Oggetto del Consiglio n. 121 del 8 novembre 1948 - Verbale
OGGETTO N. 121/48 - ATTUAZIONE DELLA ZONA FRANCA IN VALLE D'AOSTA - PROPOSTE - MODALITA' DI ATTUAZIONE.
Il Presidente Avv. CAVERI prega l'Assessore all'Industria e Commercio, Geom. Pareyson, di riferire in merito all'oggetto posto al numero due dell'ordine del giorno, relativo alle proposte per le modalità di attuazione della zona franca in Valle d'Aosta; si riserva di fare alcune osservazioni al riguardo dopo la relazione del Geom. Pareyson.
L'Assessore Geom. PAREYSON, richiamandosi alle precedenti deliberazioni e discussioni del Consiglio in ordine all'oggetto, dà lettura delle proposte trasmesse ai Consiglieri in allegato all'ordine del giorno, illustrandole per quanto riguarda i precedenti e le possibilità di pratica attuazione. Le relazioni e proposte di cui sopra sono del tenore seguente:
ZONA FRANCA: Relazione del viaggio a Roma (10-12 giugno 1948) dell'Assessore all'Industria e Commercio, Geom. Enrico Pareyson.
Giovedì 10 giugno - Non trovo il Dr. Tagliarini nel suo ufficio, chiedo di essere ricevuto dal Direttore Generale delle Dogane Comm. Baldi. Nell'anticamera incontro il Dr. Tagliarini mentre sta uscendo dall'ufficio del Direttore Generale e mi interroga circa il motivo della mia visita, che deve essere stata annunciata al Direttore in sua presenza.
Gli espongo che sono venuto a Roma per concordare un convegno tra i rappresentanti del Governo e quelli della Valle in merito alle modalità di attuazione della Zona Franca, visto che le nostre richieste in tale senso erano tuttora senza risposta.
Mi assicura che la risposta da noi attesa è alla firma del Ministro e che ci giungerà fra breve.
Alla mia richiesta di avere copia della lettera in partenza, mi assicura che copia della lettera, come pure copia del decreto sui contingenti, sono state da lui consegnate all'On. Farinet da alcuni giorni, in occasione di una sua visita alla Direzione delle Dogane.
Insisto presso il Dr. Tagliarini per essere ricevuto dal Direttore Generale, ma questi mi obietta che il Direttore è molto occupato e che per quanto mi interessa posso rivolgermi senz'altro a lui ed all'On. Farinet per quanto si riferisce ai documenti sopra accennati.
Il Dr. Tagliarini mi accompagna quindi all'ufficio del Comm. De Luca; questi dichiara subito che della questione della Zona Franca della Valle d'Aosta egli non ha più avuto occasione di occuparsene dal dicembre 1947, cioè dopo la riunione interministeriale nella quale sono stati stabiliti i contingenti. Soggiunge che è a conoscenza che la Valle ha rinunciato a tale accordo e che tale rinuncia, secondo lui, è stato un gravissimo errore da parte della Valle, dato che a quest'ora tale beneficio sarebbe già in atto.
Accenno al Comm. De Luca che la situazione del dicembre 1947 è stata sostanzialmente modificata dallo Statuto regionale che ha concesso alla Valle la Zona Franca integrale e che non si tratta ora di discutere le modalità di attuazione come previsto dall'art. 14, ma il Comm. De Luca non ha intenzione di interessarsi più a lungo della questione e mi congeda cortesemente.
Prima di lasciare il Dr. Tagliarini, lo prego caldamente di voler fissarmi un colloquio col Direttore Generale per l'indomani, avvisandolo che sarei passato l'indomani da lui verso le ore undici per la risposta.
Colloquio col Senatore Avv. Page, al quale faccio relazione dei miei colloqui alla Direzione delle Dogane.
Mi reco a Montecitorio per vedere l'On. Farinet ma non riesco allo scopo.
Venerdì 11 giugno - Colloquio col Senatore Page e con l'On. Farinet.
L'On. Farinet mi comunica che dal Dr.Tagliarini non ha avuto che la sola copia del decreto relativo ai contingenti ma non la copia della lettera che trovasi alla firma del Ministro.
Espongo loro le mie impressioni sui colloqui della vigilia alla Direzione delle Dogane e non nascondo che l'ambiente mi è sembrato velatamente ostile; espongo pure che da qualche breve cenno del Dr. Tagliarini in merito alla lettera indirizzata alla Valle e che trovasi tuttora alla firma del Ministro, mi sono fatto il concetto che la Direzione delle Dogane è decisamente contraria alla concessione dell'esenzione dall'imposta di fabbricazione e di consumo nonché dei diritti di monopolio, intendendo limitare il beneficio della Zona Franca alla sola esenzione dai dazi doganali.
Mi riservo comunque di approfondire meglio l'argomento in occasione della visita che sto per fare sia al Dr. Tagliarini che al Direttore delle Dogane.
Il Dr. Tagliarini si dice spiacente di non aver potuto fissare col suo Direttore il colloquio da me desiderato e che la cosa non sarà neppure facile da combinarsi in quanto gli risulta che il Direttore è molto occupato.
Dichiaro al Dr. Tagliarini che sono molto spiacente anch'io del contrattempo, ma che intendo d'altronde trattenermi a Roma fino a quando il Comm. Baldi non mi avrà ricevuto e lo prego di voler informarne il suo Direttore.
Prendo quindi appuntamento per il giorno seguente.
Approfitto dell'occasione per sondare, attraverso il Dr. Tagliarini, il pensiero della Direzione delle Dogane circa l'interpretazione dell'art. 14 del nostro Statuto regionale.
Fin dalle prime battute mi rendo conto della divergenza sostanziale esistente fra le nostre rispettive opinioni.
Sostiene, in sostanza, il Dr. Tagliarini, con argomenti vaghi e senza precisi riferimenti legislativi, che un territorio dichiarato fuori della linea doganale gode della sola esenzione dei dazi doganali, esclusione fatta delle imposte di fabbricazione e di consumo dei diritti di monopolio, affermando che queste tre ultime categorie di tasse non hanno alcuna relazione con la legge doganale, ma sono invece regolate da apposite leggi.
Il sottoscritto sostiene invece la tesi che un territorio dichiarato fuori della linea doganale gode della esenzione di tutti i diritti di confine, diritti che sono chiaramente specificati nell'art. 7 della legge doganale vigente, fra i quali sono appunto comprese le imposte di fabbricazione e di consumo, nonché i diritti di monopolio.
Il Dr. Tagliarini insiste nell'affermare che siamo su di una falsa strada e che avremmo fatto assai meglio di accettare i contingenti che ci sono stati offerti nello scorso dicembre.
Accenno al Dr. Tagliarini che ho incontrato l'On. Farinet e che questi mi ha assicurato di non aver avuto comunicazione dell'attesa lettera di risposta alla Valle.
