Oggetto del Consiglio n. 3177 del 25 gennaio 2018 - Resoconto
OGGETTO N. 3177/XIV - Approvazione di mozione: "Impegno per la modifica dell'articolo 18 della legge regionale concernente disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2018/2020 in merito alle competenze del Dipartimento di prevenzione".
Farcoz (Presidente) - Colleghi, procediamo ora con il punto n. 39 all'ordine del giorno e poi si proseguirà con il n. 38, perché l'Assessore è momentaneamente occupato.
La parole au collègue Restano pour l'illustration.
Restano (AC-SA-PNV) - Con questa mozione ritorniamo, come dice il titolo della stessa, sulla discussione del disegno di legge n. 125 poi diventato legge collegata alla norma finanziaria regionale, laddove all'articolo 32 si introduceva una modifica alla legge regionale n. 5/2000, che è la legge per la razionalizzazione del servizio sociosanitario regionale che andava a sostituire il precedente articolo 32, quello che parla del Dipartimento di prevenzione. Ero già intervenuto all'atto della discussione della norma per sottolineare che l'Assessore aveva chiesto agli addetti ai lavori alcune segnalazioni in merito al dispositivo in discussione, e queste erano pervenute, ma in sede di discussione dell'articolato non era risultata alcuna di queste variazioni segnalate da parte degli addetti ai lavori.
Con questa mozione si va a chiedere di inserire tra le azioni in capo al Dipartimento di prevenzione - previste all'articolo 32.2 - anche un punto che riguarda la tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro. Si chiede inoltre di inserire al punto n. 3 dello stesso articolo una lettera (la lettera n): "Verifiche tecniche di sicurezza degli impianti in ambienti di vita e di lavoro". Proseguendo nella discussione, avevo anche evidenziato al Consiglio la necessità che era giunto il momento per quanto riguarda l'attività del Dipartimento di prevenzione di strutturarlo in maniera un pochino diversa, sottolineando la necessità di creare una struttura semplice che permettesse di lavorare sull'epidemiologia.
Noi riteniamo che la difesa della salute della collettività, ma anche dei singoli, la ricerca di strategie migliori per prevenire le malattie e migliorare lo stato di salute della popolazione valdostana debba indubbiamente passare attraverso un rafforzamento degli strumenti deputati ad occuparsi di prevenzione in medicina. Se vogliamo puntare al benessere della popolazione e della nostra gente è importante assicurare le terapie attraverso un buon lavoro in ospedale, attraverso le strutture sul territorio per poter dare cure adeguate quando questo è necessario, ma è sicuramente più vantaggioso cercare di evitare che le malattie insorgano.
Parecchi addetti ai lavori, anche la popolazione si chiede come mai nella nostra Azienda sanitaria ad oggi manca ancora un'importante branca della medicina quale quella preventiva dell'epidemiologia umana. Sappiamo tutti che questa disciplina si occupa delle modalità di insorgenza, di diffusione e di frequenza delle malattie in rapporto alle condizioni dell'organismo e, in particolare, in relazione alle condizioni ambientali. Tutti noi sappiamo che la Valle d'Aosta ha delle condizioni molto particolari dal punto di vista ambientale. L'epidemiologia si occupa della prevenzione primaria, che significa evitare che le malattie insorgano; si occupa poi della prevenzione secondaria, che significa fare diagnosi precoce, e fare diagnosi precoce significa, in sostanza, evitare che le malattie sopraggiunte uccidano.
La stragrande maggioranza delle Aziende sanitarie in Italia ha, nell'ambito dei Dipartimenti di prevenzione, un servizio di epidemiologia. È un servizio che ha delle risorse dedicate e persone destinate ad occuparsi delle tematiche riguardanti tale disciplina. In Valle d'Aosta così non è. Vi sono più professionalità che - permettetemi di dirlo - quasi a tempo perso si dedicano a questa importante branca della medicina. In Piemonte, per esempio, tutte le USL hanno almeno una struttura semplice di epidemiologia con uno staff di più persone che vi lavorano. Oggi nella nostra USL nessuno, tra i medici che si occupano di epidemiologia, risulta possa farlo in maniera dedicata; eppure, come abbiamo già discusso ieri, vi sarebbe tanto di cui occuparsi. Porto alcuni esempi. Per esempio il registro tumori, oggetto di un'interpellanza di ieri: è stato costituito da poco e accreditato a livello nazionale ed internazionale, ma deve essere continuamente implementato, perché i dati siano il più possibile aggiornati, poiché - come tutti sappiamo - il tumore che oggi uccide ha cominciato a svilupparsi anni prima, e avere una casistica il più possibile aggiornata significa provare a dare risposte più tempestive non solo a chi è alla ricerca delle cause di tali malattie, ma anche a chi si chiede quanto e come funzionano gli strumenti di prevenzione secondaria attivi sul nostro territorio, come ad esempio lo screening mammario, il pap-test, la ricerca del sangue occulto e anche a chi si chiede che impatto hanno sulla patologia tumorale. Vi sono ricerche oramai non più recenti che hanno dimostrato nel campo epidemiologico come mai vi è una certa incidenza di patologie tumorali in una determinata vallata del nostro territorio piuttosto che in altre vallate, e questi sono dati importantissimi. Un altro esempio è il registro delle malattie rare, che deve essere implementato anche alla luce dei nuovi LEA che hanno introdotto nuove malattie nell'elenco ufficiale delle malattie rare. Ulteriore esempio sono i sistemi di sorveglianza attivi a livello nazionale che ci possono dare risposte tempestive sui bisogni di salute a livello locale, oppure l'attuazione di interventi di promozione della salute con evidenze scientifiche. Creare un servizio di epidemiologia umana significa, in sostanza, avere uno strumento in più per potenziare le strategie di prevenzione. Sappiamo che prevenire le malattie, investire in salute e in sostenibilità è un elemento essenziale, perché ormai è sempre più evidente che non si può assicurare tutto e gratuitamente a tutti. Basti ricordare che un recente studio stima che investire un euro in prevenzione genera circa 3 euro di risparmio nella spesa per prestazioni terapeutiche e riabilitative. L'orizzonte temporale nel quale l'investimento in prevenzione si manifesta ha i suoi impatti in un decennio. Questo è un elemento di riflessione importante.
