Oggetto del Consiglio n. 81 del 6 agosto 1959 - Verbale
OGGETTO N. 81/59 - ORDINE DEL GIORNO PER L'APPROVAZIONE, DA PARTE DEL PARLAMENTO, DEL DISEGNO DI LEGGE PER L'ELEZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA, CON IL SISTEMA PROPORZIONALE, PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DALL'ON. CAVERI, DEPUTATO DELLA VALLE D'AOSTA. REVOCA DELLA DELIBERAZIONE CONSILIARE 27-2-1959, N. 3.
Il Presidente, FILLIETROZ, invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell'oggetto n. 1 dell'ordine del giorno, concernente: "Ordine del giorno per l'approvazione, da parte del Parlamento, del disegno di legge per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, con il sistema proporzionale, presentato alla Camera dei Deputati dall'On.le Caveri, Deputato della Regione. Revoca della deliberazione consiliare 27-2-1959, n. 3".
Richiama, in proposito, l'attenzione del Consiglio sugli allegati seguenti, trasmessi in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
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Aosta, lì 25 giugno 1959
Alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
della VALLE D'AOSTA
AOSTA
Allegati n. 2
Ai sensi dell'art. 29 del Regolamento, trasmetto la unita proposta di Ordine del giorno da sottoporre all'approvazione del Consiglio nella prossima adunanza, accompagnata dalla prescritta relazione.
Mi rimetto alla decisione del Sig. Presidente, per il coordinamento della presente iniziativa con altre che in proposito dovessero sorgere o con le richieste della On. Giunta, fermo rimanendo che l'argomento dovrà costituire l'oggetto n. 1 sul quale il Consiglio sarà chiamato a deliberare.
Con rispettosa osservanza.
IL CONSIGLIERE DELLA VALLE
F.to Fortunio Palmas
Aosta, lì 25 giugno 1959
RELAZIONE SULLA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO PER LA LEGGE ELETTORALE A SISTEMA PROPORZIONALE.
L'attuale maggioranza consiliare ha vinto le elezioni ponendo quale suo primo punto programmatico una precisa azione per ottenere un sistema elettorale per la formazione del Consiglio a base proporzionale.
Sono troppo note le discussioni che in proposito si sono svolte e si svolgono da oltre dieci anni in Valle per dovere ripetere i termini del dibattuto problema.
Ciò che ora conta è che il Consiglio regionale affermi come suo primo atto il proposito di conseguire la legge proporzionale così come la maggioranza consiliare si è formalmente impegnata durante la campagna elettorale.
È un problema politico di fondo per l'attuale maggioranza e sarà molto significativo e di auspicio per il futuro lavoro comune, e per la sua stessa coesione, che ad esso sia riservato il primo posto fra i deliberati del nuovo Consiglio.
La revoca implicita della precedente deliberazione del Consiglio regionale in data 27-2-1959, ai sensi dell'art. 16 dello Statuto speciale, viene così assunta al di fuori di ogni polemica, in armonia allo spirito di tolleranza e di collaborazione che la maggioranza si è proposto e potrà trovare consensi nelle stesse file della minoranza.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
- ORDINE DEL GIORNO -
Il Consiglio regionale
Constatato
che i risultati della consultazione elettorale del 17 maggio 1959 per la elezione del Consiglio hanno ancora una volta posto in evidenza la sostanziale ingiustizia dell'attuale legge elettorale per la formazione del Consiglio regionale ed hanno ulteriormente confermato la precisa volontà del corpo elettorale della Valle d'Aosta - già chiaramente espressa nelle elezioni del 25 maggio 1958 - di ottenere un sistema elettorale proporzionale che consenta la partecipazione alla competizione, in condizioni di autonomia e di parità, di tutte le forze politiche della Regione,
fa voti
perché il Parlamento Nazionale - in conformità alla volontà della maggioranza 'del popolo valdostano - approvi al più presto il disegno di legga per la elezione del Consiglio della Valle a sistema proporzionale presentato alla Camera dei Deputati dall'On. Caveri, Deputato della Regione.
