Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 934 del 16 dicembre 2009 - Resoconto

OGGETTO N. 934/XIII - Relazione annuale sullo stato di salute e di benessere sociale della popolazione regionale, ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 5/2000.

Relazione

(omissis)

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie, Presidente. Si tratta di un'importante indagine che è stata pianificata quest'anno. É stato un lavoro propedeutico alla creazione di due importanti provvedimenti legislativi: uno che discuteremo oggi, il microcredito; l'altro, è la legge di revisione dell'assistenza economica e di altri provvedimenti che porteremo il prossimo anno a sostegno delle famiglie in difficoltà, in particolare a sostegno della povertà. Questa indagine che si intitola: "Quali sono le condizioni di vita in Valle d'Aosta" è stata ribattezzata "Indagine povertà", perché era volta ad individuare quali sono le condizioni di povertà nella nostra Regione e ad entrare nello specifico di tutte le realtà comunali. Infatti una prima grossa differenza rispetto alle indagini che vengono redatte dall'ISTAT è proprio questa. L'ISTAT stima la povertà valdostana sulla ricchezza media nazionale, su una popolazione residente in Valle in 25 comuni sui 74, quindi questa indagine ha un campione rappresentativo in tutti i comuni della Valle, questo è un primo grosso elemento. Come e quando è stata condotta? Con due strumenti diversi: un questionario anonimo, recapitato a casa di 1.064 famiglie, contenente domande sulle loro reali condizioni di vita, che sono state anche suggerite dai sindaci e 5 focus group, condotti in ciascuno dei 5 sub-ambiti, 4 distretti e la città di Aosta, costituiti da amministratori pubblici e da operatori che hanno descritto quanta e quale povertà incontrano in Valle d'Aosta. L'indagine è stata condotta fra la primavera e l'estate del 2009. Un punto di forza di questa indagine è stata la collaborazione e l'adesione del Celva, dei sindaci, che abbiamo voluto fortemente perché profondi conoscitori delle loro realtà, nelle fasi più delicate dello studio, cosa serviva sapere per decidere e come chiederlo e la restituzione pressoché totale... e qui sottolineo che sono stati restituiti il 96 per cento dei questionari che sono stati consegnati, un risultato molto importante. La fiducia accordataci dalla popolazione è stata importante, infatti scarsissimi sono stati i rifiuti al questionario e oltre l'80 per cento dei redditi dichiarati da parte delle famiglie sono stati forniti.

Dall'indagine sappiamo alcuni risultati importanti: il reddito che segna la soglia di povertà in Valle d'Aosta è di circa 404,43 euro netti mensili a persona. A fronte di ciò, l'incidenza di povertà è pari al 5 per cento del totale, equivalente a circa 2.900 famiglie su un totale regionale di circa 58.586, questa è una prima differenza con ciò che avviene a livello nazionale, dove l'incidenza di povertà è intorno al 7,5 per cento. La povertà è superiore al 5 per cento medio regionale in definiti tipi di famiglia, nell'ordine: coppie con figli e altre persone conviventi, povertà al 28 per cento; genitori soli con figli a carico, specie se minorenni, la povertà sale al 3 per cento; coppie con figli dove la povertà sale al 6,5 per cento. La povertà è inferiore al 5 per cento medio regionale. Nelle famiglie composte da persone sole e con meno di 65 anni, povertà al 3,3 per cento e con più di 65 anni, povertà all'1,4 per cento; naturalmente per le coppie senza figli la povertà scende al 2,8 per cento. Stabilito l'ammontare di povertà al 5 per cento, di queste famiglie una quota pari al 3 per cento distinte per tipo sono appena povere, ossia con redditi inferiori di appena il 20 per cento del valore soglia, alle quali servirebbe un poco di aiuto per portarle al di fuori della povertà, evitando il rischio di cronicità, mentre la povertà grave ammonta al 2 per cento di famiglie sicuramente povere. Esiste una quota ulteriore al 5 per cento medio regionale, pari al 4,3 di famiglie, distinte per tipo, che sono quasi povere, ossia con redditi appena superiori del 20 per cento al valore soglia con possibile rischio di scivolamento nella povertà. Queste due categorie di famiglie, quelle appena inferiori del 20 per cento rispetto al valore soglia o appena superiori del 20 per cento rispetto al valore soglia, sono famiglie che sono state oggetto di uno studio approfondito. Riteniamo che sia proprio questa la fascia di popolazione alla quale è destinato il provvedimento legislativo che discuteremo fra poco, sul microcredito e il prestito sociale d'onore, che si propone di aiutare queste famiglie a cercare di riscattarsi e tornare al di sopra della fascia di povertà. Nel 40 per cento delle famiglie vi è un solo reddito, nel 35 per cento ve ne sono 2. Il reddito medio mensile netto per famiglie dichiarato è di 1.832 euro e il numero medio di persone per famiglia è di 2. Il mutuo e l'affitto incidono per il 24 per cento sul reddito familiare dichiarato, rispetto all'anno precedente il 45 per cento di famiglie non è riuscito a risparmiare e il 7,7 si è indebitato. La residenza nei distretti e nel capoluogo segna, a fronte del 5 per cento medio di povertà regionale, una povertà del 9,2 nel distretto 3, di 4,8 nel distretto 4, di 4,4 ad Aosta. La povertà invece è inferiore alla media regionale nel distretto 1 pari a 3,8 per cento. Questi dati sono percentuali che avete potuto vedere nell'indagine povertà essere molto più presenti, ma dimostrano come vi sia stata una precisione ad elaborare tutti i dati anche in virtù del fatto che siamo stati fortunati che vi sia stata una restituzione molto massiccia.