Ieri abbiamo parlato del registro tumori e l'Assessore, insieme al collega Bertin, ne ha sottolineato l'importanza, però mi permetto di evidenziare che l'utilizzo dei dati non può essere fatto da un contabile, da un ragioniere che poi si presenta davanti alla popolazione e illustra i numeri; ci vuole chi li elabora, chi li studia, chi fa ricerca. Abbiamo le professionalità e sembra corretto ed importante permettere loro di lavorare, ma non per il prossimo maggio, bensì per i prossimi dieci anni, perché queste professionalità possono veramente dimostrare che noi stiamo investendo sulla salute dei valdostani.
Dalle ore 9:11 assume la presidenza il Vicepresidente Grosjean.
Grosjean (Président) - La parole à l'Assesseur Bertschy.
Bertschy (UVP) - Collega Restano, abbiamo avuto occasione di un primo confronto durante il Consiglio rispetto a questo argomento. Come ha giustamente sottolineato, la legge presentata andava probabilmente migliorata con un emendamento che poi, per come si sono svolti i lavori del dibattito in Consiglio, non è stato presentato, ma alcuni giorni fa in Giunta abbiamo presentato un provvedimento di legge che consentirà al Consiglio e alle Commissioni di esprimersi a riguardo.
Condivido la presentazione della proposta e il fatto che si debba sviluppare un Dipartimento di prevenzione nella direzione da lei prospettata. Credo che nessuno di noi abbia in mente di andare in giro a presentare i dati del registro dei tumori come un dato analitico, ma è proprio necessario costruire sempre più una struttura che permetta di fare tutte le valutazioni necessarie per rivolgere al domani i nostri pensieri organizzativi e le nostre azioni di miglioramento dei percorsi di salute, degli stili di vita delle persone e anche degli ambienti che viviamo e frequentiamo.
La prima parte della mozione fa parte della legge che abbiamo presentato e su questo ci sarà poi ancora modo di confrontarsi. Non si condivide la seconda parte, non nella parte politica, ma perché, come ben sappiamo e come ha fatto registrare anche dalle osservazioni fatte dagli organi di controllo, l'atto aziendale ha natura privata e serve per dare la possibilità all'Azienda di sviluppare le sue azioni in piena autonomia rispetto alle scelte e agli indirizzi che la politica dà. Nella misura in cui si ritiene importante che tutto questo vada sviluppato - e oggi è possibile farlo, visto che abbiamo abrogato la legge n. 41 ed è possibile l'impegno assegnato alla Direzione strategica di riorganizzare nel corso del 2018 il Dipartimento di prevenzione con anche tutte le sue funzioni e la sua struttura, nella misura in cui si è assegnato questo obiettivo si garantisce alla Direzione strategica l'autonomia per fare le scelte organizzative più adatte per renderlo efficace e per svilupparlo. Sui temi e sulla legge avremo ancora modo di esprimerci.
Per quanto riguarda l'idea di dire attraverso una mozione che tipo di struttura costruire nell'atto, noi riteniamo che questo vada a ledere l'autonomia di gestione della Direzione strategica, quindi proponiamo un'astensione sulla mozione.
Dalle ore 9:21 riassume la presidenza il Presidente Farcoz.
Farcoz (Président) - La parole au collègue Restano.
Restano (AC-SA-PNV) - Grazie per la sincerità nella risposta. Ovviamente non condivido nulla di quanto ha detto, credo neppure i miei colleghi. Voglio spiegare il perché.
Come lei ben conosce, il decreto n. 592 di riforma sanitaria del 1992 prevede - e penso che il collega Guichardaz lo conosca bene almeno quanto me, se non molto di più - un capitolo apposito per il Dipartimento di prevenzione che definisce come questo deve essere strutturato fin dalle sue unità operative. Ci siamo chiesti perché? Perché fino a quel momento l'attività nella struttura ospedaliera era giustamente di maggiore rilievo rispetto all'attività sul territorio. All'epoca fu fatta una scelta: si disse di privilegiare per dare maggiore importanza al territorio rispetto al passato, per investire sulla popolazione, per investire in prevenzione per i motivi che ho detto prima. Certo che se si lascia all'organo tecnico-amministrativo fare queste scelte, questo convoglierà le risorse finanziarie sull'ospedale dove si svolgono le cure. Con la norma si è cercato di dare un indirizzo un pochino diverso. La Valle d'Aosta si è adeguata a questo, perché ha creato le strutture sul territorio, ha creato il Dipartimento di prevenzione.
