Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 194 del 18 ottobre 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 194/XV - Reiezione di mozione: "Impegno per garantire la presenza di personale medico 24 ore su 24 presso la Casa circondariale".

Fosson (Presidente) - Punto n. 32 dell'ordine del giorno. La parola al Consigliere Mossa per l'illustrazione.

Mossa (M5S) - Io vorrei fare una pre-premessa. La prima premessa è che nella mozione di prima mi sono rivolto all'Assessore Borrello, mi ha risposto il collega Baccega, adesso, onde evitare cose strane, mi rivolgo in generale all'Assessore alla sanità, poi se risponderà quello ufficiale, quello ufficioso, vedete voi.

La seconda premessa è che, mentre prima la mozione voleva essere una provocazione nei confronti del Governo, per quanto riguarda questa mozione, invece andremo avanti fino in fondo, perché comunque ha una rilevanza per noi fondamentale.

Colleghi Consiglieri, mi rivolgo a tutti voi per rappresentare questa situazione critica che sta vivendo oggi il personale della Polizia penitenziaria. Oltre i punti critici già evidenziati nella mia precedente interpellanza come l'assenza di un direttore fisso presso la struttura carceraria, i problemi strutturali di manutenzione, i problemi relativi alla carenza di personale e all'esubero dei detenuti - tra l'altro, in aumento a causa della decisione di aprire la sezione B2 -, tutte problematiche di competenza ministeriale, certo, ma che comunque non permettono al personale penitenziario di svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, ho precedentemente sollevato la problematica relativa all'assenza di personale medico oltre l'orario di copertura, sottolineando tutti gli scompensi e i disagi che questo comporta. Come già descritto, per la scorta di alcuni detenuti, come i collaboratori di giustizia, si muovono simultaneamente sino a 12 agenti per il servizio di scorta e di piantonamento presso il Pronto soccorso dell'Ospedale Parini, creando notevoli disagi al comparto sicurezza e alla struttura ospedaliera stessa che - ricordo - è preposta per le emergenze, con il rischio di creare ritardi e disagi alle prestazioni urgenti.

L'Assessore nella precedente interpellanza, quello ufficiale, si è limitata a rispondere in maniera tecnica solo alla parte di sua competenza, ma le problematiche vanno viste e affrontate a 360 gradi nel loro insieme. Queste sono le vere scelte politiche che dobbiamo fare per risolvere i problemi dei cittadini e dei lavoratori che prestano il loro servizio in questa regione. Nel suo intervento l'Assessore paragonava il rapporto tra il numero di assistiti e il medico di famiglia dei comuni cittadini al rapporto tra il medico di sanità penitenziaria e il numero di assistiti all'interno del carcere, considerandolo ottimale. Come si può paragonare un normale cittadino che al momento della necessità può prendere liberamente la propria auto o farsi accompagnare da parenti e amici e, nei casi più critici, usufruire del trasporto in ambulanza, senza per questo dover far muovere una fetta consistente del comparto sicurezza, con chi invece per i propri spostamenti richiede un procedimento complicato e recante notevoli disagi?

Per entrare proprio nel cuore della situazione, vorrei far presente che nelle ore notturne il servizio presso la Casa circondariale è effettuato da sette unità: una in portineria, una in sala regia, una guardia per ognuno dei tre piani e una adibita alla sezione dei collaboratori di giustizia, infine il sottufficiale responsabile del servizio. Quando succede che un detenuto necessita di visite mediche, occorrono almeno quattro unità per il servizio di scorta. Non potendo lasciare 220 detenuti nelle mani di soli tre agenti, spesso si fa ricorso al personale non in servizio, che, per solidarietà nei confronti dei colleghi, presta la sua disponibilità in queste occasioni.

Qui rispondo anche alla collega Minelli che l'altra volta si chiedeva se i detenuti fossero 226, come affermava lei, o 229 come affermavo io. In realtà il numero il numero dei detenuti varia ogni giorno, in quanto, oltre alle scarcerazioni, vi sono anche dei trasferimenti presso altre carceri. Ieri erano 220, ad esempio, e oggi non possiedo ancora i dati aggiornati.

