Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1856 del 8 giugno 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1856/XIII - Disegno di legge: "Interventi regionali in favore delle nuove imprese innovative".

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. Al fine di favorire la crescita di nuove imprese innovative, la presente legge disciplina la concessione di contributi da parte della Regione diretti a stimolare la nascita di imprese che intendono valorizzare a livello produttivo i risultati della ricerca.

2. I contributi di cui alla presente legge sono concessi nel rispetto delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, relativo alla dichiarazione di alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di esenzione per categoria).

Articolo 2

(Soggetti beneficiari)

1. Possono beneficiare dei contributi di cui alla presente legge le nuove imprese innovative classificate come piccole imprese secondo la definizione di cui all'Allegato I del regolamento (CE) n. 800/2008, o qualsiasi altra definizione di piccola media impresa (PMI), che la sostituisca.

2. Ai fini della concessione dei contributi, le imprese di cui al comma 1 devono:

a) essere costituite da non più di tre anni;

b) avere sede operativa nel territorio regionale.

3. Sono considerate imprese innovative le imprese che possono dimostrare che i costi di ricerca e di sviluppo rappresentano almeno il 15 per cento del totale dei costi operativi in almeno uno dei tre anni precedenti la concessione del contributo.

4. Nel caso di start-up senza antefatti finanziari, sono considerate imprese innovative quelle che possono dimostrare che le spese per la ricerca e lo sviluppo rappresentano almeno il 15 per cento del totale delle spese operative, riferite ad un periodo almeno semestrale, nella revisione contabile del loro periodo fiscale corrente, come certificato da un revisore dei conti esterno.

5. Le imprese innovative di cui al comma 1 possono beneficiare dei contributi di cui all'articolo 35 del regolamento (CE) n. 800/2008 una sola volta nel periodo in cui corrispondono alla definizione di nuove imprese innovative ai sensi del medesimo regolamento.

Articolo 3

(Tipologia degli interventi)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, i contributi sono concessi nella misura massima del 75 per cento delle spese ammissibili per la realizzazione di piani di sviluppo delle imprese e nei limiti dell'importo massimo di 300.000 euro per impresa.

2. Nei limiti di cui al comma 1, i contributi sono erogati per stati di avanzamento annuali che non possono superare l'importo annuo di 150.000 euro per impresa.

Articolo 4

(Spese ammissibili)

1. Sono ammissibili a contributo le spese sostenute per la realizzazione di piani di sviluppo che individuano gli obiettivi di crescita dell'impresa e dimostrano la possibilità del loro raggiungimento e la loro sostenibilità finanziaria e che siano relative:

a) al personale dipendente;

b) alle consulenze tecniche;

c) agli attivi materiali, quali le attrezzature e le strumentazioni di nuovo acquisto;

d) agli attivi immateriali, quali le competenze tecniche e i brevetti, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne a prezzi di mercato;

e) alla locazione di immobili e alle relative utenze.

2. Le spese di cui al comma 1, lettere c) e d), devono rappresentare almeno il 30 per cento del totale delle spese.

3. I piani di sviluppo devono essere avviati successivamente alla valutazione tecnica e amministrativa della domanda di cui all'articolo 5, comma 2, e avere durata non inferiore ad un anno e non superiore a tre anni.

4. Le spese devono essere sostenute non oltre i tre anni successivi alla concessione del contributo.

Articolo 5

(Procedure)

1. Le domande per la concessione dei contributi sono presentate alla struttura regionale competente in materia di industria, di seguito denominata struttura competente, sull'apposita modulistica predisposta dalla medesima struttura.

2. I contributi sono concessi previa istruttoria amministrativa della struttura competente, della società finanziaria regionale FINAOSTA S.p.A., in merito alla sostenibilità e all'adeguatezza del piano di sviluppo, e della Commissione tecnica di cui all'articolo 6, in merito all'innovatività del piano di sviluppo. A seguito delle predette istruttorie, le domande sono trasmesse al Comitato tecnico di cui all'articolo 12 della legge regionale 7 dicembre 1993, n. 84 (Interventi regionali in favore della ricerca e dello sviluppo), per la valutazione dell'ammissibilità delle stesse.

3. I contributi sono erogati tramite FINAOSTA S.p.A. sulla base della verifica tecnico-amministrativa delle spese, dell'avanzamento del progetto e della congruità dei costi attestati dalla Commissione tecnica.

4. Le imprese beneficiarie possono richiedere un anticipo del contributo, nella misura massima del 30 per cento, previa presentazione di idonea garanzia fideiussoria, bancaria o assicurativa.

5. Le domande sono istruite secondo l'ordine cronologico di presentazione. Ove le disponibilità finanziarie siano insufficienti rispetto alle domande presentate, la concessione dei contributi è disposta secondo l'ordine cronologico di presentazione delle stesse.

6. Le domande istruite positivamente ma non agevolate per carenza di fondi possono essere ripresentate l'anno successivo e finanziate prioritariamente rispetto alle nuove domande.

7. La Giunta regionale, con propria deliberazione da pubblicare nel Bollettino ufficiale della Regione, può stabilire ulteriori criteri e modalità relativi alla concessione, al diniego e alla revoca dei contributi. La medesima deliberazione può definire, ove necessario, i settori da privilegiare nell'attribuzione delle risorse.

Articolo 6

(Commissione tecnica)

1. La valutazione tecnica in merito all'innovatività dei piani di sviluppo è effettuata da un'apposita Commissione tecnica i cui membri, in numero massimo di tre, sono scelti tra i componenti del Comitato tecnico di cui all'articolo 12 della l.r. 84/1993.

