Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 721 del 25 settembre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 721/XIV - Discussione generale congiunta sugli atti: Approvazione delle proposte di programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia ALCOTRA 2014/20 e Italia-Svizzera 2014/20; approvazione delle proposte di programma di cooperazione transnazionale Europa centrale 2014/20, Mediterraneo 2014/20 e Spazio alpino 2014/20.

Presidente - Ricordo a tutti che in Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso di discutere, come discussione generale, i cinque punti che vado ad enunciare, dopodiché la votazione, invece, andrà differenziata per Regolamento: punti 41.01, 41.02, 41.03, 41.04 e 41.05.

Bene colleghi, la parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Nel presentare i programmi di cooperazione territoriale per il prossimo periodo di programmazione dei fondi europei 2014-2020, vorrei innanzitutto ringraziare il Presidente della I Commissione e tutta la Commissione per aver voluto esaminare con grande tempismo i programmi che adesso vi riproponiamo, anche perché c'erano, in qualche modo, delle "strettoie" da un punto di vista della presentazione degli stessi a livello europeo. Proprio questo tempismo, il fatto che possiamo oggi discuterne ci consentirà di rispettare la tempistica fissata dall'Unione europea e quindi di procedere alla presentazione formale del programma per l'avvio del negoziato alla Commissione europea prima che ci sia l'approvazione definitiva degli stessi. I programmi di cooperazione territoriale, come ho già avuto modo di dire in commissione, costituiscono uno strumento molto importante per finanziare i progetti, con ricadute concrete sul territorio. Nella programmazione 2007-2013 l'insieme di queste misure, tranne una che non c'era...i programmi ammontavano a circa 50 milioni di euro. Per la programmazione 2014-2020, oltre ai due programmi transfrontalieri Italia-Francia, Italia-Svizzera e i due programmi transnazionali Spazio alpino ed Europa centrale, si è aggiunto anche il programma transnazionale Mediterraneo, che offre un'ulteriore opportunità di realizzare progetti sostenuti da finanziamenti europei e finalizzati allo sviluppo della Valle d'Aosta. Credo sia giusto ribadire che, in particolare, i nuovi programmi risulteranno ancora più interessanti, in quanto i contributi europei e statali copriranno questa volta interamente il costo del progetto, quando partner sarà la Regione o un ente pubblico. Non ci sarà più quindi la quota di autofinanziamento a gravare sui bilanci pubblici, quota di autofinanziamento che aveva creato non poche difficoltà nella precedente tornata. Inoltre, la quota europea, esclusa dal Patto di stabilità, coprirà l'85 percento del costo del progetto rispetto al 75 della programmazione 2007-2013. Va ricordato che il programma ALCOTRA Italia-Francia avrà una dotazione finanziaria complessiva, fondi europei e risorse statali, di 234 milioni di euro; il programma Italia-Svizzera di 118 milioni di euro; il programma Europa centrale una dotazione di 299 milioni di euro; il programma Mediterraneo di 224 milioni e il programma Spazio alpino di circa 116 milioni di euro. I programmi hanno come principali ambiti di intervento settori strategici per lo sviluppo sostenibile nella nostra regione, quali la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, la ricerca e l'innovazione, la mobilità sostenibile, la gestione e la prevenzione dei rischi.

