Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1249 del 20 maggio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1249/XIV - Discussione generale congiunta sulla "Relazione sulle attività di rilievo europeo e internazionale svolte dalla Regione nell'anno 2014, ai sensi della legge regionale 16 marzo 2006, n. 8", e sul DL n. 56 "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Autonoma Valle d'Aosta derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Attuazione della direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno (direttiva servizi), della direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, della direttiva 2010/31/UE, sulla prestazione energetica nell'edilizia e della direttiva 2011/92/UE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (legge europea regionale 2015)".

Presidente - Ricordo anche che è stato distribuito l'ordine del giorno a firma di ALPE, UVP, Movimento Cinque Stelle che verrà posto in votazione, come da Regolamento, prima della votazione della legge. Chi chiede la parola? La parola al Presidente per l'illustrazione? La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

Per quanto riguarda il punto relativo alle attività di rilievo europeo ed internazionale della Regione nel 2014, credo che questa documentazione che vi è stata proposta in qualche modo faccia il punto di quello che si è fatto nel 2014 sotto i vari aspetti e nelle varie discipline. Ha segnato di fatto il 2014 il passaggio tra il ciclo programmato 2007-2013 e 2014-2020. Per quanto riguarda la fase conclusiva del ciclo di programmazione, la Valle conferma un avanzamento finanziario in linea con i target fissati a livello europeo e statale e un buon livello di assunzione di capacità organizzativa entro il 31 dicembre 2014. Si registra un valore dell'investimento programmato di oltre 433 milioni di euro e un costo ammesso di circa 455 milioni di euro e questo grazie alle risorse aggiuntive messe a disposizione dalla Regione. Dall'altro lato è stato assicurato il necessario impegno al piano della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, sul piano formale quest'impegno ha permesso la presentazione nei termini previsti da luglio a settembre di tutte le proposte di programma. Sul piano sostanziale poi vi è stata la declinazione dei programmi in obiettivi tematici e azioni il più possibile rispondenti ai bisogni del territorio, nel rispetto delle stringenti regole imposte a livello europeo in termini di utilizzo più efficiente ed efficace delle risorse, cosa ribadita questa mattina. In totale la Valle d'Aosta sarà interessata dai dieci programmi, uno in più rispetto alla precedente programmazione grazie all'inclusione della Regione nel programma di cooperazione transnazionale mediterranea, e questa è la novità, frutto dell'intenso lavoro svolto a partire dal quadro strategico regionale e portato all'esame del Consiglio allo scopo di assicurare sempre maggiore qualità, efficacia ed efficienza in attuazione dei programmi nell'utilizzo dei fondi di investimento con finalità strutturale.

Alla fine dell'anno la Valle d'Aosta ha approvato un proprio piano di rafforzamento amministrativo tra i cui interventi ricordo in particolare quello di tipo formativo, rivolto a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella programmazione e semplificazione delle procedure. A livello più generale l'impegno della Regione nel 2014 a livello europeo e internazionale è stato segnato anche da due importanti novità fatte proprie dal Consiglio regionale: da un lato, l'adozione delle linee di indirizzo programmatico di rilievo europeo e internazionale della Regione e, dall'altro, l'approvazione della legge n. 7 di riforma della legge n. 8 recante: "Disposizioni in materia di attività e relazioni europee". Due passaggi questi che non sono stati solo dei meri adempimenti formali, bensì hanno rappresentato degli impegni concreti nel rafforzamento dei meccanismi di partecipazione della Regione al processo di integrazione europea, in particolare a quello della formazione e attivazione del diritto europeo e ad attività di rilievo internazionale, favorendo la salvaguardia della specificità della nostra Regione. In particolare tra gli impegni assunti ricordo quello della valorizzazione delle opportunità derivanti dall'EXPO di Milano, recentemente inaugurato, e quello di promozione della strategia macroregionale alpina, che nel 2014 ha registrato un importante passo avanti nella definizione del relativo iter. Sempre in relazione al tema della montagna, la Regione ha promosso la Giornata internazionale della montagna, ha partecipato al biennio italiano di presidenza della Convenzione delle Alpi, ha proseguito e rinnovato il proprio sostegno a favore di politiche di protezione e valorizzazione dei territori transfrontalieri, l'Espace Mont Blanc, l'Euroregione Alpi-Mediterraneo, in particolare, rispetto a quest'ultima, la Regione ha condiviso con i rappresentanti, gli alti membri dell'Euroregione la decisione di un nuovo impulso a quest'importante spazio di cooperazione dal momento cruciale dell'avvio della nuova programmazione dei fondi europei. Ancora nel 2014 la Regione ha provveduto agli adempimenti richiesti in tema di aiuti di Stato partecipando all'iniziativa di modernizzazione della disciplina degli aiuti.