Il Dr. Tagliarini si scusa dell'equivoco ed alla mia richiesta di avere in visione almeno la minuta, mi obietta che la cosa non è possibile, in quanto non si sa se tale lettera sarà o meno di gradimento del Ministro e quali modifiche essa possa eventualmente subire al momento della firma; mi assicura che la lettera giungerà d'altronde a destinazione tra pochi giorni.
Visita al Dr. Puma, dell'ufficio divieti, per sollecitare alcune pratiche di importazione.
Sabato 12 giugno - Mi reco dinuovo dal Dr. Tagliarini il quale, finalmente, mi accompagna presso il Direttore Generale. Nell'attesa di essere introdotto presso il Comm. Baldi, riprendiamo la discussione sul noto argomento.
Il Comm. Baldi mi accoglie molto gentilmente e mi esprime subito la sua meraviglia che la Valle abbia declinato l'accordo sui contingenti concluso nel dicembre 1947. Secondo lui, l'orientamento verso la Zona Franca costituisce da parte nostra un gravissimo errore, del quale solo più tardi ne avvertiremo le conseguenze, specialmente nei riguardi dell'industria.
Mi accenna pure ai riflessi morali di essere doganalmente fuori del territorio nazionale, alle difficoltà del commercio locale per l'esportazione dei propri prodotti, alle necessarie formalità doganali, le quali possono rappresentare un grave intralcio al movimento turistico della regione, ecc. ecc.
Faccio notare al Comm. Baldi che i diversi atteggiamenti della Valle sono giustificati dalle diverse situazioni che si sono susseguite e che non deve quindi stupire soverchiamente se la Valle in seguito allo Statuto regionale che le concede la Zona Franca integrale, da creduto conveniente di denunciare l'accordo sui contingenti concluso nel dicembre 1947.
Soggiunge che il primo capoverso dell'art. 14 dello Statuto regionale deliberato dalla Costituente, è stato da noi interpretato nel senso che, essendo il territorio della Valle posto fuori della linea doganale, ne consegue l'esenzione di tutti i diritti di confine, nei quali appunto sono compresi, oltre i diritti doganali veri e propri, anche le imposte di fabbricazione e di consumo nonché di diritti di monopolio, appunto come specificato nell'art. 7 della Legge doganale, osservando che questo non rappresenta una nostra personale interpretazione ma bensì il parere di valenti esperti in materia doganale.
La reazione del Comm. Baldi a questa mia dichiarazione è assai debole ed incerta, e pur riaffermando con scarsa convinzione le già note teorie del Dr. Tagliarini, egli sente il bisogno di avere continuamente a questo riguardo il parere del suo segretario particolare presente alla conversazione, il quale si trova nella evidente condizione di dover confermare, per dovere di cortesia, le timide e confuse affermazioni del suo superiore".
Ad ogni modo constato che le teorie del Dr. Tagliarini sono appena sfiorate dal Comm. Baldi nel modo più prudente possibile.
In merito alla richiesta introduzione in franchigia dei prodotti della Valle nel territorio doganale dello Stato, faccio notare al Comm. Baldi che tale agevolazione è in atto presso tutte le altre zone franche e che, d'altronde analoga richiesta era già stata inoltrata a suo tempo in relazione all'applicazione del Decreto n. 546 del 7 settembre 1945.
Accenno al Comm. Baldi che mi sembra difficile, allo stato attuale, di poter discutere le modalità di attuazione della zona franca se non è prima risolta la questione di principio, circa la quale, mi sembra, non vi sia, per il momento, una concordanza di vedute tra la Direzione delle Dogane e la Valle.
Il Comm. Baldi obietta che il dissenso potrà venire risolto da un nuovo provvedimento legislativo del Parlamento.
Protesto sostenendo che al Parlamento dovrebbe essere sottoposto soltanto il provvedimento relativo alle modalità di attuazione della Zona Franca ma non la parte essenziale dell'art. 14 (primo capoverso), la quale, essendo già stata sancita dalla Costituente, non può ormai essere oggetto di una nuova discussione alla Camera.
Propongo che, previo parere favorevole della Giunta, la Valle trasmetta al più presto alla Direzione Generale delle Dogane un breve memoriale nel quale sia chiarito e debitamente documentato in base alla legge doganale, il proprio punto di vista nella dibattuta questione, pregando la Direzione delle Dogane di voler far conoscere a sua volta, le eventuali inesattezze e la propria tesi, dopo di che la questione potrebbe essere rimessa alla decisione del Comitato di Coordinamento.
Il Comm. Baldi non respinge la proposta ma si limita a riaffermare l'assoluta convenienza per la Valle di accettare la soluzione dei contingenti e di non costituire la barriera doganale a Pont St. Martin, la quale avrebbe un effetto deleterio per le industrie locali, senza contare gli infiniti altri inconvenienti dei quali non ci rendiamo abbastanza conto.
Prendo congedo dal Comm. Baldi con la viva raccomandazione di voler definire nel più breve tempo possibile l'ormai lungamente dibattuta questione della Zona Franca della Valle d'Aosta, facendogli presente l'attesa impaziente della nostra popolazione ed il suo vivo desiderio di vedere realizzata al più presto questa sua legittima aspirazione.
Assicuro che da parte della Valle sarà fatto tutto il possibile in questo senso e prego caldamente la Direzione Generale delle Dogane di voler adoperare la miglior buona volontà affinché si possa addivenire al più presto ad una felice soluzione di questo problema.
Conclusione - E' impressione dello scrivente che la Direzione Generale delle Dogane abbia cercato di intorbidare la questione e di defraudare la Valle d'Aosta delle prerogative che le sono state concesse dallo Statuto regionale (art. 14, primo capoverso), riducendo i vantaggi della zona franca alla sola esenzione dai dazi doganali, cioè nei limiti del decreto n. 546 del 7 settembre 1945.
Tale tesi, come già si è detto, è assolutamente assurda ed infondata, ma potrebbe essere comunque pericolosa qualora la controversia venisse riportata alla discussione del Parlamento, cosa che bisognerebbe assolutamente evitare.
Ne consegue l'opportunità di non rompere per ora i ponti con la Direzione Generale Dogane.
Il Senatore Avv. Page e l'On. Farinet sono pure concordi in questo senso.
Ma, viene da chiedersi, per quale motivo il suddetto ufficio ha creduto orientarsi verso una tesi così insostenibile?
Le ipotesi sono varie ed in primo luogo si può prospettare che la Direzione Generale delle Dogane non abbia pensato di sollevare a suo tempo le opportune obiezioni allorquando lo schema dello Statuto regionale era stato sottoposto al suo parere prima di essere presentato alla Costituente. Verosimilmente deve essere allora sfuggito al detto ufficio tutta la portata del primo capoverso dell'art. 14, tanto è vero che esso venne restituito senza rilievi.
Altra ipotesi è quella di una azione diretta presso la Direzione Generale delle Dogane da parte degli industriali.
