Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1821 del 24 febbraio 2016 - Resoconto

OGGETTO N. 1821/XIV - Interpellanza: "Adozione di iniziative per garantire il servizio di assistenza primaria, continuità assistenziale e dell'emergenza territoriale nella regione".

Viérin M. (Presidente) - Punto n. 26 dell'ordine del giorno. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Cari colleghi, nell'ultima finanziaria ci siamo confrontati su diversi temi, per noi ci sono dei momenti anche storici, vista la diminuzione di risorse pubbliche, ci sono delle priorità e al primo posto proprio durante la discussione in finanziaria abbiamo messo la sanità, soprattutto quella territoriale, al secondo garantire le pari condizioni all'istruzione, quindi scuola e, terzo, il discorso più volte affrontato in quest'aula dei trasporti: ecco perché oggi abbiamo voluto presentare quest'iniziativa che, dal nostro punto di vista, non è per gli addetti al lavoro, ma è un'iniziativa molto politica ed è un'iniziativa che vorrebbe capire nel merito da parte del Governo regionale, dall'Assessore, di chi in questo momento decide le scelte dei prossimi 5-10 anni per quanto riguarda la sanità territoriale cosa si pensa di mettere in campo.

Qualche considerazione prima di entrare nel merito. I medici di famiglia sono estremamente importanti sul territorio. Più volte in quest'aula abbiamo affrontato il tema del Pronto soccorso, abbiamo affrontato il tema ospedale unico, ospedale, ma i medici di famiglia fanno un grosso lavoro sul territorio e in questo momento anche su di loro si potrebbe forse garantire quella sanità territoriale pensando al domani, perché vi dico questo? Perché i laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio professionale dopo il 31 dicembre 1994 che aspirano ad accedere alla graduatoria regionale della medicina generale per continuità assistenziale dell'emergenza del territorio devono conseguire il diploma di formazione, quindi centriamo questa nostra iniziativa sulla formazione. In seconda battuta, a seguito del decreto ministeriale del 2006 - e qui invece centriamo il cuore delle nostre possibilità dal punto di vista politico -, sono fissati i principi fondamentali per la disciplina unitaria, che prevede che le Regioni e le Province autonome emanino "ogni anno, di norma entro il 28 febbraio, in relazione alle proprie esigenze e necessità formative evidenziate nell'erogazione dei fabbisogni, i bandi di concorso per l'ammissione ai corsi triennali". Cosa vuol dire? Vuol dire che praticamente per formare un medico già laureato - e quindi ci sarà una borsa di studio che dura tre anni, poi un anno e mezzo di tempo per poter esercitare la professione - passano cinque anni all'incirca. Quello quindi che si scrive oggi il Governo regionale lo ha deliberato qualche giorno fa, il 19 febbraio e avete deciso praticamente quanti saranno i nuovi medici per il 2021, questo non lo dico io, ma è il processo che è stato fatto in questi anni dal 2006 a seguito del decreto del Ministro del 7 marzo 2006, perché le dico questo e vi diciamo questo? Perché trascorre circa un anno e mezzo dall'acquisizione del titolo al momento in cui è possibile concorrere in una zona carente di assistenza primaria, continuità assistenziale e emergenza territoriale. Nel momento in cui l'Amministrazione regionale mette a bando una, due, cinque, dieci borse di studio, ci sono tre anni di corso più circa un anno e mezzo prima di essere operativi sul territorio.

C'è però un di cui, dal nostro punto di vista, molto importante che sicuramente il Governo regionale conosce meglio di noi, quanto meno abbiamo le stesse informazioni. Nei prossimi dieci anni, cioè dal 2016 al 2026, quasi il 60 percento dei medici generali di famiglia attualmente convenzionati con la nostra Regione raggiungerà l'età pensionabile, quasi due su tre in questi dieci anni, entro il 2025, raggiungeranno l'età pensionabile, quindi o ci pensiamo adesso, gennaio-febbraio 2016, a giocarci la partita in anticipo per formare nuovi medici di medicina generale, altrimenti ci troveremo nei pasticci, anzi non saremo in grado di formare dei medici valdostani, non faremo crescere comunque delle figure che conoscono il territorio, che in questi tre anni hanno la possibilità di formarsi, la possibilità comunque di conoscere la sanità valdostana per poi poter operare.