Pour ce qui est des activités de coopération, d'échange, de partenariat et de collaboration à l'échelon européen et international, la Région a continué à encourager des nombreuses initiatives, telles que le programme de coopération avec la Communauté française de Belgique, le protocole d'accord avec le Voïvodat polonais, le réseau européen social network et le dialogue italo-suisse avec la coopération transfrontalière si bien que de nombreuses initiatives dans les domaines de l'instruction, de la culture et de la promotion du patrimoine culturel de la région. Encore la Région a renouvelé son appui aux activités de soutien de la francophonie, comme le témoignent l'organisation et la collaboration des différentes journées de la francophonie du 17 au 23 mars 2014.

Questo in sintesi è un po' il riassunto di quella che avete già trovato nella relazione e che dà un po' il conto di quello che è stato fatto nel 2014.

Presidente - Siamo in discussione generale. Ricordo che si discutono in maniera congiunta i punti 26 e 27. La parola al collega Bertin...un secondo solo, collega Bertin, passerei prima la parola al collega Isabellon come relatore. Prego, collega Isabellon.

Isabellon (UV) - Sì, grazie Presidente.

La legge regionale 16 marzo 2006 n. 8 in materia di attività e relazioni europee e internazionali della Regione Autonoma Valle d'Aosta, ha introdotto nell'ordinamento regionale la legge annuale di recepimento della normativa europea. In particolare la legge regionale n. 8/2006 prevede che, entro il 31 marzo di ogni anno, la Giunta regionale presenti al Consiglio regionale il disegno di legge europeo, previa verifica dello stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento europeo. In relazione alla predetta verifica condotta dalle strutture regionali ciascuna per il proprio ambito di competenza, il presente disegno di legge, che si compone di 5 titoli per complessivi 77 articoli e 3 allegati al titolo IV, reca disposizioni modificative e abrogative alle norme regionali in attuazione dei vincoli derivanti dall'ordinamento europeo. Titolo I: attuazione della direttiva servizi, Capo I: "Somministrazione di alimenti e bevande (dall'articolo 1 all'articolo 17). Con gli articoli da 1 a 17 del disegno di legge si apportano modificazioni alla legge regionale 3 gennaio 2006, n. 1, relativa alla disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, si completa il processo di adeguamento dell'ordinamento regionale in materia di attività turistico-ricettive e commerciali alla regolamentazione europea dedicata ai servizi nel mercato interno, anche per l'attività di somministrazione di alimenti e bevande, quindi la nuova legislazione regionale è idonea a creare un ambiente favorevole alla crescita della competitività delle imprese assumendo quali pre-condizioni la libertà di accesso al mercato, ovvero la sussistenza di pari opportunità per l'iniziativa economica e l'instaurazione di assetti concorrenziali, nonché un sistema normativo fondato sulla semplificazione amministrativa, che si concretizza fondamentalmente con l'applicazione degli istituti della segnalazione certificata di inizio attività SCIA e dell'autocertificazione con controlli successivi.

Il capo II è sulle professioni turistiche (articolo 18). Al fine di recepire, in conformità a quanto previsto dagli articoli 14, paragrafo 1, n. 6 della direttiva servizi e 18, comma 1, del decreto legislativo n. 59/2010 di recepimento della direttiva servizi, il principio secondo cui il coinvolgimento anche in seno ad organi consultivi di operatori concorrenti nel processo decisionale riguardante singoli casi è contrario alla finalità di base di assicurare procedure obiettive e trasparenti e può potenzialmente ostacolare l'ingresso di nuovi operatori nel mercato. L'articolo 18 del disegno di legge prevede la modificazione della legge regionale n. 1 del 2003 in materia di professioni turistiche, con l'obiettivo di chiarire che le associazioni di categoria non possono partecipare alle commissioni esaminatrici nominate dalla Giunta regionale per il rilascio delle abilitazioni professionali.