Infine si ritiene che non sia stata senza conseguenze la lettera dell'Amministrazione della Valle in data 8 aprile 1948 n. 1371/5 nella quale all'ultimo capoverso si fa riferimento alla esenzione dai diritti ed oneri doganali, (fra i quali sono compresi l'imposta entrata, il diritto di licenza, ecc.) mentre si doveva fare riferimento esclusivamente alla esenzione dai diritti di confine, che comprendono il diritto di monopolio, l'imposta di fabbricazione e di consumo, ecc.
Il testo del capoverso citato è d'altronde pieno di tali inesattezze da ingenerare nella Direzione delle Dogane la convinzione che sarebbe stato facile trarre in inganno la Valle sulla reale portata dell'art. 14 dello Statuto speciale.
ZONA FRANCA: Relazione del viaggio a Genova (2-3 agosto 1948) dell'Assessore all'Industria e Commercio Geom. Enrico Pareyson -
Com'è noto, nei giorni 10-12 dello scorso giugno, tra il sottoscritto e altri funzionari del Ministero delle Finanze, era avvenuto, a Roma, uno scambio di vedute sulla nostra Zona Franca, e più precisamente circa la portata dell'art. 14 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta.
Contrariamente alla legittima nostra aspettativa, quei funzionari e più particolarmente il Dr. Tagliarini avevano manifestato l'opinione che l'art. 14 non implica se non la franchigia dei dazi doganali e non comprende quella sui monopoli e sull'imposta di fabbricazione e di consumo.
Nella convinzione che la nuova legge, a differenza del decreto n. 546 del settembre 1945, concede alla Valle una Zona Franca totale, è stata inoltrata in Giunta la proposta di sentire in merito il parere di una autorità in materia di diritto doganale.
La Camera di Commercio di Genova, richiesta di segnalare il nominativo di un esperto in materia, ebbe ad indicare, come elemento di primissimo ordine e di indiscussa competenza, il Comm. Enrico Debernardinis, già Ispettore generale delle Dogane ed ex-Direttore della Dogana di Genova attualmente a riposo.
Autorizzato dal Sig. Presidente, il giorno 2 corrente, il sottoscritto si recò a Genova per conferire col citato Comm. Debernardinis sul noto argomento.
Il colloquio, svoltosi alla presenza del Comm. Balbi e del Dr. Minoletti, ex-Segretario Generale il primo e attuale Segretario Generale il secondo, della Camera di Commercio di Genova, fu breve e la sua conclusione netta e precisa.
A giudizio del Comm. De Bernardinis, la Zona Franca della Valle d'Aosta, in virtù dell'art. 14 dello Statuto speciale, deve ritenersi totale. Richiesto di illustrare per iscritto il suo parere affinché la Valle potesse valersene, all'occorrenza, il Comm. De Bernardinis lo ha ritenuto inutile, escludendo la possibilità di argomentazioni valide in contrario. Per il caso che la Valle ritenesse tuttavia di insistere in tal senso Egli gradirebbe una precisa richiesta.
Si è peraltro offerto di recarsi eventualmente a Roma sia isolatamente sia coi rappresentanti della Valle, per sostenere presso il Direttore Generale delle Dogane, suo amico personale, il buon diritto della Valle alla Zona Franca integrale.
Incidentalmente, e benché non interpellato in merito, il Comm. De Bernardinis aggiunse che egli si augurava, quale amico sincero della Valle, per i motivi più avanti specificati, che questa non venisse nella determinazione di elevare una barriera doganale tra il suo territorio e quello del Paese.
"Lo stabilirsi di una dogana a Pont St. Martin sarebbe l'inizio di una serie interminabile di guai per la Valle d'Aosta: vessazioni agli abitanti e turisti che escono dal suo territorio, esosi controlli alle attività commerciali od industriali della Regione. Infine essa costituirebbe una decisiva remora, anziché un incentivo, al movimento turistico".
A risparmiare alla Valle ciò che egli definì una vera e propria "calamità", il Comm. De Bernardinis, sconsigliando egualmente un regime di compromesso basato sul contingentamento delle merci da introdurre in franchigia nella Regione, suggerì, come unica radicale soluzione del vitale problema, di trattare col Governo la rinunzia alla barriera doganale, convertendo i benefici della Zona Franca in una adeguata compensazione finanziaria, la quale dovrebbe corrispondere, praticamente, all'onere di cui l'erario si sarebbe gravato attraverso le franchigie concesse alla Valle, onere che potrebbe essere stabilito in modo sufficientemente esatto basandosi sulla contabilità dello Stato, tenuto conto dei consumi effettivi della Valle in relazione alla sua popolazione.
Con tale speciale apporto finanziario, ha soggiunto il Comm. De Bernardinis, la Valle potrebbe, sull'esempio della vicina Confederazione svizzera, istituire un Banco di Credito turistico per il finanziamento dell'industria alberghiera, riservandosi il diritto di controllo sull'industria stessa a mezzo di apposito Comitato.
Il Comm. De Bernardinis ha escluso che lo Stato possa, nell'ordinamento finanziario della Regione, tener conto dei proventi derivanti direttamente od indirettamente dalla Zona Franca.
SECONDO REFERTO CIRCA IL PROBLEMA DELLA ZONA FRANCA A SEGUITO DEI COLLOQUI SVOLTISI PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA IL GIORNO 2 AGOSTO 1948.
1^ Soluzione: Barriera doganale - Introduzione in franchigia delle merci -
2^ Soluzione: Rinuncia alla linea doganale contro compensazione finanziaria globale alla Valle da parte dello Stato.
- I -
BARRIERA DOGANALE: INTRODUZIONE DELLE MERCI IN FRANCHIGIA -
Vantaggi diretti e indiretti:
L'entità dei benefici diretti che deriverebbero dalla franchigia dai dazi doganali e dalle imposte di fabbricazione e di consumo per tutti i generi introdotti nel territorio della Valle, compresi quelli di monopolio, si può fare ascendere a circa un miliardo di lire dei quali:
500.000.000 - provenienti dalla franchigia sui vari prodotti di uso generale -
350.000.000 - provenienti dalla franchigia sui tabacchi -
150.000.000 - provenienti dalla franchigia sui carburanti -
Valutando la popolazione della Valle a 100.000 abitanti in cifra tonda, il beneficio "pro capite"annuo sarebbe di Lire 5.000 per la popolazione in genere, supponendo un eguale consumo di prodotti da parte di ognuno.
Per la categoria dei fumatori il cui numero si può fare a scendere a 50.000 il beneficio "pro capite" sarebbe maggiorato di Lire 7.000.
Per i possessori di un automezzo - circa 1.500 - il beneficio "pro capite" sarebbe aumentato di ben 100.000 lire.