2. I componenti della Commissione sono nominati con deliberazione della Giunta regionale. La medesima deliberazione fissa, altresì, il compenso lordo da corrispondere ai componenti della Commissione per ciascuna istruttoria, oltre al rimborso delle spese di trasferta nella misura prevista per il personale appartenente al ruolo unico regionale.

Articolo 7

(Revoca dei contributi)

1. Il contributo è revocato nei seguenti casi:

a) messa in liquidazione volontaria o cessazione volontaria dell'attività da parte dell'impresa beneficiaria;

b) avvio di procedure concorsuali;

c) interruzione ingiustificata del piano di sviluppo o mancata conclusione dello stesso nei tempi previsti;

d) violazione di quanto disposto all'articolo 2, comma 5;

e) violazione del divieto di cumulo di cui all'articolo 8.

2. La revoca del contributo può essere disposta anche in misura parziale, purché proporzionale all'inadempimento riscontrato.

3. La revoca comporta la restituzione del contributo, maggiorato degli interessi legali, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione del provvedimento di revoca. La mancata restituzione entro tale termine comporta il divieto per il soggetto inadempiente di beneficiare di ogni agevolazione regionale prevista dagli articoli 29, 31, 32, 33, 34, 36 e 37 del regolamento (CE) n. 800/2008, per un periodo di cinque anni decorrente dalla comunicazione del provvedimento di revoca.

Articolo 8

(Divieto di cumulo)

1. I contributi di cui alla presente legge non sono cumulabili con altri finanziamenti relativi alle stesse spese ammissibili.

2. I contributi di cui alla presente legge non sono altresì cumulabili, nei tre anni successivi alla concessione dei medesimi, con gli aiuti esentati a norma del regolamento (CE) n. 800/2008, ad eccezione degli aiuti esentati ai sensi degli articoli 29, 31, 32, 33, 34, 36 e 37 del regolamento medesimo.

Articolo 9

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione della presente legge è determinato complessivamente in euro 550.000 per l'anno 2011 e 600.000 annui a decorrere dall'anno 2012.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione della Regione per il triennio 2011/2013 nelle unità previsionali di base 1.3.1.11 (Comitati e commissioni), 1.11.1.10 (Interventi a sostegno dello Sviluppo economico) e 1.11.9.20 (Programma competitività regionale 2007-2013).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte nello stesso bilancio:

a) nell'UPB 1.3.1.13 (Consulenze studi e collaborazioni tecniche), per euro 50.000 nel 2011 e annui euro 100.000 per gli anni 2012 e 2013;

b) nell'UPB 1.11.9.20 (Programma competitività regionale 2007-2013), per annui euro 500.000 per gli anni 2011, 2012 e 2013.

4. Le entrate di cui all'articolo 7, comma 3, sono introitate nel bilancio della Regione.

5. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Presidente - La parola al relatore, Consigliere Rosset.

Rosset (UV) -Merci M. le Président.

Chers collègues, aujourd'hui plus que jamais, où la situation économique est encore difficile à déchiffrer et dont la solution demeure incertaine, penser à l'avenir signifie prévoir une profonde transformation sociale, en créant les conditions pour l'essor d'une nouvelle classe dirigeante et pour donner de l'espoir aux nouvelles générations. Penser à un futur signifie reconnaître que la globalisation et le développement des technologies, de l'information et de la communication ont amorcé des processus permanents de transformation des marchés et, par conséquent, de l'organisation des entreprises. Ces phénomènes imposent ainsi une économie de pensée appropriée pour une réaction compétitive basée sur la qualité, sur l'innovation et sur la relance. Il est fondamental de donner vie à des nouveaux modèles organisationnels, non seulement culturels, mais aussi de recherche et de production; il s'avère donc nécessaire une métamorphose absolue que seulement une action politique attentive peut mettre en marche.

Con il presente disegno di legge, la Regione autonoma Valle d'Aosta intende andare in questa direzione e favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative, immettendo così un nuovo dinamismo al mercato del lavoro regionale. Il disegno di legge n. 141 si compone di nove articoli e applica l'articolo 35 del Regolamento CE n. 800/2008 (regolamento generale di esenzione per categoria) che pone i seguenti vincoli: i soggetti beneficiari sono le piccole imprese, devono esistere da meno di sei anni al momento della concessione del contributo; i costi di ricerca e sviluppo delle piccole imprese beneficiarie devono rappresentare almeno il 15 percento del totale dei costi operativi delle stesse in almeno uno dei tre anni precedenti la concessione del contributo; i contributi non possono superare 1.000.000 di euro; i soggetti beneficiari possono fruire dei contributi una sola volta. Inoltre, bisogna ricordare che il regolamento 800/2008 non si applica ai settori della pesca, dell'acquacoltura, della produzione primaria di prodotti agricoli c dell'industria carbonifera, e che non possono essere erogati contributi a favore di imprese che devono restituire soldi alla comunità, né alle imprese in difficoltà.

