroli, che ha visto coinvolto il segretario stesso dell'On. Moro, alle trattative con la camorra e le B.R., per il caso Cirillo, a Sindona, Calvi, agli uomini della D.C. inseriti nella lista della P2. Non voglio soffermarmi su questo, voglio dire però che guardando la Valle d'Aosta, avere un rapporto con quella forza che più si è compenetrata con lo Stato e con le sue degenerazioni, significa predicare bene ma razzolare male. Quella degenerazione che abbiamo visto nella campagna elettorale aver colpito anche la nostra Regione, il fatto che i voti si comprino, il fatto che ci sia un eccesso di personalismo, il fatto che prevalgono gli interessi personali su quelli di gruppo, è secondo noi il risultato di un governo più che trentennale della D.C. nel paese ed anche della presenza nella Valle d'Aosta di una D.C. che è stata maestra in queste cose.
Noi avevamo proposto una maggioranza diversa, una maggioranza tra le forze di sinistra ed i movimenti regionalisti; ed il risultato delle elezioni in Valle d'Aosta avrebbe potuto rendere possibile una alleanza di questo tipo. Ci sarebbero stati i numeri, ci sarebbe stato anche un segnale da parte dell'elettorato; è vero che noi ci ritroviamo in questo Consiglio con un seggio in meno, però vogliamo ricordare che alle elezioni politiche, dove il voto è stato meno condizionato, il nostro partito ha raggiunto il 22,2% ed ha distanziato di molto la D.C., la quale ha mantenuto i suoi seggi, la sua forza alle elezioni regionali, ma nel voto politico è scesa ad una percentuale che è la più bassa fra tutte le Regioni d'Italia. Crediamo che anche questo abbia un senso.
Può darsi che ancora una volta in Valle d'Aosta la D.C. abbia saputo prelevare dal serbatoio dei D.P. una parte di quei voti che nel 1973 le erano sfuggiti; non pensiamo però che quel serbatoio sia inesauribile e ricordiamo che comunque il grande crollo della D.C. in Valle d'Aosta c'è già stato. Un partito che era al 37% nel 1963 è sceso oggi al 21%, quindi anche se una parte di voti sono ritornati non crediamo che questa volta la D.C. possa rallegrarsi così tanto. Pensiamo che l'U.V., che dice di preoccuparsi del futuro del popolo valdostano, non solo dei propri interessi di parte, avrebbe dovuto avere un rapporto con le forze di sinistra invece che con la D.C. per riuscire seriamente a condurre una battaglia contro la corruzione, per la difesa degli interessi collettivi, per la difesa dell'autonomia stessa della Regione. L'U.V. ovviamente ha vinto le elezioni, ha aumentato in voti, però si deve ricordare a questa forza che qualche segno di difficoltà in alcuni Comuni si può registrare proprio a vantaggio della D.C.. Forse questa alleanza con la D.C. può presentare in prospettiva qualche rischio per l'U.V.: in numerosi seggi di Aosta, in numerosi Comuni della Valle la D.C. ha recuperato anche sull'U.V. Non è stata fatta questa scelta; per quali ragioni? Dall'esposizione del Presidente dell'U.V. non c'è stato dato mo
do di capirlo. C'è stato detto, negli incontri avuti con il movimento, che forse la base unionista non accetterebbe un accordo con le sinistre, in modo particolare con il nostro partito. Noi crediamo che questa sia una giustificazione debole; dal 1966 ad oggi sono passati tanti anni, la Valle d'Aosta in questi anni ha dato numerose prove di essere una Valle in cui la popolazione ha un atteggiamento laico, non crede più alle frottole, non è bacchettona; il voto sul divorzio, quello sull'aborto lo hanno dimostrato.
E' stato anche detto che alcune forze hanno accettato il programma presentato dall'U.V.; siccome siamo abituati a parlare chiaro, nel valutare quel programma abbiamo verificato una sua certa genericità. Questo non significava che non si potesse discutere, approfondire, il programma presentato dall'U.V., ma non vediamo come si possa sostenere che parare di sviluppo della cooperazione senza dire come, che parlare di preparazione della legge urbanistica, che parare di sviluppo della medicina preventiva attraverso adeguate strutture sia un programma così preciso per cui si possa dire solo si o no. Pensiamo che su quei termini tutte le forze avrebbero potuto essere d'accordo. Si trattava di vedere come poi in realtà quelle indicazioni generali sarebbero state tradotte in atti concreti. Forse è questo che non si è voluto fare: non si è voluto fare una discussione vera sul programma perchè probabilmente questa sarebbe stata più impegnativa in quanto un'alleanza con il P.C.I. fatta sul programma avrebbe poi portato le forze della maggioranza a rispettare gli impegni presi. Non riteniamo che questo del programma sia stato l'elemento determinante nella scelta dell'U.V..
C'è stato lasciato intendere che la maggioranza di sinistra non è stata possibile perchè alcuni degli alleati che sarebbero stati coinvolti in questa maggioranza avrebbero espresso delle riserve. Noi non lo sappiamo: se questo è vero, se la Fédération D.P.-U.V.P., ha mantenuto questa posizione, noi riteniamo che ha sbagliato, in quanto per quella federazione probabilmente una collocazione più netta, che la distingua in modo chiaro dai propri alleati dell'U.V. e dalla D.C., sarebbe stata compresa forse più facilmente anche dall'elettorato. Ma pensiamo di dover prendere per buona questa giustificazione al riguardo della quale ci verrà poi detto qualcosa. Non pensiamo neanche che il P.S.I. abbia fatto dichiarazioni di questo tipo. E' probabile invece che se il P.S.I. avesse sostenuto con più forza la scelta di una maggioranza alternativa a sinistra fra le forze di sinistra e i movimenti regionali oggi non si troverebbe all'opposizione con noi in questo Consiglio. Ma, lo dicevo prima, che ritengo queste delle giustificazioni, perchè la scelta vera l'ha fatta l'U.V., la forza di maggioranza relativa; anche per la questione della Presidenza del Consiglio il peso che ha l'U.V. avrebbe portato una sua scelta ad essere seguita anche da altre forze, quindi riteniamo che sia stata una scelta dell'U.V. e crediamo che l'U.V. ancora una volta, abbia fatto una scelta di comodo, scegliendo un alleato che in cambio di poltrone è disposto, come è avvenuto nella scorsa legislatura, a subire ogni imposizione su questioni di principio, un alleato con cui la verifica dei programmi è molto facile perchè ai programmi non presta molta attenzione, impegnato più che altro nella gestione di un potere di natura sempre clientelare; che ha fatto questa scelta perchè probabilmente si sono considerati non tanto gli interessi della Valle d'Aosta ma gli interessi del movimento, ritenendo che questa alleanza con la D.C. ed i D.P. possa ancora per un certo tempo fornire voti e nuovi consensi all'U.V.. Noi riteniamo però che questo discorso sia in prospettiva poco avveduto e forse miope: il serbatoio di voti rappresentato dai D.P. purtroppo è all'esaurimento, questa forza ha subito un calo molto grave nella precedente legislatura ed oggi si vede ridotta ancora di un terzo. Nonostante il suo Presidente continui a cantare vittoria e voglia vedere i guai degli altri, noi riteniamo che una riflessione seria, politica, strategica, di quel movimento potrebbe essere utile: non pensiamo che questa scelta dell'U.V. di contare su voti da strappare alla D.C., alla Federazione, sia una scelta che guardi lontano in prospettiva.
Non riteniamo neanche che sia una soluzione ai problemi la decisione di far ruotare gli Assessori, far ruotare gli Assessori ha un significato se si fanno delle scelte su uomini nuovi, mentre qui alcuni personaggi come gli ex Assessori Marcoz, Chabod e Borbey, che crediamo di aver criticato giustamente, vengono solo cambiati di posto. Questo gioco in Italia si chiama gioco delle tre carte. Non si è fatta una scelta sugli uomini, si è cercato di evitare attraverso accorgimenti tecnici un giudizio politico sull'operato di Assessori che avevano partecipato alla precedente Giunta. Se veramente si fosse voluta fare una scelta nuova, avrebbero dovuto essere molti di più gli uomini nuovi della maggioranza presenti in questa Giunta.
Noi riteniamo che questa scelta della rotazione finisca per essere un'operazione gattopardesca, per continuare con il tran-tran consueto senza affrontare i problemi di fondo che ci sono e sono innanzitutto il problema dell'industria, che è un problema grave, verranno presentate dai lavoratori delle situazioni sempre più pesanti, bisognerà dare delle risposte o sforzarci di trovare delle soluzioni. Non è possibile con la normale amministrazione, con i giochi della politica far fronte ad un crollo dell'industria valdostana quale è quello che si sta preannunciando in questi tempi. Anche il problema della casa diventerà grave, perchè probabilmente prima o poi gli sfratti non verranno più prorogati, ci si troverà anche in Valle d'Aosta a dover affrontare situazioni che possono creare tensione da questo punto di vista. E' sempre più grave poi il problema dell'occupazione per i giovani. C'è la rincorsa a determinati posti di lavoro che non sono sufficienti e mancano anche altre occasioni di lavoro. Su questo problema si sarebbe dovuto riflettere per costruire una maggioranza diversa. Diventeranno sempre più importanti, se non si prenderanno no dei rimedi, delle spinte disgregatrici che si sono manifestate in queste elezioni. Dato che c'è stata presentata una lista per la zona franca, che non aveva nessuna credibilità politica, che però ha ottenuto dei voti; il fatto che il Consiglio regionale sostanzialmente da numerosissimi candidati sia stato ritenuto non come la sede in cui si fanno le leggi, in cui si provvede all'autogoverno del popolo valdostano, ma il podio dei vincitori, una grande corsa ad ostacoli senza esclusione di colpi, secondo noi ascia intendere che nella stessa mentalità della popolazione valdostana abbiano fatto presa dei germi di corruzione che è bene contrastare. Noi lavoreremo in questa direzione, lavoreremo perchè vogliamo contrastare la degenerazione della vita politica con proposte precise, per regolamentare le assunzioni, le forniture, per rendere il più possibile trasparenti gli appalti. Lavoreremo per difendere l'occupazione, prima di tutto quella industriale, però anche quella in altri settori, perchè i giovani possano trovare lavoro. Lavoreremo per difendere l'autonomia valdostana dalle soverchierie dello Stato e anche dall'atteggiamento che la stessa Giunta ha preso a volte verso il tema della partecipazione, verso i Comuni e le Comunità valdostane. Lavoreremo per risolvere i problemi principali della popolazione valdostana, quello della casa, della salute, del reddito. Ci batteremo dal punto di vista politico perchè cresca dal basso nel rapporto fra le forze e fra gli uomini una spinta che porti al più presto al rovesciamento di questa maggioranza ed ala formazione di una diversa maggioranza senza la D.C. con la partecipazione delle sinistre e dei movimenti regionali, di forze che sappiano cioè affrontare in modo autorevole e deciso quelli che sono i problemi attuali della popolazione valdostana.
PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE DE GRANDIS
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente del Consiglio Bondaz, ne ha facoltà.
BONDAZ - (D.C.): Pur essendo stato eletto Presidente di questo consesso, non posso dimenticare che sono tuttora il Segretario politico regionale della D.C., pertanto mi corre l'obbligo di dire alcune cose di carattere politico inerenti alla discussione tuttora in corso.
Per buona tranquillità del Gruppo comunista sono sceso da quello scanno e sono venuto in quest'altro, parlerò come semplice Consigliere regionale qual sono, anche se la maggioranza di questo Consiglio ha voluto nominarmi suo Presidente. Parlo per l'ultima volta in veste di Segretario politico della D.C., in quanto il nostro statuto prevede la incompatibilità, e pertanto dovrò rassegnare le dimissioni dall'incarico che avevo in sede di partito. L'amico Consigliere Fosson, che sarà il nostro Capogruppo, risponderà più accuratamente alle facezie dell'amico Consigliere Mafrica sulla questione degli scandali, perchè probabilmente si è dimenticato di quello che è successo nella vicina Regione Piemonte. Se mi si passa l'espressione, ci troviamo ad essere in questa fase come un pittore che, concluso il quadro, si appresta a dare le ultime pennellate per fissare il colore, sapendo che ormai il tutto può essere incorniciato per fare buona mostra di sè, per essere esposto al pubblico. A noi è sempre piaciuta la pittura tradizionale, che molti confondono ancora con un tipo di pittura vecchia e superata, ma che è l'unico tramite per una lettura che non presenta sorprese e che con lo stile figurativo si cala veramente nella descrizione della realtà. Ecco perchè non è difficile individuare nella soluzione data alla configurazione dell'assetto di governo una certa continuità politica ed amministrativa commisurata al dato elettorale. In sintesi: l'elettorato ha confermato la Giunta uscente ed ha bocciato il partito comunista. Un elemento positivo della vicenda post-elettorale è costituito dalla rapidità con cui siamo in grado come maggioranza di dare alla Valle d'Aosta un Governo senza rallentamenti o vuoti di potere. Altro dato significativo, che è giusto evidenziare, è il proseguimento della collaborazione fra la D.C. e l'U.V.., garanzia di una animazione ideale che reputiamo fondamentale per l'avvenire della nostra Regione. Una sola osservazione ci sia consentita, come forza politica che ha riportato in Consiglio sette Consiglieri e che è la seconda forza in Valle d'Aosta: noi non diamo consigli alla forza di maggioranza relativa e non ci risentiamo minimamente quando ci si viene a dire che la D.C. fa il gioco dell'U.V.. Non spetta e non spettava alla D.C. tracciare i confini della nuova maggioranza, anche se siamo pronti a difenderli nell'interesse della Valle d'Aosta. Noi democristiani riteniamo che l'intesa raggiunta sia premiante e certamente compatibile con l'attesa della popolazione valdostana. La guida di Mario Andrione è stata efficace, concreta, forse a nostro giudizio un po' troppo tollerante con gli spasmi di un'opposizione poco costruttiva, ma in definitiva si tratta di una conduzione veramente preoccupata dei problemi che assillano la nostra Comunità e slegata da certi penosi meccanismi del potere fine a sè stesso, che in tempi passati sono parsi addirittura soffocati. La conferma della presenza di Mario Andrione al vertice dell'esecutivo, al di là dei complimenti che non servono, ci pare rassicurante, sia per la competenza dimostrata, sia per la dinamica impressa alla gestione amministrativa, con una visione che spazia al di fuori del contingente e del quotidiano. Quindi noi guardiamo con fiducia alla soluzione prospettata, perchè si basa su elementi programmatici condivisibili ed è orientata a salvaguardare, rafforzandoli, i vincoli di lealtà e di amicizia che ci legano all'U.V.. A certe forze politiche che in questi giorni, stuzzicate dalle nevralgie del potere o amareggiate perchè il loro volume non corrisponde a quel peso specifico immaginato subito dopo il mero dato elettorale, noi diciamo ancora una volta che la D.C. non è in vendita e che non si lascia condizionare da certe frenesie che più che essere antiunioniste, sono veri e propri lacci contro l'autonomia della Valle d'Aosta. Per noi questa maggioranza ha i numeri per contare e la capacità di affrontare i nodi della crisi occupazionale senza falsi allarmismi e con l'obiettivo di creare un nuovo sviluppo sia in relazione alle fonti occupazionali, sia per distribuire equamente le risorse aggiuntive del bilancio.
Con questo spirito e con questi intendimenti ispirati alla massima chiarezza, noi confermiamo la nostra solidarietà ed il nostro coerente impegno, volti a consolidare il quadro politico delineato dal voto ed ad operare per il buon governo della Valle d'Aosta.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrini, ne ha facoltà.
PEDRINI - (P.L.I.): Signor Presidente,. ieri mattina si è riunito l'organo collegiale che guida attualmente la politica del P.L.I. in Valle d'Aosta, di cui faccio parte. Mi è stato dato un libero mandato di esporre quanto questo organo collegiale aveva stabilito e naturalmente ne è uscito un ordine del giorno che io dovrei illustrare. Ritengo di fare molto meglio riportando quanto dice questo comunicato stampa, che è stato passato a tutti gli organi giornalistici della Valle d'Aosta, in quanto è molto sintetico e molto chiaro. Lo leggo:
"L'organo collegiale del P.L.I. della Valle d'Aosta, riunitosi in data 20 luglio 1983, esaminato il documento programmatico che l'U.V. quale partito di maggioranza relativa ha presentato a tutte le forze politiche, sentita la relazione della delegazione che ha rappresentato il P.L.I. nei colloqui con l'U.V., preso atto che detto documento programmatico, pur rappresentando per alcuni versi dei contenuti sui quali si può assentire, manca pur tuttavia di ogni indicazione sui problemi la cui discussione e risoluzione non può essere ulteriormente rinviata, quali l'istituzione della Camera di Commercio" (e qua io aggiungo, chiamiamola Camera di Commercio, Bureau du Commerce o come vogliamo se la parola Camera di Commercio non piace, ma nell'ambiente valdostano del Commercio e dell'artigianato se ne sente veramente a necessità); "la predisposizione di un piano regolatore regionale per l'insediamento dei grossi centri di distribuzione commerciale, la fondazione di un organismo a partecipazione privata e pubblica per il recupero abitativo e commerciale del centro storico di Aosta, il potenziamento delle autolinee fra la Bassa Valle ed il capoluogo regionale, con l'istituzione di corse serali di andata e ritorno", (e qua faccio nuovamente un inciso, a Bassa Valle dalle ore 20 di sera di ogni giorno è totalmente estranea alla vita della capitale valdostana, Aosta, fino al mattino, non essendoci alcuna comunicazione nè ferroviaria nè automobilistica, e non ritengo che i cittadini della Bassa Valle siano da considerare diversi da quelli della città di Aosta o dell'Alta Valle. Essi hanno gli stessi diritti di poter seguire i concerti che sono fatti alla Cattedrale della città di Aosta, hanno diritto di vedere le manifestazioni che si svolgono ad Aosta, hanno diritto di essere presenti a tutto quanto si svolge nella nostra capitale e quindi riteniamo come inderogabile richiesta appunto la costituzione di una linea che parta verso le venti da Pont-Saint-Martin raccogliendo man mano lungo a Valle, arrivi ad Aosta per le ventuno per poter seguire i programmi della città e ripartire verso le ore 24 e riportare tutti a Pont-Saint-Martin). E continuo: "la creazione di un liceo linguistico a struttura internazionale, presupposto per l'istituzione futura di una facoltà universitaria, ed altre problematiche più compiutamente analizzate dalla delegazione del P.L.I. valdostano negli incontri con l'U.V..
Ritenuto altresì che ogni programma debba venir giudicato oltre che per i suoi contenuti anche sulla base dell'effettiva e reale volontà e capacità degli uomini che tale programma devono gestire, sottolineato infine che il P.L.I. della Valle d'Aosta, mentre non pone preclusioni al vertice, insiste per la proposta di rotazione degli uomini delle cariche di Giunta, e per una politica unitaria e collegiale della stessa e dà mandato al suo Consigliere affinchè nell'Assise regionale assuma una posizione di critica astensione, ma anche costruttiva sui provvedimenti del Consiglio, riservandosi diversa od altra posizione su ogni singolo contenuto politico e problematico che dovesse o non dovesse incontrare l'approvazione del Consigliere del P.L.I. ed al cui organo collegiale è riservata ogni definitiva decisione".
