Oggetto del Consiglio n. 591 del 12 novembre 1980 - Verbale
OGGETTO N. 591/80 - INIZIATIVA PER RAPPRESENTARE AL PARLAMENTO LE ISTANZE DELLA REGIONE E DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE NEI CONFRONTI DEL PROBLEMA DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO. APPROVAZIONE DI ORDINE DEL GIORNO E DI MOZIONE.
Il Presidente DOLCHI dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dai Consiglieri Lustrissy, Maquignaz e Lanivi, concernente l'oggetto: "Iniziativa per rappresentare al Parlamento le istanze della Regione e delle popolazioni interessate nei confronti del problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso", mozione trasmessa in copia ai Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 29, 30 e 31 ottobre 1980.
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Al Signor Presidente
del Consiglio regionale
SEDE
I sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo dei Democratici Popolari, chiedono alla S.V. di voler inserire all'ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale, la seguente
MOZIONE
Il Consiglio regionale
CONSTATATO che per la definizione del problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sono state presentate al Parlamento cinque proposte di legge, oltre a quella approvata dal Consiglio regionale nel mese di luglio del corrente anno;
CONSIDERATO che dette proposte di legge sono attualmente in discussione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali;
DELIBERA
1) di nominare una delegazione unitaria del Consiglio, integrata dai Sindaci dei Comuni facenti parte del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso ed i Parlamentari della Regione;
2) di incaricare il Presidente del Consiglio di prendere i necessari contatti con il Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali al fine di fissare un incontro fra la Commissione e la delegazione regionale per rappresentare al Parlamento le legittime istanze della Regione e delle popolazioni interessate;
3) di informare, tramite la Presidenza del Consiglio, la Regione Piemonte ed i Sindaci canavesani della presente iniziativa.
Aosta, 13 ottobre 1980
I Consiglieri regionali
F.ti: F. Lustrissy
A. Maquignaz
I. Lanivi
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Il Consigliere LUSTRISSY illustra la mozione e rappresenta l'esigenza, manifestatasi ieri, nel corso dell'incontro avvenuto tra i Capigruppo ed il Consiglio direttivo della Comunità montana del Gran Paradis, di una presa di posizione a livello politico da parte del Consiglio regionale sulla delimitazione territoriale del Parco. Dà lettura, a questo proposito, dell'ordine del giorno preso in esame e presentato dai Capigruppo prima dell'inizio di tale seduta pomeridiana:
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ORDINE DEL GIORNO
Al Sig. PRESIDENTE della Repubblica
Al Sig. PRESIDENTE del Consiglio dei Ministri
Al Sig. MINISTRO per l'Agricoltura
Al Sig. MINISTRO per l'Interno
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
- dopo ampio dibattito sulla situazione concernente i problemi territoriali del Parco Nazionale del Gran Paradiso a seguito dell'unilaterale allargamento dei confini disposto dal Ministro dell'Agricoltura con D.M. 28.5.1977 avverso il quale pende ricorso presso la Corte Costituzionale;
- considerato lo stato di tensione esistente fra la popolazione locale;
- ritiene che per motivi etici e di ordine pubblico sia necessario ripristinare la situazione di fatto esistente da oltre cinquant'anni e sulla quale questo Consiglio concorda;
- invita il Ministro dell'Agricoltura e il Presidente del Consiglio dei Ministri a promuovere l'emanazione urgente di un D.P.R. nel quale si statuisca che i confini del Parco sono quelli specificati sul territorio dalle apposite tabelle previste dall'articolo 12 del D.Lg.C.P.S. 5.8.1947, n. 871;
- propone la definitiva soluzione del problema dei confini mediante accordo Stato e Regioni interessate che tenga conto della esigenza di escludere i centri abitati dal territorio del Parco;
- ribadisce la volontà unanime del Consiglio di mantenere al Parco Nazionale Gran Paradiso l'attuale unitarietà nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, dell'Unesco e della CEE.
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Il Presidente della Giunta ANDRIONE, nelle premesse dell'ordine del giorno non condivide lo strano accenno al decreto Marcora, ritenuto da tutti fuori luogo, in quanto avrebbe dovuto assumere la veste di circolare e anche perché non si può modificare con un decreto una legge.
Invita i Consiglieri ad avvicinarsi affinché possano prendere visione di una cartina topografica in suo possesso da cui sostiene che si desume chiaramente la malafede di chi ha promosso azioni inerenti la delimitazione del Parco e perseguite con pervicacia da diverso tempo.