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Il Presidente, FILLIETROZ, rileva che l'argomento di cui si tratta è della massima importanza ed è stato dibattuto ampiamente durante i comizi per la recente consultazione elettorale.
Precisa che si tratta di scegliere fra un sistema elettorale maggioritario ed un sistema elettorale proporzionale e che, a' sensi dell'articolo 16 dello Statuto regionale, il Consiglio deve esprimere il proprio parere al riguardo prima che il Parlamento prenda in esame e discuta il disegno di legge presentato dall'On. Caveri, Deputato della Valle d'Aosta.
Dichiara quindi aperta la discussione sull'argomento.
Il Consigliere MONTESANO, dichiara quanto segue:
"Egregi Colleghi,
è noto quale sia il pensiero dei socialdemocratici valdostani e dei parlamentari del nostro partito in merito al sistema da preferire nelle elezioni del Consiglio regionale. Noi lo abbiamo espresso pubblicamente in ogni occasione favorevole attraverso la stampa e gli affissi murali e pertanto non è cosa nuova se riaffermiamo oggi di essere favorevoli al sistema elettorale proporzionale.
E il nostro favore va inteso nel senso che noi ravvisiamo in tale sistema il mezzo elettorale più idoneo alla espressione della volontà del voto, sia nella scelta della lista, sia nella manifestazione preferenziale consentita, nelle quali l'elettore può riporre la propria fiducia, senza essere portato - suo malgrado - con altri sistemi a fare scivolare forzatamente il suo suffragio verso liste promiscue, che hanno, fra gli altri svantaggi, quello preminente di disorientare in ispecie l'elettore meno provveduto.
Non vogliamo entrare in merito alla disamina particolareggiata dei vari sistemi elettorali, a ciascuno dei quali vanno, senza dubbio, attribuiti vantaggi e svantaggi; ma sentiamo doveroso affermare che, tenuto conto degli uni e degli altri, il sistema proporzionale ci consente fra l'altro di evitare il disagio dei vari partiti politici, nessuno escluso, ad assumere in fase preelettorale posizioni di schieramento non conformi ai sentimenti del proprio elettorato.
L'esperienza che il nostro partito ha purtroppo fatto nelle ultime elezioni regionali con il dissenso manifestatosi in seno ai suoi componenti per la linea da seguire nel perfezionamento delle alleanze, ci consente di dire che è ben diverso assumere intese ed alleanze ad elezioni avvenute ed in sede di formazione di giunta, quando appunto gli animi sono pervenuti alla distensione e alla serenità, dall'assumerlo in periodo preelettorale, nel quale predominano, pressati da necessità contingenti, sentimenti tutt'altro che improntati a spirito di tolleranza e comprensione reciproca.
Altra ragione che convalida la nostra convinzione e il nostro favore è quella insita nella essenza stessa del sistema che consente proporzionalmente la rappresentanza in rapporto ai suffragi ottenuti ed evita l'aberrazione dimostrata in questo Consiglio e nei precedenti dalla più drastica mutilazione del numero dei rappresentanti, che vanno a sedere nel gruppo della minoranza.
Premesso ciò, l'esame che noi abbiamo fatto del disegno di legge presentato al Parlamento dall'On. Caveri ci trova consenzienti in linea di principio e di massima. Di contro, siccome noi siamo chiamati qui ad esprimere un parere non soltanto sulla impostazione di fondo ma anche sull'articolazione del disegno stesso, noi ci permettiamo di richiamare l'attenzione dei Signori Consiglieri sul contenuto dell'art. 6, che riguarda i casi di ineleggibilità.