Infine, merita qui ricordare come questi programmi costituiscano uno strumento molto importante per il raggiungimento di alcuni degli obiettivi specifici individuati dalle linee di indirizzo programmatico per le attività di rilievo europeo ed internazionale della Regione, approvate da quest'Assemblea il 30 luglio, in particolare quello relativo all'attuazione della strategia macroregionale alpina. In quest'ambito sicuramente potranno essere situati anche quei progetti che si riferiscono all'Euroregione, che ricordava l'altro giorno il collega Bertin. Voglio ricordare al collega Bertin che su questo tema c'era e c'è un accordo con il Presidente Chiamparino, che è il Presidente di turno, per mantenere, come Regione Valle d'Aosta - e c'è già stata una corrispondenza in tal senso - il coordinamento del settore cultura, quindi è stato riconfermato, e voglio sperare che, malgrado le difficoltà legate ad alcune programmazioni, che saranno modificate a livello dei partner francesi, che le altre Regioni, in particolare la Liguria, collabori e lavori nei programmi, cosa che in precedenza non è avvenuta. C'è stata questa riunione, dove hanno partecipato alcuni Assessori e due Presidenti, però il problema di fondo non è quello di fare una riunione: il problema di fondo è di vedere quali programmi si possono sviluppare in questa logica, che dovrebbe raccordarsi con quello che qui oggi stiamo dicendo, perché i finanziamenti per questi programmi vengono solamente attraverso questi programmi di cooperazione territoriale. Sono quindi doppiamente importanti e utili queste tematiche, che, come ho già avuto modo di dire, hanno nello specifico una serie di temi che sono ricorrenti, in particolare il discorso dell'ambiente, il discorso dell'attrattiva del territorio, delle varie modalità con cui poi le programmazioni nel dettaglio vanno ad articolarsi, a seconda delle zone, a seconda che sia il rapporto, in particolare, nel settore alpino nel settore mediterraneo, o vicino al Mediterraneo, è chiaro che le articolazioni sono diverse. Volevo anche sottolineare che sicuramente i problemi legati ai programmi Italia-Svizzera sono oggi, in qualche modo, più difficili, perché i rapporti di cooperazione a questo livello hanno subito in qualche modo un rallentamento per le note vicende legate all'Unione europea e prese di posizione della Svizzera nei confronti della stessa, quindi su questo c'è una riflessione aperta, che però non inficia, come dico, i programmi che noi oggi qui andiamo a presentare. Ecco, sono a disposizione...adesso io non sto a riprendere punto per punto su ogni settore; se ci sono poi delle domande nello specifico, credo che possano essere poi visti nel dettaglio, ecco, con i singoli rapporti, sia per quelli che, in qualche modo, vanno ad inserirsi in un discorso anche di continuità con quello che è stato già portato avanti, tipo i programmi di ALCOTRA, i programmi dell'Europa centrale, che vedono l'articolazione sempre con la cooperazione per le strategie generali, la cooperazione con gli ambienti naturali e culturali, la cooperazione sui trasporti in particolare, e così via, ecco. Credo che nell'insieme siano programmi articolati e molto interessanti che dovranno poi essere sviluppati e che quindi daranno la possibilità di ottenere dei fondi, che soprattutto in questo periodo sono particolarmente importanti e necessari per l'investimento nei singoli settori. Grazie.

Président - Merci Président. La parole au collègue Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Un breve intervento, anche perché abbiamo già espresso voto favorevole in commissione riguardo a questi programmi, e lo confermiamo evidentemente anche in aula. È positivo che la Valle d'Aosta si impegni in questi programmi ed è positivo da molti punti di vista, è importante, perché, attraverso le relazioni e le collaborazioni che si instaurano con gli enti territoriali tra uno Stato e l'altro, si forma anche e si costruisce partendo dal basso un'idea di Europa...più che un'idea, un'Europa che parte dagli aspetti concreti, è un modo diverso di costruire la stessa Europa, che parte dal basso ed è un fatto positivo soprattutto in questi anni nei quali l'idea di Europa è sempre più messa in discussione, pertanto, lavorare su questi progetti ha anche una valenza da questo punto di vista. È importante poi, perché, com'è già stato sottolineato, comunque nell'ultimo settennato ben 50 milioni di euro sono comunque ricaduti sul territorio della nostra regione e, da quanto si è saputo, dovrebbero più o meno essere confermati anche per il prossimo settennato, cosa che diventa sempre più importante in una situazione finanziaria come quella attuale, nella quale le risorse, la finanza pubblica è sempre più ridotta. Quello che è importante, appunto, vista anche la situazione finanziaria attuale, è che poi, quando si passerà all'elaborazione dei progetti, i progetti siano dei progetti con delle ricadute concrete sul territorio e non dei progetti spot, che finiscono con il finanziamento, ma che i benefici di questo nuovo progetto continuino nel tempo e siano in grado di dare risultati positivi, anche finito il progetto in sé. Come sottolineato anche in commissione, da parte di tutti, poi che si concentrino le risorse su attività significative per la Regione e che non si disperdano in mille progetti poco utili, come certe volte succede, non tanto su questi progetti, ma su altri finanziamenti europei. Il nostro voto, come annunciato, pertanto sarà favorevole. Grazie.

