Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3307 del 15 marzo 2018 - Resoconto

OGGETTO N. 3307/XIV - Reiezione della proposta di legge: "Disposizioni in materia di nomine e designazioni. Modificazioni alle leggi regionali 10 aprile 1997, n. 11, 23 luglio 2010, n. 22, e 14 novembre 2016, n. 20".

Farcoz (Président) - Point n° 21 à l'ordre du jour. La parole au collègue Bertin pour l'illustration.

Bertin (CC-MOUV) - Le società partecipate e controllate dalla Regione Valle d'Aosta rappresentano un mondo parallelo del sistema pubblico di estrema rilevanza in termini economici e finanziari. Una galassia di circa cinquanta società occupano una larga parte del sistema economico regionale, un insieme parapubblico in grado di influenzare l'evoluzione dell'economia locale. Proprio in ragione dell'importanza di questo settore e dell'elevato numero di nomine da effettuare nelle società partecipate, è necessario che i partecipanti di nomina regionale siano scelti con modalità il più possibile trasparenti e pubbliche, utilizzando criteri di scelta che premino la professionalità.

Lo evidenziava anche il Procuratore vicario della Procura di Aosta, il dottor Ceccanti, in occasione dell'audizione in I Commissione consiliare permanente del febbraio scorso riguardo all'attività delle organizzazioni criminali in Valle, quando, riferendosi alle società partecipate, affermava che questa galassia di S.r.l. e S.p.A., a cui si aggiunge tutto un coacervo di comitati, associazioni e fondazioni, comporta opportunità di guadagno e di accesso sia in termini di posti e di lavoro che di cariche.

Attualmente il numero dei nominati dell'Amministrazione regionale supera abbondantemente le trecento unità, un piccolo esercito, e il criterio prevalente nella scelta dei cosiddetti "manager" è stato sinora l'appartenenza politica e la fedeltà al sistema. Agli occhi dell'establishment locale non sembrano rivestire una grande importanza le conoscenze specifiche, l'esperienza, la capacità di studi e la preparazione. In effetti con queste nomine, nella stragrande maggioranza dei casi, si saldano alleanze, si premiano gli amici politici, si consolano i "trombati" alle elezioni, si accontentano i "malpancisti" di turno, ma poco ci si occupa dell'apporto che questi potranno fornire alla buona gestione della società. A queste numerose e importanti società sono ormai sempre più spesso affidate funzioni di primaria importanza nella gestione pubblica; non è un caso che ad esse siano state assegnate alcune grandi opere e i più importanti business della nostra regione. La reale gestione del potere in Valle d'Aosta passa ormai in buona parte tramite le controllate e le partecipate regionali. Pertanto è fondamentale che la scelta dei "nostri boiardi" regionali venga fatta secondo criteri trasparenti.

Con questa proposta di legge, pur mantenendo in capo al Governo la facoltà di decidere in merito alle nomine, si vuole introdurre maggiore trasparenza e pubblicità alle modalità di scelta, contribuendo così allo stesso tempo ad aumentare le responsabilità dell'Esecutivo. A tal fine si stabilisce che tutte le nomine e le designazioni regionali siano sottoposte all'esame preventivo della Commissione consiliare competente che ha la facoltà di audire i soggetti individuati ed esperire ogni indagine ritenuta opportuna, esprimendo un parere non vincolante relativo ai soggetti individuati. In questo modo si rendono pubblici i criteri di scelta. Si vuole altresì accrescere la competenza e la professionalità delle persone incaricate con l'obiettivo di rispondere alle necessità della gestione delle società partecipate e svincolare le persone nominate da legami politici e da possibili ingerenze della politica stessa nella gestione delle società partecipate. Nel caso di conferimento di incarichi remunerati, si stabilisce che i candidati debbano possedere alcuni dei requisiti previsti per l'accesso ai ruoli dirigenziali presso le amministrazioni del comparto unico - nel caso specifico la laurea - nonché un'adeguata esperienza maturata in precedenza. Tra le ulteriori novità introdotte dalla proposta di legge vanno evidenziate l'ampliamento delle ipotesi di incompatibilità dei candidati per evitare eventuali situazioni di conflitto di interesse (situazione, questa, che già in passato, in diverse occasioni, aveva evidenziato delle problematiche). Inoltre si dà seguito all'attuazione del principio della parità di genere nell'attribuzione degli incarichi e, infine, ad una complessiva riforma dell'iter istruttorio per la valutazione delle candidature.