Siamo al titolo II, che è sull'agricoltura. Capo I: "Attuazione della direttiva 2009/128/CE (articolo 19). La produzione, la vendita, l'acquisto e l'utilizzo di fitofarmaci sono soggetti ad autorizzazioni regolamentate dalla normativa europea e statale, in base alle normative vigenti, i fitofarmaci sono prodotti in stabilimenti autorizzati a livello statale dal Ministero della salute e venduti esclusivamente da rivenditori dotati di specifica autorizzazione. I fitofarmaci, oltre ad essere classificati in base alla loro azione, sono classificati anche in base alla loro tossicità nei confronti dell'uomo come molto tossici, tossici, nocivi e irritanti, a cui si aggiunge il quinto gruppo, meno pericoloso dal punto di vista della salute, dei non classificati. La normativa attualmente in vigore prevede il possesso del patentino per gli acquirenti dei prodotti molto tossici, tossici e nocivi, mentre i prodotti irritanti e non classificati possono essere venduti a chiunque abbia più di 18 anni. A partire dal 26 novembre 2015 per l'acquisto di qualsiasi fitofarmaco ad uso professionale, anche appartenente alle classi meno tossiche, sarà necessario il possesso da parte dell'acquirente, definito "utilizzatore professionale" della nuova autorizzazione prevista dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 150/2012, rilasciata nell'ambito del nuovo sistema di formazione. Sono fatti salvi i possessori dei patentini ancora validi che potranno utilizzarli in sostituzione dell'autorizzazione fino alla loro naturale scadenza.

Capo II: "Altre modificazioni" (dall'articolo 20 all'articolo 22). Gli articoli 20, 21 e 22 del disegno di legge prevedono l'aggiornamento dei riferimenti normativi di alcune normative regionali di settore che disciplinano la concessione di aiuti de minimis in seguito all'entrata in vigore dei regolamenti n. 1407/2013 e n. 1408/2013 della Commissione europea relativi all'applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione agli aiuti de minimis in generale e nel settore agricolo in sostituzione rispettivamente dei precedenti regolamenti n. 1998/2006 e n. 1535/2007.

Capo III: "Disposizioni finali" (articoli 23 e 24). L'articolo 23, oltre all'abrogazione del citato regolamento regionale 21 maggio 1998, n. 6, inerente l'autorizzazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari, reca una modificazione della legge regionale 23 aprile 2007, n. 7, istitutiva dell'Agenzia regionale per l'erogazione in agricoltura della Regione Autonoma Valle d'Aosta, AREA VdA. La predetta legge regionale nel disciplinare all'articolo 2 le funzioni dell'Agenzia prevede che alla stessa possano inoltre essere affidate, con le modalità stabilite con deliberazione della Giunta regionale, le funzioni di Autorità di certificazione dei prodotti finanziati a valere su risorse europee e statali per il periodo 2007-2013. Considerato che l'AREA VdA continuerà a svolgere tali funzioni anche in futuro, si ritiene opportuno eliminare dalle disposizioni il riferimento puntuale al solo periodo di programmazione 2007-2013.

Passiamo al titolo III, che è: "Energia, attuazione della direttiva 2010/31/UE (articoli da 25 a 67). Capo I: "Disposizioni generali" (dall'articolo 25 all'articolo 29), la disciplina di cui al presente titolo sostituisce la previgente normativa regionale in materia di pianificazione energetica, di promozione dell'efficienza energetica, di sviluppo delle fonti rinnovabili, legge regionale n. 26 del 1° agosto 2012, al fine di recepire la nuova normativa europea e statale di riferimento, nonché di razionalizzare il sistema dei finanziamenti e degli interventi di efficienza energetica sugli edifici attualmente vigente, passando da contributi a fondo perso a mutui a tasso agevolato. La direttiva 2010 n. 31 affronta tematiche molto ampie che vanno dai sistemi di certificazione energetica alle ispezioni degli impianti di riscaldamento e condizionamento sino anche a chiedere agli Stati membri di autorizzare e incoraggiare i progettisti e i pianificatori a valutare adeguatamente la combinazione ottimale di miglioramento in materia di efficienza energetica, l'impiego di energia da fonti rinnovabili, il ricorso al teleriscaldamento e telerinfrescamento in sede di pianificazione, progettazione, costruzione e ristrutturazione di aree industriali o residenziali. Tali principi non sono nuovi nell'ordinamento regionale in quanto già presenti nelle precedenti leggi regionali in materia. In ultimo nelle leggi regionali n. 3 del 2006, n. 21 del 2008, n. 26 del 2012, con riferimento alla pianificazione energetica regionale all'articolo 27 del disegno di legge, il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), già approvato nel 2014 dal Consiglio regionale, persegue gli obiettivi europei di risparmio energetico e tale norma identifica alcune azioni che supportano il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi e di sviluppo della produzione da fonti rinnovabili per concorrere all'obiettivo statale e al raggiungimento della nostra quota di burden sharing.