Tali ingiuste sperequazioni potrebbero essere eliminate solo col riservare all'Amministrazione della Valle i benefici provenienti dalla franchigia sui tabacchi e sui carburanti, benefici che l'Amministrazione stessa dovrebbe poi ripartire equamente con la esecuzione di opere turistiche o comunque di interesse generale o con altre provvidenze. Ma ciò renderebbe necessaria la restituzione da parte della Valle di tasse sui prodotti menzionati e la creazione di organi complessi, costosi e di dubbia efficienza, per la loro riscossione e per il necessario controllo.
I vantaggi indiretti dalla Zona Franca sarebbero costituiti essenzialmente dall'attrattiva esercitata sui turisti dalle franchigie sui generi di monopolio e sui carburanti, e dall'incentivo alle iniziative commerciali connesse col turismo.
Inconvenienti e svantaggi:
La linea doganale implica, però come ognuno sa, lo sbarramento materiale del fondo valle a Pont St. Martin e la sorveglianza della carrozzabile e della ferrovia, nonché quella dei valichi e passi che collegano la Valle col resto del territorio nazionale.
Se le visite ai bagagli ed alle persone che si effettuano normalmente alle frontiere tra Stato e Stato sono oggetto di recriminazioni ben note, quali non saranno le proteste e le lamentele che tali controlli provocheranno tra i valligiani i quali per le loro necessità commerciali o familiari devono recarsi con frequenza ad Ivrea, a Torino o nel resto del territorio nazionale?
E non è da temersi che lo stesso turista, obbligato ad assoggettarsi alle vessazioni del controllo doganale, nonché alle relative perdite di tempo, non ritenga di pagare troppo caro i non eccessivi benefici che la Zona Franca gli offre? In altre parole la barriera doganale non costituirà una decisiva remora al movimento turistico, sul quale la Valle fonda tante speranze per il suo futuro economico?
Una autorità in materia doganale, il Comm. De Bernardinis (vedasi precedente referto) ha espresso il parere che la barriera doganale non mancherà di essere di grave danno nei riguardi di determinati interessi della Valle, ed ha proposto pertanto la seguente soluzione:
- II -
RINUNCIA ALLA LINEA DOGANALE CONTRO UNA CONGRUA COMPENSAZIONE FINANZIARIA ALLA VALLE DA PARTE DEL GOVERNO -
Il Governo, nel concedere alla Valle il regime di Zona Franca, ha implicitamente rinunciato a riscuotere i dazi doganali e le imposte di fabbricazione e di consumo su tutti i prodotti introdotti nella Regione per esservi consumati, oltre ai proventi del monopolio.
Il valore di detti dazi ed imposte si concreta praticamente, come s'è detto precedentemente, nella somma di un miliardo di lire circa.
La soluzione del problema della Zona Franca suggerito dal Comm. De Bernardinis consisterebbe nel chiedere al Governo che tale somma venga direttamente versata all'Amministrazione della Valle, contro rinuncia da parte della Regione alla applicazione integrale dell'art. 14 dello Statuto regionale.
L'entità del suddetto corrispettivo potrebbe essere stabilita in base alla contabilità dello Stato, le cui risultanze sono assolutamente attendibili, e dovrebbe, successivamente, essere riveduto ogni anno per tenere conto dell'aggiornamento delle tariffe doganali, le quali sono oggi ancora lungi dall'essere ragguagliate allo svalutamento della lira.
- III -
CONSIDERAZIONI VARIE -
1° - L'applicazione del regime di Zona Franca non condurrebbe ad una sensibile diminuzione del costo della vita, e più che favorire il normale commercio, darebbe presto luogo al contrabbando ed alla speculazione privata sotto tutte le più svariate forme.
2° - I maggiori vantaggi - essendo essi proporzionati ai consumi - si farebbe sentire, anziché sui cittadini meno abbienti, su quelli, che per avere più mezzi, sono più forti consumatori.
3° - Il regime di Zona Franca darebbe luogo a forti ed ingiuste sperequazioni a favore di determinate categorie di cittadini - fumatori e possessori di automezzi - sperequazioni difficilmente sanabili, come s'è fatto osservare, mentre per la stragrande maggioranza della popolazione, i benefici della Zona Franca sarebbero invece di una entità assai modesta.
4° - Secondo il parere di tecnici competenti e disinteressati, la vigilanza doganale intralcerebbe fatalmente il movimento turistico oltre a costituire una grave vessazione per la popolazione stessa della Valle.
5° - Non va dimenticato inoltre che, finché la Valle non potrà importare liberamente dall'Estero - cioè senza la prescritta licenza ministeriale - i prodotti che le sono necessari, la Zona Franca non potrà dirsi veramente tale.
6° - Secondo il Comm. De Bernardinis, la soluzione da Lui proposta offrirebbe, invece, i seguenti vantaggi:
a) tutti i diversi inconvenienti conseguenti alla barriera doganale sarebbero totalmente eliminati, pur riservando alla Valle i relativi benefici materiali;
b) l'Amministrazione della Valle, ricevendo integralmente l'equivalente in denaro di tutte le agevolazioni implicite nel regime di zona franca, non solo sarebbe in grado di distribuirlo equamente fra le popolazioni più bisognose della Regione, sia alleggerendo o sopprimendo tributi, sia eseguendo opere di pubblica utilità, ma potrebbe affrontare, con così cospicuo apporto finanziario, la soluzione di problemi vitali per la Regione.
Aosta, lì 17 agosto 1948.
TERZO REFERTO CIRCA IL PROBLEMA DELLA ZONA A SEGUITO DEI COLLOQUI SVOLTISI PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA IL GIORNO 2 AGOSTO 1948.
Considerazioni varie
1- La soluzione proposta dal Comm. De Bernardinis dovrebbe, a parere di questa Divisione, essere adottata soltanto in via transitoria senza pregiudizio cioè dell'integrità dell'art. 14 dello Statuto regionale, la cui applicazione potrebbe pertanto essere richiesta dalla Valle in qualsiasi momento lo ritenesse opportuno.
Si ritiene che non sarebbe invece consigliabile l'esperimento inverso, nel senso cioè di istituire prima la barriera doganale e chiedere in un secondo tempo l'abolizione della barriera stessa colla negoziazione di un corrispettivo.
In quest'ultimo caso la Valle verrebbe a trovarsi quasi certamente, nella dura alternativa di subire la linea doganale, anche se risultasse assolutamente gravosa, oppure di rinunciare definitivamente alla Zona Franca senza compensazione di sorta.
II - La proposta del Comm. De Bernardinis va esaminata a sé, cioè indipendentemente dalle eventuali sue ripercussioni sul riparto finanziario fra lo Stato e la Valle, e, se ritenuta conveniente, non può essere respinta a priori per un semplice dubbio che lo stesso proponente ha già scartato nel modo più assoluto.
In ogni caso, in sede di discussione del progetto di cui sopra, sarà sempre possibile di avanzare le opportune riserve per quanto riguarda il riparto finanziario.
