Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1824 del 18 maggio 2011 - Resoconto

OGGETTO N. 1824/XIII - Reiezione di mozione: "Analisi dello sviluppo del settore della media e grande distribuzione in Valle d'Aosta".

Mozione

Premesso che:

- Due recenti iniziative condotte in Consiglio regionale dal Gruppo Alpe sul tema del contenimento della proliferazione di grandi e medie strutture di vendita hanno portato alla luce il fatto che sono attualmente operanti in Valle d'Aosta strutture di "medie dimensioni" per un totale di quasi ottantacinquemila metri quadrati, pari al 43 percento dell'intero sistema distributivo regionale;

- La loro continua crescita suscita crescente preoccupazione presso le organizzazioni di categoria del commercio e le organizzazioni dei lavoratori, che rilevano l'assoluta mancanza di limiti a tale crescita e lo stato di grave precarizzazione del lavoro del settore;

- L'analisi presentata a questo proposito dall'Assessore regionale al Turismo, sport, commercio e trasporti si è limitata a riconoscere "una certa attenzione" sul tema, a constatare una sostanziale inerzia da parte degli Enti locali nel predisporre adeguati piani di sviluppo nel campo della grande distribuzione e non ha fornito elementi di risposta circa le iniziative da mettere in campo per contrastare il fenomeno della proliferazione di tali strutture;

- Lo stesso Assessore ha annunciato l'avvio di un confronto con le organizzazioni di categoria a cui avrebbe chiesto di formalizzare proposte;

Rilevando una sostanziale inerzia dell'Assessorato regionale al Turismo, sport, commercio e trasporti su una così delicata e generalizzata tematica;

Il Consiglio regionale

Impegna

la competente commissione consiliare:

1) ad una rapida e approfondita ricognizione del settore della media e grande distribuzione in Valle d'Aosta, procedendo all'audizione di tutte le categorie economiche e di categoria interessate in ordine alle loro proposte e ad un confronto con gli enti pubblici territoriali competenti;

2) a rassegnare entro 60 giorni una relazione al Consiglio regionale circa i motivi che hanno condotto all'attuale preoccupante espansione del settore e gli strumenti che possono essere attuati per contenere il fenomeno.

F.to: Louvin - Bertin - Giuseppe Cerise - Chatrian - Patrizia Morelli

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Il nostro gruppo sollecita il Consiglio a fare un passo avanti su una tematica che abbiamo portato due volte nell'ultimo anno all'attenzione di quest'aula, con delle iniziative cosiddette "ispettive" in sede di interpellanza, sui riflessi della rete distributiva delle medie e grandi strutture di vendita rispetto al piccolo commercio e al suo sviluppo. Su questo ci siamo lasciati, come si suol dire, all'ultima occasione, non molto tempo fa, con un'indicazione che ci ha lasciati un po' perplessi da parte del Governo regionale, in ordine alle iniziative che si potevano assumere in questa materia. Ci era stato annunciato un confronto con le associazioni dei commercianti e con gli operatori, perché pare che la Giunta non avesse ancora acquisito una loro opinione diretta sul merito della vicenda, sul fatto che proliferino in Valle d'Aosta strutture di media dimensione (ricordo che si parla sempre di medie strutture di vendita, perché così sono qualificate, ma in realtà sulla scala regionale incidono come grandi supermercati). Oltre a questo, l'Assessore ha lanciato un ballon d'essai, dicendo: se vi sono delle necessità, perché non concedete alle attuali attività di ingrandirsi e di avere più spazi? Diceva in sostanza l'Assessore, perché i Comuni non allargano le maglie delle strutture del piccolo commercio? Comunque ci siamo lasciati su un nulla di fatto, su un'assenza di una posizione della Giunta regionale su un tema di questa portata. Il nostro rammarico è stato molto forte, perché abbiamo ritenuto che questa presenza di quasi 85.000 metri quadrati di strutture di medie dimensioni - stiamo parlando di una cifra che si avvicina alla metà della superficie commerciale regionale - sia elevatissima rispetto al contesto e la sua progressiva, inarrestabile crescita, come testimoniano anche recenti iniziative, ci lascia molto preoccupati.

