Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 356 del 16 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 356/XIV - Interpellanza: "Strategie e intendimenti per il risanamento della qualità dell'aria".

Président - Pour l'illustration, la parole au collègue Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente. Buongiorno colleghi.

Questa interpellanza si riallaccia in qualche modo a quella precedente, nel senso che costituisce un prolungamento più in generale, in quanto si parla di qualcosa che ha a che fare con gli interessi comuni, in quanto si parla di aria e, come ha detto poc'anzi l'Assessore Marguerettaz, se sui trasporti pubblici l'incidenza riguarda migliaia di persone, figuriamoci sull'aria quante persone possono essere interessate, visto che mi risulta che tutti respiriamo! Nel complesso, questa interpellanza parte dalla delibera di Giunta n. 2091, appena approvata lo scorso dicembre, che prevede un accordo di programma, per il risanamento della qualità dell'aria. Allora questo strumento è sicuramente uno strumento importante, che però non deve essere - come tutti gli strumenti - lasciato andare a sé stesso, ma deve avere un supporto...per permettere a questo strumento importante di monitoraggio, di controllo, di produrre degli effetti, visto che gli effetti ricadono su tutta la popolazione. È uno strumento complesso, in quanto al suo interno individua già tutte le possibili fonti di emissione che possono andare ad influire sulla qualità dell'aria, e sono ricordati: le biomasse, i trasporti, appunto, il riscaldamento, l'industria, l'energia e l'agricoltura. Nel documento si prevede un'azione congiunta, a livello proprio statale, quindi non solo delle Regioni, ma a livello statale, di diversi Ministeri; c'è il Ministero dell'ambiente (ma non solo), c'è il Ministero dello sviluppo economico, dei trasporti, della salute, delle politiche agricole...quindi è uno strumento piuttosto complicato.

Allora, a questo proposito, cercando di reperire della documentazione, ho potuto osservare che, da un'analisi complessiva, negli ultimi anni la qualità dell'aria nel capoluogo regionale, dove peraltro ricordo che si trova concentrata quasi un terzo della popolazione valdostana, ma le percentuali arrivano anche a essere superiori, perché nel capoluogo regionale svolgono attività lavorativa molte più persone...quindi è una cosa che interessa larga parte della popolazione e, nonostante vi sia complessivamente un miglioramento generale della qualità dell'aria, anche per effetto di alcune prescrizioni volute anche dalla Regione, per esempio l'aria dell'acciaieria, comunque rimangono delle criticità nel contesto urbano e sono le note: oltre all'acciaieria, c'è il traffico, c'è il riscaldamento, c'è il contesto che pone delle difficoltà di per sé naturali, perché noi abbiamo la città che sta nel fondo di una valle alpina, dove, purtroppo, nei mesi invernali, c'è l'inversione termica. Infatti, anche osservando i dati di ARPA, si possono osservare alcune criticità, soprattutto relative ai mesi invernali, tant'è vero che, recentemente, un articolo apparso proprio su La Stampa metteva in evidenza - partendo proprio da dati ARPA - criticità nei superamenti dei livelli delle polveri e anche un numero di giorni in cui questo succedeva, piuttosto consistente, si parla di circa la metà dei giorni dei mesi invernali interessati da questo problema...mese di dicembre...beh, ma siamo solo a gennaio, bisogna ancora aspettare, e quindi esiste una certa criticità. Allora, proprio in quanto questa criticità interessa la popolazione ed è una criticità non da sottovalutare, in quanto le polveri sono recentemente state riconosciute dall'IARC (Istituto che si occupa della ricerca sul cancro) come un cancerogeno di classe uno, di potere cancerogeno accertato, è un qualcosa su cui bisogna porre l'attenzione.