Con questa iniziativa legislativa si propone quindi un cambio di rotta, innanzitutto introducendo criteri di trasparenza e di competenza, proprio in considerazione dell'estrema rilevanza in termini economici e finanziari di queste società partecipate. Se la Valle d'Aosta vuole cambiare e avere un futuro migliore è necessario smetterla con dichiarazioni tracimanti da yes-man e cominciare a mettere le persone giuste al posto giusto. È questo il senso di questa proposta di legge in materia di nomine regionali.

La proposta di legge, depositata il 17 novembre scorso, ha concluso il suo iter in Commissione con un solo voto favorevole e sei astenuti, a fine febbraio. In ragione dell'importanza dell'argomento, ci auguriamo che i voti di astensione diventino voti favorevoli e che tale proposta venga approvata.

Président - La parole au collègue Chatrian.

Chatrian (ALPE) - A nome del gruppo ALPE ringraziamo i colleghi che hanno predisposto questa proposta di legge, che va principalmente ad ampliare il perimetro della trasparenza. Lo dicevo al collega Bertin in queste settimane: è un po' macchinosa come procedura, come raccordo, ma va comunque nella direzione di più trasparenza, del saperne di più, e anche di avere la possibilità di valutare i futuri amministratori, siano essi presidenti o amministratori delegati di grandi aziende.

La codificazione di un percorso più trasparente ci vede favorevoli, la codificazione di voler creare più possibilità e pari opportunità per chi ha competenza, curricula e esperienza, penso che vada nella direzione - come gruppo ALPE ne siamo certi - da noi auspicata in questi anni. Le battaglie le abbiamo fatto insieme, quindi ci trova d'accordo sull'impostazione che è stata fatta. Noi però apportiamo una modifica, che è procedurale ma anche amministrativa, perché, riguardo all'articolo 6, noi pensiamo che non debba essere la Commissione consiliare a dare un parere sull'eventuale amministratore. Non è compito della Commissione consiliare, né di un Consigliere, ma di un Governo, però tutto il percorso tracciato all'interno di questa proposta di legge è condivisibile e sostenibile.

Noi voteremo quindi questa proposta di legge, ma ne emenderemo un passaggio, perché, dal nostro punto di vista, la Commissione consiliare ha tutta la possibilità di poter audire e di poter fare delle domande ai potenziali nominati, siano essi amministratori o presidenti, ma la votazione non deve essere della Commissione, perché non compete proprio al Consigliere eletto dare un parere sul nominato. La distinzione fra Esecutivo e Legislativo per noi è sostanziale. Pertanto noi andremo a modificare tale punto con un emendamento che abbiamo predisposto con altri colleghi e sosteniamo la proposta di legge presentata.

Président - La parole au collègue Fabbri.

Fabbri (UVP) - Premetto che la relazione alla proposta di legge fatta dal collega dipinge il quadro di una situazione non sempre condivisibile, poiché, se è vero che nelle nomine di alcune partecipate vi è stata qualche ombra, vi sono state però anche parecchie luci. Non tutti i nominati sono persone che si possono riconoscere nei personaggi dipinti dal nostro collega.