Capo II: "Efficienza energetica nell'edilizia" (dall'articolo 30 all'articolo 43). L'articolo 31 del disegno di legge conferma la necessità di promuovere l'efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico già presente nella previgente normativa prevedendo la redazione di un piano di azione. In particolare è prevista l'individuazione da parte della Giunta regionale di specifici obiettivi di risparmio energetico da conseguire anche attraverso il ricorso alle ESCO, società di gestione energetica che hanno contratti di rendimento energetico. Al riguardo è importante rilevare infatti che la direttiva 2012 n. 27 all'articolo 5 prevede il ruolo esemplare degli edifici pubblici. Sempre per agevolare l'intervento sul patrimonio edilizio, sono previsti nell'articolo 34 del disegno di legge bonus volumetrici e alcune deroghe agli strumenti urbanistici al fine di incentivare gli interventi di efficienza energetica adeguandoli alle prescrizioni del decreto legislativo n. 102 del 2014. Il disegno di legge ripropone inoltre il bonus volumetrico del 5 percento per gli interventi di cui all'articolo 2 della legge regionale 4 agosto 2009 n. 24. Il Capo II del presente titolo disciplina inoltre la certificazione energetica degli edifici (dall'articolo 36 all'articolo 40 del disegno di legge). È introdotta una correlazione tra le attività di certificazione energetica e i controlli sugli impianti termici, prevedendo che la validità temporale dell'attestato di prestazione energetica sia subordinata al rispetto delle prescrizioni relative alle operazioni di controllo dell'efficienza energetica degli impianti dell'edificio cui si riferisce. Inoltre, come richiesto dalle norme statali, è stato introdotto un contributo da corrispondere in fase di redazione dell'attestato al fine di contribuire alla gestione del CER e all'effettuazione dei controlli sugli attestati. L'articolo 41 del disegno di legge recepisce i requisiti richiesti dal DPR n. 75/2013 in capo ai professionisti, al fine di poter operare come certificatori energetici. Rispetto alla situazione preesistente, si uniforma il requisito professionale sulla base di quanto previsto a livello statale, salvaguardando però i professionisti già iscritti nell'elenco regionale secondo i previgenti criteri di accreditamento regionale. Gli articoli 42 e 43 del disegno di legge disciplinano l'esercizio, la manutenzione e il controllo degli impianti termici, coerentemente con quanto richiesto dal DPR 74/2013.

Capo III: "Strumenti finanziari" (dall'articolo 44 all'articolo 49). Il Capo III del disegno di legge disciplina i nuovi strumenti finanziari a supporto degli interventi di efficienza energetica, in particolare il disegno di legge prevede la concessione di mutui per promuovere gli interventi di trasformazione edilizia e impiantistica nel settore dell'edilizia residenziale volti all'incremento dell'efficienza energetica, prevedendo un finanziamento fino al 100 percento della spesa ammissibile degli interventi di efficienza energetica sugli edifici esistenti.

Capo IV: "Misure per la riduzione dei consumi regionali da fonte fossile" (dall'articolo 50 all'articolo 60). Il Capo IV del disegno di legge prevede una serie di misure volte alla riduzione dei consumi regionali da fonte fossile e disciplina in particolare le modalità per l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, autorizzazione unica, nonché in conformità alle linee guida ministeriali emanate ai sensi del decreto legislativo n. 387/2003, con la possibilità di individuare aree non idonee all'installazione di specifiche tipologie di impianti a fonte rinnovabile. Il medesimo capo prevede anche che la Regione promuova lo sviluppo della mobilità sostenibile sia con il riferimento alla diffusione dei veicoli a basse emissioni complessive, sia con riferimento allo sviluppo delle relative infrastrutture di ricarica.

Capo V: "Disposizioni finali e abrogazioni" (dall'articolo 61 all'articolo 67). Il Capo V del disegno di legge reca infine le disposizioni finali, in particolare gli articoli 61 e 62 disciplinano i controlli e le sanzioni, mentre gli articoli 65, 66 e 67 recano rispettivamente le disposizioni transitorie, le abrogazioni e le disposizioni finanziarie.