Un'ultima considerazione è la seguente: questa indagine povertà ha un ordine cronologico, probabilmente doveva essere prevista per due Consigli fa, perché c'è una sequenza logica a quello che avevamo pensato, indagine povertà, legge sul microcredito e prestito sociale d'onore e legge sull'assistenza economica. Infatti questi due provvedimenti sono anche conseguenti a questa indagine che abbiamo portato avanti. Dai dati che abbiamo estrapolato, possiamo anche già pianificare altri interventi, che sono ad esempio... visto che le famiglie che incontrano difficoltà sono quelle con un solo genitore, specie se con figli minorenni a carico, stiamo studiando le forme di conciliazione familiare sotto forma di erogazione di voucher. Abbiamo preso atto che ci sono molte famiglie che non conoscono tutti i provvedimenti che possono contribuire ad un aiuto, provvedimenti che abbiamo in atto a livello di politiche sociali, quindi stiamo pensando anche alla costruzione di un progetto di segretariato sociale che vada ad informare su tutti gli interventi e i servizi esistenti. Non mi dilungo oltre, eventualmente interverrò dopo il dibattito.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola alla Consigliera Patrizia Morelli.

Morelli (VdAV-R) - Merci, M. le Président. J'ai lu avec attention et intérêt le rapport de l'Observatoire régional d'épidémiologie et des politiques sociales concernant cette année la pauvreté. Une lecture utile du point de vue politique, qui doit forcement engendrer des réflexions se posant à la base de la conception et de la formulation de politiques sociales, qui soient à même de faire face aux problèmes émergeants et, dans la limite du possible, à même de prévenir et de gouverner certains phénomènes importants. Je n'irai pas reparcourir tout le document, je crois que tous les collègues ont eu la possibilité de le lire avec attention; je me limiterai à quelques réflexions plus ponctuelles. Il s'agit d'une enquête qui fournit une photographie assez complète sur le niveau de vie et sur la situation des familles valdôtaines et, quant à ce dernier point, le rapport nous fait prendre immédiatement conscience d'un caractère fortement fragmentaire de notre tissu social et d'un individualisme croissant et répandu, je fais quelques exemples ponctuels par rapport aux habitants et aux familles: Comune di Cogne su 1.474 abitanti 730 famiglie, Comune di Courmayeur su 2.204 abitanti 1.456 famiglie, Comune di Fénis su 1.691 abitanti 800 famiglie. Mi è saltato agli occhi il dato riferito al Comune di Arvier, che conosco, che addirittura riporta 820 famiglie su 880 abitanti, credo sia un dato errato, altrimenti sarebbe veramente preoccupante! Il rapporto assoluto è dunque mediamente di 2 a 1. Nel dettaglio, il 34 per cento delle famiglie è composto da una persona sola, quindi più di 1/3. Il 30 per cento è costituito da famiglie bicomponenti, solo il restante 36 per cento è dato da famiglie con più di 2 componenti, quelle che nel mio immaginario ritenevo essere le famiglie più diffuse; per intenderci quella che è, o meglio quella che era la classica famiglia di 4 persone, genitori e due figli in realtà è presente per un valore del 13 per cento.