Presidente - Altri colleghi? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Brevemente solo una considerazione. Ovviamente il fatto che arrivino dei soldi, che ci siano maggiori risorse a disposizione per la Regione, che ci siano questi progetti, dal punto di vista teorico, è sicuramente una cosa positiva. I rapporti tra la Svizzera in questo caso, e anche magari con la Francia quando si tratta di altri tipi di fondi, sono fondamentali e, secondo noi, andrebbero ulteriormente sviluppati, perché rappresentano un'occasione di crescita per la nostra comunità, un'occasione anche di occupazione. Noi vorremmo, però, sottolineare il rischio che, secondo noi, si è corso effettivamente in questi anni: quello alla fine di investire in progetti che ingrassano le tasche solamente dei consulenti e degli specialisti del settore. Si è venuta a creare una specie di mini casta di professionisti dei progetti, di questi progetti, che, ovviamente, assorbono e risucchiano tutte le risorse. Alla fine, per quanto riguarda la ricaduta, effettivamente, sulla popolazione...beh, qui abbiamo difficoltà a vedere poi dei riscontri; questo si è notato in alcuni progetti che riguardano, ad esempio, anche la Valpelline, ma anche altri posti.

Noi vorremmo, effettivamente, che di tutta quest'attività non rimanesse una sigla - che può essere questa, o un'altra sigla - poco comprensibile ai cittadini, ma rimanesse qualcosa sul territorio, perché alla fine rischiamo di creare dei bei contenitori vuoti dal punto di vista magari della presentazione...sì, una bella figura, un incontro, una cena tra rappresentanti politici di una Nazione e dell'altra, però poi alla fine che cosa viene nelle tasche dei valdostani? Noi quindi raccomanderemmo una maggiore concretezza in quello che è l'investimento e in quella che è la ricaduta e, soprattutto, il successivo controllo, perché io posso fare...prendo l'esempio che non è pertinente a questo, ma centinaia di corsi di formazione, ma se poi alla fine delle 1.000 persone che hanno fatto il corso di formazione una trova il posto di lavoro e le altre 999...va beh, hanno accresciuto la loro professionalità, ma sono a casa depresse e sconfortate, a quel punto anche questi fondi diventano solo una specie di...così di show, che poi si consuma e non ha degli effetti pratici. Grazie.

Presidente - Grazie collega Ferrero. Siamo sempre in discussione generale. La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Anche noi interveniamo per confermare il voto positivo dato in commissione dal nostro gruppo e per dire che, insomma, la piccola Valle d'Aosta - "piccola" ovviamente numericamente - si trova in questo processo, diciamo, di partecipazione a quest'opportunità straordinaria, che è la collaborazione a livello europeo all'interno di progetti che sono sicuramente molto importanti. Le cifre globali dei progetti sono impressionanti, sommandole tutte tra di loro, sfioriamo un miliardo di euro, quindi una cifra imponente. Non è facile muoversi all'interno di partnership, che alle volte sono molto pesanti, perché il ruolo della Valle d'Aosta si gioca sia in confronto con altre realtà, sia in confronto con la realtà statale...cioè o partecipiamo direttamente ai tavoli, a questi tavoli, dove vengono prese alcune decisioni...sia vi partecipiamo indirettamente sedendo al tavolo cosiddetto "nazionale". È stato molto utile il confronto anche con i tecnici che seguono questi progetti per capire che il lavorare seriamente, il costruire anche questo lavoro nel corso degli anni è proficuo, quindi questo è un po' l'atteggiamento che abbiamo visto e l'auspicio che mi pare che ci sia dietro. È più facile accedere a queste risorse laddove ci sono partenariati già consolidati e si sono costruiti dei progetti in passato, dove noi abbiamo dimostrato un'affidabilità anche negli altri, nei confronti di altre Regioni o altri Paesi che hanno concorso a questi progetti e naturalmente è più difficile avvicinarsi a quei progetti che sono completamente nuovi, in cui bisogna presentarsi con determinate caratteristiche.