In aggiunta a questi vincoli inderogabili, il disegno di legge ha introdotto ulteriori prescrizioni: poiché il disegno di legge ha la finalità prevalente di sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese nuove e recenti, si è deciso, concordemente con la Finaosta S.p.A. e considerate le risorse disponibili, di limitare l'anteriorità della costituzione delle imprese a tre anni; il contributo è stato collegato ad un piano di sviluppo - di durata da uno a tre anni - che individui gli obiettivi di crescita dell'impresa e dimostri la possibilità del loro raggiungimento e la loro sostenibilità finanziaria (la valutazione del piano di sviluppo è stata affidata alla Finaosta S.p.A. per la parte economico-finanziaria e ad esperti tecnici per la valutazione tecnica in merito all'innovatività); per ragioni di chiarezza, sono state indicate le categorie di spesa ammissibili a contributo (a tal proposito, a fronte delle audizioni avvenute in IV Commissione, si è presa in considerazione la proposta di Confindustria, di prevedere il finanziamento anche per attrezzature e strumentazioni usate, questo in considerazione del perdurare del periodo di crisi); per ragioni di opportunità, il contributo è stato limitato alla percentuale del 75 percento e all'importo di 300.000 mila euro (anche in relazione alle risorse disponibili).

La sfida è grande, ma, al tempo stesso, è l'unico traguardo ideale per cui valga davvero la pena di lottare fino in fondo, al fine di creare le premesse per la costruzione di una società in armonia con una nuova idea di futuro. L'obiettivo è una società che favorisca, attraverso la valorizzazione delle competenze delle persone aperte alla condivisione ed alla collaborazione, lo sviluppo di nuove imprese, e che proponga, in particolare, di aumentare l'interagire con i soggetti del territorio promuovendo la ricerca, la creatività e lo scambio, obiettivi fondamentali per il futuro del nostro sistema produttivo e occupazionale.

Presidente - Ricordo che il disegno di legge ha avuto il parere favorevole della IV Commissione, a maggioranza, con emendamenti, e il parere favorevole, a maggioranza, della II Commissione; sono stati presentati un emendamento dalla IV Commissione, due emendamenti dagli Assessori Pastoret e Lavoyer e dai Consiglieri Rosset, Empereur, Salzone e Benin, e quattro emendamenti firmati dai gruppi ALPE e PD.

Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie Presidente.

Il disegno di legge che esaminiamo oggi, in aula, ha un obiettivo assolutamente importante e condivisibile: favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative in Valle d'Aosta, per dare una risposta alla crisi, ad un nuovo dinamismo e al mercato del lavoro, come da anni chiede e ribadisce il Partito Democratico. Il sostegno all'innovazione tecnologica nelle imprese è la strada maestra per invertire il lento, ma costante declino industriale dell'Italia, per creare nuovi posti di lavoro veri. In un settore decisivo come quello della produzione, questo discorso è tanto più importante per una Regione come la nostra, che negli ultimi quindici anni ha vissuto e continua a vivere una profonda crisi dell'industria, con aziende che chiudono e lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, o addirittura licenziati.

Nel corso del recente incontro-dibattito sul tema del lavoro e della precarietà, organizzato ad Aosta dal forum sul lavoro del Partito Democratico, sono stati analizzati i dati delle ricadute della recente crisi economica sul comparto industriale valdostano. In un biennio sono state espulse dalle fabbriche circa 300 persone, molte delle quali rischiano di non riuscire a trovare una nuova occupazione nel settore industriale, anche dopo la ripresa, più volte annunciata, ma ancora debole ed incerta. Anche nel corso del forum sul lavoro, il PD ha chiesto con forza un impegno delle istituzioni e dei governi nazionali e regionali sul fronte dell'investimento nella ricerca e nell'innovazione a favore delle imprese. Esistono, in Valle, attività produttive di eccellenza che hanno fatto dell'altissima tecnologia il cuore dello sviluppo, e che oggi possono vantare grandi risultati, anche in termini di occupazione. Penso all'Electro Power Systems di Aosta, azienda leader mondiale nella produzione di gruppi di continuità alimentati con celle ad idrogeno, legate al centro ricerche del Politecnico di Torino. È questa la strada da seguire: sostenere un settore produttivo legato a prodotti ad alto contenuto tecnologico, finanziare ed incrementare brevetti e produzioni innovative. Ecco perché, se la strada del finanziamento e dell'innovazione prevista dal disegno di legge in esame è importante, altrettanto importante per il Partito Democratico è legare la tecnologia delle imprese alla ricerca universitaria; per questo ribadiamo l'importanza di attivare corsi scientifici e di ricerca anche presso l'Università della Valle d'Aosta, senza dimenticare, infine, di incentivare le imprese femminili attraverso criteri valutativi che tengano conto delle difficoltà che riguardano queste peculiari imprese.

Per quanto concerne il contenuto del disegno di legge in esame, il nostro gruppo ha presentato tre emendamenti, finalizzati a favorire l'insediamento e la crescita di nuove imprese innovative in Valle d'Aosta e ad estendere i benefici della legge anche alle imprese costituite da non più di cinque anni. Si tratta di piccole, ma importanti migliorie al disegno di legge in esame; due di questi emendamenti sono stati recepiti, ci fa molto piacere, vanno nella direzione di rendere più efficaci gli obiettivi della nostra legge. Grazie.

Presidente - La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

I punti di forza di questo disegno di legge sono stati bene illustrati dal relatore, collega Rosset. Abbiamo partecipato attivamente in commissione per capire le esigenze sia di Confindustria, sia dei giovani industriali che dei rappresentanti delle medie e piccole imprese artigianali. Indubbiamente è sempre uno strumento che intende favorire la nascita e la crescita di nuove imprese.