Per quanto riguarda la metodologia adottata per la ricerca, riteniamo che l'abbinamento fra l'indagine sistematica e di focus group possa permettere di tracciare un quadro assai realistico, in cui si possono ritrovare confermate molte sensazioni che credo tutti possiamo maturare a livello empirico e intuitivo, quali - per citare quella che mi sembra più significativa - il fatto che la condizione definitiva di povertà assoluta colpisca soprattutto genitori soli con figli e dunque essenzialmente donne madri sole, gli stranieri, i giovani con occupazioni precarie e gli anziani con pensioni minime. Tante situazioni problematiche specifiche a cui il Governo regionale dovrà necessariamente dare altrettante risposte puntuali.

Un altro concetto emerso che mi preme sottolineare, e di cui a mio avviso bisogna tenere conto, è dato dalla differente percezione che le persone hanno della povertà nel contesto cittadino rispetto alla realtà di paese. Percezione che si riverbera poi sulla richiesta e conseguentemente sull'attivazione dei servizi. Bisogna tenerne conto per far sì che l'informazione raggiunga tutti i cittadini con la stessa intensità e per far sì che la risposta pubblica ai problemi sia più egualitaria e giusta possibile. Ci pare dunque importante sottolineare come, per cercare di contrastare la povertà, si debbano mettere in atto servizi di inclusione sociale, di formazione permanente, di informazione capillare e tempestiva su tutto il territorio, in collaborazione stretta con gli enti locali, coscienti che le misure di sostegno economico puro sono insufficienti.

In sintesi, il dato percentuale del 5 per cento che emerge dalla ricerca riferita alla povertà assoluta è relativamente confortante rispetto al dato nazionale, tuttavia non va sottovalutato soprattutto a fronte del perdurare della crisi economica e anche dello scadere nel 2010 degli ammortizzatori sociali per tanti lavoratori. Ci attendono sicuramente momenti difficili e bisognerà saper operare nel modo giusto, perché la povertà, per essere adeguatamente fronteggiata, va identificata con precisione, perché non si vengano a creare da una parte situazioni di povertà simulata e di comodo, ma neanche di sottovalutazione dei problemi. Per fare ciò è necessaria la stretta collaborazione di tutti gli attori istituzionali regionali, locali, del volontariato, affinché non si verifichino situazioni di sovrapposizione di intervento, ma neanche vuoti e lacune e mancanze di aiuto puntuale. È dunque oggi più che mai necessario mettere in atto misure adeguate che, non limitandosi all'assistenzialismo puro - indubbiamente necessario, ma insufficiente - propongano soluzioni tendenti ad una fruizione più responsabile da parte dei destinatari. L'Assessore in conclusione alla sua relazione ha già citato alcuni possibili interventi, sicuramente rimane molto da fare.

Presidente - La parola alla Consigliera Emily Rini.

Rini (UV) - Merci, M. le Président. L'article 4 de la loi régionale n° 5/2000 établit que l'Observatoire épidémiologique régional et des politiques sociales est tenu de rédiger chaque année un rapport qui dresse un tableau des conditions de vie, de l'évolution de la pauvreté et donc du bien-être social dans notre Vallée. Le rapport présenté aujourd'hui à cette Assemblée se propose d'analyser les conditions de vie réelles en Vallée d'Aoste. Je dois vous avouer sincèrement qu'en règle générale j'hésite à prendre sérieusement en considération et à analyser tout type de données résultant d'enquêtes statistiques, parce que j'estime que ce type d'information est susceptible d'être soumis à trop de variations diverses et de faire l'objet d'interprétations multiples. En effet l'échantillon des personnes interviewées n'est pas toujours effectivement et concrètement hétérogène, dans le cas présent toutefois, compte tenu notamment de la situation évidente de crise que nous sommes malheureusement en train de vivre, j'ai tenu à examiner de manière détaillée le document qui est soumis aujourd'hui à notre attention. Je voudrais commencer par préciser que j'ai particulièrement apprécié la méthode suivie pour l'élaboration de ce rapport, qui repose sur une synergie complète entre les divers acteurs concernés, c'est-à-dire la Région, les Communes et les collectivités locales. Je crois que cette méthode de travail a apporté une valeur ajoutée à tout l'ensemble du projet. J'aimerais souligner également que c'est la première fois qu'une enquête régionale est menée sur un échantillon de population représentative de toutes les communes de la Vallée d'Aoste, proportionnellement au nombre des résidants de chacune de celles-ci et cela porte des résultats d'une fiabilité et d'une validité accrue.