Mi pare che questo ordine del giorno sia talmente chiaro nella sua essenza che non ha bisogno nè di commenti nè di altre spiegazioni.
Il tempo dirà che i giochi forse non sono tutti fatti oggi. Noi riteniamo, con questa posizione di critica astensione e nello stesso tempo di disposizione ad una critica costruttiva, di assolvere ad un compito che non può non tornare a beneficio di tutta la nostra Regione.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BONDAZ
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Riccarand, ne ha facoltà.
RICCARAND - (N.S.): Dice un proverbio molto noto che chi ben comincia è a metà dell'opera, quindi credo che il modo con cui il Consiglio regionale deciderà oggi alcune cose già darà alcune indicazioni su quello che sarà l'operato di questa legislatura da parte di questo Consiglio, da parte della Giunta regionale. Ebbene io credo che il modo con cui abbiamo iniziato adesso la discussione sulla formazione della maggioranza, sulla formazione della Giunta, sia un modo che non va bene; io mi attendevo che dopo che l'U.V. ha presentato questi suoi 39 punti ed ha avviato una serie di consultazioni con le forze politiche organizzate per sentire i pareri ed i giudizi sui vari punti, noi arrivassimo ad una discussione in cui ci fosse un documento ben articolato nella sua analisi, nelle sue premesse, con indicazioni precise che sono scaturite da questo dibattito e che chiariscono perchè alcune forze si collocano oggi in maggioranza, perchè altre forze non si possono collocare in maggioranza, e restano all'opposizione. Purtroppo dall'intervento che ha fatto il Presidente dell'U.V., Perrin, questo è rimasto oscuro. Ha ripetuto che c'è stata questa consultazione che già sapevamo, ha detto che alla fine della consultazione si è deciso di mantenere il vecchio tipo di alleanze.
Come rappresentante di Nuova Sinistra non so per quale motivo l'U.V. abbia deciso che le proposte che noi facevamo non andavano bene, si tratterà di cose che non so se il prosieguo del dibattito potrà verificare, però in questo momento ci troviamo a discutere sulla nomina di un Presidente della Giunta, senza sapere ancora una volta, come è già successo più volte in passato, su quale programma, su quali obiettivi chiave questo Presidente della Giunta, la Giunta nel suo complesso, ha intenzione di muoversi. E' stato preannunciato un intervento successivo del Presidente della Giunta una volta insediato; io credo che la discussione sul programma vada fatta prima dell'insediamento, non dopo, ed in ogni caso sono molto curioso di sentire quale sarà l'esposizione che farà il Presidente della Giunta, perchè, per esperienza fatta in Consiglio, non ho mai sentito finora il Presidente della Giunta fare una relazione ampia, dettagliata e seria, quindi spero che questo accada per la prima volta.
Nei 39 punti presentati dall'U.V. c'erano alcune cose che potevano andare bene, ma che dovevano essere verificate; c'erano sei, sette punti che secondo noi erano difficilmente accettabili, c'era un gruppo di punti che per noi non erano assolutamente accettabili e c'erano infine altri punti che mancavano e che, secondo noi, erano importanti. Noi oggi avremmo voluto sentire, speriamo di sentirlo quanto prima, qual è questo documento nel suo complesso, quali sono le cose che sono state scelte di quei 39 punti, quelle che sono state tolte, quelle che sono state aggiunte, quelle che sono state modificate, tanto per sapere quali saranno i punti prioritari su cui si muoverà questa maggioranza. Ci interessa, ad esempio, capire se il punto riguardante lo smantellamento della legge regionale sulle Comunità Montane è rimasto o è scomparso; se i D.P. hanno accettato quel punto o se invece è stato modificato e rimane in piedi la vecchia legge. Ci interessa capire come mai il P.R.I. dà il suo appoggio a questa maggioranza, visto che il P.R.I. si è sempre definito anzitutto il partito della programmazione e in tutto questo documento che ha presentato l'U.V. non esiste traccia di discorso sulla programmazione, anzi la delegazione dell'U.V. ci ha detto esplicitamente: "noi alla programmazione non ci crediamo, pensiamo che la legge regionale in materia sarebbe meglio che venisse abrogata o comunque non abbiamo nessuna intenzione di applicarla". E non capiamo sulla base di quali presupposti ci sia questo consenso dei D.P., del P.R.I. e delle altre forze che compongono la maggioranza. Quindi ci troviamo a discutere sulla formazione della maggioranza, sulla formazione di una Giunta, sulla base di un programma che non esiste, su una elencazione di punti che aveva fatto l'U.V., il cui esito della discussione su questi punti non conosciamo.
Secondo elemento di perplessità, di critica da parte nostra nei confronti del modo in cui si va a costituire questa maggioranza, riguarda evidentemente il quadro delle alleanze. Si è scelto di mantenere l'alleanza fra l'U.V., la D.C., la Fédération D.P.-U.V.P., un certo quadro di alleanze perchè, come diceva il Presidente Perrin, "l'U.V. è andata avanti, l'elettorato ha premiato la nostra opera". E' vero, guardandola isolatamente l'U.V. ha fatto un passo avanti, però se guardiamo complessivamente il risultato delle forze che componevano organicamente la Giunta regionale, cioè D.C., U.V. e Fédération, vediamo che l'elettorato non ha affatto premiato quella Giunta, quel tipo di maggioranza. Infatti, nell'insieme, queste forze politiche hanno perso quasi il 2% dei voti, hanno perso un seggio, hanno perso oltre 600 voti, il che non indica certo un particolare apprezzamento da parte dell'elettorato nei loro confronti, anche se è vero che all'interno di queste forze alcune hanno perso molto, altre sono rimaste ferme: ha perso la Fédération; è rimasta ferma la D.C., ha guadagnato qualcosa l'U.V. che ha recuperato voti dai D.P.. Però, nel suo insieme, il giudizio dell'elettorato non è stato certamente un premio a questa maggioranza, soprattutto alla maggioranza che aveva i suoi rappresentanti in Giunta, anzi è stato un giudizio preoccupato che però, è vero anche questo, non ha indicato delle soluzioni alternative. Evidentemente dal risultato elettorale del 26 e 27 giugno non è venuta un'indicazione chiara di cambiamento, si è manifestato un disagio da parte dell'elettorato, però questo disagio stenta ad esprimersi anche per una serie di limiti oggettivi che le forze di sinistra nel loro complesso hanno manifestato, forze che, evidentemente dovranno modificare una serie di loro atteggiamenti per diventare veramente questo polo alternativo di cui parlavo prima, polo che potrà, in futuro, dare espressione anche a questa situazione di disagio che è presente nell'elettorato valdostano.
Terzo punto su cui vorrei soffermarmi brevemente è questo discorso, presentato come una grande novità, della rotazione degli incarichi nei compiti della Giunta, negli Assessorati, ecc.. Voi sapete. tutti che Nuova Sinistra applica un certo tipo di rotazione riguardante i Consiglieri, quindi forme analoghe all'interno della Giunta ci vanno bene; però qui ci troviamo di fronte ad un espediente con cui si sono risolti alcuni casi delicati, non ci troviamo di fronte ad un metodo che è stato introdotto con una sua coerenza, con una sua finalità chiara.
L'impressione è che si sia cercato di cambiare, spostare un po' tutto perchè tutto rimanga sostanzialmente come prima. La dimostrazione ce l'abbiamo proprio da chi verrà a comporre. questa Giunta, dalle persone che ritroveremo all'interno di questa Giunta. Ritroviamo anzitutto il Presidente della Giunta, che non ruota. Sul Presidente della Giunta ho sentito tante parole di elogio: noi personalmente diamo un giudizio negativo sull'operato del Consigliere Mario Andrione quale Presidente della Giunta, non riteniamo affatto che abbia svolto correttamente e bene il suo ruolo. Riteniamo che invece abbia avuto un atteggiamento estremamente pressapochista, un atteggiamento salottiero su tutta una serie di questioni, che non abbia affatto saputo guidare coerentemente e verso obiettivi molto chiari l'Amministrazione regionale e la Giunta regionale nel suo complesso, che abbia coperto malamente dei vuoti che si sono determinati all'interno della Giunta che ha governato nei cinque anni passati, vuoti che però era anche responsabilità sua far in modo che non si aprissero, che venissero coperti in modo diverso. Quindi il nostro giudizio anzitutto sul Presidente della Giunta, su quello che ha fatto, su come lo abbiamo visto operare noi, è un giudizio estremamente negativo. Accanto a questo, c'è il giudizio negativo su due persone ché probabilmente verranno proposte ad incarichi di Assessore: in particolare mi riferisco al Consigliere Ettore Marcoz ed al Consigliere Guido Chabod. Il fatto che vengano nuovamente riproposti per incarichi delicati all'interno della Giunta - ho sentito che si parlava di Marcoz alla Sanità, che è un settore della massima delicatezza, complesso e che va gestito con grande accuratezza - noi crediamo che sia un errore madornale, una scelta che non fa onore a questa maggioranza ed a questa Giunta che dice di voler introdurre degli elementi innovativi; così come ci pare. sbagliato, quasi provocato- rio, riconfermare nella Giunta regionale Guido Chabod che ha dato prove così negative nella conduzione di un Assessorato come quello all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, e la cui latitanza sui problemi concreti abbiamo tutti potuto verificare. Del resto lo stesso elettorato aveva dato un'indicazione in questo senso, perchè se andiamo a vedere anche un dato molto aleatorio che va preso con le pinze, ma che comunque esiste, il dato delle preferenze, abbiamo visto che Guido Chabod, pur essendo candidato in un partito che confermato i suoi voti, ha perso una consistente quota di preferenze, pur avendo gestito l'Assessorato nel modo clientelare che sappiamo, il che non indica certamente un consenso da parte dell'elettorato sul modo con cui ha operato. Ancor più netto è stato l'arretramento del Consigliere Marcoz che ha perso circa 500 preferenze, pur avendo il suo movimento, l'U.V., aumentato considerevolmente il suo numero di voti. Sono questi elementi indicativi che da parte di forze sensibili, che vogliono cambiare qualcosa, andavano colti; andavano fatte delle rotazioni reali e non di facciata, come invece sono quelle che verranno proposte.
