Oggetto del Consiglio n. 3 del 27 febbraio 1959 - Verbale
OGGETTO N. 3/59 - PARERE DEL CONSIGLIO REGIONALE IN MERITO ALLA PROPOSTA DI LEGGE RECANTE NORME PER L'ELEZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA, PRESENTATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DALL'ON. CAVERI.
Il Presidente, PAREYSON, comunica che il Consiglio è chiamato ad esprimere, a sensi dell'art. 16 dello Statuto regionale, il proprio parere in merito alla seguente proposta di legge n. 34, recante norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, presentata alla Camera dei Deputati dall'On.le Deputato Avv. Caveri Severino, proposta di legge che è stata trasmessa in copia, con allegata relazione, ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
---
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Prot. n. 601 Roma, 5 febbraio 1959.
Signor Presidente,
il deputato Caveri ha presentato il 20 giugno 1958 la allegata proposta di legge n. 34, recante norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
La proposta è stata assegnata alla Ia Commissione permanente (Affari costituzionali).
Perché l'iter legislativo, così iniziato, possa proseguire, occorre il parere della Regione interessata, previsto dall'articolo 16 dello Statuto regionale, che La prego di provocare comunicandolo a questa Presidenza.
Mi è gradita l'occasione per esprimerLe, Signor Presidente, i sensi della mia migliore considerazione.
F.to G. Leone
Al Signor Presidente
del Consiglio Regionale
della Valle d'Aosta
AOSTA
---
CAMERA DEI DEPUTATI
PROPOSTA DI LEGGE N. 34
d'iniziativa del Deputato CAVERI
presentata il 20-6-1958
NORME PER L'ELEZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA VALLE D'AOSTA
Onorevoli Colleghi,
Prima delle Elezioni regionali del 1954, il Consiglio della Valle (il cui parere deve essere sentito in base allo Statuto) e la maggioranza dei Consigli comunali si dichiararono favorevoli al sistema proporzionale. La legge 26 settembre 1954, n. 863, stabilì un sistema maggioritario congegnato in modo tutto particolare, le cui conseguenze, contrarie ad una concezione veramente democratica della rappresentanza, si manifestarono durante le elezioni regionali del novembre del 1954.
In quelle elezioni, infatti, ad una lista che raccolse circa 21.000 voti vennero assegnati 25 seggi di consigliere, alla seconda, che ebbe circa 16.500 voti, vennero assegnati 9 seggi, mentre alla terza, che raggiunse circa 16.000 voti, venne assegnato un solo seggio!
Le elezioni regionali del 1954 dimostrarono in modo concreto ed evidente quali fossero le conseguenze aberranti di tale sistema elettorale.
Ogni Consigliere della prima lista venne eletto con 848 voti, ogni Consigliere della seconda lista con 1650 voti, mentre l'unico Consigliere della terza lista si trovò a rappresentare circa 16.000 voti.
Veniva così violato l'articolo 16 dello Statuto regionale, il quale prescrive che il Consiglio della Valle sia eletto a suffragio uguale.
D'altra parte si osserva che il sistema della proporzionale vige, sia nelle elezioni politiche della Camera dei Deputati, sia nelle elezioni delle altre tre Regioni a Statuto speciale, sia nelle elezioni dei Consigli comunali, aventi popolazione inferiore a 10.000 abitanti.
È evidente che non si può porre sullo stesso piano un Comune avente popolazione inferiore ai 10.000 abitanti ed una Regione con circa 100.000 abitanti, alla quale sono state assegnate e delegate, con legge costituzionale, importanti funzioni, che prima erano di competenza dello Stato.
Si rileva infine che, essendo votate a priori all'annientamento la terza lista e la quarta e le successive eventuali (anche se queste avessero in ipotesi poche centinaia di voti in meno), si rende necessaria una estrema concentrazione di liste, ridotte al numero di due, con conseguenti forzate alleanze, che determinano negli elettori un profondo disagio e che deformano e alterano l'espressione della volontà popolare, impedendo altresì a molti partiti la possibilità di una loro equa rappresentanza in Consiglio.
Tutto ciò si ripercuote in un immiserimento della vita politica regionale, determinato dalla preclusione di tutte quelle forze politiche, che non sono rappresentate nelle prime due liste.
Confida pertanto il proponente che gli Onorevoli Colleghi vorranno accogliere la seguente proposta di legge, determinando così uno sviluppo della democrazia nella Regione Valdostana. Ciò avverrà anche nell'interesse generale dello Stato, al quale non può giovare certamente che in una Regione a Statuto speciale la legge elettorale regionale stabilisca aprioristiche preclusioni da ogni rappresentanza.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta è eletto a suffragio universale con voto diretto, libero e segreto, attribuito con scrutinio di lista e rappresentanza proporzionale.
Ogni elettore dispone di un voto di lista ed ha facoltà di attribuire fino a tre preferenze nei limiti e con le modalità stabilite dalla presente legge.
Art. 2
Salvo quanto diversamente disposto dalla presente legge, per le elezioni dei consiglieri regionali si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, per l'elezione della Camera dei Deputati.
Per l'applicazione del citato testo unico, le parole "Camera dei Deputati", "Deputati", "Segreteria della Camera dei Deputati", si intendono sostituite rispettivamente con le seguenti: "Consiglio della Valle", "Consiglieri regionali", "Segreteria del Consiglio della Valle".
Art. 3
I comizi elettorali sono convocati con decreto del Presidente della Giunta regionale almeno 45 giorni prima della data fissata per le elezioni.
Lo stesso decreto determina anche la data della prima riunione del Consiglio regionale da tenersi non oltre il trentesimo giorno dalle elezioni.
I Sindaci dei Comuni della Regione danno notizia alla popolazione del decreto di convocazione dei comizi con appositi manifesti, i quali devono essere esposti almeno trenta giorni prima delle elezioni.
Art. 4
Sono ammessi a votare i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione.
Art. 5
Sono eleggibili a Consigliere regionale tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali di un Comune della Regione, che abbiano compiuto il venticinquesimo anno di età il giorno della elezione.
Art. 6
Non sono eleggibili:
a) i Deputati e i Senatori;
b) il Capo e il Vice Capo della Polizia;
c) i Capi di Gabinetto dei Ministri;
d) i Funzionari di Pubblica Sicurezza, i Magistrati, gli Ufficiali Generali Superiori delle Forze Armate dello Stato che esercitano le loro funzioni nella Regione;
e) coloro che ricevono uno stipendio o salario dalla Regione o da Enti, Istituti o Aziende dipendenti, sovvenzionate o sottoposte alla sua vigilanza nonché gli Amministratori di tali Enti e Istituti ed Aziende, eccettuati i Medici, gli Insegnanti, le Ostetriche e i Veterinari condotti;
i ) gli Ecclesiastici ed i Ministri di Culto che hanno giurisdizione e cura di anime e coloro che ne fanno ordinariamente le veci e i membri dei Capitoli e delle Collegiate.
Le cause di ineleggibilità non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate prima dell'accettazione della candidatura.
Art. 7
Sono altresì ineleggibili:
a) coloro che hanno il maneggio del denaro della Regione e non ne hanno reso ancora il conto;
b) coloro che hanno lite pendente con la Regione o che, avendo con essa un debito liquido, sono stati legalmente messi in mora;
c) coloro che si trovano nelle condizioni di cui all'articolo 9 e all'articolo 10 del testo unico della legge per l'elezione della Camera dei Deputati, intendendosi riferiti alla Regione, anziché allo Stato, i motivi di ineleggibilità indicati nell'articolo 10 predetto;
d) i Funzionari che devono invigilare sulla Amministrazione della Regione e gli impiegati dei loro uffici;
e) gli Amministratori della Regione e degli Istituti posti sotto vigilanza, responsabili tanto in linea amministrativa che civile.
Art. 8
La funzione di Consigliere regionale è incompatibile con quella di Sindaco e Consigliere dei Comuni della Regione. L'eletto nel Consiglio regionale che sia Sindaco o Consigliere di un Comune della Regione deve dichiarare alla Presidenza del Consiglio regionale, entro otto giorni dalla convalida delle elezioni, quale carica prescelga. Mancando la opzione si intende prescelta la carica di Consigliere regionale e l'eletto decade dalle altre funzioni. In caso di rinuncia il seggio vacante è attribuito al candidato che nella medesima lista segue immediatamente l'ultimo eletto.
Art. 9
Le liste, comprendenti ciascuna un numero di candidati non inferiore a 10 e non superiore a 35, devono essere presentate alla Cancelleria del Tribunale di Aosta da non meno di 100 e non più di 300 elettori, iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione.
Non si applicano le disposizioni degli articoli 14 e 15 del testo unico 30 marzo 1957, n. 361, relative al deposito dei contrassegni di liste presso il Ministero dell'Interno e quelle concernenti i delegati ed i rappresentanti di liste previsti dallo stesso testo unico.
L'Ufficio centrale circoscrizionale costituito presso il Tribunale di Aosta esercita le sue funzioni con l'intervento di tre Magistrati di cui uno presiede, nominati dal Presidente del Tribunale entro dieci giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi.
Art. 10
Le schede sono di carta consistente, di tipo unico e di identico colore, ed hanno le caratteristiche essenziali del modello descritto nelle tabelle A e B allegate al decreto del Presidente della Repubblica 8 gennaio 1949, n. 2.
Art. 11
Gli elettori di cui agli articoli 48 e 49 del testo unico 30 marzo 1957, n. 361, per la elezione della Camera dei Deputati, sono ammessi a votare nella sezione presso la quale esercitano le loro funzioni o nel Comune nel quale si trovano per causa di servizio, sempre che siano iscritti nelle liste elettorali di un Comune della Regione.
Art. 12
Ciascun elettore vota tracciando sulla scheda con una matita un segno di croce sul contrassegno corrispondente alla lista da lui scelta o comunque nel rettangolo che la contiene.
L'elettore può manifestare fino a tre preferenze esclusivamente per candidati della lista da lui votata.
Il voto di preferenza si esprime nei modi stabiliti e con le modalità previste dall'articolo 6 della legge 24 febbraio 1951, n. 84.
Art. 13
Il Tribunale di Aosta, costituito un Ufficio centrale circoscrizionale, entro ventiquattro ore dal ricevimento degli atti delle sezioni elettorali e con l'assistenza del Cancelliere:
1°) effettua lo spoglio delle schede eventualmente inviate dalle sezioni, osservando, in quanto siano applicabili, le disposizioni degli articoli 67, 68, 70, 71, 72, 73, 74, 75, del testo unico 30 marzo 1957, n. 361;
2°) determina la cifra elettorale di ogni lista e la cifra individuale di ogni candidato.
La cifra elettorale di lista è data dalla somma dei voti validi ottenuti da ciascuna lista nelle singole sezioni del collegio.
La cifra individuale è data dalla somma dei voti validi di preferenza riportati da ciascun candidato.
La cifra elettorale serve di base all'assegnazione del numero dei Consiglieri spettanti a ciascuna lista.
Tale assegnazione si effettua dividendo il totale dei voti validi riportati da tutte le liste per il numero dei Consiglieri da eleggere, ottenendo così il quoziente elettorale; nell'effettuare la divisione si trascura la eventuale parte frazionaria del quoziente. Si attribuiscono, quindi, ad ogni lista tanti seggi quante volte il quoziente elettorale risulti contenuto nella cifra elettorale di ciascuna lista. I seggi che non sono assegnati perché non è raggiunto il quoziente, sono attribuiti alle liste che hanno i maggiori resti.
In caso di parità di resti, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la minore cifra elettorale. A parità di quest'ultima si procede a sorteggio.
Stabilito il numero dei Consiglieri assegnato a ciascuna lista, l'Ufficio centrale determina la graduatoria dei candidati di ciascuna lista, secondo le rispettive cifre individuali.
Il Presidente, in conformità ai risultati accertati dall'Ufficio centrale, proclama eletti, fino alla concorrenza dei seggi cui la lista ha diritto, i candidati che, nell'ordine della graduatoria di cui al comma precedente, hanno riportato le cifre individuali più elevate e, a parità di cifra, quelli che precedono nell'ordine di lista.
Art. 14
Di tutte le operazioni dell'Ufficio centrale circoscrizionale è redatto, in duplice esemplare, il processo verbale, che, seduta stante, deve essere firmato in ciascun foglio e sottoscritto dal Presidente. dagli altri Magistrati e dal Cancelliere.
Nel verbale sono indicati in appositi elenchi i nomi dei candidati di ciascuna lista non eletti, nell'ordine determinato in conformità all'articolo precedente.
Uno degli esemplari del verbale, con i documenti annessi, e tutti i verbali delle sezioni, con gli atti e documenti ad essi allegati, devono essere inviati subito dal Presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale alla Segreteria del Consiglio della Valle, la quale ne rilascia ricevuta.
Il secondo esemplare del verbale è depositato nella Cancelleria del Tribunale.
Art. 15
Al Consiglio della Valle è riservata la convalida della elezione dei propri componenti.
Le proteste ed i reclami non presentati agli Uffici delle sezioni o all'Ufficio centrale circoscrizionale devono essere trasmessi alla Segreteria del Consiglio della Valle entro il termine di venti giorni dalla proclamazione degli eletti.
Il seggio che rimanga vacante per nullità dell'elezione di un Consigliere, e, durante il quadriennio, per qualsiasi causa anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella medesima lista segue immediatamente l'ultimo eletto.
Art. 16
Nella prima adunanza del Consiglio della Valle la Presidenza provvisoria dell'assemblea è assunta dal Consigliere più anziano di età; il più giovane funziona da segretario.
In detta adunanza e, ove risulti necessario, in quelle immediatamente successive, il Consiglio procede:
a) alla convalida dell'elezione dei Consiglieri;
b) alla elezione del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta.
Art. 17
Nella prima adunanza e in quelle successive, fino all'entrata in vigore del regolamento interno previsto dall'articolo 19 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta, saranno applicate, per la diramazione degli avvisi di convocazione del Consiglio regionale, per l'ordine delle discussioni e delle votazioni e per la polizia delle adunanze, le norme contenute negli articoli 235, 237, 290, 293, 294, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 304 del testo unico della legge comunale e provinciale 4 febbraio 1915, n. 148, in quanto risultino applicabili e non contrastino con le norme sancite dallo Statuto predetto.
Art. 18
Le spese per l'elezione del Consiglio regionale sono a carico della Regione.
---
Il Presidente, PAREYSON, comunica quanto segue: "Debbo dare comunicazione al Consiglio che ho ricevuto dal Sindaco della Città di Aosta la lettera di cui vi dò lettura:
"Nr. 3776 dal Palazzo Civico, 25-2-1959.
Ill.mo Sig. Geom. Enrico Pareyson
Presidente del Consiglio regionale
Valle d'Aosta
AOSTA
Per incarico ricevuto dal Consiglio comunale di Aosta, mi onoro trasmettere allegato, per la cortese attenzione e con preghiera di vivo interessamento, il testo della MOZIONE votata a maggioranza (21 favorevoli - 8 contrari - 1 astenuto) nella seduta del 24 febbraio corrente.
Seguirà copia del verbale della seduta, in via di stampa.
Confidando che la S.V. vorrà interporre i Suoi buoni ed alti uffici, al fine di appoggiare i desiderata espressi nel documento, distintamente si ossequia.
f.to Giulio Dolchi"
Segue stralcio della deliberazione n. 24, del Consiglio comunale di Aosta, concernente la mozione presentata dai Consiglieri Enrico Chantel, Giovanni De Vita, Monaya Carlo, Fortunio Palmas e Ottavio Vittone, richiedente un voto favorevole perché il Parlamento italiano approvi il progetto di legge per l'adozione del sistema proporzionale puro per l'elezione del Consiglio della Regione Autonoma Valle d'Aosta.
- Omissis -
IL CONSIGLIO COMUNALE
interpretando le aspirazioni e le tradizioni democratiche della cittadinanza aostana, e nella sua veste di massimo Consesso del Capoluogo della Regione Autonoma Valdostana,
ritenendo che non può estraniarsi dalla vita politica ed amministrativa della Valle e, quindi, dal sistema elettorale con cui sarà nominato il Consiglio regionale,
FA VOTI
affinché il Consiglio regionale in carica esprima il suo parere favorevole ed il Parlamento Italiano approvi il progetto di legge presentato dall'On. Caveri alla Camera dei Deputati, per l'adozione del sistema proporzionale puro per l'elezione del Consiglio della Regione Autonoma della Valle d'Aosta;
DELIBERA
a) di inviare copia del voto di questo Consiglio comunale a Sua Ecc. il Presidente della Repubblica, agli Ill.mi Sigg. Presidenti della Camera e del Senato, a Sua Ecc. il Presidente del Consiglio dei Ministri, all'Ill.mo Sig. Ministro degli Interni, agli On.li Capi Gruppo Parlamentari, al Presidente della Commissione legislativa, On.le Mario Scelba, a tutti gli On.li Componenti di detta Commissione, all'On.le Avv. Renato Chabod, Senatore della Repubblica, all'On.le Avv. Severino Caveri, Deputato al Parlamento, all'Ill.mo Sig. Prefetto Francesco Bilancia, Presidente della Commissione di Coordinamento, all'Ill.mo Sig. Presidente del Consiglio regionale, all'Ill.mo Sig. Presidente della Giunta regionale, ai Signori Consiglieri regionali;
b) data la solennità dell'argomento, di sospendere la seduta e di rinviare il proseguimento dell'ordine del giorno ad altra convocazione.
Omissis
Aosta, 24 febbraio 1959.
IL SEGRETARIO GENERALE IL SINDACO
f.to illeggibile f.to G. Dolchi"
Il Presidente, Pareyson, aggiunge quanto segue: "Debbo pure dare lettura al Consiglio della seguente lettera pervenuta alla Presidenza dall'Associazione Agricoltori della Valle d'Aosta, nonché della deliberazione del Consiglio di amministrazione della predetta associazione, allegata in copia alla medesima:
Prot. n. 045 Aosta, li 24-2-1959
Piazza Arco d'Augusto
Ill.mo Signor Geom.
