Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2423 del 10 maggio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2423/XVI - D.L. n. 90: "Disposizioni in materia di strutture turistico-ricettive. Modificazioni alla legge regionale 6 aprile 1998, n. 11".

Bertin (Presidente) - Punto n. 8 dell'ordine del giorno. Sono stati depositati cinque emendamenti dall'Assessore e dai consiglieri Cretier, Rollandin, Jordan, Chatrian, Padovani e Rosaire. Il relatore della legge è il consigliere Cretier a cui passo la parola.

Cretier (FP-PD) - Il presente disegno di legge presentato dalla Giunta regionale il 13 dicembre 2022 reca modificazioni agli articoli 90bis, ter e quater della legge regionale 6 aprile 1998, n. 11: "Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta".

I tre articoli sopracitati disciplinano alcuni interventi di ampliamento di attività di somministrazione di alimenti e bevande e alcune tipologie di strutture turistico-ricettive. Si rendono necessarie le modificazioni per limitare iniziative non coerenti con lo spirito originale e la finalità delle norme, ponendo un limite rispetto agli indici fissati dai piani regolatori generali comunali.

Negli anni sono nate alcune criticità rispetto al piano regolatore generale comunale e gli adeguamenti sono necessari per gli standard di mercato.

Come ricordato dall'assessore Grosjacques in audizione, sono state richieste 161 autorizzazioni dal competente ufficio e 102 pareri per l'articolo 90ter, quindi una norma con un impatto importante nell'evoluzione del settore e necessariamente bisognosa di una regolamentazione più precisa onde evitare usi discorsivi.

Anche l'assessore Sapinet ha evidenziato la revisione della legge regionale 11/1998, un tema importante per il recupero del patrimonio urbanistico valdostano e dei centri storici in contrapposizione al minor consumo del suolo in una vallata alpina pur sempre sottomessa a eventi climatici e calamità naturali dirompenti.

Citerei in particolare l'articolo 3 nel comma 2, che evidenzia bene la necessità di recuperare l'enorme patrimonio presente nel territorio e in molti Comuni che vedono nel proprio territorio incrociarsi i percorsi di Cammini e Vie Francigene, le piste ciclabili e il transito di escursionisti amanti del paesaggio e della natura vissuto in modo "lento", per non usare un termine anglosassone, ma interessati a offerte di servizi sul territorio e lungo il percorso prescelto tipicamente a tappe, centrando, secondo me, tre importanti obiettivi: il primo, dare concretamente un'occasione di recupero ai fabbricati esistenti; il secondo, collegato al primo, contenere il consumo di suolo; il terzo, dare dei servizi territoriali diversi a costi differenziati a clientele che non cercano i servizi alberghieri ma che si muovono su un itinerario giorno dopo giorno.

Inoltre il disegno di legge in discussione oggi è stato approvato dalle Commissioni III e IV in seduta congiunta il 26 aprile 2023 con sei voti favorevoli e l'astensione di PCP. Anche l'Assemblea del CPEL ha dato parere positivo con osservazioni sulla durata del vincolo di destinazione e una valutazione legata agli agriturismi e alle altre strutture legate al turismo rurale. Questa è una delle indicazioni per cui sono stati presentati gli emendamenti.

Ringrazio il collega Jordan per la condivisione della relazione.

Il testo da approvare è composto da 5 articoli. L'articolo 1, rapportato all'articolo 90bis della legge regionale 11/1998, composto da due commi, si pone l'obiettivo di escludere dai benefici urbanistici le strutture che siano oggetto di riduzione del volume o della superficie complessiva e il secondo obiettivo al comma 2 è semplicemente di termini per una maggiore puntualità e precisione come tecnica legislativa.

L'articolo 2 modifica l'articolo 90ter. La tecnica richiede di eliminare alcuni dubbi interpretativi sorti nella fase applicativa con il comma 1 e il comma 2. Il comma 3 richiede e fissa un rapporto tra le superfici da destinare a centro benessere e le superfici di servizio delle strutture ricettive, in modo da sostenere la prevalenza dell'attività ricettiva rispetto al centro benessere. Il comma 4 necessariamente introduce un vincolo di destinazione d'uso per le strutture che beneficiano degli incrementi. Il comma 5 pone un vincolo specifico all'uso nell'ambito delle attività consentite nei centri benessere.

L'articolo 3, composto da tre commi, modifica la rubrica dell'articolo 90quater, esclude di fatto gli interventi di nuova costruzione degli ostelli per la gioventù e i posti tappa escursioni (dortoirs), dà attuazione alle norme di indirizzo del piano territoriale paesaggistico. Vengono privilegiate le forme di riuso anche di interi nuclei preesistenti e disponibili. Il comma 3 riconosce ai Comuni la facoltà di limitare la destinazione d'uso esistente, che può essere mutata in ostelli per la gioventù e i posti tappa escursionistici, cosiddetti "dortoirs", in modo da salvaguardare le offerte alberghiere esistenti.

L'articolo 4 introduce la clausola di Invarianza finanziaria e l'articolo 5 richiama la dichiarazione d'urgenza.

Presidente - Grazie consigliere Cretier, che era relatore per la V, e consigliere Jordan per la III. A questo punto apriamo la discussione generale, la discussione generale è aperta. Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Chiedo la possibilità di avere una breve sospensione per un confronto con le forze di minoranza.

Presidente - Facciamo una breve sospensione.

La seduta è sospesa dalle ore 15:12 alle ore 15:29.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo. Qualche comunicazione, consigliere Restano? No. Possiamo andare avanti con la discussione generale. La discussione generale è aperta riferita al disegno di legge n. 90. Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Motivo anche la sospensione che è stata disposta e organizzata proprio per poter trovare una condivisione corale e avere un confronto costruttivo, benché tra forze politiche anche molto diverse, ma poiché con questo disegno di legge si tratta un tema tecnico, c'è molta componente tecnica in questo disegno di legge, cosa che, tra l'altro, ci fa capire una certa ratio, ma ci fa anche condividere una certa ratio, tant'è che in Commissione noi, come gruppo Lega, non ci siamo opposti fondamentalmente perché il percorso di approfondimento in Commissione è stato un percorso accompagnato anche da una condivisione di visioni, nel senso che da parte nostra abbiamo esposto tutta una serie di intendimenti, che, a nostro parere, erano fondamentali per poter far sì che questo disegno di legge potesse essere una risposta a un mondo imprenditoriale, non a un settore disciplinatorio, non a chi ha il compito di verificare la rispondenza delle norme, ma una risposta al mondo imprenditoriale.

Noi chiedevamo anche un'estensione: visto che il cuore pulsante, l'argomento del disegno di legge è la disciplina dei centri benessere in relazione alle attività turistico-ricettive, noi avevamo chiesto in Commissione, facendo seguito ad altre iniziative già proposte in aula, di poter estendere la possibilità di applicazione dell'articolo 90ter della 11, che prevede l'incremento volumetrico se finalizzato alla costruzione e alla realizzazione di centri benessere, anche alle case e appartamenti per vacanze.