Noi abbiamo proposto, con i colleghi del Partito Democratico, quattro emendamenti, e l'obiettivo è quello di dare dinamismo al mercato del lavoro, soprattutto dinamismo al mantenimento delle giovani generazioni, e se questo strumento può aiutare a mantenere sul nostro territorio i giovani preparati professionalmente...penso che un primo passo sia stato fatto, anche se dubito che un impianto di questo genere possa far rimanere in loco le nuove generazioni, ma più leve messe insieme auspichiamo che possano dare dei frutti positivi.

Per ragioni di opportunità e di crescita delle nostre aziende già in essere - e soprattutto future - abbiamo presentato diversi emendamenti, fra i quali l'emendamento n. 3, che va nella direzione di rimodulare gli aiuti, alzando il massimale e diminuendo l'aiuto diretto. Vorrei fare con voi qualche considerazione e spiegare quali sono le motivazioni che ci hanno portato a presentare questo emendamento, perché riteniamo importantissimo l'aiuto diretto, fondamentale soprattutto nell'innovazione, nella ricerca e per le giovani generazioni. Nello stesso tempo le imprese devono, a nostro avviso, compartecipare sul piano della proposta finanziaria in maniera altrettanto importante o - passatemi il termine - "pesante". Sinceramente vediamo più possibilità, più impegno con un'eventuale rimodulazione: queste sono considerazioni che il nostro gruppo ha fatto da sempre e che sta facendo.

Come più volte ho ribadito in quest'aula, lo strumento o la leva perfetta non esiste, ma più equilibrio, più contrappesi, più pubblico-privato, in questo caso, possono fare la differenza, non solo nella forma, bensì nella sostanza. Tutto questo sia per una piccola azienda o un piccolo piano, sia per un ordine di grandezza superiore, una leva pubblica del 50 percento è molto interessante, a nostro avviso. Sicuramente è una sfida per il futuro, non sono tantissime risorse, ma in un sistema più ampio iniziano a dare delle risposte a delle esigenze. Chiederemmo al Governo regionale, all'Assessore competente, vista la novità e visto anche l'eventuale nostro apporto di idee, di utilizzare questo nuovo strumento e fare il punto della situazione il prossimo luglio 2012, per poter analizzare il suo impiego ed eventualmente anche le sue mancanze o criticità, per andare a rimodulare, se necessario, o integrare finanziariamente.

Quindi il nostro sostegno c'è su questo provvedimento; c'è il rammarico di non aver voluto modificare gli indicatori ed i pesi; ripeto, penso sia la sede opportuna, questa, per portare a conoscenza e discutere su quali sono le nostre posizioni, le nostre idee. Ribadisco il concetto dato, che è un progetto pilota e soprattutto che crea le condizioni sull'innovazione e sulla ricerca. Chiederemmo al Governo regionale nel luglio 2012 di fare il punto della situazione di questa nuova legge che oggi sarà approvata, per rimodulare in base alle esigenze, e soprattutto in base al suo utilizzo e alle sue ricadute. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (PdL) - Grazie Presidente.

Un provvedimento atteso, Assessore, che finalmente vede la sua luce in questo Consiglio, un provvedimento a nostro avviso non solo condiviso e condivisibile, ma assolutamente da sostenere, perché credo che con questo provvedimento la politica stia facendo la sua parte per quanto riguarda l'incentivo alla nascita, anche in questa Regione, di nuove imprese.

Parlare di nuove imprese in Valle d'Aosta, alla luce dei dati che ieri abbiamo visto nella giornata dell'economia e che probabilmente vedremo fra qualche giorno con la relazione annuale della Banca d'Italia, è cosa complessa; abbiamo una società vecchia e con quei pochi giovani che abbiamo, che oggi onestamente sono poco incentivati, poco orientati ad affrontare nuove sfide imprenditoriali...però noi abbiamo il dovere di credere che la nostra Regione, con le sue giovani risorse umane, possa avere uno sfogo nell'ambito dell'economia e dello sviluppo.

Dicevo, uno strumento che ha a nostro avviso pochissimi articoli, ma molto precisi, che dice esattamente cosa si vuole ottenere, quanto si può stanziare, cosa devono fare le giovani imprese per poter accedere a questi contributi e quanti contributi per il 2011-2012 sono previsti in una fase che, anche per questa legge, è una fase di start-up. Noi auspichiamo possa essere una fase iniziale che possa vedere i capitoli di spesa aumentare. Credo quindi che sotto l'aspetto della legislazione questo Consiglio, con l'approvazione di questa legge, oggi faccia un deciso, onesto e corretto passo avanti.

Credo sia altrettanto onesto, per dircela tutta, come noi siamo abituati a fare anche all'interno della maggioranza, che le nostre preoccupazioni a questo punto si devono concentrare non tanto sul fatto che lo strumento avrà la sua luce fra poche ore, ma che questo strumento venga usato: questa è la cosa che ci interessa. Credo che vi siano già molte leggi interessanti, anche intelligenti, con delle potenzialità che in molti casi non vengono utilizzate, prima di tutto, per un problema di comunicazione. Assessore, noi le dobbiamo affidare un compito molto importante, che non è solo quello di portare a termine l'avvio di questa legge e poi di gestirne il processo di amministrazione successivo, ma il processo di comunicazione.