Cav. Enrico Pareyson
Presidente del Consiglio regionale
Della Valle d'Aosta
AOSTA
Ill.mo Signor Presidente,
Compio il gradito incarico di trasmetterLe il Testo della Deliberazione assunta dal Consiglio di Amministrazione della "Association des Agriculteurs de la Vallée d'Aoste", addì 24-2-1959, riguardante la legge elettorale per la prossima elezione del Consiglio regionale, con preghiera di voler cortesemente recarla a conoscenza dei Signori Consiglieri nella prossima seduta del 27 febbraio 1959.
Colgo l'occasione per porgerLe, anche a nome dell'Associazione, i più rispettosi e distinti ossequi.
IL PRESIDENTE
f.to C. Bionaz
---
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Consiglio di Amministrazione della "Association des Agriculteurs de la Vallée d'Aoste" aderente alla Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti, riunitosi in Aosta alle ore 11 del giorno 24 febbraio 1959, ha adottato all'unanimità la seguente deliberazione:
"L'Association des Agriculteurs", nella imminenza delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Valle di Aosta;
A conoscenza che da parte di diverse Organizzazioni Politiche e Sindacali si sono avanzate richieste e mozioni per la modifica dell'attuale sistema elettorale per le elezioni del Consiglio della Valle;
A conoscenza altresì che è anche stata proposta l'adozione di un nuovo sistema elettorale secondo un disegno di legge presentato al Parlamento Italiano in data 20 giugno 1958 dall'Avv. Severino Caveri;
Conscio della propria responsabilità come Ente che rappresenta nella quasi totalità le categorie agricole della Valle, le quali costituiscono la maggioranza della popolazione della nostra Regione prevalentemente dislocata nelle valli laterali e nei villaggi periferici;
Consapevole che il sistema elettorale così detto maggioritario sin qui in vigore è l'unico che consente la rappresentanza dell'elettorato periferico nel massimo Organo Legislativo ed Amministrativo locale e permette la libera scelta da parte degli elettori dei propri amministratori all'infuori e al disopra di ogni schema di tendenza o di partito, ma al solo lume del valore dei candidati e della fiducia in essi riposta;
Fa voti
perché non venga mutato il sistema elettorale attualmente in vigore per la elezione del Consiglio Regionale della Valle di Aosta;
Delibera
di inviare all'Ill.mo Signor Presidente del Consiglio Regionale il testo della presente deliberazione pregandoLo di voler cortesemente portarla a conoscenza dei Sigg. Consiglieri, costituendo la stessa l'espressione più serena e ponderata delle determinazioni della maggioranza della popolazione valdostana.
Aosta, 24 febbraio 1959.
Il Consiglio regionale della'"Association des Agriculteurs" de la Vallée d'Aoste"
Il Presidente, Pareyson, comunica che da Parigi gli è pervenuto il seguente telegramma dal Comité d'Entente de l'Emigration Valdôtaine:
"Paris 26 février 1959 - Comité d'Entente Emigration Paris souhaite vivement approbation loi électorale proportionnelle - Respectueusement - Besenval".
Il Presidente, Pareyson, comunica, infine, che questa mattina, gli è pervenuto dall'Onorevole Caveri, Deputato della Regione, il seguente telegramma:
"Roma 26 febbraio 1959 - Impegnato da discussione e voto su dichiarazioni Governo, pregoLa considerare giustificata la mia assenza seduta di domani - Deferenti ossequi - S. Caveri".
Il Presidente, Pareyson, passando all'esame ed alla discussione, per il parere, del disegno di legge in questione, fa presente che ci si trova in presenza di un caso nuovo, non previsto dal Regolamento interno del Consiglio; per quanto riguarda, quindi, la procedura da seguire per la discussione del predetto disegno di legge, propone di attenersi, per analogia, alle norme del capo secondo del Regolamento interno del Consiglio regionale, relativo alle norme per la discussione dei progetti di legge e di regolamento ed in particolare all'articolo 57, che stabilisce quanto segue:
"nell'esame dei progetti, delle leggi, dei provvedimenti legislativi, precede una discussione generale sul complesso delle leggi e dei regolamenti; può però essere richiesta la discussione di ciascuna parte e per ciascun titolo del progetto; in tal caso il Consiglio decide per alzata di mano".
Il Presidente, Pareyson, fa presente che l'articolo 58 e seguenti del citato Regolamento interno concernono le modalità da seguire per la discussione generale e per la discussione dei singoli articoli del disegno di legge.
Il Presidente dichiara, quindi, aperta la discussione generale sul complesso del progetto di legge in esame, dando la parola ai vari Consiglieri, i quali dichiarano quanto segue:
BARMASSE: "Il sistema elettorale maggioritario ed il sistema proporzionale non hanno soltanto fra loro una differenza fondamentale, ma sono diametralmente opposti nei loro effetti.
Al sistema maggioritario si attribuisce il pregio di assicurare maggiore stabilità ad un Governo o ad un'Amministrazione, ma tale stabilità torna a vantaggio non degli amministrati, bensì, unicamente del partito che ottiene il maggior numero dì voti, rispetto agli altri, anche se questi, nel loro insieme, rappresentano la maggioranza degli elettori.
In un'Amministrazione eletta col sistema maggioritario, il partito che ha ottenuto l'esorbitante premio di maggioranza, concesso dalla Legge, domina in modo assoluto sull'Assemblea, può respingere col suo schiacciante numero di voti ogni proposta degli altri partiti, per buona che sia, mentre questi si trovano nell'impossibilità di opporsi ai provvedimenti della maggioranza, quando li ritengono imperfetti o faziosi.
E se un membro dell'opposizione desidera far approvare dall'Assemblea una sua proposta di valore indiscusso, cui nessuno osa opporsi, deve generalmente rinunciare alla sua paternità, lasciando che la maggioranza se ne attribuisca abusivamente l'iniziativa.
Ogni corrente di simpatia, che nasce naturalmente fra persone che lavorano insieme per lo stesso fine, indipendentemente dalla loro fede politica, se non viene distrutta, è messa a dura prova dai gesti di forza del partito che dispone del famoso premio di maggioranza.
È a questa situazione, favorevole soltanto ad un partito, che la legge maggioritaria dà stabilità; ma è una stabilità funesta, che non rispecchia la volontà degli elettori e non torna a loro vantaggio.
Un partito serve bene il Paese quando inserisce la propria attività e le proprie iniziative nel crogiuolo della libera discussione, in cui ogni altro partito può fare altrettanto, per trarne quei provvedimenti che meritano l'unanime approvazione.
Senza l'incubo della valanga di voti a disposizione di una maggioranza spesso fittizia, non si ha il deprimente senso di inutilità di ogni nostra iniziativa e si lavora con maggiore serenità e maggior impegno.
Ebbene, cari Colleghi, tutto ciò si ottiene in una amministrazione eletta col sistema proporzionale, che dà a tutti i voti ugual valore e ad ogni partito una rappresentanza corrispondente alla entità numerica dei voti ottenuti.
Se il divario del numero dei seggi assegnati ad ogni partito non è eccessivo, è maggiore la probabilità di successo di ogni proposta giusta ed onesta e la possibilità che la forza del ragionamento e della buona volontà prevalgano.
Più che ad un sistema elettorale sorpassato, precisamente per le situazioni paradossali a cui dà luogo, noi dobbiamo chiedere la stabilità dell'amministrazione ad un atteggiamento di maggior fiducia e di migliore spirito di comprensione fra i suoi membri.
Il Consiglio regionale Siciliano, in cui la discriminazione è stata abbandonata, per ottenere la unione di tutte le forze nel grave compito di servire e difendere i reali ed impellenti interessi regionali, avrà certamente più stabilità e più efficacia di quanto ne abbiano le amministrazioni dove il prevalere di un partito è puntellato con mille mezzi, più o meno illeciti, compreso il ricorso alla legge maggioritaria.
Per la Valle d'Aosta il chiedere la legge maggioritaria sarebbe attribuirci da noi stessi un complesso d'inferiorità, come si è fatto cinque anni or sono chiedendo per la nostra Regione quella legge elettorale che per tutte le altre Regioni autonome, per le Camere e per tutti i maggiori Comuni, è stata scartata per far posto alla proporzionale.
Chiedere la legge maggioritaria o un suo facsimile significherebbe mettere la Regione al piano di un piccolo Comune e, quel che è peggio, voler mantenere un'artificiosa distanza con gli altri partiti col proposito di assumere nei loro confronti un atteggiamento di egemonia.
Pronunciarci oggi a favore della legge maggioritaria vuol dire rivelare a tutti i nostri elettori sifatti intendimenti e dimostrare loro che vogliamo iniziare la prossima legislatura con un atto di sopraffazione che tutti i cittadini coscienti ed onesti condannerebbero, perché altera gravemente il giusto valore che la legge costituzionale conferisce al loro suffragio.
Il partito che domanda la legge maggioritaria fornisce perciò ai suoi avversari un'arma affilatissima per la futura lotta elettorale.
Votando invece all'unanimità in favore della legge proporzionale, compiremo un gesto di onestà, daremo una prova evidente di concordia e di maturità politica e permetteremo ad ogni partito di presentarsi da solo ai suoi elettori, con la possibilità di ottenere un'adeguata rappresentanza al Consiglio regionale, senza ricorrere ad alleanze con altri partiti.
Tali alleanze si rendono necessarie e possono anche mantenersi unite e compatte laddove sorge e permane la comune necessità di fronteggiare un tentativo di ingiusto ed artificioso predominio.
Egregi Colleghi, ho la ferma convinzione, e ve lo dico con franchezza, che l'adozione della legge elettorale proporzionale conviene oggi a tutti indistintamente i partiti rappresentati in questa Assemblea, perché il pericolo di dover cozzare contro il fortilizio costituito dall'eccessivo premio di maggioranza consentito dalla vecchia legge incombe in misura uguale su ognuno di essi.
Vi faccio, pertanto, una fervidissima esortazione, ispirata al bene della nostra Valle e al desiderio di veder regnare in essa un po' di armonia e di concordia: - Votiamo tutti tranquillamente per la legge elettorale proporzionale".
FERREIN: "Fin dall'inizio sono stato favorevole alla legge maggioritaria e oggi ancora, malgrado tutte le più o meno buone ragioni prospettate dal collega Barmasse, sono favorevole alla legge maggioritaria e voterò per tale legge, anzitutto perché nel Consiglio, come ho avuto più volte occasione di rilevare, anziché fare della semplice amministrazione, si fa della politica.
Io credo che nessuno dei componenti il gruppo di Valdostani che si recò a Torino, nel lontano 1945, e che fu ricevuto dall'On.le Parri, - fra i quali vi era anche il collega Savioz -, nel richiedere la concessione dell'autonomia per la Valle di Aosta, aveva in mente uno scopo politico, ma pensava soltanto alla possibilità di realizzare, attraverso l'autonomia, il benessere della popolazione valdostana.
Ritengo quindi che ognuno di noi, nel pronunciarsi sulla questione della legge elettorale, debba tenere presente che tutto deve essere visto in funzione degli interessi superiori dell'autonomia della Valle d'Aosta e che, conseguentemente, il sistema elettorale debba essere studiato in relazione alle particolari condizioni della nostra Valle, le quali sono diverse da quelle della Sicilia e del Trentino-Alto Adige.
Il sistema maggioritario è, secondo me, l'unico sistema che stabilisce uno stretto contatto fra amministratori e amministrati. Ricordo quanto detto in proposito da un autorevole membro del primo Consiglio regionale:
" " a) che il sistema proporzionale, atto a consentire che tutte le tendenze possano essere rappresentate in seno al Consiglio, costituisce un ingiusto e antidemocratico vincolo alla libertà di scelta dell'elettore, in quanto lo costringe, praticamente, a scegliere i candidati fra un numero ristretto di persone designate, non già dalla volontà o dalla fiducia popolare, ma bensì dalle locali segreterie dei partiti;
b) che il sistema maggioritario, mentre offre all'elettore la possibilità di scegliere liberamente nelle varie liste i candidati che si ritengono più idonei, consente, peraltro, l'esclusione delle minoranze dal Consiglio.
Questo Consiglio regionale, tenuto conto delle particolari necessità ed esigenze della situazione locale, nonché della limitata estensione territoriale della Valle d'Aosta e del prevedibile limitato numero, per ciascuna lista, dei candidati idonei e preparati alle importanti funzioni cui è chiamato il Consiglio regionale, ha ravvisato opportuno di approvare e di chiedere, come via di mezzo fra i due sistemi anzidetti, l'adozione di un sistema misto, che dei due sistemi stessi ha i pregi e che ne elimina, o quanto meno ne tempera, le varie manchevolezze, dando al tempo stesso agli elettori una più ampia libertà di scelta dei candidati, nonché alle minoranze la possibilità di essere rappresentate in seno al Consiglio regionale.
Tale sistema consiste, praticamente, come appare dagli articoli 15 e 17 del progetto di legge, nell'adozione del principio maggioritario per le votazioni, con salvaguardia della libertà di scelta dei candidati da parte degli elettori, e del principio proporzionale agli effetti dello scrutinio e della ripartizione dei seggi, con salvaguardia della rappresentanza delle minoranze in seno al Consiglio regionale " ".
Altri colleghi parleranno pro e contro il sistema maggioritario; personalmente io resto favorevole alla elezione del Consiglio regionale con il sistema maggioritario, essendo questo il sistema che più si avvicina alla mentalità degli elettori valdostani.
J'ai toujours opté pour le majoritaire et je continue à être de cet avis, car je suis persuadé que c'est seulement avec un Conseil qui ait effectivement une majorité que l'on peut travailler pour le bien de la Vallée d'Aoste, comme font toujours fait jusqu'à maintenant les divers Conseils qui se sont succédés à l'Administration régionale, bien qu'ils aient été élus avec le système majoritaire.
Si nous jetons un regard sur le travail accompli par les précédentes Administrations il ne me résulte pas en effet que des injustices ou des abus aient été commis par ces Administrations. C'est donc pour cela que je suis vraiment convaincu que le meilleur système pour la Vallée d'Aoste est bien toujours celui de la loi majoritaire".
MANGANONI: "L'articolo 16 dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, che sancisce la nostra autonomia, dice: "Il Consiglio della Valle è composto di 35 Consiglieri eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto, secondo le norme stabilite con legge dello Stato, sentita la Regione".
Voglio attirare l'attenzione del Consiglio sulle parole "sentita la Regione" nel citato articolo.
L'8 novembre 1948, con deliberazione 117, il Consiglio regionale, ad unanimità di voti, salvo la astensione di un Consigliere, approvava un progetto di legge elettorale denominato "Thomasset", dal nome del Consigliere che l'aveva proposto.
Detto progetto di legge, permettendo la assegnazione del voto a candidati di diverse liste, ne prevedeva il conteggio e l'assegnazione dei seggi in base ai principi del sistema proporzionale.
Il Governo centrale di allora, tenendo in nessun conto le richieste della Regione, imponeva alla Valle una legge elettorale maggioritaria con il seguente risultato: una lista, col 39% dei voti, otteneva 28 seggi.
Delle altre tre liste, due venivano totalmente escluse da ogni rappresentanza in Consiglio e la terza si vedeva assegnati 7 seggi.
Il 29 luglio 1953 il Consiglio prendeva nuovamente in esame la questione della legge elettorale e 17 Consiglieri si pronunciavano per il sistema proporzionale, 8 erano contrari ed uno si asteneva.
Cinquantadue Sindaci su 74, rappresentanti l'80% degli abitanti della Valle, firmavano una petizione richiedente una legge elettorale proporzionale.
Anche in questa occasione, il Governo democristiano di Roma teneva in nessun conto il parere sia del Consiglio sia dei Sindaci ed imponeva nuovamente alla Valle d'Aosta il sistema maggioritario.
Energiche proteste abbiamo sollevato allora contro questa imposizione governativa, che riduceva la nostra Valle al livello di un Comune di 10.000 abitanti, perché solo nelle elezioni amministrative in detti Comuni si usa oggi il sistema maggioritario.
Vane sono state le nostre proteste e la Valle ha subìto un inqualificabile sopruso governativo che voi stessi, Consiglieri democristiani, avete sollecitato.
Ci dobbiamo stupire di questa aperta violazione del nostro Statuto speciale, di questo Statuto che fa parte della Costituzione della Repubblica Italiana?
No, se pensiamo che i governanti di Roma, che da dieci anni detengono il potere, da dieci anni non rispettano e non applicano, non solo il nostro Statuto, ma la stessa Costituzione.
Ed infatti, sia l'articolo 16 del nostro Statuto sia l'articolo 48 della Costituzione affermano che "il voto è personale ed uguale, libero e segreto".
Voglio sottolineare la parola UGUALE.
Ora, nell'attuale Consiglio la lista democristiana, con il 40% dei voti, si è accaparrato il 70% dei seggi.
I 25 Consiglieri democristiani sono stati eletti con 900 voti circa ciascuno, quelli di sinistra con 1900 voti ciascuno e l'unico Consigliere dell'Union Valdôtaine con 15.000 voti.
In altre parole, il voto dell'elettore democristiano conta il doppio, cioè quanto due voti dell'elettore di sinistra, e 17 volte di più del voto dell'elettore dell'Union Valdôtaine.
Anche sforzandosi di addomesticare per proprio uso la logica ed il buon senso, non è possibile affermare che l'uguaglianza del voto dell'elettore, prevista dalla Costituzione e dal nostro Statuto, sia rispettata.
Salvo che voi democristiani non vogliate attribuire alla parola uguale il medesimo valore attribuito da quel salumiere che poneva in vendita del salame confezionato con carne di cavallo e di allodola e che, alla domanda di un cliente se la proporzione di carne insaccata fosse esattamente uguale, rispondeva: ma naturalmente, perché in ogni partita di salame vi è la carne di un cavallo e di una allodola.
Mi potete rispondere che è questione di opinione; sì, quella del salumaio.