Titolo IV: "Ambiente", capo I: "Attuazione della direttiva 2011/92/UE, modificazioni alla legge regionale 26 maggio 2009, n. 12". Il titolo IV del disegno di legge reca modificazioni alla legge regionale 26 maggio del 2009 n. 12, legge comunitaria 2009, in attuazione della direttiva 2011/92, direttiva di VIA, anche a seguito delle procedure di infrazione n. 2009, n. 2086, n. 2013, n. 2170, avviate per non conformità delle disposizioni statali alla normativa europea in materia di VIA. La Commissione europea ha in particolare contestato allo Stato italiano di aver regolamentato la procedura per determinare la sottoponibilità a VIA di determinate categorie di progetti senza considerare adeguatamente i pertinenti criteri di selezione individuati nell'allegato 3 della direttiva VIA. A seguito delle censure dell'Unione europea, lo Stato ha approvato il decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014 n. 116, che ha, tra l'altro, apportato alcune modificazioni al decreto n. 152 del 2006: "Norme in materia ambientale". Ai sensi della normativa statale di recepimento, le Regioni e le Province autonome devono modificare le leggi regionali in materia, adeguando i criteri e le soglie di selezione per la sottoponibilità dei progetti alla verifica di assoggettabilità della procedura di VIA in relazione alle specifiche situazioni ambientali e territoriali. A tal fine l'articolo 70 del disegno di legge sostituisce l'articolo 17 della legge regionale n. 12/2009 sulla verifica di assoggettabilità, mentre l'articolo 72 del disegno di legge sostituisce gli allegati A, B e F della legge regionale n. 12/2009.

Titolo V: "Adeguamento alla normativa europea vigente in materia di aiuti di Stato". Capo I: "Turismo e commercio, modificazioni alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19". Il Capo I del presente titolo apporta alcune modificazioni alla legge n. 19 del 4 settembre 2001 in materia di interventi regionali a sostegno dell'attività turistico-ricettiva e commerciale, al fine di consentire l'adeguamento della stessa all'intervenuta normativa europea in materia di aiuti di Stato. In assenza di tale adeguamento ai mutui a tasso agevolato previsti dalla legge regionale n. 19/2001 possono essere concessi esclusivamente in regime de minimis, non potendo essere utilizzate le diverse opzioni alternative previste dal regolamento UE n. 651/2014, questo è quanto nella relazione.

Direi solo di aggiungere che il disegno di legge n. 56 è stato rinviato al Consiglio regionale nella seduta del 6 maggio 2015, sia al Consiglio successivo, sia nuovamente alle Commissioni congiunte II, III e IV per la disamina preliminare al dibattito d'aula degli emendamenti depositati, sempre in data 6 maggio 2015, da parte del Movimento Cinque Stelle e dell'Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro. Le Commissioni, riunitesi quindi in seduta congiunta in data 18 maggio 2015, hanno proceduto all'esame degli emendamenti suddetti alla presenza degli Assessori competenti e dei tecnici dei rispettivi Assessorati. Alla luce di quanto emerso nel corso del dibattito, il Movimento Cinque Stelle ha ritirato i propri emendamenti. Le Commissioni hanno predisposto un ulteriore nuovo testo di commissione che comprende il testo già predisposto dalle medesime in data 30 aprile 2015 e due emendamenti aggiuntivi presentati dall'Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro. Grazie.

Presidente - Siamo in discussione generale. C'è qualche collega che chiede la parola? È stato distribuito l'ordine del giorno. La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Intervengo per quello che riguarda la relazione sull'attività europea ed internazionale della Regione. Questa relazione dovrebbe essere l'occasione per fare il punto sul ruolo della nostra Regione nel contesto europeo ed internazionale, valutando anche le conseguenze dei cambiamenti degli scenari internazionali nella nostra regione, purtroppo però quest'occasione, questa sessione europea è spesso un rituale che suscita poco interesse, è un po' inevitabile da questo punto di vista. La stessa relazione, se si esclude la copertina, più o meno è sempre la stessa, a volte certe cose scompaiono e a volte ricompaiono: è il caso dell'Euroregione AlpMed, che, come si ricorderà, l'anno scorso era scomparsa sia dalla relazione che dagli indirizzi che abbiamo votato in questo Consiglio regionale e che fortunatamente è ricomparsa in questa relazione di quest'anno, alla quale vengono addirittura dedicate ben tre pagine: da pagina 10 a pagina 13 della relazione citata. Fatto positivo...l'anno scorso avevo sollevato un po' questa questione perché mi aveva lasciato molto perplesso, questa mancanza...finalmente è stata ripresa ed era il caso...una grave dimenticanza, a mio avviso, l'anno scorso.