In conclusione, diciamo no a questa Giunta, a questo Presidente della Giunta, a questo tipo di maggioranza che si va definendo, non per il suo programma, che finora non ci è noto, ma che comunque per quello che c'era noto, era inadeguato, riducendosi ad una serie di elencazioni di punti che non costituivano un programma chiave con delle priorità definite, no per il quadro di alleanze che caratterizza questa maggioranza, no per alcuni uomini che andranno a comporre questa Giunta regionale. Era possibile, come ha già detto il Consigliere Mafrica, fare una maggioranza diversa in questo Consiglio regionale, senza la D.C., una maggioranza progressista, che cercasse di partire dai problemi reali dei lavoratori, della gente, che cercasse di dare una risposta non conservatrice, ma di cambiamento ai problemi che attualmente sono presenti in Valle d'Aosta. Questo non è stato fatto, si è scelto di continuare con il solito tran-tran, di fronte a problemi che diventano via via più impellenti. Quindi Nuova Sinistra non si riconoscerà in questa maggioranza, in questa Giunta, svolgerà un'azione di opposizione, cercherà di incidere sulle scelte della maggioranza, discutendo caso per caso. I punti centrali su cui ci muoveremo saranno: a programmazione, perchè riteniamo che sia importante che si dica chiaramente quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere, senza fare dei libri dei sogni, ma individuando pochi punti chiave su cui si vuole raggiungere dei risultati; il problema del lavoro, della casa, della salute, dell'educazione. Questi sono i temi fondamentali su cui impernieremo la nostra azione. A questi va aggiunta un'altra questione che sempre più sta diventando importante, che riguarda l'equilibrio ambientale della nostra Regione ed i problemi che vi sono connessi.
Infine altri punti che secondo noi sono importanti nell'azione del Consiglio regionale, in questo Consiglio che ha così grandi competenze e così grandi disponibilità finanziarie: è necessario che questo Consiglio regionale incominci ad avere la capacità di guardare al di là delle nostre montagne. La Regione Valle d'Aosta non può essere considerata un'oasi felice che sta al di fuori di tutti i problemi di carattere europeo, mondiale, internazionale; ci sono grandi problemi che riguardano anche la Valle d'Aosta anche se apparentemente non ci toccano direttamente, in realtà ci coinvolgono; anche su questi problemi la maggioranza, il Consiglio regionale nel suo complesso, devono riuscire a dare delle indicazioni; anche su questo abbiamo notato una grande carenza nei punti proposti dall'U.V. e mi riferisco ad esempio ai problemi della guerra e degli armamenti su cui anche noi possiamo fare una nostra azione. Ci sono dei terreni su cui possiamo muoverci come ad esempio quello che riguarda la fame, il sottosviluppo, su cui è necessario che una Regione privilegiata come la nostra riesca ad individuare dei terreni di azione.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, ne ha facoltà.
TORRIONE - (P.S.I.): Signor Presidente, Signori Consiglieri: siamo dunque all'atto conclusivo di un cammino piuttosto lungo che abbiamo percorso dal momento della convocazione dei comizi elettorali fino ad oggi. Oggi a Valle d'Aosta avrà dunque un nuovo governo regionale. Noi socialisti, perchè sia compiutamente capito l'atteggiamento che assumeremo oggi in quest'aula, vogliamo fare un passo indietro, e mi scuso se tedierò il Consiglio con alcuni ricordi, perchè i comportamenti, gli atteggiamenti dell'attuale P.S.I. sono comportamenti che derivano da una lunga storia, iniziatasi nel 1978, l'anno tragico per il movimento socialista valdostano, l'anno della diaspora, tanto che alle elezioni si presentarono ben tre liste di ispirazione socialista. Ne uscì allora un partito deluso, sconfitto e mortificato. Una sconfitta amara che a quel tempo fece temere per la stessa sopravvivenza del P.S.I. in Valle d'Aosta. Ebbene, lo diciamo con senso di profonda amarezza, in quell'occasione non ci fu nei nostri confronti un gesto di solidarietà, alcune forze politiche tentarono brutalmente di spartirsi le spoglie del P.S.I. valdostano, per cui ci ritrovammo veramente soli con noi stessi. Ma non perdemmo il nostro coraggio, rinserrammo le file e riprendemmo un cammino, credetemi, tutto in salita. A tappe lente, con enormi difficoltà, abbiamo in questi cinque anni leccato le nostre ferite, abbiamo riaccorpato i brandelli ed i tronconi del nostro partito, abbiamo ricostituito un tessuto connettivo, riannodando filo per filo e trovando della disponibilità nei compagni che si erano divisi, abbiamo ricostituito un partito che oggi si ripresenta qui con una rappresentanza consiliare di tre Consiglieri. Questo è stato possibile perchè il tessuto valdostano è permeato di un ideale socialista che coniuga i termini ed i concetti di libertà, di democrazia, di internazionalismo, di difesa delle minoranze, con quelli del regionalismo, dell'autogoverno, dell'autonomismo. Diciamo queste cose perchè la nostra è una storia vecchia di quasi un secolo, le nostre idee le propugniamo da tanti anni, per cui su questo terreno non accetteremo nè in questa aula nè fuori di essa lezioni da nessuno; lo diciamo con profondo orgoglio.
Dicevo, proprio per questo tessuto trovammo della disponibilità, abbiamo potuto ragionare di nuovo in termini politici ed unitari. Sovente si è speculato sulle divisioni socialiste, sovente qualcuno ha cercato di incunearsi fra di noi. Il nostro è un partito indubbiamente nevrotico, che ha dei grossi pregi ma anche dei grossi difetti; qualcuno su questa nostra nevrosi ha cercato sovente di speculare. Ebbene proprio per questo è stata più consapevole a nostra voglia di riacquistare una nostra identità, che abbiamo riacquistata sulla base di una precisa proposizione di carattere politico e culturale. Il P.S.I. nella sua storia, nell'ambito valdostano, si è fatto carico in periodi di tensioni sociali forse più aspre, di tutelare, lo diciamo con orgoglio, i diritti non solo della minoranza etnica autoctona, ma anche di coloro che in Valle d'Aosta hanno trovato una seconda patria. Una grande fetta di elettorato di immigrazione si è identificata nel P.S.I. ed abbiamo recitato nelle sedi competenti il ruolo di chi difende il diritto anche alla vita di questa minoranza. Però a Valle d'Aosta, che è il frutto di stratificazioni culturali, sociali diverse, è profondamente cambiata in questi ultimi anni. Una nuova ventata di cultura ha portato ad un processo di tipo diverso dal punto di vista sociologico ed anche culturale. I due tronconi etnici diversi tendono in realtà più circoscritte ad unirsi per costruire comunità sostanzialmente diverse che hanno a tradizione, a lingua, a storia, hanno acquisito questi elementi della popolazione autoctona ed hanno dato in cambio un pezzo della loro cultura. Ho citato questo esempio sovente in Consiglio comunale, nelle vicinanze di Porossan, frazione di Aosta, arrivò nel dopoguerra a prima immigrazione calabrese; i calabresi parano il dialetto valdostano, hanno acquisito la nostra cultura, giocano gli sports tradizionali della nostra terra, sono radicati in questa Valle. Ebbene il nostro progetto culturale e politico voleva creare, ipotizzava ed ipotizza tutt'ora una diversa comunità, frutto dell'amalgama e della coesione di queste culture. Ci rendiamo conto che a strada per conseguire questo obiettivo non è facile; per questo al nostro interno abbiamo suscitato un dibattito, ognuno di noi ha cercato di dare un contributo per approfondire questa materia, per radicarci, per calarci maggiormente in questa realtà. Numerose sono le manifestazioni socialiste che in questi ultimi anni hanno cercato di rendere più palpabili questi argomenti e cito non a caso il convegno di Saint-Vincent sulle autonomie speciali, voluto dalla direzione del P.S.I.. Ebbene, sulla base di questa proposta politica che sottoponevamo al vaglio delle altre forze, avevamo pur sempre bisogno di un confronto diretto con l'elettorato e con la popolazione, di un riscontro cioè più obiettivo, e con questa proposta elettorale abbiamo affrontato questa ultima campagna elettorale e siamo usciti con il consenso della gente valdostana. Lo ribadiamo anche qui in termini di orgoglio: siamo l'unica forza che è uscita chiaramente vittoriosa da questa tornata sia per quanto riguarda - consentitemi l'espressione anche se non è bella - un feudo elettorale socialista rappresentato dalla città di Aosta, sia per gli altri 73 Comuni della Regione. In Aosta il P.S.I. ha avuto un aumento in percentuale più alto di tutti, abbiamo raggiunto quasi il 70% ed il 40% l'abbiamo conseguito negli altri paesi della Valle.
E' una cifra su cui noi vogliamo che anche le altre forze politiche riflettano, perchè sta a testimoniare non solo la validità di questa nostra proposizione politica, ma ha premiato anche un certo modo di amministrare che è tipico dei socialisti, quando trovano in una coalizione di governo partners altrettanto capaci di incidere sulla realtà delle cose.