Rammenta che alla riserva reale di caccia costituita da Casa Savoia furono inclusi anche altri terreni non pertinenti alla riserva stessa, poiché si cercò di istituire un parco con zone naturalisticamente interessanti, non antropizzate e prive di insediamenti umani. Ricorda inoltre che, a causa di battaglie effettuate solo per certe aree e solo per certe persone, la linea di demarcazione del Parco non è così netta, al punto che, ai sensi dell'articolo 10 della legge istitutiva, per la sponda orografica destra si applicherebbe un diritto differente da quello per la sponda orografica sinistra.
Ribadendo che la tesi della Regione è quella di tenere conto oltre che del parere del Parco anche della pianificazione territoriale derivante da un piano regolatore, che è stato tra l'altro predisposto, non ritiene sia necessario chiedere ulteriori concessioni.
Il Consigliere FAVAL, sulla base della riunione svoltasi ieri tra i Capigruppo ed i rappresentanti dei Comuni del Parco e rivolgendosi a tutte le forze interessate a tale problematica, suggerisce di seguire un'azione unitaria. Ricorda a tale scopo il lungo lavoro svolto in Commissione per l'unificazione di due leggi presentate rispettivamente dal Partito Comunista e dall'Union Valdôtaine e sostiene che è comunque necessario coinvolgere altresì i Comuni e le Comunità montane di tutta la Valle.
Dichiara di approvare, anche a nome del proprio gruppo, l'ordine del giorno pervenuto in aula, purché si tenga conto delle osservazioni fatte dal Presidente della Giunta.
Il Presidente della Giunta ANDRIONE fa presente che la cartina del Parco alla quale far riferimento è quella allegata alla Gazzetta Ufficiale e che pertanto, benché da circa cinquant'anni i confini abbiano una linea di demarcazione diversa, la legge del 1947 e le successive sono da ignorare, così come non occorre citare il D.M. 28.5.1977.
Propone quindi di emendare il primo punto delle premesse dell'ordine del giorno come segue:
"dopo ampio dibattito sulla situazione concernente i problemi territoriali del Parco Nazionale del Gran Paradiso;".
Il Presidente DOLCHI ricorda che l'ordine del giorno verrà votato alla fine della discussione generale sulla mozione e, dato che vi saranno doppie dichiarazioni di voto su entrambi, prega i Consiglieri di prendere la parola una sola volta.
Il Consigliere TONINO, nell'avvalorare l'unitarietà dell'agire di tutte le forze politiche come indicato nella mozione, nonché coerenza costante nei loro comportamenti, reputa necessario distinguere detta azione in due parti: una, strategica, consistente nel lavorare affinché nella legge quadro nazionale sui parchi sia rispettato lo Statuto della Valle d'Aosta e siano riconosciute le competenze urbanistiche della Regione e degli Enti locali, lasciando allo Stato il compito di indirizzo, ma a questi ultimi la gestione concreta sul territorio; l'altra, data la drammaticità della situazione, che comporti l'esigenza immediata di giungere ad un rapido risultato.
Non giudica poi coerente ed uniforme il comportamento dell'Assessorato dei Lavori Pubblici che ha richiesto l'autorizzazione al Parco per la realizzazione di un paravalanghe in quella zona, proprio nel momento in cui i cittadini del posto rischiano per una battaglia che ha indubbi significati di principio.
Conclude riaffermando che è quanto mai opportuna una codificazione anche da parte del Consiglio circa l'istituzione di un gruppo di lavoro composto da forze di maggioranza e di opposizione equamente rappresentate senza creare una commissione troppo elefantiaca.
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Si dà atto che dalle ore 18,26 assume la Presidenza il Vice Presidente MAPPELLI.
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Il Presidente della Giunta ANDRIONE rimarca che, se è vero che tutto il territorio comunale terrà conto delle previsioni del piano regolatore, è altrettanto vero che dette previsioni devono tener conto dell'esistenza indispensabile e fondamentale del Parco e lo strumento urbanistico, proprio perché le leggi urbanistiche sono venute dopo, deve tener conto della preesistente realtà. Porta ad esempio la questione delle acque: la Regione è, sì, titolare del diritto di subconcessione delle acque, però dopo la nazionalizzazione dell'energia elettrica può subconcedere solo all'ENEL. Afferma che pertanto non è accettabile un'interpretazione differente per le zone antropizzate, perché o il parere del Parco sul singolo oggetto è preventivo, e di conseguenza il Comune non può fare una pianificazione territoriale poiché soltanto quanto è approvato dal Parco è poi oggetto di concessione edilizia, o è successivo, e allora solo alcuni progetti verrebbero approvati, ma comunque dopo l'approvazione della Commissione edilizia e della concessione edilizia rilasciata dal Sindaco.