Continuo invece a vedere imperterrita, non scompare, questa comunità di interesse per la realizzazione di un collegamento ferroviario tra la Regione Valle d'Aosta e la Svizzera, insomma, la famosa ferrovia Aosta/Martigny. Questa comunità di interessi continua ogni anno ad essere presente nella relazione, un copia ed incolla abbastanza ridicolo. Sappiamo che l'Aosta-Martigny, sulla quale si sono spese tante parole, soprattutto tanti soldi in progetti e in convegni, non si realizzerà mai. Lo stesso CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) due anni fa l'ha tolto dalle strategie, dallo sviluppo strategico. È inutile continuare a riportare questa ferrovia Aosta/Martigny, che è un po' come il metro, questa TAV valdostana che, se realizzata, costerebbe 10 mila miliardi e che sia, come detto, il CIPE, non considera più e la stessa Svizzera non ha nessun interesse a realizzarla. Tra l'altro, personalmente penso che l'alta velocità e le Alpi siano incompatibili per ragioni ambientali e di devastazione. Una TAV valdostana evitiamola, cioè credo che sia il caso che tra le varie dimenticanze, proprio se si vuole dimenticare qualcosa, venga dimenticata questa comunità di interesse che di interessante ha veramente ben poco.

Sarò estremamente breve anche perché è tardi, non ripercorro il resto della relazione, i programmi e i progetti abbiamo avuto l'occasione di analizzarli anche nelle Commissioni, sono progetti e programmi importanti sia perché portano alla nostra Regione delle consistenti somme finanziarie, ma anche in generale, perché avvicinano nel processo di costruzione il territorio con l'Unione europea, hanno una valenza anche politica e sono sempre positive, le giudichiamo da un punto di vista estremamente positivo su quest'attività. Come detto, siamo già intervenuti in altre occasioni, non starò qui a riprendere nei dettagli i vari programmi che abbiamo analizzato in altre occasioni. Come detto, è anche un modo diverso di costruire l'Europa più vicina ai cittadini. L'anno scorso, tra l'altro, anno di riferimento per la relazione, vi è anche stata l'elezione del Parlamento europeo, che ancora una volta ha segnato un disinteresse da parte dei cittadini e un allontanamento dalla costruzione europea e dall'idea stessa dell'Unione europea, che viene vista sempre di più come una struttura burocratica lontana e spesso inadeguata a rispondere alle esigenze dei cittadini. È un dato preoccupante la formazione di molti partiti nazionalisti e xenofobi che, certo, non hanno un'idea di Europa come dovremmo avere noi...pertanto questa costruzione dal basso, che riguarda anche i progetti europei, è un fatto molto importante e in generale per l'avvenire della nostra Regione il ruolo internazionale è fondamentale. Quest'aspetto va tenuto tra le priorità della nostra Regione, in particolare lei, Presidente, dovrebbe mettere tra i punti fondamentali e occuparsene in prima persona in modo sistematico. Il ruolo della nostra Regione nel contesto europeo ed internazionale determinerà l'avvenire anche di questa Regione. Grazie.

Presidente - Grazie collega Bertin. Siamo sempre in discussione generale. Se non vi sono altri interventi, chiudiamo la discussione...la parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Brevissimo intervento, ma doveroso, perché, come ha ricordato bene il collega Bertin, può apparire magari...la sessione europea può scadere di valore, ma sarebbe inopportuno visto l'uso che si è fatto da parte di tutte le forze politiche di Europa in campagna elettorale e l'importanza di guardare ai fondi europei per dare risposte alla crisi economica. La prima parte che vede rafforzare ulteriormente il sistema dei progetti e delle collaborazioni ai fondi europei...è sicuramente una relazione che, al di là del fatto che spesso anche noi abbiamo rilevato che è un po' una relazione con un carattere burocratico...è però da non sottovalutare dal punto di vista politico e per il fatto che la Valle d'Aosta implementa la sua compartecipazione a queste relazioni esterne, che sono fondamentali per accedere a questi progetti. È chiaro che è una sfida molto importante che presuppone non soltanto queste relazioni, ma presuppone quel grosso sforzo riorganizzativo della nostra macchina regionale per essere sempre più pronta a rispondere a quella che è la parte amministrativa, burocratica non indifferente per assolvere a quei compiti.

