Oggetto del Consiglio n. 3104 del 19 dicembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3104/XIV - Disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (Legge di stabilità regionale per il triennio 2018/2020). Modificazioni di leggi regionali".
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori con il punto n. 8.02. Vi sono gli emendamenti della minoranza e due della II Commissione. Articolo 1. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 33
Favorevoli: 20
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Vi sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 della minoranza che introducono rispettivamente l'articolo 1bis e l'articolo 1ter. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Marquis, ne ha facoltà. Comunico che c'è il parere contrario di compatibilità finanziaria da parte degli uffici, quindi questi emendamenti non verranno messi in votazione.
Marquis (AC-SA-PNV) - Questi due emendamenti si prefiggevano di intervenire sulla materia delle agevolazioni in relazione ai veicoli circolanti in Valle d'Aosta. In particolare, un emendamento si dava come obiettivo di agevolare il bollo auto, azzerandolo per tutti i veicoli ad alimentazione ibrida, a doppia alimentazione elettrica/termica, oppure a gas naturale o a idrogeno per cinque annualità. Questo anche con l'obiettivo di cercare di andare verso la sostenibilità e un minore inquinamento dell'ambiente.
Per quanto concerne l'emendamento n. 2, c'è una riduzione del bollo auto a favore di tutti i valdostani per tutti gli automezzi circolanti del 10 percento. Questa iniziativa faceva riferimento al pacchetto di iniziative a favore della defiscalizzazione per le famiglie e per le imprese, perché riteniamo che la mobilità in Valle d'Aosta sia un problema e ne abbiamo parlato diverse volte in Consiglio regionale sia per quello che concerne il costo della mobilità attraverso l'utilizzo dell'autostrada, ma anche per muoversi dalle vallate laterali. Ritenevamo che, con la norma di attuazione approvata, questa potesse essere una possibilità intelligente per andare incontro a queste situazioni. Vogliamo anche evidenziare che delle Province più avanzate di noi, come quella di Bolzano, fanno uno sconto generalizzato del 20 percento e già da tempo hanno un approccio che va in questa direzione. Prendiamo atto del parere negativo da parte degli uffici, però sottolineiamo che rappresenta anche questa un'occasione persa per la Valle d'Aosta.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente delle Regione, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - La questione della fiscalità - come abbiamo avuto modo di ribadire negli ultimi Consigli in questa legislatura - è un argomento oggetto di attenzione. Crediamo anche che gli spunti presentati abbiano degli elementi di validità e, com'è stato annunciato in II Commissione, avevamo preso l'impegno di lavorarci, noi avevamo preparato anche un ordine del giorno. A questo punto, visto che gli emendamenti hanno tutti, tranne il n. 6, un parere negativo per essere stati modulati nel triennio come manovrabilità, ma con copertura solo sul 2018, prendiamo l'impegno, anche alla luce della futura discussione di ciò che avverrà sia nei rapporti finanziari che nell'apertura di tavoli che possano affrontare nel suo insieme la questione della manovrabilità - che da sabato è opportunità, perché c'è stata la famosa pubblicazione -, all'inizio del prossimo anno ad aprire una discussione seria su questo argomento, compatibilmente con tutta una serie di ragionamenti e di rapporti finanziari che dovremo vedere. È quindi una dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti che vanno dal n. 1 al n. 8, escluso il n. 6 (anche se non vanno al voto), per dire che c'è una disponibilità a riprendere la discussione - essendo questi non ammissibili ai fini della votazione - all'inizio del prossimo anno per intervenire su questo argomento.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Una considerazione di natura più politica che tecnica anche a seguito dell'intervento del Presidente. Mi stupisce un po' l'atteggiamento tecnico sul pacchetto degli sgravi fiscali dei primi 12 emendamenti, anche perché all'interno della nostra legge di stabilità (la n. 123) ci sono diverse leggi finanziate solo per il 2018. Mi spiego meglio. Sappiamo tutti che si ragiona sul triennale, ma il punto di caduta principale è sull'anno corrente (2018), quindi ci stupisce un po' l'atteggiamento dei tecnici, avremo modo fra qualche articolo di affrontare delle leggi di settore mirate solo sul 2018 - guardo il collega Nogara - e non c'è proiezione, o non c'è sufficiente proiezione sul 2019/2020, quindi devo dire la verità che ci manca un pezzo. C'era la copertura per il 2018, non c'era per il 2019/2020, ma come tantissime altre leggi di settore. Ci fa un po' specie questo voto negativo dal punto di vista tecnico, che ci dice: "per il 2018 c'erano le risorse - in questo caso minori entrate e, quando ci sono minori entrate, dall'altra parte ci devono essere delle disponibilità -, le abbiamo reperite sul 2018, non sul triennale 2019/2020". Avremo modo anche sull'articolo 6 di affrontare questo tema, ma stride un po' sia sulla proposta che abbiamo fatto, sia comunque da un punto di vista più generale, perché sappiamo tutti che stiamo discutendo soprattutto l'annualità 2018.
Presidente - Non ci sono altri interventi, quindi passiamo all'articolo 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
Dopo l'articolo 2 abbiamo gli emendamenti n. 3, n. 4, n. 5 e n. 6 della minoranza. Gli emendamenti dal n. 3 al n. 5 hanno il parere negativo di compatibilità finanziaria da parte degli uffici, invece l'emendamento n. 6 ha parere positivo. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (AC-SA-PNV) - Sempre nel pacchetto delle iniziative a favore della fiscalità, abbiamo presentato questi emendamenti in materia di IRAP, che si prefiggevano di andare incontro alla difficoltà delle imprese del nostro territorio. Fare impresa in Valle d'Aosta è più difficile che nel resto del Paese, dove ci sono dei bacini di utenza più ampi, dove non ci sono regioni di montagna, ma condizioni di pianura. Questi interventi erano interessanti, una riduzione generalizzata dell'IRAP dal 3,9 al 2,68 percento credo sarebbe stato un intervento a favore dello sviluppo, della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. Abbiamo modulato questi emendamenti in diverse ipotesi, anche con delle riduzioni di maggiore vantaggio finalizzate direttamente alle assunzioni a tutte le attività produttive. Credo che ci sia una dimostrazione di mancanza di sensibilità, di volontà di applicazione di questa norma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale sabato scorso, una norma che sapevamo già sin dal mese di novembre che era stata approvata anche dalla Presidenza della Repubblica. Se ci fosse stata la volontà politica, credo che si poteva lavorare per andare in questa direzione nell'interesse dei valdostani, invece si è preferito concentrarsi su mettere le mani nelle tasche dei cittadini per distribuire poi le risorse, tramite gli Assessorati, anche attraverso della burocrazia.
Il paradosso dei paradossi è che... l'emendamento n. 6 è un emendamento facente parte di questo pacchetto che prevede una rimodulazione delle tariffe anche per trovare delle condizioni interessanti per tutti. Tale emendamento prevede un aumento per le banche dell'aliquota IRPEF, così come avviene anche nella provincia autonoma di Bolzano, ma fa parte di un pacchetto complessivo. Verrebbe accettata e accolta quindi la proposta di fare ulteriore incasso alla Regione. A questo punto ritiriamo l'emendamento n. 6, perché non vogliamo prendere in giro tutti i valdostani, quindi se non vanno bene gli altri emendamenti, non va bene neanche quello.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Una considerazione su questi tre emendamenti al di là della non copertura sul triennale (c'è la copertura sul 2018). Indubbiamente è una scelta non semplice da poter inserire, anche perché la proposta che abbiamo fatto con questi tre emendamenti pone la Regione Valle d'Aosta in una posizione diversa, nel senso che la Regione rinuncia ad una parte importante di maggiori entrate, perché questo è il meccanismo e si creano quelle condizioni per le imprese virtuose di poter mantenere, quindi pagare meno tasse, quindi una riduzione forte delle tasse a fronte di impegni pesanti.
Il collega ha illustrato, ma volevo fare un passaggio in più. Non è una novità, ma un giovane imprenditore, un giovane artigiano che decidesse nel 2018 di aprire una partita IVA, una piccola azienda, un dipendente piuttosto che cinque dipendenti, per cinque anni avrebbe la possibilità di avere una totale esenzione dell'IRAP. Sappiamo quanto sia importante oggi un posto di lavoro, quanto costa all'ente pubblico creare un posto di lavoro, quanto costa all'ente pubblico le politiche attive e le politiche passive; nel momento in cui ci sono delle possibilità per creare queste condizioni, noi siamo certi che la leva fiscale può aiutare e può essere di stimolo concreto.
La seconda proposta va nella direzione delle aziende già in essere, che hanno dei dipendenti, che hanno dei fatturati in positivo; aziende in essere che se per caso nel 2018 riescono ad aumentare il proprio carico di personale, quindi di posti occupati, a quel punto la riduzione viene fatta all'1,6 percento, quindi si premia il virtuosismo (non a pioggia) delle aziende.