Assessore, nel suo intervento durante la scorsa Assemblea lei ha fatto presente che gli orari scoperti dal personale medico sono stati coperti da personale infermieristico e che è sua intenzione approfondire e monitorare se la presenza di tale personale, oltre gli orari di copertura, risponda alle reali necessità. Al che io ho risposto che, a mio avviso, il personale infermieristico non può di certo rispondere alle reali necessità in quanto, oltre alla somministrazione dei farmaci, l'infermiere di turno non si prende di certo la responsabilità che si prenderebbe un medico nel decidere se un detenuto abbia necessità o meno di recarsi in ospedale per accertamenti. Dopo l'Assemblea però mi sono chiesto: chi sono io per valutare se effettivamente il personale medico e infermieristico possa o meno rispondere a queste esigenze? Così ho semplicemente domandato al personale della Penitenziaria, in quanto diretto interessato, di valutare lui stesso se il servizio fosse adeguato o meno. Da tale mia richiesta è partita immediatamente una petizione, che nel giro di pochi giorni è stata firmata da 100 agenti su 122 facenti parte l'organico operativo; 18 dei restanti non si sono rifiutati di firmare, ma erano semplicemente assenti dal servizio in questi giorni e quindi non reperibili. Per correttezza, faccio presente che 4 degli agenti in servizio non hanno firmato la petizione non perché ritengano che il servizio sia adeguato, ma semplicemente perché preferiscono percorrere altre vie per la soluzione del caso, come, ad esempio, i sindacati, quindi nemmeno chi si è astenuto dal firmare lo ha fatto perché reputa che il servizio offerto sia adeguato. Leggo la petizione che mi è stata consegnata brevi manu per portarla alla sua attenzione, alla sinistra troverà il nome ed il cognome degli agenti firmatari e sulla destra la loro firma: "All'Assessore alla sanità. Oggetto: Richiesta per la presenza di personale medico ventiquattro su ventiquattro all'interno della struttura della Casa circondariale di Brissogne nei giorni feriali e festivi. Egregio Assessore, con la presente desideriamo sottoporre alla sua cortese attenzione la situazione di costante disagio e difficoltà dovuta alle necessità di scortare i detenuti presso il Pronto soccorso di Aosta in caso di richiesta di prestazioni sanitarie al di fuori degli orari in cui all'interno della struttura non è presente il personale medico. Il consistente impiego di personale penitenziario, già pesantemente sottorganico, per poter garantire la sicurezza degli spostamenti dei detenuti che necessitano di visite mediche al di fuori degli orari coperti da medico in struttura, crea costantemente situazioni di disagio. La presenza di personale infermieristico durante le ore non coperte dal personale medico non risolve in alcun modo le molteplici criticità esposte, ma garantisce la sola continuità di somministrazione dei farmaci ai detenuti. Per le sopraindicate ragioni le chiediamo di poter garantire la presenza medica ventiquattro ore su ventiquattro. Certi della sua disponibilità e del suo impegno nel venire incontro alle nostre richieste, restiamo in attesa di un suo cortese riscontro. Distinti saluti, il personale della Penitenziaria della Casa circondariale di Brissogne". Qua abbiamo le 100 firme.

Assessore, le lascio questa petizione, con la preghiera di dare la possibilità anche agli altri Consiglieri, se lo richiedono, di consultarla per valutarne l'effettiva veridicità.

Chiudo il mio intervento rivolgendomi ai colleghi Consiglieri. Gentili colleghi, visto che le problematiche del carcere di Brissogne, a quanto pare, stanno a cuore a tanti di voi, come al sottoscritto, mi riferisco ai colleghi della Lega Manfrin e Distort, che nel giro di un mese si sono recati ben due volte presso la struttura carceraria per valutarne le condizioni, ma anche ai colleghi di Impegno Civico che nella scorsa Assemblea hanno presentato una risoluzione per venire incontro ad alcune di queste problematiche, la stessa Presidente ha dichiarato che le problematiche relative alla sanità sono quanto mai urgenti - recito testualmente le sue parole, Presidente - e visto che relativamente al direttore del carcere e alle altre carenze strutturali possiamo solo sollecitare il Ministero della difesa affinché prenda i dovuti provvedimenti, ma che per questo problema riferito alla sanità invece abbiamo la piena competenza noi Regione, chiedo a tutti i Consiglieri di valutare a fondo se votare o meno questa mozione, perché la vostra scelta potrà comportare una differenza sostanziale per il benessere di tutto il personale penitenziario.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione. La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Io accolgo volentieri il sollecito del Consigliere Mossa, le dico subito che, se è possibile, alla fine di questo mio breve intervento avrei piacere di poter vedere questa petizione.

