Oggetto del Consiglio n. 33 del 30 maggio 1966 - Verbale

OGGETTO N. 33/66 - APPROVAZIONE DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA E DI REVOCA DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE E DEGLI ASSESSORI REGIONALI - DICHIARAZIONE DI IMMEDIATA ESECUTIVITÀ DEL PROVVEDIMENTO.

Il Presidente, MONTESANO, ricorda che la trattazione degli oggetti all'ordine del giorno riguardanti la sfiducia, la revoca e la sostituzione della Giunta Regionale e del suo Presidente fu iniziata nella seduta di lunedì 23 maggio ed è stata rinviata alla seduta odierna, in quanto in quella seduta mancavano i due terzi dei Consiglieri in carica necessari per il numero dei Consiglieri presenti, previsto dall'articolo 34 della legge 10-2-1953 numero 62.

Fa presente che il 2° comma del citato articolo di legge prevede, in tal caso, la votazione della revoca in una adunanza fissata nel giorno corrispondente della settimana successiva, per cui oggi, lunedì, il Consiglio può concludere la trattazione e mettere ai voti detta mozione.

Ciò premesso, ricorda che il resto della mozione di sfiducia e di revoca è stato depositato presso l'Ufficio di Presidenza del Consiglio il 29 marzo 1966, è stato firmato da 15 Consiglieri in carica, è già stato letto nell'adunanza del 23 maggio corrente ed è stato, inoltre, successivamente trasmesso in copia ai Signori Consiglieri.

Invita quindi il Segretario del Consiglio, MAPPELLI, a dare nuovamente lettura della mozione di cui si tratta.

Il Segretario del Consiglio, MAPPELLI, dà lettura della seguente mozione:

"Ill.mo Signor PRESIDENTE del Consiglio della Valle di Aosta

AOSTA

Considerato che malgrado il voto contrario alla legge di approvazione del bilancio di previsione, espresso dalla maggioranza del Consiglio nella seduta del 23-3-1966, il Presidente della Giunta Regionale e gli Assessori non hanno sentito il dovere di rassegnare le dimissioni secondo le più elementari regole della morale, della democrazia e del nostro ordinamento

I sottoscritti Consiglieri propongono

- fatti salvi gli effetti della mancata presentazione alla discussione e votazione del Consiglio della precedente mozione di sfiducia e di revoca -, per la prossima adunanza del Consiglio Regionale la seguente mozione di sfiducia e di revoca del Presidente della Giunta Regionale e degli Assessori in carica.

"IL CONSIGLIO REGIONALE

Ritenuto che l'attuale Presidente della Giunta e gli Assessori in carica non godono più della fiducia della maggioranza del Consiglio in seguito al ritiro dell'appoggio da parte di una delle forze politiche costituenti la precedente maggioranza.

Ritenuto che il Consiglio Regionale, al quale spetta la nomina del Presidente della Giunta e degli Assessori, ha anche il potere di revocare, in applicazione di un fondamentale principio di carattere istituzionale, del quale le disposizioni contenute negli Statuti delle altre Regioni e nell'art. 34 della legge 10-3-1953 n. 62, rappresentano una semplice esplicitazione;

DICHIARA

LA PROPRIA SFIDUCIA al Presidente della Giunta Regionale Avv. Severino Caveri e agli Assessori Regionali: Avv. Giuseppe Fillietroz, Sig. Pietro Fosson, Dott. Mario Andrione, Sig. Claudio Manganoni, Sig. Fabiano Savioz, e li revoca in data odierna dal loro ufficio".

Aosta, lì 28 marzo 1966.

Firmati: A. Berthet - Cesare Bionaz - Francesco Balestri - Colombo - Montesano - Ing. Carlo Benzo - Albaney Giuseppe - Maquignaz - Angelo Mappelli - Dujany Cesare - Chabod Guido - Mauro Bordon - Franca Verthuy - Ferruccio Lustrissy - Arlina Personnettaz".

Il Presidente, MONTESANO, dichiara aperta la discussione sulla mozione di cui sopra.

Il Consigliere BIONAZ dichiara quanto segue:

L'articolo 48 del nostro Statuto prevede un potere di sostituzione degli organi di governo e del Presidente della Giunta, quando compiano violazioni contro precise disposizioni di legge e contro lo Statuto.

È evidente che in questo caso il Governo non ha segnalato queste violazioni; però è chiaro che il potere del Consiglio è quello di provvedere a segnalare queste violazioni.