Noi avevamo chiesto anche una particolare attenzione per l'attività residenziale annessa in mixité con l'attività turistico-ricettiva, non per un discorso di visioni indirizzate al condhotel, che non ci trova minimamente in allineamento, cioè questa commistione tra l'attività turistico-ricettiva e una normale banale attività residenziale, come se gli imprenditori del settore non fossero capaci a far sufficientemente impresa o condurre la propria attività imprenditoriale e debbano far ricorso a un'attività residenziale pura, ma l'attività residenziale è funzionale invece all'attività alberghiera, parliamo, ad esempio, della possibilità di poter consentire la realizzazione di destinazioni residenziali per il personale che opera e che lavora all'interno delle attività alberghiere, in modo tale che non ci sia semplicemente una cessione d'uso di una camera da letto, ma ci sia la possibilità di accogliere anche un nucleo familiare. Questa è una visione politica, è una visione imprenditoriale, è una visione di territorio, una visione di quale tipo di tenore e che tipo di livello di imprenditoria è negli intendimenti del Governo. Tutto questo ha avuto comunque una risposta che noi riteniamo importante e che sappiamo, per onestà intellettuale, riconoscere. La risposta da parte dell'Assessore competente è: "abbiamo in elaborazione un testo che andrà a sviluppare e a sviscerare questi argomenti", ed è fondamentalmente questo il testo che noi aspettiamo in aula e su cui esprimeremo la nostra posizione, anzi, in realtà lo aspettiamo in Commissione ovviamente, anche perché il lavoro di Commissione noi sinceramente lo prendiamo sul serio, lo prendiamo come un lavoro in cui ci si scambiano le opinioni, ci si scambiano le visioni, ci si scambiano le informazioni, si eseguono gli approfondimenti necessari e, quando i giochi sono fatti, a bocce ferme ci si esprime.

A questo proposito, per pura correttezza, per completezza e anche per onestà, noi riconosciamo il fatto che noi ci siamo espressi in Commissione alla fine di un breve percorso di approfondimento e oggi però ci troviamo a esprimerci su un testo che è stato modificato da emendamenti che ci sono pervenuti stamattina. Tra l'altro, sono cinque emendamenti che vanno a cambiare l'assetto di un disegno di legge, che già non è composto da un numero infinito di articoli, è estremamente modesto, quindi cinque emendamenti incidono in maniera significativa sull'assetto sostanziale della legge. Oltretutto due di questi cinque emendamenti sono emendamenti particolarmente pesanti relativi all'estensione del periodo di vincolo di destinazione da cinque a dieci anni.

Allora noi riteniamo che in quest'ambito, in questa cornice la nostra disponibilità a condividere una visione di questo tipo, contenuta nel DDL 90, viene meno e ci rendiamo conto che ci troviamo oggi a esprimerci su un testo diverso da quello su cui noi abbiamo affrontato un approfondimento in Commissione ed espresso un nostro parere, un parere, che, tra l'altro, con tutta sincerità è passato dal buco della serratura perché non ci ha trovati già in Commissione particolarmente entusiasti, però riconoscendo la necessità di un percorso normativo, tra l'altro, un atto quasi dovuto che poteva tranquillamente, da un punto di vista dei contenuti, svolgersi attraverso una deliberazione della Giunta, ma, dal punto di vista formale, siccome si modifica un articolo di legge, è ovvio che deve esserci il passaggio in Consiglio.

Ribadiamo che, dal punto di vista della tecnica legislativa, questo fatto di avere un lavoro di Commissione, svolgere un lavoro di Commissione, di scambiarci reciprocamente dei desiderata, quindi di contribuire alla possibilità di creare un disegno di legge che sia rappresentativo di un lavoro di Commissione noi non lo riconosciamo, noi riconosciamo invece una tecnica legislativa che in qualche modo va a confliggere con queste nostre aspettative.

Noi non boicottiamo questo disegno di legge, anzi, auguriamo al Governo di lavorare bene, ma soprattutto rilanciamo l'appuntamento a quell'altro provvedimento legislativo che dovrebbe avere un respiro più ampio, una visione politica, proprio un tema politico, di dialogo nei confronti del mondo dell'imprenditoria, ricordando - e questo è estremamente importante, questa è la nostra posizione - che il mondo dell'imprenditoria segue delle regole che non sono soltanto il mero profitto, ma sono una sorta di espressione del rapporto di benefici-costi.

Andare quindi a disciplinare il dimensionamento... fino a cui è ammesso un ampliamento per la realizzazione di uno spazio a uso benessere e spazio di centro benessere a una certa percentuale piuttosto che a un'altra, è chiaro che è un esercizio normativo che deve essere fatto da un punto di vista di chi rilascia autorizzazioni e verifica la corrispondenza. Noi stessi come tecnici - mi rivolgo ai miei colleghi architetti - quando ci troviamo a progettare, facciamo ovviamente riferimento a un assetto normativo e dimensionale, però ricordiamo - e lo vogliamo ricordare proprio pro-futuro - che il mondo dell'imprenditoria lavora su altre percentuali, che sono le percentuali della sostenibilità economica di un intervento. A nessun imprenditore, sapendo di avere la possibilità di realizzare una certa percentuale, anche al di sopra dei limiti imposti, eventualmente pensati non tanto da un legislatore quanto da un funzionario, passa per la testa di dire: "bene, se posso realizzare un ampliamento di dimensioni indefinite, io faccio qualcosa di gigantesco". A nessuno, perché poi va mantenuto, va creato, va costruito, va pagato, va riscaldato, va climatizzato. Questi sono tutti elementi che costruiscono la salute della nostra classe imprenditoriale e noi crediamo in questo. La normativa deve dare delle indicazioni, non deve porre dei recinti e soprattutto non è in quest'aula che noi ci esprimiamo sui recinti e costruiamo i recinti. In quest'aula, e anche nel vostro, nel suo ruolo in particolare, mi rivolgo all'Assessore al turismo... lei - è vero - svolge un ruolo esecutivo, mentre il Consiglio svolge un ruolo legislativo e l'esecutore è colui che mette in pratica, un ruolo un po' più meccanico sotto certi punti di vista, ma è chiaro ed è del tutto evidente che non è totalmente assente la visione politica, il ruolo politico, l'impegno politico, è estremamente importante che sia lei a decidere e non il funzionario o il dirigente, ovviamente con tutto il rispetto per il lavoro che svolgono, ma giustamente loro hanno una visione, un'ottica, un punto di vista, è il punto di vista del politico di cui ha bisogno soprattutto una classe che noi qui rappresentiamo come eletti esattamente anche da questo mondo.

