Oggetto del Consiglio n. 3086 del 6 dicembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3086/XIV - Ritiro di mozione: "Richiesta al Parlamento di esprimere un giudizio negativo nei confronti del Fiscal Compact".
Rosset (Presidente) - Punto n. 42 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione ha chiesto la parola il Consigliere Padovani; ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Avevo già presentato la mozione nello scorso Consiglio, poi avevamo convenuto in Conferenza dei Capigruppo di rinviare la discussione, perché la I Commissione si era detta disponibile ad audire i Parlamentari in merito alla questione. Ho sentito poi il Presidente della Commissione che aveva sentito a sua volta i Parlamentari, i quali però, purtroppo per altri impegni, non sono potuti venire in Commissione. Farò due minuti di ripresentazione, giusto perché bisogna farla, poi sarà l'aula a vedere come procedere.
Si tratta di una questione della quale ormai è qualche mese che si discute anche a livello italiano e nelle istituzioni europee, un dibattito sull'opportunità di impedire la trasposizione nell'ordinamento europeo del cosiddetto "fiscal compact": il Titolo III del Trattato sulla stabilità. Il Trattato, siglato il 2 marzo 2012 da venticinque Stati membri dell'UE, è entrato in vigore a gennaio 2013; è un trattato intergovernativo che quindi dal punto di vista formale non rientra nell'ordinamento europeo. Con tale trattato si riproponevano alcune regole di bilancio già introdotte nell'ordinamento dell'Unione europea e si impegnavano gli Stati firmatari a recepire la regola del pareggio strutturale di bilancio in disposizioni vincolanti ad un elevato livello di gerarchia delle fonti giuridiche, preferibilmente a livello costituzionale. Come Stato italiano l'abbiamo recepito con l'articolo 81.
A fine di quest'anno, quindi cinque anni dopo la sua approvazione, il fiscal compact potrebbe essere inserito nell'ordinamento giuridico europeo, divenendo giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e rendendo irreversibili le politiche di austerità. Tale trattato, infatti, proseguendo la linea tracciata da Maastricht in poi, assume la "trappola" del debito pubblico come cornice indiscutibile dentro la quale costruire la gabbia per i diritti sociali del lavoro e la privatizzazione dei beni comuni. Basti pensare che, se dovesse essere confermato, il fiscal compact prevedrà per il nostro Paese l'obbligo per i prossimi vent'anni di portare il rapporto debito/PIL dall'attuale 102 percento al 60, con un taglio annuale della spesa pubblica di 50 miliardi, taglio che ovviamente riguarderà il welfare e quindi i diritti delle persone. A questo mira l'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione previsto dal fiscal compact ed eseguito dal Parlamento italiano senza alcun referendum popolare nel 2012. Si tratta della definitiva consegna di tutto ciò che ci appartiene agli interessi delle grandi lobby finanziarie, nonché di una definitiva sottrazione di democrazia con scelte politiche ed economiche non più dettate dalla discussione democratica, bensì dagli algoritmi monetaristi.
Cosa prevede sostanzialmente direttamente per noi Regione e per i nostri Comuni? Prevede che siano scaricate gran parte delle misure di austerità sugli Enti locali, e i nostri Comuni e la nostra Regione ne sanno qualcosa attraverso il Patto di stabilità interno: tagli ai trasferimenti erariali, tagli lineari della spending review, fino a minarne la primaria funzione pubblica e sociale di ente di prossimità per i servizi ai cittadini, togliendo quel poco di autonomia che gli Enti locali avevano nei confronti degli enti di rango superiore, vanificando di fatto ogni spinta o velleità di federalismo. Tale violenta contrazione della libertà di scelta e di amministrare è stata particolarmente patita dalla Valle d'Aosta, costretta a vedersi trattenere forzosamente presso la Tesoreria centrale somme un tempo ingentissime, determinate anno per anno, secondo logiche non sempre trasparenti, minando così le possibilità di programmazione pluriennale fondamentali per lo sviluppo armonico di un'economia montana fortemente dipendente dalla qualità degli investimenti a lungo termine.