III - Non sembra logico infatti la sperequazione che la soluzione De Bernardinis possa in qualche modo pregiudicare il riparto finanziario tra Governo e Regione previsto dall'art. 12 dello Statuto regionale, poiché, seguendo tale concetto, si dovrebbe nutrire analogo timore anche nei riguardi di altre concessioni riservate alla Valle, quali, ad esempio, quelle riguardanti le acque pubbliche. Non può quindi sussistere alcun dubbio che trattasi di argomenti assolutamente distinti che non possono assolutamente influenzarsi reciprocamente.
Nel funzionamento pratico della Zona Franca, bisogna pure considerare che, affinché le esenzioni doganali di vario genere vadano effettivamente a totale beneficio della popolazione, anziché a precipuo vantaggio dei commercianti, la Valle dovrà esercitare un complesso e laborioso controllo dei prezzi, la cui organizzazione graverà sull'Ente Valle senza che quest'Amministrazione ne ricavi alcun utile.
D'altronde il suddetto controllo, comunque venga congeniato, non potrà dare che dei risultati assai discutibili, poiché infatti l'esperienza di questi ultimi anni ha largamente dimostrato quanto, di fatto, sia vana ed illusoria la disciplina dei prezzi.
Aosta, lì 25 agosto 1948.
Divisione Industria e Commercio
SUPPLEMENTO AL TERZO REFERTO SULLA ZONA FRANCA
IV - Riguardo al criterio da seguirsi per la determinazione, secondo il progetto De Bernardinis, della quota spettante alla Valle, sarà opportuno tenere presente che la ripartizione proporzionale pura e semplice dei proventi doganali, non potrebbe essere accettata da parte della Valle, per il motivo che i consumi locali di determinati generi, quali ad esempio: zucchero, caffè, alcool, ecc., superano, in notevolissima misura, la media nazionale.
Tale circostanza di fatto venne d'altronde già riconosciuta ed ammessa in occasione della riunione interministeriale tenutasi a Roma nel dicembre 1947, nella quale vennero appunto discussi e stabiliti i contingenti di alcuni generi di largo consumo per la Valle d'Aosta.
Si propone quindi che i suddetti contingenti siano senz'altro assunti come base nelle future eventuali discussioni, e che essi siano inoltre integrati, per quanto si riferisce a tutti gli altri generi non menzionati nell'accordo stesso e gravati di solo dazio doganale, di una cifra calcolata a "forfait". Per quanto riguarda invece i generi di monopolio, i dati relativi potrebbero essere desunti con assoluta esattezza dalla contabilità dei locali magazzini dei generi di privativa.
La riserva suddetta è della massima importanza e la sua accettazione da parte del Governo dovrebbe pertanto costituire la condizione "sine qua non" per le eventuali ulteriori discussioni del progetto di cui trattasi.
L'Assessore Geom. PAREYSON comunica che la Giunta si è sempre attivamente interessata della questione concernente l'attuazione pratica della Zona Franca in Valle d'Aosta, ma che, purtroppo, le trattative intercorse non hanno a tutt'oggi sortito l'esito voluto a causa delle difficoltà frapposte dalla Direzione Generale delle Dogane che intende applicare in senso restrittivo e limitare e menomare la concessione fatta alla Valle d'Aosta con l'art. 14 dello Statuto regionale (art. 14 - "Il territorio della Valle d'Aosta è posto fuori della linea doganale e costituisce Zona Franca"); precisa che la Direzione Generale ritiene che i benefici della Zona Franca siano limitati alla sola esenzione dai dazi doganali, analogamente a quanto già previsto dalle disposizioni limitative del decreto n. 546 del 7 settembre 1945. Fa presente, in proposito, che il Comm. De Bernardinis, richiesto di dare un suo parere in merito all'interpretazione dell'art. 14 succitato, ha dichiarato di ritenere che, in virtù di tale articolo, alla Valle d'Aosta sia stata concessa la Zona Franca integrale senza limitazione.
L'Assessore Geom. PAREYSON pone in rilievo, illustrandoli e commentandoli, i vantaggi e gli svantaggi che deriverebbero alla Valle d'Aosta con l'applicazione della Zona Franca integrale e della barriera doganale. Fa constare come vantaggi diretti andrebbero prevalentemente a favore di determinate categorie di persone (fumatori, possessori di automezzi, ecc.), mentre vantaggi indiretti sarebbero costituiti essenzialmente dall'attrattiva esercitata sui turisti dalle franchigie sui generi di monopolio e sui carburanti e dall'incentivo alle iniziative commerciali connesse con il turismo. Rileva che l'applicazione integrale della Zona Franca comporterà, come logica conseguenza, l'istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin, con sbarramento materiale di controllo al fondo valle e con sorveglianza della carrozzabile, della ferrovia e dei vari passi di accesso alla Valle.
L'Assessore Geom. Pareyson ritiene che lo Stato, concedendo la Zona Franca integrale alla Valle d'Aosta abbia inteso di rinunciare all'esazione dei dazi doganali ed all'esazione delle imposte di consumo e di fabbricazione; precisa che le esenzioni ed i relativi benefici per la Valle, tradotti in cifre, si possono valutare circa un miliardo di lire. Osserva che, secondo il suggerimento e la proposta del Comm. De Bernardinis, l'Amministrazione regionale potrebbe richiedere al Governo il versamento di una somma annua corrispondente alla valutazione dei benefici contro rinuncia alla applicazione materiale della Zona Franca totale di cui all'art. 14 dello Statuto e che tale somma potrebbe essere distribuita più equamente tra tutti gli abitanti più bisognosi mediante il finanziamento di opere di pubblica utilità e di interesse generale agli effetti della soluzione integrale di problemi vitali per la Valle. L'Assessore Geom. Pareyson propone che la soluzione come sopra prospettata dal Comm. De Bernardinis sia applicata soltanto in via provvisoria e cioè sino a che l'Amministrazione regionale non ritenga di chiedere l'istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin, senza pregiudizio, pertanto, per la possibilità di futura applicazione integrale dell'art. 14 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta. Osserva che, a parer suo, la soluzione prospettata dal Comm. De Bernardinis non pregiudicherebbe la questione della ripartizione delle entrate erariali da farsi tra Regione e Stato, ai sensi dell'art. 12 dello Statuto, trattandosi di due argomenti ben distinti ed aggiunge che, in sede di trattative, la Regione potrebbe, comunque, porre la riserva che non siano fatte confusioni o interferenze fra le due questioni. L'Assessore Geom. Pareyson osserva che, attuando la proposta del Comm. De Bernardinis, si eviterebbe di portare in discussione al Parlamento la questione della Zona Franca per stabilirne le modalità di attuazione, come stabilito dall'art.14 - comma secondo - dello Statuto regionale ("le modalità di attuazione della zona franca saranno concordate con la Regione e stabilite con legge dello Stato"). Rileva che tale fatto è della massima importanza in quanto è noto che il Parlamento non è favorevole alle Regioni come lo era l'Assemblea Costituente. Aggiunge ancora che potrebbe sembrare fuori luogo istituire ora una barriera doganale mentre nelle alte sfere politiche si parla insistentemente di federazione europea e di abolizione conseguente delle barriere doganali attualmente esistenti, e dato il previsto inizio dei lavori per il traforo del Monte Bianco.
