Oggetto del Consiglio n. 185 del 28 ottobre 1965 - Verbale
OGGETTO N. 185/65 - RACCOMANDAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Il Presidente, MARCOZ, dichiara quanto segue:
"Prima di proseguire nella trattazione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno io desidero rivolgere, ancora una volta, la preghiera ai Signori Consiglieri, sia della maggioranza, sia della minoranza, e ai Signori Assessori di cercare di non portare la discussione in toni accesi, in toni ingiuriosi, facilitando così il mio compito di temperare la discussione stessa.
Certe volte si può avere l'impressione che il Presidente del Consiglio non intervenga a moderare la discussione; ma voi ben sapete che "voce dal sen sfuggita, poi richiamar non vale"; cioè, una volta che l'ingiuria è detta, il mio intervento servirebbe a poco.
Ora io dico: non è simpatico che un Consigliere si sforzi di andare a cercare l'espressione più ingiuriosa tra le tante che vi sono ne', vocabolario dei sinonimi; non è simpatico nemmeno che uno dica: "avrei voluto usare quell' epiteto, e lo pronuncia quell'epiteto, però non lo uso".
E' una forma di ipocrisia questa, perché l'epiteto in effetti è già stato pronunciato.
Io avverto i Signori Consiglieri che qui, al mio tavolo, c'è un piccolo meccanismo elettrico, che molti di voi ignorano, per cui, premendo un bottone, potrei fare sì che nell'aula si faccia quasi il silenzio e non si senta più quello che i Signori oratori dicono.
Io non ho mai fatto uso di questo meccanismo, però, se proprio mi si costringesse, io premerò quel bottone, così le vostre ingiurie, anziché riecheggiare in quest'aula, saranno un po' meno sonore e non saranno più udite dal pubblico.
Penso che queste osservazioni debbano essere fatte nell'interesse del prestigio del nostro Consiglio.
Io posso anche capire che nella foga della discussione sfugga una parola non molto appropriata; però non si deve continuare su quello stesso tono, ma bisogna sapersi ricredere.
Non mi preoccupa tanto che l'ingiuria possa essere lanciata al collega, perché tutti siamo umani, dovete però pensare che, più che al collega, alle volte l'o/lesa viene fatta alla funzione, al Presidente della Giunta o ad un Assessore o ad un Consigliere regionale e non è certo simpatico che manteniamo in aula una atmosfera di questo genere.
Io chiedo, pertanto, la collaborazione di tutti i Consiglieri perché questo non abbia più a verificarsi.
Non dipende da me, perché io potrei anche scampanellare; ma una volta che le parole sono state pronunciate, sono state purtroppo pronunciate e non possono più essere richiamate.
Il gusto ed il piacere procurati dall'ingiuria proferita per sfogo è poi, in un secondo tempo, accompagnata da una amarezza. Così in ognuno di voi rimarrà anche un po' di amarezza nell'animo per essersi urtato con un collega, perché: "Medio de fonte leporum surgit amari aliquid".
Faccio appello pertanto alla vostra cortesia e alla vostra serietà affinché vengano evitati questi incresciosi incidenti".
__________