Volevo però portare all'attenzione di questo dibattito un elemento che, secondo me, è importante, perché io credo che esista anche un metodo per affrontare alcuni temi che sono io credo un po' tutti quelli del dibattito politico. Ci sono alcuni temi che dipendono da alcune leggi e quindi si possono esaminare perché le leggi si possono leggere in qualsiasi momento e si può porre un rimedio normativo; ci sono invece altri temi su cui è necessario fare delle valutazioni. Nello specifico, siccome, come giustamente ha ricordato, io e il collega Distort ci siamo recati due volte quest'anno, ma anch'io e la collega Spelgatti ci siamo recati, prima ancora di diventare Consiglieri regionali, in visita e abbiamo preso assolutamente a cuore le condizioni e le necessità del personale carcerario e ci tengo a ribadire del personale carcerario amministrativo, perché non facciamo visite ovviamente, come fanno altri, a tutela dei carcerati, ma ci occupiamo di chi invece difende la nostra sicurezza. In relazione al problema della sanità è stata fatta una ricerca che vede innanzitutto come viene trattato il tema nelle altre Regioni, soprattutto nelle Regioni a Statuto speciale. La ricerca normativa non è ancora terminata, ma un dato però glielo posso dire: ho fatto un articolo 116 per vedere, perché giustamente anche a me è stata sollevata la questione degli interventi notturni richiesti dai detenuti per interventi medici e quindi giustamente si dice: si toglie del personale alla Casa circondariale per accompagnarli presso il Pronto soccorso, chiaramente il detenuto fa finta di stare male e quindi si fa la sua passeggiata, viene accompagnato e tutto il resto. Il punto è che questo accesso agli atti mirava a vedere quanti erano stati gli interventi in un anno oltre le ore 20:00: oltre le ore 20:00 ci sono state in un anno meno di 20 uscite. È chiaro quindi che a questo punto, secondo me, dovremmo fare un approfondimento ulteriore per verificare se effettivamente il rapporto costi/benefici su quanto ci si propone di fare, quindi giustamente aumentare il benessere e soprattutto diminuire il lavoro e il gravame sugli agenti di Polizia penitenziaria e sul Servizio sanitario nazionale.

Credo che poi si debba fare una riflessione ancora più ampia, e questo mi piacerebbe molto farlo magari in V Commissione, relativamente al servizio psichiatrico. Questo è stato sollevato a noi dagli agenti, perché è chiaro che alcuni atti di autolesionismo che provocano anche la chiamata di emergenza derivano anche da situazioni psicologiche particolari e la condizione di situazione psicologica particolare discende anche dalla mancanza del direttore, perché il carcere di Aosta, che non è un carcere di massima sicurezza, ma è un carcere che potrebbe definirsi di custodia attenuata, ma in realtà è definita Casa circondariale, sostanzialmente, se fosse stato costruito per far fronte alle esigenze del territorio, quindi per contenere i detenuti valdostani, non avrebbe più di una ventina di persone all'anno, però in questo momento, com'è stato ricordato, ne ospita circa 180. In questo carcere vengono mandati detenuti di altre regioni e l'arrivo di detenuti di altre regioni crea un problema, perché chiaramente i direttori degli altri istituti circondariali non mirano a mandare presso il carcere di Brissogne i soggetti migliori, coloro che non creano problemi, coloro che non si ribellano, coloro che non producono aggressioni e tutto il resto, ma tenderanno a mandare presso il Carcere valdostano gli elementi peggiori e quindi quelli che creano più problemi. Cosa succede? Che, non essendoci un direttore o un direttore fisso, le poche volte in cui il direttore fa visita al nostro Carcere di Brissogne, si fa appena in tempo a gestire le urgenze; i trasferimenti da una parte all'altra è più difficile gestirli con continuità. Questo vuol dire che un detenuto già problematico viene trasferito da un carcere del chiamiamolo nord-ovest, quindi Lombardia, Piemonte e Liguria, quindi si porta un detenuto che già presenta dei problemi e lo si porta lontano da casa, con conseguente aggravio di costi per i parenti che lo vogliono andare a trovare, con rarefazione delle visite e quant'altro si può produrre quando ci si trova lontani da casa. Questo crea una situazione psicologica nel detenuto che chiaramente non favorisce il benessere e questo si scarica anche, in ultima battuta, sul servizio sanitario. Io quindi credo che ci siano tutta una serie di elementi che è anche difficile cogliere se non si va a fare una visita specifica com'è stata fatta più volte, e credo che questo debba essere un elemento di dibattito che non debba possa essere risolto semplicemente con una mozione, dove si dice: "dotiamo di un maggior servizio il servizio sanitario", ma che debba essere un po' più articolato e un pochino più studiato con dati alla mano. Io penso che tutti gli interventi di questo tipo debbano seguire questo iter per avere un percorso certo e dei dati certi sui quali riflettere.