Allora, siccome come gruppo ALPE riteniamo che sia opportuno aderire al programma, anche perché dà...come dire? un respiro maggiore rispetto a quello solo regionale, in quanto c'è anche la presenza statale, quindi consente di avere coordinamenti migliori, bisogna individuare, anche noi come Regione, delle precise strategie e delle azioni precise. E noi del gruppo ALPE riteniamo che, possibilmente, queste strategie vadano condivise almeno nella fase iniziale...poi il Governo si preoccuperà di dare attuazione, ma gli indirizzi generali, come già più volte ricordato, vorremmo che fossero un qualcosa di condiviso. Ecco, per questo la nostra interpellanza va a chiedere quali sono o se ci sono delle idee già in proposito di attuazione, nel senso che intendete intervenire sul Piano del traffico, sui trasporti, sull'acciaieria, sul riscaldamento domestico, in che modo...o, comunque, se non ci sono idee o se sono solo abbozzate, che questi indirizzi vengano condivisi, magari nelle commissioni opportune, per poter avere un potere più forte quando si vanno a definire le modalità di attuazione. Aspetto la risposta e poi replicherò. Grazie.

Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Bianchi. Prego, Assessore.

Bianchi (UV) - Intanto ringrazio i firmatari di questa interpellanza, perché porta in Consiglio un tema estremamente importante, come ha sottolineato il collega Roscio. Anticipo che lunedì prossimo, proprio come ricordava anche quell'articolo che ha menzionato lei, uscito mi sembra il 28 di dicembre, ci sarà l'osservatorio convocato dal Comune di Aosta, dove parteciperanno la Regione, l'ARPA, la CAS e le associazioni ambientaliste, e lì si farà il punto della situazione, sulla qualità dell'aria della Plaine per l'anno 2013.

Tornando invece all'interpellanza, rispetto al punto 1: "quali strategie e obiettivi sono previsti per il controllo e la diminuzione delle concentrazioni di polveri sottili, soprattutto nei mesi invernali", occorre innanzitutto richiamare il vigente Piano aria approvato con legge regionale del 30 gennaio del 2007 che, in coerenza con le disposizioni comunitarie e statali, interviene nel settore aria con le linee-azioni volte a mantenere e a migliorare la qualità dell'aria stessa, anche in considerazione del fatto che nella nostra regione si possono e si devono perseguire obiettivi di ulteriori miglioramenti delle condizioni ambientali. Il piano, una volta effettuata un'analisi dello stato di fatto ed evidenziati i settori di maggior criticità, vale a dire il traffico, l'energia, in particolare il riscaldamento domestico, e le attività produttive, ha individuato una serie di azioni per ottenere obiettivi di miglioramento della qualità complessiva dell'aria.

Le azioni attuate o in fase di attuazione, anche in collaborazione con altri Assessorati e strutture regionali, nonché con il Comune di Aosta, che hanno contribuito ad un miglioramento complessivo - come ricordava appunto il collega Roscio - sono: il rinnovo tecnologico del parco circolante (ricordo il discorso degli Euro 0), il rinnovo del parco mezzi pubblici con l'acquisto di mezzi alimentati a metano, e anche quelli della raccolta rifiuti di questi ultimi; il finanziamento degli interventi per il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici; la sostituzione delle caldaie per l'incentivazione all'uso di fonti rinnovabili; il finanziamento di reti di distribuzione metano o GPL, in sostituzione di combustibili più inquinanti (sto pensando al gasolio, olio combustibile, e via dicendo); la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento di origine industriale mediante applicazione delle BAT, migliori tecnologie disponibili nel settore siderurgico, definite in occasione dell'AIA della Cogne; poi abbiamo l'incentivazione delle mobilità dolci con aumento delle postazioni di bici comunali e aumento dei chilometri delle piste ciclabili, l'attività di monitoraggio e di sorveglianza.