Non siamo i soli ad esprimere preoccupazione, perché si tratta di una vicenda sulla quale sono entrati in campo, oltre ai soggetti della politica, le stesse organizzazioni rappresentative della categoria: pensiamo all'associazionismo del piccolo commercio, gli stessi sindacati che, a più riprese, hanno evidenziato la preoccupazione destabilizzante anche di questo contesto rispetto all'ambito occupazionale. Ci sono dei riflessi negativi anche in termini di stabilità delle maestranze, centri commerciali che aprono e subito dopo si accentuano i contesti di crisi e di cassa integrazione. Abbiamo delle situazioni che richiedono un'alta attenzione da parte nostra. Siamo a sollecitare ai colleghi del Consiglio e alla Giunta un momento di riflessione e di studio congiunto, perché non abbiamo al momento l'idea se effettivamente l'Assessorato stia muovendo qualche passo in questa materia, non ne abbiamo avuto notizia per le vie tradizionali, e non ne abbiamo avuto nemmeno cognizione attraverso la stampa.

Cosa chiediamo? Di fare insieme una ricognizione rapida ed approfondita del settore della media e grande distribuzione, al di là dei dati, perché non è solo una questione di metri quadri e di numero di occupati, è una questione di impatto occupazionale e di impatto su tutto il settore, che è ancora in forte evoluzione, e che credo meriti un accompagnamento, non scaricando sugli enti locali la responsabilità esclusivamente di non avere fatto dei piani commerciali. Se ci sono delle carenze vanno indicate, ma soprattutto credo sia nella logica di un sistema delle autonomie di operare collaborando, per individuare le vie di soluzione, e quindi ascoltando insieme le categorie economiche e le rappresentanze interessate per le proposte ed un confronto esteso con gli enti pubblici interessati: pensiamo, in particolare, ai grandi Comuni del fondovalle che vedono apparire come funghi nuove realtà commerciali di questo genere. Un impegno operativo, un impegno che sfoci nella presentazione a questo Consiglio, entro l'estate, di una relazione che individui le carenze anche legislative...io non sottovaluterei questo aspetto, perché sono stati evidenziati anche dei problemi apparentemente di secondo piano e marginali, come aspetti urbanistici legati allo sdoppiamento delle attività, alla semplice organizzazione ad ingressi separati di attività fra loro molto prossime, se non addirittura strettamente collegate. Noi non abbiamo fatto ricognizioni sul posto, ma ci giungono segnalazioni di questa natura, quindi ci sono anche aspetti di carattere tecnico che vanno chiariti, con in parallelo una riflessione di carattere generale su dove vogliamo portare il settore del nostro commercio e come si possa governare questo fenomeno, senza limitarsi ad allargare le braccia e dire: è il mercato, e dobbiamo accettarne le conseguenze.

Il mercato, grande ideologia di questo inizio di millennio, è un'ideologia che non possiamo lasciare a briglia sciolta, va accompagnato e governato da regole precise e, nel nostro caso, visto che siamo soliti chiedere che ci sia attenzione particolare a contesti economici, montani particolari come il nostro, che hanno sensibilità e anche realtà più fragili sotto il profilo economico, credo che questo accompagnamento debba e possa avvenire con regole condivise.

Questa è la nostra richiesta, che è svincolata dall'urgenza o dal carattere episodico di questo o di quel momento, ma credo che abbiamo tutti sotto gli occhi una lunga teoria, un continuo susseguirsi di momenti espansivi e di apertura di nuove sedi, che non possono che imporre, in questo momento, un intervento rapido da parte della nostra Regione ed è un intervento che non deve essere un semplice spot, ma la ridefinizione di un quadro normativo adeguato. Grazie.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

Se non ci sono interventi, chiudo la discussione generale.

La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.

Nel contenuto della mozione sembrerebbero non esserci i dubbi di cui parlava il Consigliere Louvin, che nell'illustrazione dice: non sappiamo se ci sono degli approfondimenti; al contrario, nella mozione sembra che sappia, perché dice che c'è un'inerzia dell'Assessorato, per cui il dubbio rappresentato nell'illustrazione non c'è nella mozione. Quindi non è una mozione conciliante, ma ha già le idee molto chiare.

Io cercherò di dare dei dati. Dal contenuto della mozione sembra che ogni giorno apra una struttura di medie dimensioni, ogni giorno sembra che ci sia un'attività che va a cannibalizzare le attività di vicinato, cioè quelle piccole da zero a 150 metri. Mi permetto di rappresentare i dati che anche il Consigliere Louvin può recuperare presso la Camera di commercio: se prendiamo i dati del 2007, tanto per avere un arco temporale ragionevole, lì c'erano 1.981 esercizi di vicinato e nel 2010 ce ne sono 1.956, per cui sono diminuiti in quattro anni 25 esercizi. Le medie strutture nel 2007 erano 195, nel 2010 sono 201, dal 2007 abbiamo sei medie strutture...allora capite che è un afflusso abbastanza fisiologico. Le grandi strutture erano cinque nel 2007 e cinque sono nel 2010. Allora da questo punto di vista volevo tranquillizzare il Consigliere Louvin; non è che sta succedendo qualcosa di straordinario e di stravagante, c'è un'attività.