L'Assessore Geom. Pareyson conclude la sua relazione, invitando il Consiglio ad esaminare attentamente la soluzione proposta dal Comm. De Bernardinis tenendo presente che la soluzione stessa dovrebbe essere adottata soltanto in via transitoria in relazione alle considerazioni varie surriportate della Divisione Industria e Commercio; propone di rinviare alla prossima adunanza ogni decisione in merito per dar più modo e tempo ai Consiglieri di vagliare attentamente le varie considerazioni di cui si tratta.
Il Presidente Avv. CAVERI comunica di essersi, anche recentemente, interessato, in occasione del suo ultimo viaggio a Roma della questione dell'attuazione della zona franca in Valle d'Aosta e dichiara di ritenere che non si possa ancora parlare di divergenze di vedute tra il Governo e la Regione in merito alle modalità di attuazione della zona franca in Valle d'Aosta.
Fa presente di aver conferito anche con un funzionario del Ministero competente, il quale ha già predisposto un progetto di legge recante norme di attuazione della zona franca, progetto nel quale è prevista solo l'esenzione dai dazi doganali e non già l'esenzione dalle imposte di fabbricazione e dall'imposta di consumo, contrariamente a quanto appare dall'art.14 dello Statuto regionale, ove alla Valle d'Aosta è riconosciuto il beneficio della zona franca integrale, senza limitazione. Fa presente che occorre, però, accertare se e sino a che punto l'opinione di tale funzionario sia condivisa dal Ministero competente e dal Governo.
Il Presidente Avv. Caveri ritiene che, prima di iniziare la discussione sulla opportunità o meno della istituzione di una barriera doganale a Pont St. Martin, sia opportuno di esaminare e distinguere i vari aspetti della questione della zona franca e cioè l'aspetto giuridico, l'aspetto tecnico e l'aspetto politico.
Circa l'aspetto giuridico, il Presidente Avv. Caveri richiama l'art. 4 del D.L.L. 7 settembre 1945 n. 546 rilevando che il comma primo di tale articolo, di cui dà lettura, è stato riportato quasi integralmente nell'articolo 14 - comma 1 - dello Statuto regionale. Pone quindi in risalto che le esclusioni e le limitazioni di cui al comma terzo dell'art. 4 del D.L.L. 7 settembre 1945 n. 546 (secondo cui "il beneficio della zona franca non comprende l'esenzione dalle imposte erariali di fabbricazione e di consumo e dai diritti sui generi di privativa, né dall'imposta generale sull'entrata") non è stato inserito nell'art. 14 dello Statuto regionale. Ritiene, quindi, evidente che se il legislatore ha riportato integralmente il primo comma dell'art. 4 succitato nell'art. 14 dello Statuto regionale ed ha omesso volutamente il terzo comma, ciò ha fatto perché ha voluto far beneficiare la Valle d'Aosta anche dell'esenzione dalle imposte erariali di fabbricazione e di consumo e dai diritti sui generi di privativa nonché dall'imposta generale sull'entrata. Aggiunge che tale asserto è comprovato e suffragato anche da quanto riferito dal funzionario addetto al servizio Zona Franca della Divisione Industria e Commercio e cioè che la legislazione generale doganale contempli tali oneri e tributi doganali e che un articolo (art. 7) della legge doganale delli 25-9-1940 n. 1424 comprende nei diritti di confine anche le imposte di fabbricazione e ogni imposta di consumo. Conclude affermando che non v'è dubbio che, ai sensi dell'art. 14 dello Statuto regionale, alla Valle d'Aosta sia stato riconosciuto il beneficio della zona franca integrale; aggiunge che forse ciò è stato facilitato dal fatto che in materia di zona franca non è stato richiesto dalla Commissione parlamentare dei diciotto il parere della Direzione Generale della Dogana in occasione dell'approvazione dello Statuto regionale.
Circa l'aspetto tecnico, il Presidente Avv. Caveri richiama l'art. 14, comma secondo, dello Statuto regionale, il quale stabilisce che "Le modalità d'attuazione della zona franca saranno concordate con la Regione e stabilite con legge dello Stato". Rileva che se a tutt'oggi non si è ottenuta l'attuazione della zona franca in Valle d'Aosta ciò è dovuto al fatto, che ai sensi del succitato comma, occorre che il Parlamento esamini e discuta la questione della zona franca della Valle d'Aosta e, con legge di esecuzione dello Stato, stabilisca le modalità di attuazione della zona franca. Dichiara che è necessario addivenire prima ad un accordo in merito con il Governo il quale dovrebbe, quindi, sottoporre al Parlamento, per la discussione e per l'approvazione, la legge che stabilisca le modalità di attuazione della zona franca.
Circa l'aspetto politico della questione richiama il secondo comma dell'art. 71 della Costituzione dello Stato relativo al diritto popolare all'esercizio dell'iniziativa delle leggi mediante proposte, firmate da almeno 50.000 elettori, di progetti di legge redatti in articoli. (Visto: si approva l'inserzione di numero venti parole omesse alla 14^ linea. Il Segretario A. Brero). Rileva però che, a differenza dell'Assemblea Costituente, che nella sua maggioranza era regionalista, il Parlamento attuale è invece super-nazionalista e che quindi ritiene opportuno di manovrare per ottenere che il Parlamento deleghi il Governo a studiare, a proporre e a stabilire le modalità per l'attuazione della zona franca. Aggiunge che se la questione venisse portata al Parlamento e questi disconoscesse i diritti riconosciuti alla Regione con l'art. 14 dello Statuto regionale, la questione non sarebbe totalmente e definitivamente pregiudicata, in quanto sarebbe ancora sempre possibile il ricorso all'Alta Corte Costituzionale.
