Oggetto del Consiglio n. 1599 del 19 novembre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1599/XIV - Reiezione di Mozione: "Impegno per la messa in liquidazione della società COUP s.r.l.".
Presidente - Punto 30 all'ordine del giorno. La parole au collègue Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Il senso di questa mozione è legato al momento particolarmente difficile che stiamo vivendo.
Presidente - Colleghi, un po' di silenzio per cortesia. Assessore, Presidente, colleghi: c'è un Consigliere che sta illustrando la mozione e si rivolge a voi. Prego collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Grazie.
Dicevo che la nostra mozione è prende spunto dal momento difficile che economicamente stiamo vivendo e che ci vedrà nel prossimo Consiglio approvare un bilancio lacrime e sangue, come è stato definito anche dai colleghi della maggioranza. Questa iniziativa per noi è fondamentale, per un aspetto molto semplice. Noi vogliamo capire quale sarà l'orientamento del governo e della maggioranza. Vogliamo capire se su temi così importanti e in un momento di grandi criticità e difficoltà, la politica - o meglio, io la chiamerei la buona amministrazione - può trovare dei punti di sintesi che derivano esclusivamente da scelte consapevoli e amministrativamente corrette, che vadano nel senso di far capire che è finito il momento delle scelte che produttivamente non portano nulla, delle scelte che continuano a mantenere in piedi dei contenitori che si sono svuotati o che lo saranno, non per scelta politica ma perché ci saranno a monte delle decisioni obbligatorie dettate da leggi.
Per quello che riguarda il discorso della COUP, teniamo conto che è stata manifestata l'intenzione da parte del governo di non proseguire sul discorso degli appalti. Soprattutto teniamo conto che nel frattempo sono emersi anche dal punto di vista amministrativo dei passaggi che noi riteniamo assolutamente importanti e determinanti.
Faccio una breve ricostruzione. Questa società di scopo era nata per cercare in parte di aggirare delle norme particolarmente severe legate al patto di stabilità, perché sappiamo che queste risorse erano gestite extra patto di stabilità. Erano gestite al di fuori dei conteggi che riguardavano il patto di stabilità, seppur con scelte dal punto di vista organizzativo non sempre condivise, però c'era uno scopo dettato dal particolare momento e dalle particolari norme restrittive che ci venivano imposte dallo Stato, per quello che riguarda il bilancio regionale. Ma ora le scelte che hanno portato a questa società di scopo non hanno più senso di esistere, per due motivi. Il primo: questa società, essendoci un fermo dal punto di vista degli investimenti non avrebbe più senso di esistere. Il secondo perché, come tutti ben sappiamo, pur essendosi la Regione Valle d'Aosta presa un anno di aspettativa (chiamiamola così) per quello che riguarda il bilancio consolidato con l'accordo siglato a giugno nel patto di stabilità, di fatto queste società saranno comunque obbligate a tenere una contabilità che possa essere inserita a tutti gli effetti nel bilancio regionale, come tutte le partecipate, a partire dal 2017. Pertanto, noi crediamo che sia assolutamente opportuno dare un segnale diverso. Perché aspettare di arrivare alla scadenza per dare un segnale di un cambiamento di rotta? Di un cambiamento di volontà sul tenere in piedi queste strutture?
C'è un altro aspetto che noi riteniamo assolutamente importante. Con il progressivo diminuire delle risorse disponibili in conto investimenti da parte della Regione, abbiamo tecnici, uffici e soprattutto professionalità disponibili per gestire questi tipi di appalto e di società. Se un domani, per qualunque motivo o eventualmente per una scelta del governo, dovessimo riprendere un'attività di investimento, noi avremmo strutture, dirigenti e personale assolutamente disponibili a livello di dipendenti regionali per gestire questa fetta di bilancio della Regione.
C'è un ulteriore aspetto che è stato rimarcato e che ci tengo a sottolineare: non è la prima volta che questo tipo di società di scopo viene messo in discussione. Noi abbiamo presentato interpellanze nel passato e c'è sempre stato risposto che non c'erano le strutture disponibili, mentre ora ci sono, perché abbiamo risorse ridotte e soprattutto siamo in un momento di assoluta difficoltà. Come avremo modo di spiegare meglio nella discussione del bilancio regionale, non si può pretendere o avere la necessità di sacrificare una parte del sociale e nello stesso tempo mantenere in piedi queste strutture che non hanno più senso di esistere.
Cosa ha fatto questa società COUP. I dati sugli ultimi due tre anni penso che saranno oggetto dell'intervento del collega Fabbri, il quale vi dirà esattamente cosa ha fatto di concreto questa società, quali capitali ha mosso.
Noi crediamo che in questo momento un costo che supera i 300 mila euro, solo per mantenere in piedi questa società, sia un lusso che non possiamo più permetterci, Presidente. Non possiamo più permettercelo per vari motivi. Non avrebbe senso nel futuro mantenere in piedi una società che dal 2017 entrerà a tutti gli effetti nel bilancio consolidato della Regione. Non ha più senso, perché la scelta del governo è stata molto chiara. Non ha più senso perché, al di là dei proclami che noi sentiamo, anche da parte di alcune forze che in questo momento compongono la maggioranza - proclami di cambiamento, di volontà di portare quella sensibilità particolare che in passato abbiamo condiviso - noi pensiamo che sia giunto il momento di passare dai proclami ai fatti. Se no è troppo facile continuare a ripetersi e a parlarsi sopra, dicendo che i lussi sono finiti, che bisogna avere una sensibilità di amministrazione diversa, che abbiamo la necessità di razionalizzare e di evitare gli sprechi, ma poi si continua come se nulla fosse.
Abbiamo un bilancio che ci penalizzerà dal punto di vista degli investimenti e delle risorse per la fasce deboli, per il sociale. Abbiamo ritenuto opportuno aumentare la quota minima che le famiglie dovranno pagare con seimila euro di ISEE, per mandare i bambini agli asili nido. Questi sono segnali che preoccupano, perché sono il segno di un momento di grande difficoltà, in cui bisognerebbe avere - torno a ribadirlo - la capacità di passare dai proclami ai fatti. E i fatti sono questi: evitare gli sprechi, chiudere le società che non hanno più senso di esistere, avere il coraggio di farlo prima che ci siano leggi dello Stato che ce lo impongono.
Attenzione, c'è un altro aspetto che noi riteniamo assolutamente importante. Le direttive per il programma di razionalizzazione delle partecipate locali saranno un altro passaggio fondamentale. Noi non sappiamo ancora quali saranno i contenuti e in questo momento abbiamo null'altro che un programma di razionalizzazione, per cui vedremo in primavera che cosa comporterà quella che viene chiamata direttiva Madia o programma di razionalizzazione della Madia. Ma perché non dare un segnale immediato?
Concludo dicendo che noi sappiamo le difficoltà che ci possono essere dal punto di vista operativo nel mettere in liquidazione delle società. Pertanto noi non abbiamo chiesto che venga messa in liquidazione dal primo di gennaio. Noi abbiamo chiesto e chiediamo con forza che ci sia l'impegno soprattutto per questa società, che è stata già dichiarata non più utile per quello che riguarda il proseguo degli investimenti, affinché avvenga nei primi mesi del 2016. Non c'è una data fissa, vedete voi i tempi, però il segnale è che non si può prescindere da questo momento di grande difficoltà. Grazie.
Presidente - Grazie collega Gerandin. La parola al collega Chatrian.
Chatrian (UVP) - Sì, grazie Presidente. Buongiorno a tutti.
Indubbiamente questa mozione è propedeutica alla discussione che faremo tra qualche giorno, quando andremo a dibattere il bilancio triennale 2016-2018, non tanto dal punto di vista amministrativo ma da quello politico, delle scelte che intendiamo modificare e di quelle che sono le regole del gioco. È una mozione che con i colleghi non solo abbiamo condiviso, ma che da diversi anni affrontiamo in quest'aula. In questi due anni e mezzo diverse volte abbiamo fatto non solo delle interpellanze o interrogazioni per conoscere cosa si sta facendo, ma più volte siamo entrati nel merito con delle mozioni con cui si impegnava il Consiglio tutto e il governo regionale a prendere strade chiare.
Il collega ha già illustrato nelle premesse la cornice importante di questa scelta. Non dando delle date fisse (entro 90, 60 o 30 giorni) per mettere in liquidazione questa società indiretta, però c'è un impegno di natura molto politica, dal nostro punto di vista. Conoscete la posizione del nostro gruppo, legata non tanto alle partecipate dirette o indirette, ma alla difficoltà di avere la possibilità di una casa di vetro. Quindi conoscere perfettamente cosa si sta facendo e come vengono utilizzati i soldi di una partecipata. Ma il passo in più che vorrei fare è che non ci siano dei doppioni. Assessore Fosson, lei sa che numerose strutture dell'Assessore Baccega in questo momento hanno meno lavoro, perché ci sono meno risorse, meno appalti e ci sono meno procedure, ma abbiamo tutta una serie di professionalità all'interno dell'amministrazione (ingegneri, architetti, avvocati, giuristi) che tranquillamente potrebbero dare gambe e corso a quello che è l'indirizzo di natura politica.