Presidente - La parola all'Assessore Certan.

Certan (ALPE) - Collega Mossa, alcune precisazioni. Io non voglio fare premesse e neanche premesse delle premesse e neanche essere troppo pignola o sofista, però mi permetto di dire che la petizione in Consiglio regionale deve essere consegnata al Presidente del Consiglio e deve seguire l'articolo 36 del Regolamento interno. L'impegnativa poi la posso prendere in considerazione, però l'iter che deve seguire non sono io a decretarlo e a definirlo, ma è un Regolamento interno e quindi deve seguire quell'iter per essere veramente una petizione, altrimenti è un'informativa o è una nota firmata da lavoratori che io prendo in considerazione, ma non è una petizione; mi permetto solo di precisare questo. Se vuole, io la trasmetto al Presidente del Consiglio, però sarebbe più opportuno che fosse lei a trasmetterla, perché io non credo sia accettabile. Il contenuto dell'impegnativa posso anche prenderlo in considerazione, ma questo documento non è presentabile come petizione.

Detto questo, leggerò chiaramente con attenzione il testo perché, come le ho ricordato l'altra volta, è mia intenzione fissare un appuntamento e andare al carcere e seguire questa tematica. Non entro poi in merito e non colgo le sue provocazioni su Assessore ufficiale o no, bisogna essere umili nella vita e andiamo avanti, quindi per ora le risponderò in base ai dati che mi sono stati forniti.

Ai sensi del decreto legislativo n. 192/2010, citato nella mozione, le funzioni in materia di assistenza sanitaria svolte dall'Amministrazione penitenziaria ai detenuti e agli internati del territorio regionale, e più nello specifico quindi parliamo degli ospiti della Casa circondariale di Brissogne, dovrebbero essere trasferite dal Ministero della giustizia alla Regione Valle d'Aosta. Tale trasferimento è stato reso esecutivo con la delibera della Giunta regionale n. 1850 del 10 dicembre 2015, che ha come titolo: "Recepimento dell'accordo sul documento "Linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti, implementazione delle reti sanitarie regionali e nazionali", approvato dalla Conferenza unificata in data 22 gennaio 2015...". Il titolo continua ancora con "... Approvazione di direttive all'Azienda USL Valle d'Aosta in materia di sanità penitenziaria" attraverso la quale la Regione a sua volta ha trasferito le competenze sanitarie proprie all'Azienda USL Valle d'Aosta. I fondi che il Ministero della giustizia dovrebbe trasferire alla Regione Valle d'Aosta, poi la Regione li trasferisce all'Azienda USL, che, di conseguenza, li trasferisce alla Casa circondariale. Questo per quanto riguarda la materia sanitaria.

Ci sono tanti elementi che ha messo sul tavolo, però, circa i problemi del personale, capisco che ci siano dei disservizi, se manca il direttore fisso, sicuramente, se ci sono problemi di personale, ci saranno problemi nella Casa circondariale, ma quello riguardante il personale è un problema che è diverso e non può essere collegato, perché non è di gestione nostra, ma giustamente la scorsa volta aveva risposto la Presidente perché è materia statale. Vorrei quindi che si scindessero questi due aspetti, perché altrimenti non si può arrivare a una giusta soluzione.

La citata Conferenza unificata di gennaio 2015 conviene sulla costituzione della rete dei servizi sanitari penitenziari che assicura l'assistenza dei detenuti sul proprio territorio regionale attraverso un sistema articolato di servizi sanitari con caratteristiche di complessità organizzativa e funzionale crescenti.