Credo che forse un ragionamento esterno a questa legge, ma intrinseco a questa legge...che tra i capitoli di spesa, che sono previsti per le giovani imprese, venga destinato un capitolo di spesa per la comunicazione al territorio valdostano, ai luoghi deputati alla conoscenza di questa opportunità: penso all'università, alle collaborazioni con il Politecnico di Torino e con Verrès, penso a tutti gli ambiti della camera di commercio, delle associazioni degli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti, del turismo, degli albergatori, penso a tutte quelle possibilità di intercettare giovani che abbiano voglia di accettare la sfida, non di venire a chiedere un posto in Regione, o alla forestale, o di aspettare le graduatorie dei precari della Società dei Servizi, cosa doverosa, ma ai giovani che possono anche immaginare che, se c'è un'opportunità di aiuto e di sostegno, possono mettere in campo qualche idea, possono provare a diventare imprenditori. E questo, mettendo in campo anche energie che, magari negli ultimi due o tre anni dalla loro nascita, avevano razionalizzato solo a livello di teoria, ma che con questo contributo economico possono diventare tentativi di sviluppo economico. Dico "tentativi di sviluppo economico", Assessore, perché lei saprà che fare una legge non è sufficiente, abbiamo bisogno di fare in modo che questa legge si inneschi nel tessuto, e per farlo abbiamo bisogno di fare in modo che la comunicazione dell'esistenza di questa opportunità arrivi al destinatario di questa opportunità, ma abbiamo anche bisogno di acquisire una coscienza, una consapevolezza: quanti sono i giovani che oggi, in Valle d'Aosta, sono pronti ad accettare la sfida? Io credo che a quei pochi che hanno voglia di accettare la sfida e che potrebbero per noi essere dei testimonial straordinari, dobbiamo dare la chance - mi riferisco al comitato tecnico scientifico di valutazione -, sia finanziaria, che poi quella che decide l'elargizione del contributo, perché qui bisogna che il messaggio passi chiarissimo agli enti della Regione a cui viene demandata l'applicazione di questa legge.

Qui noi stiamo decidendo di investire delle risorse e gli investimenti non obbligatoriamente per legge di Stato devono avere dei ritorni: stiamo decidendo di investire, a rischio, un capitale sui giovani valdostani, perché provino a lanciare nuove idee ed a creare nuovi posti di lavoro. Noi non abbiamo - lo dobbiamo dire ai nostri funzionari - l'obbligo di avere un ritorno economico su questi investimenti; abbiamo l'obbligo di investire a rischio questo capitale sulle capacità dei nostri giovani valdostani. Lo dico perché non è la prima legge che nasce e non sarebbe la prima legge che si infrange su un dirigismo che chiede garanzie di risultato. Non voglio gelare l'entusiasmo su questa legge, ma ai funzionari va detto: questa è una scommessa che l'Amministrazione vuol fare, anche a perdere su idee e su creazione di valore economico. E se per 2, 3, 4 anni noi non portiamo a casa risultati, non ha importanza: dobbiamo continuare ad investire, perché sarà sufficiente aver finanziato a perdere 7, 8, 10, 15 iniziative e che una sola di queste funzioni...per dare risultato economico a questo territorio. Su questo dobbiamo essere chiari, Assessore, e lei ha la responsabilità, per i prossimi due anni, di fare in modo che questa legge vada a terra, sennò sarà inutile che la politica, cioè questo Consiglio, impegni delle risorse ed investa con la volontà di investire sui giovani valdostani e poi qualcuno, in Finaosta o nel comitato tecnico scientifico, se non ha le garanzie del risultato del business plan, non elargisce il suo assenso positivo! Noi lì dobbiamo fare una battaglia, lo dico alla politica tutta, il messaggio deve arrivare chiaro: questa è una sfida che gli amministratori politici valdostani vogliono impegnare sul territorio valdostano a favore delle giovani imprese, e non abbiamo bisogno di garanzie di risultato, abbiamo bisogno di garantire che l'opportunità c'è, questo dobbiamo garantire, perché sarà sufficiente che una sola iniziativa possa andare in positivo per compensare e giustificare tutti gli impegni che abbiamo assunto.

L'altra preoccupazione strettamente connessa a questo sono i tempi e la burocrazia. Anche qui, il messaggio deve arrivare chiaro: la crisi non ci dà tempi da burocrazia statale o regionale, noi abbiamo bisogno di fare in modo che i nostri giovani, magari stimolati dalla comunicazione, acquisiscano la voglia di presentare un progetto. Abbiamo bisogno che questo progetto venga valutato in maniera imprenditoriale, non burocratica-dirigista, e che questo progetto nell'arco di pochi giorni riceva un sì o un no, e non cominci il balletto dei rimbalzi che avviene già in altri settori, dove gli imprenditori fanno delle proposte che rimbalzano fra Finaosta e comitati di valutazione, fra VdA Structure e i posti dove andare a collocare l'azienda, e poi il contributo della camera di commercio, e poi va all'Assessorato del commercio, e poi va all'Assessorato dell'industria, per poi rimbalzare all'Ufficio del commercio...perché lo sconforto non è solo degli imprenditori, ma anche dei dipendenti regionali, che non sanno più da che parte girarsi!

Credo che qui occorra una profonda revisione ed unificazione dei processi decisionali, certamente lo sportello unico delle imprese ci darà una grossa mano, ma il messaggio deve già partire forte e chiaro: la politica mette a disposizione del territorio delle risorse, queste risorse devono trovare la loro finalità e non si devono disperdere, né in tempi, né in processi, né in dirigismi, perché questa è la preoccupazione che tutti insieme abbiamo espresso e condiviso a tutti i livelli, e sulla quale ci dobbiamo tutti impegnare. Certo, il processo di revisione dell'approccio degli imprenditori all'Amministrazione regionale ai processi di contribuzione piuttosto che di investimento che l'Amministrazione regionale vuol fare, è un processo che oggi ha mille rivoli; noi dobbiamo sburocratizzare, dobbiamo fare in modo che i processi possano incontrare l'offerta, la domanda, e l'offerta incontri il proprio imprenditore.