Tale articolo dice testualmente:
Non sono eleggibili:
a) i Deputati e i Senatori;
b) il Capo e il Vice Capo della Polizia;
c) i Capi di Gabinetto dei Ministri;
d) i Funzionari di Pubblica Sicurezza, i Magistrati, gli Ufficiali generali superiori delle Forze Armate dello Stato che esercitano la loro funzione nella Regione;
e) coloro che ricevono uno stipendio o salario dalla Regione o da Enti, Istituti o Aziende dipendenti, sovvenzionate o sottoposte alla sua vigilanza, nonché gli amministratori di tali Enti o Istituti o Aziende, eccettuati i medici, gli insegnanti, le ostetriche e i veterinari condotti;
f) gli Ecclesiastici ed i Ministri di Culto che hanno giurisdizione e cura di anime e coloro che fanno ordinariamente le veci e i membri dei Capitoli e delle Collegiate.
Le cause di ineleggibilità non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate prima dell'accettazione della candidatura.
Come Voi, egregi Colleghi, avete potuto constatare alla lettera e) dell'articolo, fanno eccezione alla disposizione ivi contenuta: i medici, gli insegnanti, le ostetriche ed i veterinari condotti.
Per la verità noi non abbiamo compreso lo spirito e le finalità di tale eccezione; ma di contro ci manifestiamo convinti che la sua applicazione ci porterebbe di certo a situazioni prevedibili e non prevedibili, nelle quali potrebbero affiorare contrasti nelle esigenze derivanti dal proprio ufficio e disimpegno professionale da una parte e dalla qualifica e dalla funzione di Consigliere dall'altra.
Senza entrare in dettaglio nelle svariate e impensate situazioni che ciascuno di Voi, a volontà, può prospettarsi, sia nel campo dell'insegnamento che in quello sanitario, basti qui considerare, a titolo esemplificativo, la possibilità, - e l'articolo citato porta potenzialmente tale possibilità, - del Sovraintendente agli Studi e del Medico regionale che, restando nelle funzioni dei propri uffici, vengano a trovarsi Consigliere regionale e vengano a confutare e discutere, a ragione o a torto, l'operato delle proprie autorità tutorie, rappresentate dagli Assessori all'Istruzione e alla Sanità.
L'incompatibilità delle due funzioni è così chiara e dimostrativa che non ha bisogno, senza perdere tempo, di essere ulteriormente illustrata.
Abbiamo voluto portare tali esempi come i più adatti a dimostrare situazioni prevedibili, ed aggiungiamo che essi costituiscono di per se stessi un elemento fondamentale, che, oltre a non consentirci di dare il nostro assenso al disposto, ci autorizza a prevedere, in caso di sua applicazione, che esso venga a rappresentare una permanente situazione di disagio in seno al Consiglio, mascherabile soltanto con la inerzia più completa.
I susseguenti articoli del disegno di legge non portano un qualsiasi dispositivo che ovviasse comunque alle manifeste incompatibilità, perché, se così fosse stato, noi avremmo prospettato sotto altro aspetto e con altre considerazioni l'oggetto del nostro rilievo.
Per queste ragioni, presentiamo al Vostro esame e alla Vostra approvazione il seguente ordine del giorno:
ORDINE DEL GIORNO
IL CONSIGLIO REGIONALE
ritenuto
che il sistema proporzionale per la elezione del Consiglio regionale risponde nel modo più equo ed obiettivo alla espressione della volontà dell'elettorato;
ritenuto
che tale sistema permette la rappresentanza indipendente di ciascun partito ed evita disagio nello stesso elettorato;
constatato
che nel disegno di legge presentato alla Camera dei Deputati dall'On. Caveri, e precisamente alla lettera e) dell'art. 6, nei casi di ineleggibilità delle persone che ricevono uno stipendio o salario dalla Regione o da Enti, Istituti e Aziende dipendenti, è fatta eccezione per i medici, gli insegnanti, le ostetriche ed i veterinari condotti;
ritenuto
che tale eccezione non è compatibile con lo spirito del citato articolo 6;
fa voti
affinché il Parlamento nazionale approvi la legge per le elezioni regionali a sistema proporzionale apportando all'art. 6 del disegno di legge Caveri la soppressione delle eccezioni contenute nella lettera e)".
Il Consigliere PALMAS dichiara:
"Il Consiglio regionale è chiamato in questa sede ad esprimere un parere su una precisa proposta di legge presentata alla Segreteria della Camera dei Deputati dall'On.le Caveri.