Per quanto attiene invece alla parte più normativa, devo dare atto che in commissione la riflessione sugli emendamenti presentati dal Movimento Cinque Stelle ha aperto una riflessione molto importante su quelle che sono le modifiche degli allegati e devo veramente ringraziarli per la sensibilità che hanno dimostrato nell'accogliere una proposta poi divenuta di commissione, che, raccogliendo, facendo forte il principio che loro avevano introdotto nella serie degli emendamenti, consente di andare in qualche modo a riportare nella commissione competente, che poi è il luogo dove il Consiglio regionale esercita direttamente il suo potere di controllo e anche di indirizzo con un dialogo nei confronti del Governo regionale...in qualche modo il controllo su quelli che sono i parametri previsti dagli allegati. In questo senso quindi noi quest'emendamento lo riteniamo fortemente utile a qualificare meglio un provvedimento che altrimenti avrebbe un carattere di mero adattamento delle norme, in questo caso ha una valenza politica, che, a mio avviso, grazie alla sensibilità dimostrata da tutte le forze politiche in commissione, rafforza questo provvedimento e lo tira fuori dal mero livello tecnico, quindi soprattutto su quell'emendamento, come peraltro per l'altro emendamento anche proposto da altri gruppi, ci sarà da parte nostra il pieno sostegno.

Presidente - Grazie. La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.

Oggi siamo qui ad esprimerci su un provvedimento che è estremamente complesso e estremamente importante anche per quanto riguarda la vita della Valle d'Aosta e la nostra Regione. Innanzitutto noi, come gruppo, vorremmo considerare la possibilità, l'opportunità che il Trattato di Lisbona ha offerto anche ad una Regione come la nostra a partecipare ai processi normativi dell'Unione europea e invitiamo il nostro Governo, seppure rappresenti una piccola Regione, a perseguire con sempre maggiore impegno quest'occasione...ad essere parte attiva in quei processi legislativi e in quelle iniziative che coinvolgono le Regioni e le popolazioni di montagna, difendendone la specificità, che io oserei dire più che specificità, difficoltà nel vivere nelle regioni alpine; ad inserirsi quanto più è possibile nella fase ascendente delle decisioni, affinché poi la fase discendente non sia penalizzante per le nostre popolazioni. Certo, da soli non possiamo sostenere queste incombenze, ma la nostra partecipazione, la nostra importanza nella Commissione politica della montagna, nella Conferenza delle Regioni...sia la diretta partecipazione nell'attuazione della Macroregione alpina, che ci vede membri attivi nel progetto...sono occasioni importanti che invitiamo il Governo a non sottovalutare e a seguire con grande attenzione, come già stiamo facendo.