Cerco di spiegarmi un po' meglio. Questa società è costata per la sola gestione più di 700 mila euro all'anno, tra compensi dell'amministratore unico, struttura, ottavi, settimi, ragionieri, professionisti interni. Era una piccola o grande sede, di cui più volte si è già dibattuto in quest'aula, che è costata al sistema pubblico diversi milioni: 700 mila euro per diversi anni; non facciamo i conti, ma li potremmo fare tranquillamente. Quello che è andato è andato e le battaglie che sono state fatte negli ultimi due anni di questa legislatura sono molto puntuali. Diverse volte vi abbiamo chiesto di mettere in liquidazione questa società perché non è più utile, perché non ha più senso.
Questa volta però c'è un elemento in più che dobbiamo analizzare. Nella finanziaria che ci avete presentato qualche settimana fa c'è una virata di 180 gradi, che è quella di riallocare e azzerare i 118 milioni di euro per l'ampliamento dell'ospedale, cosa per cui questa società è nata, cioè per ampliare il nuovo ospedale. La scelta politica di questa maggioranza è di azzerare completamente quell'impegno, riallocando i 118 milioni di euro. Oltretutto c'è stato fornito, dopo nostra richiesta, un prospetto abbastanza chiaro che dice dove sono stati riallocati i 118 milioni che dovevano invece essere impegnati per l'ampliamento dell'ospedale. Quindi la COUP tre settimane fa è stata svuotata dal punto di vista finanziario, è stata proprio prosciugata. È stata una scelta di natura politica.
Col collega Guichardaz molte volte abbiamo affrontato questo tema nei due anni e mezzo di legislatura, proprio per dire se questa società ha ancora senso di esistere. La risposta della maggioranza, fino a qualche mese fa, è sempre stata che la connotazione, la mission, di questa società è l'ampliamento dell'ospedale. Invece, mi sembra che la scelta della politica di tre settimane fa sia stata chiara: svuotiamo i soldini che erano stati caricati nel calderone per l'ampliamento dell'ospedale e facciamo invece un investimento sul piano cultura, sulla valorizzazione e riqualificazione del patrimonio, sulla finanza locale, sul piano scuola, sui miglioramenti fondiari e sui riordini fondiari. Questi soldi sono stati traslati completamente su altri investimenti, quindi a maggior ragione vi poniamo il quesito, per una soluzione, per una seconda via che è quella di dire: vista la legge finanziaria del 2016, cerchiamo insieme se c'è la volontà di un percorso di messa in liquidazione della società COUP, per i motivi che ho cercato di elencarvi. Una ragione è di natura economico-finanziaria, perché questo giocattolino costa alle casse regionali 700 mila euro all'anno solo di spese di gestione.
Il secondo motivo è il più importante. Nella vostra finanziaria, che la Giunta regionale ha approvato qualche settimana fa, all'articolo 11 comma 3 c'è la rideterminazione in riduzione di euro 118 milioni, a copertura degli oneri derivati dall'applicazione del comma 2, per altri sette tipi di investimento che vi leggevo poc'anzi. Quindi cade completamente la mission di questa società s.r.l.
Un elemento in più che vi dicevo poc'anzi: abbiamo le professionalità interne che hanno meno lavoro. Magari il collega Assessore Baccega ci aiuterà in questo e metterà qualche elemento in più. Forse è il momento di traslare tranquillamente queste piccole incombenze e competenze all'interno del suo dicastero, in modo da risparmiare e riallocare questi risparmi già subito nella legge finanziaria. Sicuramente l'Assessore Baccega ci darà qualche elemento in più, ma anche l'Assessore Fosson cercherà di spiegarci se la messa in liquidazione potrà avvenire nei primi mesi o se magari ci andranno i primi sei otto mesi del 2016.
Dico questo perché adesso gli elementi sono nuovi. Il prospetto che gentilmente l'Assessore Perron ci ha fornito è molto chiaro. Queste erano le risorse che fino a tre settimane fa aveva a disposizione la COUP s.r.l. Se la finanziaria sarà approvata nella prima settimana di dicembre così come è stata presentata dal governo regionale, la COUP non avrà praticamente più un euro a disposizione.
Forse è il momento propedeutico ad affrontare politicamente questo dossier. Mi fanno segno gli assessori competenti che ne parlerà il Presidente della Regione, ma non sarebbe male sentire anche i dicasteri toccati sul vivo, quello dei lavori pubblici e quello della sanità. Oltretutto mi sembra che la mission di questa società fosse molto chiara, quindi viene a cadere un po' la sua natura.
Non aggiungo altro. Ascolteremo con molta attenzione l'intervento di chi, del governo, interverrà su questa nostra proposta. Ripeto che non abbiamo apposta voluto mettere dei limiti, ma dal nostro punto di vista questo un impegno politico forte. I doppioni non devono più esistere e gli sprechi nemmeno. Se si cambia idea - si dice: ma le s-ôno i tzandzon po le s-idé [traduzione letterale dal patois: ma gli asini non cambiano idea] - e se si decide di riallocare queste importanti risorse su altri investimenti, forse è il momento buono per mettere in liquidazione tale società e di conseguenza utilizzare anche quelle risorse per qualcos'altro.
Ascolteremo attentamente le parole del Presidente e speriamo che ci sia da parte della maggioranza e del governo una particolare attenzione. Con serenità, con voglia di essere propositivi, di incidere e di incalzare su temi importanti, riteniamo che ci sia la possibilità di accompagnare questa società nella chiusura del cerchio e quindi in un vero risparmio per la collettività valdostana. Grazie.
Presidente - La parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.
Mi unisco anch'io a quanto hanno detto i miei colleghi e vorrei sottolineare come sia giunto il momento di pensare che questa società è arrivata ormai al capolinea, perché è chiaro che il suo scopo è finito. Con un gioco di parole si potrebbe dire che la società di scopo ha perso, ha smarrito lo scopo.
Dando un'occhiata alle attività svolte negli ultimi anni, sono andato a guardare i vari affidamenti fatti negli ultimi tre anni. Se nel 2012 sono stati fatti 20 affidamenti per il prosieguo dei lavori istituzionalmente di competenza della società, nel 2013 e nel 2014 i lavori affidati sono calati drasticamente. Tant'è che nel 2014 ne sono stati affidati solo tre, a dimostrazione del rallentamento progressivo e drammatico dell'attività di questa società, il cui motivo lo conosciamo tutti.
Adesso è arrivato - l'ha sottolineato bene il collega Chatrian - il momento in cui la società ha veramente perso il suo motivo di essere. È stata ritirata la volontà da parte del governo di andare avanti sulla costruzione del nuovo ospedale e si sono liberate queste risorse, giustamente, per altri tipi di iniziative. E allora ci stiamo chiedendo che cosa ci sta a fare questa società. Senza contare, poi, che tutti gli affidamenti, soprattutto dal 2012, sono stati fatti con poca chiarezza; tutti! La trasparenza lasciamola perdere, ma c'era allora la necessità impellente di procedere velocemente, che era nello scopo di costituzione di questa società.
È stato detto e abbiamo già fatto parecchie interpellanze o azioni sull'argomento. Io vorrei ricordare che questa società, che è stata creata praticamente in duplex con la NUV, aveva la sua ragion d'essere in quanto citato nella delibera di costituzione: il personale tecnico dipendente, cioè regionale, in possesso delle necessarie qualifiche professionali risultava interamente assorbito in altri compiti e pertanto occorreva ricorrere a soggetti esterni per poter procedere all'esecuzione dei suddetti interventi. Ora, è stato già detto, ma lo voglio ripetere e l'avevo già chiesto: visto e considerato che sono cambiate drasticamente le situazioni, noi siamo convinti che a livello del personale regionale ci sia tutta la competenza - l'incontrovertibile competenza, direi - del personale degli uffici regionali a sostenere il lavoro che sta facendo questa società.
Detto questo, vorrei anche riportare l'attenzione anche sul fatto che il nuovo bilancio prevede la dismissione e la valorizzazione degli immobili regionali. Sarebbe anche opportuno mettere in valorizzazione e in dismissione la sede di questa società, che era stata acquistata precipitosamente negli anni passati. A questo punto, se la nostra mozione venisse accolta, si libererebbe uno dei pezzi importanti della valorizzazione di questi beni immobili.
È arrivato il momento in cui è estremamente necessario dare un segnale forte - anche nelle piccole cifre, nelle piccole cose - che veramente nulla sarà mai più come prima, come è stato detto molte volte, e che la volontà del Consiglio tutto insieme è quella di cambiare modo di gestire le cose. Affinché quello slogan - anzi, non voglio dire slogan - quella convinzione che nulla sarà come prima non si risolva poi in un'azione da Gattopardo, incominciamo a rivedere il corollario di società che abbiamo creato in tutti questi anni e che ora come ora non hanno più ragione di essere e sono fonte di sprechi. Soprattutto sono fonte di possibilità di recupero di bilancio da parte della Regione, che può essere utilizzato là dove dobbiamo purtroppo tagliare pesantemente, come diceva prima il collega Rollandin, specialmente nel sociale, dove si incide direttamente nella carne viva dei nostri concittadini. Grazie.
Presidente - Grazie. Siamo sempre in discussione generale. Non vedo altre richieste.
Chiudo la discussione generale. Per la replica la parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Oui, merci Président.