In Valle d'Aosta è presente un'unica casa circondariale che, per vicinanza, costituisce una componente per quanto riguarda i ricoveri superiori ai sette giorni della rete piemontese possiede una camera di degenza presso l'Ospedale Umberto Parini, quindi fa parte della rete piemontese, ma ha comunque per i ricoveri superiori ai sette giorni una camera di degenza dedicata presso l'Ospedale Parini. La Regione Piemonte che conta invece diversi istituti penitenziari nella rete, di cui alla DGR 26-3383 del 30 maggio 2016, classifica gli istituti di pena in tre livelli: assistenza base con copertura medica almeno h12, con servizio notturno garantito dalla continuità assistenziale al bisogno, ambulatorio infermieristico e specialistica, quindi vuol dire SERD, Dipartimento salute mentale, odontoiatria e infettivologia, nonché presenza del medico responsabile per almeno tre ore settimanali nei giorni feriali; assistenza spoke con copertura medica h24, assistenza infermieristica con almeno due unità per turno diurno, almeno h12, specialistica come assistenza base, cui vanno aggiunte ulteriori specialità e percorsi di ricovero garantiti dal presidio ospedaliero dell'ASL di riferimento, le case circondariali che hanno questo tipo di assistenza sono quelle che hanno da 500 a 1.100 (quella di Ivrea) detenuti; assistenza hub ospedaliero e reparto detenuti ASO (il terzo livello), Città della salute, centro di riferimento regionale: la casa circondariale di Torino 2 arriva fino a 8.600 passaggi l'anno. I centri hub e spoke non sono classificati tali solo per la complessità, escludendo l'assistenza ospedaliera, ma in virtù delle dimensioni del numero di passaggi, della collocazione periferica, piuttosto che come riferimento all'interno della rete.

La Casa circondariale di Brissogne non possiede nessuna di queste caratteristiche descritte in quanto, data la tipologia dei detenuti che vengono spesso chiamati "ristretti", avrebbe i requisiti dell'assistenza base, ma, per il numero complessivo, per la presenza di collaboratori di giustizia, nonché per la lontananza da altri istituti, si colloca a un livello intermedio: tra quello di assistenza base e il secondo livello di assistenza spoke.

Per descrivere la tipologia di prestazioni, si fa ancora riferimento alla Conferenza unificata, che rimanda alla legge n. 354/1975 e al DPR n. 230/2000, in cui viene specificato che ai detenuti deve essere assicurata l'assistenza all'interno dell'istituto penitenziario facendo ricorso a strutture sanitarie esterne quando siano necessarie cure e accertamenti diagnostici che non possono essere garantiti all'interno dell'istituto stesso. I detenuti internati ai sensi quindi del decreto legislativo n. 230/1999, all'articolo 1, hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, all'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione efficaci e appropriate sulla base degli obiettivi di salute e dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), a cui deve essere annoverata la possibilità di accesso al Pronto soccorso. Si precisa che i detenuti fruiscono, a differenza dei cittadini, di un particolare codice di esenzione (F01) valido per qualsiasi prestazione venga loro erogata. Qualsiasi prestazione venga loro erogata quindi i detenuti fruiscono di un codice di esenzione e questa prestazione può essere erogata all'interno e all'esterno dell'istituto di detenzione contrariamente al resto della popolazione, che o esente per età, o per reddito, o per patologia, oppure contribuisce pagando il ticket alla prestazione.

Riporto l'attenzione sul DPCM del 1° aprile 2008, che all'allegato A definisce che l'assistenza sanitaria è organizzata secondo principi di globalità dell'intervento sulle cause di pregiudizio della salute, di unitarietà dei servizi e delle prestazioni, di integrazione dell'assistenza sociale e sanitaria e di garanzia della continuità terapeutica. Presso la Casa circondariale di Brissogne tutti i detenuti nuovi giunti dall'esterno tradotti da altri istituti sono sottoposti a visita, in cui vengono rilevati anche gli eventuali rischi che possono pregiudicare la loro o l'altrui salute tenendo conto delle terapie già in atto.

Riprendendo i contenuti della delibera di Giunta del 2015, si osserva che nello specifico la medesima prevede: l'assistenza medica di base, cioè un medico di sanità penitenziaria presente in sede e in orario dalle 8,00 alle 18,30 con mezz'ora di pausa dal lunedì al venerdì e dalle 8:00 alle 14:00 il sabato, la domenica e i festivi; intervento su chiamata del medico di continuità assistenziale nelle restanti ore, al pari di ogni altro cittadino; assistenza infermieristica h24 giornaliere per 365 giorni; assistenza specialistica in odontoiatria tre ore alla settimana, in psichiatria quattro ore a settimana, cui poi è stato aggiunto, sulla base del numero di richieste, anche l'oculistica una volta alla settimana. L'Azienda USL Valle d'Aosta sta lavorando per l'eventuale inserimento anche dell'infettivologo valutando il numero di richieste di visita. Sono inoltre garantiti la presenza dello psicologo, dell'assistente sociale e del SERD, mentre permangono allo stato attuale delle difficoltà nel garantire in costanza la presenza del medico SERD, ma viene assicurata la continuità terapeutica per chi è già in trattamento.