La cosa interessante, come accennava lei nell'introduzione, Presidente, è che le regole sembrano facilitare, rispetto al passato, l'accesso a questi fondi rispetto alla questione del Patto di stabilità, rispetto al fatto che gli Enti locali non devono più compartecipare come prima e quindi, in qualche modo, questa è una cosa che alleggerisce rispetto al passato l'iter burocratico. L'opportunità che in passato ci ha visto in qualche modo rientrare per una cifra che si aggira intorno 50 milioni quindi potrebbe essere addirittura più importante rispetto al futuro che abbiamo davanti. Si tratta di metterci tanto impegno, tanta voglia di lavorare, con quell'atteggiamento che - mi riconosco nelle parole dei colleghi che mi hanno preceduto - non può più essere - spero non sia mai stato così da parte di quelli che ci hanno lavorato - quello di dire: "ci sono dei soldi, andiamo a prenderli", ma una regia che in qualche modo cerchi di dare a questi progetti un certo ordine, anche se si tratta di progetti che sono su tavoli diversi gli uni dagli altri, una regia regionale può ben vedere se questi progetti poi...siccome poi alcuni asset sono comuni, diciamo, tra i vari progetti, convergono verso una sviluppo ordinato, coerente della nostra regione e non sono, diciamo, o esperienze isolate fine a sé stesse, o non sono magari quasi contraddittori gli uni con gli altri. È importante quindi questo ruolo di una visione complessiva per accedere a questi fondi, perché se noi abbiamo una visione di dove andrà la Valle d'Aosta del futuro, possiamo sostenere e partecipare a quei progetti che si coordinano tra loro e danno quella ricaduta sul lungo periodo. Avere queste risorse è per noi vitale in questo momento, lo è ancor di più se queste promuovono uno sviluppo anche autonomo da parte della nostra realtà. Mi sembra che l'esperienza passata dica che siamo in grado di giocare il nostro ruolo in quest'ambito, si tratta, naturalmente, di metterci ancora più attenzione e ancora più sforzo, perché ce lo recitiamo ogni giorno che c'è una crisi durissima in Valle d'Aosta, quindi se prima questa partita era una partita aggiuntiva, oggi è la partita sostanziale, abbiamo le competenze per giocarcela. Vorrei che il nostro voto venisse interpretato anche come uno sprone in questa direzione, visto che noi siamo all'opposizione, ma su questo punto vogliamo in qualche modo incentivare un'azione energica da parte della nostra Amministrazione.

Presidente - Grazie collega Donzel. Altri colleghi che chiedono la parola? Chiudo la discussione generale? Sempre in discussione generale, la parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Je m'excuse, Monsieur le Président, mais on attendait que quelqu'un aussi de la majorité puisse prendre la parole sur ce sujet, qui est un sujet extrêmement important, nous allons discuter...l'autre l'ont souligné...la programmation et l'utilisation d'une partie des fonds structurels, européens en partie, mais en tout cas transfrontaliers pour la plupart qui donneront à la Vallée d'Aoste la possibilité, d'un coté, d'être insérée et continuer à faire partie d'un espace alpin et d'une possibilité d'utilisation de ressources en plus qui s'ajoutent face au budget régional, de l'autre coté, de poursuivre, de maintenir et de renforcer les liens qui unissent une communauté francophone et bi et plurilingue comme la Vallée d'Aoste avec d'autres communautés qui ont avec nous en commun une civilisation, des sens d'appartenance à des communautés ou même des coutumes, plutôt que des pratiques.

Voilà donc, d'un côté, l'opportunité, de l'autre, la difficulté de construire des projets qui puissent être compatibles entre nos territoires, nos réalités, car nous l'avons vécu dans ces dernières années, il y a une grande utilisation et la Vallée d'Aoste se positionne dans l'utilisation des fonds européens dans les premières Régions d'Europe et surtout par rapport à d'autres réalités avec une utilisation même résiduelle des fonds qui viennent répartis, qui est très positive. D'autres l'ont souligné...et même dans les adresses ont été très positives en commission les auditions que nous avons tenues pour récalibrer et voir à l'avenir d'éviter de faire des projets qui dans toutes les programmations passées souvent avaient des objectifs qui pas toujours ont été réalisés, dans le sens d'avoir des retombées sur notre communauté et, quand on parle de mesures qui vont dans un certain domaine, il est très difficile d'arriver à conjuguer nos exigences ou les exigences de notre territoire avec les exigences d'autrui.