Sicuramente il tema è un tema che merita di essere approfondito. Nella mozione ha ricordato una serie di iniziative; sembra che l'attività del Consiglio debba correre dietro alle iniziative di questo o quello, cioè probabilmente nel terror panico da parte della minoranza di essere superati a destra o a sinistra. Se c'è qualcuno che pone dei problemi, bisogna che si sorpassi subito e si dica "l'ho detto anch'io!". Allora, da questo punto di vista, facciamo un ragionamento pacato, senza farci prendere dal panico. Però, visto che parlo con degli interlocutori che hanno un profilo elevato anche dal punto di vista giuridico, vi ricordo che sicuramente questo è un tema che va approfondito - le medie e grandi strutture e gli esercizi di vicinato - soprattutto in una realtà come la nostra dove abbiamo delle piccole realtà...

Vi sono però due considerazioni che vorrei fare: la prima è che non si può andare contro il tempo. Se qualcuno di noi vuol fare un sabato turistico fuori Valle, andando nei grandi centri - Vicolungo, Mercenasco, eccetera -, troverà molti valdostani che vanno a confrontarsi sulle offerte commerciali. Quindi noi, con qualche provvedimento di qualche tipo, potremmo dire: qua viene bandita la media e la grande distribuzione, però non fermeremmo questo flusso che è un flusso fisiologico. Dopodiché, collega Louvin, lei sa che il decreto legge n. 223/2006 dice qualcosa di interessante all'articolo 3, ovvero garantisce la libertà di concorrenza secondo condizioni di pari opportunità ed il corretto e uniforme funzionamento del mercato, nonché assicura ai consumatori finali un livello minimo ed uniforme di condizioni di accessibilità all'acquisto di prodotti e servizi sul territorio nazionale, verificando che le attività siano svolte senza i seguenti limiti e prescrizioni: il rispetto di distanze minime obbligatorie fra attività commerciali appartenenti alla medesima tipologia di esercizio, il rispetto di limiti riferiti a quote di mercato predefinite o calcolate sul volume delle vendite a livello territoriale sub-regionale. E poi, è scritto in una sentenza del Consiglio di Stato, sezione V, 31 marzo 2011, dove è stato dichiarato illegittimo un provvedimento che andava a porre questi limiti. Lei capisce che dobbiamo muoverci probabilmente senza degli entusiasmi, correndo dietro e dando ragione a Tizio o a Caio, ma facendo un ragionamento corretto.

Quello che voglio dire è questo, ribadiamo quello che abbiamo detto: la materia, anche per istanze che ci vengono dal mondo commerciale valdostano che - come lei ha ricordato - a volte chiedono di avere la possibilità di adeguare i loro esercizi con degli aggiustamenti, non con degli accorpamenti, merita un approfondimento. Al riguardo noi stiamo facendo un lavoro; ritengo che, quando ci saranno gli elementi, prima di prendere i provvedimenti potremo fare un adeguato confronto in commissione, prima, e poi in Consiglio, per arrivare a definizioni eque, corrette ed adeguate al tempo. A fronte di questo impegno, chiederemmo il ritiro della mozione con questa possibilità, nei prossimi mesi, di fare un lavoro condiviso; in caso contrario, non siamo nella condizione di votare la vostra mozione e voteremo contro.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Vedo che il tema non appassiona, è un tema che crea soggezione...non so a cosa questo sia dovuto, se ad imbarazzo o a quale altra ragione, ma è un tema che sta mettendo sulla graticola parecchie centinaia di famiglie, di piccole aziende commerciali. A parte il fatto di andarsi a lamentare poi nel "tu per tu" per i borghi e per i piccoli centri commerciali, credo che sia assordante il silenzio da parte della politica regionale e, in particolare, di quest'aula su questo tema. Credo che l'Assessore non abbia minimamente percepito - o non voglia percepire - dicendo che non c'è nulla di straordinario, che tutto è nella normalità, la situazione altamente drammatica che si sta vivendo. Capita a tutti di fare la gita; non conosco in particolare e ho preso nota di questi grandi centri di cui lei ha parlato, ma ne conosco altri sicuramente...