È certo che le opinioni possono essere diverse e voi sostenete anche le più assurde, se queste vi permettono di ottenere fraudolentemente ciò che altrimenti non potreste ottenere.
Ed è solamente in seguito alla frode elettorale che voi democristiani vi siete impadroniti del Governo regionale; per quattro anni avete fatto quello che avete voluto, avete ignorato i pareri della ridotta opposizione (dieci contro venticinque), vi siete comportati come coloro che affermano "il padrone sono me"; la "palude" ha sempre funzionato da servile macchina a votare.
Questa è la vostra "democrazia", la "democrazia" che avete imposto alla Valle d'Aosta.
Così voi, rappresentanti auto-nominati di una minoranza etnica, - che grazie alla lotta ed al sangue dei migliori figli della Valle ha ottenuto il suo riconoscimento e la sua autonomia, - avete escluso dal Governo, che deve amministrare questo piccolo popolo, i veri rappresentanti di questo popolo.
Conoscendovi, debbo ammettere che questo ed altro ci si può aspettare da voi.
Il vostro rispetto per la personalità degli operai e dei contadini, dei lavoratori valdostani è illustrato in modo sufficientemente chiaro dal giornale clericale "Le Pays Aoste", che anni addietro pubblicò un articolo intitolato: "LA REFORME DU SYSTEME ELECTORAL" articolo che ho già avuto occasione di portare a conoscenza del Consiglio.
Giudico però necessario rinfrescare la memoria, in certe occasioni volutamente labile, dei colleghi democristiani, rileggendone alcuni passaggi:
"PAYS D'AOSTE - 1er novembre 1952 - n. 1134
LA REFORME DU SYSTEME ELECTORAL
? Depuis longtemps nous nous demandons si l'égalité de valeur attribuée au vote d'un illettré, tout comme à celui d'un journaliste, d'un politicien est marquée au coin de la sagesse politique administrative.
Quoi, le vote d'un berger de la Maremme, qui ne sait pas compter jusqu'à cent, qui ne connait pas les lettres de l'alphabet, a, chez nous, la valeur du vote du Président de la République Einaudi, du Président du Conseil De Gasperi?
Est-ce raisonnable?
? C'est donc le suffrage universel qui est défectueux. Faut-il l'abolir? Non! Car il est bon de former le peuple à la vie publique, à le rendre capable de juger sainement d'ans un référendum. Que faire donc? Il faut graduer le vote, c'est-à-dire accorder un vote aux illettrés, aux incapables qui ne savent que tirer un trait sur le signe; accorder deux votes à ceux qui ont fait les cours élémentaires; trois votes à ceux qui ont conquis un titre; quatre à ceux qui ont rempli des charges publiques importantes et ainsi de suite, si l'on croit de graduer encore davantage le vote.
Telle est la réforme qu'il faut introduire pour ne pas exposer le pays à des surprises redoutables, à la possibilité d'une ruine".
Voi mi direte che questa edificante prosa è stata tolta da qualche gazzettino del secolo scorso.
Nossignori, è stata pubblicata sul "Pays d'Aoste" del 1° novembre 1952.
Chiaro, no? Se ad un pastore, ad un contadino, ad un lavoratore, viene assegnato un voto, coloro che hanno rivestito cariche pubbliche, cioè "l'élite", avrebbero diritto a quattro voti.
Naturalmente, et ça va sans dire, l'élite sareste voi, il diritto a quattro voti sarebbe riservato a voi democristiani, mentre a noi, contadini ed operai, a noi lavoratori sarebbe riservato un solo voto ed in più magari il diritto di ossequiarvi; "bacio la mano a Vossignoria", direbbero a Napoli.
L'insegnamento del "Pays d'Aoste", non è caduto nel vuoto.
Vi siete dimostrati degli ottimi discepoli; anzi, avete superato gli stessi maestri.
Siete stati più clericali dei clericali del "Pays d'Aoste". Infatti, mentre costoro proponevano di graduare il voto da uno a quattro... et ainsi de suite... voi l'avete graduato da uno a 17, perché tale è il rapporto fra i 900 voti conseguiti dal Consigliere democristiano ed i 15.000 ottenuti dal Consigliere dell'Union Valdôtaine.
È forse difficile manifestare un maggior disprezzo per l'elettore delle nostre campagne.
Da quando i Consiglieri socialisti e comunisti siedono su questi banchi, cioè da quando è stato riconosciuto alla Valle d'Aosta il diritto ad una Amministrazione autonoma, non ci siamo stancati di sostenere la necessità che gli elettori siano equamente rappresentati in questo Consesso, anche i partiti, le correnti ed i movimenti che rappresentano una minoranza.
Se noi, minoranza nella grande famiglia della Repubblica Italiana, rivendichiamo il riconoscimento dei nostri diritti, come possiamo negare la rappresentanza in questo Consesso alle minoranze di casa nostra?
A questa grave violazione dei diritti dei Valdostani ha voluto rimediare il Deputato che alla Camera rappresenta la nostra Valle, proponendo una legge elettorale proporzionale che metta termine al furto dei voti e permetta a tutte le liste di essere rappresentate in Consiglio in base al numero dei voti riportati.
Penso sia dovere del Consiglio di esprimergli la nostra gratitudine; non solo, ma di confortare l'azione del nostro Deputato con il voto unanime in favore del progetto di legge.
A tal fine, presento il seguente ordine del giorno. chiedendo che venga messo ai voti al termine della discussione:
IL CONSIGLIO REGIONALE
considerato, alla stregua della esperienza fatta nelle elezioni regionali del 1949 e del 1954, che soltanto il sistema proporzionale può consentire una libera e democratica competizione elettorale, assicurando la possibilità a tutti i gruppi politici, grandi e piccoli, di presentarsi all'elettorato con il proprio programma ed il proprio emblema e di ottenere un numero di seggi corrispondente al numero dei voti ottenuti e l'elezione degli uomini migliori di ciascuna lista indicati con il sistema delle preferenze;
considerato che il 25 maggio 1958 la maggioranza assoluta del popolo valdostano si è pronunciata per il sistema proporzionale, espressamente presentato come caposaldo del programma dei due parlamentari eletti;
esprime parere favorevole alla proposta di legge di iniziativa del deputato valdostano On. Caveri".
Madame PERRUCHON Veuve CHANOUX: "Au nom de seize mille électeurs que je représente au sein du Conseil, c'est à dire presque le 30% de l'électorat, je demande que le Conseil se prononce en faveur de la proposition de loi présentée au Parlement par le Député Avocat Caveri, prévoyant le système proportionnel.
La majorité de la population valdôtaine s'est d'ailleurs clairement prononcée à cet égard,
premièrement: par la voix des Conseillers régionaux de l'Union Valdôtaine et des partis de gauche qui représentent le 60% de la population;
deuxièmement: par la voix des deux Parlementaires qui représentent également la majorité de la population.
D'autre part, l'on peut dire que la majorité de la population elle-même s'est prononcée directement pour la proportionnelle, vu qu'elle a élu les candidats qui avait inclu la loi proportionnelle dans leur programme électoral.
La proportionnelle a été accordée à tous les autres italiens. Les autres Régions Autonomes et même les Communes de 10.000 habitants ont la proportionnelle.
Pourquoi veut-on la refuser aux Valdôtains, quand ceux-ci la demandent également?
Nous devons choisir la loi électorale qui nous donne la possibilité de défendre l'autonomie régionale.
La majoritaire a eu comme résultat de bannir presque complètement du Conseil de la Vallée les représentants du Mouvement Régionaliste Valdôtain.
Selon les voix obtenues aux élections de 1954, l'Union Valdôtaine aurait dû avoir une dizaine de Conseillers à la Région; avec l'application de la majoritaire, elle n'en a qu'un seul.
Dans ces conditions, l'insistance à vouloir imposer la majoritaire à la Vallée d'Aoste ne peut être interprétée que comme une action anti-autonomiste et anti-Valdôtaine".
DUJANY: "Je suis convaincu qu'en matière de systèmes électoraux c'est le principe de la rélativité qui domine et que, par conséquent, il n'existe pas un système électoral idéal auquel on puisse se reporter pour évaluer le grade et la quantité de démocraticité d'un système électoral.
Je ne pourrai dire rien de nouveau sur cette question car elle a déjà été très discutée et ce sont toujours les mêmes arguments qui se répètent, comme également la proposition de loi, sur laquelle nous devons donner notre avis, n'a rien d'original. En effet, lorsque Monsieur Manganoni est intervenu, j'avais sous les yeux la discussion faite en 1953 et j'aurais pu presque avancer totalement les arguments qu'il avait déjà portés alors, y compris l'article du "Pays d'Aoste".
Il n'y a rien d'original au projet de loi qui a été présenté par Monsieur Caveri au Parlement, car ce n'est, ni plus ni moins, que la copie exacte du projet de loi qui a été présenté au Parlement en 1952 par les communistes Scarpa, Paietta et compagnie.
Personnellement, je trouve que le majoritaire a deux qualités essentielles: il est simple et très compréhensible et il laisse la possibilité à l'électeur de donner son vote aux personnes auxquelles il a confiance, indépendamment du parti et de la liste auxquels elles appartiennent. Il garantit une minorité et donne la possibilité à la majorité de travailler avec une certaine tranquillité sans coups de force et sans surprises.
Voyons en quoi consiste ce système, car je crois qu'il y a beaucoup de confusion dans la question des systèmes électoraux. Le système majoritaire ne consiste pas à donner une prime à la liste qui a le plus de voix; il consiste plutôt dans la possibilité pour l'électeur de donner son vote à différentes personnes qui se trouvent dans différentes listes, indépendamment des partis politiques auxquels elles appartiennent. L'électeur est ainsi libre d'exprimer son vote, sans être limité à choisir dans une seule liste.
Les trente-cinq personnes qui auront recueilli le plus grand nombre de voix seront élues; par conséquent le vote est donné aux personnes et non à la liste et ceci est essentiellement l'esprit du système majoritaire.
Le système proportionnel en quoi consiste en pratique? Comment l'électeur exprime-t-il son vote avec ce système? Ce système oblige l'électeur à choisir un symbole politique, à exprimer une idée politique, à indiquer ses préférences et à les écrire matériellement en choisissant seulement parmi les personnes qui se présentent sous ce symbole.
Il en dérive que, en Vallée d'Aoste où l'on se connait personnellement ou par entendu dire, l'électeur, même s'il n'a aucune idée politique, est cependant obligé de donner son vote à un symbole politique et n'a pas la possibilité de choisir les personnes à son gré.
Ainsi, en supposant qu'il y ait quatre listes et que l'électeur veuille voter un démochrétien, un communiste et un unioniste, il ne peut le faire.
La possibilité de choix est, pour moi, une des caractéristiques positives du système majoritaire.
Certains affirment que seul le système proportionnel est démocratique; moi je soutiens que ce n'est pas vrai.
Comme je l'ai dit auparavant, selon moi il n'existe aucun système électoral idéal, sinon il aurait déjà été adopté partout et des grandes discussions auraient été évitées, en particulier chez nous en Vallée d'Aoste.
Nous avons des exemples qui prouvent que le système proportionnel n'est pas démocratique. Examinons la question du Conseil communal d'Aoste; les groupes les plus importants sont deux: communistes 16 conseillers; démochrétiens 15 conseillers. Mais qui est-ce qui en réalité domine la situation? C'est l'Union Valdôtaine avec ses 4 conseillers, car elle peut faire en sorte que ce soient les communistes ou les démochrétiens qui gouvernent la Commune, selon si elle donne son appui à l'un ou à l'autre des deux groupes. C'est donc une minorité qui commande et non pas la majorité.
Vous voyez donc que la démocratie est bien relative!
J'ajouterai qu'au Conseil communal d'Aoste, qui a été élu avec le système proportionnel - il n'y a qu'un Conseiller sur quarante qui représente les différentes villages de la Commune; ce qui prouve que le système proportionnel n'est pas un système idéal.
Je suis par conséquent de l'avis que le système majoritaire est encore le meilleur, car il permet à l'électeur de voter des personnes en qui il a confiance et qui, selon lui, seront de bons administrateurs.
Nous avons deux exemples: la France peut nous enseigner quelque chose dans le passé, l'Italie nous enseigne quelque chose aujourd'hui.
Je pense que le Conseil régional, au lieu de faire de grandes discussions et de prononcer de grandes belles paroles, devrait plutôt se préoccuper de travailler sérieusement pour améliorer la situation économique et sociale des populations".
DIEMOZ: "Signori Consiglieri,
poiché ognuno di noi ha il dovere di esporre con obbiettività e disinteresse il suo punto di vista sull'argomento in esame, argomento dal quale dipende la futura sorte della nostra cara Valle, non credo di suscitare ironia di pretesa al cadreghino nel manifestare la mia modesta opinione, ponendo in dubbio e ribadendo un concetto che ritengo di capitale importanza.
Mentre oggi il nostro Consiglio offre una vasta gamma di rappresentanti di ogni ceto sociale, - e cioè dal laureato al diplomato, dall'industriale al commerciante, dall'impiegato all'operaio, dall'artigiano al contadino, - non vedo nel sistema proporzionale tale possibilità di successo; anzi con tutta probabilità correremmo il rischio di vedere estromessi i portavoce per la difesa dei problemi inerenti alle necessità delle valli laterali, delle popolazioni più bisognose e meno abbienti.
Respingendo, quindi, le accuse che ci vengono rivolte, non credo con questa mia legittima asserzione di peccare di rispetto e onestà nei confronti del corpo elettorale e tanto meno di creare un'atmosfera di inganno, discordia e truffa, allorquando (e questo pensiero credo sia condiviso anche dai colleghi della minoranza) ognuno di noi custodisce nell'animo un solo desiderio e, precisamente, quello di eleggere un complesso di amministratori concordi, esperti, capaci e degni della missione che viene loro affidata e per la quale formulo voti sinceri che la nostra cara Valle possa ricavare sempre maggiori successi e ottenere ulteriore benessere".
NICCO GIULIO: "Signori Consiglieri,
come vecchio Consigliere, e per l'esperienza fatta, desidero portare il mio modesto contributo a questa discussione.
L'importanza del voto che oggi siamo chiamati a dare sulla proposta di legge elettorale presentata alla Camera dall'On.le Caveri esula dall'ordinaria amministrazione per assurgere ad una importanza politica di fondo, che interessa ed è sentita da tutto l'elettorato valdostano.
Se democrazia non fosse parola vana, l'esito della votazione non dovrebbe essere dubbio, perché la maggioranza dei Valdostani si è pronunziata nettamente con una maggioranza assoluta per la legge proporzionale attraverso il responso della recente consultazione elettorale politica, in quanto era il caposaldo del programma elettorale dei nostri due parlamentari. Non dimentichiamo neppure che solo con l'attuale legge truffa siete maggioranza ed è per questo che chiediamo la proporzionale.
Se veramente, Signori della maggioranza, siete dei democratici, rispettate la volontà degli elettori.
Non voglio tediarvi nell'accennare a tutti i progetti che sono stati discussi in questo Consesso, dall'inizio della nostra Autonomia.
Vi leggerò, però, l'intervento della compianta ed indimenticabile nostra compagna Ronc Désaymonet, nella seduta del 30 gennaio 1953, che costituisce una specie di testamento politico che dovrebbe far riflettere noi uomini, e soprattutto voi della maggioranza, prima di esprimere il nostro voto:
" "Dichiaro, e ve ne siete tutti accorti, che non sono affatto una donna politica e meno ancora una donna matematica; non mi rendo conto, perciò, in quali meandri insondabili si sia rifugiata la nostra legge elettorale e meno ancora capisco questi calcoli misteriosi e miracolosi che fanno assegnare una maggioranza di seggi ad un partito o a un gruppo di partiti che hanno una minoranza di voti e che, invece, fanno assegnare una minoranza di seggi ad un gruppo di partiti, i quali, in realtà, hanno una maggioranza di voti.
Io, per la mia incompetenza, mi rifiuto di sondare questi motivi, anche perché, - scusate l'espressione che non sta bene sulla bocca di una donna -, questi metodi mi ripugnano, come ripugnano alla maggioranza della popolazione valdostana, di questa popolazione valdostana che io ho l'onore e la fierezza di rappresentare unitamente a tutti voi, di questa popolazione valdostana che conosco profondamente e che so essere semplice, onesta, amante della giustizia, e soprattutto, tanto riflessiva, tanto logica e tanto conseguente.
Io, a nome appunto di una parte di questa popolazione valdostana, protesto energicamente e, direi, vibratamente contro questo sistema elettorale che calpesta i diritti delle popolazioni, che deturpa, che falsa le loro aspirazioni, le loro intenzioni e che, soprattutto, insulta quella fede e quella fiducia che la maggioranza degli elettori aveva posto nelle persone che erano state elette.
Protesto anche come insegnante, perché come faremo noi ad insegnare ai nostri giovani, - sia nelle famiglie, sia nelle scuole, sia anche nei cantieri, - l'amore dell'onestà, se noi stessi, amministratori di questa popolazione, diamo il doloroso esempio della disonestà, della insincerità, dell'astuzia elevata a sistema?
Francamente, se noi continuiamo di questo passo, sarà per noi il marchio della vergogna, ma il marchio della vergogna non bollerà i Consiglieri del gruppo della minoranza, perché questi Consiglieri della minoranza si sono battuti e si batteranno ancora duramente ed eroicamente, se occorrerà, affinché alla nostra popolazione valdostana sia data, attraverso una legge elettorale onesta, la possibilità di votare con giustizia e con onestà.
Voti onesti, e la parola è persuasiva; voti eguali per tutti, e la parola è pure molto persuasiva" ".
Né voglio seguire l'Avvocato Tubère nel suo intervento al Consiglio comunale di Aosta, basato essenzialmente in un attacco personale all'On.le Caveri solo perché, in un lontano passato, si era pronunziato per il sistema maggioritario che, per esperienza, ha ora ritenuto giustamente errato.
Vorrei però ricordare all'Avv.to Tubère che errare è umano ma persistere nell'errore è diabolico.
