Oggetto del Consiglio n. 2547 del 11 gennaio 2017 - Resoconto
OGGETTO N. 2547/XIV - Relazione al Consiglio regionale sull'attività svolta dalla I Commissione consiliare permanente nell'ambito delle funzioni di Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata in Valle d'Aosta.
Rosset (Presidente) - Con 28 Consiglieri presenti possiamo riprendere i lavori pomeridiani. Eravamo giunti al punto n. 22 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il Consigliere Borrello; ne ha facoltà.
Borrello (SA) - Oggi ci troviamo ad analizzare questo punto iscritto all'ordine del giorno: la relazione al Consiglio regionale sull'attività svolta dalla Commissione da me presieduta in merito alle funzioni rispetto all'Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata in Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 31bis del Regolamento interno. La Commissione, proprio ai sensi dell'articolo appena citato, si è prodotta per audire i soggetti in grado di fornire alla stessa un supporto per l'esame del suddetto fenomeno e presentare ogni anno al Consiglio regionale una relazione che potesse dare accortezza della sensibilità sul territorio rispetto a queste problematiche. La relazione, che è agli atti, descrive tutte le audizioni prodotte. Vi leggerò solo quanto è stato approvato all'interno della Commissione in merito all'attività svolta dalla stessa nel percorso di questi mesi.
Il Consiglio Valle, nel luglio del 2013, ha votato all'unanimità una mozione in cui si chiedeva alla I Commissione di verificare le modalità per l'istituzione, presso il Consiglio regionale, di un Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata di stampo mafioso in Valle d'Aosta. Nell'ambito della discussione all'interno della I Commissione sono stati esaminati la legge regionale n. 11/2010 (Politiche e iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza) e i "protocolli della legalità" sottoscritti dalla Regione, unitamente al lavoro svolto dalla Commissione speciale per l'esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d'Aosta, istituita nella scorsa legislatura. Sono state poi approvate dall'Assemblea, nella seduta del 14 gennaio 2016, due modifiche del Regolamento interno al Consiglio regionale: la prima, volta ad includere tra le competenze della I Commissione quella in materia di politiche per la legalità e la sicurezza e, la seconda, finalizzata ad assegnare alla stessa Commissione le funzioni di Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata in Valle d'Aosta. Tali funzioni trovano poi pratica attuazione in un programma di audizioni di soggetti, considerati strategici per consentire il monitoraggio della situazione socioeconomica della Valle d'Aosta, e nella presentazione di una relazione annuale al Consiglio regionale, relazione che è agli atti.
Allo scopo di individuare i settori maggiormente esposti al rischio di penetrazione di criminalità organizzata in Valle d'Aosta, la Commissione ha individuato tutta una serie di figure istituzionali che, sulla base delle rispettive funzioni, fossero in grado di fornire contributi utili all'acquisizione di elementi conoscitivi in ordine al presente fenomeno. Successivamente è stato predisposto un programma di audizioni che ha visto, quale primo atto di lavoro e di analisi del fenomeno, l'incontro, il 29 settembre, con il Comandante del Corpo forestale della Valle d'Aosta. L'attività di ricognizione e di ascolto è proseguita poi il 13 ottobre con l'audizione del Questore, del referente dell'Associazione Libera Valle d'Aosta e del Presidente della Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales. Sono poi seguite, in data 20 ottobre, l'audizione del Comandante del Comando regionale della Guardia di finanza e, il 3 novembre, quella del Comandante del gruppo dei Carabinieri di Aosta. Alla luce di quanto emerso nel percorso ricognitivo e conoscitivo attuato dalla Commissione stessa, si è prodotta la presente relazione riassuntiva per permettere ad ogni singolo Consigliere di prendere informazioni, di aumentare la sensibilità, il grado di consapevolezza e mantenere alto il livello di attenzione su una tematica così importante.
All'interno della I Commissione è stato attuato un approfondimento rispetto a queste tematiche, una valutazione di carattere generale, andando a prestare particolare attenzione a non sovrapporsi con le competenze degli Organi di polizia e giurisdizionali. Ripeto, la volontà è quella di mantenere la soglia di attenzione il più elevata possibile rispetto a queste tematiche.
Penso che la relazione all'interno del Consiglio sia un momento importante per poter dare un segnale rispetto alla cittadinanza di quanto queste problematiche legate alla criminalità organizzata siano importanti da valutare e da monitorare.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bertin; ne ha facoltà.