Esprimo quindi, a nome del mio gruppo, l'astensione augurando veramente di cuore il miglior lavoro possibile per l'edizione di quell'altro dispositivo legislativo che speriamo di ricevere in Commissione quanto prima e sul quale speriamo di poter costruire veramente un sano e costruttivo dibattito.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Partiamo invece dall'idea che il nostro gruppo già in Commissione si era astenuto rispetto a questo disegno di legge, un po' per alcune motivazioni che ha espresso anche il collega Distort, naturalmente però non sono le stesse le motivazioni perché, molto probabilmente, ci si aspettava anche di più che questa norma fosse votata da noi rispetto ai colleghi che stanno di fronte a me, però basta rileggersi i verbali di Commissione per capire che questa norma è l'ennesima toppa, che non vi è visione, e cercherò di specificare le motivazioni di queste mie osservazioni. Intanto si cerca e si sostiene anche durante le audizioni in Commissione che questa norma nasce perché vi sono state speculazioni e sicuramente questa norma, sotto questo punto di vista, può mettere in qualche modo al riparo rispetto a quest'adozione a volte un po' diversa della norma rispetto a come era stata pensata Se noi leggiamo quindi proprio l'assessore Grosjacques diceva: "l'obiettivo è di arginare in qualche modo un uso improprio della norma ", quindi, sotto questo punto di vista, condividiamo che alcuni articoli vanno proprio nel senso prospettato dall'Assessore. Dall'altra parte però il 21 marzo, quando siamo stati in Commissione, il collega Marguerettaz aveva fatto tutta una serie di osservazioni proprio per ampliare la norma, per cercare di dare più ampio respiro a questa norma e, come dicevo, invece si è deciso di limitare il testo solo a questa parte.

La cosa interessante uscita dalle domande del consigliere Marguerettaz è stata che, rispetto alla norma che oggi andiamo a votare, i numeri non erano così certi, tant'è che i numeri che ha dato anche il consigliere Cretier, cioè quelli delle 161 autorizzazioni e dei 102 pareri detti dall'assessore Grosjacques, non ci danno però l'entità del fenomeno, perché, come è stato detto chiaramente dalle strutture competenti, rispetto al monitoraggio di questa misura, non sappiamo se gli aumenti volumetrici sono stati del 20, del 30 o del 40 percento e non abbiamo nemmeno contezza quindi di quanto questi abbiano influito, a differenza, ad esempio, della legge casa, dove, grazie ai dati avuti dall'Assessorato, sappiamo che, ad esempio, il Comune di Courmayeur aumenta in questi anni di 100.000 metri cubi per quello che riguarda l'edilizia residenziale. Rispetto agli articoli 90bis e 90ter, questa contezza volumetrica non ce l'abbiamo. Ecco quindi che noi stiamo anche ragionando rispetto a dei volumi di cui non siamo a conoscenza e poi quello che ci lascia perplesse e che invece vede grandemente favorevole chi mi ha preceduto è proprio quello che si dice: "iniziamo a fare questa norma", ma si è già attivato un Tavolo: "che ne pensa rispetto a una nuova?," che andava proprio a inserirsi rispetto invece alle strutture turistico-ricettive non più utilizzate se non ricordo male, poi l'assessore Grosjacques magari ci dirà meglio che cosa sta facendo il Tavolo. Quello che ci lasciava perplesse, oltre a tutte queste considerazioni che ho fatto, è che vi era anche il vincolo dei 5 anni, che, a differenza del collega Distort, noi vedevamo come limitativo. Bene quindi l'emendamento che lo porta invece a dieci anni, per noi risulta ancora insufficiente ma comunque è meglio dei 5 anni previsti dall'Assessore che l'ha preceduta, dopodiché bene anche il riutilizzo del patrimonio esistente invece per quello che riguarda i dortoirs.

Un'altra considerazione che ci sentiamo di fare è che si continua un po' in una logica di sottrazione delle competenze urbanistica ai Comuni e l'ho esplicitato meglio per quello che riguarda il piano casa, sicuramente la stessa cosa può valere rispetto a questa norma, perché credo che poi i diretti interessati di tutte queste norme siano proprio i Comuni, che poi dalla loro parte devono garantire i servizi, devono garantire l'acquedotto, devono garantire tutto ciò che sta sul loro territorio. Sotto questo punto di vista, quindi credo che in qualche modo, visto che si andava a toccare la norma di riferimento, ci si poteva aspettare anche qualcosa di più proprio per evitare quello che è sotto gli occhi di tutti. Noi quindi, come in Commissione, non voteremo la norma e credo di aver esplicitato le motivazioni.

Presidente - Consigliere Marquis a lei la parola.

Marquis (FI) - Ho ascoltato e condiviso le preoccupazioni che sono state espresse già dai due colleghi dell'opposizione che sono intervenuti riguardo a questo disegno di legge, un provvedimento che nasce con una motivazione sostanzialmente di adeguamento tecnico, di fare una revisione, dopo dieci anni, di applicazione di una norma, quindi mettere a beneficio le esperienze e apportare dei correttivi laddove se ne rende la necessità.

A questo proposito mi stupisce un po' il metodo che è stato utilizzato per portare avanti questo provvedimento, nel senso che anche nelle audizioni in modo chiaro si è detto: "dobbiamo correggere delle situazioni perché ci sono state delle speculazioni". Questo è un termine che è stato definito in modo molto chiaro. Dopodiché il collega è intervenuto e ha detto: "Possiamo sapere sostanzialmente - adesso la faccio semplice - rispetto a queste speculazioni di cosa si tratta? Sono speculazioni dell'1 percento, del 2 percento, ampliamenti del 40 percento? La risposta non la sappiamo. Allora la domanda sorge spontanea: come si fa a correggere una situazione senza conoscere lo stato di fatto? Questo desta un pochettino di preoccupazione, perché non basta dire: "ci sono state 160 richieste di ampliamento che vanno in una certa direzione e quindi siamo molto preoccupati, bisogna fermare tutto perché diversamente si rischia di andare fuori strada nell'applicazione di questo provvedimento". Questo mi rendo conto che non c'è scritto sulla legge che la Regione deve segnarsi di quanto è l'ampliamento, ma io dico: un minimo di buon senso, cioè se noi qui a livello legislativo scriviamo su una legge che concediamo degli ampliamenti fino al 40 percento, ed è stato anche discusso quest'approccio, perché magari si è detto: facciamo 30, facciamolo 20, no, è stato scelto il 40... sapevamo anche che un giorno avremmo dovuto verificare questa situazione, ma nessuno si preoccupa, quando si danno le autorizzazioni, di prendere nota su un foglietto: "quant'è la percentuale di ampliamento che viene concessa in questo caso?". Il problema è sempre lo stesso, ci troviamo sempre più spesso a metter mano a delle leggi guardandoci tra di noi e a dire: "qual è la situazione allo stato di fatto? ", non la sappiamo. Forse questo incide anche sulla qualità dei provvedimenti legislativi e questa è magari anche una ragione per cui spesso e volentieri bisogna correre, mettere delle toppe, delle pezze su delle iniziative, lavorando anche poi sotto il profilo qualitativo non sempre al meglio e soprattutto non rispondendo alle esigenze dei cittadini.