Nel Consiglio comunale di Aosta, che rappresenta circa 1,2 dell'elettorato della Valle, la D.C. è rimasta completamente isolata: tutti i partiti si sono pronunziati per la proporzionale, compreso il MIS, ed il rappresentante del P.L.I. si è astenuto. Dello stesso avviso sono anche la CGIL e il SAVT (Sindacato Autonomo Valdostano Travailleurs).
Stamane però abbiamo sentito la voce discorde degli agricoltori della Valle d'Aosta attraverso al loro Consiglio di amministrazione; - noi non ce ne stupiamo perché sappiamo da chi è formato questo Consiglio di amministrazione.
DUJANY: "Come noi non ci stupiamo degli altri".
NICCO G.: Siamo d'accordo, siamo d'accordo, io ho detto che noi non ci stupiamo, non ho mica detto "voi", perché voi non vi stupite mai di niente.
DUJANY: "È naturale".
NICCO G.: Prima di enumerare i vantaggi che, a mio modesto parere, la proporzionale presenta, desidero contestare e controbattere i due punti o argomenti di fondo portati dai nostri avversari per combattere la proporzionale ed a sostegno della maggioritaria: stabilità dell'Amministrazione e rappresentanza di tutte le zone della Valle.
Sul primo punto abbiamo delle prove inconfutabili che dimostrano il contrario. Il primo Consiglio di C.L.N., dove erano presenti ben cinque partiti, ha funzionato lodevolmente, mentre il passato Consiglio, eletto con la maggioritaria. si è sfasciato per colpa della D.C. che, in Valle d'Aosta, vuole a tutti i costi comandare applicando il famoso detto: " voglio, posso e comando ".
Sul secondo punto vorrei chiedere: quanti rappresentanti hanno nel Consiglio regionale i Comuni ubicati sulla destra idrografica della Dora? Due: uno di Gressan, che gravita su Aosta, e l'altro di Champorcher ma domiciliato a Torino. E quanti sono i Consiglieri della maggioranza che rappresentano i Comuni da Aosta a Courmayeur e La Thuile? Due e mezzo, perché il Colonnello Ferrein è residente ad Aosta. Per l'ex Mandamento di Châtillon ben tre sono i rappresentanti della maggioranza. Ed ora termino riservandomi di tornare, occorrendo, sull'argomento.
L'attuale maggioranza consiliare, pletorica e praticamente antidemocratica e dittatoriale, disciplinatissima ma sovente muta, comprende la D.C. ed alcuni rappresentanti di partiti che con la proporzionale avrebbero una ben esigua rappresentanza in Consiglio. Quali le conseguenze?
1) La Giunta che, come primo atto importante del suo mandato, si è fatta aumentare del doppio le proprie competenze, si può definire l'organo sovrano, insindacabile e perfetto. Prende tutte le sue deliberazioni all'unanimità, fa, disfà, dà (non del suo) e governa su tutto e su tutti.
2) Abuso di deliberazioni d'urgenza.
3) Il Consiglio è ridotto ad un semplice organo di ratifica.
4) La minoranza praticamente nulla può fare..., nemmeno chiedere, in base all'art. 20 dello Statuto, la convocazione di urgenza del Consiglio, perché la richiesta deve essere presentata da un terzo dei Consiglieri e si è solo in dieci ed attualmente in otto.
5) In tutte le Commissioni, eccettuate quelle consiliari, dove non è prescritta per legge la rappresentanza della minoranza, questa è stata sempre esclusa (cito, tra l'altro, la Giunta Giurisdizionale Amministrativa. le Commissioni elettorali, il Consiglio del Parco Naz. del Gran Paradiso, ecc.).
6) L'autonomia dei Comuni è calpestata, soprattutto di quelli non graditi..., le cui deliberazioni vengono boicottate o respinte, i progetti presentati bocciati, rinviati, procrastinati, ecc. In parole povere, esistono due pesi e due misure.
7) Discriminazione per gli impieghi, incarichi, ecc.
8) Criteri esclusivamente di parte nella scelta del personale dell'Amministrazione e degli Enti controllati.
9) Insostituibilità dei Consiglieri dimissionari, deceduti o decaduti, come avvenuto in questo Consiglio dove la minoranza da 10 membri si è ridotta ad otto.
Non dimentichiamoci che la proporzionale è applicata in tutti i Consessi politici ed amministrativi d'Italia, salvo nei Comuni con popolazione al disotto dei 10.000 abitanti. Ed il nostro massimo Consesso è attualmente considerato alla stessa stregua dell'ultimo Comunello della Regione.
Dalle voci che corrono nello stesso Comitato regionale della D.C., molti si sono pronunziati per la proporzionale e lo stesso comunicato affisso in Aosta ne è la conferma indiretta.
Quali i vantaggi principali della proporzionale?
1°) Innanzi tutto una equa rappresentanza nel Consiglio di tutte le correnti politiche ed economiche della Regione.
2°) Una più onesta impostazione elettorale, scevra da troppi personalismi.
3°) La cessazione del predominio e del monopolio di un partito, con conseguente limitazione di ogni discriminazione e sopruso.
4°) Un maggior controllo sull'Amministrazione regionale, una migliore e più equa ripartizione delle entrate, una più razionale impostazione dei lavori pubblici.
Non dimenticatevi che una schiacciante maggioranza, soprattutto se carpita con una legge truffa, provocando lo strapotere, genera abusi e dagli abusi ad un regime dittatoriale il passo è breve.
Dobbiamo creare le giuste premesse, votando una legge elettorale onesta, di una maggiore e più proficua intesa fra tutti noi Valdostani, perché cessi l'odio tra avversari, tra famiglie e famiglie, tra membri della stessa famiglia e tra gli stessi nostri emigrati, come purtroppo è avvenuto in questi ultimi anni, per creare finalmente, in questa nostra " Petite Patrie", inserita nella grande Patria Italiana, una vera ed operante democrazia per un maggior benessere non solo economico ma anche spirituale della popolazione.
Sta a Voi, Signori della maggioranza, dare questa possibilità".
DUGUET: "Il sistema proporzionale permette solo di votare una singola lista e non la scelta degli uomini e, nel nostro caso particolare, porterebbe come conseguenza di avere nel Consiglio regionale una stragrande rappresentanza di uomini di Aosta (perché più conosciuti) lasciando così le zone periferiche e le valli laterali senza rappresentanti.
Inoltre, il sistema proporzionale non permette di scegliere gli uomini nelle diverse liste, come nel sistema maggioritario che permette all'elettore di scegliere gli uomini nei quali egli ripone maggior fiducia.
Ritengo, perciò, più democratico e più consono agli interessi di tutti i Valdostani il sistema maggioritario, che assicura in seno al Consiglio regionale una più larga rappresentanza dei Comuni della Valle d'Aosta ".
FERREIN: "Poiché il collega Nicco Giulio ha dato lettura delle dichiarazioni fatte dalla compianta Signora Ronc Desaymonet nella seduta del 30 gennaio 1953, in occasione della discussione della legge elettorale, mi limito a leggere, a mia volta, al Consiglio le dichiarazioni fatte nella stessa seduta dal Consigliere Cheillon:
" "Je suis bien étonné, de ma part, de voir que ceux, qui disent de vouloir défendre les droits et les intérêts des campagnards, veulent bien le contraire en approuvant une loi électorale et un système selon lequel l'électeur n'aurait pas la possibilité de choisir les candidats.
Avec le système proportionnel ne seraient élus que des intellectuels; même moi, comme campagnard, je serais forcé de voter seulement des intellectuels et les campagnards ne seraient plus représentés" ".
NICCO Giulio: "Io però ho aggiunto che errare è umano, persistere nell'errore è diabolico; sono lieto che l'Union Valdôtaine abbia riconosciuto i propri errori".
BARONE: "Il caso vuole che il mio esordio coincida con quello del collega Manganoni, ma poiché ritengo valido il detto "repetita iuvant", do senz'altro lettura delle mie dichiarazioni.
L'articolo 16 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta prescrive che "il Consiglio della Valle è composto di trentacinque Consiglieri, eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto, secondo le norme stabilite con legge dello Stato, sentita la Regione ", che è, quanto dire, sentita l'opinione di tutti coloro che hanno diritto al voto, voto che dev'essere uguale, cioè di pari valore, per tutti quelli che esercitano tale diritto.
Pertanto, e non per questo soltanto, sono convinto che la proposta di legge di iniziativa del Deputato Caveri, presentata il 20-6-1958, sia la traduzione esatta, in articoli di legge, di tale opinione.
La lettera inviata da Roma, in data 5 febbraio 1959, dal Presidente della Camera dei Deputati, On. Leone, al Signor Presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, riferendosi al precitato art. 16 dello Statuto regionale, ribadisce che "occorre il parere della Regione" con l'aggiunta, altamente indicativa e saggiamente istruttiva, dell'aggettivo "interessata", che è, oltre che l'espressione della democraticità di un uomo, che esplicitamente esprime il suo parere favorevole alla proporzionalità della distribuzione dei 35 seggi al Consiglio regionale, la conferma che non vi è, - ove si rispetti chi ha il diritto al voto (e gli Amministratori hanno l'obbligo di tale rispetto) - altra soluzione possibile al di fuori di quella proposta dall'On. Caveri.
La "Regione interessata" è l'unità composta di migliaia di frazioni, che sono i cittadini interessati, i quali interessatamente si recano alle urne per dare alla Regione un voto che abbia una incidenza "uguale" nell'elezione degli Amministratori.
Gli Amministratori, quindi, che oggi sono qui per prendere una decisione sul sistema di votazione sono essi la "Regione interessata" solo in quanto sono il veicolo che trasporta qui nella sala consiliare il parere dei cittadini e che non deve avere voci discordi dagli interessati. Poiché colui che si reca alle urne è un interessato, qui egli è presente ad esigere il rispetto del proprio interesse e a ricordarci il nostro obbligo.
A conti fatti della "Regione interessata", che tradotta in cifre è il numero 35, la rappresentante dell'Union Valdôtaine sarebbe qui a rappresentare i 10/35, le sinistre gli 11/35 e la maggioranza relativa i 14/35.
Ma poiché non è neppure lontanamente pensabil3, - a parte il fatto che la legge sancisce il principio dell'eguaglianza, - che vi siano due cittadini "interessati" che ammettano che il voto di un cittadino valga uno e quello di un altro cittadino valga 18 come, malauguratamente per la democrazia, è avvenuto nelle ultime elezioni regionali, noi abbiamo, oltre che il vincolo della responsabilità, quello di onorare l'opinione dei cittadini "interessati", i quali chiedono l'applicazione della legge e, cioè, un voto "eguale", che è quanto dire una legge proporzionale.
Poste così le cose, io non mi appello più all'alchimia aritmetica per dire agli On.li Colleghi di maggioranza di ridursi da 25 a 14, perché non sarei rispettoso di uomini che penso coscienti della veste che indossano e che comporta il rispetto del cittadino "interessato" e del voto "uguale" e, quindi, del sistema proporzionale che ammette e permette la migliore caratterizzazione della composizione del Consiglio della Valle e che è la fotografia più esatta del volto politico della nostra Regione e l'aspirazione comune di ogni partito formato di cittadini interessati al benessere comune.
Anche di questi partiti, che un'antidemocratica legge maggioritaria ha condannato al sacrificio doloroso di non dare, sia pure solo una sfumatura, del proprio carattere al Consiglio attuale, noi dobbiamo tener conto, perché è un insieme di cittadini "interessati", ammesso che non vi siano partiti i cui dirigenti sono interessati a non mostrarne mai il volto e che muoiano per successive emorragie di iscritti turlupinati e che vivano, per la tranquillità e l'interesse di pochi, a rimorchio di un partito maggiore, mendicando piccole rendite o condizionandone di grosse a seconda delle circostanze.
Voglio aggiungere che noi, oggi, non siamo qui per processare il passato o per condizionare la nostra decisione a prese di posizione lontane. Ognuno di noi è qui presente con la sua coscienza che non può uscire pulita da questa aula, per l'assoluzione di nessuno, se tradisse l'opinione dei cittadini interessati e la moralità di un voto uguale per tutti.
Il voler confortare oggi la propria presa di posizione con riferimenti ad idee lontane è azione da sudditi e non da cittadini.
Noi saremo giudicati dai Valdostani per quello che avremo fatto il 27 febbraio 1959, che è atto a sé stante. Il giudizio del cittadino che oggi noi amministriamo e appresentiamo sarà la fotografia esatta dell'amministratore febbraio 1959 e non della pallida ed evanescente figura di un uomo riflesso dai raggi delle decisioni degli anni precedenti.
Che poi le opinioni degli uomini siano transeunti è bene, è bene sommo se hanno il correttivo della miglioria, e sommamente condannevole è colui che rimane ancorato con radici profonde al passato, per scopi che sanno di egoismo e di clientela, e spregevole, oltre che condannevole, è colui che tale posizione accetta con supinità e che si sforza di far tacere le ribellioni oneste della coscienza, che indulge alla debolezza per ergersi a giudice che condanna tali ribellioni, che uomo non è se vota, di mano propria, con la testa di un altro.
Il momento è di una gravità solenne per l'esame che ognuno deve dare di sé stesso, di cui diventa giudice senza appello: l'io che giudica l'io; per la responsabilità pesantissima di giudicare, di centomila persone, se esse sono cittadini uguali di fronte alla legge. Se - come dice Kant - il dovere è la necessità morale del rispetto, centomila cittadini sono qui a dirci che il diritto è l'esigenza morale del rispetto. Non reclamiamo più diritti per noi, Onorevoli Colleghi, se non sentiamo la necessità morale di adempiere ai nostri doveri, poiché noi saremmo cancellati dall'anagrafe morale del mondo civile.
Ad una condizione è legata la nostra sopravvivenza civile: a quella del dovere di rispettare i diritti altrui e, nel caso, di far sentire il parere della Regione interessata".
NICCO Anselmo: "I democristiani dicono che vogliono la maggioritaria per assicurare alla Regione un governo stabile. Quello della stabilità del governo, sia esso regionale, comunale o nazionale, è un obiettivo di per sé giusto e una volta raggiunto consente di ben lavorare e di rafforzare le istituzioni.
Nulla da dire dunque? Da dire vi è, invece, molto. Come i democristiani intendono raggiungere la stabilità del governo regionale? Come nel 1953 dicevano per quello nazionale, vogliono conquistare la maggioranza dei seggi, anche se hanno la minoranza dei voti. Dicono che così si ottiene un governo stabile. No, così si ottiene un governo fragile.
Come si ottiene un governo stabile in realtà? È stabile quel governo che nel suo programma, nella sua azione politica e amministrativa sa soddisfare le esigenze politiche, economiche, sociali della maggioranza della popolazione. Questo e solo questo può essere un governo stabile e forte.
Del resto, non ha avuto la D.C. la maggioranza assoluta nel Consiglio regionale dal '54 a oggi? Non la ebbe al Parlamento della Repubblica dal 1948 al 1953?
Sono stati forti e stabili i governi espressi da quella maggioranza? Se così fosse, oggi la D.C. non avrebbe paura a presentarsi al corpo elettorale e sarebbe convinta di ottenerne largamente il suffragio. Invece ha bisogno di una legge che trasformi la minoranza in maggioranza.
E si illude che, una volta ottenuta la maggioranza dei seggi, abbia risolto il problema della stabilità del governo regionale.
Voi, minoranza nella Valle anche se maggioranza nel Consiglio, in luogo della stabilità del governo regionale presentate ai Valdostani puramente e semplicemente una imposizione.
Per voi stabilità significa soltanto esercizio totale del potere. Altra è la via per avere un governo stabile. La stabilità è data da un programma che, partendo dai presupposti della nostra autonomia, affronti e risolva in modo democratico i problemi sociali ed economici della popolazione.
Solo il programma è la base per la stabilità di un governo.
E poiché nella Valle d'Aosta esistono problemi gravi e assillanti e forze disposte a risolverli in modo democratico, se anche voi volete questa soluzione, la via c'è, il programma minimo è facile a farsi, le forze per realizzarlo esistono. E questa è l'operazione che, in politica, fra forze diverse deve essere compiuta. Questa operazione è possibile quando vi siano due fattori: primo, problemi che stiano a cuore alla maggioranza della popolazione; secondo, che esistano le forze disposte ad affrontarli e a risolverli.
In Valle d'Aosta esistono l'uno e l'altro fattore. E il programma comune può essere trovato, se tutti lo vogliono. Per noi questo si chiama autonomia.
Voi D.C. avete menato scandalo per quanto è avvenuto in Sicilia. Ebbene, che cosa è avvenuto in quella Regione autonoma? Tutti sanno che gli avvenimenti presero le mosse dal fatto che l'Assemblea regionale aveva respinto il bilancio presentato dal governo La Loggia. Il governo D.C. non volle accettare il voto dell'Assemblea e intendeva imporle il suo volere, appoggiato dal governo centrale e dalla Direzione D.C. diretta dall'onorevole Fanfani. Attraverso vicende drammatiche, ne uscì la sconfitta della fazione D.C. e la riaffermazione dei diritti sovrani dell'Assemblea autonoma Siciliana.
Se ciò avvenne attraverso una spaccatura profonda della D.C., significa soltanto che la crisi era profonda, che la prepotenza dei dirigenti democristiani di Roma e di Palermo era diventata intollerabile.
La Valle d'Aosta ha bisogno di una legge democratica per rinnovare il suo Consiglio regionale, perché ha bisogno che tutte le forze politiche esistenti in Valle siano rappresentate nel Consiglio, perché attraverso l'apporto di idee, di passione politica e civile di tutte le parti si realizzi una fruttuosa collaborazione per il bene dei Valdostani e per la salvezza della autonomia della Regione".
BERTHOD Luigi: "Io sono perfettamente convinto che la legge maggioritaria sia la più appropriata e la più democratica per la elezione del Consiglio regionale.