Riconoscendo la fondatezza dell'osservazione fatta dal Consigliere TONINO in merito all'errore commesso dall'Assessorato dei Lavori Pubblici, concorda sulle strategie indicate dallo stesso Consigliere. Ricordando che nell'organico del Consiglio di amministrazione del Parco nulla è previsto in materia di urbanistica e non vi è alcuna pianificazione territoriale, si preoccupa poi che permanga il tempo per stabilire quali norme regionali e statali porteranno a far sì che il Parco abbia come funzione fondamentale la difesa della natura e non quella urbanistica.
L'Assessore ai Lavori Pubblici BORBEY, pur ammettendo la propria responsabilità, non condivide il fatto che l'errore sia stato fatto rilevare in aula consiliare, in quanto è del parere che questo non porta assolutamente alla coesione di tutti i partiti politici. Reputa scorretto il comportamento del Consigliere Tonino che ha come unica finalità quella di segnalare a tutta la popolazione valdostana, anche tramite la stampa, il fallo commesso da un politico democristiano.
Tiene però a precisare, formulando pubblicamente le sue scuse al Presidente della Giunta, che sarà anche il primo amministratore pubblico che non manderà sotto inchiesta il proprio dipendente regionale, il proprio direttore dei lavori e l'impresa se non vi sono i permessi da parte delle autorità competenti che, giusto o sbagliato che sia, sono richiesti dall'autorità giudiziaria. Ravvisa l'ipotesi di una sospensione dei lavori e prega perciò il Partito Comunista che non abbia poi a lamentarsi del fatto che i paravalanghe non vengono eseguiti.
Il Consigliere VOYAT, onde evitare confusione ed inutili e dispersive sottocommissioni, avanza la proposta di costituire una commissione ristretta che tenga i contatti, oltre che con tutti gli enti ed organismi interessati, anche con il Presidente della Giunta, il quale ha operato e seguito la vicenda sino a questo momento.
Il Consigliere TONINO respinge l'accusa di scorrettezza e fa presente che il proprio partito, come ogni altra forza politica, ha il diritto ed il dovere di denunciare eventuali sbagli o strumentalizzazioni e di lavorare in maniera unitaria affinché a tale problematica sia data una soluzione univoca.
Il Consigliere MAFRICA non si trova d'accordo sul concetto di "azione unitaria" se è inteso come un'azione indistinta per cui non si percepisce più qual è l'identità originale di ogni forza politica, bensì avalla quello che si prefigge un obiettivo comune e che ci si muova per raggiungerlo anche con discorsi di tipo qualunquistico, non omogenei, ma con posizioni che poi accomunano tra loro tutti i partiti di maggioranza e di opposizione.
Fa presente che il Partito Comunista non confonde un argomento importante come quello del Parco e la relativa situazione, che è drammatica, con manovre di basso cabotaggio oppure con obiettivi politici tendenti al rovesciamento di questa Giunta.
Ribadendo una visione unitaria su detta problematica, ricorda il grosso risultato ottenuto dal Partito Comunista a livello nazionale sulle impostazioni date per tutti i Parchi d'Italia e perciò auspica che lo stesso possa far parte, assieme a tutte le forze politiche della Valle d'Aosta, dell'istituenda delegazione.
Il Consigliere DE GRANDIS si dichiara favorevole alla formazione della delegazione unitaria del Consiglio richiesta dal gruppo dei Democratici Popolari e alla costituzione di una commissione ristretta che abbia la capacità di portare le istanze al centro e alla quale, grazie al confronto fra le varie forze politiche, vengano forniti degli indirizzi precisi.
Confessa invece di avere molte perplessità sull'opportunità dell'ordine del giorno, sia per l'invio a Roma, sia per una questione di merito del documento, perplessità espressa fra l'altro anche nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo.
Si interroga sul fatto se la strada sin qui seguita per arrivare ai tanto decantati "obiettivi comuni" sia la più giusta, tenuto conto che vi è anche l'esigenza di una completa attuazione dello Statuto speciale; ritiene comunque che ogni atto, purché tendente al raggiungimento di risultati concreti, non debba essere sottovalutato e auspica che le battaglie fatte con le carte bollate non si trascinino per tanto tempo, finendo per aggravare una situazione già estremamente difficile ed al limite della sopportazione da parte della popolazione del Parco.
