Oggetto del Consiglio n. 3000 del 7 novembre 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 3000/XIV - Interpellanza: "Individuazione di misure per la promozione di politiche a favore della famiglia".
Rosset (Presidente) - Punto n. 25 dell'ordine del giorno. Manca l'Assessore. Nel frattempo che lo cercate, passiamo al punto successivo: punto n. 26 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il consigliere Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (AC-SA-PNV) - La nostra è un'interpellanza informativa, che richiede notizie (precise, però) sul futuro delle politiche familiari in Valle d'Aosta, ma è anche un'attività ispettiva per responsabilizzare il decisore politico, perché quest'ultimo precisi quanto pensa di poter fare, di riuscire a fare, di voler fare, e quali priorità dia alla realizzazione di nuove politiche sociali e familiari in Valle d'Aosta.
Ci aveva positivamente impressionati e colpiti, che nel programma del nuovo Governo fosse scritta come priorità quella di sostenere nuove politiche, con misure di sostegno alla famiglia e alla natalità. Inoltre, l'occasione di questa interpellanza ci è data anche dalla presentazione in questo periodo da parte dell'Associazione familiari della Valle d'Aosta del piano integrato delle politiche familiari. Piano integrato che ha come scopo porre il decisore politico di fronte a una proposta organica e concreta. Vorremmo anche capire dall'Assessore come pensi di lavorare, di utilizzare questo atto.
Si parla sempre di più - è questo il concetto che vorremmo introdurre - di "secondo welfare" o di "nuovo welfare" per le politiche familiari, essendo ormai chiaro a tutti, è appurato che le politiche familiari devono essere collocate non più all'interno di politiche assistenziali, ma come sostegno a una risorsa che è la famiglia, che non è una somma di individui, ma un'entità sociale specifica, con finalità specifiche; quindi forse la sua funzione va definita proprio a partire dalla sua possibilità di relazioni interne ed esterne. Quindi non più un soggetto da assistere, ma, soprattutto, una risorsa da sostenere e aiutare.
Già la legge vigente (la legge n. 44/1998) - che riprende la concretezza di chi l'aveva proposta - non definisce che cosa sia la famiglia, ma si pone soltanto l'esigenza di sostenere la famiglia nelle sue varie forme. Già la legge n. 48 molto concretamente sosteneva questo protagonismo familiare, soprattutto all'articolo 20 dove dava alle famiglie la possibilità di organizzarsi in progetti assistenziali e di solidarietà con una valenza sociale.
Queste sono le motivazioni e questo è il quadro, questo è quanto vorremmo che l'Assessore definisse. In particolare, poi, chiediamo se tra le misure previste da applicare in quest'ultimo scorcio di legislatura, ci sia quell'indicatore che è il fattore famiglia, per una maggiore equità nella distribuzione degli aiuti e dei contributi, dei sostegni alle famiglie. Questo soprattutto per le famiglie numerose.
Già nel 2004, quando, forse tra le prime Regioni d'Italia, abbiamo introdotto l'ISEE, sembrava che questo fattore di equità fosse difficile da utilizzare, poi abbiamo iniziato ad adottarlo sperimentalmente in qualche settore e ora, e non solo in Valle d'Aosta, esso è applicato a tutte le attività'. Un ISEE che avevamo cercato di migliorare, creando poi un IRSE, che non è stato più possibile continuare a impiegare.
Ora, per maggiore equità ci sembra che là dove l'ISEE abbia mostrato delle difficoltà e un'equità non sempre precisa, il fattore famiglia potrebbe apportare dei risultati migliori nel sostenere le famiglie numerose, nel sostenere le famiglie con alcune caratteristiche. Fra l'altro, il fattore famiglia è nella legge di bilancio di quest'anno, dov'è stato accolto un emendamento in questo senso in finanziaria, e un tavolo di lavoro istituito in Assessorato sta lavorando proprio su questo.
Adesso io chiedo se, nello specifico, si pensi, in questi mesi, di applicare - magari in modo sperimentale in qualche settore - questo nuovo indicatore di equità, di distribuzione dei sostegni alla famiglia, in base a ciò che la famiglia è veramente.
Grazie.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (UVP) - È proprio di questi giorni, come ricordava lei, collega Fosson, la presentazione, da parte dell'Associazione delle famiglie, di un documento molto importante che sicuramente ci metterà nella condizione di stringere una proficua collaborazione con l'associazione, ma non solo.
Come giustamente ha ricordato, la legge del 1998 è stata una legge di grande apertura che ha saputo creare le condizioni per promuovere iniziative, iniziare a dare forza a dei progetti, a delle politiche che hanno riguardato la famiglia e che oggi sono la base per continuare in questa direzione, evidentemente rafforzando tutto quello che ha finito la sua sperimentazione o, in taluni casi, non ha avuto la forza di vedere un inizio.