Je crois que le débat sur ce thème a en principe repris le discours qu'on a fait dans ce Conseil, en signalant le fait que pour ce qui est du projet et du programme de l'hôpital il y a eu des variations, qui ne sont pas liés à un changement d'avis par rapport à ce qui est l'exigence d'avoir un hôpital unique. Ça on veut le rappeler: il faut que les trois sièges actuels de l'hôpital soient compris dans un siège unique. Dans ce sens, on veut réaffirmer que l'objectif est quand même maintenu.
Les fouilles archéologiques de la zone qui était concernée par l'hôpital ont permis de découvrir un aspect important, qui est encore soumis à l'attention d'une commission spécifique qu'a été créée de la part de la Surintendance, avec une série d'experts au niveau national et international qui sont en train de travailler. Cette commission s'est déjà réunie il y a quelque temps et se réunira encore dans ces mois, ayant l'objectif de faire le point, important pour savoir ce qu'il faut encore faire au niveau des fouilles et pour être conscient de ce qui est le système pour la mise en valeur de cette découverte du personnage qui, comme vous savez, a été repéré. Ils ont parlé d'un condottiero, mais on ne sait pas encore quel est le rôle de ce personnage. Quand même, il est en train d'être examiné, justement pour en savoir plus. Étant donné qu'il est l'unique repère de l'âge du Fer en Europe, il a une importance particulière, ainsi que l'ensemble des pierres qui sont mises dans la zone où il devait être prévu le projet de l'hôpital. Comme je disais, l'examen c'est pour savoir s'il faut encore davantage faire des fouilles et pour être conscient de ce qu'on peut faire dans cette zone, c'est-à-dire de maintenir cet aspect et le protéger, ou bien prévoir un déplacement. Selon ce qui se passera, on pourra avoir l'idée s'il y a encore une possibilité de revoir le projet qu'on avait pris en charge et qu'on avait discuté même dans la Commission compétente.
Par conséquent on pourra savoir si on doit en quelque sorte réduire le projet originel et prévoir des changements par rapport à ce projet. Ça c'est l'engagement qui est encore en charge de la COUP, qui maintenant est en train de suivre la partie liée à cet aspect des fouilles, qui n'est pas encore terminé, et suite aux décisions on pourra savoir si elle devra avoir encore un rôle, dans le sens qu'elle devra reprendre la possibilité ou non de revoir le projet et de réaménager l'ensemble.
Dans ce sens, je veux seulement rappeler que le coût du personnel pour 2016 - ils ont été réduits - se chiffre plus ou moins à 80 milles euros, par rapport aux 700 milles prévus, car il n'y a plus une série de personnes qui étaient engagées auparavant. Il y a encore un emprunt de 118 millions d'euros, que vous avez dit, par rapport à l'emprunt initial qui était de 124 millions, qui permet d'aller de l'avant pour ce qui est des démarches qui sont en train de se passer aujourd'hui.
L'azione che si sta portando avanti con la COUP evidentemente è sub iudice, nel senso che se ci saranno sviluppi di un certo tipo, la conseguenza di questa misura porterà a valutare se sarà ancora necessario avere una società di scopo con queste caratteristiche - era impegnata e ha fatto un lavoro importante per arrivare alla determinazione del progetto e per seguire tutte le procedure - oppure se, a seguito delle indicazioni della commissione competente, si dirà che quest'area dovrà essere mantenuta integra o comunque protetta, per cui il progetto verrà completamente stravolto, visto in modo diverso e chiaramente dovrà essere riprogettato. Si prenderanno le misure che saranno necessarie per ridurre comunque l'impegno che oggi c'è dalla parte della COUP, che ridotto a tali termini continua proprio per mantenere questo raccordo che è necessario per la questione degli approfondimenti sulla zona archeologica.
Per quanto ci riguarda, noi siamo dell'idea che quando saranno finiti questi accertamenti faremo la valutazione definitiva su questo tema. Sicuramente, se non sarà più necessario saremo i primi a dirlo, come abbiamo fatto per quanto riguarda l'università. Quando sarà finito questo primo lotto, siccome sul secondo la progettazione c'è già, non ci sarà bisogno di fare altre procedure e altre pratiche, quindi andrà a termine. Questa soluzione verrà vista nel momento in cui ci saranno queste determinazioni, che a oggi non so darvi, perché non ci sono ancora indicazioni da parte della commissione competente.
Quando sarà finito questo, noi siamo dell'idea di fare una relazione al Consiglio e alla Commissione competente, in modo da fare insieme le valutazioni su quello che sarà il futuro di questa società. A oggi - si chiede nei primi mesi 2016 praticamente di disattivare la società e di chiuderla - non riteniamo che ci siano gli argomenti per accettarla così com'è. Quindi noi ci asteniamo sulla mozione, ma ribadiamo che siamo disponibili a dare conto delle determinazioni della commissione, che saranno determinanti per il futuro della possibile azione della società. Se sarà necessario verrà presa in considerazione, se non sarà necessario saremo i primi a prenderne atto e quindi a trarre le conclusioni conseguenti. Grazie.
Presidente - La parola al collega Gerandin.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Ho ascoltato attentamente quanto ci ha detto, Presidente. La nostra mozione vuole essere ben lungi dal mettere in discussione l'ospedale unico: non era questo il senso e se questo è stato inteso, non era il nostro volere. Non era neanche nostra intenzione mettere in dubbio la valorizzazione della scoperta archeologica, perché proprio. Evitiamo malintesi, Presidente. Lei ci ha risposto per un lungo momento su questi due aspetti, ma non era quello che noi volevamo mettere in discussione. Se c'è qualche dubbio, se c'è da correggere qualcosa sulla mozione in questo senso, noi siamo disposti a correggerlo. Penso che sia necessario essere coscienti di cosa si possa fare per valorizzare la zona, ci mancherebbe! Il senso della nostra mozione non era proprio questo. Non so se il progetto andrà cambiato o comunque rivisto, ma torno a dire che la nostra mozione non dice nulla a riguardo di questo.
La nostra mozione va oltre, verso un ragionamento che, io penso, anche nell'ottica della predisposizione del bilancio, quest'aula dovrà condividere. La società di scopo era un escamotage, Presidente, anche in parte giustificato, perché obiettivamente è stato utile per riuscire a superare il cappio del patto di stabilità o dell'obiettivo eurocompatibile, chiamiamolo come vogliamo. Però lo sappiamo perché è nata questa società. Poi magari abbiamo delle visioni diverse su come è stata gestita e su come è stata affidata, ma sulla necessità, torno a dire, è anche un obiettivo condivisibile, Presidente. Però, se prima era un escamotage, ora è un lusso che non possiamo più permetterci.
Lei ha detto che saranno solo più 80 mila euro. Presidente, io penso che su un bilancio, come quello che voi come governo ci avete presentato e che andremo a discutere, se riusciremo a reperire qualche risorsa per garantire il futuro del sociale, dovremo farlo raccogliendo 100 mila euro per ogni capitolo. Se lei mi dicesse "trovami 15 milioni per togliere il discorso dell'utilizzo dell'avanzo sugli Enti locali" le dico adesso che non saprei dove dirle di prenderli. Per cui, io penso di essere corretto su questo aspetto. Sono gli 80 mila e i 100 mila euro che possono fare la differenza: tale è la nostra visione in questo momento. Non so se saranno solo 80 mila euro - non ho motivo per non crederci - ma sono comunque un segnale in questo momento.
Noi crediamo veramente, Presidente, che se in futuro ci sarà la necessità di rivedere un progetto, noi abbiamo professionalità che in questo momento chiedono di poter lavorare - mi rivolgo all'Assessore Baccega, perché ci parliamo tutti con il personale, con i dirigenti e con chi opera all'interno della sua struttura - chiedono di poter lavorare! Chiedono che le direzioni dei lavori non siano affidate all'esterno e che quei pochi cantieri in economia siano affidati alle strutture, perché si sentono inutili. Questa è la verità con cui dialoghiamo quotidianamente anche noi. Non pensiamo di essere qualcosa fuori da quelli che sono i parametri. Noi parliamo con la gente, ma ci parlerete anche voi, visto che le avete negli uffici queste persone!
La differenza è nel dire che, se un domani ci sarà la necessità di modificare, di rivedere o di valorizzare quest'area, abbiamo le capacità interne per farlo. Come il collega ha detto bene prima, la maggior parte dei lavori sono fatti in economia diretta, salvo rari appalti. Tenere in piedi una struttura per fare affidamenti in economia diretta: non ha nessun senso di esistere in una cosa del genere!
Siamo alla vigilia di un bilancio. Questo è un segnale, anche se sono solo 80 o 100 mila euro, per vedere se c'è la volontà di cambiare strada, di cambiare rotta. Io ho seguito attentamente quello che ha detto qualche Assessore che è seduto accanto a lei, Presidente, quando è stato detto - anch'io condivido - che "l'unica risposta possibile è aumentare la produttività. Inutile per noi avere una miriade di dipendenti pubblici che non generano alcuna ricchezza". Come non condividere una cosa del genere! E allora diamogli la possibilità di farla! Questa è la nostra differenza: saranno 80, 100, 200 mila euro? Faranno la differenza sul nostro atteggiamento in vista del bilancio. Perché se su queste cose non c'è coerenza, non c'è volontà, non c'è intendimento comune di andare a rivedere, allora siamo su due pianeti diversi!