Come ho già ricordato prima, in un momento storico di crisi economica e finanziaria globale come quello che il mondo intero sta attraversando, il tema della povertà è fortemente oggetto dell'opinione pubblica, nonché fonte di grande preoccupazione degli organismi amministrativi e legislativi dei vari Paesi, che cercano attraverso la gestione economica interna di emarginare quanto più possibile tale fenomeno. Tutti i Governi si stanno adoperando per mettere in campo efficaci misure contro la povertà, a favore dell'inclusione sociale, così come richiesto anche dalla risoluzione del Parlamento europeo del 9 ottobre 2008, che invita gli Stati membri ad esercitare impatti significativi sulle popolazioni mediante opportune politiche di eliminazione della povertà.

Non mi soffermerò qui nell'analizzare la difficoltà di comprensione e di interpretazione dei dati data la molteplicità dei fattori in gioco, quindi difficile comprensione del fenomeno legato alla povertà, perché la relazione lo fa in maniera chiara e più che esaustiva. Vorrei piuttosto tracciare una sintesi dei dati contenuti nel rapporto. Ha destato la mia curiosità e trovato la mia totale condivisione l'affermazione contenuta a pagina 15, che esprime un principio fondamentale da tenere ben presente nell'affrontare questa delicata tematica. Gli estensori del rapporto dicono infatti che, per contrastare e ridurre la povertà, non bastano le sole misure di sostegno economico, seppure queste siano molto apprezzabili, ma è auspicabile individuare delle strategie più articolate incardinate in un insieme di misure economiche e di servizi di inclusione sociale e finanziaria alla persona in condizioni di povertà. Determinanti infatti per uscire da questa situazione sono, oltre agli aiuti finanziari, anche tutto quell'insieme di servizi, di informazioni, di figure professionali che possano agevolare l'individuo orientandolo adeguatamente verso le opportunità già presenti. Credo che il nostro Governo abbia messo in atto tutta una serie di misure concrete, che vanno proprio in questo senso; lo ha già ricordato prima l'Assessore: pensiamo al microcredito, legge che verrà approvata oggi in questo Consiglio, ma pensiamo anche a tutte quelle misure anticrisi che hanno una ricaduta diretta ed indiretta sul fenomeno della povertà e anche a tutti quegli interventi nell'ambito delle politiche sociali. Si pone poi l'accento su come sia fondamentale la sinergia e il connubio di misure e di interventi con gli enti locali che, essendo a più diretto contatto con il cittadino, meglio possono misurare gli effettivi bisogni dei cittadini.

L'indagine è stata prodotta mediante l'utilizzo di due strumenti: il questionario che tutti conosciamo e che è stato ampiamente utilizzato e uno strumento abbastanza innovativo: il focus group, una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale basata sulla discussione fra un piccolo gruppo di persone invitate da uno o più moderatori a parlare fra loro in profondità dell'argomento oggetto di indagine. La sua caratteristica principale consiste nella possibilità di ricreare una situazione simile al processo ordinario di formazione delle opinioni. Entrambi gli strumenti sono stati particolarmente utili: hanno fatto sì che l'indagine confermasse l'immagine di una Valle d'Aosta a benessere diffuso, a notevole differenza con le altre Regioni del nord Italia, dove, nonostante gli elevati livelli di benessere, la ricchezza si concentra principalmente in alcune tipologie familiari o in alcuni sottogruppi sociali. Questa indagine ha permesso, anche grazie al totale coinvolgimento, come è stato ricordato, dal punto di vista territoriale della popolazione, di correggere al ribasso le stime nazionali previste dall'ISTAT in merito al fenomeno dell'incidenza della povertà nel nostro Paese.

Sarà sicuramente fondamentale analizzare attentamente i risultati del presente rapporto per fare sì che i futuri interventi di vario tipo vengano indirizzati verso le fasce della popolazione che ne hanno effettiva necessità. Sicuramente nessuno di noi può rimanere indifferente leggendo a pagina 82 che il 45 per cento delle famiglie dichiara di arrivare alla fine del mese con delle difficoltà e ancora che il 21,9 per cento delle famiglie dichiara che non riuscirebbe a far fronte ad una spesa improvvisa di 700 euro. Sono dati che ci devono far riflettere. Il Governo però sta già attuando tutta una serie di azioni volte a contrastare tale fenomeno; come ho già detto, in questo Consiglio verrà approvata la tanto attesa legge sul microcredito e poi tutti gli altri interventi legislativi, che hanno permesso la creazione, il mantenimento e la fortificazione di interventi sociali e di istituti sociali a favore delle fasce più deboli.