Alors souvent l'utilisation des fonds était vue comme..."oui, faisons...montons un dossier, un projet pour utiliser de l'argent" et après il n'y avait pas le suivi forcément ou, mieux, les Communes, les Administrations, ou même l'Administration régionale, se retrouvaient avec des cathédrales dans le désert, petites ou grandes, qu'on devait maintenir. Notre groupe a donc soutenu déjà en commission cet acte, avec, bien évidemment, l'approfondissement et nous continuons et voulons le soutenir aussi ici dans la salle du Conseil, en essayant de donner notre petite contribution pour...que nous avons déjà véhiculée d'un point de vue technique, disons, aux fonctionnaires pour avoir la possibilité d'améliorer et de devenir en effet...pour ce qui est de cette utilisation...de faire devenir cette opportunité encore plus importante. Opportunité qui devient encore plus importante car nous avons le budget régional qui est de plus en plus amoindri et donc si, par rapport au passé, c'était un surplus qui nous donnait la possibilité effectivement d'aller penser des choses, peut-être, nous ne disons pas nécessaires, mais peut-être en plus, aujourd'hui nous devons revoir nos priorités en essayant dans les domaines d'aller sur les mesures qui sont effectivement indispensables pour notre communauté et qui vont remplacer probablement le manque de ressources sur celui qui est le budget régional.

Nous avons lu avec intérêt dans ces cinq mesures, bien évidemment, les priorités qui vont...même si on ne cite pas directement dans les titres, les domaines et les axes culturels, car, en effet, ce qui nous rend communs avec d'autres peuples et d'autres territoires est souvent l'utilisation et la valorisation du patrimoine matériel et immatériel, qui est en tout cas dans les fonds les plus financés. Cela donc nous nous réjouit et nous fait aussi bien espérer aussi sur cette conjugaison entre notre patrimoine culturel et les autres opportunités de développement touristique dont nous avons parlé dans ce Conseil et dont nous parlons souvent.

Le fait donc d'avoir déjà sur l'Europe centrale, avec les 106 millions, sur la mesure Méditerranée avec le troisième axe, avec 89 millions, sur INTERREG ALCOTRA que nous avons cité avec la plus grande mesure, qui va sur la culture-territoire même si - et nous l'avons souligné en commission - il y a souvent...mais celles-ci sont des règles européennes, on nous a expliqué, la liaison entre bien culturel et risque naturel c'est quelque chose qui souvent...n'est pas toujours fonctionnelle à l'utilisation, car nous savons que les risques naturels ont souvent, même d'un point de vue de l'investissement, une ampleur qui est différente par rapport à des mesures culturelles. Cela pour dire que dans tous les axes et dans tous les projets il y a des priorités qui ont été en effet calibrées, bien évidemment, la Vallée d'Aoste en premier en portant son message, mais avec tous les autres partenaires en essayant de faire un travail de lobby - "lobby" entre guillemets - qui a été fait dans ces dernières années pour influencer les mesures et les financements surtout sur des domaines qui puissent avoir des retombées sur notre communauté.

Nel sottolineare quindi l'importanza di questi fondi, l'utilizzo e appunto gli eventuali correttivi...comunque una possibilità di essere vigili sulla costruzione di programmi che vadano principalmente sull'esigenza della nostra comunità, perché se parliamo e se abbiamo parlato per anni, magari, di certe tematiche che non erano fondamentali...ma in un periodo non di ristrettezze economiche c'era la possibilità di finanziarle, oggi chiaramente i problemi della comunità sono altri, i problemi della comunità oggi sono: il lavoro, le politiche del lavoro. Anche se sappiamo che la formazione rientra nel FSE, in altri finanziamenti, però sappiamo che, se riuscissimo a far dialogare diverse modalità di finanziamento, noi potremmo effettivamente, anche e soprattutto sulle prospettive di questa comunità, avere un utilizzo intelligente di queste risorse per creare prospettiva e soprattutto per avvicinare l'Europa, perché l'Europa si avvicina anche soprattutto così. Tanti dei nostri allevatori, piuttosto che giovani, vedono l'Europa lontana, perché vedono l'Europa come qualcosa che cozza contro le loro esigenze.