Ora noi, con questa norma, diamo nelle mani della Direzione strategica, dove lavorano stimatissimi professionisti, personale e dirigenti che noi stimiamo - però poche persone - una scelta importantissima e strategica sul futuro della salute dei valdostani: cancelliamo il Dipartimento di prevenzione. Se questa scelta non era stata fatta fino ad oggi è perché era il caso di valutarlo, perché è una scelta che deve essere fatta dalla politica. L'indirizzo deve essere dato dalla politica, non dobbiamo delegare ad altri queste scelte e lavarcene le mani! Dobbiamo avere la forza e il coraggio di dire che la Valle d'Aosta punta sulla prevenzione. La Valle d'Aosta decide di avere un servizio di epidemiologia, non ci si può lavare le mani e lasciare ad altri questa scelta! La Direzione strategica deve attuare i nostri indirizzi politici, ma così noi li abbiamo cancellati.
Anche riguardo alla legge n. 502 non abbiamo più una struttura, abbiamo delegato ad altri tutto questo! Ma cosa fa la politica? Cosa ci stiamo a fare noi qua nel campo della sanità? Ci siamo fatti belli con un piano della prevenzione che è lungo centocinquanta pagine e non l'abbiamo ancora attuato. Questo è il valore che diamo alla prevenzione, Assessore, facciamo solo parole! Questo era un atto da discutere in Commissione e l'ho detto in Finanziaria. Adesso lei giustamente lo porterà in Commissione e la ringrazio per questo, ma non era da mettere in una legge collegata alla legge finanziaria, e per fortuna che l'avete rivista, però non condivido questo passaggio. Dobbiamo dare un atto di indirizzo forte, dobbiamo puntare sulla prevenzione. Poi convengo che nell'ottica di una ristrutturazione globale, in carenza di risorse finanziarie, vengano spostate o modificate alcune strutture, però andiamo direttamente contro la ratio della riforma sanitaria. Per anni siamo andati in linea con il dettato della legge nazionale, anzi, ci siamo caratterizzati: abbiamo creato il servizio di epidemiologia animale - l'ho detto l'altra volta che ha dato tantissimi risultati sulla prevenzione delle malattie animali - però non abbiamo la forza di fare questa scelta dal punto di vista umano.
Io spero, Assessore, che in fase di discussione della legge che lei ha scaricato in Giunta ci sia il tempo di rivedere queste cose, di caratterizzarci a livello alto; non abbassiamoci, siamo peggio di tutte le altre Regioni! Diamo valore alle nostre professionalità, alle persone sulle quali abbiamo investito; le ricordo che proprio lei ha investito - e ha fatto bene - con le borse di studio per i medici, ma poteva farlo anche con altre professioni sanitarie. È inutile che noi li facciamo studiare, diamo dei soldi per studiare e poi, quando li dobbiamo valorizzare e creare delle strutture, ci nascondiamo e deleghiamo ad un'altra persona. Noi non ci stiamo.
Presidente - La parola al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Penso che dal punto di vista politico il collega Restano abbia ben sintetizzato l'amarezza, collega Bertschy.
Mi sembra che la sanità, in questi ultimi Consigli, sia stata un po' al centro del dibattito di quest'aula riguardo all'efficienza, all'efficacia, alla poca organizzazione, alla mancanza comunque di programmazione, nonostante una capienza così importante che questo Consiglio ha deliberato solo poche settimane fa, perché un quarto del nostro bilancio è dedicato all'Azienda. Il rammarico, dopo aver ascoltato attentamente la sua risposta, è che la politica oggi delega per l'ennesima volta. Ieri abbiamo parlato di programmazione, di liste d'attesa; lo scorso Consiglio abbiamo parlato di emergenza/urgenza, di cure odontoiatriche, di strutture interne, mai il leitmotiv che rileviamo è che non c'è la volontà politica di prendersi le responsabilità. Ne discuteremo in Commissione, dove saremo attivi, ma mi sembra che lei abbia quell'atteggiamento rinunciatario quasi come a dire che è una cosa tecnica e va lasciata solo in mano ai tecnici. Capisce che ci viene difficile capire qual è il suo ruolo. Per quanto riguarda la sanità valdostana, su ogni tematica affrontata riguardo alla pianificazione l'indirizzo sembra quasi - e a questo punto a pensar male qualche volta ci si azzecca, come diceva qualcuno - che siano i tecnici ad occupare lo spazio della politica, che siano i dirigenti o i manager ad occupare quella mancanza dell'indirizzo di natura politica. Comunque avremo modo sicuramente in Commissione di approfondire nel merito, ma io penso che il campanello d'allarme sia sotto gli occhi di tutti. Troppi, tanti sono i temi affrontati in questi mesi, ma il leitmotiv sembra proprio la mancanza di indirizzo politico, di una visione. Ma c'è una visione, c'è un progetto, c'è un'idea di dove lei vuole portare la sanità valdostana nei prossimi dieci anni o no? O si vive alla giornata e poi vediamo cosa succede nelle prossime settimane? Avremo modo anche nel prossimo Consiglio di tornare su altri temi e avremo modo, soprattutto in Commissione, di analizzare.
La parte che fa più discutere è: se investiamo sulle persone occorre poi valorizzarle. Se mettiamo in campo dei soldi pubblici per far crescere la professionalità del personale, diamogli poi gli strumenti, non abdicate o non abdichi! A meno che siano altri a decidere al posto suo e che, a questo punto, siano i dirigenti, la Direzione generale che ha una strategia diversa dalla sua, ma perché lei non ha strategia o non ha una programmazione o una visione. Allora capiamo la sua difficoltà nel rispondere alla mozione che il collega non solo ha ben illustrato, ma ha ribadito in seconda battuta.