Si parla spesso di speculazione, ma il più delle volte un operatore economico o un'impresa non si diverte a spendere dei soldi per fare degli ampliamenti, perché sappiamo oggi quanto è pesante questo tipo di attività; sono delle persone che magari si trovano in obbligo a fare un adeguamento della propria struttura perché sennò perde di competitività e quindi magari per una struttura già di una certa rilevanza hanno fatto dei grossi investimenti, sacrifici per tutta la vita con la famiglia e si trovano a dire: "cosa facciamo adesso? O ci ammoderniamo o spariamo dal mercato", quindi dobbiamo inventarci qualcosa, dobbiamo cercare nell'ambito dell'immobile di trovare delle soluzioni per offrire nuovi servizi, un piccolo ampliamento, mettere in atto degli accorgimenti che possano garantire la sostenibilità, perché la sostenibilità economica non è corrispondenza di speculazione, sono due concetti molto diversi.

Noi, come gruppo politico, gruppo di Forza Italia, abbiamo una visione che l'impresa deve essere al centro, deve essere il motore del rilancio dell'economia, quindi siamo molto preoccupati su ogni iniziativa che tendenzialmente va nella direzione di non considerare, con la giusta attenzione, l'approccio imprenditoriale. Faccio solo un piccolo esempio: relativamente all'articolo 90ter - è stato sottolineato dal collega Distort che è intervenuto prima di me - è stato chiesto: "ma perché non si inseriscono anche le case vacanza in questa possibilità?". Risposta: "lo faremo in un altro provvedimento". Lo faremo, domani mattina, magari, c'è un titolare in una casa vacanza che avrebbe voluto iniziare la sua attività e fare questo piccolo intervento per potenziare la sua offerta turistica e nel frattempo noi lo faremo, demandiamo, abbiamo bloccato l'economia, poi dopo ci stupiamo se non teniamo il ritmo delle altre Regioni del Nord Italia e il nostro PIL non cresce nella misura in cui cresce quello degli altri. Secondo me, mettiamo mille lacci e lacciuoli anche senza rendercene conto, che hanno un'incidenza nel quotidiano della vita della nostra comunità, quindi questo dire: "lo mettiamo poi in un'altra legge, facciamo poi un'altra legge", il procedere a livello frammentato, a livello legislativo porta oltretutto a creare dei conflitti tra una legge e l'altra. Spesso e volentieri si vede, è uscito anche l'altro giorno parlando sulle locazioni turistiche che, con tutta la miriade di leggi che abbiamo in questo settore, diventa anche difficile vedere poi la coerenza tra una e l'altra, ci sono poi dei punti di conflittualità che necessitano di ulteriori interventi. Pertanto c'è l'esigenza di non creare degli ulteriori provvedimenti, bisognerebbe prendere un provvedimento quadro, una legge quadro, che metta tutto insieme per definire qual è il funzionamento di questo sistema, del sistema turistico. È inutile che noi abbiamo sei-sette leggi. Ho già avuto modo di dire in altre volte che sono intervenuto che le altre Regioni negli ultimi quattro-cinque anni hanno tutte fatto una legge quadro sul turismo. Noi continuiamo a creare delle nuove leggi, che, una con l'altra, presentano dei problemi.

Sotto il profilo tecnico, non stiamo qui a fare delle considerazioni sugli articoli, sono cinque articoli, però fa anche specie che siano stati presentati cinque emendamenti su cinque articoli dallo stesso Governo; in genere gli emendamenti vengono presentati dall'opposizione, sono anche degli emendamenti che non riguardano dei refusi, alcuni di questi che sono stati individuati sono degli emendamenti di natura politica, perché di passare con il vincolo da cinque a dieci anni poteva essere già deciso al momento che si è scaricato il disegno di legge, quindi questo sta a significare che forse non si è pensato a sufficienza prima, però quando non si pensa a sufficienza prima, si rischia di fare dei provvedimenti che poi nascono zoppi, perché non sempre, quando si cerca di mettere delle toppe, si riesce a dare la soluzione al problema in tutti i suoi aspetti.

Sotto il profilo tecnico, quindi non entriamo nelle singole cose che sono state corrette perché non abbiamo gli elementi neanche per poter fare la valutazione, perché, se questi ampliamenti fossero stati dell'1 percento, non avrebbe senso tutto quello che stiamo dicendo; se fossero stati del 40 percento tutti gli ampliamenti, magari allora saremmo persino in ritardo ad affrontare la questione. Gli elementi quindi non ci sono, pertanto la nostra posizione - nell'attesa che venga scaricato quest'ulteriore provvedimento sul quale daremo tutta la nostra disponibilità a lavorare con la dovuta attenzione - è quella dell'astensione.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche brevissima considerazione, più di ordine politico. Penso che il relatore Cretier abbia sintetizzato molto qual è l'obiettivo di questo disegno di legge. Io sintetizzerei il tutto in due parole: l'obiettivo è fare ordine. Fare ordine vuol dire che a monte ci sono state delle criticità - come sono state messe in evidenza durante la discussione in Commissione - e, quando ci sono delle criticità, bisogna avere la capacità e la forza di trovare le migliori soluzioni.

Partirei dal fondo, legato agli emendamenti che l'assessore Grosjacques, insieme ai membri di maggioranza delle Commissioni III e IV, ha sottoscritto. Gli emendamenti sono principalmente due, perché poi - collega Marquis, non so se ha avuto modo di vederli - il primo è stato praticamente messo in evidenza dall'Assessore il giorno in cui è stato trasmesso il disegno di legge, che è la data, quindi uno è legato alla data del 30 giugno del 2023; il secondo invece - non so se il collega Marquis ha avuto modo di approfondire - è proprio la tematica forse la più importante: quella del CELVA, che ci consiglia di prevedere una durata pari a dieci anni, come maggioranza riteniamo importante inserire questa modifica: che ci sia un vincolo di destinazione di dieci anni. Principalmente quindi possiamo sintetizzare affermando che gli emendamenti presentati sono legati al vincolo di destinazione. Questa è la prima considerazione.

La seconda considerazione, che il collega Cretier ha messo in evidenza molto bene: noi pensiamo che ci sia la necessità di recuperare l'enorme patrimonio presente nel territorio valdostano e in molti Comuni che vedono il proprio territorio incrociare tutta una serie di... Cosa vuol dire? Questo è un obiettivo per noi fondamentale e importante e questa modifica si ritrova nei cinque articoli, quindi si va nella direzione: "perché ci crediamo, nel recuperare e ristrutturare il patrimonio esistente".