Abbiamo portato nell'Amministrazione del Comune di Aosta, del quale facevo parte fino ad ieri, anche un pizzico di creatività in più; l'elettorato ci ha capiti e ci ha premiati. Ebbene, a fronte di questo risultato, il post-elezioni è stato piuttosto deludente. Ci siamo accostati con animo estremamente disponibile alle trattative poste in essere dal movimento di maggioranza relativa, trattative su un programma, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, sul quale era veramente difficile dire di si o di no. Era un'elencazione di problemi senza prospettare le soluzioni adeguate, 39 punti che andavano bene sia a destra che a sinistra o al centro. Erano, come giustamente li ha definiti il Presidente dell'U.V., delle opzioni. Non era un programma rigoroso e per quanto ne sappiamo a tutt'oggi, nonostante noi avessimo detto che in linea di massima - e qui vengo all'aspetto politico - eravamo d'accordo con qualche correttivo, crediamo - perchè non ci è stata fornita altra risposta - che il fatto di aver proposto delle variazioni al programma sia uno degli elementi o l'elemento essenziale della nostra esclusione da questa maggioranza. Forse se ci fornite qualche spiegazione in più, saremo più contenti noi, saranno più contenti anche gli elettori socialisti. La verità è forse un'altra, e cioè non abbiamo superato l'esame di abilitazione, o meglio il "certificat d'attitude au gouvernement régional" ci ha visti definitivamente sconfitti. E questo lo diciamo con amarezza perchè crediamo che la nostra partecipazione al governo regionale avrebbe costituito, da un lato, un elemento di equilibrio, dall'altro, avrebbe rappresentato una novità in assoluto per questa squadra che rinnovata granché non lo è. Ma quello. che ci spiace, lo diciamo con amarezza, è che non solo non abbiamo superato un test attitudinale di tipo strettamente personale. Ci hanno rifilato zero in condotta in comportamento civile e morale.
Non sappiamo perchè, ma riteniamo che la pochezza delle argomentazioni politiche abbia provocato un contraccolpo che ci ha portati al personalismo. Ma noi vogliamo fare dei distinguo e lo diciamo a voce alta. Non vogliamo coinvolgere in questo atteggiamento tutta l'U.V., perchè noi come socialisti siamo riconoscenti a quella parte di U.V. ed a quella parte di dirigenti dell'U.V. che hanno ragionato in termini politici sulla partecipazione o meno del P.S.I. al governo della Regione, mentre condanniamo fermamente chi ha cavalcato la tigre di un antisocialismo di maniera. Era facile, forse per ragioni interne, però riteniamo che anche noi abbiamo dignità politica per governare la Valle d'Aosta e non condividiamo la tesi di coloro che sostengono che noi dovevamo essere abilitati al governo regionale perchè a Roma si sta formando una maggioranza che dovrebbe vedere alla Presidenza del Consiglio il Presidente Craxi. No, noi siamo a federazione valdostana del P.S.I. e come tali vogliamo essere giudicati. Le benemerenze altrui non ci interessano, ci sarebbe forse interessato entrare nel Governo perché avremmo sollecitato la soluzione di alcuni problemi che ancora giacciono insoluti, approfittando, fra virgolette, del fatto che a capo del Governo ci sarà, ed io me lo auguro, un socialista. Il nostro regionalismo però ci impone di dire che noi vogliamo sempre più contare per i fatti concreti che siamo capaci di fare.
L'attuale coalizione: non abbiamo capito i motivi della nostra esclusione ed ancora meno capiamo i motivi di certe, non preclusioni, ma aperture. A mio avviso bisognerà che su questa coalizione riflettiamo a lungo; intanto voglio rivolgere un garbato rimprovero alla D.C. che di questa coalizione fa parte. Dichiarazioni roboanti, in certi casi anche un po' burbanzose, me lo consenta Signor Presidente, un gran clamore sulla fermezza della D.C., ma tanto tuonò che non piovve, perchè io credo di poter dire che in questa vicenda la D.C. poteva recitare, unitamente agli altri partiti di caratterizzazione nazionale, un ben diverso ruolo, che invece mi è parso un pochino rinunciatario, da Cenerentola, questo atteggiamento di accontentarsi di un programma che non c'è, di due Assessorati e della Presidenza del Consiglio. Ne approfitto per citare testualmente quanto scriveva il Segretario Bondaz sulla Région del 15 giugno u.s., riferito ad un altro partner di questa alleanza un po' di comodo. Diceva l'Avv. Bondaz che non crede che bastino due palline in un cerchio con sopra scritto D.P.-U.V.P. per far quadrare il concetto di autonomia nella libertà. Siamo d'accordo anche noi, ma in effetti sono bastate due palline - e che palline - per far attribuire ai D.P. due Assessorati. E' forse a forza - e lo diciamo con rammarico - che è stata penalizzata maggiormente da questa tornata elettorale ed ora qui si capovolge il detto, noi avevamo vinto, i D.P. hanno perso, guai ai vinti, si dice guai ai vincitori. E' una logica che forse il prosieguo di questa vicenda ci spiegherà. Mi spiace ma non abbiamo capito neanche l'atteggiamento del P.R.I., anche perchè in queste opzioni al ° punto c'è a riforma della legge elettorale - giusta, per carità - posta dall'U.V..
Se sugli altri argomenti non abbiamo avuto delle spiegazioni più concrete, su questo l'U.V. si è affrettata a darci delle spiegazioni. Allora all'amico repubblicano voglio raccontare una favoletta un po' ecologica nel mio stile e mi sembra quasi che, visto e considerato che l'U.V. ha posto questo problema dicendo che coloro che non raggiungono il quorum completo, sarebbero esclusi, se ho ben capito e magari me lo spiegate dopo, dal prossimo Consiglio. Io non vorrei che questa ederina, questo cappuccetto verde del P.R.I. accompagnandosi per un po' di tempo nel bosco non incontrasse poi il leone unionista e - lo dico con estrema bonomia - non vorrei che questo leone si mangiasse il cappuccetto verde. Per carità, se diventa vegetariano sarà meglio per tutti noi, soprattutto per coloro che amano l'ecologia. Se non sarà così, come mi auguro ovviamente, anche per i motivi che ho detto poc'anzi, allora per terra forse resteranno i resti elettorali del P.R.I. Chiedo scusa per questa digressione e concludo perchè ritengo che il P.S.I. non debba rispondere, per citare Date "al gran rifiuto con il gran dispetto" e quindi non ci faremo prendere da frenesie. Diceva Nenni "politique d'abord", ragioniamo in termini politici; qualcuno ci voleva protagonisti all'indomani di una crisi al Comune di Aosta, noi ragioneremo sui fatti concreti che questa Giunta saprà portare avanti. Il nostro sarà un giudizio critico ma non arrabbiato sicuramente. Qualcuno ci ha detto: dovete fare un'opposizione crudele, non noi faremo un'opposizione severa, crudele mai. Per cui aspettiamo con fiducia gli lati positivi di questa Giunta, augurandoci che vadano nel senso di cogliere questa profonda crisi che esiste oggi in Valle d'Aosta, di carattere occupazionale, drammatica, industriale, dello stesso terziario, una crisi generale che può portare anche ad una crisi di coscienza. Ebbene siamo schierati per approvare là dove il nostro consenso favorirà una soluzione, anche una sola, della crisi. Diceva Emile Chanoux che "il faut être très bas pour regarder très haut". Siamo d'accordo con il martire della Resistenza valdostana ed è con questo stato d'animo che ci accingiamo a svolgere il ruolo di oppositori. Grazie.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, ne ha facoltà.
ALOISI - (M.S.I.): Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, sarò molto breve rispetto al Consigliere Torrione, non farò certo una critica di oltre mezz'ora, visto anche l'ora tarda.
Ho ascoltato coloro che mi hanno preceduto, che hanno parlato dei risultati elettorali di questa ultima tornata; si è parato del calo della D.C., dell'aumento del P.S.I., ma non si è parato del calo del P.C.I. che a livello nazionale ha perso quasi il 2%. Guarda caso, nessuno di voi ha avuto il coraggio di citare la grande avanzata del M.S.I.-D.N. a livello nazionale ed a livello locale. La vera novità, la novità delle elezioni regionali in Valle d'Aosta è la riconquista del seggio in Consiglio regionale da parte del M.S.I.. E sia chiaro, colleghi Consiglieri, che noi questo seggio lo vogliamo tenere duro, collaborare dove è possibile collaborare e fare l'opposizione. Non siamo qui per essere discriminati da nessuno ma per cercare di collaborare per risolvere i gravi problemi della nostra Regione. Noi crediamo in una democrazia, voi certo sarete in grado di insegnarmi cosa significa democrazia, anche se la mia forza politica, la forza politica che io rappresento nelle consultazioni elettorali, dopo il voto del 26 giugno è rimasta esclusa da alcuni approcci sui programmi, esclusa e discriminata. Vorrei ricordarvi, se posso farlo, visto che fra di voi ci sono autorevoli personaggi che hanno lottato per la libertà e la democrazia, cosa significa democrazia. Democrazia innanzitutto significa rispetto della volontà popolare: ebbene, se mi trovo qui a rappresentare il M.S.I. è perchè il popolo valdostano ha voluto che una forza politica quale è la fiamma tricolore fosse qui a rappresentarlo. Quindi prendetene atto perchè, se è vero, com'è vero, che l'art. 1 della nostra Costituzione dice che questa è una Repubblica democratica, dovete accettare a volontà del popolo, senza discriminare una forza politica che - ve lo ricordo, anche se sovente lo dimenticate - è a quarta forza politica a livello nazionale. Una forza politica che è la vera opposizione nel nostro paese.