Chiudo, Assessore, ringraziandola per l'impegno che lei ha messo su questo progetto, che è uno dei tanti, però è compito di tutti fare in modo che questi processi, queste intenzioni che mettiamo sulla carta e scriviamo, non si disperdano nei meandri della burocrazia, delle finte regolamentazioni o delle interpretazioni di norma che magari proteggono qualcuno dall'assunzione di responsabilità, ma devastano il territorio. Qui non vogliamo "avanzi di amministrazione", su questi capitoli di spesa non vogliamo avanzi di amministrazione, ma vogliamo fare in modo che queste risorse arrivino ai giovani destinatari in tempo reale. La crisi è oggi, non è nel 2013, ed è oggi che la sfida va accettata e vinta.

Faccio ancora le congratulazioni all'Assessore. Non sarebbe male se potessimo condividere i processi di comunicazione, perché mettere delle risorse che nessuno sa che esistono non serve. Dobbiamo fare in modo che le risorse che sono messe a disposizione, tutti, soprattutto gli interessati, cioè le giovani imprese, siano in condizioni di sapere che oggi questo Consiglio, non solo con un articolo del giornale di domani, ma nei prossimi mesi, ricordi che questa opportunità c'è, che l'opportunità di rischiare esiste e non si è obbligati ad avere successo, perché se non si innesca questo meccanismo di garanzia noi non andiamo da nessuna parte. Grazie ancora all'Assessore e complimenti a tutta la commissione ed ai colleghi che hanno lavorato alla predisposizione di questo disegno di legge.

Presidente - Se nessun altro chiede di intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore alle attività produttive, Pastoret.

Pastoret (UV) - Grazie.

Per due considerazioni, ma è già stato detto molto, quindi cercherò di non ripetermi. È chiaro che siamo particolarmente lieti, come Governo regionale, di vedere approvare in Consiglio questo disegno di legge, al quale attribuiamo un grande significato che va al di là dei contenuti numerici che ci sono al suo interno. Esprimo anche soddisfazione per il lavoro che è stato svolto in commissione e anche per gli interventi che sono stati fatti, qui, dai colleghi.

Abbiamo toccato con mano la crisi, questo lo abbiamo già detto, gli effetti sono ancora presenti, la scarsa crescita delle aziende è nota, vi sono state turbolenze significative con perdita di produttività, con decremento occupazionale. È stato parere unanime che, non solo in Valle d'Aosta, le condizioni per il rilancio e la crescita delle aziende non potesse che parlare attraverso la ricerca, lo sviluppo, l'innovazione; questo è un dibattito aperto sul piano internazionale, non lo scopriamo certamente noi, ma noi cerchiamo di adeguarci fornendoci di qualche strumento. Sotto questo punto di vista, un sostegno importante dato alla ricerca attraverso un continuo e significativo rifinanziamento della legge n. 84 ha prodotto effetti incoraggianti e ricadute positive; ieri, nella giornata per l'economia, il dottor Lévêque nella sua relazione ha sottolineato come nel campo dell'imprenditoria e dell'industria i sostegni derivanti dalla legge n. 6, in particolare quelli derivanti dalla legge n. 84 a sostegno della ricerca, abbiano fortemente contribuito a calmierare un panorama di crisi che sarebbe stato assolutamente più grave: questo non per negarla, ma per dire che gli strumenti messi in atto hanno avuto efficacia.

Con questo disegno di legge ci si propone di rinforzare ulteriormente il campo dell'innovazione delle nuove giovani imprese, e se da un lato sosteniamo con misure significative lo sviluppo della ricerca delle imprese, con questo nuovo provvedimento intendiamo invogliare e sollecitare la nascita ed il rafforzamento di nuove imprese che puntino sull'innovazione. Ricordo, in proposito, che uno strumento analogo, sia pure più modesto nelle finalità e nei contenuti qual è la legge sull'imprenditoria giovanile - che abbiamo licenziato poco più di due anni fa - ha prodotto la nascita sul territorio di alcune decine di nuove aziende: questo per dire che poi questi elementi che mettiamo in campo devono essere valutati nel tempo e il fatto di venire qui, in Consiglio, a dirsi dove siamo arrivati, mi sembra una cosa normale.

Ricordo che quando presentammo il piano triennale sull'industria e sull'artigianato, pur se non era previsto, presi l'impegno di dire che saremmo venuti in Consiglio a relazionare sull'andamento del primo periodo di applicazione del piano. La Giunta ha già trasmesso al Consiglio il documento di sintesi 2010 che approderà in quest'aula: questo per dire che riteniamo significativo non solo presentare alla luce del sole le cose, ma pensiamo anche che il contributo della discussione da parte di tutti sia importante su questi temi, che poi riguardano l'insieme della collettività, quindi speriamo che questo strumento dia anch'esso dei frutti significativi. Dicevo che i contenuti sono chiari, sono stati ben evidenziati dal relatore Consigliere Rosset che ringrazio, con il quale mi felicito per la ricchezza della sua relazione, così come ringrazio tutti i commissari che si sono occupati del disegno di legge nelle competenti commissioni, e ringrazio anche coloro che sono intervenuti.