Assessore, le hanno detto che da parte delle associazioni degli esercenti c'è la sottolineatura che è venuto meno lo spirito della legge n. 12, che non c'è più l'equilibrio che la nostra legge assicurava come obiettivo fra la piccola, la media e la grande distribuzione? È vero quello che lei dice circa le grandi strutture, che non sono cambiate, ma lei sa meglio di me che la crescita si è avuta nel settore delle medie, ed è tuttora in corso...

(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)

...sei medie strutture su questa Regione, che sono dei grandi supermercati per la nostra realtà, non sono poca cosa!

Le è noto che tutti i sindacati di categoria - per fortuna in questo caso non abbiamo dissidio - indicano che queste operazioni in corso vanificano i presupposti della necessità di arginare gli insediamenti di nuovi centri commerciali? Lei dice che non si può, ma non è vero! Non stiamo qui a disquisire in punto di diritto, ma lei sa bene che ci sono dei principi del diritto dell'Unione europea e ci sono delle attuazioni, e l'attuazione che possiamo dare può fare da argine in questa materia. La verità è che è stata adottata in questa Regione, nel 1998, una legislazione molto a maglie larghe, e oggi è gran tempo di stringerle queste maglie, perché ci sono delle possibilità ampliative e di proliferazione che vanno a grave danno di tutta la rete di distribuzione. Questo aggiramento non siamo noi che lo sottolineiamo e non abbiamo problemi di scavalcamento, né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra. Qui chi ci scavalca sono le aziende che hanno investito nella creazione dei loro piccoli esercizi e che oggi sono in braghe di tela, e la risposta che lei dà è che tanto andiamo a Mercenasco, andiamo a Vicolungo a comprare, ed è la stessa cosa.

Mi pare che lei stia dando una risposta di estrema superficialità, che non voglia tirare le leve, non dico che non sappia, ma che non voglia tirare le leve di un freno che oggi andrebbe tirato. Ci organizzeremo autonomamente per avere interlocuzione con gli organismi di categoria e portare all'attenzione di questo Consiglio una proposta per la ridefinizione della legge sulla media e grande distribuzione. Prendiamo atto del suo desiderio di scartare dal tavolo della discussione con il Consiglio e le commissioni questa questione; noi faremo, con i piccoli numeri e le modeste possibilità che abbiamo, la nostra parte. Ma le segnaliamo che non è girando la testa dall'altra parte o allargando le braccia che si risolvono i problemi del settore del commercio in Valle d'Aosta.

La mozione è mantenuta e ne chiediamo il voto all'Assemblea.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Credo che il dibattito che c'è stato risenta del fatto che la proposta dell'Assessore, che ha fatto a nome della maggioranza...e quindi è evidente che non c'è stata una serie di interventi, perché ci si ricollega ad una posizione che, tenuto conto che si tratta di una mozione che va ad interessare un settore che - come lei ha ricordato - è di grande impatto e molto delicato e con una legislazione abbastanza in divenire.

La proposta è: se ritirate la mozione, ci date il tempo di fare quello che faremo comunque, indipendentemente dal fatto che si voti questa mozione, per quanto ci riguarda in senso negativo, per tutto quello che l'Assessore ha detto, ma l'impegno della maggioranza è di approfondire questi temi, guardare le prospettive e le proposte, sentire come è stato fatto, e risentiremo gli operatori dei vari settori: dai consumatori agli operatori, le forze sindacali, i Comuni che sono interessati e coinvolti nei rispettivi piani regolatori. A fronte di questa posizione, e in più è stato detto con una proposta, che può essere presentata e discussa, questa era l'opzione che noi proponevamo, non mi sembrava né una chiusura, né una sottovalutazione, né la volontà di nascondere che il problema esiste. La risposta è stata: faremo da soli e andremo avanti.

Noi prendiamo atto della vostra posizione; vogliamo solo ribadire che quella che è stata citata è una posizione di pragmatismo vero, quella di rendersi conto, da parte delle forze che rappresentano la maggioranza, che il problema esiste e deve essere affrontato sotto tante sfaccettature che non possono essere riassunte, con questa mozione. Non è con la mozione che risolviamo il problema, ecco perché avevamo chiesto di ritirarla. Voi avete sottolineato un aspetto; noi riprendiamo il tema dicendo che merita questo approfondimento ed una proposta seria che vada nella logica di rimodulare alcuni aspetti della legge, dando degli indirizzi seri e chiari sulla politica che si vuole fare in Valle d'Aosta.

Riconfermiamo il nostro "no".

Presidente - Pongo in votazione la mozione in oggetto:

Consiglieri presenti e votanti: 31

Favorevoli: 7

Contrari: 24

Il Consiglio non approva.