Si desume da quanto riportato che i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) sono erogati al pari e anche più di come sono garantiti a tutti i cittadini proprio perché viene riconosciuta la delicatezza e la peculiarità della situazione. Per quanto attiene alla presenza in sede del medico nelle ore notturne, questo non risolverebbe l'accesso dei detenuti che necessitino del Pronto soccorso. L'infermiere, operatore laureato, ha le competenze per stabilire quando il soggetto ha necessità di intervento ed è un po' sminuente nei confronti di questa professione affermare che non risolve alcuna criticità, garantendo la sola somministrazione di farmaci, cui tempo addietro provvedevano gli agenti di Polizia penitenziaria privi di formazione specifica in tale settore tra l'altro. La presenza di un medico, qualora un detenuto compia delle azioni particolari, non eviterebbe in alcun modo l'invio al Pronto soccorso: anche il medico presente dovrebbe comunque portare il detenuto al Pronto soccorso. Nel caso invece in cui un detenuto si procuri o abbia la necessità di un intervento dell'infermiere per tagli, l'infermiere è perfettamente in grado di verificare la criticità di queste ferite, qualora sia necessario medicare, monitorare ed eventualmente far intervenire i medici del Pronto soccorso, o aspettare, se la situazione non è così grave, il medico la mattina successiva.

Attraverso inoltre la chiamata alla centrale unica di soccorso in caso di necessità viene effettuato il dispatch e inviato il mezzo idoneo rispetto ai sintomi lamentati. C'è quindi comunque anche una centrale unica che è situata presso l'aeroporto che può essere allertata. A mero titolo esemplificativo si segnala che nei mesi di agosto e settembre 2018 sono stati disposti 11 invii al Pronto soccorso, di cui 6 nel mese di agosto e 5 nel mese di settembre e tutti sono stati fatti dal medico di sanità penitenziaria o di continuità assistenziale. L'Azienda è stata invitata in ogni caso a predisporre un accordo con la continuità assistenziale e l'emergenza territoriale al fine di provvedere all'invio del detenuto in Pronto soccorso in modo appropriato e consono rispetto alla necessaria richiesta di autorizzazione. L'infermiere non può disporre l'invio in Pronto soccorso, a cui provvede il medico di continuità assistenziale che viene comunque chiamato.

Tutto ciò premesso, ribadisco anche quanto affermato nella precedente seduta. In caso di necessità di invio al Pronto soccorso, in assenza o in presenza del medico per cui vi ho dato i dati, i detenuti devono essere scortati comunque impiegando personale carcerario per poter garantire la dovuta sicurezza. L'assistenza sanitaria penitenziaria viene erogata con le stesse modalità impiegate per tutti i cittadini, la condizione di restrizione non fa della popolazione carceraria una popolazione di per sé malata. Il rapporto tra il numero degli assistiti e il medico di famiglia assimilabile al medico di sanità penitenziaria è considerato ottimale in termini di 1 medico per 1.000 assistiti per la popolazione, fino ad un numero massimale anche di 1.500 cittadini, i quali nelle giornate festive accedono al medico di continuità assistenziale. Presso la Casa circondariale di Brissogne tale rapporto è pari a 1 medico ogni 250-260 assistiti, compresi i sabati e i festivi. Poi ho sentito il collega Manfrin, che forse ha i dati ancora più aggiornati di me, ha parlato addirittura di 180, i dati che mi sono stati forniti sono di 250-260. Il personale sanitario non può essere chiamato a sopperire alla carenza di personale penitenziario. L'Assessorato mantiene l'impegno a monitorare, l'impegno che ho preso lo scorso Consiglio, il corretto ed efficace impiego del personale come fatto finora secondo quanto previsto dal capitolato di affidamento del servizio. Pur nella consapevolezza quindi di determinati disagi che afferiscono alla popolazione detenuta, si ritiene che non possano gli stessi essere assolti dall'assistenza sanitaria quando in realtà sono di pertinenza dell'assistenza penitenziaria e poi, come vi ho ribadito per tutte le leggi e i vari decreti, viene in qualche modo assimilata anche all'assistenza sanitaria, ma è assistenza penitenziaria.