L'altra invece è una proposta più di natura orizzontale. Quasi tutte le Regioni virtuose, che hanno tassi di disoccupazione più bassi della Valle d'Aosta, hanno messo in campo la leva fiscale riducendo l'IRAP da 3,90 a 2,68. Un sacrificio forte, perché, da un conteggio che abbiamo fatto, ci sarebbe stata una minore entrata per l'Ente Regione Valle d'Aosta di circa 6 milioni di euro a fronte di nuovi investimenti, creare delle condizioni per poter mantenere i posti di lavoro, ma soprattutto - la seconda parte - incrementarli. Ci rammarica il fatto che, essendoci la copertura sul 2018, non ci sia stata la possibilità di affrontare nel merito, perché lo affrontiamo solo a livello a questo punto di forma e non nel merito, non essendoci l'autorizzazione e quindi la copertura finanziaria sul 2018. Visto e considerato che, a differenza di altre Regioni più virtuose di noi, il tasso di disoccupazione è superiore all'8 percento, la nostra visione, le nostre idee, la nostra proposta andava nella direzione di creare quelle condizioni per poter affrontare il tema più delicato dei prossimi tre-cinque anni: quello del posto di lavoro, dell'occupazione, che, di conseguenza, aiuta un perimetro più largo, che è la conciliazione famiglia/lavoro, che sono politiche attive e che sono comunque politiche passive. Un soldo investito in minori tasse per le aziende quindi per noi rappresenta un modo diverso rispetto alle criticità che ancora oggi la nostra comunità possiede.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente delle Regione, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Non per entrare nel merito delle questioni, ma per ribadire di evitare di confondere le questioni tecniche con questioni dei dibattiti politici. Noi rileviamo spesso l'attenzione che avete nelle procedure, nel rispetto delle norme, ma se un emendamento ha un parere negativo, è perché ci sono dei problemi tecnici e le cose non sono state scritte come dovevano essere scritte. Invito sempre ad andare preventivamente a verificare bene queste cose. In questo caso la motivazione ci è stata rappresentata tecnicamente e diventa difficile anche qui andare a coinvolgere i tecnici quando questi fanno un lavoro tecnico. Noi diamo la disponibilità a poter in futuro discutere di qualsiasi tipo di manovrabilità fiscale essendo non una prerogativa di qualcuno, ma nata in tempi recenti in questa legislatura (circa due anni fa), di cui insieme ad altri siamo stati i promotori, quindi crediamo che sia il minimo fare una discussione condivisa. Potranno anche andare bene le idee che avete messo in campo ma, al di là degli aspetti tecnici, non possono essere votati, perché sono stati modulati in un modo per cui non possono essere accettati. Ribadiamo che però c'è una disponibilità a fare un discorso nel suo insieme.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Lungi da noi confondere la questione di natura tecnica con quella di natura prettamente politica, anche se poi l'indirizzo di natura politica deve trasformarsi in punto di caduta in questo caso di copertura finanziaria. La riflessione che facevamo a voce alta - e avremo modo, Presidente Viérin, di discuterne fra un attimo sull'articolo 6 -, le disponibilità per il 2018 ammontano a circa 11 milioni di euro, nel 2019 c'è una riduzione di circa il 20 percento, quindi la stessa copertura non c'è per il 2018, per il 2019 e per il 2020. Questa era la mia considerazione di prima, dicendo che non sono state inserite le minori entrate per il 2019 e il 2020, ma come su altre leggi di settore, la differenza è sostanziale fra il 2018 (bilancio in itinere e principale) rispetto al triennale 2019/2020, ma avremo modo fra qualche minuto di confrontarci proprio sull'articolo 6.
Presidente - Visto che l'emendamento n. 6 della minoranza è stato ritirato, possiamo procedere con l'articolo 3. Non ci sono interventi. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Dopo l'articolo 3 abbiamo gli emendamenti n. 7 e n. 8 della minoranza, che introducono rispettivamente l'articolo 3bis e l'articolo 3ter, entrambi gli emendamenti hanno avuto parere negativo di compatibilità finanziaria. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (AC-SA-PNV) - Sono due emendamenti in ordine alle detrazioni dell'addizionale IRPEF regionale, un'addizionale IRPEF che incide per l'1,23 sui redditi attualmente. Avevamo previsto, per andare incontro alle famiglie, una riduzione dell'addizionale nella misura di 250 euro di detrazione per ogni figlio a carico. Questa era una misura per le famiglie, ma senza creare della burocrazia, perché qualsiasi iniziativa prendiamo oggi per far andare qualche soldo in tasca alle famiglie, bisogna fare delle pratiche, bisogna andare a fare l'ISEE, bisogna correre per dei mesi. Con questo era semplice creare una misura immediata da cui la famiglia ne poteva trarre un beneficio. Era un impegno di 4,5 milioni di euro a carico del bilancio regionale che, unitamente agli altri 11 milioni, derivavano dalla fissazione di una no-tax area sempre sull'addizionale IRPEF. Cosa significa questo? Una no-tax area sui primi 20 mila euro di reddito per tutti i cittadini valdostani. Questo è in linea con quanto stanno facendo gli altri, non ha niente di innovativo per il sistema economico a livello nazionale, a livello delle Regioni più evolute del nord-ovest e del nord-est.
Mi rendo conto che purtroppo queste sono materie complesse, noi abbiamo lavorato con grande difficoltà per riuscire a mettere in piedi questi emendamenti e non abbiamo trovato alcun sostegno. Ci spiace, perché da un mese a questa parte si sapeva benissimo che potevano essere applicate queste iniziative sul bilancio del 2018 e ancora oggi si dice: "purtroppo è stata pubblicata sabato sulla Gazzetta Ufficiale, bisogna prendere le cose con un po' più di calma, fare degli approfondimenti", ma intanto i valdostani perdono un anno, durante il quale continueranno a pagare delle tasse in maniera più intensa rispetto a quello che succede nelle altre regioni. Purtroppo questo lo dico anche perché ho letto il DEFR, abbiamo delle previsioni di crescita inferiori rispetto a quelle delle altre Regioni del nord-ovest, e c'è scritto questo in base alle previsioni del sistema Prometeia. Questo ci dice che se non si mettono in campo delle azioni diverse rispetto a quelle che si sono messe sinora, non si uscirà da questa situazione di difficoltà. Non basta crescere i soldi del bilancio regionale, a noi non serve una Regione prospera, serve un territorio prospero, servono dei cittadini che stiano in una condizione di benessere diffuso, perché non serve a niente arricchire il bilancio regionale. Abbiamo la necessità che l'economia funzioni, che i posti di lavoro crescano e purtroppo non troviamo nessuna sensibilità su queste materie, perché i problemi non li risolviamo con 200 forestali per quattro mesi in più. Certo, è un'iniziativa interessante che va nella direzione di poter mettere qualche taccone, ma abbiamo bisogno di misure strutturali, misure che diano la possibilità di incrementare i posti di lavoro e di mettere le famiglie in una condizione di minore difficoltà rispetto a quella che stanno vivendo oggi.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - In questi mesi, dopo l'approvazione della variazione che abbiamo fatto nei primi giorni di agosto, abbiamo avuto modo di confrontarci con chi da quasi ormai nove anni mette in campo degli sgravi e delle detrazioni fiscali molto robuste. La volontà è quella di azzerare la burocrazia, perché, nel momento in cui si lasciano decine e decine di milioni di euro nelle tasche o delle imprese e dall'altra alle famiglie, certe leggi di settore non hanno quasi più senso di esistere, quindi meno burocrazia, meno partite di giro e magari c'è anche meno la possibilità di far cadere dall'alto eventualmente certe operazioni. Queste due proposte che abbiamo cercato di predisporre, tenendo un'asticella più bassa rispetto a chi tiene invece un'asticella per le famiglie molto più alta: la Provincia di Bolzano la no-tax area sull'addizionale IRPEF la porta a 28 mila euro. Consci che dovevamo far quadrare i conti, altrimenti era troppo facile inserire delle minori entrate, abbiamo tenuto un'asticella più bassa (fino a 20 mila euro) e ci siamo anche detti: fino a 20 mila euro l'addizionale IRPEF è zero, invece dall'1,6 il 6 percento; poi, per i redditi più pesanti, a scaglioni ognuno paga il dovuto. Era una deduzione, quella deduzione che ci permetteva di non obbligare gli uffici, la burocrazia per far mantenere certe risorse nelle tasche le famiglie e dall'altra parte invece prospettare anche la detrazione per i figli a carico. Anche questa va nella direzione di valorizzare i modelli unici inferiori a 70 mila euro, quindi c'è un ragionamento comunque di prospettiva e di peso legato al reddito, ma soprattutto per la possibilità di detrarre dall'importo dovuto a titolo di addizionale regionale IRPEF di 252 euro per ogni figlio in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico.
L'ultimo passaggio (non banale): "se l'imposta dovuta è minore della detrazione, non sorge alcun credito d'imposta". Quasi come una filiera corta, quando avevamo più risorse, c'erano numerose altre leggi che andavano a sostenere. Con questa possibilità si azzera questa partita di giro, perché si lasciano direttamente nelle tasche della semplice famiglia e dall'altra parte si dà una risposta certa con una modifica legislativa. È normale che, nel momento in cui si mettono in atto le due leve (impresa e famiglia), dall'altra parte si deve avere la copertura, consci che ci sono meno soldi da gestire, eventualmente da allocare in diversi rivoli, questo sì. Tant'è vero che, ascoltando anche la relazione del Presidente della Provincia di Bolzano, è curioso il passaggio che fa sugli sgravi fiscali: "politicamente è un rischio, perché non vai più a finanziare una legge di settore e vai a modificare l'impianto legislativo". Ordini di grandezza alla mano, per la finanziaria 2018 l'ammontare del pacchetto fiscale degli sgravi fiscali provinciali (non quelli statali) ammonta a 315 milioni di euro. La proposta che abbiamo cercato di fare in queste settimane, con tanto impegno, con gli strumenti che ha il Consiglio - che non ha un Assessorato o un Governo, o una Giunta -, confezionata di tutti e 13 emendamenti, è una proposta di sgravi fiscali che tende a 43 milioni di euro. Questa è un po' l'impostazione che noi avevamo immaginato per portare la Valle d'Aosta nel domani su un altro binario, sapendo perfettamente che questa scelta avrebbe fatto fare un passo avanti: non più andare ad alimentare le leggi di settore, ma direttamente alla fonte, senza andare a mettere le mani nel portafoglio delle imprese e nel portafoglio delle famiglie.
Presidente - Non è necessaria la votazione visto che gli emendamenti n. 7 e n. 8 della minoranza hanno avuto parere negativo di compatibilità finanziaria. Possiamo passare all'articolo 4. Vi è l'emendamento n. 1 della II Commissione, che prevede che l'ultimo periodo del comma 3 dell'articolo sia così sostituito: "resta escluso dall'ambito di applicazione del limite assunzionale di cui al primo periodo il reclutamento di personale addetto ai servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali per persone anziane e non autosufficienti o in condizioni di fragilità". Lo do per approvato, metto in votazione l'articolo 4 con l'emendamento della II Commissione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 33
Votanti: 33
Favorevoli: 21
Contrari: 12
Il Consiglio approva.
Articolo 5. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Articolo 6. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 7: stesso risultato. Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Solo per ribadire che comunque la cessione dei 30 milioni di spazi finanziari è un'ottima iniziativa da parte del Governo regionale: questo ci tenevo a sottolinearlo. Solo per spiegare a chi non è edotto: questi 30 milioni... si dà la possibilità ai Comuni di utilizzare gli avanzi di amministrazione. Dico questo perché una delle battaglie che abbiamo portato avanti negli anni... l'avanzo di amministrazione 2015/2016 dei Comuni di fatto è stato riversato nelle casse regionali. È grave questo atto, perché è l'unico caso nel panorama italiano in cui l'avanzo di amministrazione sia stato prelevato dalle casse dei Comuni e riversato in quelle regionali, neanche nel panorama nazionale è mai successa una cosa del genere.