Il trattenimento forzoso da parte dello Stato di una somma di denaro è la prima causa di un dibattito che ci occupa ormai da diverso tempo. Sulla quantità di quello che ci trattengono il dibattito è poi anche un altro, perché non è direttamente riferibile a questo, però la causa principale per la quale noi ci vediamo trattenuta una somma di denaro da parte dello Stato è questa. È quindi anche per tale ragione che in questa mozione si invita il Consiglio regionale a dare un giudizio negativo sugli effetti del Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica monetaria, meglio conosciuto come fiscal compact e si impegna la Giunta ad inoltrare questa mozione alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica e, contestualmente, al Deputato e Senatore valdostani, affinché sostengano il ritiro dell'adesione del nostro Paese e comunque impedendo che venga incardinato nel diritto dell'Unione europea, conferendogli quel primato del diritto comunitario che lo renderebbe irreversibile. Si impegna altresì la Giunta ad informare la cittadinanza sulle motivazioni della presente mozione, ad avviare in sede europea, nelle istituzioni e nella società, una discussione ampia per la revisione e il superamento di tutti trattati e regolamenti che hanno impresso una svolta alle politiche dell'Unione europea e che hanno scaricato la grande parte delle misure liberiste e di austerità sugli Enti locali.
Presidente - Non ci sono interventi? Dichiaro chiusa la discussione generale. Non ci sono interventi da parte del Governo? Ha chiesto la parola il Consigliere Perron; ne ha facoltà.
Perron (UV) - Per qualche considerazione e una dichiarazione di voto.
Probabilmente alla I Commissione sarebbe stato utile poter audire i Parlamentari, ma costoro sono impegnati, in questa fase, in una discussione più importante: quella della legge di bilancio, che tratta anche questioni delicate per la Valle d'Aosta. Ritengo pertanto che non sia per non volontà di affrontare un argomento, semplicemente non c'è stata da parte della I Commissione l'oggettiva possibilità di poter approfondire questa materia come si sarebbe voluto. Dico questo solo per dire che avrebbe certo fornito da parte dei Parlamentari qualche elemento in più ai fini del dibattito.
Credo che la questione da lei evocata travalichi decisamente la portata di questa Regione. Le somme trattenute da parte dello Stato non sono trattenute solo ed esclusivamente in virtù del ragionamento da lei ha esplicitato; ci sono state una serie di normative e di leggi finanziarie che hanno regolamentato e sono intervenute a gamba tesa nei rapporti Stato-Regione. Questo ha determinato nel tempo un accantonamento pesante di somme a favore dello Stato italiano che noi abbiamo anche contestato, la Regione si è anche opposta. Riguardo al contributo che la Regione ha dato al risanamento delle casse nazionali, non si potrà certo rimproverare alla piccola Valle d'Aosta di non aver fatto fino in fondo la sua parte.
Ora la questione è molto alta, perché con questa iniziativa si invita il Consiglio regionale a dare un giudizio negativo in merito al Trattato sulla stabilità che parla anche di governance nell'unione economica e monetaria, quindi è una materia che travalica decisamente - anche se indirettamente ha delle ricadute sulla collettività - le competenze primarie di questa nostra comunità.
Credo che ci asterremo su questo invito, pur prendendoci l'impegno a sollecitare i Parlamentari affinché si attivino su questa questione nel momento in cui dovranno esprimere un giudizio - qualora dovessero darlo - in qualche passaggio parlamentare, esprimendo la non condivisione da parte di questa nostra Assemblea nei confronti di questo passaggio, ma riservando ai Parlamentari la totale autonomia di giudizio. Diamo quindi piena e totale fiducia nel giudizio e nell'impegno che i Parlamentari vorranno dare su questa materia. Molto sinteticamente sono pertanto queste le motivazioni per cui noi non voteremo tale mozione, che peraltro impegna anche la Giunta regionale ad informare in modo compiuto la cittadinanza sui contenuti di tale atto. Noi siamo dell'avviso che una cosa di questo genere debba avvenire con procedure e modalità diverse, pertanto in questa fase esprimiamo un voto di astensione sulla mozione presentata.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian; ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - In pochi minuti non è semplice affrontare un tema così complesso, anche perché le politiche economiche finanziarie degli ultimi venticinque anni hanno determinato certi percorsi, anche molto difficili, proprio all'interno della Comunità europea e di politiche nettamente diverse. È un'Europa con numerose marce, a velocità diverse, a motore diverso e con dei pesi, collega Padovani, completamente diversi, a partire da quelli infrastrutturali come quelli dei Paesi iberici, che magari erano meno infrastrutturati di noi circa venticinque anni fa e che oggi probabilmente sono più avanti del Paese Italia. In questo contesto c'è anche la piccola Valle d'Aosta, in cui oltretutto le criticità legate anche alle grandi infrastrutture ci sono, le conosciamo, le abbiamo messe in evidenza, a cui soprattutto bisogna trovare delle soluzioni.
