Oggetto del Consiglio n. 2597 del 20 giugno 2023 - Resoconto
OBJET N° 2597/XVI - Communications du Président du Conseil.
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri possiamo dare avvio ai lavori del Consiglio. Punto n. 1 all'ordine del giorno.
La Conferenza dei Capigruppo, riunitasi questa mattina, in merito all'organizzazione dei lavori di questo Consiglio, ha confermato la discussione congiunta dei punti 3.01 e 4: piano socio-sanitario e mozioni dei gruppi di opposizione.
Lunedì 12 giugno è deceduto l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Come richiesto e convenuto in Conferenza dei Capigruppo, lascio la parola a Pierluigi Marquis, capogruppo di Forza Italia. Al termine degli interventi sarà osservato un minuto di silenzio. Consigliere Marquis a lei la parola.
Marquis (FI) - Colleghe e colleghi Consiglieri, a nome mio del collega di gruppo Baccega, del coordinatore regionale di Forza Italia Emily Rini e di tutta Forza Italia Valle d'Aosta, mi accingo a commemorare in quest'Assemblea il presidente Silvio Berlusconi. Ricordare il Presidente sia come personaggio politico, sia come uomo, attraverso un semplice e breve intervento consiliare credo sia un'impresa improba, oltre che qualcosa di estremamente riduttivo, motivo per cui cercherò di raccontare ciò che ha rappresentato per noi essere sfiorati dalla sua figura, dalla sua presenza.
È stato un uomo di Stato, nel periodo repubblicano è stato il Presidente del Consiglio che ha governato più a lungo e, sotto il profilo politico, dopo aver creato Forza Italia, ha avuto il merito di ideare e fondare prima Il Popolo delle Libertà e poi il Centro-Destra. In questa triste circostanza non possiamo che ringraziare sia le Istituzioni regionali nelle persone dei presidenti Bertin e Testolin, sia il Comune di Aosta e gli altri Enti locali sul territorio per aver deciso di aderire alla giornata di lutto nazionale programmata in occasione delle sue esequie. Questa è la dimostrazione di come in politica ci si può contrapporre a volte anche aspramente ma senza odiare, e questo è forse l'insegnamento più alto che ci ha lasciato in eredità il presidente Silvio Berlusconi che nella sua vita politica ha contato molti nemici, ma affrontato invece solo degli avversari, spesso e volentieri con ironia ma sempre con grande rispetto.
È stato un uomo e un imprenditore prestato alla politica, che ha creato discontinuità con la vecchia politica sin dalla sua discesa in campo nel 1994. Penso anche alla rivoluzione nel linguaggio, penso al suo rapporto diretto e immediato con il cittadino, penso ai suoi sorrisi e alle sue battute; ogni volta che c'è stato qualche politico impegnato a sforzarsi per sembrare qualcuno proveniente dalla società civile, uno di noi, ecco che non possiamo non ammettere come dopo Berlusconi nulla è più stato come prima.
Il presidente Silvio Berlusconi, prima ancora che di politica, era solito insistere sull'importanza di coltivare valori come l'amicizia, la generosità e l'umanità ed è anche per questo che non mi è mai diventato un politico di professione, ha mantenuto sempre un tratto della sua formazione, la gentilezza come bontà, parole ormai fuori moda ai giorni nostri, oggi è di moda, purtroppo, essere buonisti. È stato una forza gentile e, proprio per questa sua caratteristica, ha rivoluzionato la politica e costretto addirittura i suoi avversari a evolversi e a innovarsi nell'impegno politico e nell'interpretazione del ruolo.
Convinto federalista e amante delle montagne, ha lasciato il segno anche in Valle d'Aosta. Durante i Governi da lui presieduti, anche grazie a un intervento, si sbloccò l'acquisizione della società Deval, senza dimenticare che l'accordo di programma per la realizzazione della nuova Università venne siglato proprio nel corso di uno dei suoi Governi, così come il progetto di realizzazione di Skyway trovò terreno fertile e finanziamenti sempre grazie alla sensibilità e all'attenzione di cui la Valle d'Aosta in quegli anni godeva a Roma.
In conclusione, il presidente Silvio Berlusconi è stato un uomo che ha lasciato un segno importante in tutti i settori in cui si è cimentato nella vita lavorativa, ancor prima che un grande personaggio politico. Addio Presidente.