L'aspetto più grave di tutto questo è che, per quanto riguarda questo avanzo, seppur consistente, nell'ordine di circa una cinquantina di milioni in due esercizi finanziari (2015 e 2016), non c'è stato un trasferimento così equo da parte dei Comuni. Qualcuno molto sapientemente ha avuto un avanzo pari a zero, poiché si diceva che erano da trasferire gli avanzi non impegnati, ma qualcuno, magari un po' più informato, comunque più addentro... e vi faccio qualche esempio per capire: il Comune di Aosta solo per l'annualità 2016 1,6 milioni, Ayas 335, Donnas 557, Gignod 639, Issogne 923, La Salle 660 mila, Morgex 558, Nus 483, Pont-Saint-Martin 796, Pré-Saint-Didier 2,112 milioni, Valtournenche 1,341 milioni, Verrès 819, per dire gli importi più consistenti delle allora Comunità montane. Qualcuno aveva sapientemente, e sono stati tanti (quelli magari più addentro): 100 euro o mille euro di avanzi.
Ora, dico: ben venga questa regola, ma il problema è che paradossalmente qualcuno avrà avanzi per poter utilizzare questi 30 milioni di spazi finanziari, qualche Comune, forse quelli più solerti, o comunque quelli che hanno rispettato più le regole, probabilmente avranno la triste sorpresa di aver riversato queste risorse alla Regione, non potendole più utilizzare perché questi spazi finanziari sono esclusivamente riservati agli avanzi di amministrazione degli Enti locali. Ci tenevo a dirlo, perché dispiace che per qualcuno si apra una finestra molto importante e che qualcun altro purtroppo non avrà questo tipo di possibilità.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Rollandin, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Per chiarire il modo con cui il collega ha presentato questo articolo. A noi fa piacere che lui sia d'accordo su quello che viene fatto, ma vorrei anche dire che questo è stato possibile adesso con il pareggio di bilancio. Gli anni precedenti una situazione come questa non era possibile. Quei soldi che lui continua a dire che noi abbiamo sottratto sono soldi che lui aveva scommesso che sarebbero stati impugnati dallo Stato - questo è stato registrato, perché disse: "questi non passeranno mai" -, quei soldi sono rimasti a disposizione della Regione, che li ha dati per i Comuni, la differenza è solo questa! Non possiamo dire delle cose non vere, perché se era già possibile allora utilizzarli, poi che ci sia stato qualcuno che ha fatto il furbetto, tutto vero, però qui dobbiamo anche dire che per i Comuni dobbiamo tenere conto che ci sono degli avanzi di amministrazione. Con il pareggio di bilancio che abbiamo noi sappiamo cosa succede se ci sono gli avanzi di amministrazione: sono fondi bloccati. Non diamo degli spazi finanziari perché lo possiamo fare per il primo anno, perché siamo finalmente riusciti a raggiungere il pareggio di bilancio, che ci darà anche le altre possibilità di cui parleremo più tardi. Non è quindi che noi abbiamo tolto, noi abbiamo recuperato quei fondi che nelle altre Regioni invece, tranne il Trentino che l'ha utilizzato per gli investimenti, sono andati persi, bloccati.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'articolo 8. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 9: stesso risultato. Articolo 10: stesso risultato. Articolo 11: stesso risultato. Ci sono gli emendamenti n. 9, n. 10, n. 11, n. 12 e n. 13 della minoranza che introducono rispettivamente gli articoli 11bis, 11ter, 11quater, 11quinquies e 11sexies. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (AC-SA-PNV) - L'articolo 11bis si prefigge l'esenzione dalle imposte comunali sulla pubblicità, è un esempio di quello che vuol dire la programmazione economica, che consente la manovrabilità fiscale. Questa è un'iniziativa che aveva la finalità di azzerare la tassa sulle insegne, anche luminose, relative ai Comuni che si trovano in maggiore difficoltà, ai Comuni più disagiati, i 37 Comuni che fanno parte delle aree marginali, che sono i Comuni di media montagna sostanzialmente, dei Comuni in cui è difficile tenere la gente ad abitare, è difficile anche lavorare, è difficile intraprendere, tenere delle piccole attività commerciali, artigianali e quindi queste sono le insegne che vengono messe sulle porte. Delle insegne che sono un costo annuale, ma anche un costo di burocrazia, che portano un provento di 500 mila euro ai Comuni che le incassano. Io credo che questo sia un esempio, che debba indurre anche qualche riflessione. Questa è una tassa che costa più di quanto non fa percepire, se teniamo conto della burocrazia di tutto quello che porta sul territorio. Ritenevamo che fosse un'idea per poter dare un segnale a questi Comuni, alla gente che vive in queste situazioni, a chi lavora in queste situazioni per far vedere che ci sono delle attenzioni nuove, che vogliono cercare di sviluppare l'economia del Comune. Pertanto ci dispiace che anche questo emendamento non sia tecnicamente stato approvato, ma ci spiace anche che non ci sia stata la volontà di condividere questo percorso, o di andare in questa direzione, perché se noi avessimo avuto gli strumenti a disposizione del Governo, tutti questi emendamenti sarebbero stati tecnicamente predisposti nella maniera corretta e quindi oggi avrebbero potuto essere votati. Come ha già detto prima il collega Chatrian, abbiamo dovuto fare con i nostri mezzi, con il sostegno del settore legislativo del Consiglio, che si è adoperato per darci una mano per quanto possibile, però sicuramente i mezzi non sono quelli dell'Assessorato del bilancio.
Per ciò che concerne invece l'articolo 11ter e a seguire, sono degli articoli importanti in materia di IMU. Riteniamo che sia da dare un segnale sulla casa in Valle d'Aosta, perché l'edilizia è sempre stato un volano della nostra economia. Questo è un settore che ha patito molto in questi ultimi anni, è per questo che abbiamo varato l'iniziativa dei mutui quest'anno per cercare di rivitalizzarlo. È un settore che ha lasciato a casa 2400 persone negli ultimi sei anni, quindi ha bisogno di una serie di azioni che lo incentivino. Noi riteniamo quindi che, dopo un periodo lungo in cui lo Stato ha tenuto dei comportamenti iniqui nei confronti della casa, serviva dare dei messaggi che abbiamo quantificato in iniziative per 16,7 milioni di euro di sgravi a favore dei valdostani, che riassumo brevemente: una riduzione di IMU del 10 percento generalizzata per dare questo segnale a tutti, che la Valle d'Aosta, la Regione vuole cercare di sostenere il settore; una riduzione per le abitazioni concesse in comodato d'uso a parenti di primo grado. Quante situazioni abbiamo in Valle d'Aosta in cui il genitore concede il comodato al figlio e su quel fabbricato deve pagare l'IMU seconda casa? Secondo noi, questo è un segnale di attenzione per cui bisognava procedere all'azzeramento. Soprattutto per sviluppare l'edilizia, un'iniziativa che prevedeva l'azzeramento dell'IMU per tre anni a chi mette in piedi delle iniziative di riqualificazione degli immobili, è questa un'iniziativa di attenzione verso un settore in completa difficoltà, ma anche verso le imprese, una riduzione del 20 percento della quota IMU. Tutto questo siamo consapevoli che è a carico del Comune, perché questa è un'imposta di tipo comunale, però noi ci prefiggevamo di trasferire il mancato gettito che avrebbe determinato l'applicazione di queste norme al Comune, trasferirlo come Regione, pertanto lasciando a saldi invariati la finanza comunale.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Una riflessione in più su questi due emendamenti che abbiamo presentato. L'idea era di andare a colmare ulteriormente le misure e le azioni che abbiamo messo in campo a settembre, nel senso che abbiamo modificato le regole per quanto riguarda la prima casa, la ristrutturazione ed eventualmente anche un pacchetto più ampio, dal punto di vista di possibilità di mutuo agevolato all'1 percento, al 0,8, e questo secondo pacchetto e questa seconda proposta voleva andare a stimolare ulteriormente soprattutto la ristrutturazione, quindi il patrimonio immobiliare esistente. Primo passaggio fondamentale, come diceva poc'anzi il collega Marquis: azzerare per tre anni chi decide di ristrutturare anche una parte di quel bene, o della singola unità abitativa, anche su questo non abbiamo inventato nulla. Anche altre Regioni montane in difficoltà, dove il patrimonio immobiliare sta diventando per le famiglie un peso, un costo... dall'altra parte il legislatore deve creare le condizioni per poter ridare dignità e possibilità per poter investire del proprio denaro, quindi questa leva che noi abbiamo messo in campo sulla ristrutturazione, azzerando l'IMU, perché poi nel momento in cui tu inizi dei lavori all'interno della tua unità abitativa, hai già una riduzione sull'IMU, ma l'intervento legislativo andava in quella direzione? No. Per questi tre anni fiscalmente, dal punto di vista di visione del nostro sistema, è talmente importante... se tu decidi di ristrutturare il tuo bene e metterlo a reddito, vuol dire fare da volano alle imprese artigiane, quindi idraulici, elettricisti, architetti, ingegneri, geometri, professionisti, tutti quelli che intervengono, nel momento in cui una singola famiglia decide di ristrutturare il bene di proprietà; quindi un'ulteriore leva fiscale dopo aver approvato nel mese di settembre invece una modifica ancora più strutturale legata ai mutui agevolati. La seconda. Lo Stato fino a pochi anni fa ci dava questa possibilità, noi riteniamo, proprio per anche la conformazione della nostra regione, nella nostra visione del pacchetto completo, i 14 emendamenti che abbiamo voluto presentare sulla fiscalità volevano avere una copertura e una visione generale in modo da impattare su tre volet principali: imprese, famiglia e patrimonio immobiliare, che, dal nostro punto di vista, avrebbe potuto creare delle condizioni migliori per un discorso di occupazione e di volano anche fiscale, avendo praticamente quasi su tutte le tasse il 100 percento rimanente in loco.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Certamente qualche errore nella predisposizione di questi emendamenti c'è stato, per cui non sarebbe neanche corretto non ammetterlo, probabilmente avremmo dovuto comunque fare un passaggio riferito alla semplice annualità 2018 e non dire: "a partire da", per cui qualche errore c'è stato. Avremmo dovuto su questi dire che quanto i Comuni non incassavano veniva comunque recuperato mediante le coperture finanziarie che avevamo proposto, veniva riversato in finanza locale, per cui qualche errore c'è. Io penso che quello che è importante su questi emendamenti sia fare capire l'idea che abbiamo in questo momento del sistema valdostano, come il sistema valdostano può invertire la rotta. In alcuni casi per quei piccoli esercizi di montagna, o dove c'è veramente poco reddito, anche la pubblicità, l'insegna pubblicitaria è un problema, come lo è, a nostro parere, proprio per la cultura valdostana che abbiamo, e che siamo convinti che sia alla base anche di quella crescita che negli anni c'è stata, il discorso di dire: facciamo una casa, ma facciamo una casa anche per i nostri figli. Questa casa a volte la viviamo davvero male che, dopo che diamo in disponibilità l'abitazione ai nostri figli, dobbiamo pagarci l'IMU sopra. Era un segnale di dire che c'è possibilità con poco di invertire questa tendenza che ti vede quasi ricco perché hai un appartamento da dare in uso al figlio.