Vi ricordo un fatto avvenuto nel dicembre, gennaio scorso, quando sono stati proposti i famosi decreti-stangata governativi che sono caduti pesantemente sulla testa di tutti i cittadini italiani; a quell'epoca il M.S.I. ha fatto una ostruzione seria, dura, ha impedito o almeno ha cercato di impedire che quei decreti passassero sulle nostre teste. Ebbene i decreti sono passati, grazie - questo lo vorrei ricordare ai compagni comunisti che parano di maggioranze conservatrici, che si definiscono i difensori dei lavoratori - ala astensione determinante del P.C.I.. Allora non siete senz'altro voi che potete assurgere a tutela e difesa dei lavoratori, anche se pubblicamente dite che tutelate i loro problemi, difendete il mondo del lavoro. Nella realtà bisogna invece guardare i fatti che dicono tutto il contrario. Allora il M.S.I. è presente, è rientrato in Consiglio regionale; quale sarà la nostra politica? Visto che non abbiamo avuto modo di citarlo nelle consultazioni, visto che gli organi di informazione, i giornali non ci hanno chiesto cosa pensavamo noi della situazione regionale, ebbene, siamo l'opposizione. Come ben sapete, una opposizione di alternativa, siamo un'opposizione contro questo sistema.
Sono anni che portiamo avanti l'idea di una nuova Repubblica, una Repubblica presidenziale. Sono anni che parliamo di questi temi, anche se poi altri partiti se ne sono appropriati e cito l'esempio di Craxi che adesso para di elezioni dirette del Capo dello Stato, quando noi da anni diciamo le stesse cose. Cosa vuol dire questo? Vuol dire democrazia diretta, elezione diretta del Capo dello Stato.
A livello regionale, proponiamo ugualmente la Regione presidenziale: ecco quali sono le nuove idee, le nostre alternative. Noi diciamo che nelle Regioni il Presidente della Giunta deve essere eletto direttamente dal popolo; quindi sono concetti di alternativa, di avanguardia, concetti che potrebbero risolvere i nostri gravi problemi a livello nazionale e regionale.
E' vero, in questa aula sono solo, quindi non sono in grado di poter modificare o dare il mio modesto contributo per risolvere i problemi, anche se qualcuno si scandalizza per il fatto che io abbia votato a favore dell'elezione del Presidente del Consiglio. Mi pare che sia una cosa normale perchè io esisto, sono qui, quindi ho diritto anche io di esprimere a mio opinione in un libero consesso, se volete accettare a volontà del popolo, altrimenti vi riempite a bocca di belle parole, libertà, democrazia, mentre nella realtà dei fatti volete discriminare non il sottoscritto, che ha fatto una scelta, è nato dopo a Resistenza, dopo il Fascismo, quindi a discriminazione del fascista è assurda, viviamo in una società nella quale a distanza di quarant'anni è ora che il fascismo come pure l'antifascismo passi ala storia e venga analizzato e criticato per quello che è stato nella sua realtà. Quindi è ora di finirla di discriminare il fascista o l'antifascista, siamo qui per difendere e tutelare il mondo del lavoro, a Valle d'Aosta, i nostri cittadini. Questo è quello che conta, allora la nostra posizione quale sarà?
Ho parlato di opposizione in questo Consiglio, ma sarà una opposizione seria, costruttiva, che di volta in volta valuterà gli argomenti, i problemi, le proposte di legge e, di volta in volta, mi riterrò libero di valutare quelle che sono le proposte e gli interessi del popolo valdostano, senza avere paura di essere tacciato di andare a braccetto con qualcuno, perchè non vado a braccetto con nessuno. ho una mia collocazione politica particolare, diversa dagli altri, perchè siamo per un'alternativa, però non è che con questo facciamo un opposizione strumentale come viene fatto da altre forze politiche che in campo nazionale rappresentano quattro gatti. Questa è la posizione ufficiale che terrà il rappresentante del M.S.I. in quest'aula.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Lanivi, ne ha facoltà.
LANIVI - (Féd. D.P.-U.V.P.): Spetta a me il compito, di esprimere l'adesione alla proposta di votare l'Avv. Mario Andrione alla Presidenza del governo regionale, cioè della Giunta che dovrà guidare le sorti di questo Consiglio, dell'Amministrazione regionale nei prossimi cinque anni. L'adesione è giustificata dalla coerenza con cui abbiamo sostenuto alcuni motivi centrali durante la campagna elettorale, che erano fondamentalmente due: il primo, di consolidamento della solidarietà fra le forze regionaliste; il secondo, di garantire la continuità della governabilità della nostra Regione, l'efficacia del suo governo. Ma vorrei dire qualcosa di più. Questa Giunta, oltre a rappresentare un dato di continuità e caratterizzarsi in questo modo, si connota anche come soluzione di chiarezza e di lungimiranza, e quando dico lungimiranza lo dico in termini politici generali, non strettamente legati o rapportabili alle fortune di ogni singola forza politica. Quindi è all'insegna della continuità, di una maggiore chiarezza e di lungimiranza che nasce questo Governo, frutto di una maggioranza precisa, formata dall'U.V., dal P.R.I., dalla D.C. e dalla Fédération Démocrates populaires et Union Valdôtaine Progressiste.
Gli obiettivi generali politici sono: primo, valorizzazione delle istituzioni democratiche. Se n'è parlato tanto, però non dobbiamo dimenticare il fatto che distingue profondamente la situazione politica della nostra Regione dalla situazione politica nazionale, anche se qualcuno qui giustamente, svolgendo il suo ruolo di opposizione, ha tralasciato alcuni dati confortanti - dico confortanti per la situazione valdostana - ed ha preferito rifugiarsi in un commento sulla situazione politica nazionale. Ma vi è un fatto che va sottolineato con grande forza ed è che qui in Valle d'Aosta possiamo avere un governo che governi. A livello nazionale questo dato, apparentemente così semplice, da molti anni non è realizzabile e da una crisi all'altra si aggrava la situazione e non la si risolve, ogni problema è rinviato; non è un caso che oggi, 21 luglio, il Consiglio regionale elegge un governo che ha la probabilità di essere un governo di legislatura, mentre a livello nazionale solo domani il Presidente della Repubblica conferirà un incarico molto probabilmente per un governo che sarà di tipo balneare, nascendo, come altre volte, con chiari segni di morte prima ancora di prendere vita.
E questo è un dato molto importante che dobbiamo sottolineare: garantire a governabilità significa valorizzazione concreta delle istituzioni democratiche e non è un caso che la crescita di certe forze a livello nazionale, di cui non condividiamo non solo a storia ma neanche gli obiettivi, avvenga proprio per questa situazione di difficoltà continua in cui versa il nostro Paramento. In Valle d'Aosta siamo nelle condizioni di dare un governo ala Regione; non solo, ma a differenza del livello nazionale siamo anche nelle condizioni della alternanza. Le maggiori forze che oggi siedono in Consiglio sono state nel passato in maggioranza, vi è a possibilità in Valle d'Aosta di realizzare non solo concretamente a democrazia, nel senso che è possibile un'alternanza al potere, quindi nel pieno rispetto delle regole democratiche che dicono che sono le forze di maggioranza che hanno più forza in un consesso rappresentativo come quello regionale. Quindi non c'è da accettare la sottolineatura che il P.C.I. fa di una esclusione preconcetta, neppure dalla Presidenza del Consiglio. Dobbiamo ricordare al P.C.I. certi cambi di atteggiamento suoi, dal fronte delle sinistre al compromesso storico; non dobbiamo mai dimenticarcelo, Consiglieri comunisti, questo è un fatto, che in altri tempi a vituperata D.C. era l'interlocutore a cui vi rivolgevate per formare la maggioranza. Se oggi il discorso del compromesso storico è caduto e se siete portatori di una nuova linea, che è quella dell'alternativa - l'alternativa in Valle d'Aosta è possibile - questi non sono fatti che ci riguardano. Ci riguarda per un altro fatto importante, in quanto non accettiamo il discorso che se un Presidente del Consiglio non è comunista si parli di spartizione di potere, se è comunista di partecipazione democratica. Si tratta di assumere delle responsabilità e le responsabilità spettano a chi riesce, o a chi ha la forza democraticamente raggiunta, di rappresentarlo: quindi valorizzazione delle istituzioni democratiche e valorizzazione del metodo democratico.
Ho detto con chiarezza che questa maggioranza è un polo di riferimento molto chiaro con una notevole omogeneità al suo interno. Questo fatto secondo me è un dato rafforzativo dell'opposizione, di un'opposizione che si sente apportatrice di una linea alternativa a quella che esprime questa maggioranza. Lealmente dobbiamo dire che se l'elettorato premierà questa alternativa, spetterà a coloro che sono all'opposizione oggi reggere le sorti ed assumere domani le responsabilità di governo. Voglio ricordare che se spetta ala maggioranza governare, dare gli indirizzi, gestire l'amministrazione, spetta all'opposizione stimolare, controllare e proporre alternative. Questi sono i ruoli che si possono pienamente realizzare in questo Consiglio, frutto di una scelta che condividiamo in pieno e di cui bisogna dare atto all'U.V., forza di maggioranza relativa, di essersi assunta l'onere di portarla a termine.
Altro compito che mi pare importante è la valorizzazione delle forze politiche che si richiamano principalmente alle idee del regionalismo e dell'autonomia. Non voglio che le cose che dico suonino di offesa o vogliano essere più orgogliose di quanto lo debbano essere, voglio solo prendere atto che la presenza di queste forze è la garanzia di stabilità politica e governativa di questa Regione. Ogni forza porta un suo contributo, compreso le forze regionalistiche; bisogna però dire che questa situazione di stabilità governativa, di realizzazione democratica nella nostra Regione, è possibile non esclusivamente, ma anche e con ruolo importante per le forze regionalistiche ed autonomistiche.