Al di là della forma, quindi del dare eventualmente un giudizio non positivo (io utilizzerei questo passaggio rispetto alla mozione che lei ci presenta) sul cosiddetto "fiscal compact", dall'altra parte dobbiamo però mettere in campo, per quanto ci compete, per i nostri piccoli numeri, eventuali possibilità di aderire ad un progetto molto più impattante e importante, anche se delle regole e dei lacci vanno messi, perché altrimenti non si possono intraprendere i percorsi e soprattutto raggiungere gli obiettivi.
Al di là del parere di natura poco positiva, ascoltando anche il collega Perron, penso che il Deputato e il Senatore potranno farsi portatori delle difficoltà di una piccola Regione come la nostra all'interno di un perimetro che ci è stretto e non ci dà certe possibilità, ma non in modo così tranchant, invitando il Consiglio regionale a dare un parere nettamente negativo per poi impegnare. Penso che l'impegno che il collega ha voluto mettere in evidenza vada in quella direzione. Non so se ci siano o meno le condizioni, ma l'invito che le porgo è di ritirare questa sua proposta, firmata anche dai colleghi Gerandin e Bertin, perché mi sembra un po' riduttiva rispetto alla situazione. Il "sistema Valle d'Aosta" ha subito certe imposizioni, ma bisogna comunque ristrutturare un percorso di natura pubblica e, dall'altra parte, i conti devono tornare, sapendo perfettamente che c'è una comunità con marce diverse, a diverse velocità e, all'interno dei singoli Paesi o delle singole Regioni, comunità che hanno criticità maggiori rispetto ad altre. Lo vediamo anche noi nel nostro piccolo "sistema Valle d'Aosta": abbiamo comunità con velocità diverse. Probabilmente sta anche al legislatore trovare le giuste compensazioni per poter attenuare la povertà assoluta creando condizioni di rilancio, un rilancio che sia misurato, rispettoso, un rilancio che crei le condizioni di pari opportunità.
Invito quindi i colleghi Gerandin e il collega Padovani a ritirare questa mozione, anche a seguito dell'impegno preso in aula dal collega.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Fabbri; ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Indubbiamente questa mozione solleva un problema di vastissima portata ed è altrettanto fuori dubbio che questi trattati europei abbiano penalizzato le economie, soprattutto quelle più deboli e quelle più indebitate, come la nostra. In questo verificarsi di situazioni, la Valle purtroppo è stata la più penalizzata fra le penalizzate. Ricordiamo tutti il Patto di stabilità con cui abbiamo dovuto combattere in questi ultimi anni, che ci ha impedito di avere dei bilanci che fossero all'altezza di quello che effettivamente potevamo spendere. Oltre ad essere penalizzati da questi trattati, siamo stati poi anche penalizzati dal nostro Stato, perché sono state applicate delle tabelle nel calcolo del Patto di stabilità che ci hanno ulteriormente penalizzato.
Detto questo, anche noi come gruppo Union Valdôtaine Progressiste siamo consapevoli che tali trattati in questi anni ci hanno messi in forte difficoltà. Per quanto riguarda la mozione, pensiamo che la via maestra da percorrere sia quella di sensibilizzare i nostri rappresentanti, i quali, a loro volta, quando si tratterà di discutere in Parlamento della validità e della continuità di questi trattati, possano riportare le nostre impressioni.
Oggi come oggi non è nelle nostre intenzioni votare questa mozione, anche per gli impegni gravosi che comporta, e per questo ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marquis; ne ha facoltà.