Quotidianamente ci battiamo contro la burocrazia, spesso...che poi noi magari accentuiamo anche nella nostra applicazione sia statale che regionale, ma spesso l'Europa non viene percepita, perché l'Europa significa un problema in più. La prossimità e la nostra capacità di far percepire l'Europa come prossimità invece significa anche agevolare l'utilizzo di questi fondi. È chiaro che questi sono fondi che vanno sulle amministrazioni, ma il fatto di non aver più la quota obbligatoria per l'Amministrazione è sicuramente un vantaggio, diventa spesso poi un filtro da dover ponderare per l'Amministrazione regionale per evitare che si facciano i progetti tanto per farli, per poi costruire appunto delle cattedrali nel deserto.

La prospettiva quindi, secondo noi, al di là delle linee che crediamo siano state costruite con dovizia e soprattutto con acutezza nell'individuare e far pesare le nostre priorità...dovranno poi essere in termini di vigilanza...nell'attuazione di queste misure per eventualmente ricalibrare le esigenze della comunità e farle collimare con l'utilizzo di questi fondi e soprattutto a livello regionale, invece, una regia forte che riesca a sviluppare sinergie sul territorio affinché non si moltiplichino anche qui le azioni, ma che sugli assi, sui diversi assi ci sia invece la possibilità di accedere, differenziando l'offerta o le proposte che vengono messe sul territorio, creando non dei doppioni, ma invece uno sviluppo corale, che è un po' spesso il problema della Valle d'Aosta, non delle istituzioni in generale, ma che ognuno vuole coltivare il proprio orticello. Forse la crisi in questo senso va nell'ottica di aiutare e di ritrovare quell'esprit communautaire, che univa la nostra comunità in tempi di povertà molto più accentuata e che oggi forse fa riscoprire la possibilità di sviluppare delle sinergie, di lavorare assieme, perché spesso...l'abbiamo vissuto con i campi da calcio in una certa epoca, piuttosto con quelle infrastrutture sportive che una certa epoca ci ha fatto realizzare, ma in buona fede e compatibilmente con il periodo che si viveva e che oggi ci fa invece rendere conto che - lo ricordavano in questi giorni alcuni colleghi e anche Assessori nel rispondere alle interpellanze - forse questa crisi...e quest'opportunità di fondi europei ci fa capire che è un'opportunità da non sprecare e con oculatezza cercare di utilizzare questi fondi con l'efficacia che possa essere funzionale alla nostra comunità e alle sue esigenze. Ecco, cosa che non sempre è avvenuta, per esempio, nel piano di sviluppo rurale è stato tanto discusso qui, era un piano che era già in costruzione e quindi abbiamo in parte, diciamo, discusso con ciò che già era stato deciso, però, ecco, se riuscissimo anche a ricalibrare magari certe azioni che sono in certe misure europee facendole dialogare con questa grande opportunità, sarebbe importante perché riusciremmo ad unire le forze.

In questi ultimi anni - ripetiamo - tanto è stato fatto, noi crediamo che grandi opportunità...pensiamo, per esempio, alla valorizzazione delle miniere di Cogne che...di cui tanto si parla da anni, o l'esempio del Forte di Bard, che oggi è uno degli esempi di utilizzo di fondi europei o di fondi strutturali per riuscire a trasformare un polo industriale in polo culturale...potrebbero effettivamente essere cruciali per la nostra comunità. Il nostro assenso, il nostro voto favorevole e convinto quindi...dando la nostra disponibilità per lavorare e questo è in conclusione l'appello che noi crediamo di poter lanciare affinché l'utilizzo di questi fondi europei non sia visto anche all'interno delle istituzioni come qualcosa da delegare ad altri, ma che ci sia la possibilità, attraverso organismi codificati, non so se in commissione o con un organismo ad hoc...che ci sia una piccola commissione consiliare che si occupi anche di esaminare questi progetti, delle linee di indirizzo e monitorare l'indirizzo di questi fondi europei affinché si eviti di trovarci ogni cinque anni a votare un documento e poi che nessuno sappia più niente di questi fondi europei a meno che uno, appunto, non sia operativo all'interno del Governo, piuttosto che ricopra ruoli nei comitati dove eventualmente qualcuno si presenta o meno, ma che ci sia un maggior coinvolgimento di quest'Assemblea in generale. Esistono le commissioni, quindi probabilmente la commissione consiliare può essere l'organo deputato a monitorare questa cosa, ma l'apporto e l'interesse che abbiamo notato anche da parte dei Commissari in commissione può essere un elemento per riuscire a lavorare con maggiore sinergia e anche condividere le responsabilità, non solo quella che è la linea di indirizzo...di utilizzo di questi fondi, che effettivamente potranno essere una grande opportunità per la nostra Regione.