Il nostro potere è quindi limitato ad esprimere un semplice parere, come è stato già espresso in una precedente deliberazione del Consiglio del 27 febbraio 1959.
Il Consiglio regionale, valendosi dei suoi poteri di autocontrollo, può revocare la precedente deliberazione e sostituirla con una nuova deliberazione, che è quella che oggi siete chiamati ad assumere.
Il Presidente del Consiglio, nel mandare il materiale ai Consiglieri, ha ritenuto di mandare anche, - ed ha fatto bene secondo me -, il progetto di legge che l'On.le Caveri ha presentato.
Il disegno di legge, naturalmente, dovrà essere sottoposto all'esame delle Commissioni della Camera dei Deputati e del Senato e infine all'approvazione delle Assemblee, in quanto è il Parlamento che approva la legge elettorale. Pertanto, i particolari di questo disegno di legge saranno sottoposti certamente ad un vaglio tecnico più appropriato e più approfondito.
Sembrava, a prima vista, che questi articoli riproducessero i precedenti analoghi articoli del Decreto Presidenziale del 1949 e della legge del 1954; è quindi sfuggito l'inserimento della eccezione, riguardante i medici, gli insegnanti ed i veterinari condotti.
Mi sono fatto scrupolo di chiedere al compilatore del disegno di legge quali fossero i motivi che avevano ispirato questa eccezione e mi è stato risposto che l'eccezione era stata fatta per consentire una più larga base all'elettorato passivo perché, evidentemente, la nostra Regione, per ragioni speciali, per la esigua popolazione, - centomila abitanti, non può offrire un largo strato elettorale passivo. Pertanto escludere questi dipendenti degli Enti locali, dei Comuni e della Regione (medici, insegnanti, ostetriche, veterinari condotti, ecc.), che sarebbero particolarmente qualificati, avrebbe significato impoverire sensibilmente l'elettorato passivo.
Ritengo però che, pure apprezzando questo intendimento di allargare l'elettorato passivo, quando si tratta di dipendenti degli Enti pubblici, di Comuni e della stessa Regione, noi possiamo introdurre una causa di incompatibilità ma non una causa di ineleggibilità.
Occorre quindi rivedere l'articolo 6. Per i Sindaci ed i Consiglieri comunali della Regione già è stato posto dall'articolo 8 il problema ed è stata stabilita per i Sindaci ed i Consiglieri dei Comuni la formula delle incompatibilità, per cui i Sindaci ed i Consiglieri comunali possono essere eletti e, se eletti, possono optare tra la carica di Sindaco e di Consigliere comunale e quella di Consigliere regionale.
Penso che si possa estendere questo sistema non soltanto ai medici, veterinari, ecc. ma anche a tutti gli altri dipendenti degli Enti pubblici sottoposti alla vigilanza della Regione e a quelli della Regione stessa.
Potranno, quindi, tali persone, se elette, decidere se rimanere Consiglieri regionali; in tal caso dovranno chiedere il collocamento in aspettativa e non esercitare più la funzione di dipendenti dei Comuni o della Regione, così come avviene per i Deputati al Parlamento.
Un Deputato al Parlamento che sia funzionario dello Stato è collocato in aspettativa per il periodo in cui deve svolgere le funzioni di Deputato; non è possibile essere contemporaneamente funzionario dello Stato e Deputato al Parlamento.
Qualche cosa di simile può essere stabilito anche per le categorie di persone in questione.
Ritengo però che queste considerazioni di ordine tecnico, sui limiti della ineleggibilità o della incompatibilità, non debbano impedire oggi al Consiglio di assumere quelle decisioni di fondo che oggi è chiamato ad esaminare.
Quindi, concordo con il Consigliere Montesano che vi sono degli emendamenti di ordine tecnico, ed anche non tecnico, da apportare. Ma tali emendamenti non investono la essenza politica e morale della decisione che noi dobbiamo assumere.