Non si può da una parte chiedere collaborazione, idee ed eventualmente proposte, se poi ci troviamo arroccati a difendere qualcosa che è indifendibile. Perché dobbiamo aspettare che sia il decreto Madia a dirci che dobbiamo mettere in liquidazione queste società? Perché questo avverrà! Quelle che non sono società attinenti e obbligatoriamente create per certi scopi, non hanno più senso di esistere. Questo ormai è un principio che a livello di Stato è condiviso e si aspettano solo i decreti attuativi. Noi dobbiamo aspettare i decreti attuativi per muoverci in questa direzione, quando abbiamo deciso che era un investimento che in questo momento è fermo in attesa di approfondimenti? Semmai un domani dovessimo continuare a investire, non avremmo più la possibilità di mantenere in piedi questa società. Perché arrivare sempre ultimi, quando lo Stato ci impone qualcosa?
Lo dico amaramente: noi abbiamo condiviso queste battaglie. Le abbiamo condivise con qualcuno e non possono tacere su queste cose; non si può tacere! È troppo facile fare proclami e poi alla fine la sostanza non cambia. Lo dissi all'atto dell'insediamento del nuovo governo: io schiaccerò il pulsante e dirò bravi se saranno riusciti a far cambiare idea su qualcosa a questa maggioranza. È il momento di dimostrarlo, poi io lo schiaccio il pulsante! Io lo schiaccio il pulsante per dirlo, non c'è assolutamente problema. Sulla legge Fontana, caro Assessore Donzel - se vuole poi schiacci pure il pulsante, sarei curioso di sentirla - ...
(Voci fuori microfono)
Presidente - Ritorniamo al dibattito. Assessore, colleghi!
Gerandin (UVP) - Beh, visto che l'Assessore ha commentato, io replico.
Al tavolo sulla legge Fontana io ho cercato non solo di essere propositivo, ma di portare la nostra sensibilità. Sulla legge Fontana le ho detto e ripetuto di non metterci mai nella difficoltà di dire: va bene la legge, ma tagliamo su altre parti del sociale. Questa è la verità! Abbiamo visto cos'è successo sugli asili nido e vedremo col bilancio cosa succederà sugli anziani. Questa è la differenza.
Sollecitiamo e proviamo a chiedere che ci sia coerenza. Ognuno di noi è stato eletto sulla base di quello che personalmente può portare e io non credo che i movimenti e i partiti possano in qualunque maniera influire sulle convinzioni personali. Lo dico sinceramente, perché lo penso. Ripeto che non ho nessun problema a dire che, se riuscirete a far cambiare idea alla maggioranza su questa cosa, io vi dirò: complimenti, la vostra è stata una scelta. Sennò, a di là dei proclami e della sensibilità di sinistra o di chi altro, non c'è nulla! Continuiamo a fare proclami, senza portare nessun tipo di valore aggiunto. È stato dimostrato che non sta più in piedi, né come scelta, né come futuro. Ma allora, dov'è la difficoltà a dare un segnale in questa direzione, quando parliamo di bilanci lacrime e sangue? Si chiede coerenza, si chiede un segnale politico diverso, alla vigilia di un bilancio dove - attenzione! - con questo atteggiamento potremmo farci del male.
Si dà atti che dalle ore 9.52 la Presidenza è assunta dal Vicepresidente David Follien.
Presidente (Follien) - La parola al Consigliere Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Noi saremo lieti - spero ancora nelle dichiarazioni di voto - che anche gli altri gruppi partecipino alla discussione: Stella Alpina, PD, i colleghi dell'Union, oltre all'intervento che ha fatto il Presidente della Regione.
A proposito del polo unico, più volte ci siamo confrontati sul come e in che maniera, anche a seguito delle novità che ci sono state negli ultimi due anni, si dovrà comunque rivedere la programmazione e la pianificazione ospedaliera. Però, colleghi, c'è un secondo elemento. Ci saranno sicuramente delle modifiche del progetto, lo diceva bene il Presidente Rollandin. La COUP in questo momento si avvale di professionisti esterni, per cose che si potrebbero fare tranquillamente nel dicastero dell'Assessore Baccega, utilizzando le professionalità interne per la direzione lavori e la sicurezza. Ma per quanto riguarda la modifica progettuale, la COUP si avvale di professionisti esterni. A noi sembra che la proposta che fa il Presidente della Regione sia una posizione di retroguardia e rinunciataria. Ecco perché mi piacerebbe sentire anche gli altri gruppi in questo Consiglio, perché - scusate colleghi se a qualcuno interessa - ma la vera novità della finanziaria 2016, dal nostro punto di vista e con tutta umiltà, è l'articolo 11, mentre tutto il resto è abbastanza una fotocopia della precedente.
L'articolo 11 della finanziaria modifica completamente gli interventi a sostegno della crescita della legge regionale n. 40 del 2010, cioè va a riallocare quei 118 milioni di euro che erano destinati all'ampliamento dell'ospedale. Poi giustamente il Presidente Rollandin ha detto: no, Chatrian, hai sbagliato i conti, perché cinque milioni di euro rimangono alla COUP. Ho sbagliato: cinque milioni restano, ma 118 vengono riallocati su altro. Lasciamo perdere le miserie o le modifiche piccole, ma guardiamo dove c'è la trippa. Ho sentito prima dei colleghi che volevano intervenire. Lasciamo da parte le cosette piccole e parliamo invece di quelle grandi, dove ci sono delle modifiche importanti. Però, ci sarebbe piaciuto sentire le parole dell'Assessore Fosson e dell'Assessore Baccega su questo tema, perché la questione è molto importante. A seguito delle riflessioni su cosa è stato fatto negli ultimi anni, dei costi di gestione, delle risorse che si potevano utilizzare meglio, dei doppioni che sono stati messi in campo, la proposta che il Presidente ci fa è che per il 2016 ci costerà solo 80 mila euro. Ma devi costarci zero, perché non ha nessun senso! E se ci sarà una rivisitazione del progetto, sarà fatto all'interno dell'Amministrazione regionale, avvalendosi di professionalità esterne così come fa la COUP; nulla cambia!
Lo dico per chi ci ascolta e per i colleghi di maggioranza, se a qualcuno interessa: qualsiasi decina di migliaia di euro, ma in questo caso parliamo di più di 100 milioni di euro riallocati, sono troppo basilari, troppo importanti! Perché non fate una scelta che vada nella direzione da noi auspicata, senza mettervi dei paletti classici: "entro 30 giorni, entro...". È un'altra partita che si gioca malamente e che non accettate dai banchi delle opposizioni, dato che vi proponiamo una via di uscita. Non abbiamo voluto specificatamente, coi colleghi Gerandin e Fabbri, di nuovo rilanciare sulla non trasparenza di questa società, perché le cose che sono state fatte ormai sono andate. Ma riusciamo a mettere un punto a capo, dato che lo Stato fra un anno ci obbligherà a fare certe scelte?
Con il Presidente La Torre, qualche giorno fa, durante l'ultimo dibattito in II Commissione, ci siamo chiesti se prima della votazione sulla finanziaria saremo capaci di anticipare lo Stato. Sapremo anticipare lo Stato, prima che ci imponga certe cose sulle società di scopo, sulle società in house, sulle società indirette e su quelle dirette? Sapremo anticipare e scegliere noi cosa fare del nostro destino e delle nostre società?
Questa è una proposta che vi dà, dal nostro punto di vista, una via d'uscita. Da una parte si risparmia, dall'altra c'è una possibilità di utilizzare al meglio le risorse interne, però solletichiamo, incalziamo e stimoliamo l'Assessore Baccega perché ci dica qualcosa! Magari possiamo ridare un po' di dignità all'interno del suo assessorato, che è passato da un piano lavori da 80 milioni di euro all'anno a 10 milioni. Un assessorato strutturato con dirigenti, architetti, ingegneri, ottavi livelli, settimi livelli, capiservizio, direttori e tutte queste cose possiamo farle al nostro interno.
Non penso che siamo andati fuori strada nel presentare questa nostra iniziativa, che vi dà la possibilità di mettere in liquidazione una società che non ha più nessun senso di esistere. Riusciamo, riuscite a dare un segnale allo Stato che siamo capaci a organizzarci da soli? Che riusciamo a non farci imporre dallo Stato le cose e che riusciamo anche a risparmiare qualche soldo. O invece dobbiamo aprire dibattiti su delle cose magari molto più piccole, che alla fine non incidono né sul bilancio né sulla collettività valdostana. Vi diamo veramente una possibilità per uscirne, non dignitosamente, perché forse è l'unica cosa che si può fare in questo momento.
Mi sembra veramente una posizione non solo di retroguardia. C'è qualcosa che sicuramente volete nascondere? Ci sono delle cose che non potete fare? C'è un'imposizione all'interno di questa nuova maggioranza? Oltre alle piccole marchettine che leggiamo nella finanziaria (ci sono scritti i nomi e i cognomi) possiamo parlare di cose serie?