Président - La parole au collègue Bertin.
Bertin (CC-MOUV) - Quello della prevenzione è un argomento importante, come avevamo anche accennato ieri relativamente al registro tumori, e non può essere sottovalutato. L'Amministrazione regionale deve dare un indirizzo; i tecnici poi faranno la loro parte, ma è necessario investire e puntare sulla prevenzione epidemiologica per saper rispondere meglio alle esigenze della sanità valdostana e, in prospettiva, avere una maggiore capacità di cura rispetto alle necessità della Valle d'Aosta. Pertanto non si può che votare questa mozione e sostenerla.
Stupisce l'atteggiamento rinunciatario da parte dell'Assessore rispetto a una mozione che è assolutamente di buonsenso e va nella giusta direzione. L'argomento verrà ripreso in altre occasioni, ma certo questa mozione è l'occasione per dare un indirizzo chiaro. Sembrerebbe un'occasione persa, l'ennesima.
Président - La parole à l'Assesseur Bertschy.
Bertschy (UVP) - Eviterò di replicare, perché è evidente che la lunga campagna elettorale è iniziata e il tentativo di delegittimare è presente.
Probabilmente si confonde il ruolo che come Governo vogliamo tenere anche in questa fase di un forte indirizzo sugli obiettivi da raggiungere, di una netta distinzione fra il piano gestionale e il piano politico. Nel recente passato è stato ricordato, e per quello che abbiamo potuto vedere lo ricorderà anche la sezione di controllo, che l'atto aziendale permette (sono scelte fatte dal legislatore statale e dal legislatore regionale) di dotare le Aziende di una personalità giuridica e di un'autonomia imprenditoriale. All'interno di questo atto si declina l'organizzazione e il funzionamento ed è molto preciso quello che bisogna fare.
Noi abbiamo assegnato, tra l'altro condividendoli in V Commissione, degli obiettivi di mandato molto precisi e in questi obiettivi ci sta tutta la riorganizzazione della prevenzione. Oggi abbiamo presentato una legge che ci permetterà proprio di analizzare tutti questi aspetti. La differenza del nostro atteggiamento sta nel fatto che noi non diciamo di costruire la struttura, non siamo noi che, per qualsiasi tipo di attività all'interno dell'Azienda, dobbiamo farlo. Declinare in Consiglio regionale come organizzare l'Azienda attraverso le strutture, magari pensando anche a chi le deve poi interpretare, non è nel nostro ruolo, quindi non c'è alcuna rinuncia, anzi: c'è una forte attenzione a sviluppare questi temi attraverso gli atti che competono alla politica. Le leggi, le delibere e gli indirizzi sono forti e presenti e su questi si sta lavorando. Ripeto: la legge lo dimostrerà. Diverso è dire agli altri che tipo di strutture devono organizzare.
La legge n. 41 aveva dei vantaggi e degli svantaggi che erano stati ben rappresentati, anche perché disciplinava in maniera chiara, all'interno di un'organizzazione aziendale, un sistema di lavoro che però metteva in difficoltà la gestione dell'organizzazione dell'Azienda, e questo mi pare fosse stato sottolineato un po' da tutti. Oggi la Direzione strategica ha alle spalle chiari obiettivi di riorganizzazione del Dipartimento e di tutta quell'attività di prevenzione sottolineata anche dagli atti che abbiamo approvato, nonché l'autonomia per riorganizzare questo Dipartimento nella maniera più efficace possibile.
Rispetto ai maggiori finanziamenti - mi pare che anche l'Assessore Fosson lo abbia ricordato ieri sera - intanto questi sono ancora da dedicare a questo anno e l'Azienda dovrà fare il suo bilancio. Vorrei ricordare che nel 2016/2017 abbiamo pagato anche i debiti del passato, perché la mobilità passiva ereditata dall'Assessore Viérin prima, poi completata nella redazione dei bilanci, andava impegnata all'interno del bilancio dell'Amministrazione regionale per assegnare in seguito al bilancio dell'Azienda le somme necessarie per rimettere in ordine anno per anno i bilanci. È inutile avere soldi per pagare debiti. Da quest'anno, con le scelte fatte, le risorse a disposizione saranno utilizzabili per portare avanti l'azione di tipo sanitario.
Sulle borse di studio abbiamo fatto due scelte, collega Restano: quella per i medici di medicina generale e quella per le specializzazioni. Con il bilancio di quest'anno abbiamo portato da due a quattro le borse per specializzazione per i giovani, quindi nel giro di cinque anni ci saranno almeno venti giovani specializzati in Valle d'Aosta. Dovremo cercare di finalizzare queste borse ai percorsi, come diceva giustamente ieri il collega Chatrian, poiché certi servizi e certi reparti vedranno i medici andare in pensione, oppure si tenterà di potenziare. È quindi una pianificazione tutta da organizzare con le risorse messe a disposizione. Ripeto: nessuna rinuncia, ma semplicemente la volontà di cominciare a fare ognuno il nostro lavoro e non sostituirsi al lavoro delle persone incaricate per fare scelte di tipo gestionale.
Président - La parole au collègue Fosson.
Fosson (AC-SA-PNV) - È vero che la mobilità non è stata pagata un anno, ma dal momento che il Ministero per un anno non ha calcolato gli importi della mobilità passiva - che, come lei sa, sono pagati due anni dopo - non è certo un debito: è stata un'impossibilità di accantonare i soldi per una mobilità passiva che non era stata indicata.