Presidente - Grazie collega. Siamo ancora in discussione generale, se non vedo richieste, chiudo la discussione generale. Qualcuno per dichiarazione di voto? La parola al Presidente della Regione, prego.

Rollandin (UV) - Oui, merci Président.

Je crois que les interventions des collègues ont bien essayé de cibler ce qui est le sens de ces interventions. Je crois qu'en effet, au-delà de l'effort qui a été fait de la part des représentants des infrastructures régionales de la coopération et des affaires européennes, qui ont bien voulu prédisposer ces actes qui, comme a été dit, vont dans la direction de prédisposer des plans croyables, qui puissent avoir des retombées sur le territoire...je veux rappeler ce passage, car je crois que, dès le programme 2014-2020, le point d'intervention au niveau européen et là où iront faire les contrôles...n'est pas seulement sur les comptes, c'est-à-dire si on a pu utiliser ou non, mais comment on a utilisé et quel est le système qu'on a utilisé pour faire de façon que le territoire puisse en avoir des bénéfices, ce qui n'était pas jusqu'à présent. Je crois donc que l'efficacité et l'efficience du travail sont à la base de ce choix.

Je crois que je ne peux que partager les interventions des collègues...soit de Bertin, qui justement dit: "il n'y a pas des projets forts". En effet, je veux rappeler que les projets qui doivent être présentés en ayant des thèmes spécifiques qu'en principe tous vont dans le sens de prévoir qu'il y ait, comme thème de base, l'environnement, le travail et la culture dans le sens plus général du terme, qui peuvent avoir des déclinations différentes selon les programmes qui sont à la base des différents accords transfrontaliers.

Je crois que le problème de prévoir comme disait le collègue Ferrero...la question de faire de façon qu'ils soient concrets, qu'il y ait quelque chose que les personnes, la population puisse apprécier...c'est-à-dire on a fait quelque chose, bon, on a comme retombée la possibilité d'avoir des instruments à disposition en plus, des domaines où on connaît quelle est l'attitude qu'on a...de laquelle on a utilisé un appel à projets, quelles sont les retombées. Par exemple, lorsqu'on a le programme ALCOTRA...on a fait les programmes sur le Petit-Saint-Bernard, on a là des structures qui ont été réalisées, qui sont à la base de toute une série de développements touristiques et transfrontaliers, bien sûr, qui sont appréciés et qui donnent des résultats; alors la même chose doit y être dans les différents points de repère, dans les différents domaines. Bien sûr, il y a des thèmes...ou il y a des programmes transfrontaliers, comme pour la Méditerranée, là où le problème, par exemple, des transports est un problème, un thème qui est - je crois - plus à la une que dans d'autres situations.

Tout de même, je crois que le sens qui a été évoqué de la part de tous les collègues est d'avoir des résultats, de ne pas faire seulement de façon qu'on puisse dire: "on a utilisé les fonds sans avoir par la suite des retombées positives". Dans ce sens on ne peut que partager ces aspects, je crois que le fait de souligner qu'il doit y être une compétitivité accrue par rapport à ce qui se passe et qui se passait...je crois que l'aspect aussi de n'avoir que le quinze pour cent par rapport...dans les fonds qui ne soient pas les fonds européens...qu'il doit y être entre les fonds nationaux et les fonds régionaux...je crois qu'ils vont dans la direction de donner une suggestion en plus aux différents programmes, programmes qui doivent être absolument vus avec attention et examinés, qui doivent être, par conséquence, le point de repère pour ce qui est le futur de l'utilisation des fonds pour notre Région. Merci.