Non starò adesso a dare una risposta puntuale alle osservazioni che sono venute, tranne poi discutere un attimo sugli emendamenti; vorrei sottolineare, però, al di là dei ringraziamenti, una questione. Noi abbiamo cercato di dare un'informazione puntuale, al di là del sito, sulle provvidenze e gli interventi economici; abbiamo realizzato un vademecum dell'industria dell'artigianato in cui si danno tutte le indicazioni possibili alle aziende per quelli che sono i vantaggi, i contributi, o le richieste e i percorsi che si possono fare. Lo abbiamo distribuito sul territorio, speriamo che questo abbia degli effetti, ma vero è che a volte fare della pubblicità è significativo ed importante, anche se non sempre produce buoni effetti. Abbiamo fatto le giornate dell'innovazione, assolutamente straordinarie dal punto di vista della qualità dei relatori che sono venuti; è stata una cosa interessante, perché per la prima volta abbiamo messo in campo le aziende valdostane, quelle di particolare successo, a raccontare la loro storia e il risultato è stato un po' desolante. Ho partecipato a tutti questi incontri, abbiamo riempito la sala; mi aspettavo però di vedere un interesse maggiore, e bisognerà riprovarci da questo punto di vista, perché mi pare che ogni tanto ci sia un certo scollegamento fra il mondo che siamo abituati a vedere e il senso della partecipazione nei confronti delle imprese: questo è un qualcosa che dobbiamo cercare di attivare, soprattutto nei confronti dei ragazzi.

Detto questo, è stato ricordato che sono stati presentati degli emendamenti, quelli presentati dalla maggioranza sono stati condivisi già in commissione dal punto di vista dei principi e sono ripresi nel testo che ALPE e Partito Democratico hanno riproposto. Ce ne sono altri due sui quali non siamo d'accordo, non per una questione pregiudiziale assoluta; siamo d'accordo sul fatto che si debbano vedere gli effetti di questa legge applicando questi criteri in questa prima fase. Tireremo le somme fra un anno e vedremo se il fatto di mantenerci in un modo piuttosto che in un altro sia più o meno ragionevole.

Consideriamo fondamentali però due aspetti. Per uno, sul 75 percento avevamo preso un impegno quando abbiamo discusso la legge in fase preliminare con le associazioni di categoria, con Confindustria in particolare, quindi ci sembrerebbe non sufficientemente discusso con loro il fatto di giungere ora al 50 percento; saremmo pertanto per mantenerlo, per una ragione di correttezza di rapporti nei confronti di un soggetto istituzionale, sia pure esterno a questo Consiglio, con il quale abbiamo condiviso il percorso di questa legge. Per quanto riguarda l'altro aspetto dei tre anni, continuo a difendere il fatto che parliamo di nuove imprese; può darsi che sarà opportuno fra un anno dire: va bene, prendiamo anche quelle che hanno cinque o sei anni, il regolamento dell'UE prevede che si possa arrivare a sei anni. Noi abbiamo previsto questo passaggio di tre anni nella speranza che questo possa essere un maggiore incentivo a chi vuole nascere con una nuova iniziativa - oppure l'ha appena iniziata - e necessita di avere più forza in questo percorso.

Grazie per la vostra attenzione.

Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato.

All'articolo 1 c'è l'emendamento n. 1 presentato dai gruppi ALPE e Partito Democratico, che viene ritirato; ne do lettura per il processo verbale:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente:

"1. Al fine di favorire l'insediamento e la crescita di nuove imprese innovative, la presente legge disciplina la concessione di contributi da parte della Regione diretti a stimolare la nascita e lo sviluppo di imprese che intendono valorizzare a livello produttivo i risultati della ricerca.".

Vi è poi un emendamento n. 1 presentato dall'Assessore Pastoret con altri colleghi, che recita:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 1 è sostituito dal seguente:

"1. Al fine di favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative, la presente legge disciplina la concessione da parte della Regione di contributi per le imprese che intendono valorizzare a livello produttivo i risultati della ricerca.".

Se siete d'accordo, pongo in votazione il testo dell'articolo 1 con l'emendamento dell'Assessore:

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. Al fine di favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative, la presente legge disciplina la concessione da parte della Regione di contributi per le imprese che intendono valorizzare a livello produttivo i risultati della ricerca.

2. I contributi di cui alla presente legge sono concessi nel rispetto delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, relativo alla dichiarazione di alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di esenzione per categoria).

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 32

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 2 vi è l'emendamento n. 1 della IV Commissione e l'emendamento n. 2 dei gruppi ALPE e PD.

La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Con il presente emendamento si innalza il periodo massimo di costituzione delle imprese beneficiarie dei contributi da tre cinque anni, come previsto dal disegno di legge, al fine di ricomprendere anche imprese di non recentissima costituzione. Si rimane comunque sempre al di sotto del termine dei sei previsto dall'articolo 35 del regolamento CE 800/2008.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive, Pastoret.

Pastoret (UV) - Ho avuto modo, nel corso del mio intervento, di illustrare per quale ragione intendiamo invece mantenere il termine dei tre anni, per cui vi chiederei di ritirare l'emendamento sulla base dell'impegno che ho preso, di venire fra un anno a fare il compte rendu sulla questione, altrimenti voteremo contro. Grazie.

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Ritiriamo l'emendamento, visto l'impegno dell'Assessore; se fra un anno si ritiene di portarlo a cinque, ben venga. Visto questo impegno, mi fido e ritiro l'emendamento. Grazie.

Presidente - L'emendamento n. 2 presentato dai gruppi ALPE e Partito Democratico viene ritirato; ne do lettura per il processo verbale:

Emendamento

La lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 è sostituita dalla seguente:

"a) essere costituite da non più di cinque anni;".