Assessore, bisogna anche però che lei sottolinei come negli ultimi otto/dieci anni la mobilità passiva sia passata da 18 milioni di euro all'anno a 7/8 milioni di euro, e poi vedremo come sarà negli ultimi due anni. Pertanto non è stato un desiderio di accumulare un debito, ma è il Ministero che non lo ha calcolato, è ben diverso. Lei dice poi che siamo in campagna elettorale. Ora io cerco di tenere i toni molto bassi, però già sull'atto aziendale diverse volte lei ci ha detto che questo è compito dei tecnici.
Voglio solo sottolineare come politicamente la sua posizione sia cambiata in modo significativo. Nella legge finanziaria presentata da voi c'è l'abolizione di una norma che prevedeva che l'atto aziendale fosse stato discusso, approvato e votato in V Commissione, quindi sottoposto al suo giudizio. Voi avete abolito questa opportunità. Assessore, vorrei solo sottolineare che questa norma era conseguente ad un emendamento presentato sulla legge finanziaria del 2013/2014 - la prima firma era di Guichardaz e poi vi era la sua - che fu accolto da me, perché ritenevo giusto che un atto aziendale fosse discusso in V Commissione. Ora ci sono state delle sentenze e degli avvertimenti della Corte dei Conti, però è chiaro che c'è un'inversione tra la posizione politica del 2013/2014, che voleva che l'atto aziendale fosse prima discusso, condiviso e votato in V Commissione, e quanto è successo con l'ultima Finanziaria, in cui si abolisce questa norma proposta da voi. Mi permetta di sottolinearlo.
Le borse di studio, altra legge da lei presentata. Vedremo poi a chi saranno date queste borse di studio, quanti e quali giovani valdostani saranno interessati. Come le ho già detto, purtroppo da una parte si danno le borse di studio - forse è l'unica legge di programmazione portata in questi mesi, quando io ero Presidente della V Commissione - però dall'altra parte si alza il massimale ai medici massimalisti di Aosta da 1.500 a 1.700, quindi praticamente i giovani medici non hanno la possibilità di avere un massimale adeguato per tenere aperto un ambulatorio. Pertanto da una parte si favoriscono i giovani e dall'altra li si penalizza. Questa è una mia sensazione, ma poi questo lo vedremo. Le ho già detto ieri che c'è un massimalista che lascia il suo ruolo qua ad Aosta e non c'è alcun giovane interessato a subentrare. Lei mi dirà che se ne è discusso con i medici, ma in questi comitati di medici sono presenti purtroppo quasi solo i massimalisti. Comunque questa norma abolita da lei in Finanziaria, che prevedeva che l'atto aziendale fosse discusso in V Commissione, era successiva ad un suo emendamento del 2013/2014.
Président - La parole au collègue Restano.
Restano (AC-SA-PNV) - Ha detto bene, Assessore: sono scelte gestionali. È lì che ci dividiamo con lei nel pensiero, perché noi parliamo di indirizzi politici, non di scelte gestionali; queste le deve fare l'Azienda, perché deleghiamo a terzi l'applicazione dell'indirizzo politico. L'indirizzo politico forte della Valle d'Aosta deve essere: "noi puntiamo sulla prevenzione", e la legge dello Stato ci indica l'impalcatura.
La sua legge, che ho scaricato, è monca perché azzera il Dipartimento di prevenzione, ha ridotto ancora le competenze. È vero che dietro il termine "prevenzione della salute" si nasconde un mondo e allora possiamo aggiungere tutte le strutture ad personam che l'Assessore andrà ad indicare o che deciderà. Qui però non si parla di persone, nessuno di noi ha parlato di persone! Noi diciamo di valorizzare la prevenzione, di creare e di dare un atto di indirizzo forte, e lo possiamo anche fare. Non abbiamo farlo oggi, lo faremo in Commissione, ma è solo per concludere la discussione. Ci dobbiamo esprimere, dobbiamo dire che puntiamo sull'epidemiologia, non dobbiamo nasconderci!
Il collega Fosson, che mi ha preceduto, ha detto bene: sembra quasi che stiamo abdicando. Quando passò quella risoluzione noi non eravamo d'accordo, ci siamo adeguati (ero Presidente della V Commissione) ad accettare la discussione dell'atto aziendale, quello sì, atto tipico della Direzione strategica, a portarlo in Commissione e quindi farlo vagliare dai politici. Lei, però, quando ha risposto prima, si è contraddetto, ha detto che ognuno deve svolgere il suo ruolo, ma prima non era così!
Noi abbiamo accettato più o meno di buon grado di portare l'atto aziendale in Commissione e adesso ce lo andate a sottrarre! Noi le ricordiamo le discussioni, si diceva di portare tutto all'organo politico. L'organo politico approva l'indirizzo e la parte gestionale - riprendo le sue parole - provvederà a creare l'impalcatura, le strutture e si prenderà anche l'onere di nominare chi meglio ritiene. Non ci sono i nomi scritti, non ci sono né per le borse di studio, né per i primariati qua, però, a nostro modesto avviso, dobbiamo far sapere alla popolazione che ci siamo e che daremo un atto di indirizzo forte sull'epidemiologia.
La prego di riconsiderare la questione; non lo faccia oggi, lo faremo in Commissione, insieme. Noi non lasceremo perdere questa battaglia sul Dipartimento di prevenzione e in questo chiedo l'aiuto del collega Guichardaz. Gli chiedo di intervenire, lui che è tra i banchi della Giunta e che proviene, come formazione e come professionalità, dal Dipartimento di prevenzione. Ma lo vogliamo cancellare? Noi voteremo convintamente a favore di questo atto.