Bertin (ALPE) - Un breve intervento sui lavori svolti in Commissione. Come è stato riportato, questa attività si svolge nell'ambito di competenze attribuite alla I Commissione; da questo punto di vista era un intervento atteso, anche perché queste competenze riguardo alla criminalità non erano affidate ad alcuna Commissione in particolare. Si è poi voluto, secondo me, utilizzare strumentalmente la I Commissione per affidare le competenze di un Osservatorio. Purtroppo la I Commissione non può essere un Osservatorio vero e proprio, poiché gli Osservatori hanno caratteristiche ben precise che sono quelle di avere anche delle conoscenze tecniche, e dovrebbe essere svolto in un altro ambito. Tra l'altro su questo argomento si era presentata una proposta di legge che andava ad istituire un vero e proprio Osservatorio con figure tecniche, che potevano essere in grado di interpretare il fenomeno complesso come quello della criminalità organizzata e servire da supporto all'attività sia del Consiglio (in fase legislativa) che del Governo regionale (in fase di esecuzione). Purtroppo si è scelto di affidare queste competenze alla I Commissione, la quale ha comunque svolto diligentemente il suo compito nel sentire tutti gli operatori del settore e le Forze dell'ordine sulla questione. Abbiamo svolto questo compito in modo diligente, dal punto di vista generale abbiamo certamente svolto il nostro compito, ma finisce tutto lì. Probabilmente un Osservatorio avrebbe avuto un'utilità ben diversa.
Tornando ai lavori svolti, le novità di questo periodo le conosciamo tutti, al di là degli interventi in Commissione: in questi due anni c'è stato soprattutto un evidente intervento nel settore economico da parte delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Come dicevamo questa mattina, e come hanno anche confermato molti esponenti delle Forze dell'ordine operanti in Valle, nella nostra Regione i fenomeni tipici dell'operare delle associazioni mafiose sono presenti in misura minore, poco significativa, e questo per una scelta strategica delle associazioni stesse. Non si dedicano alle attività più evidenti non perché non vogliono farlo o perché non ne siano capaci, ma perché ritengono questo un pericolo (per attività più evidenti intendo quelle legate all'usura, alle estorsioni e quelle che si ricollegano ad un controllo del territorio). Queste attività creano generalmente un allarme sociale, e quindi un'attività di questo genere genera anche delle reazioni nella popolazione. Si tratta di una scelta strategica quella di non creare allarme sociale in Valle d'Aosta e di lasciare la Valle d'Aosta tranquilla per operare invece in altri settori: in primis, per infiltrarsi nel tessuto economico della nostra Regione, poiché l'obiettivo principale resta fare soldi e aumentare il proprio potere. Rivelatore sotto questo punto di vista, lo ripeto, sono le quattro interdittive antimafia emesse nei confronti di altrettante imprese edili valdostane e, da ultimo, l'amministrazione giudiziaria di un'importante società, edile anche questa, emessa dal tribunale alcune settimane fa.
È un quadro preoccupante quello delle infiltrazioni nel tessuto economico della nostra Regione che, alla lunga, può avere effetti molto negativi sul sistema economico. Come sappiamo, l'infiltrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto economico può avere effetti estremamente negativi dal punto di vista della concorrenza e del funzionamento del sistema e, in generale, anche degli effetti sociali molto gravi. Bisogna stare attenti, perché questa è la scelta strategica delle organizzazioni di tipo criminale al Nord, in particolare in Valle d'Aosta. Non è una questione di lupare, coppola, di controllo e usura o di controllo del territorio; nel nord Italia, in particolare nella nostra Regione, si è fatta una scelta diversa: non apparire e infiltrarsi il più possibile nel settore economico. Questa è la scelta e bisogna stare molto attenti, perché gli effetti sia sul sistema economico che sulla qualità della vita in prospettiva sarebbero molto pesanti. È un tema al quale ho dedicato una parte significativa della mia attività; credo che su questo si giochi il futuro della nostra Regione e non bisogna abbassare la guardia.
Una guerra senza quartiere va fatta contro le organizzazioni di questo tipo e la legalità deve essere il principio sul quale ogni azione deve essere svolta da parte dell'Amministrazione in generale. Il principio di legalità deve essere tenuto come prioritario in questa Regione; se si cede su questo, in futuro diventa poi difficile per la nostra Regione. Resta una preoccupazione generale sulla mancanza di strumenti per capire cosa sta succedendo, questi sono gli elementi che emergono: per la politica è difficile capire cosa sta succedendo, perché non ne ha gli strumenti. Sarebbe importante o sarebbe stato importante dotarsi di strumenti più efficaci, se non altro per capire cosa sta succedendo per poi poter intervenire.
Presidente - Ricordo ai colleghi che siamo sul punto n. 22 dell'ordine del giorno. Non ci sono altri interventi, possiamo chiudere la discussione? Dichiaro chiusa la discussione.
Prendiamo quindi atto della relazione fatta dalla I Commissione.