Premetto anche che l'UVP si è sempre prefissa di valorizzare le competenze, il valore e non certo l'appartenenza dei suoi nominati, e che ultimamente ha fatto nomine seguendo questi criteri di professionalità (voglio qui ricordare la nomina a Sitrasb, all'Institut Agricole, alle Funivie e all'iter che sta seguendo per la nomina dell'amministratore del Forte di Bard).

Detto ciò, bisogna anche ricordare che esiste già un controllo dei requisiti tecnici professionali che viene espresso da un'apposita Commissione, la quale vaglia e valuta le domande di coloro che vogliono accedere alle cariche direttive delle partecipate. Ora, in questa proposta di legge la Commissione dovrebbe essere sostituita dalla Commissione di valutazione, un organo sicuramente indipendente e valido che darebbe le garanzie necessarie per la valutazione opportuna dei richiedenti.

È il passaggio successivo che però non ci coinvolge completamente, poiché, a nostro avviso, riporta la palla nel campo delle valutazioni politiche, in quanto l'analisi in Commissione consiliare "potrebbe" dare luogo ad una valutazione di appartenenza politica. A nostro avviso, così formulata, c'è il rischio reale che si farebbe rientrare dalla finestra ciò che si vuole far uscire dalla porta. È vero che in questo caso la Commissione avrebbe solo una funzione consultiva, però sappiamo benissimo che esiste una moral suasion che potrebbe intervenire pesantemente su queste nomine. È questo il passaggio nodale della proposta di legge: avrebbe bisogno di un'analisi più approfondita. Noi non escludiamo che tale passaggio sia importante, ma secondo la nostra opinione dovrebbe avere il tempo per un ulteriore approfondimento. Altre indicazioni invece espresse nella proposta di legge, soprattutto nel definire i requisiti di professionalità e di onorabilità, sono perfettamente condivisibili.

Nell'astenerci su tale atto come già abbiamo fatto in Commissione, pensiamo sia opportuno rimandare alla prossima legislatura la ripresa di questa proposta di legge, che merita sicuramente di essere presa in considerazione e portata avanti e, con il voto unanime, essere approvata in futuro.

Président - La parole au collègue Padovani.

Padovani (CC-MOUV) - Quando abbiamo presentato questa proposta pensavo di fare semplicemente una cosa giusta e dovuta. Con gli avvenimenti intercorsi in questo periodo, con il risultato del 4 marzo, ho invece capito che con questa proposta non solo facciamo una cosa giusta, ma diamo anche una possibilità ai presenti di dimostrare ai valdostani di aver capito uno dei motivi del risultato del 4 marzo. Penso che quel risultato ci racconta di un allontanamento, di un ripudio della politica, dei movimenti politici che siedono qua dentro, perché sono visti tutti allo stesso modo: sono visti - uso i termini dei movimenti che hanno vinto, movimenti ai quali io ovviamente non sono vicino né per idee, né per metodi e tantomeno per contenuti - come la "casta", come quelli che, a proposito di partecipate, nominano gli amici degli amici.

Siamo visti come coloro che sono lontani dalla trasparenza. Si sente parlare molto spesso di più trasparenza nella politica, e con questa proposta di legge proponiamo semplicemente quello che succede ormai in parecchie Regioni d'Italia, ovvero che il Consiglio, i Consiglieri e la Commissione competente si prendano il carico di analizzare e quindi di rendere più trasparente il sistema delle nomine nelle partecipate.

Le nomine nelle partecipate - come diceva bene prima il collega Bertin - sono spesso fatte per vicinanza politica, spesso sono nominati i cosiddetti "trombati", i "non eletti", gli amici degli amici, i parenti, i militanti dei partiti, senza tenere conto delle competenze che servirebbero per poter amministrare al meglio quelle partecipate.

Ho sentito l'intervento del collega Fabbri e francamente temo che non si sia capito davvero il risultato del 4 marzo. Probabilmente non è stata neanche letta così approfonditamente la proposta di legge, perché vede, collega Fabbri, lei dice che si è sempre agito nel solco dei criteri in essa proposti, ma tra i criteri di incompatibilità qui c'è anche il fatto che chi viene nominato non deve lavorare nella società in cui viene nominato (senza fare nomi e cognomi, sappiamo tutti a chi mi riferisco).

