Oggetto del Consiglio n. 60 del 16 maggio 1946 - Verbale

OGGETTO N. 60/46 - RELAZIONE DEL DR. ING. LORA TOTINO E DEL PROF. DR. ZIGNOLI SUL PROGETTO PER IL TRAFORO DEL MONTE BIANCO.

L'Assessore Avv. Page prende la parola per presentare ai Consiglieri l'Ing. Conte Lora Totino e l'Ing. Zignoli i quali hanno accettato l'invito loro rivolto di illustrare al Consiglio il progetto per il traforo del Monte Bianco, di cui si auspica la realizzazione nell'interesse della Valle.

L'Avv. Page ricorda che il problema del traforo del Monte Bianco ha già interessato i valdostani sin dal 1886, epoca in cui fu inaugurata la ferrovia Ivrea-Aosta. A partire da quell'epoca si debbono annoverare interessanti pubblicazioni, studi e progetti per il traforo del Monte Bianco, che hanno avuto larga risonanza non solo nel nostro paese ma in tutta l'Europa. Auspica che la realizzazione dell'importante opera possa giovare dal punto di vista turistico e commerciale al nostro paese e costituire più saldi vincoli di unione e di reciproca comprensione fra le due Nazioni di Francia e d'Italia.

Prende la parola l'Ing. Lora Totino, Conte di Cervinia, promotore del recente progetto per il traforo del Monte Bianco, progetto di cui illustra i presupposti e i precedenti politico-economici, soffermandosi in particolare sui problemi finanziari inerenti alla realizzazione del progetto.

Precisa che fu l'Ing. Binel Lino a richiamare per primo la sua attenzione sul traforo del Monte Bianco come necessità assoluta per lo sviluppo turistico ed economico della Valle d'Aosta, ed a fornirgli il noto progetto Monod, che servì di base per gli studi dell'attuale progetto predisposto dai Proff. Ingegneri Zignoli e Quaglia. Fa presente di avere investito un non indifferente capitale in imprese e lavori attinenti al turismo in Valle d'Aosta, per cui è in grado di comprendere quanto beneficio economico la realizzazione del traforo arrecherebbe alla Valle mediante un indubbio incremento turistico, in quanto collegherebbe le stazioni alpine della Valle con le più rinomate stazioni di soggiorno e di turismo della Francia e della Svizzera.

Riferisce particolareggiatamente in merito ai colloqui ed alle trattative avuti con le autorità comunali di Torino, con i Ministri Romita, Cattani, Brosio e De Gasperi e con numerose personalità politiche e dell'alta banca in Svizzera e in Francia, dalle quali tutte ottenne appoggio morale e promesse di aiuto. Ricorda che il progetto per i lavori di realizzazione della grandiosa opera ebbero necessariamente un notevole ritardo a causa della critica situazione politica internazionale del nostro Paese che non ha ancora avuto il trattato di pace, e ciò per i notevoli riflessi politici ed economici conseguenti alla realizzazione della grandiosa opera. Dichiara di volere dedicare ogni sua energia per la realizzazione dell'opera che tornerebbe ad onore e a vantaggio delle due Nazioni confinanti. Riferisce che i primi lavori, affidati ad una piccola impresa locale valdostana, sono già iniziati per lo scavo di una galleria di assaggio dei profondi strati rocciosi del colosso alpino. Sono altresì state iniziate le complesse operazioni di triangolazione ed i lavori geodetici sia sul versante italiano che sul versante francese, lavori condotti a cura di una Società Italiana finanziatrice sul versante italiano e di altra Società finanziatrice sul versante francese, Società le quali dovranno probabilmente trasferire le loro sedi (attualmente a Torino e a Parigi) a Ginevra, in relazione alle particolari necessità di carattere finanziario per la migliore riuscita economica dell'impresa. Comunica che è sua intenzione di creare e di avvalersi, per quanto possibile, dell'opera di un Comitato di studi, nel quale i valdostani saranno chiamati a partecipare in larga misura onde tutelare gli interessi commerciali, turistici e industriali della Valle, che sono i più preminenti. Fa presente l'opportunità di un eventuale, sia pure modesto e simbolico, intervento finanziario della Valle nel finanziamento dei lavori.

Fa presente che il traforo del Monte Bianco deve essere riguardato anche in funzione della necessità di creare una grande linea di comunicazione europea di collegamento nord-sud. Per quanto riguarda il finanziamento dell'opera precisa che occorrono trentacinque milioni di lire oro, pari a due miliardi e mezzo di lire attuali. Di tale somma 900.000.000 di lire sono già stati sottoscritti da capitale privato italiano, francese, svizzero e di altri paesi; mentre occorrono 800.000.000 da parte delle autorità statali e degli enti pubblici locali italo-francesi. L'esecuzione dei lavori comporta 3.000.000 di giornate lavorative con oltre 1 miliardo di lire di paghe operaie, il che permetterebbe di alleviare la disoccupazione locale. Termina auspicando che con l'aiuto economico dello Stato e degli Enti pubblici e del capitale privato dei tre Stati finitimi sia possibile intraprendere sollecitamente la grandiosa opera dalla quale deriverà un incremento di attività turistico-alberghiera, di comunicazioni e di traffico commerciale e un conseguente notevole beneficio economico alla Valle d'Aosta, alla quale auspica il miglior avvenire.