Presidente - Grazie, la parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Per noi l'argomento che è stato correttamente sollevato dai colleghi non è nuovo. È dal 2010, quando non eravamo ancora in Consiglio, che noi ci stiamo occupando della questione dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento dell'ospedale. Sentire il governo regionale che parla di lavoro importante fatto dalla COUP e di verificare se è ancora necessaria l'opera di questa società, fa sinceramente ridere.
Se andiamo a vedere quello che ha fatto la COUP, a noi fa sinceramente venire i brividi. Ha iniziato non con un appalto, ma con l'affido diretto della costruzione del parcheggio dell'ospedale, per una cifra spropositata. È arrivata la Direzione distrettuale antimafia e ha constatato che la 'ndrangheta stava taglieggiando l'imprenditore che si occupava della questione. È venuta fuori una storia veramente losca che tutti già sanno ed è inutile ricordarla. Il secondo grosso appalto - che non è un appalto neanche quello, ma un affido diretto - è stato dato alla stessa ditta per la costruzione del cunicolo. E anche lì milioni di euro dati così, direttamente. Improvvisamente ci si accorge, dopo aver fatto tutti questi lavori, che, guarda caso, ci sono dei ritrovamenti archeologici.
Deve essere chiaro: avevate costituito questa specie di società - non so come chiamarla; questa specie di mostro amministrativo - che doveva sovrintendere il tutto, ma ha sbagliato tutto dall'inizio alla fine. Questi dovevano coordinare, fare una specie di calendario dei lavori e cosa fanno? Fanno prima il parcheggio, fanno prima il cunicolo e non vanno a guardare se ci sono dei reperti archeologici, là dove doveva essere poi realizzata la nuova ala dell'ospedale.
Qui ci troviamo di fronte a una serie di atti di approssimazione, disinvoltura e incompetenza che già da soli dicono che questa società non solo non ha fatto il suo dovere, ma ha cagionato dei danni alla Regione. Quindi, dal nostro punto di vista era semplicemente prendere atto di una situazione che è davanti agli occhi di tutti. Dire che la società non ha funzionato e abbiamo buttato via dei soldi. Stoppiamo questa emorragia di denaro, in un momento in cui i soldi non ci sono e i pochi che ci sono dobbiamo cercare di investirli per qualcosa di produttivo.
Vogliamo ostinarci a tenere in piedi questo carrozzone, dicendo che forse vogliamo continuare con il progetto dell'ospedale unico. Va bene, ma ci rendiamo conto che le persone a cui è stata affidata la gestione di questa società si sono dimostrate non all'altezza del compito, per non dire altro, per essere proprio dei signori?
Lasciamo perdere e chiudiamo questa società. Vendiamo l'alloggio che era stato acquistato per dare la sede alla società e con quei quattro soldi facciamo qualcosa di utile. Soprattutto, andiamo a vedere una volta per tutte le responsabilità. Perché qui c'è gente che si è presa 90 o 100 mila euro lordi all'anno per fare l'amministratore di questa società, ma per ottenere che cosa? Per ottenere la 'ndrangheta che si occupa di un cantiere, con il becco dentro? Per fare un lavoro che poi viene stoppato, perché ci sono dei reperti archeologici? Ci arrivava un bambino: i sondaggi archeologici in maniera adeguata dovevano essere fatti prima. Io non vado a comprare i mobili prima di aver costruito la casa in un terreno paludoso, se non so se l'edificio sta in piedi. Non sono arrivati neanche a quello. Ci poteva arrivare veramente chiunque, ma non questi signori super pagati: ingegneri, super ingegneri, ex dirigenti regionali, perché poi la pensione non basta mai, si sa. Arriviamo qui e ci dite che la società ha svolto un lavoro importante. Benissimo, prendiamo atto che ha svolto un lavoro importante. Ovviamente ha svolto un lavoro importante anche per i nuovi colleghi del PD che sono entrati in maggioranza e che alcuni mesi or sono, se andiamo a vedere le interpellanze e le interrogazioni, la pensavano diversamente.
Presidente - La parola al Consigliere Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
Intervengo brevemente soprattutto per fare una puntualizzazione per la chiarezza del discorso e anche verso i colleghi della maggioranza. Il Presidente ci ha detto che sono 80 mila euro i fondi destinati al personale della ditta. Io vorrei precisare che, oltre quegli 80 mila euro, ci sono tante altre spese che questa ditta sostiene: dagli affidamenti fatti negli anni precedenti vedo commercialisti, pulizia della ditta, varie assicurazioni, avvocati. Fossero anche 80 mila euro, come diceva prima il Consigliere Gerandin, ma raddoppiamo pure tranquillamente, sono cifre importanti in un bilancio ridotto all'osso come il nostro. Attenzione a volere minimizzare e mantenere in piedi questa struttura che, come abbiamo detto, non ha più ragione di essere oggi come oggi, perché queste cifre hanno e avranno la loro importanza nel bilancio che andremo a discutere fra un po'.
Vorrei, poi, di nuovo sottolineare quel famoso "nulla sarà come prima", questo adagio che sta venendo fuori ripetutamente nei nostri discorsi. Vediamo proprio di dare un significato a questa frase. Cerchiamo veramente, anche con questa piccola azione, con questa piccola cosa, di dare inizio a una nuova visione dell'amministrazione pubblica. Cerchiamo di vedere, come dicevo prima, il corollario di queste società, perché effettivamente - mi piacerebbe sentirlo dire dal Presidente o da qualcun altro - le risorse interne ce le abbiamo, per cui cerchiamo di usarle. Cerchiamo di far cambiare quella mentalità che vede la Regione come il motore dell'economia valdostana. Non è più così. Lo diceva, l'Assessore: non è più così, non deve essere più così. Cominciamo anche da queste piccole cose. Grazie.
Presidente - Grazie. Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? La parola al Consigliere Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Non è in cinque minuti che si può fare un ragionamento, però siamo stati nuovamente tirati per la giacchetta, perché ormai lo sport nazionale è di tirare per la giacchetta il PD, ricordandogli quello che era e quello che è diventato.
Leggo qualche giorno fa, in prossimità degli eventi tragici di Parigi, che un genio, ex candidato al Comune di Aosta di una forza qui presente, scrive su internet: "E avanti con il reddito di cittadinanza. Altro regalo a chi poi in nome di Dio ci ammazza. Viva il PD valdostano". Il PD valdostano oggi, per colpa della legge Fontana, è diventato responsabile dei fatti di Parigi; poi ne discuteremo nella risoluzione. Per fortuna che questo signore non è stato eletto, ma pare sia addirittura caposezione qui ad Aosta e ha tentato varie volte di farsi eleggere. Evidentemente è talmente imbecille, e lo dico perché uno che scrive che la colpa dei fatti dell'ISIS è della legge Fontana non può che essere definito così. Forse non potevo usare questo termine - chiedo scusa Presidente Viérin, lei ha ragione - ma quando si leggono delle cose del genere, io spero che la dissociazione sia da parte di tutti.
Ci tiriamo per la giacchetta e noi siamo qua a cercare di dare il nostro contributo...
Presidente - Consigliere continui il suo intervento. Per cortesia, ci sia un po' meno di brusio, perché non riusciamo a seguire l'intervento. Grazie.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Dicevo che il problema è che noi oggi siamo qua, non a rinnegare un'azione che abbiamo fatto nei due anni precedenti. Noi siamo ancora convinti che quella società di scopo è stata attivata spendendo sicuramente troppo. Noi contestammo le centinaia di migliaia di euro per l'acquisto di quegli uffici e non ci rimangiamo assolutamente ciò che dicemmo. Contestammo gli oltre 90 mila euro di compenso per l'amministratore unico, contestammo le scelte sul personale e noi oggi non siamo qua a dire che è cambiata radicalmente la nostra opinione rispetto a questo. Siamo qui a dire che, rispetto ad un progetto iniziale, si attende una decisione.
Fosse stato per noi quel progetto non avrebbe mai dovuto partire. Lo sapete, io sono stato uno dei promotori del referendum sul nuovo ospedale. Probabilmente se nelle legislature precedenti non si fosse deciso di andare avanti con l'ampliamento -nelle legislature precedenti, non in questa in corso; è un peccato originale che risale ad anni fa - probabilmente non si sarebbe dovuto costruire il parcheggio. I colleghi del Movimento Cinque Stelle hanno ragione e hanno addirittura fatto dei dossier che io ho letto con molta attenzione. Non si sarebbe dovuto costruire il parcheggio e non si sarebbe fatto probabilmente lo scavo archeologicamente assistito, quindi oggi avremmo ancora una situazione ex ante, probabilmente con un ospedale nuovo fatto altrove.
Si è deciso - non per responsabilità del PD, questo lo voglio dire - di andare avanti con questi lavori e di istituire una società di scopo. L'impegno nostro, lo ripeto ancora, è quello di andare verso una razionalizzazione dei costi. È un impegno che noi ci assumiamo ufficialmente e la maggioranza lo sa, verso una eradicazione progressiva di tutte quelle società ed entità che non sono utili o necessarie. Quindi, nel momento in cui si definirà la situazione dell'ospedale e si saprà a quel punto quale sarà il destino del progetto - ricordo che è da quasi quarant'anni che cambia. Si parla di ampliamenti e di ristrutturazioni da tempi immemorabili, dagli anni Settanta - quando si deciderà, il nostro gruppo sarà sicuramente interessato, per quanto nelle sue possibilità, a cercare di razionalizzare il più possibile i costi e le risorse. Se sarà necessario o utile reinternalizzare le risorse, noi saremo in prima linea. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Viérin.