Nel mentre ci siamo informati per capire cosa fanno le altre Regioni. Le altre Regioni hanno deciso di anticipare, "anticipare" vuol dire aumentare in maniera "violenta" le borse di studio. Siccome ci sono delle carenze negli anni successivi già certificate, scientificamente messe nero su bianco con dei dati - perché questi sono dati che lei, Assessore, il Governo regionale, tutta la maggioranza ha: il 60 percento dei medici entro il 2025 raggiungerà l'età pensionabile -, di conseguenza dobbiamo pianificare tutto, altrimenti arriveremo lunghi, tardi e purtroppo non andremo a dare quelle pari condizioni a giovani laureati medici che possono scegliere la possibilità di fare il medico di famiglia. Cosa ha fatto la Regione Piemonte? In Piemonte le borse di studio nel 2011 erano 40, nel 2012 sono passate a 80, nel 2013 sono passate a 120. C'è una criticità, la politica deve dare delle risposte, alle criticità bisogna trovare delle soluzioni. Noi abbiamo fatto quest'iniziativa, da una parte, per stimolare e, dall'altra, indubbiamente per trovare oggi delle soluzioni che poi garantiranno dei medici formati, frizzanti, con la voglia di conoscere il nostro territorio durante i tre anni di borsa di studio e poi di fare la professione del medico di famiglia.

C'è un "di cui" che non va nella direzione da noi auspicata all'interno di quest'interpellanza: l'anno scorso la delibera approvata dava la possibilità di approvare il bando di concorso pubblico per esami per l'ammissione di due medici al corso triennale. Quattro giorni fa il Governo regionale ha approvato la delibera aumentando di un posto, quindi da due a tre, il bando di concorso pubblico per esami. Cosa chiediamo all'Assessore, al Governo regionale? Di conoscere...alla luce del lungo iter previsto, come ho cercato di spiegare nelle premesse, per quanto riguarda il bando che avete approvato venerdì, probabilmente i medici potranno fare i medici di famiglia fra cinque anni nel 2021. Si è scelto oggi quindi di mettere solo tre borse di studio; non solo, dati alla mano, sono pochissime, ma non garantiranno sicuramente né il cambio generazionale, né la possibilità di formare ulteriori medici per i prossimi 10-15 anni.

Se può essere utile al dibattito - elemento che l'Assessore Fosson conosce molto bene -, sono delle piccole borse di studio di 11.900 euro annue, quindi se suddividiamo la cifra per 12 mesi, sono circa 990 euro, togliendo anche l'IRPEF, in saccoccia dei medici, dei giovani laureati che hanno vinto il concorso e fanno i tre anni di borsa di studio rimangono 769,50 euro al mese per 36 mensilità. Questo è lo stato dell'arte che noi abbiamo, poi magari l'Assessore Fosson avrà altre informazioni che noi non abbiamo. Il tutto per dire che la delibera che avete approvato venerdì è di nuovo al ribasso dal nostro punto di vista, ma sono i dati alla mano che noi abbiamo, che lei ha sicuramente, dove il pensionamento entro il 2022 raggiunge quasi il 30 percento e il pensionamento entro il 2028 raggiunge il 75 percento e voi, dal punto di vista politico, mettete in ballo tre miserabili e piccole borse di studio... Ascoltiamo attentamente la sua risposta. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie.

Non è proprio così, perché io partirei dallo stesso presupposto che dice lei, e su cui più volte ci siamo trovati d'accordo sull'importanza del territorio, sullo sviluppare la medicina del territorio e di investire sui medici di famiglia.