Il Presidente Avv. Caveri, commenta quindi la proposta De Bernardinis (richiesta allo Stato di una determinata somma annua contro rinuncia dell'attuazione della zona franca, con conversione dei benefici della zona franca in una adeguata annua compensazione finanziaria) e si dichiara contrario, per principio, alla proposta e all'eventuale richiesta di convertire in moneta i benefici della zona franca. Fa presente che la zona franca è stata richiesta ed ottenuta per i corrispondenti benefici economici diretti che ne possono derivare alla popolazione e non già per dare entrate all'Amministrazione della Valle d'Aosta; ritiene, pertanto, che si debba far sì che la zona franca vada a beneficio diretto e totale della popolazione e che l'istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin non debba comportare tutti gli inconvenienti ai quali ha accennato l'Assessore all'Industria e Commercio; ritiene che l'unico inconveniente potrebbe consistere nella eventuale eccessiva fiscalità delle guardie di finanza. Si dichiara certo che la attuazione della zona franca avrà il suo favorevole riflesso anche nei confronti dello sviluppo del turismo, in quanto dovrebbero diminuire notevolmente i prezzi di tutti i generi dopo l'attuazione della zona franca. Fa ancora osservare che la monetizzazione della zona franca potrebbe compromettere la buona soluzione della questione della ripartizione delle entrate erariali e potrebbe costituire un grave pericolo anche dal lato politico, innanzitutto perché difficilmente nelle trattative si potrebbe ottenere dallo Stato la cifra di un miliardo, ed in secondo luogo perché una proposta del genere potrebbe avere ripercussioni nefaste a tutto danno della Valle d'Aosta; pertanto si dichiara contrario all'attuazione, anche in via provvisoria della proposta del Comm. De Bernardinis.
Il Consigliere Avv. Torrione fa presente che l'Amministrazione regionale non deve preoccuparsi eccessivamente delle difficoltà e delle resistenze poste dai funzionari ministeriali in sede di trattative concernenti le modalità di attuazione della zona franca, in quanto il beneficio della zona franca di cui al 1° comma dell'art. 14 dello Statuto regionale, che costituisce in Zona Franca il territorio della Valle d'Aosta, è consacrato da una legge costituzionale non può, pertanto, essere modificato o limitato da alcun ufficio. Rileva che il comma secondo dell'art. 4 del D.L.L. 7 settembre 1945 n. 546 stabiliva che il beneficio della zona franca dovesse estendersi anche alle merci proveniente dagli Stati non limitrofi alla Valle e ritiene che tale comma dovesse avere riferimento soltanto a quelle merci che possono essere importate in Italia con il permesso di importazione. Dichiara che l'Amministrazione regionale, debba ora richiedere ed ottenere che sia riconosciuta alla Valle d'Aosta la facoltà di importare tali merci senza richiedere il permesso di importazione; precisa che in tal modo si avrebbe la zona franca integrale. Fa osservare che occorre entrare in trattative non già con i funzionari, ma con gli ordini governativi responsabili, al fine di ottenere il riconoscimento dei nostri diritti facendo presente agli organi stessi che, in caso di diniego, la Regione ricorrerà all'Alta Corte Costituzionale. Passando, quindi, all'esame dei vantaggi maggiori di cui usufruirebbero alcune categorie di persone con l'applicazione della zona franca integrale, il Consigliere Avv. TORRIONE osserva che sarà sempre possibile, mediante opportune disposizioni di limitare i vantaggi a tali categorie di persone ed aggiunge che è da ritenersi, comunque, certo che migliorerà sensibilmente, in seguito al ribasso di prezzo di tutti i generi, il tenore di vita della popolazione valdostana. Fa osservare che l'unico problema tecnico da risolvere è quello che concerne l'importazione e l'esportazione delle materie per le industrie esistenti in Valle d'Aosta.
Il Presidente Avv. CAVERI rileva che le industrie potranno scegliere uno dei tre sistemi già esaminati e discussi in precedente adunanza di Consiglio.
Il Consigliere Avv. TORRIONE ritiene che il trasferimento della barriera doganale, dall'attuale linea di confine a Pont St. Martin, non dovrebbe creare notevoli inconvenienti anche perché il mantenimento ed il funzionamento della linea doganale è di competenza dello Stato; accennando, quindi, alla proposta del Comm. De Bernardinis fa presente che occorre in primo luogo esaminare e discutere sul quantum annuo che possa essere richiesto allo Stato a titolo di compensazione. Propone che si chieda l'esenzione dai diritti di confine, dall'imposta di fabbricazione, dall'imposta di consumo e da tutti gli altri oneri doganali e che si chieda, inoltre, l'autorizzazione alla libera importazione dall'estero delle merci per le quali occorre attualmente speciale permesso. Conclude, rilevando che già troppo tempo è trascorso dalla data in cui è stata concessa la zona franca alla Valle d'Aosta senza che la popolazione abbia potuto beneficiare di qualche vantaggio e propone che, nell'attesa che siano definite le trattative concernenti le modalità di attuazione della zona franca, l'Amministrazione regionale chieda che sia provvisoriamente concesso alla popolazione valdostana l'applicazione provvisoria del sistema del contingentamento. Ritiene che non sia possibile ottenere la delega a Commissioni o al Governo, da parte del Parlamento, per stabilire le modalità di attuazione della zona franca. Concorda, peraltro, sul fatto che sarebbe più agevole trattare e concretare le modalità con il Governo o con una Commissione anziché con il Parlamento. Osserva che, comunque, l'applicazione dell'articolo 14 dello Statuto regionale va attuata nella sua totale integrità, per cui non è ammissibile convertire la concessione della zona franca in una determinata somma da richiedersi quale corrispettivo allo Stato, tanto più che la zona franca è stata concessa alle popolazioni della Valle (onde renderne più alto il tenore di vita) e non all'Amministrazione regionale. (Come da deliberazione consiliare n. 183, del 30 dicembre 1948, si approva l'inserimento di n. 63 parole soprariportate. Il Segretario A. Brero).
Il Presidente Avv. CAVERI dichiara che, sostanzialmente, dal lato politico e giuridico, il punto di vista del Consigliere Avv. Torrione corrisponde al proprio punto di vista.
Sorge discussione tra il Presidente Avv. Caveri ed il Consigliere Avv. Torrione in merito alla possibilità di concretare la richiesta di attuazione della zona franca totale, se cioè la richiesta debba essere fatta sotto forma di una proposta di legge, di iniziativa popolare, ovvero sotto forma di referendum, da inoltrarsi al Governo (e comprendente la facoltà, delegata alla Regione, di rilasciare permessi di importazione e di esportazione).
Il Presidente Avv. CAVERI rileva che vi è sostanziale identità di vedute con il Consigliere Avv. Torrione, con la sola differenza che, a proprio parere, la richiesta dovrebbe concretarsi nella forma di una proposta di legge di iniziativa popolare, mentre il Consigliere Avv. Torrione ritiene che debba concretarsi sotto forma di una proposta di legge previo referendum popolare.
L'Assessore Geom. BIONAZ rileva che, nonostante sia stata riconosciuta da tempo alla Valle di Aosta il beneficio della zona franca completa, nulla ancora in pratica si è ottenuto nei tre anni già trascorsi e propone che, in attesa dell'applicazione della zona franca integrale, si chieda al Governo l'immediata concessione, in esenzione dai dazi doganali e dalle altre imposte erariali, di contingenti annui di materie e di prodotti compresi nella tariffa doganale.