La soluzione proposta rispetto alla volontà dell'elettorato: si può certo discutere su chi è salito e chi è sceso, chi ha guadagnato, chi ha perso. E' vero che questa maggioranza è una maggioranza forte nel senso numerico e rappresentativo. Il 61% dell'elettorato si è riconosciuto in queste forze, 21 Consiglieri regionali sono la maggioranza che intendono proporre non solo la candidatura del Presidente della Giunta, Mario Andrione, ma dell'intero esecutivo. E' a questa maggioranza che spetterà di affrontare i compiti molto pesanti dei prossimi cinque anni sui quali ci confronteremo. Ma non si tratta solo di far fronte a problemi gravi, si tratta anche di risolverli nel senso di una cultura particolare, di caratteristiche particolari che sono quelle della nostra Valle, affrontare i grandi problemi delle trasformazioni socio-economiche moderne che purtroppo ci impediscono oggi di sostenere che esistono delle soluzioni precostituite; non possiamo nasconderci dietro parole magiche tipo programmazione, nessuno di noi può vantare di avere in tasca soluzioni risolutive dei problemi che ci stanno di fronte: questo non lo abbiamo. Possiamo metterci tutto il nostro impegno e le soluzioni migliori avverranno nel confronto fra l'impegno della maggioranza e del governo e l'impegno dell'opposizione. In questo c'è il punto in comune, un interesse comune, pur se portatori di soluzioni e proposte diverse.
Il ruolo della nostra Federazione in questo Consiglio: innanzitutto di estremo rispetto di tutte le forze politiche, noi riteniamo che ognuno di noi rappresenti una quota di interessi, un modo di vedere della nostra popolazione. Le regole auree della democrazia dicono che la democrazia non stabilisce il governo migliore: dice però che è migliore il peggiore dei governi democratici rispetto al miglior governo del tiranno. La democrazia ci consente di essere migliori, non lo stabilisce prima. Siamo rispettosi quindi di tutte le rappresentanze e siamo anche convinti che il metodo del confronto sia il metodo migliore per impedire lacerazioni profonde nel nostro tessuto sociale. Vogliamo garantire e prenderci questo impegno oggi all'apertura dell'attività e della vita di questo Consiglio regionale.
Rispetto alle altre forze della maggioranza, mi corre l'obbligo di ribadire un dato che credo abbia caratterizzato la nostra azione del passato: quello della lealtà. Vogliamo essere leali con i nostri alleati di maggioranza, portando le energie ed i contributi di cui siamo capaci, nè più nè meno. Vogliamo - è questo l'augurio che voglio fare al Presidente Mario Andrione che andrà ad assumere un onere molto pesante; quello di guidare questa nave regionale in anni molto difficili - che il governo regionale agisca collegialmente.
E' stato ribadito nel programma, che la gravità della situazione generale e dei problemi valdostani non possano che essere affrontati che da un governo che sappia superare provvisorie, temporanee deboli differenze e sappia agire in modo collegiale, dando consistenza e validità all'azione regionale. All'azione di questo governo è legato, come ho detto, il valore della vita concreta, della nostra vita democratica, e quello dell'autonomia della nostra Regione.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.
BERTI - (Art. e Comm. Vald.): Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, mi sia consentito fare alcune considerazioni di carattere politico, visto che la giornata è caratterizzata appunto da un dibattito politico, quale la formazione del governo che andrà a costituirsi, con una chiara e ormai delineata maggioranza e un'opposizione.
Vorrei giustificare la mia astensione in questa giornata politica, mi sono astenuto per l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e mi asterrò anche per l'elezione del Presidente della Giunta, anche se sarei portato, a livello personale per la sensibilità da lui dimostrata nella passata legislatura, a dare il mio consenso. Ma ovviamente, essendo un fattore politico, mi asterrò anche da questa votazione, così come per i vari membri che saranno proposti quali Assessori.
Innanzitutto vorrei ribadire il concetto che purtroppo, per alcune forze politiche, il sottoscritto è rientrato nuovamente in Consiglio regionale, nonostante gli avessero preparato la fossa e quasi fatto il funerale. Io non voglio entrare in polemica e nemmeno condannare il metodo antidemocratico dell'U.V. nell'averci considerato ala stregua del M.S.I. e non aver voluto avere dei "pourparlers" con noi sul programma, che a grandi linee abbiamo appreso dai giornali. Nella mattinata di oggi abbiamo avuto modo di sentire che un programma vero e proprio pare che ancora non ci sia, quindi io vedrò, una volta elencato e proposto il programma, se l'U.V. ritiene di usare quel metodo democratico che tanto auspica e tanto ha auspicato, di essere coerente e corretta verso quella fascia di elettorato, un elettorato sano e produttivo che ha espresso un Consigliere ala Regione - un Consigliere che ha ottenuto più voti di preferenza ed anche una lista - che purtroppo si è visto emarginato dall'area di maggioranza relativa. Mi auguro che quanto prima si possa avere un colloquio ed un confronto chiaro, leale e democratico sui programmi che si intendono proporre in questa legislatura. Ribadisco che per quanto riguarda l'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori, mi asterrò.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parare il Consigliere De Grandis, ne ha facoltà.
DE GRANDIS - (P.R.I.): Colleghi Consiglieri, sarò brevissimo secondo le mie sane abitudini, anche perchè mi piace essere concreto.
Il P.R.I. ha ritenuto di aderire a questa maggioranza perchè nei confronti che ha avuto con l'Union Valdôtaine su quelle che sono state le opzioni programmatiche proposte dalle altre forze politiche, ha avuto modo di verificare una possibilità di dibattito e di approfondimento di tutta una serie di temi che noi riteniamo essenziali per lo sviluppo della nostra Regione e soprattutto perchè questi temi non sono stati proposti in maniera rigida ma in maniera che può essere discussa, che può essere approfondita e quindi anche modificata, così come può essere modificato anche l'ordine delle priorità che in un certo qual modo si potrebbe intravedere in quel tipo di proposte. Abbiamo inoltre aderito ala maggioranza perchè siamo convinti che il mandato che ci hanno dato gli elettori non è quello di fare del gran rumore, di fare dell'opposizione fine a sè stessa, di fare grandi battaglie che si rivelano poi velleitarie e incapaci di incidere sulla realtà della nostra Regione.
Credo che di belle parole il nostro paese ne abbia sentite molte, ha molto più necessità di fatti, di umiltà da parte degli Amministratori, umiltà che ha quale volontà e quale obiettivo quello di servire coloro che ci hanno dato il loro voto, e servirli significa mettersi in posizione capace di incidere sulla realtà.
Questo è lo spirito di servizio che ci ha animato nell'aderire a questa maggioranza, perchè può anche sembrare molto più facile collocarsi all'opposizione, fare delle bellissime battaglie, presentare anche programmi faraonici. Qualcuno ha ricordato qui che il P.R.I. è il partito della programmazione, meravigliandosi che poi si inserisca in una maggioranza che una programmazione ben precisa non ha fatto. Ma tra le belle intenzioni e le possibilità reali di realizzarle, amici Consiglieri, ce ne passa dell'acqua sotto i ponti, e anche molta, e quindi bisogna, sì, saper guardare in alto, bisogna, sì, sapere ipotizzare anche le cose grandi, ampie, molto belle, però bisogna anche sapere scendere nella realtà, calarsi in essa, e verificare come e quanto può essere realizzato e come e quanto si può andare incontro alle aspettative, alle esigenze della nostra popolazione, attraverso un'azione concreta che porti quindi dei risultati concreti.
Il Consigliere Torrione si è divertito con una favoletta mutuata da cappuccetto rosso, ed ha voluto vedere un cappuccetto verde che si perde, però ha anche detto con un'estrema sincerità che il P.S.I. è un partito nevrotico, ha tante virtù ma anche qualche difetto e mi pare di avere sentito sotto questa garbata polemica fatta nei confronti del P.R.I., questa punta nevrotica. Io vorrei ricordare in quest'aula, dove si è parlato molto di risultati elettorali, dove ognuno cerca di vedere la sconfitta altrui e la propria vittoria manipolando anche i dati, vorrei ricordare a tutti che è pericoloso fare queste valutazioni, è giusto fare l'analisi del voto, ma è estremamente pericoloso manipolare l'analisi perchè porta a risultati che non sono quelli reali.
Noi abbiamo fatto le nostre analisi del voto e siamo giunti ad una conclusione sola, non ci interessa sapere se siamo vinti o vincitori, non ci interessa metterci in relazione con chi ha guadagnato di più, chi ha guadagnato di meno e così via con queste serie di alchimie, il 3%, lo 0,2%, lo 0,4%; proprio perchè ragioniamo in termini diversi non abbiamo avuto nessuna paura ad affrontare il primo punto delle opzioni presentate dall'U.V. che riguardano la riforma del sistema elettorale, della legge elettorale, questa paventata riforma che potrebbe farci rimanere fuori dal consesso regionale: siamo stati fuori fino a cinque anni fa, figuriamoci se abbiamo paura di essere fuori dall'anno prossimo e fra cinque anni.
Noi crediamo di poter fare le nostre battaglie dentro e fuori le istituzioni; riteniamo che sia nostro preciso dovere, come partito politico, lottare per essere nelle istituzioni, portare il nostro contributo, la nostra parte di lotta.
Questo non è l'obiettivo finale, questo è lo strumento, signori miei, non perdiamo di vista questo concetto: il Consiglio regionale è uno strumento al servizio dei cittadini, non è un obiettivo che si deve raggiungere a tutti i costi, amico Berti, tanto per fare anche qualche nome, ogni tanto, perchè serve. E allora, con questo concetto noi abbiamo potuto verificare soltanto una cosa nei nostri confronti e raffrontando i nostri risultati con quelli degli altri: che noi non siamo cresciuti molto, è vero, ma noi siamo profondamente convinti che non è importante crescere molto, importante è crescere bene e sani, questo è fondamentale. Questo spiega il perchè, da una parte o dall'altra, il P.R.I. viene chiamato, viene cercato, perchè collabori con la maggioranza o perchè collabori con l'opposizione, a seconda di chi lo chiama, però in genere tutti lo chiamano e vorrei dire un'altra cosa agli amici socialisti: io non voglio dare un giudizio sul P.R.I., è anche troppo comodo farlo qui-dentro, vorrei che il mio amico Torrione si informasse presso un sindaco socialista e si facesse ripetere quali dichiarazioni ha fatto in pubblico sul conto del P.R.I., dopo di che, se vuole venire a ripetere qui, io ne sarò particolarmente grato.