Come riteniamo fondamentale dare un segnale per quelle microimprese, quelle piccole attività che vivono, quelle che dicevo prima, quelle che hanno davvero poco fatturato, che faticano a tirare avanti, quelle dei Paesi forse meno fortunati, non turistici e neanche commercialmente più appetibili. Vogliamo su questo dire che c'era una riduzione importante dell'aliquota per queste microimprese? Idem per il discorso degli interventi di edilizia: noi abbiamo approvato un piano prima casa, un piano di ristrutturazione, vi sembra normale che in un edificio oggetto di ristrutturazione si debba continuare a pagare un'IMU sia pure ridotta? No. Erano piccoli segnali per dire che c'è possibilità di invertire la rotta su questo e dare quel segnale di possibilità di prestare attenzione a quei settori più in difficoltà. Io penso che questo messaggio sia passato, per cui l'obiettivo è raggiunto. Se in un prossimo futuro molto presto anche il Governo lo recepirà, per conto mio ne sarò più che felice, perché significa che probabilmente per la prima volta si vuole provare ad invertire il sistema valdostano che, nostro malgrado, perché a volte dobbiamo subire anche l'imposizione dello Stato, ma il bilancio regionale è crollato del 40 percento dal 2010 in avanti e soprattutto, rispetto alle realtà a noi più simili, stiamo ancora pagando a caro prezzo e non c'è crescita.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Intervengo su questo punto per sottolineare che sempre di più la nostra popolazione è divisa in fasce: ci sono quelli che hanno grosse disparità economiche, quelli che purtroppo faticano molto e c'è la cosiddetta "fascia media", che, per certi aspetti, è quella che ha delle potenzialità e può ancora investire, può far lavorare le piccole imprese del territorio. Con questa iniziativa la mia è una sollecitazione alla riflessione, a portare avanti questo discorso in futuro, come mi sembra di aver recepito dalle parole del Presidente, io ritengo che volendo si poteva trovare un accordo per approvarla fin da oggi, al di là dei tecnicismi. Ritengo però anche che prevedere un meno 10 percento per tutti, oppure per chi ristruttura l'azzeramento dell'IMU per tre anni, meno 20 percento dell'IMU per le microimprese, sia veramente dare un'opportunità di rilancio. Poi che sia la rampa per tentare una risalita per il ceto medio, per quelli che vivono veramente ancora la montagna e che in questo momento stanno faticando, che cercano di remare per portare avanti i propri beni familiari. Io inviterei tutti a non sottovalutare questo discorso, ma soprattutto a verificare ulteriormente se su questo punto, al di là dei tecnicismi, riusciamo a trovare una convergenza con gli uffici, per dare un segnale di unità da parte di questo Consiglio verso chi fuori lo sta aspettando, ma in maniera molto forte.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Come abbiamo avuto un intervento d'insieme sugli emendamenti dal n. 1 al n. 8, escluso il n. 6 (che poi è stato ritirato), sugli emendamenti dal n. 9 al n. 13, che fanno parte anche di questa discussione, effettivamente c'è stata una costruzione, che ad oggi non è tecnicamente accettabile, perché va ad incidere su delle prerogative, sull'IMU dei Comuni, su disposizioni che sono comunali senza aver previsto - come ricordava il collega Gerandin - la questione degli oneri sul bilancio. Come le altre, saranno discussioni che si potranno affrontare in futuro, al momento sono tecnicamente - e non politicamente -inaccettabili, quindi vale per tutti questi emendamenti, che non possono neanche essere posti in votazione.
Presidente - Come già dichiarato, questi emendamenti non hanno avuto parere positivo di compatibilità finanziaria, quindi possiamo procedere con l'articolo 12. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 13. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
Articolo 14: stesso risultato. Articolo 15: stesso risultato. Articolo 16: stesso risultato. Articolo 17: stesso risultato. Articolo 18: stesso risultato. Articolo 19: stesso risultato. Articolo 20: stesso risultato. Articolo 21. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 22
Favorevoli: 21
Contrari: 1
Astenuti: 12 (Bertin, Borrello, Certan, Chatrian, Fosson, Gerandin, Marquis, Morelli, Norbiato, Padovani, Restano, Roscio)
Il Consiglio approva.
All'articolo 22 abbiamo l'emendamento n. 14 della minoranza. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Viste le ripetute difficoltà che ci sono in questo momento per il settore agricolo, per il mondo agricolo di ricevere con continuità e con certezza i trasferimenti del PSR, tenuto conto che c'era già una legge che permetteva di anticipare questi trasferimenti, che notoriamente sono erogati in ritardo non a tutti, la nostra richiesta è molto semplice: si chiede di rendere strutturale questa possibilità di anticipi. Tenuto conto che il nostro PSR scadrà nel 2020, considerato che, come da più parti ci viene detto, una delle difficoltà che si hanno nell'erogazione di questo da parte di AGEA è legata al fatto che il nostro PSR è piuttosto complicato, tenuto conto che, pur nell'intento di fare bene, quando si è approvato il PSR, la politica, o chi comunque ha predisposto o chi ha approvato ha creato una serie di difficoltà in più, a noi pareva quanto mai opportuno rendere strutturale questa possibilità, di modo che gli agricoltori sappiano sin da oggi che fino al 2020 (scadenza del PSR), chi lo desidera avrà la facoltà, alle condizioni che sono state determinate l'altra volta con il provvedimento di Giunta regionale, di richiedere quest'anticipazione.
Peschiamo nei fondi di rotazione. In questo momento la disponibilità del fondo di rotazione è di 12,864 milioni di euro, tenendo conto che nel frattempo ci sarà comunque un incremento di questo fondo di rotazione, perché chi ha richiesto gli anticipi già a partire dal 2015 e avendo le erogazioni ricevute nel 2015, deve restituire. È pertanto una sorta di autoalimentazione, ma questo permette al settore agricolo di non avere più incognite, nel senso che può richiederlo, evitando, com'è successo quando c'erano queste incertezze, di fare richieste magari al settore bancario, anticipazioni e quant'altro e pagando degli interessi. Questo sarebbe un trasferimento che non ha costi e oneri aggiuntivi. Il concetto è molto semplice: la politica ha creato il problema? La politica deve dare la possibilità agli agricoltori di non avere più questa incertezza fino al 2020. Soprattutto lo spirito con cui nasce è che chiunque ci sia ad amministrare, chiunque ci sia in politica, questi agricoltori non debbano ritenersi debitori di un qualche cosa che già spetta loro, per cui non più la classica richiesta alla politica di turno, ma una certezza, in modo che abbiano uno scenario chiaro e abbiano soprattutto la possibilità di fare le loro valutazioni per quanto riguarda il futuro aziendale. Qualcuno deciderà, qualcuno non deciderà, sarà una scelta, ma avranno la certezza di avere questa possibilità di anticipare fino al 2020.
Faccio una premessa. Si legge che AGEA ha sistemato tutto e ha garantito a tutti i pagamenti degli arretrati, che non ci saranno più problemi; se sarà così, saremo i primi a festeggiare, ma tenuto conto che fino ad oggi qualche sorpresa l'abbiamo avuta, noi preferiamo essere cauti, per cui diamo questa opportunità. Non ce ne sarà bisogno, AGEA chiuderà tutte le pratiche vecchie già nel 2018, rispetterà i pagamenti, non ci sarà bisogno, avremo la possibilità di svincolare questi fondi, ma almeno eviteremo che qualcuno abbia delle cattive sorprese, perché di promesse e di impegni ne abbiamo sentiti davvero tanti in questi anni.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Per quanto riguarda questo emendamento che abbiamo predisposto insieme ai colleghi, il collega Gerandin l'ha già illustrato, paghiamo su queste difficoltà e criticità la scelta a monte: quella di predisporre un PSR con tantissimi rivoli, un PSR complicato e complesso - questo ce lo dicono i tecnici - a livello nazionale e a livello europeo. Noi quindi pensiamo che il legislatore debba dare certezza per i prossimi tre anni a tutte le aziende agricole. Lo diceva bene il collega, non ce ne sarà bisogno, perché magari fra uno o due mesi si andrà a regime. In caso contrario, crediamo fondamentale invece dare certezza nel prossimo triennio, a fronte comunque di un PSR volutamente complicato, volutamente spezzettato, volutamente complesso, che alla fine non ci ha permesso di poter dare, dal punto di vista amministrativo e delle scadenze, delle risposte certe e puntuali alle aziende agricole. Questo emendamento va in quella direzione e auspichiamo veramente che da parte del Governo ci sia la volontà di recepirlo e quindi modificare la legge di stabilità.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Nogara, ne ha facoltà.
Nogara (UVP) - Come fatto rilevare dagli uffici, il posticipo del versamento delle anticipazioni del fondo di rotazione di provenienza comporta la necessità di rifinanziamento per poter assicurare la copertura alle domande di mutuo in corso di istruttoria, questa è una problematica che gli uffici hanno rilevato.