Président - La parole à la collègue Certan.
Certan (ALPE) - Assessore Bertschy, con questa mozione noi - e altri colleghi - abbiamo evidenziato delle criticità. Lei non ci ha detto il perché o qual è la sua visione, dove sta portando l'Azienda, ma ci ha risposto in modo vago dicendo poi che è partita la campagna elettorale.
Credo che i colleghi le abbiano evidenziato chiaramente una serie di criticità e, proprio nel rispetto dei ruoli, queste criticità andrebbero in qualche modo risolte dalla parte politica. Qual è la visione della parte politica in questo momento sull'Azienda? I colleghi hanno già evidenziato bene l'aspetto dell'atto aziendale, la discussione avuta in Commissione, quando noi continuavamo a dire che lei non può dirci che alcuni aspetti cambieranno ancora o cambieranno dopo.
Due o tre Consigli fa noi avevamo anche chiesto di cambiare la legge, avevamo presentato una mozione per cambiarla e per integrarla nell'atto aziendale, perché secondo noi tali atti dovevano andare avanti di pari passo, altrimenti si verifica quanto ha evidenziato adesso il collega Restano: che la legge è monca, perché manca di una parte. Nell'atto aziendale, quando ne abbiamo discusso in Commissione, avete risolto il problema a monte, ma la prossima volta non si discuterà neanche più l'atto aziendale perché l'avete tolto, così non ci sarà neanche più questo problema.
Ricordo che nel 2013 l'UVP era tra i più fervidi sostenitori del fatto che tutti gli atti dovessero passare in Commissione, ne abbiamo discusso tante volte. Credo che si possa rimproverare di tutto al Presidente Rollandin, ma non questo, perché ogni volta è venuto in Commissione e ha rappresentato tutto quello che doveva. Il portare gli atti in discussione per tutti i Consiglieri è stata una battaglia che abbiamo fatto insieme. Noi la facevamo perché ne eravamo convinti e continuiamo a farla, ne siamo tuttora convinti. Probabilmente lei, strada facendo, ha cambiato idea, ma a questo punto mi chiedo chi sia in campagna elettorale!
L'altro aspetto evidenziato in Commissione è che l'atto aziendale - e lo ha anche ricordato il collega Restano - nello specifico è andato molto sulla parte amministrativa, ha sistemato delle caselle dal punto di vista amministrativo. Da una parte possiamo anche capire che ci sia la necessità di sveltire tutta la parte burocratica, ma a nostro avviso tale atto era molto debole invece riguardo alla parte sanitaria, quella che poi ha evidenziato le criticità. Chi era in Commissione ha sentito le audizioni e tutte le criticità evidenziate. Non abbiamo bisogno di rinforzare gli amministrativi, abbiamo bisogno di tecnici, di una parte sanitaria più forte: questo è stato evidenziato nelle diverse audizioni, e quasi da tutti.
Assessore, le chiediamo di capire che noi le stiamo presentando dei punti precisi, proprio per essere anche propositivi. Non la prenda come una cosa personale, ma come una questione politica, perché è un momento di cambiamento.
Io non approvo il fatto di non discutere in Commissione l'atto aziendale, che già non è stato votato. Ci sono le audizioni in cui lei ci ha detto: "tanto io lo presento solo, la Commissione non deve votarlo e non deve votarlo neanche il Consiglio, perché è un documento che cambia in itinere". Io le avevo allora chiesto a cosa serve discutere su tutti i punti precisi se poi lei ci dice già che fra due settimane cambierà questo atto. Decidiamo bene quali sono i confini, almeno i più grandi. Capisco che possano esserci, però a noi invece sembra proprio che, da quando abbiamo discusso l'atto aziendale ad oggi, siano cambiate tantissime cose, pertanto abbiamo parlato di un atto che era un'altra cosa. In più adesso lei sta cambiando la legge che, a nostro avviso, in alcuni aspetti sta andando contro l'atto aziendale che in itinere è cambiato. Credo che forse qualche confusione su dove si voglia portare questa Azienda ci sia!
Président - La parole au collègue Fabbri.
Fabbri (UVP) - Intervengo come Presidente della V Commissione. Mi inserisco in questa discussione che vede, a giudizio dei colleghi, la V Commissione esautorata dal compito che le era stato affidato con una legge di bilancio precedente. L'opinione che ci siamo fatti, che ha portato poi alla soppressione della discussione - non tanto della discussione, perché la discussione continua ad esserci in V Commissione, ma in quanto viene illustrato in V Commissione l'eventuale atto aziendale - deriva dal fatto che, a nostro avviso, un atto riguardante proprio il funzionamento di un'Azienda indipendente deve essere affidato alle strutture che determinano poi il buon funzionamento dell'Azienda stessa. L'atto politico viene a monte, in quanto la dirigenza politica dà le direttive al Direttore generale, a tutta la struttura, che sono poi loro autorizzate a decidere come far funzionare bene la loro Azienda. La politica si ferma a dare degli indirizzi. La discussione in Commissione non è completamente abbandonata, in quanto questo atto verrà pur sempre illustrato alla Commissione. Ricordiamo anche che l'atto aziendale è frutto di una discussione tra le strutture esistenti nell'Azienda stessa, a cominciare dai sindacati e di tutti coloro che rappresentano le funzioni dell'Azienda.