Terzo pilastro di questo disegno di legge e come pilastro lo dividerei in tre: il primo: c'è la possibilità di recuperare i fabbricati esistenti; il secondo è contenere il consumo del suolo che dicevo poc'anzi e il terzo è dare dei servizi territoriali diversi a costi differenziati e a clientele che non cercano i servizi alberghieri.

Tutto questo abbiamo voluto codificarlo in legge perché c'erano delle criticità a monte e anche per chi ci ascolta noi pensiamo sia utile fare un po' di chiarezza, perché, tra le due posizioni estreme che sono state messe in evidenza, i colleghi della Lega avevano votato il provvedimento, che è uguale a quello che stiamo affrontando adesso in aula, identico tranne il vincolo, che passa da 5 a 10 anni, tutto il resto è identico, ma c'è un passaggio fondamentale, perché ho sentito da parte invece dei colleghi di Estrema Sinistra che qui parliamo di speculazioni. No, collega Guichardaz, qual è l'obiettivo? È fare ordine, quindi il legislatore oggi si trova nella condizione di riscrivere le regole del gioco. E come le abbiamo riscritte? Come il collega Grosjacques ce le ha presentate in Commissione e, abbiamo avuto modo anche di approfondirlo, in tre maniere, praticamente: "...Fissa un rapporto tra le superfici da destinare a centro benessere e le superfici di servizio delle strutture ricettive" - questo è il primo parametro - "In modo da sostenere la prevalenza dell'attività ricettiva rispetto al centro benessere". Cosa vuol dire? Che la parte più produttiva, che è quella ricettiva, deve essere più importante, più grande e più robusta rispetto a un servizio al ricettivo; la seconda è che "È necessario introdurre un vincolo di destinazione d'uso per le strutture che beneficiano degli incrementi". Il legislatore dice: "Ti creo le condizioni per poter beneficiare di questi incrementi ma t'inserisco un vincolo, un vincolo che oggi viene rafforzato a seguito dell'emendamento che è stato presentato".

Poi questa è visione assolutamente... capiamo perfettamente, ci sono probabilmente tre visioni all'interno di questo Consiglio: quella più liberista, quella più... secondo qualcuno è stato messo in evidenza che non stiamo facendo ordine, sembra che invece stiamo non solo facendo ordine, ma stiamo normando dove probabilmente la partita era critica e c'è la terza proposta, che è la nostra, che cerca - non pensiamo di essere assolutamente i detentori della verità, nella maniera più totale - di far conciliare quello che... chi sta investendo nel patrimonio già esistente... ma che possa permettere nello stesso tempo di poter creare delle condizioni buone, per non dire ottime, per dare dei servizi agli ospiti e alla nuova clientela in una maniera differenziata.

Questa è la sintesi che abbiamo fatto, cercando di contemperare quello che, da una parte, è il controllo, ma nello stesso tempo anche la possibilità di poter a quel punto investire e cercare a misura d'uomo di fare degli interventi sull'esistente; dall'altra parte avere anche un controllo legato a un vincolo, perché è un incremento che fai nel momento in cui tu decidi di fare una certa ristrutturazione.

Gli emendamenti si traducono numericamente in cinque e li sintetizzo: praticamente il pilastro principale legato agli emendamenti è prettamente uno: noi portiamo il vincolo nel momento in cui tu vai a incrementare, quindi a beneficiare degli incrementi, il vincolo di destinazione dovrà rimanere così collegato alla tua struttura ricettiva per 10 anni, questo è lo spirito con cui abbiamo elaborato, confezionato e poi noi diciamo - i sottoscrittori degli emendamenti - migliorato il testo andando a inserire i 10 anni di vincolo.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz per secondo intervento.

Guichardaz E. (PCP) - Alla luce di quanto ha detto il consigliere Chatrian, vorrei esplicitare meglio le mie considerazioni, perché lui è un tecnico, quindi evidentemente se lui le ha comprese male, può essere che le abbiano comprese male anche altri.

Quando parlavo di speculazioni, stavo riportando quanto è emerso nei verbali dell'audizione, cioè nei verbali dell'audizione c'è scritto che, rispetto al comma 2quater, l'obiettivo è di arginare in qualche modo un uso improprio della norma.

In un altro passaggio: "la modifica si rende necessaria proprio perché sono state riscontrate alcune difformità nell'applicazione di quest'articolo e quindi, a partire dalla data, non sarà più consentito l'utilizzo di questo 40 percento di ampliamento previsto dall'articolo 90bis" e poi si dice: "la norma, come sempre, è una norma che probabilmente ha dato la possibilità di fare delle speculazioni".

Queste osservazioni le trovate nel verbale di audizione. Io quindi non ho fatto altro che riportare quanto c'era in quei verbali. Dopodiché sì, si sta facendo ordine, ma non si sa qual è il disordine, perché, ripeto, a oggi nemmeno il consigliere Chatrian sa dirci con precisione quanti sono stati gli aumenti del 40 percento, quelli del 30 o quelli del 20 e di che entità volumetriche stiamo parlando.

Si sta quindi facendo ordine senza sapere qual è il disordine. Sinceramente mi chiedo e voglio capire se... forse, se vogliamo fare ordine, non possiamo farlo dove sappiamo dov'è il disordine e l'ho appena detto prima: 100 mila metri cubi in più a Courmayeur sul piano casa!

Se proprio vogliamo fare dell'ordine, quindi forse partiamo da dove conosciamo benissimo i dati del disordine.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort per secondo intervento.

Distort (LEGA VDA) - Vorrei solo ricordare che stiamo parlando del disegno di legge 90 e non della legge casa. Questo lo dico perché la legge casa io ho promesso che l'avrei difesa strenuamente, perché riconosco l'elemento positivo della legge casa e quindi io mantengo la parola. Sono altre le deformazioni che generano i problemi relativi all'esecuzione di adempimenti di uno strumento di legge assolutamente virtuoso.

Vorrei soltanto rispondere al collega Chatrian, presidente della III Commissione, in cui abbiamo svolto, per quanto di nostra competenza, un lavoro di approfondimento e poi espresso un parere.

Innanzitutto io capisco il ruolo delle parti, quindi è giusto che lei difenda la posizione del Governo e la difenda con tutti i metodi, compresi anche una sorta di sano dibattito e di sana competitività con le varie forze politiche e le varie posizioni che emergono in aula. Io questo glielo riconosco, glielo riconosco in termini sportivi, però cerchiamo di non fare in modo che il gioco dei ruoli diventi un gioco delle tre carte, nel senso che pensare e dire che noi, gruppo Lega, abbiamo espresso un parere positivo in Commissione su un provvedimento che è esattamente identico a quello di oggi... non è così, poi se lei lo vede in questo modo, io rispetto la sua posizione perché rispetto lei, però non è così. Non è così per due elementi fondamentali: il primo è il fatto che nel momento in cui si passa la durata di un vincolo da cinque anni a dieci anni, vuol dire raddoppiare la durata del vincolo, quindi è qualcosa di sostanziale, permettetemi.