In conclusione, tenuto conto che i livelli assistenziali essenziali di assistenza previsti per la popolazione detenuta sono ampiamente garantiti, che gli accessi al Pronto soccorso avvengono su indicazione del medico di continuità assistenziale negli orari non coperti dal servizio presso la Casa circondariale, nonché della circostanza che un servizio medico h24 comporta l'assunzione di almeno quattro unità di personale medico aggiuntive per una spesa di circa 335 mila euro annui, che corrisponde all'incirca alla spesa che consentirebbe il raddoppio, ad esempio, per dare una comparazione, degli equipaggi di emergenza della Bassa Valle e che si sovrapporrebbe al costo del medico di continuità assistenziale, spesa il cui costo complessivo supererebbe in modo eccessivo e non sostenibile il trasferimento dal Ministero.

Noi ci asterremo su questa mozione prendendoci l'impegno chiaramente di monitorare e di approfondire meglio, ma non possiamo accogliere questa mozione in virtù dei dati che ho fornito. Inoltre le preciso che i trasferimenti aziendali dell'USL sotto forma di prestazioni per carcere, cioè dei fondi LEA, sono di circa 40 mila euro annui, il totale dei fondi destinati al carcere sono 430 mila euro annui. Occorre tenere conto che nel 2015 lo Stato ha versato 336 mila euro, che quindi sono stati liquidati all'Azienda e da quest'ultima al carcere; nel 2016 dovevano essere liquidati 336 mila, che non sono mai stati versati dallo Stato, e quindi è l'Amministrazione regionale che ha provveduto a mantenere tale cifra; 354 mila del 2017 non sono ancora stati versati dallo Stato, ma la Regione ha comunque trasferito le risorse all'Azienda, che le ha trasferite alla Casa circondariale.

Presidente - La parola al Consigliere Mossa.

Mossa (M5S) - Cercherò di essere il più breve possibile. Cercherò di rispondere celermente al Consigliere Manfrin e all'Assessore Certan.

Come lei ha detto, Consigliere Manfrin, che si è recato ben due volte al carcere per valutare la situazione del personale della Penitenziaria, io e la Deputata Elisa Tripodi ci siamo recati al carcere per valutare tutta la situazione, non solo quella della Polizia penitenziaria, ma anche quella strutturale, abbiamo girato tutte le sezioni all'interno... non faccia così con la testa perché lei ha appena accennato che ha visitato gli uffici amministrativi, lei è entrato nelle sezioni dove ci sono i detenuti?

(interruzione del Consigliere Manfrin, fuori microfono)

... in carcere mi hanno detto diversamente. In ogni caso anche il benessere dei detenuti porta al benessere del personale, questo è sottinteso. "Benessere dei detenuti" non significa che loro debbano fare una bella vita, significa che perlomeno vengono trattati rispettando i diritti umani che prevede la nostra Costituzione.

Collega Manfrin, che lei necessiti di ulteriori valutazioni per valutare se effettivamente la presenza del personale infermieristico è idonea o meno equivale a dire che probabilmente è venuta a mancare quella fiducia nei confronti degli agenti della Penitenziaria che hanno firmato quella petizione e, anche se non la voglio rendere ufficiale, io l'ho portata semplicemente perché, se fossi stato io a dire che quella petizione che tutti gli agenti all'unanimità hanno firmato perché non sono assolutamente soddisfatti di questo servizio, è una cosa; leggere invece un documento firmato quasi all'unanimità dagli agenti è un altro. Non chiedo quindi l'ufficializzazione di quella carta, ma ho fatto semplicemente presenti le criticità del personale.

Detto questo, mi rivolgo all'Assessore Certan. Lei ha detto che si recherà al carcere per valutare e quindi per monitorare...

(interruzione dell'Assessore Certan, fuori microfono)

... l'ha detto prima, menomale che vi è la registrazione in streaming...