Marquis (AC-SA-PNV) - Credo che il collega Padovani vada ringraziato, perché ha portato un tema di questa importanza all'attenzione del Consiglio regionale; è un tema di cui si parla in Europa in questi giorni, sul quale esiste parecchia preoccupazione.
Si fa riferimento al Trattato di stabilità, coordinamento e governance dei Paesi dell'Unione europea, sottoscritto da venticinque Paesi nel 2012. Quello è stato sicuramente un momento molto difficile per la storia dell'Europa e per tutti i suoi Paesi membri, un momento di grande difficoltà, in cui si è scatenata una crisi a livello globale, che ha coinvolto poi tutti gli Stati.
Molti Paesi si sono trovati in una situazione di oggettiva difficoltà, perché la crisi finanziaria si è trasferita sul modello produttivo e si è innescato un meccanismo negativo, creando una grande recessione che ha coinvolto un po' tutti i Paesi. L'Europa ha reagito attraverso la creazione e la condivisione di questo trattato (un trattato molto rigido) per dare delle regole e per mettere tutti nella condizione di poter resistere insieme ad un attacco globale. Sicuramente ci sono Paesi che, più di altri, hanno avuto dei riverberi negativi da questa applicazione: i Paesi mediterranei (quelli che più si trovavano indebitati e che avevano maggiore debito pubblico). Alcuni di questi hanno rischiato la bancarotta, come la Grecia. Ci sono altri invece che, ricorrendo al credito internazionale (Spagna, Portogallo e Cipro), sono riusciti ad imprimere anche una svolta alla loro situazione di oggettiva difficoltà. In Italia in quel periodo è caduto il Governo Berlusconi, ci ricordiamo tutti dell'avvento del Governo tecnico Monti, che ha portato una terapia durissima per tutte le Regioni con i minori trasferimenti per partecipare e per riuscire a gestire una situazione di oggettiva difficoltà. La Valle d'Aosta più di altri ha avuto un trattamento difficile di compartecipazione al risanamento dei conti dello Stato, perché siamo stati chiamati a partecipare in modo molto pesante a fare la nostra parte. È pur vero che, se da un lato c'è stata un'oggettiva difficoltà, dall'altro siamo una componente dello Stato, una Regione che ha dovuto fare la propria parte.
Lo Stato è molto indebitato e quindi, se è vero che il trattamento è stato pesante, dall'altro occorre anche sottolineare che delle regole vanno pur date, perché diversamente non si riesce a creare un percorso di inversione di una tendenza che ci ha portato qui dopo parecchi decenni di comportamenti sregolati. Pertanto credo che, su un tema di questa importanza e di questa vastità rispetto a quello che siamo chiamati a gestire, possiamo esprimere questo disagio e questo stato di difficoltà. Credo sia opportuno raccomandare ai nostri rappresentanti al Governo, ai due Parlamentari (all'Onorevole Marguerettaz e al Senatore Lanièce) di tenere alta l'attenzione nelle discussioni parlamentari su questo argomento e di portare anche in discussione le sensibilità della Valle d'Aosta e le nostre preoccupazioni.
Pertanto inviterei anch'io il collega Padovani a raccogliere queste suggestioni, di accogliere la volontà (emersa in Consiglio) di dare il mandato di portare avanti questa istanza e, nel contempo, di ritirare l'iniziativa.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani; ne ha facoltà.
Padovani (GM) - Volevo chiedere una sospensione e sentire la Conferenza dei Capigruppo per arrivare, se è possibile, ad un testo condiviso, oppure per vedere che cosa fare in caso contrario.
Presidente - È concessa la sospensione per una riunione della Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa alle ore 16:07 e riprende alle ore 16:19.
Rosset (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori. Ha chiesto la parola il Consigliere Padovani; ne ha facoltà.
Padovani (GM) - A seguito dell'impegno preso in Conferenza dei Capigruppo, noi ritiriamo la mozione, visto che c'è l'impegno da parte della maggioranza di audire i nostri Parlamentari prima che il fiscal compact venga votato in Parlamento. La mozione è quindi ritirata.
Il Consiglio prende atto del ritiro.