Con la legge proporzionale verrebbero avvantaggiati solo i principali Comuni della Valle, ossia dove vi è un maggior numero di elettori, con il sistema delle preferenze, mentre per i Comuni piccoli e le valli non vi sarebbero che ben poche rappresentanze in seno al Consiglio regionale.
La legge maggioritaria, invece, dà la possibilità di scelta nelle varie liste; l'elettore può scegliere il candidato che vuole e su qualunque lista, e per la Valle d'Aosta ritengo che il sistema maggioritario sia il migliore. Per questa considerazione io sono favorevole che venga approvato il sistema maggioritario".
CHABOD Augusto:
"Uguaglianza del voto
1°) Il fondamento del nostro ordinamento democratico è basato sulla " uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ". Parità di diritti per ogni cittadino.
2°) È il principio informatore della moderna: civiltà, dalla grande rivoluzione francese in poi.
3°) Ogni atto che intacchi o, comunque, menomi questo principio è un colpo al principio fondamentale del nostro ordinamento civile e politico.
Il diritto di voto, l'esercizio di questo diritto è uno dei momenti essenziali in cui si estrinseca il principio ugualitario. Ciò è affermato esplicitamente dalle seguenti norme della Costituzione della Repubblica e dallo Statuto regionale:
"Costituzione a) articolo 48: il voto è personale ed uguale, libero e segreto.
b) articolo 49: - Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
"Statuto: articolo 16: - Il Consiglio della Valle è composto da 35 membri eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto ".
Ebbene, come agisce la legge maggioritaria?
Esclude dall'organismo in cui si determina la politica regionale una serie di partiti, cui pure va, in misura più o meno grande, il suffragio degli elettori.
La conseguenza è che la maggioritaria viola un diritto fondamentale dei cittadini sancito dalla Costituzione della Repubblica, collocandoli nella impossibilità di concorrere con metodo democratico a determinare la politica regionale.
La legge maggioritaria abolisce dunque il principio ugualitario, il diritto della maggioranza dei cittadini a determinare la politica da seguire.
Perché questo diritto sia rispettato e applicato occorre la proporzionale, la PROPORZIONALE PURA; essa. e solo essa, può garantire la rappresentanza di tutti.
Il voto, dice la Costituzione e ribadisce lo Statuto regionale, è libero, segreto, diretto e UGUALE.
Voi, con la legge maggioritaria, annullate l'uguaglianza del voto, che è altrettanto importante della segretezza e della libertà del voto.
È così che, moltiplicando il valore di un voto e riducendo quello di un altro, venticinque di voi hanno seduto su questi banchi negli ultimi quattro anni, mentre non avreste dovuto essere più di quattordici o quindici.
E il risultato è che per eleggere uno di voi sono bastati ottocento quaranta voti, mentre per eleggere uno di noi ci sono voluti ben 1.775 voti e per l'U.V. addirittura oltre 15.000 voti.
Con la legge maggioritaria voi date un grave colpo ai diritti dei cittadini e spingete sempre di più verso la rissa la vita civile e politica della nostra Valle.
Ancora una volta vi richiamiamo al senso del diritto, della rettitudine, dell'onestà civile e politica.
Vostra sarà la responsabilità politica, morale e civile se non ascolterete questo rinnovato appello.
E se, insensibili alla ragione e al buon diritto, vorrete ancora una volta imporre la forza del numero, ebbene noi ricorreremo al Tribunale supremo, per un giudizio che faremo in modo che sia per voi inappellabile: ricorreremo al popolo valdostano, il quale sa vedere e comprendere e saprà negarvi la sua fiducia perché ha fiducia nella Repubblica e nell'Autonomia".
SAVIOZ: "Desidero, anzitutto, ringraziare il Consigliere Ferrein per aver voluto ricordare, non soltanto a me, ma a tutti coloro che ne facevano parte, la Delegazione Valdostana che nel lontano 1945 si è recata a Torino, dove è stata ricevuta dall'On.le Parri. Mi permetto di ricordare che tutti i membri della Delegazione predetta, - recatasi dall'On.le Parri a chiedere giustizia per la Valle d'Aosta erano in quel momento più che mai uniti, al di sopra di ogni ideologia politica, perché avevano in mente soltanto il benessere della popolazione della Valle d'Aosta. Fu proprio grazie a quella unità d'intenti che i Valdostani sono riusciti ad ottenere, se non tutto quello che hanno chiesto, quanto meno la loro Autonomia e il loro Statuto speciale, con i benefici che ne sono derivati.
È doveroso ricordare che è in gran parte per opera vostra se i Valdostani si sono poi divisi, e purtroppo lo siamo e maggiormente lo saremo se Voi, Signori della Democrazia Cristiana, insisterete nella presa di posizione per un sistema elettorale che è antidemocratico e che non è certamente voluto dalla maggioranza della popolazione valdostana. Di ciò dovrete rispondere di fronte alla Storia, perché la divisione è avvenuta in seguito alla messa in atto, sia nella Regione che al Centro, del principio delle discriminazioni.
Voi avete volutamente diviso la popolazione in buoni e in cattivi e vi siete presi questa responsabilità non già partendo dal principio di classificare buoni quelli che sono effettivamente buoni e cattivi quelli che sono effettivamente cattivi, ma classificando nella categoria dei buoni quelli che hanno una certa divisa e nella categoria dei cattivi quelli che ne hanno un'altra.
Purtroppo questa divisione si è acuita maggiormente ed oggi ancora, nostro malgrado, ci troviamo in quest'aula a discutere sulla questione del sistema elettorale.
Vi dico francamente che, come Valdostano, mi vergogno che la Valle d'Aosta sia l'unica Regione d'Italia nella quale le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale avvengano in base al sistema maggioritario, che è un sistema del tutto sorpassato, perché non è più adottato da nessuna parte. Sono persuaso che molti Consiglieri della maggioranza non hanno la coscienza tranquilla nel sostenere un tale sistema; sono certo che molti di Voi la pensano come Noi ma che, in questo momento, per ragioni di opportunità politica non hanno il coraggio di assumere la posizione che dovrebbero prendere.
Nel mio gironzolare attraverso la Valle ho avuto molti colloqui con persone del mio stesso ceto sociale e più volte mi sono stati espressi dei dubbi sulla possibilità di una equa rappresentanza di tutte le categorie sociali con il sistema proporzionale.
Questi dubbi sono sorti in seguito ad una propaganda meticolosamente preparata e condotta con l'intento di indurre la popolazione a credere che il sistema proporzionale non dia la possibilità di una rappresentanza in seno al Consiglio regionale alle varie zone della Regione. Ciò non è esatto, Signori della maggioranza, e mi permetterò di citare alcuni esempi a dimostrazione della mia asserzione.
In linea di principio, dire che è necessaria una legge, per garantire la rappresentanza delle varie zone, in una Regione come la Valle d'Aosta, non è esatto. Tutti i partiti cercheranno, infatti, indipendentemente dalla legge esistente, di comporre una lista nella quale siano rappresentate tutte le zone dei candidati del posto o che possano riscuotere la fiducia degli elettori di quelle zone.
Essendo la formazione della lista dei candidati di competenza ed, al completo arbitrio dell'estensore della lista stessa, è l'estensore che decide quali ed in quale misura le varie zone della Valle devono essere rappresentate: sia con la legge maggioritaria che con la legge proporzionale.
Si potrebbe forse obiettare che con la legge proporzionale verrebbero eletti tutti i candidati della Città di Aosta, che ha una popolazione più numerosa, con il completo schiacciamento delle zone della Valle. Ma questo non è vero. Guardiamo alle elezioni del 1954.
Nella lista Democristiana sono stati eletti a Consiglieri regionali 11 candidati di Aosta (la grande maggioranza), o che esercitano ad Aosta, e solo dieci dei paesi della Valle. Ma perché? Perché in lista la Democrazia Cristiana aveva messo 15 candidati di Aosta e solo 10 della Valle!
Guardiamo invece alla lista della Montagna.
Su 9 eletti, 5 (la maggioranza) non sono di Aosta, ma dei paesi della nostra Regione. Perché questo? Perché la lista della Montagna aveva fatto esattamente l'opposto della Democrazia Cristiana: aveva portato in lista 10 candidati di Aosta e 15 della Valle.
Ma, a parte la questione della rappresentanza delle zone, - che sembra un argomento che richiama alla mente lo struzzo il quale, per non voler vedere niente, nasconde la testa sotto la sabbia, - parliamo di un'altra rappresentanza, che è altrettanto importante: quella delle categorie.
Guardatevi un po' bene, colleghi democristiani, e contatevi! Quanti sono tra di Voi i rappresentanti delle categorie meno abbienti, degli operai, dei contadini, dei piccoli artigiani che, Voi dite, solo con una legge maggioritaria sarebbe possibile fare eleggere Consiglieri regionali, per evitare che il futuro Consiglio sia unicamente composto da intellettuali o da persone della cultura? Questo ritornello l'ho sentito tante volte che l'ho imparato a memoria.
A rappresentare 20 mila operai della Valle di Aosta, che sono un terzo sul totale degli elettori, siede in questa aula un solo Consigliere (Benetti) e si sente talmente solo che in questi quattro anni non l'abbiamo mai sentito parlare.
E i contadini, che a parole Voi dite di voler difendere strenuamente, quanti sono in questo Consesso? Sono solamente 3 o 4.
Chi sono gli altri? Sono proprio i Dottori, Avvocati, Dirigenti d'Azienda, Imprenditori, che Voi vorreste bandire dal Consiglio regionale.
E se proprio voleste perseverare nel vostro punto di vista, ebbene, incominciate ad andare via Voi, quasi tutti Voi democristiani. Tanto più che le poltrone che Voi avete occupato in questi 4 anni le avete avute malgrado che il 60% della popolazione valdostana abbia, nel 1954, votato contro di Voi.
Voi dite che la maggioritaria è la legge più democratica perché permette all'elettore di scegliere tra le varie liste i candidati migliori.
Astrattamente sì. Ma, nei fatti, non vi è nulla di più ipocritamente falso! E vi cito un esempio: l'Avv. Chanu, nel 1949, con la lista del Campanile ebbe, se non erro, un numero di voti individuali forse superiore a tutti gli altri, eppure non venne eletto.
E guardiamo ancora una volta al passato, alle elezioni regionali del 1954. Quanti sono stati i vostri candidati, i candidati democristiani, - tra i quali vi sono uomini che MAI sarebbero stati eletti in Consiglio se non fossero stati aggregati e strettamente attaccati alla barca democristiana, - che sono stati esclusi dal Consiglio perché cancellati dagli elettori? Nessuno! Come nessuno sarà probabilmente escluso dalla lista vincitrice delle prossime elezioni regionali se queste si effettueranno con il sistema maggioritario.
Guardiamo, invece, alle concrete ed ampie possibilità di scelta che vi sarebbero con il sistema proporzionale.
Innanzitutto, i candidati per ogni lista sarebbero 35 e non 25, come è attualmente. E tra questi 35 l'elettore avrebbe l'effettiva possibilità di scelta mediante la distribuzione delle preferenze.
Il sistema proporzionale permetterebbe dunque una vera rappresentanza delle zone, delle categorie e, cosa molto importante, delle forze politiche esistenti in Valle.
Che ogni partito, ogni movimento politico si possa presentare di fronte al vaglio degli elettori con i propri uomini ed i propri programmi: questo è democrazia, quella vera; questo deve permettere una legge elettorale, se la si vuole definire strumento di democrazia.
Ci siamo così lungamente diffusi su questa vostra sedicente rappresentanza che verrebbe permessa dalla legge maggioritaria, - dimostrando, dati alla mano, che queste sono solo delle bubbole buone per incantare gli ingenui, - per giungere alla conclusione che, - come diceva il Consigliere Salvai in una riunione del Consiglio comunale della Città di Aosta, - Voi volete la legge maggioritaria per cercare di conservare con una legge truffa quelle quattro poltrone delle quali, con una legge analoga, vi siete impadroniti nel 1954.
Sappiate però che, qualunque legge Voi imponiate, qualunque legge od imbroglio cercherete di escogitare, il popolo valdostano farà giustizia.
E indubbiamente la storia vi terrà responsabili di avere voluto con questa legge, con questo tour de force, scavare il solco della divisione tra i Valdostani.
In questa Valle, come nel resto del mondo, il primo compito degli Amministratori è di cercare di unire e non di dividere ".
BENETTI: "Questa mattina siamo stati chiamati per dare il nostro parere in merito a questo disegno di legge elettorale.
Dirò subito che sono contrario al sistema proporzionale per diverse ragioni e cito, ad esempio, proprio il Comune di Aosta. Dico anche che non vedo di buon grado l'attuale compagine consiliare, ed a titolo personale, come sindacalista, ho delle preoccupazioni per il fatto che le categorie dei lavoratori non sono sufficientemente rappresentate in seno a questo Consesso.
Pertanto, mi dichiaro favorevole al sistema maggioritario, ma mi sento in dovere di rivolgere una viva raccomandazione, alle persone che avranno l'incarico di formare la futura lista dei candidati, che vengano inclusi altri qualificati nominativi di lavoratori onde vengano sempre maggiormente rappresentate le categorie dei lavoratori in seno al futuro Consiglio della Valle".
FORMENTO: "Egregi colleghi,
scusatemi se io voglio uscire un momentino da quello che con tanta foga è stato detto fino adesso.
Da 25 anni, circa, mi trovo allo Stabilimento Ilssa Viola, di Pont Saint Martin, e nelle discussioni che si fanno ne è emersa una, giorni fa, che credo abbia un peso discreto, specie dalla parte morale.
Non più di tre o quattro giorni fa un capo operaio tubista dell'Ilssa Viola, buon lavoratore, buon padre di famiglia, mi disse: "Fai il favore di spiegarmi che cosa è questa legge proporzionale di cui sento parlare in questi giorni, da una parte e dall'altra". È da notare che questo bravo lavoratore, mio caro amico, è iscritto ad un partito di sinistra. Io ho detto: "Te lo spiego in quattro e quattro otto, più o meno; ammettiamo che vi sia questa legge proporzionale; vi sarebbero molte liste (D.C., U.V., P.C., Partito Liberale, Partito Monarchico, ecc., ecc.). I due partiti maggiori, quando usciranno da questa competizione elettorale, vorranno avere la maggioranza e per ottenerla si dovranno appoggiare sui partiti minori che saranno così arbitri della situazione in qualunque momento". Mi rispose: "Ah! è questo; io non sapevo che la questione stesse così!". Ho ancora aggiunto: "È molto difficile formare la Giunta quando è formata da persone di idee politiche opposte e, per di più, quella Giunta di governo potrebbe anche essere poco stabile, con le conseguenze che ne possono derivare".
A questo punto io mi domando se è possibile che tanta e tanta gente, come questo mio caro amico, non sappia la differenza che vi è tra la legge proporzionale e la legge maggioritaria.
È inutile affiggere ai muri dei manifesti con equazioni di diversi gradi e integrarle, quando invece la gente chiede cose molto più semplici.
Invece di fare tanta teoria, io credo che si dovrebbe andare sulle piazze e spiegare la cosa con lo stesso linguaggio che ho usato io con il mio amico.
Sia ben chiaro che questa non è ignoranza dell'elettorato, ma incapacità o malafede di tanti oratori.
Se i redattori del giornale "Le Travail" lo volessero riportare nelle colonne del loro giornale, sarei disposto a fare anche un articolo e a citare il nominativo della persona alla quale ho accennato.
Questo per dimostrare che il Consigliere Formento, oltre a mangiare e a bere a sbafo, non parlando mai in Consiglio, come da taluno è stato detto -, sarebbe capace anche di scrivere qualche articolo di cose vere in mezzo a tante frottole!
Per tornare a bomba, io mi dichiaro contrario alla proposta di legge recante norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta presentata alla Camera dei Deputati dall'Onorevole Caveri, per le ragioni che ho esposto.
Perdonatemi se il mio intervento non è stato fatto in forma oratoria, ma ha il pregio di essere veritiero, pratico e di poche parole, come si addice ad un tecnico".
BIONAZ: "Faccio parte di questo Consiglio fin dal 1946 e, da allora ad oggi, ho sentito parlare più volte di leggi elettorali.
Il Consiglio di allora non aveva la fisionomia attuale, perché era un Consiglio di C.L.N., nel quale tutti i partiti erano ugualmente rappresentati, e già allora abbiamo avuto delle lunghissime discussioni sulla questione della legge elettorale. Infine fu approvata dal Consiglio, a grande maggioranza, la legge maggioritaria; soltanto i Consiglieri rappresentanti del Partito Comunista e forse anche qualcuno del Partito Socialista votarono contro tale legge.
Ho ricordato questo per dire che ero favorevole alla legge maggioritaria sin da allora e che sono ancora oggi di quell'idea.
Tutto già è stato detto, pro e contro, sulla legge elettorale maggioritaria; basta sfogliare i verbali dei Consiglieri precedenti per rendersene conto.
Anche oggi abbiamo sentito parlare a favore e contro tale legge; da alcuni è stato detto che la legge elettorale più giusta sarebbe la legge proporzionale e quella meno giusta quella maggioritaria. In sostanza si tratta di leggi elettorali basate su due sistemi diversi: la legge proporzionale, quella che è voluta dai partiti, i quali vogliono che si rimanga nell'ambito del partito; la legge maggioritaria, che dà la possibilità di scegliere le persone nelle singole liste. Dunque con la prima si sceglie il partito mentre con la seconda si scelgono le persone.
Non è vero che il sistema maggioritario dia un premio di maggioranza alla lista che ottiene il maggior numero di voti, perché in sostanza vengono eletti Consiglieri regionali i 35 candidati che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Il premio di maggioranza è una cosa ben diversa e consiste nell'attribuire la maggioranza dei seggi in Parlamento al partito o gruppo di partiti che ottenga una determinata percentuale dei voti.