A nostro avviso è stato un restituire all'organizzazione interna dell'Azienda la libertà di autogestirsi, mentre la discussione e il voto relativo in Commissione poteva essere secondo noi un momento in cui la politica si inseriva in qualche modo in una gestione autonoma dell'Azienda stessa. Ecco semplicemente il perché di questo passaggio. Secondo noi aumenta l'indipendenza e anche la funzionalità dell'Azienda stessa, perché purtroppo abbiamo visto che il passaggio in Commissione poteva effettivamente rallentare l'applicazione dell'atto aziendale ed essere di impaccio al proseguimento dello stesso.
Président - La parole au collègue Gerandin.
Gerandin (CC-MOUV) - Sarò brevissimo e riparto dalle considerazioni emerse dall'ultimo intervento del collega Fabbri.
È legittimo che un'Azienda importante come l'USL abbia e debba avere la capacità gestionale, ma da dire che la politica non entri nel merito di una gestione amministrativa a dire che bisogna restituire la libertà di autogestione a me pare che siamo un po' all'eccesso! Le linee e le responsabilità politiche non si possono delegare all'attività gestionale vera e propria nemmeno di un'Azienda importante come l'USL. Non esiste che il politico faccia l'amministratore, ma non esiste neanche che l'amministrazione faccia politica. C'è una sostanziale differenza, per cui è assolutamente legittimo non intralciare l'attività amministrativa, ma le scelte politiche hanno una loro responsabilità e, se da una parte l'amministrazione non può fare politica, la politica non può fare amministrazione, ma la politica non può delegare le scelte di indirizzo.
Voglio essere davvero breve. Assessore, la invito a quel gesto di responsabilità che ha avuto quando si è discusso sul bilancio in quest'aula. Mi pare ci sia stato un incontro in cui si è trovata la soluzione sulla professione intramoenia. Le chiederei veramente con lo stesso spirito di accettare la discussione su quella che può essere una soluzione sicuramente di buonsenso, dove - come lei ha evidenziato - la campagna elettorale non c'entra nulla, ma è solo ed esclusivamente nell'interesse dei valdostani.
Président - La parole au collègue Rollandin.
Rollandin (UV) - Je crois que le débat sur ce thème est fort intéressant, car il y a des retombées évidentes sur l'organisation et sur l'adresse qui doit être donnée. Évidemment l'adresse doit être politique, je crois que sur cela il n'y a pas de doutes, autrement il n'y aurait aucun sens d'avoir une organisation telle que celle de l'Assessorat, qui a comme rôle celui de donner des indications et des adresses; bien sûr, les organes après feront les adaptations pour qu'elles puissent être réglementées, mais toujours selon les adresses parvenues.
Credo che il tema della prevenzione meriti questa discussione e questa attenzione particolare, perché sicuramente tutto si riconduce ad essa. Ormai è il tema principale, nell'ambito della medicina tutti i riflessi e tutte le conseguenze convergono con grande attenzione sulla prevenzione. Tutto quello che si spende per la prevenzione è sicuramente ben speso. Ora, il fatto che in discussione ci possa essere questo tipo di organizzazione riguardo alla prevenzione ci sta, credo che nella Commissione competente tale discussione possa portare ad argomentazioni che diano indirizzi chiari, che poi devono essere questi. Questo non significa entrare nel dettaglio né di chi, né di come, però l'indirizzo deve essere chiaro e credo che questo debba essere ribadito, perché sennò penso che non ci sia nemmeno la possibilità di capire dove e come si va a gestire l'Azienda USL. Ormai anche lì credo sia necessario immaginare, più che una gestione autonoma, una gestione conseguente agli indirizzi. Non possono in autonomia cambiare o decidere; possono adattare le conseguenze di una politica che deve essere svolta in modo preciso e deve essere in grado di indirizzare chi di volta in volta va ad essere il Direttore generale, il quale discuterà con tutti, però deve attuare quello che a livello politico deve essere deciso, e non il contrario. Altrimenti possiamo cambiare mestiere.
Presidente - La parola al collega Ferrero.
Ferrero (M5S) - Come Movimento 5 Stelle appoggeremo senz'altro la mozione dei colleghi, anche perché tocca un argomento sensibilissimo che dovrebbe essere trattato, proprio perché noi abbiamo una realtà tutto sommato piccola, di 130/135 mila persone, e la questione della prevenzione potrebbe diventare un fiore all'occhiello della nostra sanità, quindi va valorizzata.
Ho cercato di stare dietro ai discorsi fatti dall'Assessore riguardo a questa presunta separazione tra tecnici e politici, che non ci sia confusione, che uno non vada ad invadere il campo dell'altro. Se facciamo questo discorso, però, prendiamo i sette Assessori e li togliamo, ci sono già i dirigenti regionali e abbiamo risolto il problema. A nostro avviso su argomenti come questo ci vuole un fortissimo indirizzo politico che deve provenire dal Governo regionale. Non ci si può nascondere dietro ad una presunta invasione di campo, perché sennò alla fine - forse ho perso io un pezzo, se è cambiato qualcosa me lo dite - c'è una confusione tra l'Amministrazione, l'indirizzo politico e chi fa che cosa, e sicuramente non è neanche un messaggio che arriva chiaro ai cittadini. Poi la scelta che va in quella direzione può essere vostra, però, senza fare polemiche, io inviterei veramente a fare una riflessione economica, anche solo alla luce di esperienze personali. Un euro investito in prevenzione può essere un risparmio di decine di migliaia di euro dopo, causati da malattie, cure, ospedalizzazioni. Se vogliamo anche essere brutalmente attaccati al denaro facciamo anche la riflessione che conviene investire, dare una priorità alla prevenzione. Mettiamoci qualcosa, perché è un buon investimento: i soldi ritornano e ritorneranno come risparmio per la sanità.