Proporrei, pertanto, che l'ordine del giorno proposto da me per il gruppo di maggioranza sia approvato dal Consiglio regionale, fermo rimanendo che seguiranno i suggerimenti, - che poi non sono di nostra competenza, - al presentatore della legge, per emendare in competente sede il disegno di legge stesso in conformità alle esigenze, che anche il Prof. Montesano ha illustrato.
Non è prescritto infatti che il Consiglio regionale sia chiamato ad esprimere il parere su tutti i dettagli tecnici del disegno di legge presentato.
Il Consiglio regionale è chiamato, ai sensi dell'articolo 16 dello Statuto, ad esprimere il parere sul disegno di legge nel suo complesso.
Ritengo infine che non potrebbe neanche il Parlamento approvare una eccezione così limitata e penso che si potrebbe definire la questione con una successiva piccola aggiunta all'ultima parte dell'ordine del giorno da me presentato: "... con gli emendamenti che al disegno stesso saranno successivamente comunicati, per quanto riguarda i casi di ineleggibilità e di incompatibilità".
Si potranno, in seguito, con maggior calma, esaminare tali aspetti della legge e trarne conclusioni che saranno comunicate alla Segreteria delle Camere".
Il Consigliere BONDAZ fa la seguente dichiarazione:
"Egregi Colleghi,
Io parlo contro l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Avv. Palmas per vari motivi.
Io sono sempre stato favorevole al sistema di legge maggioritario.
Ho preso parte in questa sala, dal 1947 in poi, a tutte le discussioni che si sono avvicendate a favore di un sistema od a favore di un altro sistema e sarebbe ora fuori luogo fare la storia delle discussioni che si sono qui fatte.
Attraverso questi anni ho avuto modo di constatare quante persone abbiano mutato la loro opinione in ordine a questo problema; d'altra parte in questo non c'è niente di male. Un filosofo contemporaneo ha scritto che "un uomo è veramente libero soltanto quando si trova nella possibilità di mutare opinione". Quindi è inutile ricordare gli argomenti che sono stati qui sostenuti pro e contro il sistema maggioritario od il sistema proporzionale.
Ma fra gli argomenti che sono stati sviscerati molte volte, ve ne sono due che mi sono sempre apparsi di grande importanza: quello secondo il quale lo strumento elettorale dovrebbe dare la possibilità concreta di una rappresentanza periferica in questa nostra piccola Regione e quello che riguarda il voto che gli elettori possono dare più alle persone che alle liste presentate dai singoli partiti.
Naturalmente bisogna essere obiettivi e riconoscere, attraverso tutta la dottrina di questa materia, che nessun sistema elettorale è perfetto, neppure quello proporzionale.
Proprio in questi tempi, guardandoci intorno, noi possiamo constatare che molte volte quelli che sono stati i più accesi proporzionalisti diventano i più accesi maggioritari nella formazione dei Governi e delle Assemblee parlamentari.
La verità, a mio modesto avviso, è una soltanto: o si discute dando importanza agli argomenti che sono particolarmente cari al sistema della partitocrazia ed allora, indubbiamente, il sistema proporzionale è un sistema che può dirsi il migliore sotto questo aspetto; ma se si vuole badare di più, come a mio avviso sarebbe giusto, alle necessità del Governo e dell'Amministrazione, - che poi costituiscono la politica delle cose concrete, - in tal caso, a mio parere, il sistema maggioritario è indubbiamente il metodo che si attaglia di più, specialmente a questa nostra piccola Regione.
Io non mi dilungherò molto, per non ripetere gli argomenti che ormai tutti conoscono, e voterò contro l'ordine del giorno anche perché non concordo nel merito, come è già stato rilevato dal Consigliere Prof. Montesano.
Non penso che si possa accedere all'aggiunta che è stata proposta all'ordine del giorno dal Consigliere Avv. Palmas, perché è indubbio che il parere che il Consiglio deve dare, secondo l'articolo 16 dello Statuto regionale, è un parere che investe sia la impostazione del sistema, sia, naturalmente, la proposta di legge in tutti i suoi particolari.