Vi è poi l'emendamento presentato dalla IV Commissione, che recita:

Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:

"1. Possono beneficiare dei contributi di cui alla presente legge le nuove imprese innovative classificate come piccole imprese, secondo la vigente definizione comunitaria di piccola media impresa (PMI).".

Se siete d'accordo, pongo in votazione il testo dell'articolo 2 con l'emendamento della IV Commissione:

Articolo 2

(Soggetti beneficiari)

1. Possono beneficiare dei contributi di cui alla presente legge le nuove imprese innovative classificate come piccole imprese, secondo la vigente definizione comunitaria di piccola media impresa (PMI).

2. Ai fini della concessione dei contributi, le imprese di cui al comma 1 devono:

a) essere costituite da non più di tre anni;

b) avere sede operativa nel territorio regionale.

3. Sono considerate imprese innovative le imprese che possono dimostrare che i costi di ricerca e di sviluppo rappresentano almeno il 15 per cento del totale dei costi operativi in almeno uno dei tre anni precedenti la concessione del contributo.

4. Nel caso di start-up senza antefatti finanziari, sono considerate imprese innovative quelle che possono dimostrare che le spese per la ricerca e lo sviluppo rappresentano almeno il 15 per cento del totale delle spese operative, riferite ad un periodo almeno semestrale, nella revisione contabile del loro periodo fiscale corrente, come certificato da un revisore dei conti esterno.

5. Le imprese innovative di cui al comma 1 possono beneficiare dei contributi di cui all'articolo 35 del regolamento (CE) n. 800/2008 una sola volta nel periodo in cui corrispondono alla definizione di nuove imprese innovative ai sensi del medesimo regolamento.

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 3 c'è l'emendamento n. 3 presentato dai gruppi ALPE e Partito Democratico.

La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Come più volte ho ribadito in quest'aula, la leva perfetta non esiste. Il nostro obiettivo era quello di portare all'attenzione del Consiglio un riequilibrio, un rimodulare gli aiuti diretti. Più equilibrio, più contrappesi, a nostro avviso, più pubblico privato paritario poteva essere uno strumento importante.

Accettiamo la proposta dell'Assessore, la nostra proposta fatta prima e recepita dall'Assessore, che è quella di fare il punto della situazione fra un anno, nel mese di luglio 2012, per capire le richieste, le criticità, le integrazioni da fare ed eventualmente le rimodulazioni, quindi ritiriamo il nostro emendamento.

È importante partire dal presupposto che la leva pubblica deve essere supportata in maniera pesante anche dal privato. Sovente i piani strategici e gli investimenti strategici devono andare avanti di pari passo, anche nelle nuove generazioni, perché legate ad un modello culturale: l'aiuto sì, le condizioni sì, ma allo stesso tempo ci va anche la contrapposizione e la volontà di mettere in atto finanziariamente e, a livello di energie, la volontà di far crescere le nostre piccole o grandi aziende.

Presidente - L'emendamento n. 3 presentato dai gruppi ALPE e Partito Democratico viene ritirato; ne do lettura per il processo verbale:

Emendamento

Il comma 1 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente:

"1. Per le finalità di cui all'articolo 1, i contributi sono concessi nella misura massima del 50 per cento delle spese ammissibili per la realizzazione di piani di sviluppo delle imprese e nei limiti dell'importo massimo di 500.000 euro per impresa.".

Pongo in votazione l'articolo 3: stesso risultato.

All'articolo 4 vi sono due emendamenti: l'emendamento n. 4 dei gruppi ALPE e PD e l'emendamento n. 2 dell'Assessore Pastoret e altri, i cui testi, esattamente corrispondenti, recitano:

Emendamento

La lettera c) del comma 1 dell'articolo 4 è sostituita dalla seguente:

"c) agli attivi materiali quali le attrezzature e le strumentazioni, sia di nuovo acquisto che già utilizzati, purché in tale ipotesi il loro valore sia certificato da apposita perizia;".

Se siete d'accordo, pongo in votazione l'articolo 4 comprensivo del testo, che è identico, dei due emendamenti:

Articolo 4

(Spese ammissibili)

1. Sono ammissibili a contributo le spese sostenute per la realizzazione di piani di sviluppo che individuano gli obiettivi di crescita dell'impresa e dimostrano la possibilità del loro raggiungimento e la loro sostenibilità finanziaria e che siano relative:

a) al personale dipendente;

b) alle consulenze tecniche;

c) agli attivi materiali quali le attrezzature e le strumentazioni, sia di nuovo acquisto che già utilizzati, purché in tale ipotesi il loro valore sia certificato da apposita perizia;

d) agli attivi immateriali, quali le competenze tecniche e i brevetti, acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne a prezzi di mercato;

e) alla locazione di immobili e alle relative utenze.

2. Le spese di cui al comma 1, lettere c) e d), devono rappresentare almeno il 30 per cento del totale delle spese.

3. I piani di sviluppo devono essere avviati successivamente alla valutazione tecnica e amministrativa della domanda di cui all'articolo 5, comma 2, e avere durata non inferiore ad un anno e non superiore a tre anni.

4. Le spese devono essere sostenute non oltre i tre anni successivi alla concessione del contributo.

Stesso risultato.

Articolo 5: stesso risultato. Articolo 6: stesso risultato. Articolo 7: stesso risultato. Articolo 8: stesso risultato. Articolo 9: stesso risultato.

Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.