Il 4 marzo i valdostani ci hanno dato un segnale forte. Noi dobbiamo pertanto dimostrare di aver capito uno dei tanti motivi per i quali c'è stato questo segnale e inoltre dobbiamo dare delle risposte. Dobbiamo dare delle risposte sulla trasparenza del nostro operato, sulla trasparenza dell'operato in questo caso della Giunta, sul valorizzare le competenze piuttosto che le appartenenze partitiche, le amicizie e le parentele. È per questo che ho firmato e voterò convintamente questa proposta di legge.

Président - La parole au collègue Gerandin.

Gerandin (CC-MOUV) - Io vorrei fare due o tre riflessioni.

Penso che tutte le forze politiche di questo Consiglio abbiano parlato di trasparenza e di meritocrazia; in tutti i programmi, di tutte le maggioranze che si sono succedute, c'erano passaggi molto ripetitivi in tal senso. Penso che non esista una maggioranza che non l'abbia fatto suo nel proprio programma, non esiste una campagna elettorale in cui non sia stato messo al centro.

Da tutte le parti ci chiedevano di presentare una proposta di legge. Nei vari ruoli che abbiamo ricoperto, sia quando siamo stati in minoranza, sia in quel breve periodo di cambio di maggioranza, noi abbiamo continuato ad invocare questa trasparenza, questa competenza, questa meritocrazia. Ci è stato detto: presentate una proposta di legge, così almeno si discute in aula e si vede se c'è la possibilità di convergere. Io credevo veramente - come ha detto anche il collega Fabbri - che ci fosse una grande necessità di convergenza su un argomento del genere, è chiaro. Abbiamo aspettato cinque anni di legislatura, adesso siamo arrivati ai titoli di coda; è uno degli ultimi Consigli in cui è possibile fare qualcosa, per cui noi l'abbiamo presentata. Crediamo che in un sistema di partecipate come quello valdostano ci sia la necessità di dare quel segnale di aver capito che non si può continuare come si è fatto fino ad oggi, dove è più importante a volte una tessera o un'amicizia rispetto alle competenze e al merito, dove non c'è quella trasparenza e quella pubblicità per cui tutti abbiano la possibilità di giocarsela. Come ha detto anche il collega Padovani prima, penso che questo sia anche uno dei motivi per cui i cittadini valdostani hanno detto: "basta".

Sono certo che questa proposta di legge non verrà approvata, sarà l'ennesima occasione persa per dire che abbiamo capito. Penso non ci sia messaggio peggiore di quello che la politica non vuole capire. Non è la legge più perfetta, ci mancherebbe, però dà un segnale in questa direzione. Chiudersi a riccio e dire che tutto quello che stato è fatto è stato fatto bene o comunque non tutto è stato fatto male, non è una risposta al malcontento generale che c'è. I pochi fortunati non possono essere solo più pochi, la trasparenza non può essere un requisito trascurabile, l'appartenenza politica non può essere l'unico requisito per entrare nelle partecipate, e neanche la tessera. Poi ci sono dei bravi funzionari che possono avere un'appartenenza e una fede politica; bene, che questi vengano nominati, ma che si confrontino nell'intero panorama e tutti abbiano le stesse opportunità. Dico questo perché ho il sentore che sarà l'ennesimo sasso buttato nello stagno. Abbiamo voluto arrivare fino in fondo per capire se il messaggio molto chiaro che gli elettori hanno dato nelle ultime consultazioni potesse essere recepito. Può darsi che poi ci sia la necessità di migliorare, ci mancherebbe, non si toglie comunque la possibilità all'Esecutivo di nominare, ma di certo avrebbe probabilmente le mani un po' più legate, perché dovrebbe confrontarsi sui vari curricula, per dire che almeno un po' di competenza e non solo di appartenenza politica stia alla base di una nomina. Questo è quanto.