Voglio concludere il mio intervento con un dato: pur conoscendo e non volendo assolutamente minimizzare quello che anche nella nostra regione è un problema ed è un elemento di preoccupazione, vorrei evidenziare un dato che ci rende più fiduciosi e sicuramente fiduciosi del nostro sistema. Un comunicato ANSA del 4 dicembre 2009 diceva, riportando un'indagine del CENSIS, che in Italia ci sono 1.050.000 famiglie in condizioni di povertà alimentare, pari al 4,4 per cento del totale, con un divario territoriale enorme fra nord e sud, quindi da questi dati emerge che il disagio sociale è fortemente territorializzato; poi velocemente indica quali sono le province più problematiche e concludendo questo comunicato dice che, al contrario, Trieste, Belluno, Siena e Aosta sono le province con livello di disagio sociale più basso. In un momento di crisi come quello che purtroppo stiamo ancora attraversando dà molta speranza leggere che la nostra regione riesce ancora ad avere dei livelli di benessere elevati. Certo è che la povertà è una triste situazione e una problematica sociale sempre minacciosa e noi, che abbiamo l'onere e l'onore di sedere in quest'aula, abbiamo il preciso dovere di mettere in atto tutte le misure necessarie per difendere il benessere dei nostri cittadini ed arginare il più possibile il fenomeno della povertà nel nostro Paese, perché quel 5 per cento di cittadini che ha un reddito al di sotto della soglia di povertà merita e deve avere non solo tutto il nostro rispetto, ma merita e deve avere tutta la nostra attenzione.

Presidente - La parola alla Consigliera Carmela Fontana.

Fontana (PD) - Grazie, Presidente. L'indagine regionale per la conoscenza dell'incidenza di povertà in Valle d'Aosta che oggi ci viene presentata è uno strumento molto importante, specie in un momento di difficoltà dell'economia come quello che stiamo vivendo. Questa indagine ormai tradizionale per il nostro Consiglio serve per capire le condizioni di vita delle famiglie valdostane e per programmare interventi più precisi e mirati per ridurre non solo la povertà, ma anche le marcate disparità sociali e territoriali attraverso scelte politiche in campo economico dell'istruzione e nel campo di sostegno ai redditi bassi e delle misure di welfare a favore delle fasce sociali più deboli. Il mio primo pensiero è quindi un ringraziamento verso tutti coloro che hanno portato a termine l'indagine, perché ci hanno consegnato uno strumento ricco di informazioni, un vero punto di riferimento nella programmazione delle politiche sociali in Valle d'Aosta. Ci sono certamente cifre che ci colpiscono più di altre e dimostrano con numeri che la crisi economica ha colpito anche tante famiglie valdostane; questo già lo sapevamo, tant'è vero che, come Partito Democratico, abbiamo chiesto a più riprese l'attivazione di una serie di politiche concrete a sostegno dei redditi bassi, in particolare a favore di coloro che hanno perso il lavoro o che vivono in particolare situazione di fragilità sociale. Tuttavia leggere in una pubblicazione ufficiale della Regione che nell'ultimo anno quasi il 7 per cento delle famiglie valdostane non ha avuto abbastanza soldi per acquistare cibo, il 26 per cento non ne ha avuti a sufficienza per le spese di casa, il 15 per cento non ne ha avuti abbastanza per le spese mediche... leggere questi dati colpisce. Non possiamo restare indifferenti davanti al fatto che l'incidenza della povertà in Valle d'Aosta è pari al 5 per cento della popolazione totale. Certo, si tratta di un dato che rivede al ribasso la stima dell'ISTAT, che parlava del 7,6 per cento, ma sono comunque più di 5.000 cittadini valdostani che sono costretti a vivere con meno di 400 euro al mese, si tratta di 2.900 famiglie povere, gran parte delle quali composte da genitori con figli, da anziani soli, spesso donne separate o divorziate con minori. Non basta: ben il 15 per cento delle famiglie dichiara di arrivare a fine mese con molta difficoltà, addirittura il 34 per cento delle famiglie giudica scarse o insufficienti le proprie risorse economiche, ecco un altro dato che desta preoccupazione. Dietro quelle 3.000 famiglie che già sono povere, ce ne sono altre migliaia che stanno sulla soglia della povertà, cittadini che hanno un reddito appena sufficiente per sopravvivere e verso i quali il persistere delle condizioni di crisi economica o di difficoltà nel mondo del lavoro potrebbero avere effetti devastanti trascinandoli sotto la soglia della povertà. Ecco allora che come Consiglio regionale siamo chiamati ad intervenire di più e meglio.