L'assessore Grosjacques poi potrà dare tutte le spiegazioni e io ascolterò in religioso silenzio e, quando io dico "religioso", lei, assessore, sa a che cosa mi rivolgo, però effettivamente la differenza che si è posta sull'impostazione, sull'architettura del DDL con questo emendamento che raddoppia la durata è innegabile che sia un fatto sostanziale, cambia notevolmente il contenuto, anche perché noi sappiamo che il vincolo di destinazione diventa estremamente importante, già il vincolo di destinazione di 15 anni all'interno di un'attività ricettiva è significativo, ma fino a un certo punto, perché poi sappiamo benissimo che la durata minima del vincolo è di 15 anni, però si conteggia anche il tempo di restituzione del finanziamento regionale eventualmente percepito.

Di conseguenza, se la durata del piano di restituzione è di 20 anni, o 25, è chiaro che questo vincolo si amplia della durata, ma fa parte della legge del mercato, l'imprenditore lo sa a priori, però nel momento in cui noi realizziamo delle strutture funzionali a un'attività, lì la situazione, a nostro parere, quello per cui chiediamo ulteriore attenzione, non dico oggi, perché ormai oggi si vota o a favore, o contro, o in astensione a questo disegno di legge, ma è importante pensare che, nel momento in cui il vincolo si pone per delle opere pertinenziali, per delle opere funzionali, per delle opere strumentali a un'attività principale, noi sappiamo che questo va declinato in rapporto ai cambiamenti del mercato.

Oggi è strarichiesta la destinazione a centro benessere, ma noi sappiamo perfettamente, chi opera nel settore sa perfettamente con quale velocità cambiano le esigenze, quindi il pensare di poter avere degli strumenti... che il nostro mondo imprenditoriale possa disporre di strumenti che garantiscano un'elasticità dal punto di vista imprenditoriale è una scelta politica ed è una scelta virtuosa.

Questo pertanto, mi permetta, Assessore, - e lo dico anche in risposta al collega Chatrian - è un elemento estremamente importante e, dal nostro punto di vista, noi sottolineiamo e puntiamo l'attenzione su questo.

Non lo diciamo quindi con senso polemico, tutt'altro, è semplicemente un discorso chiaro e intellettualmente onesto tra parti che vogliono dare il proprio contributo e spiegare le ragioni delle proprie posizioni e delle proprie scelte.

L'altro elemento è un elemento puramente formale, che potrebbe non essere così rilevante, forse viene capito fondamentalmente tra di noi; non è un messaggio con il quale noi comunichiamo al mondo imprenditoriale, però è un messaggio importante perché la forma è sostanza, l'abbiamo detto più volte, quindi noi non riconosciamo corretto e non ci riconosciamo, non consideriamo una soluzione valida, una soluzione che rispettiamo, un meccanismo di tecnica legislativa secondo cui in Commissione viene esaminato un testo e poi il giorno stesso in cui questo testo approda in aula lo stesso organismo che concepisce il DDL propone degli autoemendamenti, andando a modificare di propria sponte i contenuti del DDL.

Un aspetto formale quindi sotto questo punto di vista ma soprattutto questo aspetto sostanziale relativo alla durata. Questo volevo precisare per opportuna chiarezza e per la costruttività del dialogo in cui io e, come immagino, ognuno di noi crediamo in quest'aula.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Vorrei fare due considerazioni e due riflessioni all'Aula in merito a questo disegno di legge e soprattutto partire dal ricordare a me stesso che la Valle d'Aosta è stata divisa in sette aree turistiche, questo a seconda delle predisposizioni di un'area piuttosto che l'altra, perché effettivamente in Valle d'Aosta fare il Sindaco - un altro attore protagonista di questa norma - a Courmayeur è cosa diversa che fare il Sindaco a Valpelline dal punto di vista della gestione turistica, così come è diverso fare l'imprenditore turistico a Courmayeur piuttosto che a Valpelline.

Perché faccio questo confronto e quest'affermazione? Perché forse, a seconda dei piani turistici e degli studi che sono stati fatti, il trasformare una parte della propria attività in zona benessere a Valpelline ha un significato diverso che farlo a Courmayeur o a Brusson. Nella consapevolezza che questa legge è un'opportunità per dare delle risposte concrete e per iniziare a guardare avanti rispetto a delle esigenze del territorio, ritengo che possa essere l'occasione per iniziare un ragionamento più profondo e maggiormente indirizzato verso le esigenze dei territori e dei Comuni e, soprattutto, di chi si pone l'obiettivo - come penso sia obiettivo comune da parte di tutti, come detto dal collega Chatrian - di recuperare un patrimonio immobiliare, valorizzare il territorio ma soprattutto di poter fare degli investimenti mirati che- e qui lo voglio dire ad alta voce -a chi fa un investimento in un piccolo Comune, che è più teso alla passione e all'attaccamento al territorio, permettono di riuscire a trasformare questo investimento in un'impresa che porti un minimo di redditività, perché ricordo quello che ho già affermato in quest'aula: tante volte fare l'imprenditore turistico in un piccolo Comune vuol dire per 80-100 giorni fare l'imprenditore, per il resto dell'anno rendere un servizio al territorio, quindi si fa fatica a galleggiare.

Allora se è necessario fare una zona benessere più grossa rispetto ai parametri che proponiamo oggi, per me ben venga, l'importante è che si continui a dare il servizio e che le imprese rimangano in piedi. Questo è l'auspicio che voglio portare avanti: è che si inizi una riflessione un poco più profonda, e guardo l'Assessore interessato. Da qua dobbiamo partire oggi, al di là della posizione di ognuno di noi, abbiamo un percorso definiamolo virtuoso rispetto a quelle che possono essere le prospettive future enunciate dai colleghi che mi hanno preceduto nei confronti del turismo.

Presidente - Siamo in discussione generale del D.L. 90, chi vuole intervenire... Se non vedo richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo replica l'assessore Grosjacques.

Grosjacques (UV) - Io, nonostante l'annunciato voto di astensione dei colleghi della Lega, voglio comunque ringraziare il collega Distort e i colleghi dell'opposizione per il dibattito, anche acceso ma molto tecnico, che c'è stato nelle due Commissioni congiunte, quindi sicuramente è stato arricchente e ha portato in ogni caso il Governo a fare delle considerazioni non tanto su questo disegno di legge quanto su quello che imbastiremo per dare delle risposte che sono state chieste in Commissione.