Ho il timore che sarà l'ennesima occasione mancata, soprattutto l'ennesima occasione per non recepire il messaggio chiaro che è pervenuto dai cittadini e rivolto alla politica attuale.

Président - La parole au collègue Cognetta.

Cognetta (GM) - Anch'io do il mio sostegno a questa proposta di legge presentata dai colleghi Bertin, Gerandin e Padovani.

Al di là delle considerazioni fatte dai colleghi, vorrei aggiungerne una ulteriore rispetto alla questione della trasparenza. Credo che buona parte dei problemi e delle interpretazioni rispetto alle nomine siano dovute alla scarsa conoscenza dei candidati, soprattutto al fatto che non viene condivisa la loro competenza. Spesso vengono nominate persone che sinceramente io non conosco. Questo ovviamente è lecito, non è detto che debba conoscerle per forza per essere nominate, però ogni volta devo andarmi a guardare effettivamente chi sono, che curriculum hanno, cosa hanno fatto, cosa non hanno fatto e devo farmi un'idea sulla base di quello che trovo, ammesso che trovi qualcosa (a volte non trovo nulla, e quindi mi rimangono una serie di dubbi).

Io credo che la norma, al di là della questione della trasparenza sollevata dai colleghi, implichi che la trasparenza vada anche nel senso della conoscenza. Se tutti conoscessimo meglio chi viene nominato e chi rivestirà un certo ruolo, sicuramente avremmo meno problemi nel valutare certe persone in un senso o nell'altro. Penso che sia una questione di buonsenso, come al solito. Basterebbe far conoscere a tutti quanti chi sono i candidati per avere un'idea e quell'idea può poi rinforzare il candidato. Non è detto che necessariamente il candidato debba essere affossato perché di una parte politica piuttosto che di un'altra. Chiaramente è un discorso rivoluzionario per la Valle d'Aosta, perché siamo abituati a ragionare per bande e per fazioni, quindi figuriamoci se si può fare un ragionamento del genere! In un mondo idilliaco e un po' più normale non può accadere una cosa del genere, sarebbe una cosa così strana? In altre Regioni, qualcuna anche del Sud - mi tocca darvi questa triste notizia - esiste già la Commissione nomine e ci sono dei Consiglieri che valutano; poi è sempre la Giunta che alla fine decide, ma i commissari Consiglieri regionali valutano. Ci sono fior di compendi su questo in internet. Ci sono ricerche fatte anche da Enti regionali e nazionali che hanno valutato le Commissioni di nomina. Io credo pertanto che potrebbe essere un piccolo passo avanti nella direzione della trasparenza il fatto di rendere finalmente questa Regione un po' più moderna e un po' più a misura di quello che è il 2018, sia in termini di lavoro che di gestione della cosa pubblica.

Vi chiedo di ripensare su questa proposta di legge, vi chiedo di votarla o, eventualmente, visto che siamo ancora in discussione generale, di emendarla per poi votarla al fine di trovare una soluzione anche a questo problema. Probabilmente si risolverebbero tante questioni, tanto gossip e tante maldicenze che escono in continuazione perché non si conosce effettivamente la caratura delle persone che rivestono certi ruoli.

Président - S'il n'y a pas d'autres interventions, je déclare la discussion générale close.

Nous passons à l'examen de l'article 1. Je mets aux votes l'article 1, s'il n'y a pas de commentaires. La votation est ouverte. La votation est close.

Presenti: 30

Votanti : 11

Favorevoli: 11

Astenuti: 19 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Testolin, Viérin)

Il Consiglio non approva.

L'articolo 1 non è approvato, di conseguenza decade l'intero testo della proposta di legge, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento interno.