L'Assessore Ing. FRESIA si dichiara non favorevole all'istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin anche per il fatto che col 1° gennaio 1950 dovrebbe andare in vigore l'unione doganale italo-francese e non avrebbe quindi più alcuna importanza la barriera doganale di Pont St. Martin. Si dichiara favorevole all'attuazione immediata del sistema di contingentamento.
Il Presidente Avv. CAVERI insiste sull'opportunità che sia chiesta l'attuazione della zona franca integrale e senza limitazioni e che, nell'attesa, e cioè soltanto in via del tutto provvisoria, si chieda l'applicazione del sistema del contingentamento. Rispondendo poi all'Assessore Ing. Fresia, osserva che la Valle d'Aosta, oltre che dalla Francia, potrebbe importare merci anche da altri Stati più lontani e ribadisce che, a parer suo, l'istituzione della barriera doganale non comporterebbe notevoli inconvenienti, in quanto non vi sarebbe alcun controllo sui passaporti né alcun controllo valutario. Il Consigliere Sig. MANGANONI si dichiara contrario all'attuazione della proposta De Bernardinis ed insiste affinché in Valle d'Aosta sia attuata al più presto la zona franca totale; propone che, in attesa, si chieda allo Stato l'immediata concessione di contingenti annui di materie e di prodotti in esenzione dai dazi doganali e dalle imposte erariali, ecc. per dare alla popolazione valdostana immediati benefici.
L'Assessore Geom. PAREYSON richiama le trattative precedentemente intercorse con gli organi competenti a Roma per l'applicazione provvisoria del sistema del contingentamento e fa presente che, qualora il Consiglio deliberi nell'adunanza odierna per l'applicazione provvisoria di tale sistema, in attesa dell'attuazione integrale della zona franca, si dovrà chiedere allo Stato la concessione di contingenti annui di materie e di prodotti per l'ammontare di un miliardo all'anno circa di beneficio.
Il Consigliere Geom. VESAN ricorda che in precedente adunanza egli aveva sottoposto all'esame del Consiglio un ordine del giorno con il quale si ribadiva il principio del riconoscimento della zona franca totale alla Valle d'Aosta e si chiedeva che, in via transitoria, venisse applicato il sistema del contingentamento. Dichiara che l'Amministrazione dovrebbe richiedere un contingentamento di materie e di prodotti nella maggior misura possibile.
L'On. Dr. FARINET rende anzitutto omaggio alla serenità con la quale avvengono le discussioni in seno al Consiglio regionale; rileva quindi come l'Assessore Geom. Pareyson abbia dettagliatamente specificato nei suoi memoriali i precedenti e le trattative svolte a Roma in merito alla attuazione della zona franca. Pone in rilievo che il Presidente Avv. Caveri ed il Consigliere Avv. Torrione abbiano esaminato il problema della zona franca sotto i vari aspetti giuridico, politico e tecnico. Dichiara che, a suo parere, il Parlamento non prenderà l'iniziativa di una legge in quanto nello Statuto regionale è sancito che le modalità di attuazione della zona franca debbono essere concordate con la Regione e non sentita la Regione. Ritiene, quindi, necessario che intervengano preventivamente accordi fra il Governo e la Regione. Osserva che la zona franca viene generalmente concepita ed attuata come una "testa di ponte" tra due Nazioni e che tale è appunto la Valle d'Aosta. Fa presente che la questione della zona franca deve essere collegata con la questione del traforo del Monte Bianco. Riferisce che durante le trattative intercorse a Roma in merito alla richiesta di applicazione provvisoria del sistema del contingentamento, è stato riconosciuto, che la popolazione valdostana, dovendo vivere in alta montagna, abbisogna di un maggior numero di calorie e che pertanto ha necessità di integrare le calorie mancanti mediante concessione di contingenti di determinati generi in misura superiore a quella concessa ad altre Regioni. Riferisce ancora che in una riunione del Parlamento e precisamente nella riunione del 31 gennaio 1947, in cui mancava l'On. Bordon, rappresentante della Valle d'Aosta, da un Deputato venne dichiarato che la Valle d'Aosta non intendeva più pagare le imposte e tale dichiarazione impressionò sfavorevolmente l'assemblea dei Deputati. Si dichiara di parere contrario alla attuazione della proposta De Bernardinis e cioè a chiedere la conversione in moneta del beneficio della zona franca, per il fatto, già accennato, che la zona franca è stata concessa a favore della popolazione e, pertanto, non deve essere convertita in moneta a favore dell'Ente regionale.
Ritiene opportuno che l'Amministrazione regionale predisponga un progetto di legge concernente le modalità di attuazione della zona franca e che, nell'attesa di ottenere l'attuazione della zona franca totale, chieda l'immediata concessione di contingenti annui di materie e di prodotti in esenzione dai dazi doganali e dalle imposte erariali e diritti doganali vari, in misura superiore a quella concordata nello scorso anno in sede di trattative avvenute a Roma. Aggiunge che nel progetto dovrebbe essere inserito un articolo il quale stabilisca che il Ministro competente è autorizzato a concedere immediatamente i contingenti annui di materie e di prodotti, nell'attesa che siano definite le modalità per l'attuazione della zona franca integrale e illimitata.
Aggiunge che sarà compito del futuro Consiglio regionale di insistere per la sollecita attuazione della zona franca integrale e per la conseguente istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin. Ritiene che il progetto di legge predisposto dall'Amministrazione regionale sarà discusso, anziché dal Parlamento, da una Commissione parlamentare, con la quale sarà più facile ed agevole concretare un accordo.
Riassumendo la discussione, il Presidente Avv. CAVERI prende atto che il Consiglio è sostanzialmente favorevole a chiedere al Governo l'attuazione della zona franca totale prevista dall'art. 14 dello Statuto regionale e, in attesa di chiedere l'immediata concessione di contingenti annui di materie e di prodotti compresi nelle tariffe doganali, in relazione ad accordi di massima già intercorsi, il tutto in esenzione dai dazi doganali, dalle imposte erariali di fabbricazione e di consumo e da ogni diritto doganale o di licenza. Precisa che la richiesta di attuazione della zona franca totale potrebbe concretarsi nella forma di una proposta di legge, di iniziativa popolare, da inoltrarsi al Governo e comprendente la facoltà, delegata alla Regione, di rilasciare permessi di importazione e di esportazione. Propone di dare mandato alla Giunta di trattare in tal senso con le autorità governative allo scopo di concordare e di attuare sollecitamente le norme di attuazione della zona franca in Valle d'Aosta.
IL CONSIGLIO
dopo breve discussione;
ad unanimità di voti;
Delibera
di approvare le proposte di cui sopra del Presidente Avv. Caveri.
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Si dà atto che, su proposta del Presidente, Avv. Caveri, approvata dal Consiglio, l'adunanza viene sospesa alle ore sedici e minuti cinquanta e riaperta alle ore diciassette e minuti venti, con l'intervento di tutti i Consiglieri già presenti all'inizio dell'adunanza e dell'On. Paolo Alfonso Farinet.
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