Io vorrei intanto partire da una considerazione: io ho illustrato in Commissione, a nome del Governo e della maggioranza, il disegno di legge e non ho mai parlato di speculazioni, ho parlato di situazioni anomale. Credo però che si stia facendo un po' di confusione su questo disegno di legge, perché qui non stiamo precludendo agli imprenditori la possibilità di ampliare le loro attività con le stesse destinazioni d'uso e nello stesso tempo costruire dei centri benessere, ma stiamo mettendo delle regole perché nei 263 pareri che sono stati citati dal collega Cretier nella sua relazione si sono verificate delle anomalie. Qui quindi non viene messo uno stop, viene semplicemente messa una parola di fine a quei cambi di destinazione d'uso in diminuzione delle attività turistico-ricettive per le quali hanno fatto seguito delle richieste di ampliamento sempre per attività turistico-ricettive.

Le due cose quindi sono molto diverse e mi meraviglia che il collega Marquis, che è un tecnico del settore di cui conosco la competenza, abbia un po' mescolato due disegni di legge che tra loro non sono attinenti, nel senso che qui parliamo di una limitazione a partire dal 30 giugno. Questo è il primo dei due emendamenti che peraltro avevo annunciato in sede d'illustrazione del disegno di legge proprio perché, siccome questa è una legge di novellazione della legge n. 11/1998, abbiamo l'obbligo di stabilire una data di decorrenza di questa legge, perché altrimenti, se non lo avessimo fatto, la data di decorrenza sarebbe stata quella della legge n. 11/1998, per cui non c'è bisogno che io spieghi che la legge non può essere retroattiva, quindi questo 30 di giugno è una data, chiamiamola così, obbligatoria, che peraltro avevo annunciato in Commissione.

Per quel che riguarda il secondo emendamento... perché poi si tratta di due emendamenti di sostanza e tre emendamenti di forma, quindi i due emendamenti di sostanza: uno è quello della data, l'altro è quello relativo al vincolo. Ho sentito dire che limitiamo il potere e le competenze degli Enti locali, ma ci tornerò.

Per quel che riguarda i dieci anni, lei, collega Distort, ha correttamente parlato di vincoli quindicennali, io le ricordo - ma lei sarà sicuramente tra quelli in quest'aula che conoscono perfettamente la norma - che il piano territoriale paesistico, pur non essendo mai su questo punto stato applicato in pieno, parla di vincoli almeno ventennali per le strutture che beneficiano di ampliamenti volumetrici o di contributi per la loro realizzazione.

I dieci anni che abbiamo, come maggioranza, deciso di proporre oggi a quest'Aula e che sono stati oggetto dei rilievi dei colleghi quindi riteniamo che siano un'impostazione corretta per coloro che da oggi in poi beneficeranno di questi aumenti volumetrici nel rispetto delle regole dell'articolo 90bis per quel che riguarda gli aumenti dei posti letto e per quel che riguarda il 90ter relativamente alla costruzione di centri benessere, centri benessere che oggi vedono imposta una limitazione della loro capacità costruttiva, perché nell'articolo 90ter non vi erano limiti relativamente alle superfici e anche questo ha dato nel tempo qualche problema all'atto dei controlli sull'applicazione di questa misura: 50 percento che diventa 40 percento nelle RTA, perché siccome le RTA al loro interno hanno anche degli spazi legati alle cucine e comunque non riferibili esclusivamente ai posti letto, questo tetto viene diminuito al 40 percento. Sull'extralberghiero, quindi sulla richiesta - ma il collega Distort ha fatto la domanda e si è dato la risposta, rispondo al collega Marquis - stiamo lavorando per la modifica della legge 11/1996 sull'extra alberghiero all'interno del quale, come le avevo già detto in Commissione, lavoreremo anche sull'applicazione della normativa sui centri benessere anche per gli extra alberghieri.

Sul testo unico personalmente sono d'accordo con il collega Marquis, c'è necessità di un riordino di queste norme, ma oggi questa norma era necessaria proprio perché bisognava regolamentare in modo puntuale questa materia che negli anni è stata molto utilizzata, ma che ovviamente, come tutte le norme, ha avuto qualche piccolo incidente di percorso, io lo chiamo così.

Per scrivere questa norma credo, ma ne sono convinto, che non sia necessario sapere se le trasgressioni sono state di volume importante o di volume minimo, qui noi mettiamo un limite e da qui in poi mettiamo delle regole che impediscano questo tipo di trasgressioni. Se vogliamo fare dei ragionamenti sui volumi che sono stati utilizzati per gli ampliamenti, io mi sento di dire che non è questa la sede, perché non è questo il disegno di legge che tratta questa materia. Questa materia quindi non parla di ampliamenti o di limiti agli ampliamenti, parla della correzione, delle riduzioni dei volumi in modo improprio. Questa definizione è sostanziale, non è solo formale.

Sui centri benessere ho detto. Ritorno al dibattito che c'è stato in Commissione perché, collega Guichardaz, le suggestioni che hanno proposto il collega Marguerettaz e il collega Distort erano assolutamente pertinenti, dico questo sulla sostenibilità economica degli investimenti perché, al di là della mia cultura personale, provengo dalle aziende private, quindi so bene quali sono le valutazioni da fare prima di fare un'operazione dal punto di vista della sostenibilità economica.

Il collega Marguerettaz e anche il collega Distort hanno parlato degli investimenti che i proprietari di strutture turistico-ricettive si trovano a fare per riconvertire e anche parzialmente riqualificare i loro immobili, questo è stato il motivo per cui questa maggioranza ha cominciato a lavorare riprendendo un vecchio disegno di legge che dovrà essere ovviamente rielaborato proprio per consentire a coloro che hanno delle strutture turistico-ricettive e anche delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che sono chiuse da tempo di poterle recuperare e riqualificare beneficiando di premi volumetrici, che sono esattamente le considerazioni fatte dai colleghi, proprio per venire incontro agli imprenditori e ammortizzare parzialmente gli investimenti ingenti che si trovano a fare.

Oltretutto, sempre da questa discussione, è emersa - ma questo l'avevamo già inserito nel programma di governo ed è un tema di attualità - la necessità d'intervenire sulla ricettività e sull'ospitalità del personale delle attività turistico-ricettive e anche commerciali che lavora in particolare nei centri turistici maggiormente qualificati, dove oggi il problema si è amplificato e al quale è necessario dare una risposta. In quel disegno di legge sul quale stiamo lavorando - e mi auguro che in tempi relativamente brevi possa essere portato all'attenzione delle Commissioni - si tratterà anche questo tema, perché è un tema di grande attualità al quale questa maggioranza vuole dare una risposta in tempi certi e soprattutto brevi.