Si deve partire dall'affermazione - sulla quale bisogna trovare la maggiore convergenza politica possibile - che la famiglia non deve più essere rappresentata come un problema, ma come risorsa, come punto di partenza, come nucleo che ci permette di ideare, costruire, sostenere, tutti insieme, politiche che rendano sempre più forte l'idea di una comunità composta da famiglie che sanno valorizzarla, migliorarla e costruire benessere e sviluppo.
Partendo da questa idea (famiglia come risorsa), non si può che cercare d'iniziare a fare un percorso; altri territori (vengono sempre ricordate talune regioni, il Trentino in particolare) hanno fatto notevoli passi in avanti riguardo all'idea di una comunità di famiglie e di politiche costruite a misura di famiglie.
È quindi necessario - e in questo senso saremo molto concreti nella presentazione del bilancio - adeguare alcune disposizioni della legge n. 44/1998 e cercare soprattutto di rafforzare alcune misure, per andare nella direzione di costruire sul territorio delle forti alleanze tra le famiglie, le associazioni che le rappresentano e le istituzioni, cioè tutti gli attori sociali, culturali ed economici che possono, attraverso il governo dei loro ruoli, l'interpretazione dei loro ruoli, costruire politiche che vadano in questa direzione, a sostegno dell'istituzione pubblica.
Quindi legge n. 44 come punto di partenza per fare alcune modifiche che ci permetteranno di rafforzare il Centro delle famiglie, portando come proposta, all'interno del bilancio regionale, il sostegno di questo centro.
Politiche che vedano una forte alleanza fra tutti gli attori del territorio, politiche che permettano di realizzare anche iniziative di formazione, cercando di coinvolgere maggiormente gli enti locali per far sì che l'azione - che alcuni altri territori attuano - non sia determinata solo dal fattore famiglia, ma sia frutto di una valutazione attenta degli impatti che tutte le modifiche legislative hanno in rapporto alla famiglia, soprattutto a quelle più numerose e più fragili.
Tutto questo cercando di sostenere ulteriormente iniziative volte alla creazione di reti di solidarietà, come previsto dall'articolo 20, e politiche che migliorino la capacità di creare conciliazione tra famiglia e lavoro. Uno dei temi che ci vede più impegnati, e una delle misure allo studio della Giunta, è trovare la possibilità di diminuire, per un periodo se possibile, i costi delle rette dei servizi per l'infanzia, per dare un segno, per dare continuità alle politiche messe in atto, anche dal Governo nazionale, sulla natalità. L'idea di fondo è creare più possibilità di dare a questo valore (famiglia risorsa) - che riteniamo un valore da condividere tutti insieme - una nuova e rinnovata attenzione a livello di comunità, a livello culturale, per contrastare quel fenomeno che oggi si vuole rappresentare semplicemente con la crisi socioeconomica: meno natalità legata alle minori disponibilità finanziarie, ma non si tratta solo di questo, si tratta anche di credere nuovamente nell'importanza della famiglia e di quello che essa può rappresentare per la nostra comunità.
Ci sarà un'interpellanza successiva, quindi alcuni dettagli rispetto alle fragilità e alle disabilità li fornirò magari nell'intervento successivo. Rispetto al fattore famiglia - bene ha ricordato rispetto al tavolo di lavoro - il gruppo sta lavorando con tutte le difficoltà del caso: già solo mettere insieme gli attori regionali, quindi gli Assessorati, e condividere in questo senso degli interventi che possano andare trasversalmente a dare risposte, è per ora stato abbastanza difficoltoso, e credo che le persone che avete inviato e delegato, in rappresentanza dei vari Assessorati, lo abbiano evidenziato. Il gruppo sta concludendo una piccola relazione, che invierà alla V Commissione, cercando di evidenziare quali sono in questo momento le possibilità e, allo stesso tempo, di valorizzare quelli che potrebbero essere dei primi interventi, che probabilmente limiteremo all'Assessorato che rappresento.
Comunque, l'idea è di rendere una relazione alla V Commissione, di modo che si possa completare la valutazione del primo lavoro. Un lavoro che sicuramente vedrà nei prossimi anni la sua efficacia, con l'introduzione della misura unica per la famiglia. È necessario creare uno strumento nuovo per dare delle risposte differenziate ai bisogni della famiglia, perché abbiamo l'idea di una famiglia sempre uguale, sempre con le stesse esigenze, sempre con le stesse possibilità e potenzialità, ma tutti sappiamo come sia differente nella rappresentazione del quotidiano quanto tutte le famiglie vivono e rappresentano.
Sul fattore famiglia quindi stiamo facendo dei primi approfondimenti e sicuramente porteremo in V Commissione queste valutazioni, di modo che si possa continuare la discussione iniziata con questo primo gruppo. In questo senso, come ricordava lei, l'applicazione dell'ISEE ha dato delle prime risposte e abbiamo anche approfondito la possibilità di compiere delle scelte, che comunque sono limitate rispetto a questa normativa che ha un valore nazionale.