Il discorso principale che vorremmo fare come Governo, visto che il PSR è complicato, e lo è per tutti... la scorsa settimana abbiamo avuto anche l'incontro con i responsabili per il controllo sul PSR, i quali dicevano che la volontà adesso di Bruxelles è proprio quella di alleviare un po' il mondo agricolo da queste complicazioni. La volontà di questo Governo non è tanto quella di spostare il problema, ma quella di cercare di risolverlo. Ci sono delle buone prospettive per il futuro e quindi se un domani ci dovessero essere grosse problematiche, vedremo di intervenire.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Se ho capito bene, non viene accettato. Io leggo le disponibilità finanziarie alla data di novembre 2017: 12,864 milioni di euro, per cui non ho motivo di non credere che ci sia la volontà di risolvere definitivamente e ci siano buone prospettive. Io dico semplicemente che, non accettando questo emendamento, vi assumete una grande responsabilità: quella di dire che siete in grado di risolvere questi problemi, risolverli in maniera strutturale. A noi non risulta esattamente così, a noi risulta che a qualcuno dell'Associazione agricoltori che si è recato a Roma e ha parlato con le alte cariche di AGEA, gli sia stato detto che, loro malgrado, probabilmente queste difficoltà dureranno. Se siete in grado di risolvere questo problema, ve ne prenderete ogni merito, ma ciò non toglie che in questo momento, se dovete dare qualche garanzia in più a questi Signori, è questo il momento, perché non chiediamo alcun impegno di più rispetto alle attuali disponibilità finanziarie. Siamo anche a conoscenza che comunque tutta una serie di agricoltori che hanno chiesto il rimborso 2015 e che lo hanno ricevuto lo devono restituire, per cui questo fondo di rotazione si autoalimenta, ciò non toglie che in questo momento sia una misura di buon senso. Non ci interessa mettere il bollino, ci interessa che chi in questo momento ha vissuto anni di difficoltà, che abbiamo condiviso, perché abbiamo condiviso che questo è un problema serio per la sopravvivenza del mondo agricolo... io non riesco a capire in questo momento perché non approvate questo disegno di legge, questo emendamento. È davvero difficile, non c'è un senso logico, sono le battaglie che abbiamo fatto assieme, quelle che voi dite che dovrebbero vederci uniti sullo stesso fronte. In questo momento il mondo agricolo deve ancora sentirsi dire: "siamo sulla buona strada, abbiamo buone prospettive per il futuro". Di buone prospettive... ci sono aziende che nel frattempo hanno chiuso, ci sono aziende in grande difficoltà, per cui io vi chiedo davvero di ripensarci. Non ci interessa mettere il bollino, essere i primi della classe, è un'esigenza che peraltro ci è stata manifestata anche nell'audizione che abbiamo avuto del Presidente dell'AREV.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Su questo tema, un tema ricorrente, un tema che abbiamo affrontato a più riprese, sia nel momento in cui c'è stato il passaggio tra un PSR e l'altro... possiamo capire l'intervento del nuovo Assessore, che ci dice che cercherà di portare a regime i pagamenti. Vista proprio la storia, la difficoltà di dare certezze a questi pagamenti dovuti alle aziende, noi comunque un ulteriore grido d'allarme lo esprimiamo all'Assessore competente. Io penso che oggi se questa maggioranza decide di non accettare questa modifica, perde un'occasione. La rimettiamo sul tavolo, c'è la possibilità, anche finanziaria, c'è la copertura, non ci sono delle criticità, non dovessimo averne bisogno, eventualmente si può modificare e si vanno ad utilizzare queste risorse per altro, però non predisporre e quindi non approvare questa modifica, che è non solo di buon senso, ma va a dare certezze ad un mondo che oggi non ne ha... rilanciamo la proposta, l'emendamento. Ripeto: c'è una compatibilità finanziaria positiva, c'è la criticità, a meno che voi abbiate un punto di caduta certo, che tra qualche giorno o tra qualche settimana il tutto andrà a regime, allora a questo punto diventa inutile questa nostra modifica, questo nostro emendamento. Speriamo che sia come l'Assessore ci ha appena risposto; in caso contrario, perdereste dal nostro punto di vista un'occasione.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Nogara, ne ha facoltà.
Nogara (UVP) - Per una precisazione. Io ho letto quanto mi è stato comunicato dagli uffici, poi voi, Consiglieri Gerandin e Chatrian, mi dite che non ci sono... invece qui mi dicono che bisogna rifinanziare per i fondi di rotazione per poter fare un passaggio del genere. Voi mi dite che ci sono già i soldi, non so se ne sapete più forse degli uffici delle Finanze, ma noi abbiamo la volontà non di spostare il problema, ma di risolverlo. Poi non ci sentiamo eccezionali in queste cose, però noi siamo convinti di potercela fare e vedremo nei prossimi mesi.
Presidente - Possiamo mettere in votazione l'emendamento n. 14 della minoranza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 21 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 22. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
C'è l'emendamento della II Commissione che introduce l'articolo 22bis. Non ci sono richieste, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Abbiamo gli emendamenti n. 15, n. 16 e n. 17 della minoranza che prevedono rispettivamente l'articolo 22bis, l'articolo 22ter e l'articolo 22quater. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Questo emendamento tratta di una questione affrontata negli anni più volte dal Consiglio: della problematica sport/scuola, oppure scuola/sport, dipende da che parte si affronti l'argomento. Fin dai primi anni Novanta, l'Amministrazione regionale ha tentato di dare delle risposte a questa questione e allora si parlava dello ski-college, della École de ski di La Thuile, poi sappiamo tutti com'è finita questa proposta. Successivamente, dopo 20 anni si è tentato con les classes de neige, il progetto è stato avviato per alcuni anni, probabilmente dal punto di vista formativo si sono avuti dei riscontri. Con cognizione di causa posso dire che, dal punto di vista della formazione tecnica e sportiva, non si sono avute le risposte che forse ci si aspettava. Nel frattempo cos'è successo nelle altre Regioni, negli altri Stati? Sono andati avanti, non si è aspettato. Abbiamo lo ski-college di Malles, che funziona, funziona bene, sforna atleti, studenti, olimpionici, ma soprattutto sforna delle persone che poi in futuro lavoreranno nell'ambito turistico, che lavoreranno nelle professioni dello sport, oltre che in quelle del turismo e della ricerca sportiva.
In Valle d'Aosta è nata per iniziativa di un'associazione sportiva dilettantistica una proposta diversa, circa sette anni fa, si tratta del Gressoney Ski Institut, che offre questa opportunità, un'opportunità di studio e anche di allenamento e di formazione tecnico-sportiva ad atleti valdostani e anche ad atleti che provengono da fuori Valle. Parliamo di sport, di cultura, ma parliamo anche di lavoro, perché presso questa struttura lavorano parecchie persone. Parliamo anche di turismo, perché, essendo frequentata da gente proveniente da fuori Valle, si dà avvio ad una forma di turismo dello sport, ma anche della formazione scolastica. Attorno a questo progetto ruotano degli enti pubblici, come le comunità locali della valle di Gressoney, dei privati, un ente sportivo dilettantistico, parecchi sponsor e anche la Monterosa Ski, quindi si vedono lavorare insieme e collaborare tante realtà. Si offrono vari indirizzi scolastici: un liceo sportivo e un liceo linguistico. Ricordo che un anno e mezzo fa circa l'Assessore Rini, dopo una visita alla struttura, si disse favorevolmente impressionata e mi chiese se si poteva pensare di fare qualcosa per quella struttura. Analogamente i colleghi dell'UVP durante il mio trascorso all'Assessorato dello sport e turismo chiesero di intervenire in favore di quella struttura e così ho pensato, insieme ai colleghi della minoranza, di affrontare la questione. La questione chiede di dare un contributo in favore di questa realtà proprio perché dà lavoro a circa sette persone, perché collabora con la Monterosa Ski, perché attorno ad essa ruotano dei privati, ma perché è un progetto forse per altre realtà vecchio, ma per noi innovativo e non è un progetto da far perdere ed è l'unico che abbiamo in Valle d'Aosta. La proposta è quella per tre anni di cercare di incentivare questa iniziativa, per vedere se dà i riscontri che ci si aspetta, perché come adesso è in una fase di stallo. Poi con il tempo si potrà migliorare, com'è avvenuto in altre sedi, però vale la pena, a nostro modo di vedere, tentare di dare un impulso maggiore, tentare di convogliare dei ragazzi nella vallata, tentare di farla funzionare a pieno regime. Vale a dire che bisogna guardare avanti e bisogna provarci. Questo è il nostro intento.
Dalle ore 18:40 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Presidente) - Ha chiesto la parola l'Assessore Marguerettaz, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Sicuramente il tema che è stato sottoposto è meritevole di tutta la nostra attenzione. Se n'è parlato in diverse occasioni, è stato citato il sopralluogo dell'Assessore Rini, credo che altri Assessori abbiano avuto modo di fare delle visite. Ora, mi dispiace che non ci sia in aula il collega Marquis, perché, al di là del contenuto che ho detto che è meritevole, quando ha criticato la finanziaria, ha detto che diamo contributi diffusi un po' qua e un po' là. Se Marquis li ha criticati, non so se li abbia visti o li abbia condivisi. Da questo punto di vista, quindi, faccio un intervento che vale anche per gli argomenti successivi (per gli emendamenti n. 16 e n. 17), questi emendamenti che prevedono una copertura sul programma di sviluppo e valorizzazione del turismo e in particolare sullo sviluppo e la valorizzazione. Non ci dice dove, però. Cosa facciamo, li togliamo all'ASIVA? Li togliamo agli sport popolari? Direi quindi che questo argomento messo in questi termini, da un lato si distribuiscono un po' di soldi, ma senza un approccio che sia meditato... per cui su questi emendamenti - e non interverrò più successivamente - ci asteniamo.
Dalle ore 18:44 riassume la presidenza il Presidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha facoltà.
Certan (ALPE) - Intervengo principalmente sul tema del Gressoney Ski Institut, non su quelli successivi che lei ha anticipato, Assessore Marguerettaz. Lei è sempre molto abile nel preoccuparsi di cosa propone e cosa vota la minoranza e quali sono le sfumature interne. Vede, il principio che ha ricordato il collega Restano... devo dire che non ho visitato e non conosco personalmente questa scuola, forse perché sono originaria della bassa valle di Gressoney e non ho avuto troppi contatti con l'alta valle di Gressoney, quindi non sono mai stata impressionata, come ha detto il collega Restano, per quanto riguarda questa scuola. Quello che credo sia da sottolineare, che è importante è il principio di rispetto per qualsiasi scuola che venga istituita. Assessore Marguerettaz, se qualche anno fa sono stati dati un po' a pioggia dei soldi per avviare questo tipo di scuola, le ricordo che i licei sportivi sono realtà molto interessanti nel resto d'Italia ad esempio, quindi se questo è un principio che viene ogni tanto quando fa comodo - sette anni fa fu un tema molto interessante per chi allora governava -, credo che allora debba essere sempre tenuto in considerazione, perché non si possono istituire delle scuole o dei licei, anche se questi non fanno parte della filiera scolastica, e poi lasciarli boccheggiare, lasciarli al loro destino. Si fa, si prepara l'imbarcazione e poi la si manda alla deriva e se rimarrà e supererà tutte le burrasche, bene, altrimenti pazienza. Io credo che ci sia un senso di responsabilità dietro queste scelte, poi se ci sono, invece, motivazioni chiare per le quali si dice che non ci sono risorse, o non si permette a questa scuola o a questo istituto di fare delle attività, poiché non hanno magari neanche un senso, però si deve avere il coraggio di dirlo fino in fondo, anche se siamo a sei mesi dalle elezioni. Io penso che quanto il collega Restano ha espresso sia proprio una questione anche di rispetto per quanto è stato fatto anche precedentemente. Se c'è una scuola con una serie di allievi, scuola veramente sportiva, chiaramente indicato, o la si lascia andare avanti e sopravvivere, altrimenti si deve avere il coraggio di prendere posizioni e non solo di promettere, promettere e promettere aiuti e poi non portarli avanti. Grazie, Presidente, vedo che l'argomento interessa molto.