Si dice che la Signora Chanoux rappresenta 16.000 elettori in seno al Consiglio regionale, mentre ogni Consigliere della maggioranza ne rappresenta soltanto 900; ciò non è esatto, perché ognuno di noi rappresenta il numero di elettori che gli ha dato il voto; ogni Consigliere della maggioranza rappresenta 22.000 elettori. È esatto che la Signora Chanoux rappresenta 16.000 elettori, ma è altresì vero che sono stati eletti i candidati che avevano il maggior numero di voti. Non vi è, quindi, alcun premio di maggioranza e alcun voto disuguale.
Se, in pratica, la legge maggioritaria consente di raggruppare determinate persone in una lista e altre in altre liste, in effetti gli elettori hanno la possibilità, come già detto, di dare il loro voto alle persone che credono, scegliendole eventualmente nelle diverse liste.
Gli esempi fatti dal Consigliere Savioz a sostegno della legge proporzionale confermano, per la maggior parte, non già la sua tesi ma la mia. Egli cita, fra l'altro, l'esempio dell'Avvocato Chanu il quale, presentatosi nel 1949 con la lista del Campanile, ebbe un numero di voti individuali superiore ai voti individuali riportati dagli altri candidati di tutte le liste; ciò nonostante egli non fu eletto e questo perché altri candidati ebbero, in complesso, più voti di lui tra quelli individuali e quelli di lista.
Vi sono in Valle d'Aosta circa 60 mila elettori. Sapete quanti di questi elettori sono iscritti ai partiti? Soltanto una esigua minoranza. E si pretenderebbe che una tale esigua minoranza obblighi la grande maggioranza degli elettori non iscritti ai partiti e, quindi, indipendenti e liberi, a seguire la volontà di pochi. Questo non è libertà; la libertà consiste nel permettere agli elettori di scegliere i candidati che credono fra le varie liste.
Abbiamo visto che nel Comune di Aosta, ove le elezioni sono avvenute col sistema proporzionale, soltanto uno dei rappresentanti delle frazioni popolose della periferia è stato eletto.
Il Consigliere Savioz ha ancora accennato, nel suo intervento, alla divisione dei Valdostani; ma tale divisione, che purtroppo è reale, deriva dal fatto che si vuole dare un carattere politico alle elezioni regionali amministrative, facendo pressione sugli elettori di votare tale o tal altra lista, invece di lasciarli liberi di scegliere le persone.
Si afferma che noi vogliamo la legge maggioritaria per continuare ad occupare le poltrone; ma io, come ho già detto, sono sempre stato favorevole alla legge maggioritaria, anche nel primo Consiglio, quando tutti i partiti avevano una uguale rappresentanza in seno al Consiglio stesso.
Ritengo che sia molto meglio il sistema maggioritario perché tale sistema dà la possibilità agli elettori di scegliere le persone e, soprattutto, perché consente che nel Consiglio siano rappresentate tutte le zone della Valle d'Aosta. Avete un bel sostenere che con il sistema proporzionale i candidati sarebbero 35 per ogni lista e non più 25 come è attualmente; ma i 35 candidati che riusciranno eletti, per la maggior parte saranno di Aosta, città che da sola conta un terzo della popolazione della Valle. Quindi, anche se tutti gli elettori dei piccoli Comuni di una vallata secondaria volessero dare il voto di preferenza ad un candidato, questo candidato non potrebbe essere eletto perché i voti degli quelli degli elettori del Comune di Aosta. Perciò, praticamente, noi avremmo un Consiglio regionale costituito quasi esclusivamente da rappresentanti della zona di Aosta e questo a scapito di tutte le altre zone della Valle d'Aosta.
Queste considerazioni furono esposte più volte nelle precedenti legislature e furono sostenute, oltre che dai Consiglieri della D.C., da tutti i Consiglieri della Union Valdôtaine e, fra questi, anche dall'Avvocato Caveri che è il presentatore della legge elettorale oggi in discussione.
I Consiglieri dell'Union hanno sostenuto con noi, nella passata legislatura, che se intendevano elettori di tali Comuni saranno sempre inferiori a conservare l'autonomia e se volevamo veramente il bene della Valle d'Aosta si doveva fare una legge regionale basata sul sistema maggioritario.
Oggi i Consiglieri dell'Union non sono più di tale parere in quanto hanno optato per il sistema proporzionale. È vero che chiunque può sbagliarsi e ravvedersi in seguito, ma è alquanto strano che proprio tutti i Consiglieri dell'Union si siano sbagliati dal primo all'ultimo.
Io rimango sempre dell'idea che per la Valle di Aosta il sistema più indicato per le elezioni del Consiglio regionale sia il sistema maggioritario, perché è l'unico sistema che consenta una rappresentanza di tutte le zone della Valle d'Aosta, comprese quelle periferiche, e che consente agli elettori ampia libertà di scelta fra i candidati delle varie liste".
PASQUALI: - Vice Presidente:
"Onorevoli Signori Presidenti, Onorevoli colleghi,
ho seguito con molta attenzione tutta la discussione che è stata fatta e, se dovessi trarre una prima conclusione, è che non esiste un sistema elettorale privo di difetti e che vada bene per tutti.
Ogni sistema elettorale ha pregi e difetti. Non esiste un sistema elettorale che abbia soltanto pregi senza difetti.
Si tratta, per noi, di esaminare oggi quale sia il sistema che più si confà allo scopo fondamentale che vogliamo raggiungere per assicurare il benessere e il miglioramento del tenore di vita della popolazione valdostana, quale sia il sistema che permetta a tutte le categorie di essere rappresentate in Consiglio.
Si tratta anche di esaminare quale sia il sistema che dia ad una maggioranza eletta la possibilità di amministrare e che consenta alla minoranza di fare opera di controllo e di pungolo senza, però, consentire a minoranze eterogenee, - che eventualmente si siano unite in odio alla maggioranza, - di impedire alla maggioranza di fare una buona amministrazione; teniamo presente che impedire di fare una buona amministrazione vuole dire danneggiare tutti, minoranza compresa.
Devo confessare che mi si confondono parecchio le idee quando sento parlare, con accenti convinti, di democrazia da parte di coloro che sono seguaci di Stalin e per i quali, a casa loro, la vera democrazia nelle elezioni consiste in una lista unica alla quale si può dire sì o no, e nel dubbio è meglio dire sì.
Si chiamavano pure democrazie, in epoche a noi poco lontane, quelle di Hitler e di Franco, e in tempo più recente, quelle di Peron e di Battista.
A tali democrazie io preferisco ancora le più modeste e combattute nostre democrazie e sono confortato in questo dagli autorevoli esempi degli Stati del Nord Europa, che da secoli praticano una vera democrazia.
È soltanto in apparenza che la legge proporzionale dà rappresentanze equamente distribuite; in realtà tale legge dà solo consistenza ai partiti e ai partitini vecchi e nuovi, perché troppo spesso vediamo come i partiti trascurino la rappresentanza vera delle popolazioni e delle categorie.
L'esperienza ci insegna che in troppi luoghi la legge proporzionale ha acconsentito a partiti minori e senza seguito di diventare arbitri della situazione in numerose regioni e città, e anche di rendere impossibile un governo che governi per il bene di tutti; quindi non difesa delle minoranze, ma offesa delle maggioranze.
Si potrebbero fare molte considerazioni su come vengano risolti i dubbi circa la questione della rappresentanza con la proporzionale e, ad esempio, come vengano difesi gli interessi delle varie categorie, come vengano tutelate, nel caso nostro, le autonomie, come venga tutelata la scelta dei candidati da parte degli elettori, come possano gli amministratori assicurarsi quella continuità che è necessaria per una saggia amministrazione.
Le varie osservazioni fatte in questa aula ieri ed oggi non ci permettono di risolvere questo interrogativo in altro modo che concludendo che non è certo la proporzionale a risolverli.
Qualcuno ha citato altre regioni che sarebbero tenute in maggior conto della Valle d'Aosta con si- sterni elettorali diversi; ma non dimentichiamoci che l'impossibilità di governare nella Sicilia ha reso in detta Regione inoperose nelle casse decine di miliardi e che oggi gli stessi autonomisti siciliani stanno pensando di abolire il sistema proporzionale per tornare a collegi mandamentali di tipo maggioritario.
Noi oggi non siamo qui per studiare il miglior sistema elettorale: siamo qui soltanto chiamati a dare un giudizio su un progetto che è stato proposto tempo fa da Deputati comunisti e che è stato rispolverato e ripresentato dal Deputato della Valle d'Aosta.
Se noi confrontiamo le manchevolezze di un sistema proporzionale e i risultati ottenuti dal sistema maggioritario attuale, anche se questo non è perfetto, non vi è dubbio che la preferenza va data all'attuale sistema maggioritario che, come dicevo prima, è il sistema che assicura stabilità di governo e difesa e tutela degli interessi della popolazione che, in altro modo, non sarebbe possibile assicurare.
Fra il difendere i partiti e il difendere il bene della popolazione, tra il sostenere i principi politici e il sostenere il diritto ad una sana amministrazione, io preferisco scegliere la possibilità di difesa di una sana e continua amministrazione e la difesa economica e sociale della popolazione valdostana.
È per questa ragione che io presento un ordine del giorno ed esprimo parere contrario al sistema proporzionale.
Quest'ordine del giorno dice:
IL CONSIGLIO REGIONALE
presa in esame la proposta di legge n. 34 d'iniziativa del Deputato Caveri, recante norme per l'elezione del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta, trasmessa dal Presidente della Camera dei Deputali al Presidente del Consiglio Regionale per il parere prescritto dall'art. 16 dello Statuto Speciale della Regione;
esprime
parere contrario all'adozione di tale proposta di legge".
MANGANONI: "Ci troviamo di fronte a questa situazione: alcuni Consiglieri sostengono una tesi e gli altri un'altra tesi. Chi ha ragione?
Voi lo sapete che vi arrampicate sugli specchi per dimostrare il contrario del vero. Io affermo che le tesi devono essere sostenute non soltanto con le parole ma con i fatti e, a questo scopo, voglio ricordarvi il seguente aneddoto.
Questionavano una volta l'uomo e il leone per sapere chi dei due fosse il più forte e convennero che bisognava cercare delle prove a sostegno delle loro affermazioni.
Si recarono dapprima alla casa dell'uomo, il quale fece vedere un quadro in cui era raffigurato un uomo nell'atto di soffocare un leone. Il leone osservò: "Questo è un quadro; se anche i leoni facessero i pittori dimostrerebbero il contrario di quanto rappresenta questo quadro". Partirono dalla casa dell'uomo e si recarono a Roma dove, in un anfiteatro, videro un leone che sbranava un uomo e il leone disse: "Vedi, le prove devono consistere in fatti e non in quadri".
Ora anch'io dico, in questo caso: ci vogliono non parole ma fatti. Io non intendo fare delle acrobazie verbali, ma desidero controbattere con dei fatti alcune osservazioni dei Consiglieri D.C..
Cominciamo dalle affermazioni del Vice Presidente Pasquali, il quale ha fatto allusione a delle liste uniche; premetto che nel mio intervento ed in quello dei Consiglieri di sinistra non si è esulato dalle questioni che interessano prettamente la Valle d'Aosta: dato però che il Vice Presidente Pasquali ha voluto uscirne mi si permetta di fare altrettanto.
Noi abbiamo in Valle d'Aosta degli esempi di liste uniche che desidero portare a conoscenza del Consiglio per l'eventualità che qualche Consigliere non ne fosse informato.
Nel piccolo Comune di Gaby, in occasione di elezioni comunali, non ricordo quali, alcune persone dotate di buon senso si recarono nelle varie frazioni ove, dopo aver riunito gli abitanti, suggerirono loro che, anziché presentare tante liste, se ne presentasse una sola o meglio una lista di 12 candidati e altra di 3 candidati, perché così prescrive la legge.
In altri termini, in ogni villaggio si è fatta una pre elezione e si sono scelte le persone che sono state portate come candidati nelle elezioni comunali, con il risultato che questa lista ha avuto quasi il 100% dei voti. Questo fatto vi dimostra che la lista unica non è poi così condannabile se tale sistema è stato seguito anche in un Comune della Valle di Aosta con i risultati che vi ho detto.
Mi si permetta di ricordare all'Ingegnere Pasquali, dato che siamo in argomento, che la Costituzione sovietica dice, all'articolo 134, che i componenti dei Soviets sono scelti dagli elettori a suffragio universale, uguale, diretto e a scrutinio segreto, come precisano pure la Costituzione italiana e il nostro Statuto, ma con la differenza che da noi il suffragio universale, uguale, diretto e segreto, prescritto dalla Costituzione e dallo Statuto regionale, viene tassativamente violato dalle proposte che Voi state facendo.
Permettetemi di dirvi che questo sistema elettorale di liste uniche ha permesso all'U.R.S.S. di eleggere delle persone le quali hanno dato al centralismo burocratico, di cui un po' tutti i Paesi sono vittime e l'Italia in modo particolare, quel colpo sulla testa che si meritava. Infatti l'articolo 13 della Costituzione sovietica dice che l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno Stato federale costituito sulla base dell'unione volontaria, a parità di diritto, delle seguenti Repubbliche Socialiste Sovietiche:
Russia - Ucraina - Bielorussia - Kasakistan - Bechigstan - Georgia - Moltavia - Lettonia - Estonia ecc., ecc....
Dette Repubbliche, a loro volta sono formate da varie altre Repubbliche. Ad esempio, la Repubblica della Russia è costituita dalle Repubbliche autonome dei Tartari, Baskiri, Daghistan, Kabardini, dei Mari, della Moldavia, degli Ebrei, dei Circassi, ecc.. Potrei continuare a leggervi la Costituzione dell'U.R.S.S. e dimostrarvi che ognuna delle 16 Repubbliche confederate ha nel suo seno un altro numero di Repubbliche autonome e un buon numero di Territori autonomi.
Questo denota che, anche con il sistema delle liste uniche, si è potuto eleggere degli amministratori i quali hanno fatto nell'Unione Sovietica ciò che bisognerebbe fare qui, cioè assestare un colpo al centralismo burocratico.
Veniamo ora alle affermazioni dell'Assessore Bionaz: egli dice che il Consiglio del C.L.N. aveva approvato a grande maggioranza il sistema maggioritario. In verità non è così, perché il Consiglio del C.L.N. aveva approvato, ad unanimità, salvo la astensione di un Consigliere, non già il sistema maggioritario ma il sistema proposto dal Consigliere Thomasset che, come ho già detto prima nel mio intervento, dà, è vero, agli elettori la possibilità di scelta dei candidati nelle varie liste, ma prevede però il conteggio dei voti e l'assegnazione dei seggi in base ai principi del sistema proporzionale.
Ritengo, quindi, che l'Assessore Bionaz si sia sbagliato.
Al Collega Formento rispondo che posso anche comprendere che un suo amico possa condividere il suo punto di vista; circa i manifesti che sarebbero stati affissi ai muri con delle equazioni, mi permetta, Geometra Formento: io non sono un diplomato, sono soltanto un modesto lavoratore; ho però l'impressione che Lei o non ha letto i manifesti o ha delle idee non molto chiare in fatto di equazioni. Perché 2+2 fanno 4 e non 6; questo non è già una equazione ma è un principio elementare di aritmetica che la maestra ci insegna quando facciamo la prima o la seconda classe elementare.
In quanto al "mangiare e bere a sbafo" e all'affermazione che il Consigliere Formento non ha mai parlato in Consiglio, fatta la lodevole eccezione di oggi, penso che questo non sia una opinione ma un fatto; ad ogni modo, questa preoccupazione sua può essere collegata col suo timore di non poterlo più fare nel caso che il sistema maggioritario fosse sostituito con il sistema proporzionale.
Veniamo ora alle affermazioni dei Consigliere Dujany, il quale dice "il n'existe pas un systèrne électoral idéal": su questo sono pienamente d'accordo perché non so se esistono veramente delle cose perfette; però fra le cose non perfette scegliamo le meno peggiori ed è per questo che noi proponiamo il sistema proporzionale che ha meno diletti del sistema maggioritario.
Dice il collega Dujany che io ho ripetuto oggi quanto ho detto nel 1949 e nel 1953, quando è stata discussa la questione della legge elettorale. È ovvio che, ogni qualvolta si parlerà in Consiglio di legge elettorale, io continuerò a ripetere quanto già ho detto negli anni passati perché, quando si tratta di dimostrare che due più due fanno quattro e non sei, le argomentazioni sono sempre le stesse; potrà cambiare un po' la forma, ma la sostanza è sempre la medesima ed è quindi naturale che io ribadisca oggi quanto ho già detto nel 1949 e nel 1953. Se si ripresenterà il caso, le ribadirò ancora, il che è normalissimo.
Circa l'affermazione che il sistema maggioritario dà la possibilità agli elettori di dare il voto alle persone che preferiscono, rispondo che è precisamente il contrario perché con il sistema maggioritario entrano a fare parte del Consiglio non già le persone che preferiscono, rispondo che è precisamente il contrario perché con il sistema maggioritario entrano a far parte del Consiglio non già le persone che preferiscono, rispondo che è precisa- l'elettorato, ma entrano in blocco le persone della lista che ha conseguito il maggior numero di voti. Infatti, entrando in Consiglio tutti i candidati di una lista, evidentemente la scelta di fatto non c'è, non è operante in pratica e vengono eletti anche i candidati che possono essere antipatici all'elettorato. Questo fatto dimostra che il sistema proporzionale è migliore di quello maggioritario.
Le elezioni' del Consiglio regionale si sono svolte due volte con il sistema maggioritario e, in entrambi i casi, non si è verificata l'esclusione anche di un solo candidato della lista che ha avuto il maggiore numero di voti.
Si afferma che il sistema maggioritario garantisce la minoranza e dà la possibilità alla maggioranza di lavorare con tranquillità. Ma che cos'è che il sistema maggioritario garantisce alla minoranza?
