Oggetto del Consiglio n. 173 del 25 novembre 1963 - Verbale

OGGETTO N. 173/63 - (VARIA) - COMMEMORAZIONE DI JOHN KENNEDY, PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA.

Il Presidente della Giunta, Avv. Oreste MARCOZ, dichiara che ritiene suo dovere, prima di dare inizio ai lavori del Consiglio, di commemorare la figura del Presidente degli Stati Uniti d'America John Kennedy, testé tragicamente scomparso.

Fa, quindi, le seguenti dichiarazioni, che i Consiglieri e il pubblico ascoltano stando in piedi:

"È con un senso di commozione profonda che io ho il dovere di invitare tutti i presenti a rivolgere il pensiero ed a meditare sul fatto tragico di venerdì 22 novembre, la cui notizia dolorosa ha fulmineamente percorso tutti i continenti suscitando ovunque sorpresa, commozione, esecrazione, un senso di sgomento profondo o di vergogna, di istintiva rivolta della coscienza collettiva e la cui eco ancora non si è spenta.

Una mano omicida ha troncato la vita del Presidente degli Stati Uniti d'America, gettando nel lutto non solo il grande Paese, di cui era il Capo, rispettato ed ammirato, ma tutti i Paesi del Mondo, che si vantano di fare parte del grande consesso dei Popoli civili.

Egli è caduto sulla breccia, questo combattente della libertà, questo alfiere della buona volontà, della collaborazione tra i popoli, della pace, mentre si trovava in mezzo ad una folla di popolo plaudente, mentre, uomo tra gli uomini, egli cercava nella folla e nel popolo quel contatto umano che egli amava, a cui era abituato da tempo, e come era ormai nel suo costume di tre anni di mandato presidenziale.

È in questo amplesso con la folla, lasciatemelo dire, che egli ha incontrato l'odio mortale, lui che era nato per l'amore, che ha predicato l'amore, che era vissuto per l'amore e per i grandi ideali ispirati a comprensione, a bontà, a rispetto reciproco, e rifuggiva, per naturale inclinazione e forse più per convinzione intima, dalla violenza, dalla distruzione.

A lui che tanto amava la vita, per sé stesso e per gli altri, è toccata in retaggio la morte, ed una morte violenta, una morte che non gli ha concesso nemmeno il tempo per un ultimo estremo commiato dal suo Popolo, dalla sua sventurata Famiglia, che non gli ha lasciato nemmeno il tempo per tramandare,- come ad altri grandi è stato concesso dalla Morte -, di tramandare e consegnare il suo testamento spirituale per i posteri.

Questo testamento tuttavia, per fortuna della umanità, di fatto esiste ed è a tutti noto: questo testamento è rappresentato da quella che è stata la sua azione di governo e dalla sua dottrina, tese entrambe a forgiare per tutti i popoli una vita migliore, nel reciproco rispetto, nella concordia, in una più umana civiltà.

Con la scomparsa di John Kennedy si è spenta una vita ancora in pieno rigoglio, la vita di un uomo che aveva una carica umana eccezionale, una vocazione spiccata verso il senso della universalità, un sano rispetto dei più alti valori umani, animato da una fede profonda nei più alti destini dell'umanità.

Mentre esprimiamo i sensi della nostra profonda solidarietà nel dolore e partecipiamo al grave lutto che ha colpito il grande Popolo degli Stati Uniti d'America, rivolgendo altresì un pensiero commosso e rispettoso alla Signora Kennedy ed ai familiari, ci inchiniamo riverenti alla memoria del grande Statista, barbaramente assassinato.

Ed esprimiamo tutti una speranza ed una certezza: che questo orrendo delitto contro l'umanità, contro la civiltà, non potrà sopprimere l'anelito supremo dei popoli che è un anelito di vita, e che è, quindi, condanna aperta della violenza, della distruzione e della morte.

Esprimiamo la speranza e la certezza che il Popolo Americano non abbia a discostarsi dalla strada che Egli aveva segnato: la strada della comprensione, della collaborazione, della coesistenza, della pace tra i popoli, nella giustizia e nella libertà".

Mr le Conseiller Prof. BERTHET déclare ce qui suit:

"Monsieur le Président,

Messieurs les Conseillers,

Mesdames, Messieurs,

Au nom du groupe que je représente, permettez à moi aussi d'évoquer brièvement la mémoire de cet apôtre de la liberté que fut le Président des États-Unis, John Fitzgerald Kennedy, odieusement assassiné à Dallas vendredi dernier et dont on célèbre les funérailles nationales aujourd'hui.

Cette mort tragique, marquée, moins de 48 heures après, par la main de la Némésis, nous touche, tout d'abord, parce que la disparition d'un homme exceptionnel qui tombe dans la pleine force de l'âge est toujours un fait émouvant.