Concordo con la priorità individuata al termine dell'indagine, in particolare con la richiesta di attivare strumenti di sostegno che superano la sola offerta di sussidi economici, seppure insostituibili, specie in fase critica come quella attuale, e di informare di più e meglio i cittadini sugli strumenti a loro disposizione. Crediamo sia decisivo, come è scritto nell'indagine, affiancare alle misure di sostegno economico un insieme di servizi alla persona: assistenza, cura, formazione e occupazione in un'ottica di rete e di approccio coordinato, ma più importante mi pare prendere come lezione di questa indagine l'urgenza di un rilancio economico produttivo della nostra Regione: mentre il reddito pro capite dal 2001 al 2006 è cresciuto in Lombardia del 3,7 per cento, in Italia del 3,4, nella nostra regione è cresciuto solo del 2,7 per cento. Dai dati dell'indagine si evidenzia che quasi un quarto dei valdostani ha un reddito superiore ai 2.300 euro mensili dichiarati, mentre quasi il 30 per cento si deve accontentare di meno di 1.100 euro al mese, per far crescere la disponibilità, occorre produrre di più, far aumentare il prodotto interno lordo, quello dell'agricoltura, dell'industria e del turismo. C'è molto da fare in questa direzione, perché abbiamo assistito in questi anni a tante crisi, come quella della Tecdis o del Casinò, ma poche sono state le inaugurazioni di nuove industrie e di nuove iniziative turistiche. Dobbiamo fare di più, soprattutto nel distretto n. 3, ossia a Châtillon e a Saint-Vincent, ove la crisi si sente di più e lo evidenzia anche questa ricerca. Contro una media regionale del 5 per cento la povertà a Châtillon e dintorni è del 9,2 per cento, mentre negli altri distretti di Aosta oscilla fra il 3,8 e il 4,8.

Una seconda lezione fondamentale che emerge da questa importante ricerca è quella legata all'istruzione. Il reddito medio di chi non ha titoli di studio o ha solo la licenza elementare è di 1.200 euro mensili, con la media inferiore si arriva ad un reddito medio di 1.800 euro, con un diploma a 2.150, con la laurea a 2.800 euro. Questi dati sono importanti perché ribadiscono che l'abbandono scolastico è una della peggiori malattie del nostro tempo. Mentre anni fa non si andava avanti negli studi per le ristrettezze economiche, oggi con una scuola pressoché gratuita l'abbandono è dovuto a cause complesse e diverse, ma è un nodo da affrontare e da sciogliere con la massima urgenza, perché è su una buona istruzione che si fonda il benessere delle future generazioni e il benessere futuro della nostra Valle d'Aosta.

Infine, paragonando i redditi medi mensili per tipologia di famiglie e i redditi considerati adeguati, si evidenzia che c'è una differenza di 500 euro mensili, ossia di 5-6.000 euro all'anno; non è una grande cifra, ma è il gap che siamo chiamati a colmare nei prossimi anni con un maggiore sviluppo e con una maggiore istruzione, ma anche avviando alcune riforme strutturali, ad esempio, sfruttando la scomparsa dei buoni di benzina, destinare le risorse che avanzano dalle maggiori entrate fiscali sui carburanti, detratto il contributo riscaldamento, ad un potenziamento dei trasporti collettivi, quali treno, autobus, noleggio con conducente, eccetera, e una contemporanea politica tariffaria che ne favorisca l'uso, le famiglie valdostane risparmierebbero migliaia di euro all'anno. Pensate solo a poter risparmiare il costo di un'auto per una famiglia... e ne guadagnerebbe anche l'ambiente. In questo senso spero che presto potremo confrontarci sul nuovo piano di bacino di traffico e sulle politiche tariffarie connesse.

Quella della lotta efficace alla povertà e dell'aiuto alle famiglie affinché possano avere un tenore di vita dignitoso comunque è per il Partito Democratico una delle priorità assolute. Da parte nostra continuerà lo stimolo alla Giunta per attivare nuovi strumenti di sostegno ai cittadini e il nostro contributo di idee e proposte concrete perché nessuno possa rimanere indietro. Grazie.

Presidente - Se nessun altro chiede di intervenire, il Consiglio prende atto della relazione.