Oggetto del Consiglio n. 2885 del 26 luglio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2885/XIV - Interpellanza: "Regolarizzazione della figura della Guida Escursionistica Naturalistica".
Rosset (Presidente) - Punto n. 12 all'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Riprendo un argomento che abbiamo portato all'attenzione di quest'aula qualche Consiglio fa, quando abbiamo parlato della guida escursionistica naturalistica e delle prospettive di sviluppo di questa figura professionale. Il dibattito, se ben ricorda l'assessore Restano, ruotava intorno al concetto di salvaguardia delle professionalità già formate e acquisite, attraverso i corsi di abilitazione per guida escursionistica naturalistica organizzati in passato dalla Regione, e alla necessità di rivedere tale denominazione o quantomeno di metterla in sicurezza, usando un termine forse un po' improprio, ma che dà l'idea di un'esigenza, oramai non più rinviabile, di fare manutenzione a una figura addirittura a rischio di incostituzionalità. Lei, Assessore, citava l'altra volta l'esistenza di una sentenza del Tar della Valle d'Aosta sul tema e preannunciava un atteso pronunciamento del Consiglio di Stato, che potrebbe addirittura portare a un intervento della Corte Costituzionale in merito alla legittimità o meno della legge istitutiva della guida escursionistica e quindi della relativa figura professionale.
Premetto che non sono un grande esperto della materia e che del tema ho cominciato a occuparmene solo dopo che il gestore di un rifugio alpino mi ha descritto le sue difficoltà a reperire professionisti del settore e di come questa attività, oggi per molti accessoria, integrativa se vogliamo, dell'occupazione lavorativa principale, potrebbe diventare, se ben avviata, una fonte di reddito per molti giovani valdostani. Un'attività che tra l'altro avvicinerebbe ragazze e ragazzi, magari attualmente interessati a tutt'altro, alla montagna, insegnando loro, anche attraverso i percorsi di formazione e di sensibilizzazione, l'amore e il rispetto per il nostro territorio. D'altronde i migliori custodi delle nostre montagne sono proprio coloro che hanno interesse, anche economico, a che queste mantengano il loro potere di suggestione e la loro integrità. Più di un giovane, sensibilizzato al rispetto dell'ambiente e, perché no, al cosiddetto turismo sostenibile, potrebbe diventare un testimonial, come si dice oggi riferendosi a soggetti che promuovano positivamente l'immagine di un luogo o di un logo. A proposito del logo, Assessore, le anticipo che riprenderò nel primo Consiglio utile il tema del marchio ombrello.
Dicevo che mi sono interessato all'argomento chiacchierando con il gestore di un rifugio, che lamentava la difficoltà di reperire guide escursionistiche disponibili ad accompagnare con continuità i clienti dal fondovalle verso il rifugio, ma anche per escursioni nei dintorni del rifugio stesso. Questa chiacchierata mi ha portato a interrogarmi sul motivo per il quale non si sono più fatti corsi di abilitazione e nemmeno di aggiornamento per questa figura professionale. Ho avuto modo di leggere la fitta corrispondenza tra la Regione e l'AGENVA, l'associazione più rappresentativa in Valle d'Aosta delle guide escursionistiche, e l'Unione delle guide alpine della Valle d'Aosta, le guide alpine d'alta montagna. Ho appreso, anche parlando con alcuni rappresentanti delle suddette associazioni, che un percorso di messa in sicurezza, se così lo si può definire, della figura professionale della guida escursionistica è stato proposto dalle due associazioni alla Regione, proprio per evitare che l'atteso pronunciamento del Consiglio di Stato possa mettere fuori gioco le centinaia di guide escursionistiche abilitate, attraverso il disconoscimento della legge n. 1 del 2003, e per promuovere corsi e percorsi formativi per l'abilitazione di nuove figure professionali.