Io credo di ricordare, perché è recentissimo, che nella seduta del 23 maggio la Signorina Personnettaz ha fatto osservare che la Giunta e il suo Presidente avevano commesso le seguenti violazioni di legge:

1) la Giunta e il suo Presidente non hanno ripresentato, dopo il voto consiliare del 23 marzo scorso, il bilancio che è uno degli strumenti indispensabili per il funzionamento dell'Amministrazione Regionale;

2) il Presidente della Giunta non ha provveduto, in mancanza del Presidente del Consiglio, a richiedere, ai sensi dell'articolo 20 del Regolamento, la convocazione del Consiglio per l'adunanza straordinaria, che doveva avere luogo nei 20 giorni in base alla domanda presentata.

3) più grave ancora l'illegalità commessa dalla Giunta nell'impedire l'adunanza del Consiglio nei giorni 17 e 18 maggio.

A parte il danno causato alla Regione e il disagio inferto alla popolazione, è da rilevare che la Giunta non poteva chiudere il Palazzo regionale, dietro la speciosa motivazione dell'ordine pubblico; tanto più che l'ordine pubblico non è di competenza della Giunta, ma bensì del solo Presidente, ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto.

4) altra gravissima violazione è data dall'arbitrario scioglimento del Consiglio Comunale di Aosta da parte della Giunta, attestando, in contrasto con la verità, che era stato sentito il Consiglio Regionale ai sensi dell'articolo 43 dello Statuto.

A questo proposito, la stessa decisione della Giunta Giurisdizionale e le stesse ammissioni dei controricorrenti ne sono la prova evidente.

Perciò io ritengo che, in base ai poteri che il Consiglio ha, tutte queste violazioni siano validamente sufficienti perché il Consiglio stesso voti la sfiducia alla Giunta ed al suo Presidente e ne chieda la sostituzione".

Il Consigliere BALESTRI dichiara quanto segue:

"Signor Presidente, Colleghi Consiglieri,

il significato della vicenda che noi tutti stiamo vivendo in questi giorni infuocati, il significato di quanto è successo e va succedendo in Valle d'Aosta esorbita, a nostro avviso, dai banali e un po' ristretti confini di una vicenda di poteri municipali o regionali, per assurgere al significato, ben più alto ed importante, della difesa delle istituzioni democratiche e delle loro prerogative.

In questi ultimi mesi in Valle d'Aosta abbiamo, infatti, assistito ad un vero colpo di Stato consumato con freddezza in dispregio a tutti i valori politici e morali che costituiscono il patrimonio delle nostre istituzioni, risultato storico della Resistenza e, in dispregio ai valori di democrazia e di serietà del Popolo valdostano.

I fatti son ben noti. Dalle ripetute violazioni di legge al tentativo di impedire il funzionamento del Consiglio Regionale, tutto quanto è avvenuto, Colleghi Consiglieri, sarebbe di per sé già sufficiente per giustificare il voto favorevole del mio Partito alla revoca dell'attuale Giunta e del suo Presidente.

Ma vogliamo risalire alle origini di questa crisi per dimostrare come tutte le accuse di tradimento che ci vengono rivolte da parte comunista e unionista siano infondate ed ingiustificate.

Per noi Socialisti, la crisi regionale è nata quando, malgrado i ripetuti inviti rivolti al PCI e all'Union Valdôtaine a dimettersi dalla Giunta Comunale di Aosta, questi hanno risposto con un secco "no", cercando in tutte le forme di giungere allo scioglimento dello stesso Consiglio Comunale.

Era difatti, per noi Socialisti, divenuto impossibile continuare a collaborare alla Regione con quelle stesse forze che non rispettavano le regole del gioco democratico al Comune di Aosta e tutto ciò malgrado gli impegni assunti da noi personalmente e dalla Direzione del nostro Partito se la crisi al Comune si fosse risolta con le loro dimissioni.

Questo nostro atteggiamento era dettato unicamente dalla nostra profonda, radicata convinzione di non poter in nessun modo collaborare con quelle forze che nella conquista o nella gestione del potere si servono di mezzi antidemocratici.

Fu così che dapprima fummo costretti a dare le nostre dimissioni ed in seguito, vista la insensibilità della Giunta superstite a rassegnare a sua volte le sue dimissioni, ci vedemmo costretti a presentare una mozione di sfiducia e di revoca.

Che cosa restava da fare a noi Socialisti dopo aver dato le dimissioni dalla Giunta del Leone? Non ci restava che rivolgersi al Consiglio e alle forze ivi presenti per tentare, come vogliono la prassi democratica e la logica delle nostre istituzioni di democrazia rappresentativa parlamentare, di risolvere la crisi mediante un nuovo accordo con quelle forze che, affini per ideologia o per programmi, consentissero una sostanziale convergenza politica e, quindi, la formazione di un nuovo governo regionale. Ed è in questo spirito che noi Socialisti abbiamo trattato con i Partiti del centro-sinistra, raggiungendo un accordo politico e programmatico avanzato e soddisfacente.

Certo, ed è inutile nasconderlo, in questo Consiglio, il centro-sinistra non è maggioranza assoluta: esso è solamente maggioranza relativa: 17 Consiglieri contro 16 dell'opposizione comunista e unionista e 2 dell'opposizione Liberale.