L'ISEE e il fattore famiglia dovranno essere gli strumenti che guideranno quelle politiche che - come ho riscontrato in occasione di un convegno al quale ho partecipato un paio di mesi fa - sono oggetto di discussione a livello nazionale, europeo, ma direi addirittura mondiale.
L'idea di valutazione preventiva dell'impatto che le varie leggi hanno sulle famiglie è un'idea che cresce proprio perché ci si rende conto che, lavorando senza confrontarsi, anche all'interno delle amministrazioni pubbliche, non si riesce a dare una risposta e tante volte le scelte che si fanno cumulano tutta una serie di incombenze che poi la famiglia subisce. Grazie.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (AC-SA-PNV) - Grazie Assessore, mi fa molto piacere che lei condivida soprattutto il concetto di famiglia come "risorsa" e non più come soggetto da assistere. Lei ci rimanda ad una finanziaria per avere delle risposte concrete, noi aspetteremo questo atto, sicuramente. D'altronde, la base di tutto questo ragionamento è proprio che la famiglia non va più pensata come una somma di individui che convivono, ma ha una funzione, una responsabilità pubblica, quindi ha una valenza sociale (si pensi all'educazione dei figli, a quanto si sostituisca a un servizio sanitario, a un appoggio all'invecchiamento). Io non ho parlato di natalità e di disabilità, perché c'è un'interpellanza dopo, ha ragione. Tra l'altro le hanno messe vicine, forse potevano farle insieme.
Non è un percorso facile, io lo dico nel senso che, anche a livello nazionale, questo discorso qui di un piano famiglia, di finanziare la famiglia è sempre stato molto difficile, perché se non è un problema solo finanziario comunque se si dà più equità e minore tassazione a una famiglia qualcun altro deve pagare.
Il problema che i single spesso non accettano questo fatto di dover contribuire di più ai vari servizi, anche se poi la pensione a molti single verrà data proprio da chi ha dei figli che produrranno e lavoreranno in futuro. D'altronde, anche qui da noi non credo - mi permetta una battuta - se all'interno della sua Giunta dicesse agli Assessori che sono single di rinunciare ad un po' di stipendio a favore degli Assessori che invece hanno una famiglia, non credo che questo sarebbe facile. Ma questo non vale solo per gli Assessori. Il problema è che i single per primi non riconoscono che la famiglia ha una funzione sociale. Quindi, Assessore, aspettiamo che lei nel bilancio introduca queste scelte. Scelte effettuate già con forse minori risorse - mi permetta - cito il Centro famiglie, che è stato finanziato in via sperimentale per tre anni, non senza alcuni contrasti in Giunta. Mi fa piacere che lei abbia idea di stabilizzare questo centro, che comunque produce solidarietà, produce aiuto, produce ascolto alle situazioni familiari.
Certo che - mi permetta - il fattore famiglia deve rischiare, deve secondo me avere un po' di coraggio; come quando abbiamo introdotto l'ISEE, ci dicevano che era difficile. Non è detto che il fattore famiglia si debba subito attivare in tutti i settori dell'amministrazione pubblica. Si può intanto iniziare in qualche piccolo settore della sanità. Abbiamo parlato di asili nido, si potrebbe cominciare ad applicarlo lì il fattore famiglia. Rischiare e vedere se si migliora l'equità.
Come per altre cose da rimettere in atto, come "La famiglia per la famiglia". Abbiamo visto come questo progetto, iniziato anni fa, avesse dato un importante aiuto e solidarietà per le famiglie. Sul "dopo di noi" è uscita una legge un anno fa a livello nazionale, ci sarà da studiare come applicarlo qui. In Lombardia sulla natalità hanno introdotto un progetto NASCO, che è un progetto di finanziamento per le gestanti in difficoltà a portare avanti la gestazione, indipendentemente da tutti gli altri discorsi.
Ho trovato, Assessore, glielo dico, perché non lo sapevo e l'ho imparato anch'io su questo piano famiglia, questo studio che hanno fatto al forum, alcune parole di Chanoux. Noi spesso in questi giorni, in questo periodo parliamo di autonomia, sono molto significative le parole che diceva Chanoux, proprio nella logica che abbiamo sostenuto sia io che lei: "La famiglia - dice Chanoux - oltre ad essere la base della società, trasmette l'identità di una comunità. La famiglia ha il compito di conservare le caratteristiche sociali, morali e culturali di una comunità. Se la famiglia si disgrega, verrà messo in discussione anche il particolarismo valdostano". Questo è significativo. Noi vorremmo - e lo faremo sempre di più, osando di più forse, iniziando un percorso diverso su questo - rendere la Valle d'Aosta, com'è per molti altri fattori nel sociale, una regione a dimensione di famiglia. Grazie.