La strada suggerita dalle associazioni di categoria è una di quelle plausibili, ma ciò non toglie che si possa aprire un ragionamento su altri percorsi. Ci sarebbe la strada proposta di un corso integrativo di una decina di giornate, da tenere in un tempo ragionevole di tre o quattro anni, per le guide escursionistiche già abilitate dalla Regione, che permetta di acquisire lo status di accompagnatore di media montagna, figura prevista dalla legge quadro nazionale n. 6 del 1989, che regolamenta l'ordinamento della professione di guida alpina a livello nazionale. Oltre a questo percorso informativo, si introdurrebbe anche un percorso formativo ex novo per accompagnatore di media montagna, di circa cinquantacinque giornate, per l'abilitazione di nuove figure professionali. Naturalmente questo nuovo corso, se possiamo definirlo così, necessiterebbe, collega Restano, di una revisione della legge regionale sulle guide alpine, la n. 7 del 1997 e successive modificazioni, e bisognerebbe mettere mano anche alla legge n. 33 del 2009, al fine di istituire, come previsto dalla legge quadro nazionale, un apposito elenco speciale dell'albo professionale regionale delle guide alpine, riconoscendo la figura dell'accompagnatore di media montagna e assicurando così il definitivo passaggio da una figura scarsamente tutelata a un regime ordinistico (non so se si può dire così, ma non mi viene al momento un altro termine). Si garantirebbe con legge l'inserimento all'interno di un albo professionale e si stabilirebbero garanzie anche in ordine agli aspetti tariffari, alle eventuali sanzioni per l'esercizio abusivo della professione che oggi, in mancanza di un quadro legislativo inoppugnabile, purtroppo è all'ordine del giorno. Soprattutto metterebbe una pietra tombale sopra quei contenziosi circa il riconoscimento di figure, di cui non si conosce il percorso formativo e soprattutto l'affidabilità professionale. La legge nazionale, infatti, prevede che per poter praticare l'attività di accompagnatore di media montagna, bisogna iscriversi negli elenchi speciali istituiti dalle singole Regioni - dice la legge - "previo conseguimento della relativa abilitazione tecnica".
Quest'ultima annotazione, quella relativa all'affidabilità degli operatori, vorrei che diventasse centrale nella discussione, perché troppe volte l'incompetenza e la scarsa conoscenza delle tecniche, ma anche del territorio sul quale ci si muove, mette a rischio le persone che si avventurano in montagna. Il fatto che figure di dubbia formazione e provenienti da fuori arrivino in Valle, senza conoscere gli itinerari, il territorio, ma anche semplicemente i nostri protocolli di soccorso e di emergenza, e possano accompagnare in montagna scolaresche, gruppi di escursionisti o anche semplicemente gitanti inesperti, senza le garanzie che solo una formazione mirata e verificata sul territorio possono assicurare, credo che sia come minimo da evitare, se non addirittura da vietare. L'unico modo per farlo, è di mettere mano alla legge sugli accompagnatori di media montagna.
Per tornare al tema della regolamentazione legislativa, so che una bozza di legge integrata dalle modifiche proposte dall'associazione di rappresentanza - frutto di riunioni, di ragionamenti, di riflessioni, di pareri di avvocati e di esperti del settore -vi è stata inviata e io ce l'ho qua. Mi pare sia una buona base di partenza per risolvere, una volta per tutte, una questione aperta, le cui conseguenze potrebbero ingenerare danni alle persone - mi riferisco oltre che agli utenti, anche alle vecchie guide escursionistiche - ma soprattutto danni e ricadute negative al tessuto turistico ed economico, che opera in sinergia con tali operatori.
La volta scorsa lei, Assessore, ha dichiarato che sarebbe opportuno attendere la sentenza del Consiglio di Stato per capire come muoversi. Io le dico, dopo aver valutato con attenzione i vari aspetti, che rischia di diventare troppo tardi. Le associazioni hanno più volte ribadito la necessità di prendersi per tempo e di anticipare una soluzione, così da evitare conseguenze sgradevoli rispetto a un eventuale pronunciamento della Corte Costituzionale, che renderebbe illegittima la figura della guida escursionistica. Quindi io, Assessore, le ribadisco la disponibilità mia e del gruppo a lavorare in questa direzione. A titolo di contributo, le anticipo che presenteremo alla riapertura dopo la pausa estiva una proposta di legge, che riprende tutte le osservazioni delle associazioni di rappresentanza delle guide escursionistiche e delle guide alpine di alta montagna, sulle quali si potrà quantomeno intraprendere un lavoro di analisi e di elaborazione, che potrà essere tranquillamente utilizzata come base di partenza. Starà poi al Consiglio valutare se sia opportuno restare in attesa degli eventi o attivarsi per risolvere la questione.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Restano, ne ha facoltà.