Presidente - Consigliera Minelli, a lei la parola.
Minelli (PCP) - La scorsa settimana la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi e poi i suoi funerali hanno occupato le prime pagine dei quotidiani, le edizioni di tutti i telegiornali, di molte trasmissioni radiotelevisive, nonché le conversazioni di tanti cittadini italiani. Una forte esposizione mediatica anche nel momento che io ritengo più intimo e vero dell'esistenza di una persona, la morte, e che, a mio avviso, dovrebbe riguardare soprattutto le persone che restano, gli affetti più cari, il cui lutto è sempre da rispettare; ma la grande attenzione mediatica era prevedibile e comprensibile per un uomo che è stato, nel bene e nel male, uno dei maggiori protagonisti dell'economia, della politica e del costume del nostro Paese negli ultimi 30-40 anni. Una figura controversa, quella di Silvio Berlusconi, che nel corso della sua vita ha raccolto molto consenso, molta ammirazione e altrettanta opposizione, contestazione, dissenso; una persona verso cui non ci sono mai stati sentimenti convergenti e unanimi e che fino all'ultimo è stato divisivo. Non è un giudizio, è una constatazione. A questo proposito ho trovato illuminante l'analisi che è stata tracciata dal teologo Vito Mancuso qualche giorno fa.
Il Governo nazionale, attraverso il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha concesso i funerali di Stato e ha proclamato il lutto nazionale. I funerali di Stato sono previsti da una norma di legge per chi ha ricoperto le più alte cariche istituzionali nel nostro Paese o anche a personalità che abbiano reso particolari servizi all'Italia in segno di omaggio, tuttavia non era mai accaduto nella storia della Repubblica che venisse dichiarato il lutto nazionale uno o più giorni per la morte di un ex Presidente del Consiglio. C'è stato il lutto nazionale per Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi, che sono stati però anche e soprattutto presidenti della Repubblica. Per Berlusconi è quindi stata fatta un'eccezione e, a mio avviso, parlo a titolo personale, in modo del tutto inopportuno, perché un conto sono i funerali di Stato dovuti, e che peraltro nel tempo sono stati rifiutati dai familiari di alcuni di coloro che ne avevano diritto, un altro conto è il lutto nazionale, che per definizione riguarda i sentimenti di tutta la Nazione, di un popolo che condivide lo stesso stato d'animo e si ritrova, si stringe nella celebrazione di quello stesso lutto, come è accaduto poche settimane fa per i morti dell'alluvione in Emilia Romagna, come è accaduto per le vittime del Ponte Morandi nel 2018, per il massacro di Nassiriya nel 2003, per grandi tragedie che suscitano sentimenti di forte commozione e di unanime vicinanza. In questo caso, a mio avviso, non era così, non è così, perché se sul Berlusconi privato nessuno ha il diritto di esprimere valutazioni, sull'uomo pubblico e sull'uomo politico questo diritto c'è e va esercitato e rispettato. Lo dico da cittadina che ha un'alta considerazione delle Istituzioni e delle caratteristiche di chi le deve rappresentare, e la storia di Silvio Berlusconi è fatta di tanti chiaroscuri, di luci e di ombre, di inchieste, di condanne e di assoluzioni, ciò che però non consente, a mio avviso, una serena condivisione e accettazione di un lutto collettivo.
Lo dico anche ricordando con sconcerto e amarezza che nel 1992, quell'annus horribilis per il nostro Paese, non ci fu lutto nazionale quando morirono Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte. Lo dico anche da donna, per cui in una prospettiva di genere gli onori tributati a Berlusconi, che nei suoi comportamenti pubblici e nella comunicazione ha legittimato la mercificazione del corpo femminile ed è stato espressione di un forte maschilismo, sono stati inquietanti e inopportuni.
So bene che cosa significhi perdere una persona cara, molto amata, come credo tutti voi, e portiamo rispetto al dolore dei familiari in primis, ma anche degli amici e dei rappresentanti di Forza Italia, ma non condividiamo quel processo di beatificazione eccessivo e ingiustificato che è stato messo in atto.
Presidente - Non vedo altre richieste.
Un minuto di silenzio.