La collega Guichardaz mi dice che abbiamo limitato con questa norma il potere e le competenze degli Enti locali; io credo che questa norma vada esattamente nella direzione opposta, perché intanto facciamo un intervento a tutela dell'utilizzo del suolo e credo che almeno questo comma abbia ricevuto il vostro avviso favorevole, ma diamo la possibilità ai Comuni, agli enti locali di valutare quali destinazioni d'uso possano essere modificate per consentire la costruzione su edifici esistenti di dortoirs e di ostelli, mentre oggi la norma dell'articolo 90quater prevedeva esclusivamente il potere dei Comuni per il cambio di destinazione d'uso in favore delle case e appartamenti vacanze; oggi questo viene allargato, ma viene delimitata la costruzione solo attraverso il recupero proprio per le motivazioni che la collega Guichardaz ha evidenziato nel suo intervento e che - lo ribadisco - troviamo in quest'articolo.

C'è pertanto un ampliamento dei poteri dei Comuni. I Comuni ci hanno chiesto, e sono enti di controllo, di portare questo vincolo a dieci anni, questa è una suggestione che ritroviamo nel parere del CPEL e che abbiamo fatto nostra per le motivazioni di cui ho parlato prima. Il collega Cretier ha parlato anche, con riferimento al parere del CPEL, della richiesta di applicare queste norme anche agli agriturismi, ma non si è potuto intervenire in questa norma a beneficio di queste strutture proprio perché i calcoli volumetrici delle strutture agrituristiche, che sono considerate agricole, hanno dei parametri diversi e quindi non potevano essere associati a questo disegno di legge. Ribadisco pertanto che questo è un disegno di legge che non limita assolutamente le prerogative delle strutture turistico-ricettive ma mette le strutture che hanno fatto delle diminuzioni delle loro destinazioni d'uso a beneficio di altre destinazioni d'uso nella condizione di non poter beneficiare di questa norma. Non si fa nulla quindi se non regolamentare una materia, che, come ha ricordato il collega Marquis, funziona ormai da dieci anni; i 263 pareri rilasciati dalla struttura competente significano che sia il 90bis che il 90ter hanno avuto un'applicazione importante sul territorio e quest'applicazione importante ha dato luogo ad alcune applicazioni borderline, fuori dalla norma, che con questo disegno di legge andiamo a correggere. Nulla quindi che impedisca l'attività imprenditoriale. In più il nuovo disegno di legge prevederà, come dicevo, gli aumenti volumetrici per cui ci sarà piena attuazione delle richieste emerse nel dibattito delle Commissioni congiunte III e IV.

Ringrazio il Presidente della III Commissione per aver voluto illustrare gli emendamenti; sono emendamenti, come dicevo, di sostanza, legati alla data e legati alla posizione del vincolo, sono di forma, perché due dei quattro emendamenti vanno a correggere gli articoli proprio in funzione degli emendamenti, quindi modificano ovviamente le date sia per quel che riguarda i centri benessere che per quel che riguarda gli ampliamenti di posti letto. Il quinto emendamento, che modifica l'articolo 90quater, è semplicemente una correzione grammaticale rispetto alle potestà dei Comuni sulle limitazioni dei cambi di destinazione d'uso.

Spero di aver risposto a tutti. Chiudo come ho aperto: nessuno ha mai parlato di speculazioni - parlo per me ovviamente e per quello che ho detto nella mia illustrazione e che tengo a ribadire - ma, credo di averlo spiegato con molta chiarezza, abbiamo messo non una toppa, perché questa non è una toppa, questa è una ridefinizione delle possibilità di utilizzo di questi ampliamenti, per il 40 percento per quel che riguarda gli aumenti dei posti letto e per il 50 percento per quel che riguarda le strutture alberghiere, perché riteniamo che il 50 percento della superficie complessiva di un immobile a uso alberghiero destinato a centro benessere sia più che sufficiente per quel che riguarda la piena soddisfazione dell'offerta della clientela.

Voglio chiudere rispondendo - non ricordo chi abbia fatto questa suggestione - che non viene eliminato l'aumento del 40 percento, lo dico con molta chiarezza: non viene consentita l'applicazione dell'aumento del 40 percento a coloro che hanno diminuito le loro superfici cambiando destinazione d'uso. La norma rimane esattamente com'era, viene modificata sulla base delle intervenute esigenze.

Presidente - Vi sono altri interventi o dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Grazie Assessore per le risposte. Le confermo che proprio alla luce di quello che ha detto e che io avevo già sostenuto, l'articolo 3 da noi verrà votato, proprio perché si parla di un recupero e lì sì vi è un aumento invece delle competenze dei Comuni.

Come le ho detto, invece, rispetto agli altri articoli, noi crediamo che ancora una volta non venga valorizzato il ruolo di chi poi deve gestire tutto ciò che avviene sul proprio territorio.

Spero che, quando arriverà la norma sugli ampliamenti volumetrici e quando arriverà quindi nel tavolo di lavoro che state portando avanti, arriveranno anche le percentuali richieste in Commissione e la definizione degli aumenti volumetrici di questi anni, Comune per Comune, perché, secondo me, proprio quello potrebbe essere - come ha sottolineato anche il collega Restano - anche un elemento di differenziazione, ad esempio, anche riferito a realtà diverse, ma credo che, sotto questo punto di vista, senza dei dati certi, sia veramente complicato poter avere una visione.

Buon per voi che ce l'avete anche senza i dati. Ribadisco quindi che noi siamo assolutamente d'accordo rispetto agli emendamenti portati ai dieci anni, voteremo l'articolo 3, mentre la norma non la voteremo.

Presidente - Altri? Non vi sono altre richieste d'intervento, possiamo passare all'analisi dell'articolato.

All'articolo n. 1 ci sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 dell'Assessore e dei Consiglieri, letti in precedenza. Votiamo pertanto l'emendamento n. 1 all'articolo 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 21

Favorevoli: 21

Astenuti: 13 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'emendamento n. 1 è approvato.

Posso dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 2? Stesso risultato.

Metto in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 19

Astenuti: 15 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'articolo n. 1 è approvato.

All'articolo n. 2 ci sono gli emendamenti n. 3 e n. 4. Metto in votazione l'emendamento n. 3. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 21

Astenuti: 13 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'emendamento n. 3 è approvato.

Posso dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 4? Stesso risultato.

Metto ora in votazione l'articolo n. 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 19

Astenuti: 15 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'articolo n. 2 è approvato.

All'articolo n. 3 c'è l'emendamento n. 5. Metto in votazione l'emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 21

Astenuti: 13 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'emendamento è approvato.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 3? Stesso risultato.

Metto in votazione l'articolo n. 4. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 19

Astenuti: 15 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

L'articolo n. 4 è approvato.

Posso dare lo stesso risultato per l'articolo n. 5? Stesso risultato.

Metto ora in votazione, se non ci sono ulteriori dichiarazioni di voto, e non ne vedo, la legge nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Favorevoli: 19

Astenuti: 15 (Aggravi, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Erika, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).

Il disegno di legge è approvato.