Invita quindi l'Ing. Zignoli a riferire sui dettagli tecnici del progetto.

L'Ing. Zignoli riferisce in merito ai dati tecnici del progetto facendo presente che la più grande difficoltà da superare non è dovuta a ragioni tecniche ma al problema finanziario. Un maggior finanziamento potrebbe consentire un perfezionamento del progetto mediante l'allargamento della sezione utile della galleria. Il progetto prevede la costruzione per una lunghezza di km. 12 di una galleria attraverso il Monte Bianco, galleria avente una sezione di metri 7,20 con due banchine pedonali laterali sopraelevate. Il traffico nelle due direzioni dovrebbe essere disciplinato e regolato per i soli autocarri e autocorriere, mentre le automobili, di più limitata larghezza, avrebbero accesso e transito libero nella galleria. L'eventuale allargamento oltre alla misura prevista della sezione della galleria è subordinato alle possibili economie di spesa conseguenti al previsto svolgimento di lavoro in roccia buona con conseguenti minori opere di rivestimento interno, e all'ottenimento di maggiori finanziamenti.

Per assicurare, durante l'avanzamento dei lavori ed a opera ultimata, il regolare deflusso delle acque di scolo della galleria è prevista al costruzione di apposito cunicolo nonché l'andamento in salita della galleria verso il suo culmine centrale, punto di incontro dei lavori di scavo dal versante italiano e dal versante francese. La ventilazione nella galleria dovrebbe essere assicurata dal dislivello di circa metri cento previsto tra l'imbocco italiano e quello francese della galleria stessa. Comunque sono previsti particolari impianti per la ventilazione e per il ricambio dell'aria, in caso di necessità. L'imbocco della galleria sul versante italiano è previsto a quota 1370 metri, presso il lembo del ghiacciaio, di fronte a Notre Dame de Guérison. La direzione della galleria all'imbocco è orientata verso la valle nella quale verrebbe creato un grande piazzale con il materiale di scavo e di discarico della galleria. Il lavoro di assaggio di un primo tratto di galleria è già stato iniziato e si spera di poter proseguire i lavori non appena terminati sui due versanti francese e italiano i lavori preparatori di triangolazione indispensabili per assicurare il buon andamento della galleria e il congiungimento dei due tronchi con un minimo scarto al centro della galleria stessa. Si prevede l'impiego delle più perfezionate macchine e di moderne perforatrici, mediante le quali sia possibile di ridurre al massimo il lavoro dell'uomo e di raggiungere l'avanzamento di circa metri nove al giorno per parte (in totale diciotto metri) come previsione massima.

L'Ing. Annibale Torrione, Consulente tecnico del Consiglio per i problemi idroelettrici, suggerisce all'Ing. Zignoli di costruire un solo marciapiede e banchina pedonale al fine di aumentare la sezione utile stradale in galleria. L'Ing. Zignoli assicura che sarà fatto il possibile per aderire alla richiesta nell'interesse della circolazione stradale in sede di esecuzione del progetto che attualmente deve essere considerato progetto di massima. Ritiene anzi di poter ridurre la banchina pedonale da cent. 75 a cent. 60. Su domanda dell'Ing. Torrione, l'Ing. Zignoli e il Conte Ing. Lora Totino precisano che nel citato preventivo di spesa non sono comprese le spese per le strade di arroccamento. Altri Consiglieri richiedono chiarimenti all'Ing. Zignoli in merito al progetto.

L'Assessore ai lavori pubblici, Geom. Cuaz, sottopone all'approvazione del Consiglio il seguente ordine del giorno, che i Consiglieri deliberano di approvare all'unanimità: "Il Consiglio della Valle d'Aosta, udite le relazioni del Conte Ing. Lora Totino e dell'Ing. Zignoli sul progetto e sull'inizio dei lavori per il traforo del Monte Bianco - interprete dei sentimenti e delle aspirazioni secolari del popolo valdostano - plaude alla coraggiosa iniziativa, votando unanime la sua piena adesione alla realizzazione di tale grandiosa opera di interesse internazionale, che verrà a conferire alla Valle d'Aosta, oltre a notevoli benefici economici, il nobile compito di riallacciare fraternamente i popoli di Francia e d'Italia".

Infine l'Assessore Avv. Page porge a nome del Consiglio i più vivi ringraziamenti al Conte Ing. Lora Totino e all'Ing. Zignoli, per le loro relazioni sul progetto del traforo del Monte Bianco, ed esprime l'augurio che il progetto possa essere realizzato al più presto e che l'opera possa servire da "trait d'union" fra le nazioni di Francia e di Italia.

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