Viérin L. (UVP) - Merci Président.
Non era mia intenzione intervenire, ma non ci sottraiamo mai al dibattito politico quando questo è tale. Intanto per dire che ci dispiace che questa società di scopo non venga in qualche modo chiusa, perché effettivamente, con la revisione dell'idea che si ha sull'ospedale, non ha più senso di esistere. Il collega Guichardaz, diceva qualche mese fa che le società di scopo non hanno senso di esistere. Forse sull'idea di creare delle società di scopo si poteva avere anche opinioni diverse e la maggioranza riteneva che potessero avere delle funzioni interessanti, ma oggi, a maggior ragione visto che il progetto è stato rivisto, secondo noi - siamo dell'idea del collega Guichardaz - queste società di scopo non hanno più senso di esistere.
Noi non siamo qui in aula per tirare per la giacchetta nessuno, anzi ci dispiace se qualcuno si è sentito tirare per la giacchetta, ma le provocazioni (i borbottii, le sollecitazioni) dell'Assessore Donzel, durante l'intervento del collega Gerandin, non sono, secondo noi, all'altezza di un ruolo che si ricopre quando si è seduti sul banco di un governo. Noi crediamo che i colleghi che sono seduti sui banchi in qualità di consiglieri non hanno bisogno degli avvocati, non hanno bisogno di essere solleticati, sollecitati o stuzzicati da chi, ventriloquo, vorrebbe che poi intervenissero per mettere zizzania.
Noi oggi stiamo cercando, anche in Commissione, di fare dei ragionamenti politici. Noi non ci occupiamo direttamente qui in aula di ciò che viene scritto sul web. Se andassimo dietro a quello che si scrive sul web, abbiamo letto di tutto. Il collega Donzel ha scritto, preso dall'entusiasmo, del taglio che avete annunciato del 10 per cento, dicendo questo come una grande vittoria o un grande segnale, ma è stato sommerso dai commenti. Noi non andiamo a rispondere per i commenti di chi scrive sul web. Noi sappiamo chi non è stato eletto ad Aosta e sappiamo anche che ad Aosta è stato eletto Centoz. Parliamo di questo: di chi è stato eletto, dei problemi che sta creando alla comunità e soprattutto al Comune di Aosta. Questo per dire che se ci cercate ci trovate, nel senso che noi sul dibattito politico non ci sottraiamo. Lo diciamo in senso positivo, collega Guichardaz, perché lei sa che anche in Commissione in questo periodo abbiamo, da un punto di vista politico, fatto dei ragionamenti interessanti.
A noi interessa il cambiamento. Il collega Gerandin e altri colleghi dicono di essere dispiaciuti che certe posizioni oggi siano cambiate. Lei, collega Guichardaz, ha spiegato che non ha cambiato idea su questa cosa, ma è stato lei che ha proposto per primo di chiudere questa società di scopo, mentre invece oggi è qui a difendere la non chiusura. Quello che vogliamo dire è che noi speriamo nel cambiamento, anche se è qualcun altro a portarlo avanti, anche se lo portiamo avanti assieme su sponde opposte. Questo è il ragionamento che noi stiamo facendo e ci dispiace, perché oggi ci sembrava ancora più sensato di poter chiudere questa società di scopo, a maggior ragione perché gli obiettivi dell'ospedale sono stati rivisti e perché siete entrati in maggioranza.
Siamo contenti che la collega Fontana vi abbia tirato un po' per le orecchie, dicendo che in maggioranza non avevate tanto voglia di lavorare, perché è vero: non avete voglia di lavorare! Se la collega Fontana vi sollecita in questo senso, anche su questo noi speravamo che in qualche modo il PD potesse portare questo cambiamento. E noi siamo per questo cambiamento e vi sosterremo sempre per questo cambiamento.
Noi crediamo che il dibattito politico si debba fare in questa aula, quindi noi lo accettiamo volentieri. Io credo che se oggi abbiamo voglia di fare un po' di politica, sarà molto interessante. Abbiamo un sacco di iniziative, siamo qui per questo, sappiamo che tanti colleghi hanno voglia di fare politica o di farla di nuovo, di creare un po' di idee per il futuro. Però è certo che noi non stiamo qui a subire un non cambiamento e ancora a essere rimproverati, perché qualcuno magari ci dice che non lo portiamo. Ecco il senso dell'intervento di alcuni colleghi, ecco perché noi non facciamo polemica e non veniamo qui in aula a dare dei titoli su persone che non sono presenti. Ci dispiace - il Presidente Viérin si agitava e aveva ragione - e chiediamo anche a lei, Presidente Follien, che i toni in questa aula siano garbati e soprattutto che non si utilizzino epiteti, né su colleghi né su persone che neppure sono presenti qui, prendendosela con i deboli e con chi oggi non può replicare. Dico questo in generale e concludo sull'argomento - scusate la divagazione - perché effettivamente anche la questione dei dipendenti... Scusi Presidente, se può riferire a chi è stato muto fino adesso che ci sono ancora degli interventi!
Presidente - Cerchiamo, al di là dell'invito alla moderazione dei toni e all'utilizzo di eventuali termini che non sono appropriati all'aula del Consiglio, di ridurre gli interventi fuori microfono, perché comunque non aiutano a seguire il dibattito. Consigliere Viérin, credo che il suo tempo fosse quasi terminato: se vuole concludere.
Viérin L. (UVP) - Effettivamente diventa difficile parlare quando tutti intervengono, soprattutto quelli che di solito stanno zitti.
Concludo, Presidente, dicendo che sulla questione dei dipendenti nessuno vuole mandarli a casa, ma se poi nelle interviste sull'idea che abbiamo dell'Amministrazione andiamo sui giornali, come ha fatto l'Assessore Donzel, dicendo che abbiamo troppo dipendenti pubblici e che è inutile per noi averne una miriade che non generano alcuna ricchezza! Cerchiamo di essere coerenti nelle cose e nelle considerazioni, perché noi non vogliamo creare né allarmismo né mandare a casa nessuno. Però vorremmo una certa dignità nelle cose in cui crediamo e soprattutto nelle idee che proponiamo. Grazie
Presidente - La parola alla collega Fontana
Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Ringrazio il Consigliere Laurent Viérin, che ha tirato fuori la questione venuta fuori sul giornale, perché volevo chiarire questa situazione e approfitto di farlo in quest'aula. Io non ho detto assolutamente quelle parole, ho già chiamato il giornalista, il quale si è scusato e mi ha detto che farà la rettifica sul prossimo numero del giornale. Io non so come siano venute fuori e non mi sarei mai potuta permettere di dire quelle cose. Non sono l'assessore, non sono un presidente e non vedo come avrei potuto fare tutto questo lavoro da sola. Chiedo scusa ai colleghi per quello che è stato scritto, ma non è stata una volontà mia e io non ho detto quelle cose; l'ho già chiarito e ho già disposto affinché sia detto pubblicamente.
Comunque, voglio dire due parole. Io non so se vi rendete conto di quello che sta avvenendo fuori da quest'aula. Non si stanno trattando problemi veramente seri, ma si sta giocando a chi la spara più grossa, perché non si possono tirar fuori tutti questi pettegolezzi, invece di occuparsi di cose serie. Anche lei, Consigliere Viérin, ci gioca abbastanza, perché dopo aver letto quella parola poteva anche chiedermi.
Anche la storia ieri dei gruppi: qui vogliamo collaborare, ma alla fine ognuno mette la sua bandierina. Volete continuare così? Va bene, ma a me interessa lavorare, risolvere i problemi e cercare di dare risposte alla gente. Poi ognuno risponde delle proprie azioni. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 10.19 la Presidenza è assunta dal Presidente Marco Viérin.
Presidente (Viérin M.) - Grazie. Colleghi, vi ricordo che siamo in dichiarazioni di voto, quindi invito negli interventi a esprimersi su questo atto. La parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.
Qui ognuno che interviene cerca di dare la colpa all'altro e probabilmente chi parlerà per ultimo riuscirà a dire che era colpa di tutti. Noi stavamo parlando tranquillamente della COUP, ma si sono inserite voci fuori microfono, poi altri interventi, poi siamo andati su Facebook. Nessuno ha mai, in termini ufficiali, parlato né male né fatto dichiarazioni rispetto ai movimenti che qui sono presenti, soprattutto in quei termini. Direi che in quel mondo lì, l'ha già detto il collega Laurent Viérin, si legge di tutto e di più dal mattino alla sera, ma se vogliamo andare dietro a quel tipo di osservazioni, lasciamo perdere.
Noi stiamo parlando della COUP, stiamo parlando di battaglie che abbiamo fatto insieme, stiamo dicendo che ogni mille euro di questo bilancio hanno la loro importanza e stiamo soprattutto dicendo che in termini politici è opportuno rilanciare un modello. E il modello lo si rilancia non a colpi di milionate di euro, perché non ci sono più, ma con delle scelte, con un'idea di gestione differente e con dei risparmi, che possono avvenire in ogni maniera, ma soprattutto devono avvenire in ogni capitolo di bilancio. In questo senso l'iniziativa ha dato continuità a quello che abbiamo detto in questi anni.