Restano (AC-PNV) - La ringrazio per l'interpellanza, così completiamo un percorso iniziato alcune settimane fa da parte nostra, ma in verità iniziato molto tempo prima.
Voglio dire con chiarezza che da parte mia c'è tanto riconoscimento e rispetto nei confronti delle guide escursionistiche naturalistiche formate in Valle d'Aosta. Ritengo che siano di elevatissima professionalità e che quindi sappiano affrontare in sicurezza tutti i percorsi che trovano quotidianamente di fronte a loro, soprattutto mettendo in sicurezza i loro clienti. Così come tutte le altre figure professionali legate alla normativa che lei ha richiamato, perché questa norma non riguardava esclusivamente le cosiddette professioni minori del turismo, ma anche altre figure professionali. Quindi la sentenza che stavamo attendendo, riguardava anche altre figure e anche altri corsi che potevano essere eventualmente avviati.
Giunge a proposito la sua interpellanza. Io credevo lei ne fosse a conoscenza: la sentenza è già stata emessa il 20 luglio, appena dopo la presentazione della sua interpellanza; infatti mi aspettavo che me lo dicesse lei. Il Consiglio di Stato si è espresso dichiarando inammissibile il ricorso in appello presentato da alcune guide escursionistiche nei confronti della Regione. Quindi ha fatto venire meno i dubbi manifestati dai ricorrenti circa la legittimità della norma regionale n. 1 del 2003, che lei ha richiamato. Parallelamente, i citati dubbi di legittimità da lei proposti relativamente a questa legge sono venuti a mancare, facendo venire meno la principale motivazione posta alla base della richiesta di creare la nuova figura di accompagnatore di media montagna.
Tuttavia l'esigenza manifestata non può essere trascurata. A riguardo occorre, però, evidenziare alcuni aspetti prevalentemente legati alla conflittualità, che la coesistenza della nuova figura proposta di accompagnatore di media montagna con l'esistente figura di guida escursionistica naturalistica genererebbe. Infatti nell'ampio carteggio che lei ha richiamato, presentato alla struttura competente dell'assessorato, l'UVGAM e l'AGENVA, principali associazioni di rappresentanza delle guide escursionistiche naturalistiche, si sono limitate a chiedere l'istituzione della nuova figura di accompagnatore di media montagna, ponendola però in chiara contrapposizione all'organizzazione di nuovi corsi di guida escursionistica naturalistica e anche con le guide escursionistiche naturalistiche che non sono in grado di procedere a un'eventuale riqualificazione, in quanto sono convinti sostenitori della sostituzione progressiva delle guide escursionistiche con gli accompagnatori di media montagna. In sostanza, i due soggetti ritengono che, se la Regione decidesse di orientarsi verso gli accompagnatori di media montagna, non avrebbe più senso parallelamente procedere alla formazione di nuove guide escursionistiche e naturalistiche. Va evidenziato che, essendo l'AGENVA la principale associazione di categoria delle guide escursionistiche naturalistiche, molte guide abilitate operanti sul territorio hanno verbalmente manifestato il loro totale dissenso dalla posizione espressa dall'AGENVA stessa. A tale riguardo vi sono anche degli articoli di giornale che possono essere presi e messi a esempio.
La creazione della nuova figura di accompagnatore di media montagna potrebbe senz'altro generare confusioni attualmente non presenti, perché determinerebbe la coesistenza di due figure riconosciute, sostanzialmente sovrapponibili e chiamate a svolgere di fatto la medesima attività - in merito, è stato anche richiesto e ottenuto un parere all'ufficio legale della Regione - con una probabile conflittualità che necessiterebbe poi di una indispensabile e difficile opera di mediazione tra le parti che sarebbe dilatata nel tempo.