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
Presidente - Riprendiamo l'argomento in sé. Assessore, per favore! Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Solo per replicare. Volevo significare che l'autorizzazione da parte delle Finanze c'è stata, sono e siamo così gentili da lasciare a lei dove togliere. Chiaramente lei è l'Assessore allo sport, non vada a togliere allo sport, vada a togliere alla promozione turistica, dove vedo che da 700 mila siamo passati a 900 mila. Incide, a mio modo di vedere, questo piccolo aumento poco, lì si poteva passare e si doveva arrivare a 2-3 milioni di euro come le altre Regioni, quindi togliere questi quattro spiccioli rispetto a quello sarebbe ben poco. Mi permetto di dire che sono tre emendamenti che hanno un filo comune e non sono fatti così per dare delle mancette a destra e a sinistra, però, nell'ambito di un bilancio fatto di mancette, queste scompaiono.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. 15. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 32
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 20 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'emendamento n. 16... ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Vorrei illustrare l'emendamento.
Presidente - Lo illustri. Se lei non mi chiede la parola, non posso saperlo. Quando mi chiede la parola, io le do la parola.
Restano (AC-SA-PNV) - Leggendo il documento economico-finanziario, emerge la volontà da parte del Governo regionale e della maggioranza di lavorare in favore delle piste di fondo e di mantenere un'offerta di un certo tipo sulle piste di fondo, così vi esprimete_ "la gestione e la sicurezza delle piste di fondo necessitano di investimenti, lo sci da fondo è un settore importante per l'offerta turistica, che però non riesce a raggiungere una sostenibilità economica e per questa ragione necessita di investimenti e di aiuto al funzionamento". Concordo con quanto scritto. Già lo scorso anno nel bilancio siamo intervenuti con un ordine del giorno, però è il caso di passare dalle parole ai fatti, vale a dire che vi è la necessità di avviare un percorso un pochino diverso, perché è stata fatta un'interpellanza alcuni Consigli fa, l'Assessore si detto disponibile a venire incontro alle località che avessero voluto portare avanti delle iniziative legate alla conservazione della neve, non è più sufficiente mantenere l'offerta di alcuni anni fa, bisogna guardare avanti. Le località concorrenti fanno un altro lavoro, producono la neve, la conservano per utilizzarla nel tardo autunno, cosa che non è possibile fare in questo momento in Valle d'Aosta. Si migliora l'offerta turistica, si va incontro ai giovani, si va incontro agli atleti che hanno voglia di allenarsi. Questa è la proposta, vista la risposta che aveva dato l'Assessore all'interpellanza, sentita anche la disponibilità da parte di alcune località e considerata la necessità di guardare avanti, perché stando fermi in questo settore, si fa come i canguri giustamente, ma si va a ritroso e quindi perdiamo appeal rispetto ad altre realtà. Ricordo a tutti che la Valle d'Aosta si propone per i Mondiali master di sci di fondo, si propone per le finali di Coppa Europa di sci di fondo, è lanciatissima verso il biathlon, si propone per la Coppa del Mondo di discesa, si propone per la Coppa del Mondo di fondo nei prossimi anni e noi stiamo a guardare. Aspettiamo una risposta.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. 16 della minoranza. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 32
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 20 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. 17 della minoranza. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Anche in questo emendamento proponiamo di trattare l'argomento dello sport, della formazione dei giovani, ma soprattutto di avviare in maniera formale una collaborazione con una delle realtà più importanti della nostra regione: con il Centro di addestramento alpino, sezione sport invernali del Centro sportivo Esercito, analogamente, come avviene già in altre realtà. In altre realtà, quali quella trentina, le amministrazioni pubbliche hanno avviato delle convenzioni con la scuola di Moena della Polizia di Stato, con la scuola delle Fiamme Gialle di Predazzo. Cosa si può fare? Come si può collaborare con queste realtà territoriali? Come si può fare con il Centro sportivo Esercito? Il Centro sportivo Esercito - e l'Esercito in generale, come tutti sappiamo - forma tanti giovani e nel tempo si è trasformato, perché i militari del Centro sportivo Esercito hanno acquisito professionalità nel settore della medicina sportiva, della fisioterapia, nel settore dei tecnici, degli allenamenti, della mobilità articolare, dell'educazione dei giovani e sono disponibili, oltre ad avviare collaborazioni per l'ospitalità degli atleti, soprattutto per contribuire, attraverso le loro professionalità, alla formazione dei nostri atleti, collaborando con le altre realtà territoriali: con lo sci club, con l'ASIVA, con la Federazione sport invernali quindi, ma anche con altre federazioni. Non di rado capita, quando si partecipa ad una manifestazione, sentire gli Assessori che intervengono elogiare questa realtà e la capacità dell'Esercito di collaborare e soprattutto di fare rete con il territorio. Io credo sia giusta giunta l'ora di formalizzare questa collaborazione, come fanno altre realtà, quindi proponiamo di avviare una convenzione con il Centro sportivo Esercito affinché tutto questo venga formalizzato e si porti avanti negli anni in favore dei giovani, ma soprattutto di tutta la collettività valdostana.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. 17. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 32
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 20 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Articolo 23. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione l'articolo. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 33
Favorevoli: 20
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Articolo 24. Ha chiesto la parola il collega Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-SA-PNV) - Solo per significare che si approva ovviamente l'iniziativa in favore dei rifugi alpini e dei bivacchi, si rileva una certa criticità sulla cifra messa in disponibilità. Sappiamo tutti che vi sono dei rifugi alpini di proprietà pubblica e di proprietà privata che necessitano di urgenti ristrutturazioni. La cifra mi sembra quasi ridicola rispetto alle necessità. Abbiamo investito tantissimo per valorizzare i sentieri, per valorizzare i trekking, i trail, poi dopo aver attirato turisti, in certi posti li accogliamo con delle bellissime strutture e altri oramai corriamo il rischio di accoglierli in strutture fatiscenti: mi riferisco ai bivacchi, che generalmente non hanno reddito, o ad altri rifugi dove il reddito è risicato ed evidentemente non possono accedere all'istituto del mutuo. Per forza di cose quindi dovrebbero avere un finanziamento, un contributo, se vogliamo renderli ancora accessibili.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'articolo 24. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Articolo 25. Non ci sono richieste di intervento, lo metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Articolo 26: stesso risultato. Vi è l'emendamento n. 18 della minoranza che introduce l'articolo 26bis. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Questo emendamento che proponiamo ha una valenza tutta politica, non ha nulla di tecnico, anzi probabilmente dal punto di vista tecnico non ha neanche quella solidità che si vorrebbe, ma serve per ribadire un principio: la proprietà delle acque è un tema molto sentito dalla popolazione valdostana. Stamattina giusto qualcuno ha ricordato che "la Vallée d'Aoste est fille de ses eaux" gli obiettivi di questo emendamento sono triplici: da un lato, vogliamo ribadire l'esigenza o, meglio, il principio che su scelte di una certa importanza, strategica per i prossimi decenni, i valdostani debbano essere messi in condizione di potersi pronunciare su questi temi, come, per esempio, la proprietà delle acque e il loro utilizzo. Non ci limitiamo a questo, noi vorremmo anche fare in modo che non ci sia un danno per la società, che in questo momento - stiamo parlando della CVA - sta operando proprio per arrivare alla quotazione in Borsa. Noi vogliamo che ci sia un pronunciamento, ma non vogliamo che la società abbia a patire dei danni in questo senso. Cerchiamo quindi di trovare un compromesso in modo che, a seguito dell'iter, il Consiglio regionale - cosa che oggi non è prevista - si esprima sugli orientamenti e sugli indirizzi e, a seguito di quello, considerati i tempi previsti dalla legge, vi sia la possibilità per i cittadini valdostani di esprimersi o meno in un senso o nell'altro sulla quotazione in Borsa della società CVA. Ci sembra un emendamento molto semplice, ma che va a sancire un principio che riteniamo molto importante.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Cognetta, ne ha facoltà.