Per cui ci appelliamo ancora al Governo regionale per una possibilità di riconsiderare tale questione, magari di sospenderla, di esaminarla accuratamente in Commissione, in maniera tale che possiamo avere tutti una visione più approfondita, più compiuta della questione e alla fine dare un parere che sia dalla parte dei valdostani.
Président - La parole à l'Assesseur Bertschy.
Bertschy (UVP) - Ringrazio il collega Ferrero. Mi pare di aver sempre avuto un tipo di atteggiamento di buonsenso, di trovare delle soluzioni rispetto a temi come questi, e quando parlavo di campagna elettorale mi riferivo ad altre affermazioni.
Quello che state dicendo è esattamente quello che vogliamo fare. Addirittura l'abrogazione della legge n. 41 finalmente permette di farlo, perché la vecchia strutturazione del Dipartimento non dava la possibilità di investire in maniera così forte in prevenzione, soprattutto per come erano create le strutture. Oggi si dà la possibilità. E non solo condivido il fatto che la politica deve dare degli indirizzi e in prevenzione dobbiamo fare molto di più, in particolare per i giovani, ma quello che noi stiamo sostenendo - poi ben vengano altre opinioni, per fortuna in questa legislatura si può dire tutto e il contrario di tutto, e in certi momenti sostenere tutto e il contrario di tutto - è che quando abbiamo parlato di azienda Casinò non ci siamo permessi di dire che cosa doveva fare un dirigente piuttosto che un altro, bensì abbiamo approvato un piano industriale e abbiamo affermato che d'ora in avanti ognuno deve fare il proprio lavoro.
Collega Restano, quello che contesto di questa mozione è l'andare ad individuare in maniera precisa la struttura semplice, non l'indirizzo di prevenzione. Lo possiamo scrivere ancora più forte. Abbiamo presentato una legge per andare nella direzione della prevenzione, ma noi non possiamo dichiarare in una mozione che la struttura è semplice. Quali elementi abbiamo? Perché non una struttura diversa? Se c'è la volontà di modificare questa parte di mozione possiamo ragionare, altrimenti vuol dire che ogni volta che c'è un intervento scriviamo qua che tipo di struttura deve fare l'Azienda, che tipo di scelta dirigenziale deve fare il Casinò o un'altra azienda. Su questo piano io non mi ci metto. Immagino e spero che sia questa la volontà, altrimenti non si gestisce. E non abdico a nessun ruolo, perché vi garantisco che c'è la massima concentrazione su ogni indirizzo e su ogni scelta. Io non ritengo però opportuno intervenire in maniera così pesante sull'organizzazione di un'azienda, non con una mozione così, che non faccia parte delle tante discussioni affrontate all'interno del Consiglio regionale. Pertanto dico sì alla prevenzione, in maniera ancora più forte, con più investimenti, e gli obiettivi vanno in quella direzione.
Se c'è la volontà di modificare la mozione allora la si può accogliere e, soprattutto con l'abrogazione della legge n. 41, probabilmente si faranno scelte che andranno in maniera ancora più forte nella direzione qui indicata.
Président - La parole au collègue Restano.
Restano (AC-SA-PNV) - Assessore, naturalmente da parte nostra c'è la volontà di discutere e presumo di confrontarci e di modificare la mozione.
Non condivido certe sue affermazioni, ma se l'impostazione è per dire che si accetta la mozione, si riporta - come ha suggerito il collega Rollandin - il tutto in Commissione e ne discutiamo anche quando penso dovremo affrontare l'articolato della legge che avete appena discusso, va bene. È chiaro che lì noi andremo poi a richiedere queste cose. Mi permetto di sottolineare che questa mozione non ci sarebbe se la legge avesse già fatto il suo passaggio in Commissione. Glielo avevo anticipato: non saremmo arrivati a questa mozione se avessimo fatto il passaggio in Commissione preventivamente, anziché inserire la modifica alla legge n. 5 all'interno della "legge omnibus", del collegato alla legge finanziaria.
Comunque, se vogliamo sospendere un attimo e vedere se si riesce a trovare una quadra per riconvogliare il tutto in Commissione, c'è ampia disponibilità e la ringrazio.
Presidente - Sospendiamo pertanto un attimo i lavori per rielaborare la mozione. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa alle ore 10:10 e riprende alle ore 10:24.
Farcoz (Presidente) - Colleghi, riprendiamo i lavori. La parola al collega Restano.
Restano (AC-SA-PNV) - Nel corso della sospensione ci siamo confrontati con l'Assessore e i colleghi che hanno partecipato; abbiamo trovato e condiviso un percorso che, in buona sostanza, riporta la discussione in Commissione all'atto del confronto sulla norma appena scaricata. Emendiamo quindi la mozione e sostituiamo il punto n. 2 dicendo quanto segue: "Si procederà a potenziare e rafforzare l'organizzazione aziendale del Dipartimento di prevenzione a supporto dell'attività di prevenzione". In Commissione andremo pertanto a discutere di questo fatto e sugli indirizzi da fornire alla Direzione strategica per quanto riguarda, nella sua interezza, l'attività di prevenzione che comprende anche l'epidemiologia.
Presidente - Se non vi sono ulteriori interventi, metto in votazione la mozione come modificata. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti : 33
Favorevoli: 33
Il Consiglio approva all'unanimità.