Appurato quindi che la figura di guida escursionistica naturalistica in Valle d'Aosta è stata confermata e rafforzata dalla sentenza citata, e che quindi il rischio di vedere annullata tale professionalità è stato scongiurato, si ritiene che prima di procedere a qualsivoglia modifica normativa si debba avviare un'opera di mediazione necessaria per ottenere la massima condivisione possibile e garantire a tutti di operare legittimamente e senza contrapposizione. Faccio questa affermazione perché l'appartenere a un albo professionale significa usufruire dei vantaggi formativi e di qualificazione della figura di appartenenza, ma prevede altresì degli obblighi: in termini di rispetto di un regolamento, ma anche - come lei peraltro mi sembra abbia citato - rispetto a un tariffario, che non si può invece impostare per le guide escursionistiche naturalistiche, per cui si creerebbe una conflittualità in termini di offerta.
La proposta è quella di addivenire a un monitoraggio attraverso un questionario pilotato rivolto a tutte le guide escursionistiche naturalistiche, per comprendere quale sia l'orientamento che vogliono dare al futuro della loro figura professionale, e da lì fare le scelte opportune. Penso che si possa fare in breve tempo e gli uffici si sono già attrezzati. Dopodiché si tratterebbe di avviare un'opera di mediazione attraverso degli incontri, che io ho già avuto prima ancora della sua precedente interpellanza, con l'unione delle guide e con i rappresentanti delle associazioni che rappresentano le guide escursionistiche naturalistiche. Al termine di questo breve percorso si potrebbe predisporre una modifica del testo della legge sulle guide alpine, che già è presente in bozza presso gli uffici della struttura competente. Accolgo favorevolmente la sua disponibilità al lavoro e anche gli atti che lei vorrà consegnarci.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Assessore per avermi comunicato di questo recentissimo pronunciamento del Consiglio di Stato, che non conoscevo: me lo andrò a cercare, oppure se lei magari ha la cortesia di farmelo avere. Un pronunciamento che, dagli accenni che lei ha fatto, dovrebbe tranquillizzare le associazioni e gli operatori che probabilmente erano in attesa di un pronunciamento in senso opposto e contrario, considerato che in altre regioni l'opinione comune o l'idea era un'altra.
Credo che questa cosa modifichi sostanzialmente l'urgenza e la necessità di impegnare le strutture in una discussione di questo genere. Effettivamente concordo con lei che la coesistenza di figure diverse, anche in presenza di proposte di corsi integrativi che le mettano alla pari, rischia poi di portare e di creare delle confusioni. Ciò però non fa venire meno la necessità. Lei ha detto di voler fare un questionario alle guide escursionistiche: sarebbe eventualmente opportuno interagire nuovamente con i gestori dei rifugi e con le realtà che rappresentano le attività economiche che ne avrebbero un'utilità e una necessità, perché - ripeto, io ho parlato con un gestore di rifugi - è un'esigenza che effettivamente c'è. Al di là dei numeri notevoli, molte persone che hanno acquisito il titolo di guida escursionistica, non praticano più. Qualcuna pratica con regolarità, ma sono pochissimi. Altri, anche per non superare i limiti oltre i quali è necessario aprire una partita Iva o per altri motivi, limitano di molto la propria attività. Il fatto è che manca una sufficiente quantità di persone che potrebbero interessarsi.
Il fatto che si sia sbloccata la situazione, secondo me mette nella condizione l'Amministrazione di fare ciò che è scritto nella legge: di predisporre nuovi corsi sulla base di una necessità che può essere monitorata, o anche solo di fare nuovi corsi per rinnovare i ranghi delle guide escursionistiche e di procedere a quegli aggiornamenti che peraltro la legge prevede come obbligatori. Ragionamenti che, secondo me, servono a fare di nuovo discutere l'Amministrazione regionale, o chi per lei, con queste persone che magari possono cogliere l'occasione per manifestare delle necessità.
Quindi, a questo punto - leggerò anch'io la sentenza a cui lei ha fatto cenno - cade forse la necessità di mettere mano a una legge di tamponamento rispetto a questo tema. L'invito è di tenermi informato rispetto all'organizzazione di nuovi corsi e su questi aggiornamenti, che ribadisco essere necessari al di là dei numeri che, a suo dire e a dire probabilmente anche dell'oggettività numerica, sembrano tanti, ma che poi alla fine risultano insufficienti alle necessità.