(nuova interruzione dell'Assessore Certan, fuori microfono)

... ah, chiedo scusa io pensavo che... lei, Assessore ha detto che si recherà al carcere per valutare, per monitorare se la presenza di personale infermieristico copre queste esigenze, adesso io mi chiedo con chi andrà a parlare perché, visto che le persone che sono direttamente coinvolte si sono espresse ampiamente all'unanimità e quindi magari andrà a parlare con l'infermiere

(nuova interruzione dell'Assessore Certan, fuori microfono)

... mi dispiace che io e i 100 agenti firmatari di quella... chiamiamola ancora petizione, anche se non è ufficiale, abbiamo sminuito la professionalità dell'infermiere, assolutamente non era questo il nostro tentativo, ma l'intenzione era di presentare ben altre criticità.

Detto questo, io chiudo, comunque le criticità sono state esposte, il personale della Penitenziaria ha espresso le proprie opinioni sulle criticità e sulle soluzioni adottate, a questo punto non resta altro che votare e vediamo chi si prenderà le proprie responsabilità di dire se questa scelta va fatta oppure no.

Relativamente a tutte le normative che mi ha descritto, io posso rispondere come l'altro giorno come tanti di voi hanno risposto in Assemblea: sono scelte politiche che però vanno fatte solo per il Casinò. Quando si tratta di problemi tecnici, sia i vigili del fuoco che la Penitenziaria, abbiamo due pesi e due misure, le scelte politiche si possono fare solo per il Casinò.

Presidente - La parola al Consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Collega Mossa, io la prego di valutare davvero in positivo le mie parole. Non voglio certo fare polemica, non era certo mia intenzione confutare quello che lei propone, né tanto meno sminuire il valore di una petizione fatta all'interno della struttura, però ci tengo ad evidenziare alcuni fattori. Il primo è questo: io avevo già visto la struttura in una prima visita con la collega Spelgatti, quindi avevamo già visto all'interno della struttura i problemi assieme all'Onorevole Simonetti nel 2017. Nella seconda visita abbiamo fatto un incontro specifico, dove, oltre che parlare con il direttore e con il vicecomandante dell'istituto, abbiamo visitato la sezione che non avevamo ancora visitato dei collaboratori di giustizia - quella era una parte che non avevamo ancora visto -, che peraltro è l'unica che può definirsi in perfette condizioni. Nella seconda visita abbiamo dedicato ovviamente la nostra attenzione a ulteriori problemi e ci siamo anche avvalsi della professionalità del collega Distort, che, essendo architetto, ha anche la possibilità di valutare lo stato di alcune strutture ed è stato utilissimo per mettere giù alcune criticità.

Come detto, nessuno mette in dubbio che vi siano delle necessità, quello che sto dicendo è una cosa differente: calibrare gli interventi, secondo me, va fatto guardando i dati. Mi spiego. Ci siamo confrontati io e l'Assessore Certan, quello che abbiamo potuto un po' realizzare è stato che la copertura a oggi del servizio interno del carcere è affidato a una cooperativa, è un servizio esternalizzato, che lei ben sa, che scade il 31 dicembre 2018 e il costo di quel servizio è di circa 300-350 mila euro; la copertura integrale nelle 24 ore sarebbe ovviamente molto onerosa, ma bisogna effettivamente vedere qual è l'intervento migliore per quel tipo di necessità, quindi io glielo dico perché, come lei in questo momento, mi sono trovato dai banchi dell'opposizione anch'io e ho fatto giustamente le battaglie e comprendo anche le necessità di portare a casa un risultato e tutto il resto, però, se si approva una mozione con dei contenuti politici invitando in maniera generica a migliorare il servizio, senza avere contezza delle specifiche necessità, si rischia di fare un intervento che nella sostanza o magari serve a poco, o magari non assolve al suo compito. Quello che dico semplicemente è: facciamo una verifica, dopodiché vediamo effettivamente le cose, ma tutto alla luce del sole. Ci confrontiamo in commissione, chiediamo i dati e facciamo un confronto su questo, nulla di più.

Presidente - Non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale. Non ci sono interventi per dichiarazione di voto e/o per replica, pongo in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa. Comunico l'esito della votazione:

Presenti: 33

Votanti : 5

Favorevoli: 5

Astenuti: 28 (Aggravi, Baccega, Bertin, Bertschy, Bianchi, Borrello, Certan, Chatrian, Cognetta, Daudry, Distort, Farcoz, Fosson, Gerandin, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Minelli, Morelli, Nogara, Restano, Rollandin, Sammaritani, Sorbara, Spelgatti, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.