Mais elle nous touche surtout en notre qualité d'admirateurs des États-Unis, cette citadelle de la liberté dans le monde.

Elle nous touche aussi parce que, catholiques nous-mêmes, nous perdons en Kennedy le premier Président catholique qu'ait eu la grande Nation américaine depuis la proclamation de sa Constitution en 1787.

Elle nous touche, enfin, en tant que démocrates-chrétiens, ayant le Président Kennedy toujours prôné la paix et la coexistence pacifique entre les peuples et ayant suivi et applaudi la politique d'apaisement dont le Président disparu était le "leader" mondial incontesté.

Ce crime sans nom a bouleversé tous les peuples de la Terre.

De partout, que ce soit de Russie, d'Asie, d'Afrique, de la part d'alliés, de neutres ou d'adversaires, tous ont, à travers les continents, rendu hommage à la mémoire de celui dont la présidence, trop brève hélas!, fui sans cesse employée à aplanir les difficultés existant entre les peuples, a lutter pour la cause de l'égalité des races, quelle que fut la couleur de la peau des populations en cause, à se dépenser sans arrêt, en somme, pour faire triompher les principes de justice et de liberté.

C'est justement parce que le groupe que je représente place ces principes de justice et de liberté au-dessus de tout et qu'il les partage avec le grand disparu, illuminé du même esprit chrétien, que notre peine est profonde, car la perte que le monde libre vient d'éprouver est de celles qui sont difficiles à effacer.

En ces heures toutes remplies d'inconnues quant à l'avenir du monde, nous prions Dieu qu'il guide ceux qui en dirigent les destinées, et qu'il les éclaire pour le bien de toute l'humanité, de tous les peuples, sans distinction.

C'est avec émotion que nous nous inclinons, nous valdôtains autonomistes et anciens combattants pour la liberté, devant le cercueil du Président Kennedy qui mit, durant sa vie, son point d'honneur à être le champion de toute les autonomies dans le monde, travaillant à libérer les peuples, à effacer les distances entre les classes sociales, à chercher la paix dans la justice et qui est tombé en pleine action alors qu'il luttait dans le Texas pour le triomphe de l'égalité entre les hommes.

Puisse l'exemple de cette vie exemplaire nous animer toujours, dans tous les actes de la vie politique valdôtaine! C'est le plus bel hommage que nous pourrions rendre à ce Président catholique qui a donné sa vie pour la plus noble des causes."

Il Consigliere Comm. PEDRINI dichiara quanto segue:

"Noi Liberali non possiamo, evidentemente, passare sotto silenzio un fatto così tragico per tutto il mondo, dall'una e dall'altra parte di eventuali frontiere, non possiamo, noi Liberali, sottovalutare questo grave fatto, proprio perché il Presidente Americano era per noi l'alfiere della libertà, era per noi l'uomo che rappresentava un qualcosa di talmente alto che solo oggi tutte le Nazioni, in modo particolare quelle occidentali, hanno capito e hanno veramente giudicato, un uomo che, al di sopra di tutte le concezioni, aveva veramente cercato di portare nel suo paese quel livello che da troppi anni altri Presidenti avevano cercato di fare pur senza riuscirvi.

È quindi con grande dolore, con estrema commozione che noi Liberali mandiamo un pensiero riverente alla memoria del Presidente John Kennedy e ci associamo alle parole del Presidente Marcoz".

Mr le Conseiller CAVERI déclare:

"C'est avec une profonde douleur qu'au nom des Conseillers de la majorité je m'associe aux paroles qui ont été prononcées par Monsieur le Président du Conseil à la mémoire du Président Kennedy, que nous rappelons toujours comme un sincère ami de la Paix".

Il Consigliere Dott. Prof. MONTESANO dichiara quanto segue:

"La tragedia che ha colpito il mondo intero con l'assassinio del Presidente Kennedy ha toccato egualmente l'intero mondo.

Le parole di accoramento dette in questa sede dal Presidente dell'Assemblea e dai Colleghi Consiglieri trovano una rispondenza nei sentimenti dei Social-Democratici, i quali hanno avuto da questa tragedia un colpo non indifferente in quello che è la rispondenza del sentimento nel mondo intero.

Noi ci associamo a questo sentimento e speriamo che le parole, gli atti e le azioni del Presidente Kennedy abbiano ad avere un seguito nel mondo per il proseguimento dell'azione di pace da lui iniziata".

Il Presidente, Avv. Oreste MARCOZ, constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola sull'argomento e interpretando il consenso unanime del Consiglio, sospende per quindici minuti la seduta in segno di lutto per la scomparsa di John Kennedy, Presidente degli Stati Uniti d'America.

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Si dà atto che l'adunanza viene sospesa dalle ore nove e minuti trentacinque alle ore dieci.

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