Abbiamo discusso abbastanza l'argomento e non penso che sia il caso di ribadire gli argomenti già esposti; comunque, rimane il fatto che nelle elezioni regionali del 1949 due liste non hanno avuto alcun rappresentante in seno al Consiglio regionale e, quindi, non si può affermare che il sistema maggioritario garantisca la minoranza; questo è un sistema che impedisce alla minoranza di avere un solo rappresentante. Il Consigliere Signora Chanoux è l'unico rappresentante dell'Union Valdôtaine in seno all'attuale Consiglio regionale, con ben 15.000 voti; e questo si chiama garantire il diritto delle minoranze? L'Union Valdôtaine per poco ha corso il rischio di non aver neanche questo suo unico rappresentante in Consiglio.
I fatti dimostrano, quindi, il contrario di quanto affermato dal collega Dujany.
Sulla questione dell'asserita tranquillità di lavoro della maggioranza con il sistema maggioritario si è già soffermato, mi pare, il Consigliere Giulio Nicco.
Nel 1954, nonostante che col sistema maggioritario fossero entrati in blocco nel Consiglio tutti i candidati di una lista, per poco il Consiglio non andava a rotoli. Il pericolo della nomina di Commissari è stato evitato per un solo voto e grazie al voto di coloro che sono contrari al sistema maggioritario. Quindi anche questo fatto concorre a fare crollare l'affermazione del Consigliere Dujany.
Dice ancora il collega Dujany che il sistema proporzionale obbliga l'elettore a scegliere un simbolo politico; ma io domando se non scelga, di fatto, un simbolo politico anche l'elettore che vota col sistema maggioritario.
DUJANY: "Sceglie e vota gli uomini".
MANGANONI: Ma su ogni lista vi è sempre un simbolo di un partito politico, sia che le elezioni abbiano luogo col sistema maggioritario sia che abbiano luogo col sistema proporzionale; pertanto, egregio collega Dujany, anche la questione del simbolo di lista non regge.
Si afferma poi che in Valle d'Aosta tutti si conoscono e che anche per questo motivo è bene lasciare la possibilità di scelta all'elettore. Ho i miei dubbi in proposito, perché non credo che un abitante di Bionaz, ad esempio, sia conosciuto a Champorcher, a Pont Bozet, a Gressoney. È vero che la Valle d'Aosta conta soltanto 100.000 abitanti, ma la sua conformazione geografica è tale che difficilmente ci si conosce personalmente in tutte le zone.
Si dice ancora che con il sistema maggioritario l'elettore non è vincolato ad alcun partito; ma, scusate, gli uomini che vengono messi sulla lista da chi sono scelti? Dagli allevatori di lumache?
Evidentemente sono scelti dai partiti politici e, quindi, l'elettore può scegliere soltanto fra i candidati portati dai partiti politici. Pertanto la scelta è sempre vincolata, sia con il sistema proporzionale che con il sistema maggioritario. Si potrà dire che questo è un inconveniente, perché si viene a valorizzare la partitocrazia; questo però è possibile dappertutto. In Italia e anche fuori dei confini della nostra Repubblica, sono i partiti politici che scelgono le persone. D'altronde, a rigore di logica, nessuno potrebbe proibire ad esempio, all'eventuale Associazione dei coltivatori di lumache di presentare una lista: tale lista, evidentemente, non potrebbe però in pratica ottenere una sua rappresentanza in seno al Consiglio regionale, ma teoricamente però chiunque può presentare una lista.
Vi sono in Italia circa 50 milioni di abitanti; ora di questi 50 milioni ve ne sono 49.900.000 che votano col sistema proporzionale e 100 mila, in Valle d'Aosta, ai quali è imposto di votare col sistema maggioritario.
Secondo l'affermazione del Consigliere Dujany i 49.900.000 italiani non capirebbero niente e soltanto noi saremmo all'altezza di capire.
In questo caso suggerirei al Consigliere Dujany di consigliare ai Deputati della maggioranza di imporre il sistema maggioritario anche agli altri 49.900.000 abitanti del Paese.
Si dice che al Comune di Aosta è l'Union Valdôtaine che domina con i suoi quattro Consiglieri.
DUJANY: "Al momento attuale".
MANGANONI: D'accordo, al momento attuale; ma per me l'affermazione non è esatta, perché se i sedici Consiglieri comunali di sinistra ed i quindici Consiglieri comunali democristiani si mettessero d'accordo per la formazione della Giunta e la nomina del Sindaco, i quattro Consiglieri comunali dell'Union Valdôtaine non otterrebbero proprio niente.
Quindi, anche su questo punto la tesi del collega Dujany non regge.
Si dice che col sistema proporzionale le popolazioni della campagna non hanno la possibilità di avere loro rappresentanti in seno al Consiglio regionale e questo perché gli elettori della Città di Aosta, essendo più numerosi e forse più disciplinati, voterebbero soltanto persone di Aosta e rimarrebbero quindi esclusi dal Consiglio regionale i rappresentanti delle altre zone.
Su questo non ci soffermiamo perché è stato già dimostrato che non corrisponde a verità.
Desidero soltanto aggiungere che dei sette Consiglieri della minoranza di sinistra che siedono attualmente al Consiglio regionale soltanto due risiedono ed abitano in Aosta, ma, però, né l'uno né l'altro vi è nato.
Questo ha potuto avvenire perché si è scelto su una lista di 25 candidati.
DUJANY: "Però, col sistema maggioritario".
NICCO Giulio: "Ma gli elettori, su tutta la lista, hanno scelto soltanto noi che non siamo di Aosta e non hanno scelto, invece, quelli di Aosta".
MANGANONI: Premetto che col sistema proporzionale non possono venire eletti tutti i Consiglieri di una lista, ma soltanto una parte dei candidati che figurano sulla lista, ad esempio dieci su trentacinque. Ora Voi dite che questi dieci sarebbero di Aosta, il che non è vero.
Nelle elezioni col sistema maggioritario l'elettore ha fatto la sua scelta nella nostra lista come se vi fosse il sistema proporzionale, perché i Consiglieri della minoranza sono stati eletti soltanto nel numero di dieci e non già in tronco come i Consiglieri della maggioranza.
NICCO Giulio: "Questa è la verità, bisogna ammetterlo".
MANGANONI: Il collega Dujany ha fatto un raffronto tra noi e la Francia; questo suo raffronto mi induce ad un giudizio poco lusinghiero nei suoi confronti, perché potrebbe fare dubitare che il collega Dujany coltivi delle velleità dittatoriali.
PAREYSON: "Raccomando al Consigliere Manganoni di voler concludere".
MANGANONI: Vengo subito alla conclusione, sebbene, Signor Presidente, io pensi che l'argomento in discussione sia di una importanza tale per cui, anche se la discussione durasse due o tre giorni, ciò non sarebbe male. Noi sappiamo che la discussione è necessaria e forse, se discutessimo di più, ci capiremmo meglio.
Contesto che il sistema maggioritario sia il sistema più indicato per risolvere positivamente la situazione economica della Valle d'Aosta; se così fosse, dovremmo dire alle altre Regioni a Statuto speciale: se volete risolvere le vostre questioni economiche fate delle elezioni regionali col sistema maggioritario.
Alcuni miei colleghi hanno citato, nei loro interventi, estratti di dichiarazioni fatte in passato dai Consiglieri dell'Union Valdôtaine, e fra gli altri dal Presidente della Giunta di allora, Avv. Caveri, nel Consiglio della passata legislatura.
Ha già detto il Consigliere Nicco Giulio che errare è umano, ma che persistere nell'errore è diabolico.
Io non intendo ribadire quanto già è stato detto, ma mi inchino di fronte a quei Consiglieri che, partiti dal principio che il sistema maggioritario fosse il migliore dei sistemi, essendosi accorti di aver commesso un errore (e chiunque può sbagliare), hanno avuto il coraggio di ricredersi.
Voi, invece, non avete avuto quel coraggio e persistete nell'errore.
Desidero ricordare che anche Voi, in certi casi, vi siete ricreduti, se non come persone, come partito.
Infatti avevate votato, in un primo tempo, per il sistema elettorale Thomasset, che non è quello maggioritario, poi avete votato in seguito per il sistema maggioritario: quindi avete cambiato nuovamente di opinione e nessuno ve ne fa una colpa.
Sempre in materia elettorale, nel 1948 voi avevate proposto che la lista comprendesse trentacinque candidati, anziché soltanto venticinque: vi siete poi ricreduti ed avete accettato che la lista fosse limitata a venticinque Consiglieri.
Noi, lungi dal farvene un appunto, vi diciamo che avete fatto bene: noi ammiriamo anche chi sbaglia e, riconoscendo l'errore, si corregge, ma non possiamo ammirare chi commette l'errore e persevera nell'errore.
Anche in questo caso le vostre citazioni non servono molto.
Concludo, ritornando sulla vostra affermazione che il sistema maggioritario è il più democratico di tutti i sistemi.
È inutile ricordare quanto è già stato detto al riguardo; mi limito a rammentare che tale sistema si concreta in un voto per un certo numero di Consiglieri, due voti per altri Consiglieri e diciassette voti per i Consiglieri di una terza lista.
Se questa è democrazia, è indubbio, che noi ci avviamo su un piano pericoloso e possiamo lasciare pensare non soltanto agli abitanti della Valle di Aosta, ma anche a quelli di fuori Valle, che la logica ed il buon senso sono stati banditi da questo Consiglio".
Madame CHANOUX: "J'ai entendu différents Conseillers de la majorité, entre autres Monsieur l'Assesseur Bionaz, déclarer aujourd'hui que les représentants de l'Union Valdôtaine, Conseillers de l'Administration passée, s'étaient prononcés contre la proportionnelle.
Il est plus exact de dire que les Conseillers Unionistes étaient pour la loi qui semblait la plus utile en ce temps-là pour la défense de l'Autonomie.
En effet, voici ce que disait Monsieur l'Avocat Caveri dans la séance du Conseil du 30 janvier 1953:
" "?..È chiaro che ogni legge elettorale ha i suoi pregi e i suoi difetti e che un sistema perfetto non è ancora stato inventato.
(Omissis...) La democrazia si identifica nella possibilità di scegliere, di cambiare, nella possibilità di una alternativa, cioè di andare al potere e al governo con libere e democratiche elezioni, secondo la scelta degli elettori.
(Omissis...) Tutta questa questione della legge elettorale dovrebbe essere vista alla luce dei principi dell'autonomia, questo non si dovrebbe perdere di vista.
(Omissis...) Tutto deve essere visto in funzione degli interessi particolari dell'autonomia e il Consigliere Dayné ha affermato una cosa molto esatta quando ha detto che il sistema elettorale deve essere studiato in relazione alle particolari necessità dell'autonomia e alle condizioni della Valle d'Aosta.
(Omissis...) In sostanza, il Consiglio, nella scelta di un sistema elettorale, deve preoccuparsi di rimanere fedele al principio di difesa dell'autonomia. Non è un mistero per nessuno che mai come oggi le autonomie regionali sono minacciate.
Noi dobbiamo difendere l'autonomia dagli attacchi, da qualunque parte vengano. Noi dobbiamo scegliere il sistema elettorale che ci dà la possibilità di meglio difendere la nostra libertà ed il nostro Statuto Speciale (Omissis)." "
Il est donc clair que, déjà alors, les Unionistes ne voyaient pas dans un système électoral un dogme, mais un moyen de défendre l'autonomie, un moyen qui peut varier selon les circonstances et les situations politiques.
Monsieur Dujany a dit que le système majoritaire garantissait les minorités et permettait d'administrer sans coup de foudre. sans surprise.
L'expérience nous a démontré que le système majoritaire n'est pas suffisant pour assurer la stabilité du Conseil. En effet, en juillet 1954, des Conseiller démochrétiens, élus avec le système majoritaire, ont donné leur démissions et mis en crise le Conseil.
D'ailleurs, dans les autres Régions à Autonomie Spéciale, les élections se font avec les systèmes proportionnel et il ne nous résulte pas qu'il y ait besoin d'y envoyer des Commissaires, contrairement à ce qui a risqué d'arriver en 1954 en Vallée d'Aoste, malgré la majoritaire.
On a aussi objecté que les zones ne seraient pas représentées avec le système proportionnel.
Le même inconvénient que l'on attribue au proportionnel se vérifierait également avec le majoritaire, si les électeurs voulaient choisir les candidats dans les différentes listes.
Les évènements de ces dernières années nous ont appris beaucoup de choses et principalement à tenir compte, avant tout, de l'expérience. Or l'expérience ne nous a pas encore démontré que avec l'application du proportionnel, les zones ne seraient pas représentées, ni surtout qu'elles seraient mal représentées.
Par contre, l'expérience nous a déjà démontré qu'avec le majoritaire beaucoup de zones ne sont représentées que de nom.
D'ailleurs, si nous voulons résoudre vraiment les problèmes valdôtains et, en particulier, le problème de notre agriculture, nous devons avoir une vue d'ensemble de l'économie de toute la Vallée.
Les Conseillers sont donc appelés à étudier et à résoudre des problèmes et non seulement à représenter des zones.
On a aussi dit qu'avec le système majoritaire on pouvait choisir les candidats.
Or l'expérience a démontré que la propagande et la pression de parti sont trop fortes et que, par conséquent, les électeurs choisissent très peu: ils sont nécessairement portés à voter la liste. Nous en avons eu la preuve".
DUJANY: "Madame Chanoux nous a lu des extraits de ce qui avait été dit par Monsieur Caveri dans la séance du 30 janvier 1953; je me permets de lui faire observer que pour donner une idée précise de ce qu'une personne a voulu dire il ne suffit pas de reporter quelques passages, mais il faut lire tout ce qu'elle a dit.
En effet, Monsieur Caveri avait encore dit: " "Parlano di voti eguali.
Il voto, in diritto, deve essere eguale e deve essere eguale sia con il sistema maggioritario, sia con il sistema proporzionale, sia con il sistema dell'apparentamento, di cui parlava Marchese, sia, infine, col sistema Thomasset.
Con tutti i vari sistemi elettorali il voto, in diritto, è sempre eguale, mentre in linea di fatto non lo è mai.
Nel Consiglio comunale di Aosta vi sono due Consiglieri del M.S.I., che hanno ottenuto solo 700 voti; mi sapete dire dov'è l'eguaglianza del voto in questo caso? Neanche in questo caso vi è eguaglianza del voto" ".
Je ne veux pas continuer à lire parce que je crois que c'est une chose inutile, mais c'est seulement pour affirmer le principe que lorsqu'on ne site qu'une ou deux phrases, cela peu donner lieu à toutes les interprétations possibles et imaginables.
A Monsieur Manganoni, - qui affirme qu'avec le système proportionnel les électeurs peuvent donner leurs voix aux personnes qu'ils préfèrent aussi bien qu'avec le système majoritaire - je veux faire noter qu'il y a une différence, car avec le système majoritaire l'électeur peut choisir les personnes de n'importe quelle liste, tandis qu'avec le système proportionnel il ne peut donner son vote qu'aux électeurs d'une seule liste, c'est-à-dire d'un seul parti politique et peut éventuellement donner un vote de préférence aux candidats qu'il préfère, appartenant cependant toujours à la même liste.
En disant ceci j'entends répondre indirectement aux observations qui ont été faites tout à l'heure, selon lesquelles les Conseillers de la minorité dans ce Conseil n'auraient été votés que par les hommes de leur parti. Ceci n'est pas vrai, parce que avec le système majoritaire j'aurai très bien pu donner mon vote aussi bien à Monsieur Manganoni qu'à Monsieur Nicco Jules.
Il pourrait se faire que les Conseillers de la minorité qui siègent actuellement au Conseil puissent y siéger merci, peut-être, a des votes d'électeurs qui appartiennent au courant de la majorité. Seul le système majoritaire peut permettre ceci, tandis que ce serait impossible avec le système proportionnel".
BONDAZ: "Io credo che su un concetto dovremmo tutti essere d'accordo e, cioè, che è stata questa una discussione simpatica, dove chiunque ha potuto dare fiato alle sue trombe e dove i suoni sono stati abbastanza melodici, salvo qualche piccola stonatura, come accade sempre, specialmente a quelli di noi che sono dilettanti e in musica e in politica.
Io penso che tutti gli argomenti sono stati ormai svolti e sono contrario, per principio, a ripetere argomenti che sono stati già svolti.
Mi pare, però, di dovere fare una premessa.
Io ritengo che sia veramente inutile e dannoso, per la serietà della discussione, di addentrarci in argomentazioni che siano unicamente teoriche o in logomachie che non abbiano senso pratico; così come è perfettamente inutile e deleterio che in una discussione di questo genere si facciano delle questioni morali, si venga a dire, - con dei ditirambi più o meno azzeccati e che sono validi per tutti i tempi e in tutte le occasioni -, che un sistema è la panacea di tutti i mali e che un altro sistema, invece, è un sistema disonesto e si parla, quindi, di disonestà e si abbia anche il coraggio, specialmente, di accusare di disonestà coloro i quali in perfetta buona fede sostengono delle tesi contrarie o di dire loro che si debbono vergognare delle proprie opinioni.
Questo non è serio, come pure non è serio, e mi rincresce sinceramente, che si sia fatto accenno a degli imbrogli e alla possibilità di scelta di un sistema o di un altro con la visione futura di queste solide poltrone che non avrebbero spine e che darebbero solamente delle grandi soddisfazioni.
Quelli che hanno fatto queste dichiarazioni si sono lasciati attrarre, ne sono profondamente convinto, dalla passione politica, perché non lo pensano e non lo possono pensare.
Io ritengo che sia serio, invece, di pensare che né qui dentro, né fuori del Consiglio regionale, e quindi in tutta la Valle d'Aosta, vi siano individui che possano pensare che degli amministratori siano qui per sedersi su delle poltrone, e non invece, per fare il loro dovere nell'interesse della collettività.
Dicevo che è sbagliato, secondo me, partire con dichiarazioni in termini assoluti.
Per esempio l'affermazione che il sistema proporzionale, con scrutinio di lista, sia la massima e la perfetta espressione del metodo democratico e che questo sistema sia la pietra di paragone per giudicare del grado di democraticità delle varie leggi elettorali, io vi dico che contrasta palesemente con la realtà e con la verità.