Relativamente alla linea di demarcazione sostiene che il Parco, se gestito in maniera corretta, non dovrebbe assolutamente essere di impedimento allo sviluppo della popolazione. È pertanto dell'avviso che sarebbe utile presentarsi a Roma, là dove si discute della legge quadro sui Parchi, con un pacchetto di richieste ben precise e concrete. Ritiene poi che ogni cittadino italiano sarebbe disposto ad autotassarsi di poche centinaia di lire per giustificare la presenza di questo ente che gestirebbe correttamente il Parco insieme alla popolazione del posto; oltretutto, a suo dire, le richieste specifiche rivolte a Roma ed illustrate ai nostri Parlamentari svierebbero ogni sospetto da parte dei naturalisti, degli scienziati e degli amanti del Parco, che lo vedrebbero così tutelato.
Il Presidente della Giunta ANDRIONE, per sgomberare ogni possibile confusione dovuta, a parere suo, alla mancanza di conoscenza del territorio e riaffermando di essere più che favorevole all'idea di "parco", si sofferma sulla questione della gestione dello stesso. Sostiene che il Parco deve occuparsi di problemi culturali e scientifici legati all'ambiente naturale e non all'urbanistica, in quanto per quest'ultima materia, ai sensi di una legge del 1939, è previsto un espresso parere del Sovraintendente alle antichità e alle belle arti che vige per tutti i villaggi valdostani.
Annuncia infine il proprio voto favorevole sull'ordine del giorno presentato e, riprendendo alcuni punti dello stesso, primo fra tutti la necessità dell'approvazione ufficiale del piano regolatore della Valsavarenche e la mancata attuazione di quello di Rhêmes-Saint-Georges, rammenta di aver invitato in loco persino il Ministro Bartolomei per la constatazione delle problematiche suesposte.
Il Consigliere FAVAL chiede al Consigliere De Grandis se mantiene la sua posizione o se, dopo le delucidazioni del Presidente della Giunta, vota diversamente l'ordine del giorno.
Il Consigliere DE GRANDIS, pur condividendo i concetti espressi dal Presidente della Giunta e ritenendoli ineccepibili sul piano del principio, è dell'avviso che la strada da perseguire sia quella della rivendicazione dei diritti che ha la Regione nelle sue competenze primarie legislative e pertanto conferma il suo voto contrario.
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Si dà atto che alle ore 18,58 riassume la presidenza il Presidente DOLCHI.
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Il Consigliere FAVAL invita il Consigliere De Grandis a rivedere la sua posizione sacrificando una parte della propria azione politica e della propria ideologia a beneficio di un risultato unitario da tutti auspicato, e afferma che questo è un dovere nei confronti non solo della popolazione del Parco, ma anche dello Statuto, che comunque deve essere rispettato e applicato.
Il Consigliere VIBERTI, pur asserendo di far parte di un movimento che si richiama a principi ben diversi da quelli della maggioranza, dichiara di votare favorevolmente, in quanto si ritiene comunque un valdostano ed è della convinzione che l'azione unitaria del Consiglio sia estremamente importante, anche per il problema più grosso che è quello dell'autonomia.
Il Consigliere TONINO, nonostante abbia la consapevolezza che tra le forze politiche vi siano impostazioni diverse in merito al Parco Nazionale del Gran Paradiso, rafforza anch'egli il concetto di azione unitaria e richiede, se possibile, in attesa dell'approvazione della legge quadro, di ritoccare alcune formulazioni dell'ordine del giorno, vista l'urgente necessità di individuare delle soluzioni che siano fattibili fin da subito per la popolazione interessata, così come per gli organi che hanno la possibilità di normare il ristabilimento della situazione storica del Parco.
Il Presidente DOLCHI, considerato che il Presidente della Giunta a breve sarà convocato presso la Commissione interparlamentare per le questioni regionali unitamente agli altri Presidenti di tutte le Regioni aventi nel loro territorio un parco, propone di indirizzare tale ordine del giorno anche al Presidente di quest'ultima, nonché ai Presidenti di Senato e Camera.
Il Consigliere LUSTRISSY concorda e ne propone altresì l'invio anche ai Parlamentari valdostani.
Il Consigliere DE GRANDIS, in parte ravvedendosi sull'ordine del giorno, annuncia il proprio voto favorevole, specificando però che lo stesso ha soltanto il significato di consentire una unità di intenti per il raggiungimento di obiettivi comuni, al di là di quelle che sono le sue valutazioni personali.