Cognetta (M5S) - Per chiedere di votare in maniera separata i due commi. Spiego il perché di questa richiesta. Non ho partecipato fino adesso alla votazione o, meglio, ho votato contro tutti quanti gli articoli di legge e non ho partecipato alle votazioni, per garbo istituzionale, rispetto agli emendamenti presentati dall'opposizione, però questo è un emendamento che si stacca molto da quello che stiamo discutendo e voglio dare il mio contributo. In particolare, vorrei che fosse chiaro per quanto mi riguarda, e se mi sarà permesso di votare i due commi in maniera separata, vado a spiegare il perché, che io non voglio in alcun modo che ci sia la quotazione. Il fatto quindi che si preveda, anche se ancorché in maniera ipotetica, una deliberazione della Giunta in tal senso, io non voglio votarlo. Ovviamente qualora ci fosse questa delibera, invece mi sta molto bene il comma successivo, che prevede il fatto che venga svolto un referendum, quindi vorrei rimarcare questa mia posizione in maniera chiara, netta e forte. Di conseguenza, chiedo che venga fatta la votazione in maniera disgiunta dei due commi, indipendentemente dall'eventuale decisione della maggioranza di concedermi questa possibilità oppure no.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Sulla richiesta, se tecnicamente fattibile, credo che non ci sia nessun ordine di problema. Sul tema della quotazione il Consiglio ha peraltro approvato un ordine del giorno, che dà già le indicazioni sul da farsi. Concordiamo - credo che sia un sentire comune - che questo tema vada affrontato con delicatezza e soprattutto in condivisione con la nostra comunità. Crediamo che, così come peraltro forse è stato anche ricordato dal collega Cognetta, ci sono alcune questioni in questo emendamento che, secondo noi, al di là del recepimento tecnico positivo, non sono proprio consone all'attività che eventualmente ci può stare in un mercato privato. Ci spieghiamo: noi crediamo che approvare un emendamento che dice che un Consiglio regionale su proposta di un Governo interviene su mercati finanziari regolamentati, sulla Borsa, su queste questioni sia un aspetto che vada a rischio di incorrere in disposizioni in contrasto per non dire in reati: pensiamo all'aggiotaggio, piuttosto che altre questioni; queste sono questioni delicate. Un Consiglio regionale, un organo politico che interviene su tematiche che sono regolamentate in materia di riservatezza crediamo che non sia... crediamo che invece lo spunto politico sia interessante. Questo - come ricordava peraltro il collega Roscio - credo sia uno spunto da lasciare al Consiglio. Sapete che ad oggi nessuna azione è stata fatta, se non quella tecnica per non perdere l'anno di tempo. C'è quindi tutto il tempo per condividere tra le forze politiche - ma crediamo che sia un tema da sottoporre alla comunità valdostana - l'indirizzo su un tema così importante per i valdostani. Ci trovate quindi in linea sui principi, come peraltro questo viene rilevato e si ritrova nei punti programmatici di questo Governo e crediamo che, così come sono formulati, gli emendamenti vadano ad anticipare una discussione che, secondo noi, invece va affrontata in modo più condiviso e magari, al di là di qualcuno che ha già organizzato incontri e che si è già mosso per sensibilizzare la comunità, cercando di gestirla anche come istituzioni (inteso come Consiglio regionale) in modo condiviso con la nostra comunità. Saremmo quindi per non accettare gli emendamenti così come formulati, ma c'è una disponibilità su questo tema a non procedere, come peraltro questo Consiglio ha deliberato con un ordine del giorno, in nessun senso finché non sarà aperto un dialogo, un confronto serio su questo tema.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Si tratta di un tema, Presidente Viérin, che abbiamo discusso numerose volte in questa legislatura. Non so se riusciremo a convincere il Governo e la maggioranza a votare questo emendamento, ma ci provo e ci proviamo. Lo scorso anno questo Consiglio ha approvato la possibilità di quotare la principale partecipata regionale, perché avevamo un obbligo a monte: il perimetro legislativo ci obbligava a quotare in Borsa la nostra società. Nel corso del 2017 quest'obbligo è venuto meno. Venendo meno l'obbligo, è cresciuta dal nostro punto di vista, ma lo ha ribadito anche lei, da parte della comunità tutta valdostana la voglia di partecipare a questa scelta ed ecco perché noi oggi abbiamo cercato di tradurre in legge il desiderio della comunità, della popolazione valdostana: avere la possibilità di decidere. In queste settimane con numerosi colleghi abbiamo quindi cercato, per il tramite dell'ufficio deputato del Consiglio regionale, di scrivere dal punto di vista giuridico questa volontà. Il punto di caduta è che noi oggi abbiamo solo ed esclusivamente una risoluzione approvata da questo Consiglio, ma non è una legge, è una risoluzione, quindi la risoluzione dà un indirizzo di natura politica. Per poter creare le condizioni alla cittadinanza, ai cittadini valdostani per il tramite di una consultazione popolare (referendum) ci va un atto: ecco perché l'emendamento n. 18 è suddiviso in due commi. Il comma 1 va ad obbligare il Consiglio regionale a prendere una posizione: se non si prende quella posizione, l'Azienda CVA non viene quotata in Borsa, per cui il problema a questo punto non sussiste, ma se si decidesse di intraprendere quella strada, questo emendamento ha un punto di caduta popolare: il referendum, questo è lo spirito. Ho cercato di declinare meglio la nostra volontà di natura politica. Apprezziamo che il Presidente condivida dal punto di vista politico il fatto di dare la possibilità alla cittadinanza, alla comunità di decidere, ma noi gradiremmo - e questo è lo spirito con cui abbiamo preparato questo emendamento - inserirlo in legge, in modo che anche nella futura legislatura 2018-2023 chi sarà deputato a governare, o a fare opposizione nella prossima legislatura avrà la possibilità di prendersi delle responsabilità in quest'aula e dire per diversi motivi: "vorremmo quotare la nostra società in Borsa", ma se oggi viene approvato questo emendamento, ci sarà la possibilità di passare per il tramite di una consultazione popolare, per il tramite di un referendum. È questo lo spirito con cui oggi noi presentiamo questo emendamento. Il punto di caduta è che sia la comunità valdostana a decidere se quotare nei mercati regolamentati la nostra società, oppure no. Se non inseriamo la modifica del comma 1, la risoluzione che noi abbiamo praticamente non fa scattare il referendum. Questo è basilare, è importante, è capitale se i firmatari di questo emendamento vogliono che sia la comunità a decidere, dopo un posizionamento del Consiglio regionale, se quotare oppure no la CVA S.p.A.. Il collega Roscio lo ha illustrato, ma dopo aver ascoltato le parole del Presidente della Regione, che ci ha detto che condivide la posizione politica, abbiamo cercato di fare un passo in più: codificare in legge (comma 1) e soprattutto qui scatta quel meccanismo che diamo la possibilità alla cittadinanza di decidere per una consultazione popolare cioè per il tramite di un referendum. Riteniamo fondamentale questo passaggio e auspichiamo che questo Governo e questa maggioranza approvino questa modifica, perché andiamo a codificarlo in legge.
Dalle ore 19:15 assume la presidenza il Vicepresidente Farcoz.
Farcoz (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - È molto semplice questo emendamento e penso che abbiamo il dovere tutti di raccontare ai valdostani un po' l'evolversi di questa situazione. Prima di tutto non è che si interviene con questo su un processo di quotazione, si interviene su un articolo di legge: l'articolo 27, comma 1, della legge regionale 21 dicembre 2016 (legge di stabilità del triennio 2017/2019), per cui si interviene su un testo di legge regionale, che autorizzava la Giunta regionale a fare qualunque atto per arrivare fino al processo di quotazione. Ora il perché fosse nata questa esigenza lo ha già spiegato il collega Chatrian. Pensiamo che il panorama sia profondamente cambiato, fortunatamente profondamente cambiato sia per quello che riguarda CVA, ma anche per quello che riguarda l'idroelettrico nei comuni. La verità però è che, al di là di quello che c'è scritto sull'ordine del giorno, che non ha avuto nessun esito dal punto di vista legislativo - e noi vorremmo provare ad introdurlo con questo emendamento - non è più previsto nessun passaggio in Consiglio obbligatorio. È chiaro poi che se c'è la volontà, è un'altra storia, ma qualche passaggio obbligatorio non esiste più. Si è detto che nei contenuti di quell'ordine del giorno c'era scritto che, dopo acquisito il piano industriale, il piano finanziario della società, si faceva un processo di informazione. Ora questo processo di informazione può essere fatto, ma attenzione che questo atto che avete approvato nella finanziaria del triennio 2017/2019 non apre più nessuna possibilità a nessuna consultazione referendaria. Noi ci abbiamo pensato un bel momento, provando ad inserire in legge, invece di inserire questo articolato, proponendo che ogni decisione definitiva sia prima oggetto di referendum. Non si può fare, perché la legge sul referendum è legge statutaria, per cui non possiamo sorpassarla con una legge ordinaria, per cui c'erano due strade: o si diceva: "viene abrogato il processo di quotazione", oppure obblighiamo a fare un ulteriore passaggio - che non sarebbe più un ordine del giorno, ma un disegno di legge, una norma - in Consiglio regionale, che poi potrà decidere quello che vuole. Quello che è più importante è che comunque questo passaggio riapre i termini referendari, che in questo momento sono chiusi, per cui chi viene a dire, o comunque si può provare a dire che ci sarà comunque un passaggio in Consiglio, se non è previsto in legge, non è obbligatorio, perché adesso teoricamente la Giunta potrebbe concludere l'iter. Seconda cosa: non riapre i termini della consultazione referendaria. Qua è molto semplice la cosa, non sto a tirarla troppo per le lunghe; chi pensa che un processo così importante, che - ricordo ai valdostani - ha portato dal 2008 nelle casse regionali tra trasferimenti legati all'utile aziendale e riserve 596 milioni di euro... per cui noi riteniamo necessario che siano comunque i cittadini ad esprimersi. Proprio in piena sintonia con quello che diceva Emile Chanoux, che ci ha ricordato il Presidente, noi pensiamo che sia utile dare la parola "aux filles" per capire cosa pensano "des eaux valdôtaines".
Président - La parole au collègue Bertin.
Bertin (GM) - Da tempi non sospetti mi sono espresso per un referendum, poiché una scelta di tale portata non può che essere fatta in seguito ad una consultazione diretta della volontà dei cittadini e ritengo che più il tempo passa più questa necessità diventa evidente. Per essere chiaro, perché vedo che a volte certi chiedono il referendum e poi non sanno se votare "sì" o "no" al referendum, preciso che, nel caso in cui ci fosse un referendum, voterei "no", poiché non mi sembra il momento questo di quotare in Borsa la società CVA, anche se in termini assoluti non ho nessun preconcetto rispetto alle quotazioni, sono piuttosto agnostico rispetto a queste ipotesi di quotazione o meno. In questo momento, e in particolare rispetto a questa società che riguarda comunque la gestione dell'acqua nella nostra regione, un bene strategico, un bene che deve essere considerato come un bene comune, è oggettivamente necessaria un'espressione diretta da parte dei cittadini. Teniamo presente che questo emendamento di per sé non implica un referendum, apre soltanto la possibilità ad un referendum, che sarebbe soltanto un referendum consultivo, poiché non in ragione della legge statutaria, ma in ragione dell'argomento di una legge di bilancio, non si possono attivare dei referendum deliberativi, ma soltanto dei referendum consultivi, ma almeno che si consultino i valdostani su questa possibilità. Per questo, al di là dell'aspetto tecnico di tale emendamento, visto che è diverso tempo che evidenzio questa necessità, mi rallegro del fatto che anche altri finalmente si avvicinino a questa scelta; tra l'altro, ho visto un'apertura anche da parte del Presidente della Giunta e non posso che votare in modo positivo a questo emendamento.