Questo è evidente, tanto è vero che quando il Governo ha, in passato, mandato in esame i progetti di legge sui quali il Consiglio doveva dare il parere, il Consiglio ha sempre fatto in primo luogo una discussione di carattere generale sui progetti stessi, per stabilire se era d'accordo sulla impostazione dei progetti di legge, e poi è sceso, evidentemente, ad esaminare nei particolari le singole norme dei progetti di legge.
Basterebbe leggere i verbali del precedente Consiglio per esserne convinti; tanto più che, - e questo lo dico proprio nell'interesse dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, - il parere deve essere completo e deve essere motivato, perché, altrimenti, vi sarebbe soltanto un parere sulla questione dell'impostazione generale e non sarebbe quindi completo.
Inoltre, da chi verrebbero proposti, in seguito, questi emendamenti? Ritengo che soltanto il Consiglio possa proporre tali emendamenti e non altri e, quindi, dovremo necessariamente fare ancora una discussione nel merito della legge.
Ricordo anch'io l'articolo 6 del disegno di legge e sono d'accordo con il Prof. Montesano.
Non sono d'accordo sulla questione di evitare un impoverimento dell'elettorato passivo, perché noi andremmo contro proprio a quella che è l'impostazione giuridica e, direi, costituzionale, che riguarda i casi di ineleggibilità ed i casi di incompatibilità: una cosa è l'ineleggibilità e altra cosa è l'incompatibilità.
D'altra parte, non si capisce perché si debbano fare delle eccezioni soltanto per determinate categorie di dipendenti e non per altre.
Io posso anche ammettere che i fini essenziali, per i quali io sono sempre stato d'accordo per il sistema maggioritario, - potrebbero essere raggiunti anche con il sistema proporzionale; però secondo me, bisognerebbe che questo sistema proporzionale non fosse il sistema proporzionale a collegio unico, ma quello a vari collegi circoscrizionali plurinominali".
Dopo avere illustrato gli scopi e i vantaggi del sistema elettorale a collegi circoscrizionali plurinominali, che consentirebbe una rappresentanza periferica per le varie zone della Valle d'Aosta, conclude proponendo l'approvazione del seguente ordine del giorno, di cui dà lettura:
"ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio regionale
fa voti
perché il Parlamento nazionale approvi per le elezioni del Consiglio della Valle una legge a scrutinio di lista e riparto proporzionale dei seggi col sistema dei collegi plurinominali sulla base di cinque circoscrizioni con assegnazione a ciascuna di esse di sette seggi con assorbimento completo dei seggi, così come si svolsero le elezioni regionali siciliane del 1951 e quelle sarde del 1953, in modo da assicurare la rappresentanza territoriale delle singole valli e zone economico-sociali".
Il Presidente della Giunta, MARCOZ, riferisce in merito al disegno di legge in esame, illustrando gli inconvenienti vari del sistema elettorale maggioritario, inconvenienti che risultarono particolarmente evidenti per quanto riguarda la rappresentanza nel precedente e nell'attuale Consiglio regionale, nei quali le minoranze non hanno potuto ottenere un adeguato numero di Consiglieri in rapporto al numero dei voti ottenuti nelle consultazioni elettorali.
Osserva che il principio della rappresentanza periferica in seno al Consiglio regionale potrebbe essere conseguito anche con una saggia composizione delle varie liste elettorali con il sistema proporzionale a collegio unico.
Rileva la opportunità di completare le norme degli articoli 4 e 5 del disegno di legge stabilendo il limite di tre anni di residenza in Valle e il limite di un anno di residenza in Valle rispettivamente per l'elettorato passivo e per l'elettorato attivo, in attuazione di quanto previsto al secondo comma dell'articolo 16 dello Statuto speciale della Regione.
Propone, d'intesa con il Consigliere Palmas, di completare in tal senso (limiti di residenza) l'aggiunta all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
Il Consigliere AILLON, a nome del Partito Liberale Italiano, dichiara di essere favorevole alla legge proporzionale, ma assolutamente contrario alle norme previste alla lettera e) dell'articolo 6 della proposta di legge all'ordine del giorno.