Si tratta quindi di azioni su molteplici fronti che, sommate tra loro in sede di verifica delle azioni del Piano aria, stanno contribuendo - come ricordava appunto il Consigliere Roscio - ad una tendenza al miglioramento complessivo della qualità dell'aria della Plaine. Tale miglioramento è confermato dal controllo delle concentrazioni di polveri sottili, svolto con regolarità da ARPA con tre stazioni di monitoraggio continuo: quelle di fondo urbano di piazza Plouves (PM 10 e PM 2,5), del quartiere Dora (PM 10), e la stazione industriale suburbana di via 1° Maggio (PM 10). Nello specifico, e cito i dati ARPA, l'analisi dei dati annuali dei PM 2,5 evidenzia come i limiti previsti dalla normativa vigente sono rispettati ed evidenziano una sostanziale stabilità dei livelli di concentrazione dei PM 2,5 tra il 2009 e il 2013. Per quanto riguarda le concentrazioni medie annue dei PM 10, sempre i dati annuali relativi agli anni 2009-2013 evidenziano che i valori si posizionano largamente al di sotto dei limiti imposti dalla normativa; inoltre si evidenzia un trend di diminuzione intorno al 20 percento per le stazioni di fondo urbano, piazza Plouves e quartiere Dora, e maggiori del 30 percento per la stazione industriale di via 1° Maggio.

In relazione al numero di giorni di superamento del valore limite sulle 24 ore nel 2013 si rileva il rispetto dei limiti in tutte le stazioni di monitoraggio, sia di fondo urbano che quella industriale suburbana...i dati mostrano, infatti, una considerevole diminuzione del numero di giorni di superamento rilevata nelle stazioni industriali di via 1° Maggio; un quadro incoraggiante, che è di stimolo per proseguire e rafforzare l'attenzione sul tema degli interventi intrapresi. ARPA, inoltre, ha elaborato un'analisi dei dati dei PM 10 su base mensile misurati nella stazione di piazza Plouves negli anni 2011-2013. Com'è noto, i mesi freddi sono caratterizzati da valori di concentrazione di polveri di PM 10 maggiori di quelli rilevati nei mesi estivi: tale fenomeno è dovuto ad un aumento delle sorgenti emissive, traffico e riscaldamento, e al concomitante instaurarsi di condizioni meteorologiche più sfavorevoli alla dispersione appunto degli inquinanti, caratteristiche che nei mesi freddi, essendo pressoché costante il contributo "industriale".

I valori medi mensili dei PM 10 relativi al 2013, con particolare riferimento ai mesi invernali, presentano concentrazioni atipiche nei mesi di febbraio e dicembre. Se andiamo a vedere le condizioni meteo di questi mesi, vediamo che febbraio è stato caratterizzato da un'inconsueta variabilità e conseguente (relativamente elevato) rimescolamento dell'aria atmosferica, mentre a dicembre abbiamo avuto il contrario, la stabilità atmosferica con inversione termica è stata più persistente di quanto in questo mese già abitualmente accade. Tali anomalie si sono parzialmente compensate, tanto che la media relativa al numero di giorni di superamento riferita all'intero anno solare, chiaramente in tutto l'anno, rimane sotto il valore limite normativo. I valori degli ultimi 3 anni dei parametri relativi al PM 10, giornate di superamento e media annue, nell'area di Aosta mostrano infatti una progressiva ed evidente diminuzione...quindi così come non abbiamo enfatizzato il mese di febbraio, non andiamo a drammatizzare il mese di dicembre.

Bisogna, infatti, guardare alla tendenza e alle medie annuali, che sintetizzano e mediano gli alti e i bassi delle condizioni meteo. La tendenza evidenzia la bontà anche delle azioni strutturali intraprese. A questo riguardo, sottolineo ancora l'importanza del Piano aria e le azioni legate all'AIA della Cogne: sotto il profilo dell'AIA, gli obiettivi e le azioni sono già delineati nel provvedimento di rinnovo del dicembre 2012, dove le prescrizioni contenute vanno nella direzione di mettere CAS nelle condizioni di proseguire le proprie attività produttive con la stretta osservanza delle disposizioni in materia di tutela della qualità dell'ambiente e della salute dei cittadini, tenuto conto del ruolo che questa azienda ha comunque nella nostra regione dal punto di vista occupazionale.