Ma ciò deve forse significare che il centrosinistra non ha il diritto di governare? Non esistono forse altre Giunte minoritarie di centro-sinistra o di sinistra in altre Regioni, Provincie e Comuni d'Italia?

Dove non esistono, dal punto di vista politico, delle maggioranze assolute, allora le maggioranze relative hanno il dovere di governare fino a che è loro possibile essere coerenti e con le enunciazioni programmatiche e con le finalità politiche che hanno presieduto alla formazione della coalizione stessa.

In questo senso va inteso, per noi Socialisti, il rapporto con le opposizioni di destra e di sinistra, in questo senso va per noi intesa la delimitazione di questa maggioranza che è formata solamente dal PSI, dalla DC, dal PSDI e dalla Ligue Campagnards.

Per quanto, poi, concerne l'illazione comunista su presunti rapporti fra la maggioranza del centro-sinistra e il PLI, corre l'obbligo di precisare, sin da questo momento, che qualora l'apporto dei voti liberali divenisse condizionante rispetto alla linea politica e programmatica del centro-sinistra, il PSI ritirerà l'appoggio alla Giunta Regionale mediante le dimissioni dei suoi rappresentanti.

Pertanto, Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista, per le ragioni sopra espresse e affinché si costituisca anche qui in Valle d'Aosta una Giunta Regionale di centro-sinistra, capace finalmente di risolvere gli annosi problemi statutari e politico-amministrativi, voterà la sfiducia e la revoca della attuale Giunta e del suo Presidente".

Il Consigliere ALBANEY dichiara quanto segue:

"Il Movimento Ligue-Campagnards mi ha invitato a votare a favore della revoca della Giunta union-comunista. Il nostro pensiero politico lo esprimeremo domani in sede di votazione della nuova Giunta di centro-sinistra".

Il Consigliere PEDRINI dichiara quanto segue:

"Onorevole Presidente, Egregi Consiglieri, abbiamo sentito leggere un momento fa, dal Segretario del Consiglio, una mozione di revoca e di sfiducia del Presidente e della passata Giunta Regionale, mozione che porta tutte le firme dei Partiti del centro-sinistra, meno quelle dei due Consiglieri Liberali.

È evidente che certe dichiarazioni rilasciate fuori da questa aula e in questa aula saranno ancora oggi opportunamente meditate, ma è, altresì, evidente che non possiamo fin d'ora accettare una frase che ci definisce opposizione di destra, perché noi non siamo destra, ma siamo centro democratico. E questo è provato da tutto un passato di collaborazione con la Democrazia Cristiana e col Partito Socialista Democratico.

Quindi respingiamo, per prima cosa, questa: la dichiarazione, rivoltaci da parte socialista, di oppositori di destra. Noi ci riteniamo, ripeto, un Partito di centro-democratico e, come tale, desideriamo essere considerati.

Che poi domani, in sede di dichiarazione di voto per la nomina della Giunta, il Partito Liberale prenda l'una o l'altra posizione, questa è una cosa che si riserva di fare il Partito Liberale, al di fuori delle pressioni esterne, al di fuori delle evidenti minacce sotterranee, al di fuori di determinate dichiarazioni, perché noi Liberali, coscienti come siamo del momento attuale, ci batteremo, oggi pomeriggio in riunione e domani mattina in sede di dichiarazione di voto, per quella soluzione che meglio risponderà ai valori spirituali e morali della Valle d'Aosta".

Il Presidente, MONTESANO, dopo aver accertato che nessun Consigliere intende prendere la parola sull'argomento in esame, dichiara chiusa la discussione sulla mozione di cui si tratta e che intende mettere ai voti la mozione stessa in base all'articolo 34 della delle 10 febbraio 1953 n. 62.

Il Presidente, MONTESANO, invita quindi il Consiglio a votare per appello nominale, la proposta di approvazione della mozione in discussione, concernente la sfiducia, la revoca e la sostituzione della Giunta Regionale e del suo Presidente.

Procedutosi all'appello nominale, fatto dal Consigliere ff. Segretario, MAPPELLI, il Presidente, MONTESANO, in base all'esito della votazione, dichiara approvata ad unanimità di voti la mozione di cui si tratta (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli all'approvazione della mozione: 19).

Il Consigliere BERTHET propone che il provvedimento ora approvato sia dichiarato immediatamente eseguibile, per specifiche ragioni d'urgenza, a norma dell'articolo 49 della legge 10-2-1953 n. 62.

Il Presidente pone in votazione, per alzata di mano, l'approvazione della proposta del Consigliere Berthet.

Procedutosi alla votazione per alzata di mano, il Presidente, MONTESANO, accerta e comunica che la proposta è approvata ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 19).

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