Il Presidente, FILLIETROZ, chiede al Consigliere Montesano se intenda ritirare il suo ordine del giorno, in seguito agli emendamenti aggiuntivi proposti dal Consigliere Palmas e dal Presidente della Giunta, Marcoz, (... con gli emendamenti che al disegno stesso saranno successivamente comunicati per quanto riguarda i casi di ineleggibilità e incompatibilità ed i limiti di residenza).
Il Consigliere MONTESANO prende atto della proposta di emendamenti aggiuntivi da apportare all'ordine del giorno della maggioranza relativamente alle questioni concernenti i casi di ineleggibilità e di incompatibilità ed i limiti di residenza in Valle d'Aosta.
Il Presidente, FILLIETROZ, rileva che sono da porre in votazione due ordini del giorno, di cui uno presentato dal Consigliere Palmas, d'intesa con i Consiglieri della maggioranza, e l'altro presentato dal Consigliere Bondaz.
Dà lettura dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Avv. Palmas e completato con le aggiunte concordate in sede di discussione, ordine del giorno che è del tenore seguente:
"CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio regionale
Constatato
che i risultati della consultazione elettorale del 17 maggio 1959 per l'elezione del Consiglio hanno ancora una volta posto in evidenza la sostanziale ingiustizia dell'attuale legge elettorale per la forma zione del Consiglio regionale ed hanno ulteriormente confermato la precisa volontà del corpo elettorale della Valle d'Aosta, - già chiaramente espressa nelle elezioni del 25 maggio 1958 -, di ottenere un sistema elettorale proporzionale, che consenta la partecipazione alla competizione, in condizioni di autonomia e di parità, di tutte le forze politiche della Regione,
fa voti
perché il Parlamento Nazionale - in conformità alla volontà della maggioranza del popolo valdostano approvi al più presto il disegno di legge per l'elezione del Consiglio della Valle a sistema proporzionale presentato alla Camera dei Deputati dall'On. Caveri, Deputato della Regione, con gli emendamenti che al disegno stesso saranno successivamente comunicati per quanto riguarda i casi di ineleggibilità ed incompatibilità ed i limiti di residenza".
Il Presidente, Fillietroz, pone ai voti per alzata di mano la proposta di approvazione del soprariportato ordine del giorno e di conseguente revoca della deliberazione consiliare n. 3 del 27-2-1959.
Procedutosi alla votazione, il Presidente accerta e comunica, che il Consiglio, con voti favorevoli ventotto e voti contrari sette (Consiglieri presenti e votanti: trentacinque), ha approvato l'ordine del giorno soprariportato e la conseguente revoca della deliberazione consiliare n. 3 del 27-2-1959.
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente, Fillietroz, dà lettura dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Avv. Bondaz e che è del seguente tenore:
"ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio regionale
fa voti
perché il Parlamento Nazionale approvi per le elezioni del Consiglio della Valle una legge a scrutinio di lista e riparto proporzionale dei seggi col sistema dei collegi plurinominali, sulla base di cinque circoscrizioni con assegnazione a ciascuna di esse di sette seggi, con assorbimento completo dei seggi, così come si svolsero le elezioni regionali siciliane del 1951 e quelle sarde del 1953, in modo da assicurare la rappresentanza territoriale delle singole valli e zone economico-sociali".
Il Presidente, Fillietroz, pone ai voti per alzata di mano l'approvazione dell'ordine del giorno di cui si tratta.
Procedutosi alla votazione, il Presidente accerta e comunica che il Consiglio, con voti contrari venticinque, voti favorevoli sette e tre astensioni dalla votazione (AILLON, MONTESANO e MASCHIO) non ha approvato il soprariportato ordine del giorno presentato dal Consigliere Bondaz.
Il Consiglio prende atto.
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Si dà atto che il Deputato valdostano, Avv. CAVERI, lascia la sala dell'adunanza consiliare.
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