Il Presidente della Giunta ANDRIONE ricorda che la legge del 1976 inerente il Parco è stata concordata da una Commissione composta dall'Avvocato Berto, dall'Architetto Berlanda e dal Direttore del Parco con il Consiglio di amministrazione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, e che la Regione avrebbe individuato, d'intesa con costoro e senza obiezioni da parte del Ministero dell'agricoltura, una procedura per risolvere di fatto tale problematica.
Il Presidente DOLCHI, dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola in merito, invita il Consiglio a procedere alla votazione, per alzata di mano, per l'approvazione dell'ordine del giorno di cui si tratta, nel testo modificato come da emendamento proposto dal Presidente della Giunta, ANDRIONE.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente DOLCHI accerta e comunica che il Consiglio, ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: trenta), ha approvato il seguente ordine del giorno:
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ORDINE DEL GIORNO
Al Sig. PRESIDENTE della Repubblica
Al Sig. PRESIDENTE del Consiglio dei Ministri
Al Sig. MINISTRO per l'Agricoltura
Al Sig. MINISTRO per l'Interno
Al Sig. PRESIDENTE del Senato della Repubblica
Al Sig. PRESIDENTE della Camera dei Deputati
Al Sig. PRESIDENTE della Commissione Parlamentare per le questioni regionali
Ai PARLAMENTARI VALDOSTANI
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
- dopo ampio dibattito sulla situazione concernente i problemi territoriali del Parco Nazionale del Gran Paradiso;
- considerato lo stato di tensione esistente fra la popolazione locale;
- ritiene che per motivi etici e di ordine pubblico sia necessario ripristinare la situazione di fatto esistente da oltre cinquant'anni e sulla quale questo Consiglio concorda;
- invita il Ministro dell'Agricoltura e il Presidente del Consiglio dei Ministri a promuovere l'emanazione urgente di un D.P.R. nel quale si statuisca che i confini del Parco sono quelli specificati sul territorio dalle apposite tabelle previste dall'articolo 12 del D.Lg.C.P.S. 5.8.1947, n. 871;
- propone la definitiva soluzione del problema dei confini mediante accordo Stato e Regioni interessate che tenga conto della esigenza di escludere i centri abitati dal territorio del Parco;
- ribadisce la volontà unanime del Consiglio di mantenere al Parco Nazionale Gran Paradiso l'attuale unitarietà nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi dello Stato, dell'Unesco e della CEE.
Il Consiglio prende atto.
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Il Presidente DOLCHI, prima di procedere alla votazione della mozione, assicura che la Presidenza del Consiglio si attiverà fin da subito per ottemperare a quanto previsto ai punti 2 e 3 del dispositivo della stessa.
Il Consigliere TAMONE, per una questione di forma, e anche per una questione di delicatezza, al terzo punto del deliberato in cui si dice: "...di informare, tramite la Presidenza del Consiglio, la Regione Piemonte", propone di aggiungere anche: "la Provincia di Torino".
Il Consigliere LUSTRISSY concorda con tale proposta e, delle opinioni espresse da tutti gli intervenuti, ritiene di poter accogliere il fatto che la delegazione unitaria sia ristretta e rappresenti le forze di maggioranza e di minoranza.
Il Presidente DOLCHI, dopo aver fatto presente che sarà l'Ufficio di Presidenza che coordinerà la delegazione soprarichiamata, e dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola sull'argomento in esame, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della mozione in discussione nel testo emendato come da proposta del Consigliere Tamone.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente DOLCHI accerta e comunica che il Consiglio, ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: ventotto), ha approvato la sotto riportata mozione:
MOZIONE
Il Consiglio regionale
CONSTATATO che per la definizione del problema del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sono state presentate al Parlamento cinque proposte di legge, oltre a quella approvata dal Consiglio regionale nel mese di luglio del corrente anno;
CONSIDERATO che dette proposte di legge sono attualmente in discussione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali;
DELIBERA
1) di nominare una delegazione unitaria del Consiglio, integrata dai Sindaci dei Comuni facenti parte del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso ed i Parlamentari della Regione;
2) di incaricare il Presidente del Consiglio di prendere i necessari contatti con il Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali al fine di fissare un incontro fra la Commissione e la Delegazione regionale per rappresentare al Parlamento le legittime istanze della Regione e delle popolazioni interessate;
3) di informare, tramite la Presidenza del Consiglio, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino ed i Sindaci canavesani della presente iniziativa.
Il Consiglio prende atto.
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