Per quanto attiene al Piano aria, nel corso della legislatura si procederà ad una revisione di quello ora vigente, che ha scadenza nel 2015, partendo dall'analisi del risultato delle azioni finora intraprese e costantemente monitorate. Si può ragionevolmente ipotizzare che tale analisi critica consentirà di mantenere ed eventualmente rafforzare le misure di maggiore efficacia, di rimodulare le azioni che hanno mostrato margini di miglioramento e di introdurre nuove azioni, grazie non solo alle risultanze dell'accordo di programma che coinvolge tutte le Regioni e le Province autonome del bacino padano, ma anche grazie all'analisi critica di misure poste in atto in altri territori, regionali e nazionali, come possono essere adattabili alla nostra realtà. Proprio in quest'ottica abbiamo deciso responsabilmente di sottoscrivere quell'accordo, perché sia la Regione autonoma Valle d'Aosta che la Provincia di Bolzano sono gli unici territori che erano stati esclusi dalle manifestazioni più preoccupanti del superamento dei valori limiti delle concentrazioni dei PM 10. Si tratta quindi di non abbassare la guardia, nella maniera più assoluta, bensì di tendere verso condizioni sempre migliori in un'ottica di miglioramento costante della qualità di un comparto ambientale di notevole rilevanza quale è quello dell'aria.

Sul fatto...finisco Presidente...sul fatto del punto 2 dell'interpellanza, chiaramente diamo piena disponibilità per andare in commissione per discutere quali potrebbero essere le nuove iniziative per migliorare e per portare i dati delle risultanze di questo accordo di programma. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 10,09 assume la presidenza il Vicepresidente André Lanièce.

(Lanièce) Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Roscio, per la replica; ne ha la facoltà.

Roscio (ALPE) - Grazie.

Guardi, Assessore, se nel punto 2 e sulla condivisione non posso che essere soddisfatto, in quanto confrontarsi e andare a cercare di individuare le azioni e gli indirizzi migliori è proprio quanto auspicavamo, sul punto 1 devo dire qualche perplessità permane, insomma. Lei ha citato tutta una serie d'interventi derivanti dal Piano aria che sono anche condivisibili...peccato che nella gran parte non sono ultimati! So che la pista ciclabile è parziale, il risanamento energetico degli edifici non è che è completato, e permangono ancora diverse cose inattuate.

Io, prima, già l'ho ricordato: effettivamente ho riconosciuto un generale miglioramento del quadro complessivo dell'aria, ma il problema sta nei mesi invernali! Allora, come ha citato lei, nei mesi invernali ci sono fattori climatici che influenzano, ma siccome si parla sostanzialmente di veleno, non è che io posso dire: se la dose complessiva annua di veleno sta sotto la soglia mortale, allora va bene...peccato che metà è concentrato in un paio di mesi! Io, in inverno, ho dei problemi. Andando a fare un paio di conti, in base ai dati - e nel solo mese di dicembre - quasi tutte le stazioni di rilevamento hanno contemplato praticamente la metà dei giorni con superamento, con una media che va da oltre 40 a quasi 60, su una normativa di 50, quindi, esiste una forte criticità. E dove sono stati quei giorni nei quali le polveri si sono disperse maggiormente? Sono andato a vedere i dati meteoclimatici: quando faceva vento o quando faceva neve o pioggia. Allora, non è che possiamo aspettare che tiri vento o che ci siano le precipitazioni per aspettare il miglioramento della qualità dell'aria, bisognerebbe sperare che ci siano delle azioni in grado di controllare! È vero che non possiamo pensare di controllare il meteo, ma è proprio per quello che bisogna fare degli interventi per compensare, visto che sappiamo tutti che, proprio in virtù di questa situazione complicata, abbiamo delle criticità in più rispetto ad altre zone. Non basta dire la Valle d'Aosta, come Bolzano, non era compresa nelle sanzioni europee per il superamento della...l'aria è complessivamente migliorata, ma rimane una criticità nei mesi invernali, sui quali bisognerebbe intervenire, anziché aspettare che tiri vento o che venga la pioggia...questo chiediamo.

Andremo comunque in commissione a confrontarci per vedere se ci sono delle iniziative ulteriori da approfondire. Grazie.

Presidente - Grazie. Punto 30 all'ordine del giorno.