Bisogna dire che il contratto nazionale e le norme, per esempio - lei non lo ha più ripetuto adesso -, su tempi di iscrizione, della segnalazione delle zone carenti e il bando finora sono state indicate dallo Stato. Non possiamo intervenire per nulla in questo, perché il medico di famiglia è un medico convenzionato e noi possiamo prevedere anche 40 borse di studio, ma bisogna vedere però quanti valdostani ci sono che vogliono aderire a queste 40 borse di studio, perché tutto è fatto anche sulla domanda di medici valdostani che vogliono fare il corso, ma noi i medici che formiamo con questa borsa di studio, piccola o grande che dice lei, non sono poi medici che hanno la garanzia di lavorare sul nostro territorio. Non è vincolante il fatto che abbiano fatto il corso da noi, e su questo bisogna che ci capiamo bene. Non solo, ma al medico di famiglia che ha una specificità, finora non è stata neppure richiesta la conoscenza della lingua francese e ci sarà al momento del bando, al momento dell'aggiudicazione, l'unico discorso di un punteggio riconosciuto a chi ha una residenza qua. Su questo noi abbiamo ben presente quello che dice lei perché negli anni passati erano uno o due e siamo passati a tre. È sicuramente quindi un potenziamento del nostro percorso di formazione e questo la pregherei di notarlo e dopo, se vuole, le faccio vedere anche gli iscritti degli altri anni, cioè quanti valdostani desiderano fare questo corso per diventare i medici di famiglia.

Sui pensionamenti è una cosa che ci sta molto a cuore, ed è da tempo che lo stiamo vedendo. Noi sappiamo che nel 2021 ci saranno cinque medici e poi lo scatto grande ci sarà dal 2022 in poi. Noi da qui al 2021 abbiamo in formazione sette medici e avremo nel 2021 cinque che lasceranno il loro contratto. Siamo decisamente in linea con i valdostani che ci chiedono di fare quello e il nostro desiderio è di formare i medici di famiglia valdostani che vadano sul territorio. Le dico ancora che fino a pochi anni fa nessun laureato in Valle d'Aosta, o pochissimi, volevano fare questo corso e per fortuna noi questa delibera l'abbiamo fatta entro il 28 febbraio e ne abbiamo previsti tre, ovvero di più dell'anno scorso e speriamo che siano tutti e tre valdostani.

Per quanto riguarda poi quello che chiedeva lei, riguardo ai posti di continuità assistenziale, si conferma la difficoltà a coprire tali posti con contratti a tempo indeterminato, tant'è vero che l'ultimo avviso aziendale pubblicato sul BUR per 21 casi di continuità assistenziale a tempo indeterminato (territorio, continuità assistenziale per 24 ore settimanali) ha visto la presentazione di una sola domanda: 21 incarichi e una sola domanda. La graduatoria è stata approvata con deliberazione. La copertura del servizio è comunque garantita attraverso l'attivazione di contratti a tempo determinato conferiti ai medici presenti nelle graduatorie con validità annuale predisposti dall'azienda per il riferimento degli incarichi. Il mancato interesse a ricoprire il posto di continuità assistenziale con contratti a tempo indeterminato è legato alla tipologia stessa dell'incarico che non risulta appetibile, probabilmente per chi si è formato in medicina generale e ambisce ad avere un incarico nell'ambito dell'assistenza primaria, perché una volta non esisteva, ma adesso bisogna fare tre anni di formazione senza lavorare. La sua preoccupazione è corretta, la nostra attenzione le assicuro è massima, perché ne abbiamo messo uno in più. Da cosa è condizionato tutto questo? Dal fatto che aspettiamo la riforma della medicina territoriale, per la quale sembra in modo molto qualificato, che si arriverà al ruolo unico cioè che la continuità assistenziale non esisterà più, nel senso che la continuità assistenziale e medicina di famiglia rientreranno in un unico ruolo con regolamenti diversi, e che tutti quelli che adesso fanno continuità assistenziale avranno dei requisiti e quest'anno si chiarirà questo.