Capisco le difficoltà di incidere, essendo tre consiglieri che hanno sicuramente questa idea -anche dalle parole del collega Guichardaz questo è emerso - rispetto a chi questa idea non ce l'ha. Capisco l'iniziativa, per carità. Però noi oggi possiamo solo riportare in aula questo tema, per vedere se c'è ancora la possibilità di produrre un cambiamento, rispetto a un modello nel quale non crediamo più.
Si parlava e si parlerà, tra quindici giorni, di ogni piccola cifra. Ricordo che, oltre agli asili nido, l'anno scorso abbiamo tolto anche l'assegno post natale, che non erano grandi cifre e con qualche soldino in più lì si poteva continuare. I temi della famiglia sappiamo a chi sono cari, oltre che a tutti noi, però quando si parla di cose che si scollegano da un contesto generale, da un piano di lavoro e da un bilancio, diventa facile dire: ma tanto questo non costa molto. Sì, ma questo, più quest'altro, più quest'altro ancora, ci permette forse di inseguire e ridare vigore a politiche che nel corso di questi due o tre anni abbiamo abbandonato.
Se poi dire queste cose significa offendere politicamente chi non riesce a sostenerle, perché ha fatto degli altri accordi, beh, non è...
(Voci fuori microfono)
Non è questo il tema. La risposta l'avete tirata fuori voi, collega.
Presidente - Colleghi, collega Guichardaz, vi prego di rimanere sull'argomento per cortesia. Prego collega Bertschy, può proseguire.
Bertschy (UVP) - Si fa fatica da parte di tutti a fare politica, perché altrimenti diventiamo tutti uguali. Ma il bello è che, di qui a due anni, le persone saranno votate per le cose che si saranno fatte e per le cose che magari non saranno più state fatte. Se qui tutte le volte che si fa una discussione si ritorna indietro nel tempo per dire chi c'era e di chi non c'era, ce ne è per tutti! Mi pare che di maggioranze in questi venti anni ne sono cambiate: siamo passati dagli ambientalisti dei fine anni Novanta, a un po' di sinistre, alle destre. L'Amministrazione non riesce in un giorno a decidere, fare, costruire e assumersi la responsabilità. Ci sono dei progetti - chi ha amministrato lo sa bene - che vanno avanti negli anni e ci sono certe scelte che forse hanno fatto le sinistre che poi sono cadute sulle destre, certe scelte che hanno fatto le destre che sono cadute sulle sinistre, altre scelte che hanno fatto i movimenti autonomisti e che altri hanno raccolto. La politica è così da sempre! Non credo che ci sia un movimento o un partito perfetto che non abbia mai sbagliato niente e un altro che sia entrato sempre al momento giusto.
Alcune considerazioni fanno anche specie, perché probabilmente certe scelte in determinati contesti avevano un senso, ma oggi non ce l'hanno più. È in questo momento che noi diciamo che la COUP non serve, in questo momento storico, particolare, economico, finanziario. Poi voi potete dirci che ci sono dei problemi a chiuderla nei sei mesi che verranno o nell'anno che verrà, però oggi ci dovete dire se è questa la scelta. Perché se la scelta è invece di tenerla aperta il tempo necessario per rimettere da parte i soldini per ripartire, una volta che abbiamo ben sistemato quello che abbiamo trovato, allora è una altra cosa, al di là ancora del decreto Madia. È su questo che vorremmo una definitiva risposta, perché non siamo noi che possiamo chiuderla.
Presidente - Grazie, per dichiarazioni di voto la parola al collega Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Noi pensiamo che il dato sia moto politico su questa mozione che abbiamo scritto a più mani e presentato insieme ai colleghi dell'UVP. La risposta della maggioranza è che questa società non si chiude e non si mette in liquidazione. Quindi la maggioranza ritiene utile questa società di scopo, la svuota di 118 milioni di euro, ma è ancora utile.
Il secondo dato politico, al di là delle scaramucce, sul quale avremmo gradito avere delle risposte da parte della maggioranza, è se questo strumento è trasparente. Al di là dei costi, questo strumento è trasparente? Le procedure che ha messo e che sta mettendo in campo, che noi abbiamo contestato, sono trasparenti?
Terzo elemento. Questo contenitore garantisce le pari opportunità, dato che avete deciso di non metterlo in liquidazione, dato che avete deciso che è ancora utile, dato che avete deciso di non chiuderlo?
Queste erano le premesse, le domande e le questioni che vi abbiamo posto dal punto di vista politico. Il resto è fuffa e non serve a nulla, è tempo perso anche per la politica valdostana e per questo Consiglio. Queste erano le tre domande che vi abbiamo posto, al di là del prosieguo. Ci spiace non aver sentito le parole dell'Assessore Baccega, ci spiace non aver sentito le parole dell'Assessore Fosson, ci spiace non aver sentito cosa pensa la Stella Alpina su questo.
La questione era tutta politica, il dato è politico. Questa società di scopo sembra che non sia più utile, ma la mantenete in vita. Non siete d'accordo a una parte e non è trasparente, ma la si tiene in vita. Le procedure non sono trasparenti o, anzi, sono per gli amici o per chi detiene eventualmente il cerchio magico - perché esiste un cerchio magico e probabilmente è stato ampliato, ma non celo dite - e in terza battuta non sono garantite le pari opportunità. Des deux l'une! Ci spiace veramente che su un tema così importante e in presenza di una svolta epocale, a seguito della finanziaria che avete presentato tre settimane fa la quale va a svuotare questo contenitore, qualcuno sia venuto a dire che stiamo razionalizzando. Ma andiamo al cuore del dibattito e prendiamo il toro per le corna, altrimenti anche chi ci ascolta dice che forse stiamo giocando. Il mio è un invito ai colleghi della maggioranza che oggi non hanno delle responsabilità di governo, di valutare attentamente questa nostra proposta che va in quella direzione. Grazie.
Presidente - Grazie collega, altri per dichiarazione di voto? La parola al collega Rosset.
Rosset (UVP) - Grazie Presidente.
Solo per due considerazioni. Io credo che questa mozione vada nell'ottica di una proposta nella prospettiva che era stata enunciata anche in fase di discussione sul bilancio, di un cambiamento necessario in funzione di una carenza di disponibilità. Si tratta di trovare delle formule per dove recepire denaro e fondi per le prospettive future, e questa poteva essere una soluzione.
È una proposta e non è una mozione contro il PD che oggi, capisco perfettamente, ha una posizione diversa da quella che poteva essere un anno fa. È comprensibile, è politica; la politica fa parte anche di questo.
Assessore Donzel, io quando lei ha parlato non l'ho mai interrotto, non sono mai intervenuto nel merito, ho sempre schiacciato questo tasto e dico quello che penso, che possa piacere o non piacere. Non voglio neanche polemizzare ma, con la mia poca esperienza, faccio molta attenzione sulle dichiarazioni e oltretutto leggo quelle dichiarazioni che vengono fatte. Ovviamente oggi mi preoccupo non tanto di chi non è stato eletto al Comune di Aosta; io sono preoccupato per chi è stato eletto. È questo che mi fa pensare se effettivamente è giusto o non è giusto.
Ritorno al problema della mozione, la quale non aveva l'intendimento di creare questa suscettibilità politica, ma vuole soltanto essere una proposta per guardare in prospettiva se ritroviamo o possiamo trovare delle risorse per poter affrontare il futuro con più tranquillità. Hanno ragione i colleghi, Assessore Baccega noi abbiamo delle riduzioni di bilancio nei vari assessorati che implicano una seria riflessione sul personale che abbiamo a disposizione. Che ne facciamo? Facciamolo lavorare e diamogli le possibilità per poter usare le loro professionalità. L'ottica è questa, non contro qualcuno e nessuno vuole fare questa mozione con quell'intendimento, ma proprio per le difficoltà che stiamo affrontando.
Io chiederei di fare una seria riflessione. Il Presidente ha annunciato l'astensione: vedremo in futuro, vedremo a breve se ci saranno le possibilità. Prendiamo atto di questa dichiarazione. Quindi può essere che in prospettiva si possa anche trovare, ma la finanziaria è lì, è domani e oggi è necessario trovare al più presto queste possibilità, queste risorse. La mozione aveva solo questa funzione. Grazie.
Presidente - Grazie Vicepresidente Rosset. Altri chiedono la parola per dichiarazioni di voto? Non vedo altre richieste. La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Brevemente per ricordare alcuni aspetti, che sono stati interpretati liberamente. In particolare, vorrei ricordare che la società si è sicuramente occupata durante questo periodo di provvedere alla prima parte, legata alla realizzazione dell'ospedale, cioè del parcheggio. Quando se ne discusse, uno dei punti sostanziali presi in considerazione dal Comune di Aosta fu quello di dire: se si toglie il parcheggio, dove si portano le macchine? Quindi, non si poteva togliere il parcheggio senza avere una alternativa. È proprio per questo che si è dovuto studiare una alternativa e realizzarla, prima di togliere il parcheggio e di fare gli scavi che hanno permesso di mettere in evidenza le scoperte di cui abbiamo parlato. Non si poteva tranquillamente dire: benissimo, togliamo il parcheggio, senza avere una alternativa; questo non era possibile. Non è che ce lo siamo sognati, ci siamo alzati una mattina e abbiamo cominciato tranquillamente a tirar giù tutto e a fare l'ospedale. Credo sia meglio non banalizzare alcune scelte che sono state fatte e sono state portate avanti, come il progetto che è stato previsto.