Dalle ore 19:24 riassume la presidenza il Presidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Mi ricollego agli interventi dei colleghi che sono intervenuti prima di me, i colleghi Gerandin e Bertin, perché ne condivido pienamente il contenuto. È da stamattina che si parla di autonomia, di autonomismo, c'è chi ha lanciato la gara a chi è più autonomista fra gli autonomisti, secondo me, autonomia vuol dire anche, e forse soprattutto, sentire quello che la propria comunità, quello che i propri cittadini pensano dell'operato dell'Amministrazione, di come vengono amministrati. La questione delle acque, che è stata parecchio toccata e che penso sarà un grande tema della prossima campagna elettorale, è una questione fondamentale, che tocca da molto vicino i cuori e le menti delle valdostane e dei valdostani: ecco perché io penso che, al di là delle aperture, delle disponibilità politiche a vedere in futuro delle possibilità, questo emendamento fa una cosa semplice - ma lo ha già detto meglio di me prima il collega Bertin -: riapre la possibilità di un referendum, che sarebbe consultivo e che quindi vorrebbe dire che si chiederebbe l'opinione alle valdostane e ai valdostani sulla questione che noi abbiamo dibattuto lungamente in questo Consiglio, sulla quale io ho già espresso da tempo la mia opinione. Io quindi penso che non ci dovrebbe essere nessuna difficoltà da parte di chi si ritiene autonomista - e che crede, convintamente e giustamente, negli ideali autonomisti - di lasciare esprimere i propri cittadini su un tema che li tocca così da vicino e che ne ha dimostrato il grande interesse. Io quindi questo emendamento lo voterò convintamente e - come credo ormai voi sapete - in questo eventuale referendum anch'io prenderei una posizione e voterei convintamente contro questa quotazione, perché penso che essa sia quanto di più lontano dall'interesse dei cittadini.
Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Viérin (UVP) - Per ribadire che abbiamo verificato anche con gli uffici la possibilità di fare una delibera del Consiglio, non è che ce lo siamo inventati noi, perché, essendo scritta una disposizione, prima di andare a dire se si poteva approvare... ripeto, sul principio l'abbiamo detto, poi ognuno fa quello che vuole, ma non è una questione di chi è più autonomista o di chi è meno autonomista; c'è chi non è autonomista e noi lo rispettiamo lo stesso, non è un problema questo, quindi la discussione di questa mattina era di tutt'altra natura.
Qui si ribadisce che il rischio di commettere reati con la deliberazione del Consiglio, e non ce lo diciamo noi, ma è stato verificato, è perché, ai fini del funzionamento dei mercati regolamentati, che hanno degli obblighi di riservatezza, così com'è scritto non va bene. Noi siamo d'accordo che la comunità si esprima, ci sono gli strumenti. È stato citato il referendum, ma il referendum credo che sia una possibilità che esiste, che se tutti condividiamo che ci sia... oggi, al di là di quello che prevede, che non bisogna venire in Consiglio, la questione che è stata detta è che noi vogliamo che questa cosa sia condivisa dal Consiglio regionale tutto e dalla comunità, quindi si organizzerà credo un processo di informazione quando avremo gli elementi, dopodiché ci sono gli strumenti per agire con un referendum. Quello che si intendeva, per quello che ci è stato detto dagli uffici delle Finanze che si occupano di questo, è che tecnicamente è un emendamento che va bene per essere recepito - e il collega Roscio lo ha anticipato - ma così com'è costruito, anche se è scorporato, perché poi si parla della delibera e poi si cita la delibera, non è compatibile con le normative, che ci sono nel mercato privato, di indirizzi, che sono altri rispetto a quello che noi invece vogliamo dire alla comunità. Noi crediamo, almeno così si è inteso, che un argomento così delicato abbia bisogno di condivisione, una volta che abbiamo gli elementi per capire cosa succede; noi ancora siamo nella fase di avere una possibilità di non perdere quell'opportunità, ma una volta che i tecnici ci diranno: "i termini dell'opportunità, o della problematica, o della questione sono questi", saremo i primi ad impegnare l'intero Consiglio Valle e la comunità valdostana per poi decidere se questa cosa dovrà andare avanti o meno. Io quindi credo che, al di là di prevedere ulteriori tecnicismi, se c'è un impegno, se c'è la condivisione su questo tema - e gli strumenti per il referendum sono stati utilizzati più volte e hanno anche funzionato da un punto di vista democratico -, crediamo sia una sfida interessante per coinvolgere la comunità nei processi democratici, soprattutto su scelte che - vorrei ribadirlo affinché non siano poi interpretate le parole o le idee -sono nelle corde di tutti noi, è il tema principale. Non è da oggi che ci occupiamo di CVA, delle risorse, di ciò che CVA rappresenta, anche da un punto di vista ideale. Abbiamo lottato per diventare proprietari, per ritornare proprietari delle nostre acque, noi ci eravamo. Sicuramente quindi oggi noi non vogliamo svendere un patrimonio della comunità e ripetiamo: abbiamo dato la disponibilità, gli emendamenti anche su temi così, se ci sono delle disponibilità, si possono anche condividere, rimettere in quadri più completi, ma così com'è formulato, non fa parte di quello che si può fare e non va neanche in linea con ciò che è stato detto nel dibattito.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin, ne ha facoltà.
Gerandin (GM) - Presidente Viérin, non voglio malintesi di nessun genere, per come mi pare che nell'illustrazione ho cercato di chiarire un po' le difficoltà legate a quel processo di quotazione, che è stato deliberato con l'articolo 27. Nessuno dice che non sia possibile un passaggio in Consiglio, si dice semplicemente che in questo momento non è codificato, non è previsto per legge e quando non è previsto per legge un passaggio in Consiglio... come lei ben sa, visto che si è documentato, non è vero che è previsto in questo momento e c'è la possibilità di un referendum. Non è possibile perché i termini per il referendum sono scaduti, pertanto la necessità di introdurre un passaggio in Consiglio è quella per riaprire i termini su un'eventuale possibilità di indire un referendum, perché in questo momento i tempi sono scaduti. Non è più previsto alcun passaggio in Consiglio che sia previsto per legge obbligatorio, per cui non vengono riaperte in nessun caso le possibilità di indire un referendum, neanche dopo quella campagna di informazione che abbiamo fatto. Io non dico che il referendum sarà fatto. Quello che noi proviamo a dire è che, introducendo l'obbligatorietà di questo passaggio in Consiglio, e abbiamo espresso in maniera molto chiara che deve essere fatto non nel semestre in cui non è possibile indire il referendum, sennò sarebbe del tutto inutile questo passaggio... noi abbiamo detto con il comma 1 di introdurre l'obbligatorietà, che riapre la possibilità di aprire la tempistica per indire un referendum. Con il comma 2 abbiamo semplicemente detto che questo passaggio in Consiglio deve essere fatto in un tempo in cui ci sia la possibilità, se si vuole, perché il referendum è codificato - come lei mi ha confermato, Presidente - con legge statutaria, per cui non possiamo noi superare con legge ordinaria, sennò la cosa più facile era modificare la legge e stabilire che prima della decisione definitiva debba essere fatta una consultazione popolare, ma non si può, la legge è statutaria, per cui su questo non c'è dubbio. Questo serviva solo per introdurre l'obbligatorietà di un passaggio, che riapriva i termini che, mi pare di capire, se condivisa, io non vedo la difficoltà di accettare questo tipo di passaggio, perché non è una decisione definitiva, dove si dice: "chiudo", "non chiudo" o quant'altro: si dice solo di un passaggio in Consiglio, che riapre i termini per la possibilità di consultazione referendaria.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Roscio, ne ha facoltà.
Roscio (ALPE) - Per rinforzare ulteriormente le argomentazioni anche espresse dai colleghi prima. Se noi volessimo in questo momento, o chiunque volesse fare un referendum sulla quotazione in Borsa di CVA, oggi non potrebbe perché la legge dice che nei sei mesi precedenti lo scioglimento del Consiglio non si può, così come non si può nei sei mesi successivi. Ad oggi pertanto, se anche ci fosse l'intenzione, non si potrebbe fare, ma anche quando ci fossero i tempi, non si potrebbe fare comunque, perché ad oggi manca un atto su cui esprimersi in questo senso. Il nostro emendamento pertanto faceva le due cose: da un lato, creava quell'atto senza andare ad alterare i mercati, ma creava un atto su cui il Consiglio si esprimeva e quindi creava il presupposto per poter fare un referendum; il secondo comma dice: "nel rispetto dei tempi", quindi utilizziamo quei tempi che ad oggi non è possibile fare. Il primo pertanto creava i presupposti, il secondo dava la possibilità. Se l'intenzione è dare alla popolazione la possibilità di esprimersi, pertanto non c'è tanta altra strada, perché in questo momento è impossibile dato che la legge statutaria prevede il contrario, per cui o troviamo un sistema per poter dare la parola ai cittadini, altrimenti facciamo filosofia.
Presidente - Non ci sono altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. 18, scorporando il comma 1 e il comma 2. Metto in votazione il comma 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 12
Contrari: 22
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione il comma 2. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 13
Favorevoli: 13
Astenuti: 21 (Baccega, Bertschy, Bianchi, Contoz, Cretier, Fabbri, Farcoz, Follien, Grosjean, Guichardaz, Isabellon, Lanièce, Marguerettaz, Nogara, Péaquin, Perrin, Rini, Rollandin, Rosset, Testolin, Viérin)
Il Consiglio non approva.
Articolo 27. Non ci sono richieste di intervento, metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Articolo 28: stesso risultato. Ha chiesto la parola il collega Borrello, ne ha facoltà.
Borrello (AC-SA-PNV) - Volevo solo chiedere, prima della votazione finale, quindi a seguito della votazione degli allegati, se poteva concedere una sospensione per una Conferenza dei Capigruppo.
Presidente - Metto in votazione l'allegato 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
Allegato 2: stesso risultato. Come richiesto dal collega Borrello, prima della votazione nel suo insieme, è concessa una riunione della Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa dalle ore 19:43 alle ore 19:50.
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Come concordato nella riunione della Conferenza dei Capigruppo, si porta a conclusione questo punto all'ordine del giorno, si fa una pausa di un'ora di tempo e si riprende con il DL n. 124 e gli articolati e con il DL n. 125, dichiarazioni di voto al termine del DL n. 125 e disposizioni collegate.
Metto in votazione il DL n. 123 nel suo insieme. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 21
Contrari: 13
Il Consiglio approva.
I lavori vengono sospesi e riprenderanno alle ore 21:00.
La seduta è sospesa dalle ore 19:52 alle ore 21:13.