Non dovrebbe avere fatica a rintracciarlo, i Sindaci socialisti non sono molti nell'ambito della Regione, quindi farà presto a trovarlo.
(... INTERRUZIONE del Consigliere Tonino...)
Tonino, lui ha la sfera di cristallo, speriamo che sia quella buona.
Sono queste le considerazioni che volevo fare molto rapidamente, ci sarebbero anche tante altre cose da dire, ma i tempi stringono, l'importante è arrivare a questo voto per cui io dichiaro che il P.R.I. voterà ovviamente a favore della nomina del Consigliere Mario Andrione a Presidente della Giunta e che da parte nostra, come Partito Repubblicano, anche se non presenti nell'esecutivo, faremo comunque la nostra parte, lealmente, nei confronti della maggioranza, ma lealmente nella dialettica: non intendiamo accettare nulla per partito preso. Intendiamo discutere, partecipare a tutte le decisioni, anche se non siamo nell'esecutivo, anzi a maggior ragione proprio perchè non siamo nell'esecutivo, chiederemo costantemente questa partecipazione alle decisioni e, se ciò avverrà, il nostro apporto leale non potrà mancare; in caso contrario, sapremo anche trarne le conclusioni, visto che fra le altre cose apparteniamo ad un partito che conosce anche quella pratica democratica così fondamentale che sono le dimissioni.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Baldassarre, ne ha facoltà.
BALDASSARRE - (P.S.D.I.): Signor Presidente, Signori Consiglieri, il P.S.D.I., che ho l'onore ed il piacere di rappresentare in questa aula, ha concordemente deciso, in questa situazione particolare, di astenersi. Questa astensione viene motivata dal fatto che noi vorremmo confrontare e giudicare man mano che il programma verrà sottoposto alla nostra attenzione, verrà portato in votazione, verrà messo in discussione in quest'aula.
In questi ultimi anni la società valdostana ha visto acutizzarsi contraddizioni, l'accentuarsi dei momenti di crisi non solo dell'economia ma anche del funzionamento dei servizi e della stessa coesione civile accanto a fenomeni di crescita produttiva, di diffusione territoriale incontrollata, di crescita dei bisogni civili e culturali. Tutto questo impone che nella nostra Regione si affronti il dilemma fra sviluppo ed arretramento della società nel suo insieme. Il mio brevissimo intervento - capirete la mia emozione, essendo la prima volta che mi trovo in quest'aula - non vorrà essere tedioso e quindi, andando verso la conclusione, mi permetto di augurare alla nuova Giunta la collaborazione di tutto il Consiglio affinchè nella nostra Regione si realizzi una nuova politica industriale, una nuova efficace politica energetica, una politica di ricerca, una politica dei servizi e della cooperazione, ed una nuova politica infine sul problema della casa, problema che per esperienza personale conosco molto bene e che è da affrontare in fretta. I problemi della casa e delle infrastrutture sociali sono ancora largamente irrisolti nella nostra Regione, tanto è vero che si assiste ad un pericoloso aumento delle tensioni sociali, soprattutto nella città di Aosta. E' evidente che, nonostante i risultati ottenuti con le leggi di riforma, occorre rilanciare in Valle ogni tipo di iniziativa, muovendo dalla necessità di recuperare in tempi assai brevi a divaricazione presente fra domanda ed offerta di abitazioni eu infrastrutture sociali, fra stanziamenti di fondi e spesa effettiva, fra programmazione teorica degli interventi ed effettivo impegno dei soggetti protagonisti di tale processo, fra impegni e ruolo dell'intervento pubblico e di edilizia privata.
Ed ora mi sia consentita una breve parentesi per concludere: in questi giorni caldi del dopo elezioni non sono mancate polemiche e qualche volta prese di posizione molto antipatiche verso il vinto ed il vincitore. Io dico che in democrazia non ci sono nè vinti nè vincitori, ma c'è un vincitore che è la democrazia. E' questo che mi è stato insegnato e pertanto vorrei concludere dicendo che nel nostro partito esiste una democrazia e questa decisione è stata presa all'unanimità, per cui ribadisco la mia astensione sulla votazione per la formazione della nuova Giunta.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede di parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Mafrica, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
MAFRICA - (P.C.I.): Una dichiarazione di voto brevissima ma che credo necessaria perchè ogni volta che si va ad una votazione segreta riteniamo che sia opportuno far conoscere chiaramente qual è l'orientamento che assume il nostro Gruppo, che poi mantiene, come ha sempre fatto, anche nel voto segreto.
Per le ragioni prima esposte, per la nostra collocazione alla opposizione, non voteremo per la proposta fatta dall'U.V. per la nomina di Mario Andrione a Presidente- della Giunta. Non ricorreremo, come qualcuno ha cercato di fare, a strumenti distruttivi, crudeli nella nostra opposizione; siamo un partito serio che rappresenta gente che lavora, gente che vuole cambiare le cose anche nella nostra Regione, ci interesseremo soprattutto dei loro problemi, fra cui principalmente quello dell'occupazione. A questo proposito, criticheremo costruttivamente certamente, ma in modo fermo, le proposte della maggioranza e faremo le nostre proposte. Il nostro scopo è quello di lavorare per costruire in questo Consiglio quella alternativa di Governo di cui pensiamo abbia bisogno il mondo del lavoro in Valle d'Aosta, abbiano bisogno i giovani, i ceti popolari che rivendicano una migliore qualità dei servizi.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Fosson per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
FOSSON - (D.C.): La D.C. voterà Mario Andrione quale Presidente della Regione Valle d'Aosta. Alcune ragioni di questo nostro voto sono già state espresse nell'intervento dell'Avv. Bondaz in qualità di Segretario della D.C., altre ragioni sono state esposte da esponenti delle forze di maggioranza: noi le condividiamo. Parava prima il Consigliere Perrin di "engagement autonomiste": io tengo a sottolineare che il programma con il quale la D.C. si è presentata a queste elezioni era un programma di chiaro indirizzo autonomistico nel solco della tradizione del movimento cattolico popolare, nel solco della tradizione nella quale noi ci riconosciamo. Molte delle indicazioni date dal programma della D.C. sono state recepite nel programma presentato dall'U.V. per il governo regionale. In base a questo noi votiamo a favore di questa Giunta, in base a questo intendiamo partecipare a questa Giunta.
Molti hanno fatto analisi sulle elezioni nazionali. A me preme sottolineare che in sede nazionale come in sede locale si assiste sempre più, purtroppo, ad una segmentazione del corpo sociale; il fatto che non ci siano più grossi ideali per cui battersi, come può essere successo nell'immediato dopoguerra, il fatto che la politica si faccia per interessi corporativi e per scelte settoriali, e non più per un disegno più ampio, ha portato a questo. In Valle d'Aosta, in campagna elettorale, dalle 17 liste del 1978 siamo scesi alle 12 liste del 1983, ma la frammentazione in gruppi di questo Consiglio regionale permane, non ho ancora fatto i conti, la stessa. Ed è per questo che è importante che questo Consiglio esprima, come esprime, una maggioranza omogenea, una maggioranza che si riconosce nei principi e nelle valutazioni dell'autonomismo, rappresentate dalle forze dell'U.V. e Fédération, gli stessi principi che sono rappresentati e portati avanti da una forza di respiro nazionale come la D.C. ed anche dal P.R.I.. In questo senso abbiamo dato al nostro elettorato, diamo alla Regione valdostana, una risposta ai suoi problemi.
Vi sono altre battute che il P.C.I. ha fatto: mi pare, data l'ora tarda, non sia questo il momento di raccoglierle, lo faremo sicuramente in questo stesso Consiglio, più avanti, quando si tratterà di fare delle scelte che noi riporteremo sempre confrontandole con quelli che sono i nostri ideali, confrontandole con quelle che sono le nostre aspirazioni di fondo.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Torrione, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
TORRIONE - (P.S.I.): Telegrafico: il Gruppo del P.S.I. voterà scheda bianca.
Ne approfittiamo comunque a titolo personale ed a nome del Gruppo per formulare al Presidente della Giunta Mario Andrione i migliori auguri di buon lavoro.
PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Aloisi, per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
ALOISI - (M.S.I.): Il M.S.I. voterà contro la Giunta Mario Andrione per una scelta politica: siccome siamo il partito di opposizione e di alternativa, dal punto di vista politico non possiamo accettare neppure di astenerci.
PRESIDENTE: Se nessuno chiede più la parola, diamo inizio alle votazioni.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 35
Votanti: 32
Astenuti: 3 (Baldassarre, Berti, Pedrini)
Schede valide: 22
Schede bianche: 10
Hanno riportato voti:
- ANDRIONE Mario: ventuno
- BENEFORTI Valerio: uno
PRESIDENTE: Proclamo pertanto eletto Mario Andrione Presidente della Giunta, lo invito a prendere posto ai banchi della Presidenza.
Su richiesta del Presidente della Giunta, che farà la sua dichiarazione dopo a nomina degli Assessori, vista l'ora tarda viene aggiornata l'attuale riunione alle ore 17.00.
Ricordo che, per le ore 16,30, sono convocati l'Ufficio di Presidente e la Conferenza dei Capigruppo per la questione riguardante le Commissioni.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,49.