Infatti, vediamo, dal punto di vista anche storico, quello che accade anche in altri Paesi.
Lasciamo stare i Paesi con la lista unica; per quelli è una cosa tutta particolare e l'accenno fatto da Manganoni, come paragone, al Comune di Gaby è una cosa, mi si permetta, veramente esilarante.
Ma, se si considera la legislazione positiva dei principali Paesi democratici, si trova che il principio proporzionale con scrutinio di lista si ispira alle leggi elettorali del Belgio, dell'Olanda e della Svizzera; mentre, invece, il principio maggioritario è accolto integralmente da tutti i Paesi Anglosassoni, compresi gli Stati Uniti d'America, ed è stato adottato, con un particolare sistema misto, anche per le consultazioni popolari dalla Francia, non in queste ultime ma in quelle precedenti, e dalla Germania occidentale.
Ora, a me pare che nella discussione si faccia un equivoco veramente macroscopico.
Vi sono due sistemi: quello proporzionale e quello maggioritario, che hanno entrambi i loro pregi e i loro difetti. Sono sistemi diametralmente opposti, questo è chiaro, perché uno è un sistema a scrutinio di liste e l'altro è un sistema a scrutinio personale perché riguarda le persone.
Quindi sono due sistemi assolutamente diversi l'uno dall'altro e possono avere anche delle conseguenze diverse.
Si tratta di scegliere quello che riteniamo il sistema migliore e sono perfettamente d'accordo che nella scelta si debba avere riguardo non alle esagerazioni ideologiche, ma all'interesse pratico della Regione che, in questo caso, è la Regione della Valle d'Aosta.
Evidentemente le idee sui vari sistemi variano dagli uni agli altri. Ad esempio, tanto per riferire il pensiero di un individuo che è assolutamente fuori della politica, questa mattina mi hanno fatto leggere un passo del libro " Viaggio in Italia" di Guido Piovene, che è uno dei migliori scrittori che abbiamo oggi in Italia, nel quale si dice (pagina 158 del libro), parlando della Valle d'Aosta: "L'autonomia ha svegliato la Valle permettendole di amministrarsi con dei criteri che sono più congeniali; questi valligiani sensati hanno respinto il sistema proporzionale che annegherebbe gli interessi locali in quelli ideologici, subordinando il campagnolo all'intellettuale residente in Città, e che è contro lo spirito stesso dell'autonomismo".
Ve l'ho letto a conferma del detto "tante teste, tante idee".
Vediamo ora di fare un ragionamento di carattere tecnico-pratico.
Quando si parla di liste per il sistema maggioritario, la cosa non è esatta, perché la situazione è totalmente diversa. Vediamo che cosa dice la legge, perché è ovvio che, se si parte da presupposti sbagliati, le conseguenze, naturalmente, sono errate. Ora, la legge elettorale a sistema maggioritario 8-1-1949 n. 2, modificata successivamente con legge 26-9-1954 n. 863, tuttora vigente, dice, all'articolo 12: "Ciascun elettore ha diritto di votare per venticinque candidati, in qualunque lista siano compresi".
Questo è il principio della legge maggioritaria, cioè si possono scegliere 25 persone, in qualunque lista vengano comprese.
"Il voto si esprime tracciando un segno di croce nelle apposite caselle a fianco dei nomi prescelti.
Le schede sono valide anche quando non siano stati contrassegnati tanti nomi quanti sono i candidati per i quali l'elettore ha diritto di votare; sono valide, altresì, quando il segno del voto sia apposto soltanto sul contrassegno di lista, o comunque nel rettangolo che lo contiene; in tal caso il voto s'intende dato a tutti i candidati della lista".
Questo significa, in parole povere, che il sistema di votazione maggioritaria dà la possibilità all'elettore di scegliere in tutte le liste complessivamente 25 candidati; le liste possono essere due, tre, dieci, venti, il numero non interessa.
Nell'articolo seguente si dice che vengono proclamati eletti i 35 candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
Sono queste 35 persone che formeranno la maggioranza e la minoranza del Consiglio regionale, perché sono le persone che contano e non, naturalmente, gli schemi ideologici dei partiti.
Voi mi potete dire che è meglio la proporzionale, altri diranno che è meglio questo sistema. Io mi limito a dire che sono due sistemi assolutamente diversi l'uno dall'altro: si tratta di scegliere, secondo il mio parere, quale dei sistemi serva di più per gli interessi delle nostre popolazioni. Questa è la vera essenza del problema.
Quindi non c'è niente di assoluto; si può essere d'accordo per il sistema proporzionale se si ritiene che sia necessaria una maggiore politicizzazione della popolazione valdostana; si può, invece, essere d'accordo per il sistema maggioritario se si ritiene che preminente sia il concetto amministrativo e il concetto della scelta delle persone per la possibilità di scelta che viene data all'elettorato.
Io credo, e questa è soltanto una mia opinione personale, che non vi sia espressione più alta di democrazia di quella che dà la possibilità a ciascun elettore di scegliere i propri amministratori persona per persona. È un concetto ideale che non si può negare.
In definitiva, che cos'è effettivamente il sistema maggioritario? - Esso significa che le liste elettorali di tutta la Valle sono a disposizione di tutti gli elettori, che possono scegliere 25 persone su 35, questo è, diciamo, la espressione massima della legge maggioritaria e la massima possibilità e libertà di scelta che si possa praticamente dare all'elettorato.
La legge dà la possibilità di presentare delle liste e dà anche la possibilità all'elettore (che, in via di principio, può scegliere le persone in tutte le liste, mettendo una crocetta vicino al candidato prescelto) di fare una scelta cumulativa per evitare di fare tutti quei segni sulla scheda; però l'elettore ha la possibilità di fare 25 segni dove vuole; questa è la verità. Se poi, nella pratica, questo accada o non accada è un'altra cosa; rimane il fatto che la legge dà questa possibilità all'elettore.
Ora, io vi esprimo un altro concetto. Si dice che, nella pratica, non è avvenuto sempre così e si fa l'esempio dell'Avvocato Chanu che nel 1949, nella lista del Campanile, ha avuto 9.000 voti, di cui soltanto 3.000 come voti di lista e, quindi, c'era stata una notevole scelta della persona. Voi sapete certamente come si fa lo scrutinio con il sistema maggioritario. Si aggiungono ai voti individuali di ogni candidato i voti di lista e si fa la somma. Ecco perché, teoricamente, potrebbe avvenire, come è già avvenuto, che dei 25 candidati di una lista, uno consegua minor numero di voti dei candidati di altre liste; ciò è già accaduto nelle elezioni regionali del 1949.
In effetti, un Consigliere della lista D.C.-U.V. ha avuto un minor numero di voti del Consigliere Nouchy che è entrato a fare parte del gruppo consiliare di minoranza. In altre parole, io intendo dire che l'elettore può scegliere 25 persone su 35, scegliendole fra le varie liste, e che se un candidato di un partito minoritario viene scelto dal corpo elettorale più di un altro candidato di un partito maggioritario, tale candidato passa avanti nella graduatoria e può arrivare anche, per ipotesi, al primo posto: questa è la verità.
Non dobbiamo dimenticare, secondo il mio modesto parere, ciò che è stato già detto e, cioè, che le persone iscritte ai partiti costituiscono la infima minoranza della popolazione. Col sistema maggioritario si dà la possibilità a tutta quella gran massa di elettori, - che vivono in una Regione piccola come la nostra e possono conoscere vita e miracoli di coloro che sono portati come candidati -, di fare una scelta non soltanto politica, ma una scelta, diciamo così, amministrativa.
In altri termini, l'elettore sceglie, fra le varie liste, 25 persone che ritiene possano fare bene nell'interesse della Valle d'Aosta, a qualunque partito esse appartengano: questo è il concetto del sistema maggioritario. Io non penso che sia necessario fare della polemica e, d'altra parte, non ne sarei capace; però desidero rispondere, sia pure brevemente, ad alcune delle affermazioni di ordine tecnico che sono state fatte in merito ai due sistemi elettorali.
È stato già detto, ma è bene ripeterlo, che non si può, in una discussione di questo genere, parlare di premi di maggioranza: nella legge maggioritaria non c'è nessun premio di maggioranza. Il premio di maggioranza c'è nella legge proporzionale, con vari sistemi di proporzionale mista o corretta che, invece della proporzionale pura, danno un premio a coloro che hanno avuto il maggior numero di voti.
Il sistema maggioritario è antitetico al sistema del premio di maggioranza perché dà a ciascuno il suo, cioè i voti effettivamente conseguiti. Infatti, se prendete la distinta dei voti che ciascuno di noi ha avuto, Voi vedete che sono i primi 35 in graduatoria che sono stati eletti, senza tener conto della lista alla quale appartenevano; queste 35 persone dopo la loro proclamazione a Consiglieri regionali si riuniscono e formano una maggioranza e una minoranza. In ipotesi, quelle 35 persone potrebbero anche non appartenere ad alcun partito.
Voi mi direte che questo è un concetto contrario a quei concetti espressi proprio dalla partitocrazia; può anche essere, ma io affermo che, - e non sono il solo ad affermarlo e non vado a rinvangare le affermazioni fatte prima -, indubbiamente il nostro interesse è quello di scegliere il sistema di legge che riteniamo il migliore in relazione alle condizioni geopolitiche ed economiche della Valle di Aosta.
Non si parli di premi di maggioranza e non sì dica che l'esperienza ha insegnato che un Consiglio regionale si sfascia se è stato eletto con il sistema maggioritario.
Voi tutti sapete quali sono state le ragioni delle dimissioni di determinati Consiglieri regionali i quali avrebbero potuto dimissionare sia che fossero stati eletti col sistema proporzionale che col sistema maggioritario. Il caso delle citate dimissioni non ha nulla a che vedere con il sistema e con il concetto strumentale di una legge elettorale, in quanto si trattava di una decisione per motivi di carattere politico, decisione che si può prendere indipendentemente dal sistema, maggioritario o proporzionale, con il quale sono avvenute le elezioni.
Il Consigliere Nicco Giulio ha voluto parlare di abuso di deliberazioni di urgenza, di autonomia dei Comuni calpestata, di discriminazione, dì monopolio di un partito, quasi per dimostrare che possa fare tutte queste cose solo un Consiglio regionale Eletto col sistema maggioritario.
Il Consigliere Nicco vuole che gli dimostri che proprio col sistema maggioritario non è possibile il monopolio di un partito? È facilmente dimostrabile: Voi tutti dovete essere d'accordo - e d'altra parte lo scrivete sui vostri giornali, sia pure secondo la vostra tesi - che con il sistema maggioritario si debbono prendere preventivamente quegli accordi, che col sistema proporzionale si fanno in un secondo tempo, per la costituzione di una maggioranza e di una minoranza: questa è una realtà.
È ovvio che, in questo caso, nella lista di 25 persone vengono incluse delle persone che possono essere anche di altro partito, se il proprio partito non è abbastanza forte da poter fare da solo: ecco quindi, che il monopolio di un solo partito non esiste con il sistema della legge maggioritaria.
Si è parlato di voti non uguali e di una legge quasi incostituzionale: se così fosse, la legge maggioritaria dovrebbe essere denunciata alla Corte Costituzionale, in quanto violerebbe un dettame della Costituzione. In ordine al principio dei voti uguali, è stato letto, da qualcuno, quello che proprio il mio predecessore aveva detto al riguardo. Ma credete proprio che i voti espressi col sistema proporzionale siano uguali? Guardate, ad esempio, i voti che hanno riportato i Deputati delle varie circoscrizioni nelle elezioni politiche e vedete quanti voti hanno avuto gli uni e gli altri.
Effettivamente in teoria, sono tutti voti uguali, ma con il sistema maggioritario il voto libero che io dò a Tizio, Caio o Sempronio non è forse uguale e libero? Questa è la verità.
Piuttosto, riconosciamolo onestamente, nella pratica è accaduto fino ad ora che non tutti i cittadini valdostani, per una ragione o per l'altra, hanno effettivamente fatto una scelta di 25 nomi, perché moltissimi hanno scelto questi 25 nomi votando le liste in blocco.
Io affermo questo principio: se è vero che la democrazia deve essere una palestra di educazione democratica e se è vero che la più alta espressione di democrazia consiste nella possibilità che si dà all'elettore di scegliere i propri amministratori, noi dobbiamo insistere su questo principio.
Non è che dobbiamo trarre delle conseguenze negative dalla negatività della pratica attuatasi sino ad ora attraverso un corpo elettorale che ha già scelto molto e che potrebbe scegliere ancora di più. Speriamo che scelga ancora di più in questo caso. Io sostengo che non si può affermare che il sistema è negativo soltanto perché, ad un certo momento, non tutti gli elettori si sono avvalsi di questa grande possibilità che la legge maggioritaria dà loro.
Ecco perché io, modestamente, ripeto quello che ho sempre sostenuto, anche precedentemente, quando avevo l'onore di dirigere il Consiglio regionale come Presidente e avevo dato il mio voto favorevole fin da allora al sistema maggioritario.
Io sono veramente tranquillo con la mia coscienza: non ho nessun timore delle parole grosse che sono state dette, quasi che dovesse accadere il finimondo per opera nostra.
Noi siamo qui degli uomini liberi e diamo il nostro parere in piena libertà e coscienza. Deciderà il Parlamento italiano, a cui è demandato di decidere in ordine alla proposta di legge che è stata presentata dal deputato Caveri. Noi diamo dunque liberamente e coscientemente il nostro parere. Altri, a cui è demandata la decisione, se ne assumeranno la responsabilità".
NICCO Giulio: "Ho parlato di predominio e di monopolio di un partito e lo ribadisco.
Circa l'affermazione che la democrazia deve essere una palestra di educazione democratica, constato che il vostro gruppo non si è comportato democraticamente nei riguardi e della minoranza consiliare regionale e dei partiti e dei Comuni che non vi sono graditi perché gli Amministratori non sono del vostro colore politico".
MANGANONI: "Ho sentito affermare e ribadire che con la legge maggioritaria gli elettori hanno piena libertà in quanto possono scegliere i candidati che preferiscono. L'espressione "libertà" mi fa pensare che in Italia tutti hanno il diritto di comperarsi una fuori serie e di farsi una villa al mare. In pratica, però, questa libertà si riduce al fatto che molti cittadini, non soltanto non hanno né la fuori serie né la villa al mare, ma non hanno neanche il pane per sfamarsi.
Ad ogni modo, ai brillanti equilibrismi oratori del Presidente della Giunta Bondaz, io rispondo, sull'esempio del leone di cui ho citato prima l'aneddoto, che guardo ai fatti e non alle parole. Ora i fatti e le cifre, cosa dicono? Dicono che Voi, con il 40% di voti riportati nelle elezioni regionali, avete avuto il 70% di seggi e che Voi dovreste, invece, sedervi qui in Consiglio in numero di 14 e non di 25 e che l'Union Valdôtaine dovrebbe avere 10 rappresentanti, mentre ne ha uno solo. Questo è il linguaggio dei fatti.
Prima di passare ai voti, desidero fare ancora la seguente breve dichiarazione.
L'articolo 16 dello Statuto regionale dice che i 35 Consiglieri regionali sono eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto, secondo le norme stabilite da legge dello Stato, sentita la Regione.
Ora, io penso che i compilatori del nostro Statuto presupponevano che la maggioranza dei Consiglieri rappresentasse la maggioranza degli elettori; ma, dato che così non è, io sono dell'avviso che il Parlamento dovrebbe tenere in considerazione il parere dei Consiglieri che rappresentano la maggioranza effettiva degli elettori, cioè noi, e non dovrebbe invece tener conto del parere dei Consiglieri che, seppure qui in Consiglio costituiscono la maggioranza, rappresentano però soltanto la minoranza degli elettori e della popolazione".
BONDAZ: "Glielo auguro, glielo auguro!".
MANGANONI: "Sinceramente, Signor Presidente?"
BONDAZ: "Certo; è il Parlamento che deciderà".
Il Presidente, PAREYSON, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione del seguente ordine del giorno presentato dal Consigliere Manganoni e di cui dà lettura:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
considerato, alla stregua della esperienza fatta nelle elezioni regionali del 1949 e del 1954, che soltanto il sistema proporzionale può consentire una libera e democratica competizione elettorale, assicurando la possibilità a tutti i gruppi politici, grandi e piccoli, di presentarsi all'elettorato con il proprio programma ed il proprio emblema e di ottenere un numero di seggi corrispondente al numero dei voti ottenuti e l'elezione degli uomini migliori di ciascuna lista indicati con il sistema delle preferenze;
considerato che il 25 maggio 1958 la maggioranza assoluta del popolo valdostano si è pronunciata per il sistema proporzionale, espressamente presentato come caposaldo del programma dei due parlamentari eletti
esprime
parere favorevole alla proposta di legge di iniziativa del Deputato valdostano On. Caveri".
Procedutosi alla votazione per alzata di mano, il Presidente, Pareyson, accerta e comunica che il Consiglio, con voti contrari venticinque e voti favorevoli otto (Consiglieri presenti e votanti: trentatre), ha respinto l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Manganoni.
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente, Pareyson, pone quindi ai voti, per alzata di mano, l'approvazione del seguente ordine del giorno presentato dal Vice Presidente, Pasquali, e di cui dà lettura:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
presa in esame la proposta di legge n. 34 d'iniziativa del Deputato Caveri, recante norme per la elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, trasmessa dal Presidente della Camera dei Deputati al Presidente del Consiglio regionale per il parere prescritto dall'articolo 16 dello Statuto Speciale della Regione;
esprime
parere contrario all'adozione di tale proposta di legge".
Procedutosi alla votazione, il Presidente, Pareyson, accerta e comunica che il Consiglio, con voti favorevoli venticinque e voti contrari otto (Consiglieri presenti e votanti: trentatré), ha approvato l'ordine del giorno presentato dal Vice Presidente Pasquali.
Il Consiglio prende atto.
---
Si dà atto che l'adunanza viene sospesa alle ore dodici e minuti quaranta e rinviata alle ore quindici.
______