Per quanto riguarda invece un accenno ai fondi europei nelle loro varie espressioni, vorrei riportare ancora una volta l'importanza fondamentale che hanno per il nostro sviluppo e per la nostra economia, non solo forse per uno sviluppo economico, ma anche per uno sviluppo sociale e di coesione della nostra società. Quello che io definirei quasi uno sforzo di ingegneria burocratica, se mi è possibile usare questo termine, nel leggere tutte le disposizioni che sono alla base poi dei vari progetti...e vorrei che fosse veramente una cosa che possa in qualche modo incidere nella nostra società e così mi auguro che sia. Vorrei che fosse un qualcosa che permeasse la nostra società e che tutta la società in qualche modo partecipasse alla sua realizzazione nei prossimi sette anni, puntando soprattutto a quello che è uno sviluppo non solo economico, ma, come dicevo prima, di unità sociale della Valle d'Aosta. Sono dei fondi estremamente importanti, dei fondi che, se usati bene, se usati soprattutto nello sviluppo intellettuale e culturale della nostra società, avranno dei risultati estremamente importanti. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Un ringraziamento anche al collega Isabellon, che ha avuto la pazienza di leggere la lunga relazione sul DL 56. Il DL 56 è un disegno di legge sul quale noi di ALPE abbiamo cercato di lavorare con l'intento di apportare modifiche, se possibile, positive e, data la lunghezza anche della relazione, si comprende subito che è un disegno di legge complesso, che tocca molte materie, che vanno dall'agricoltura alla parte energetica, a tutta la parte delle procedure autorizzative, VIA, ci sono ben 43 articoli che vanno a modificare la legge regionale sull'energia,: la n. 26 del 2012, quindi è qualcosa che ha un impatto notevole anche a livello regionale, che ha richiesto, credo un po' per l'insistenza dei gruppi di minoranza, approfondimenti in commissione che sono durati alcune settimane e che forse oggi che arriviamo a votare questa legge non sarebbero neanche bastati. Effettivamente ci siamo resi conto che gli aspetti che venivano toccati erano così complessi che forse altri approfondimenti sarebbero serviti, ma alcune cose verranno poi magari discusse con l'ordine del giorno che è stato depositato congiuntamente dal nostro gruppo, da quello dell'UVP e dei 5 Stelle. Alcune cose derivano, com'è già stato detto, dal recepimento di direttive europee e noi di ALPE abbiamo cercato di lavorare soprattutto sulla parte energetica, cercando di portare delle modifiche nel settore dell'energia e, purtroppo, probabilmente su tante cose le nostre visioni non sono coincidenti. Apprezziamo che l'Assessorato comunque abbia cercato di lavorare con noi e abbia recepito almeno una piccola parte che riguarda l'aver messo dentro al catasto, che è ancora in fase di costruzione...l'inserimento di dati sui consumi reali, che era una parte che noi di ALPE ritenevamo importante per poter fare delle valutazioni, perché noi pensiamo che le valutazioni in tema di pianificazione energetica, di scelte sull'energia debbano vedere come base di partenza i dati sui consumi reali più che su dei consumi in senso astratto, come possono essere altri indicatori. Almeno su questo abbiamo trovato un punto di incontro, l'emendamento è stato inserito nel disegno di legge, peccato che sul resto non abbiamo trovato delle sintesi, quindi noi abbiamo mantenuto le nostre idee e voi le vostre e comunque rimangono sostanzialmente abbastanza diverse proprio come visione. Noi sulla parte energetica siamo d'accordo sui principi che derivano dalla norma europea, come si fa a non essere d'accordo quando si parla di arrivare ad edifici a consumo quasi zero e anche ad adeguamenti per quanto riguarda le ristrutturazioni? Purtroppo sugli edifici esistenti c'è poco, noi avremmo voluto inserire qualcosa di più incisivo anche sugli edifici esistenti per poter far ripartire alcuni settori che adesso sono in crisi. Il nostro intento andava in quella direzione, noi volevamo cercare di andare a risanare edifici esistenti portando ad innalzare anche il livello qualitativo di un certo tipo di edilizia che ad oggi soffre, con questo disegno di legge ci sembra che debba soffrire ancora per qualche anno prima che vengano adottate...che venga messo a regime il catasto sull'energia. Non voglio farla lunga su questo, ma altre cose che poi verranno discusse nell'ordine del giorno vedevano dei principi che forse meritavano di essere accolti nel disegno di legge: uno era quello sulla trasparenza e sulla partecipazione del pubblico alla formazione delle decisioni per quanto riguarda gli impianti per la produzione di energia. Ecco, questo forse era un punto sul quale non ci si è soffermati abbastanza, ma che era importante, nel senso che è importante che il pubblico possa avere le informazioni prima che le decisioni siano assunte per poter intervenire e partecipare alle decisioni, cosa che invece viene meno con questo disegno di legge.

Un'altra cosa era la centralità del Consiglio rispetto alla Giunta e quindi la necessità di lavorare con delle leggi piuttosto che con delle delibere di Giunta, anche se le leggi sono più complicate come iter, ma per quanto riguarda...non so? la parte sui pesticidi oppure la parte, per esempio, sulle zone non idonee ad accogliere impianti anche per la produzione di energia elettrica, come, tra l'altro, devo dire, noi di ALPE abbiamo fatto delle iniziative in passato, questa andava in un'altra direzione, noi avremmo voluto che la base di partenza sulla quale andare a discutere, ad operare fattivamente provenisse dal Consiglio regionale, piuttosto che non dalla Giunta. Su questo, purtroppo, non c'è stato né l'approfondimento, ma neanche, credo, la volontà di voler andare in quella direzione. Devo dire quindi che abbiamo tentato di portare un contributo, di cercare di migliorare e speravamo che fosse...non so come dire...la volontà comune di cercare di migliorare, anche perché le direttive europee dicono chiaramente che quello che viene stabilito a livello europeo è il livello minimo di recepimento, nulla vieta agli Stati membri, ma in questo caso anche alla Regione, di recepire, ma di cercare di spingere anche più avanti su questo. Noi avremmo gradito che ci fosse stato uno sforzo ulteriore e probabilmente ci sarà modo di discutere ancora su queste questioni, ma così stante le cose, pur apprezzando alcuni sforzi che sono stati fatti, noi riteniamo che non siano sufficienti, quindi ci asterremo su questo disegno di legge. Grazie.

Presidente - Ringrazio il collega Roscio anche per aver anticipato la votazione del proprio gruppo. Altri colleghi? Allora chiudiamo la discussione generale.