Nella mozione si chiede di chiudere la COUP. Noi abbiamo detto che per fare una valutazione che potrà portare anche alla chiusura - l'ho detto e lo ribadisco - aspettiamo di avere le risposte dai commissari che fanno parte di questa commissione sull'utilizzo dell'area attuale di ricerca degli scavi archeologici. Mi sembra che sia una risposta che non dice che non vogliamo chiudere, ma che vogliamo aspettare questi esiti. Nella mozione si chiede di impegnarci nei primi mesi del 2016 e così via. Ho detto che, se si finisce prima, sono disponibile ad andare in Commissione per portare i risultati e quindi trovare le conclusioni che sono necessarie. Non ho assolutamente detto che siamo contro la chiusura della COUP. Anzi, l'abbiamo già ridimensionata in questo periodo: sul totale per funzionamento che è tra gli 80 e gli 85 mila euro, la spesa per il personale è di 45 mila euro. Ma non è questo il risultato, perché, come voi avete giustamente detto, si tratta di una discussione politica e come tale va fatta.
Noi non abbiamo svuotato quello che era l'appannaggio della società. La COUP non aveva a disposizione quei 118 milioni, che sarebbero stati messi nel momento in cui fosse stato necessario. Ma la società non aveva in pancia i 118 milioni, che invece sono legati - mi fa piacere che si riconosca a questo - a una volontà che è stata messa nell'articolo 11 della legge finanziaria che discuteremo, la quale è sicuramente una delle novità, perché va verso investimenti forti in tutte le direzioni che il collega Chatrian giustamente ha ricordato.
Credo che su questo noi non possiamo, a oggi, dire di più. La COUP sta gestendo i lavori che devono essere fatti, che vengono fatti continuamente nel momento in cui si interviene ancora nell'area archeologica, nell'attesa di sapere se e come dovranno essere fatti questi lavori.
Sull'utilizzo del personale della Regione, abbiamo già specificato che sicuramente, quando ci sarà l'esigenza di rivedere, si terrà nella dovuta considerazione la disponibilità di personale presente nell'Amministrazione regionale; non c'è alcun dubbio su questo. Poi, evidentemente, un conto è avere la disponibilità per fare alcuni progetti di massima, un altro conto è per fare un progetto specialistico come magari per un ospedale, dove si devono fare delle valutazioni che credo siano note e possono essere fatte da tutti.
Credo che ci siano gli elementi per dire che la nostra astensione non è per andare contro. Abbiamo capito qual è la volontà, però stiamo dicendo che è collegata a un episodio che non avverrà tra anni, ma tra qualche mese, speriamo il più presto possibile, in modo da poter prendere questa decisione, che andrà a seguito delle valutazioni che ho appena detto. Quindi, non credo che ci sia bisogno di aspettare la legge Madia per chiudere o non chiudere: questo non è assolutamente un nostro problema. Crediamo che le valutazioni giustamente dovranno essere fatte in conseguenza del risultato conseguente a questi profili. Noi a suo tempo abbiamo scelto la linea dell'ospedale in quella zona e si è fatto un referendum: questa è la storia. Nessuno dice che ci sono posizioni univoche e unanimi: si è fatta una scelta e c'è stato un risultato. Come per i rifiuti, la maggioranza si è adeguata al responso del referendum, anche se non avevamo quell'idea, ma abbiamo tenuto conto del processo che era andato avanti. Quindi, non riteniamo che con questa posizione di astensione ci siano delle condizioni per dire che non vogliamo andare in una certa direzione. Chiediamo solo di poterlo fare a ragion veduta, dopo questo termine. Grazie.
Presidente - Grazie, la parola al Consigliere Gerandin per dichiarazioni di voto, in quanto prima era intervenuto in qualità di proponente, ne ha facoltà.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Ho ascoltato attentamente quanto lei ci ha detto, Presidente, ma la mia prima considerazione è che vorrei togliere ogni dubbio sul fatto che la nostra mozione avesse come scopo di fare una provocazione politica. La nostra mozione va nel senso di quanto avevamo già proposto un po' di tempo fa e su questo noi semplicemente vogliamo dire che non abbiamo cambiato idea.
Io ho citato la legge Madia per fare un esempio, così come ho citato il bilancio consolidato, ma la questione è che, rispetto ai presupposti della scelta che non condividevamo neanche tempo fa, adesso ci sono ulteriori elementi. Io sono felice che lei ci dica che non aspetterà la Madia per intervenire, però detto questo manca il segnale, il segnale vero, il segnale di cambiamento, perché noi stiamo andando incontro a una discussione sul bilancio, in cui taglieremo anche dei settori che noi riteniamo fondamentali. Allora io dico e noi siamo convinti che non possiamo più permetterci il lusso di avere delle società di scopo, che non hanno più senso di esistere, indipendentemente da quella che sarà la verifica o, come dicevate, per aspettare di capire cosa c'è.
Non importa cosa succederà, non importa assolutamente, perché qualsiasi cosa succeda, per mettere in campo degli appalti, avete le strutture per farlo! Se lei mi dice che certe cose vanno fatte ed è possibile farle all'interno, questo è quello che diciamo anche noi. Se volete fare degli appalti, c'è la Centrale unica degli appalti, per cui è inutile mantenere in piedi una scatola, per tenere in piedi, non so, qualche amico? Probabilmente è questo l'unico senso di esistere!
Io ho ascoltato attentamente anche quello che ha detto il collega Guichardaz. Io mi scuso se magari noi abbiamo, come diceva il collega, tirato per la giacchetta il PD. È che con il PD noi eravamo e siamo ancora convinti di avere delle assonanze, di avere comunità d'intenti, però è inaccettabile quello che lei mi viene a dire, nel senso che noi dobbiamo attendere il progetto iniziale e un'eradicazione progressiva delle società non utili e non necessarie. Questa è una società non utile e non necessaria: se lei è coerente, questo è il primo passo! Non è che noi vogliamo tirarvi, ma è perché avete delle sensibilità che abbiamo condiviso e che siamo ancora convinti condividiate. Ma allora dimostratelo! Non cade il governo per una espressione che chiede di chiudere una società che è finita, che è matematicamente finita, come ha detto il Presidente sotto mentite spoglie, perché ha detto che non possiamo chiuderla subito, ma che la volontà sarà quella.
Chiudiamola, diamo un segnale diverso, diamo un segnale di cambiamento! Se per caso emergeranno delle possibilità di proseguire, la manterremo in piedi? Allora significa che ha cambiato idea, rispetto a quello che ha detto prima, perché noi l'abbiamo sempre ritenuta inutile, al di là di quello che andava a fare. Questa è la differenza. Noi non vogliamo tirare nessuno per la giacchetta, ci mancherebbe, però avete un ruolo diverso adesso: esercitatelo, chiedete che almeno su questo ci sia una visione comune. Probabilmente sarà propedeutica anche a un atteggiamento diverso, quando andremo a discutere di bilancio, perché probabilmente la strada da percorrere è obbligatoriamente questa. Poi, è vero, magari sarebbe molto bello anticipare le imposizioni della legge Madia o della necessità di avere un bilancio consolidato, ma questi erano dettagli. È la scelta che non ci convince: come non ci convinceva prima, non ci convince nemmeno adesso. Questa è la differenza.
Noi chiediamo ancora che questo non sia un voto politico, non sia un voto per mettere in discussione il futuro della maggioranza o metterla in difficoltà. È un voto di buon senso. Io concordo con lei, collega, quando diceva che i cittadini hanno deciso di votare le persone e hanno fatto una scommessa su di loro. È la verità, è l'assoluta verità e probabilmente qualcuno che ha una visione diversa, non è stato eletto per questo motivo. Se siamo coerenti, siamolo fino in fondo. Non cambierà niente in base a cosa verrà eventualmente trovato o valorizzato. Se ci sarà qualcosa da valorizzare, da rivedere o da riprogettare, potrà essere fatto con le strutture che abbiamo. Grazie.
Presidente - La parola al collega Grosjean per dichiarazione di voto.
Grosjean (UVP) - Grazie Presidente.
A nome del gruppo, sicuramente avete capito quale intenzione di voto abbiamo, ma volevo semplicemente ringraziare i colleghi del gruppo del PD, i quali almeno hanno espresso il loro parere. Mi dispiace e ci dispiace, come al solito, di non sentire altre voci in questo Consiglio.
Presidente - Non vedo altre richieste, quindi apriamo la votazione. La votazione è aperta.
Votazione chiusa.
Esito della votazione:
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Baccega, Bianchi, Borrello, Donzel, Farcoz, Follien, Fontana, Fosson, Guichardaz, Isabellon, La Torre, Lanièce, Marguerettaz, Marquis, Péaquin, Perron, Restano, Rini, Rollandin, Testolin e Marco Viérin)
Il Consiglio non approva.