Noi fino al 2021 siamo ultra coperti con quei rischi che le dicevo, che prepariamo della gente che magari poi non potrà frequentare e fare il medico di famiglia in Valle d'Aosta. Il problema le assicuro che ci sta a cuore e che non andiamo al ribasso su questo, perché la medicina territoriale è l'unica medicina in cui non ci sono state delle riduzioni di costi e di fondi.

Presidente - La parola al Consigliere Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Ci hanno sempre insegnato che dove tocca noi giocare la partita, Assessore, è meglio giocarla. Chi rimane sempre in panchina o in tribuna e non ha voglia di mettersi i parastinchi...ci hanno insegnato che bisognerebbe quanto meno anticipare. L'obiettivo di questa nostra iniziativa era darle una mano, stimolare. Io speravo che lei non ci dicesse quella battuta che da due siamo passati a tre, non glielo ho detta io in anticipo, perché ho sperato che non ci fosse la battuta: "l'anno scorso abbiamo messo due borse di studio, quest'anno abbiamo mosso la classifica, ne abbiamo messe tre". È curiosa la cosa, abbiamo fatto delle facoltà scientifiche tutti e due, però si è fermato solo al 2022. Lei sa che il diagramma in suo possesso...al 2022 cambia subito il prospetto e lì la percentuale è molto alta, ma, al di là delle percentuali, Assessore, il mondo è cambiato. Lo sa perché siamo preoccupati? Uno perché il mondo è veramente cambiato e c'è domanda, e lei lo sa, non esiste più quel mondo di 10-15-20 anni fa. La formazione poi è basilare, la conoscenza del nostro territorio, della sanità territoriale è basilare, quindi perché non anticipare questo cambio anche generazionale al di là della cifra 2021, 2022? Non ci perdiamo sugli ordini di grandezza. Nel momento in cui ci sono delle sollecitazioni, ci sono medici laureati valdostani e non che vogliono fare la formazione da noi, noi ci chiediamo veramente il perché non ha voluto alzare nettamente la possibilità di borsa di studio e passare almeno a cinque-sei-sette borse di studio per il prossimo triennio.

Lei sa che in questo triennio ad oggi solo quattro sono i medici in formazione, questo solo per mettere tutte le informazioni sul tavolo. Per il ruolo unico mi sembra di essere sulla stessa sua lunghezza d'onda, per il ruolo unico ci dovrà essere l'attestato comunque dei tre anni e questo è un passaggio comunque molto importante e l'anno scorso c'erano 18 aspiranti, di cui 11 residenti. Vede quindi che le informazioni che abbiamo, i dati che abbiamo sono gli stessi che ha lei, con la differenza che lei fa l'Assessore. Lei fa parte di un Governo e avremmo gradito veramente che venerdì, invece di approvare questo bando di tre borse di studio per il prossimo triennio 2016-2019 o 2017-2020, fossero state almeno sei o sette le borse di studio, da poter comunque iniziare un percorso importante/necessario.

Su questo tema comunque legato ai discorsi anche dei presidi territoriali, soprattutto quello di Châtillon, non solo torneremo, ma il consiglio che possiamo dare è quello, nel caso in cui ci siano ancora gli estremi - non so se può interessare al Governo, poi è una vostra scelta - per alzare nettamente le borse di studio per il prossimo triennio, di farlo perché, dal nostro punto di vista, andreste a dare delle risposte veramente a diversi laureati valdostani che hanno voglia di fare formazione per il prossimo triennio. Poi è una vostra valutazione, i dati di pensionamento e di età raggiungibile dal punto di vista pensionistico ce li avete come ce li abbiamo noi, ma pensiamo al futuro e non pensiamo invece ai prossimi mesi o al prossimo biennio o triennio: pensiamo magari al futuro e sicuramente ci sarà anche una figura diversa del medico di famiglia, è stato detto in commissione, è stato detto diverse volte qua in aula. Noi rilanciamo comunque la delibera che avete approvato venerdì e, secondo noi, ci sono tutte le condizioni per poter aumentare le borse di studio almeno del doppio se vogliamo fare un salto anche generazionale. Grazie.