Oggetto del Consiglio n. 3102 del 8 novembre 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 3102/XII - Ritiro della mozione: "Impegno per eventuali modifiche delle procedure per l'accesso ai fondi europei".
Mozione
Preso atto delle osservazioni presentate dal Direttore responsabile di ACLINVALLE, circa gli adempimenti burocratici previsti dalle procedure riguardanti il ricorso ai FSE, che penalizzano gli enti gestori di iniziative formative;
Constatato che anche altri enti formatori di ben più ampia consistenza, quali l'Institut Agricole, segnalano il disagio per la lentezza con cui cospicui crediti verso l'Amministrazione regionale per progetti realizzati nell'ambito del FSE, vengono riconosciuti e saldati;
Ritenuto che il ricorso ai FSE debba costituire una risorsa e non un disvalore per gli enti di gestione della formazione;
il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta e gli Assessori regionali competenti a:
1) verificare con le strutture amministrative se l'iter burocratico previsto ed i tempi del pagamento dei FSE possa essere rivisto alla luce delle osservazioni sopra indicate;
2) portare in Commissione competente le eventuali modifiche alle attuali procedure, al fine di facilitare il ricorso ai Fondi Europei, e di eliminare le disfunzioni evidenziate.
F.to: Squarzino Secondina - Venturella - Bortot
Si dà atto che dalle ore 19,26 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Certo che è un piacere prendere la parola dopo 2 giorni di dibattito così... comunque cambiamo argomento se non altro. Lasciamo la neve e ci occupiamo invece della formazione professionale. Qui va ricordato che in Valle d'Aosta non abbiamo un sistema di formazione professionale organizzato come avviene in molte altre Regioni, dove ci sono delle scuole adatte, ci sono centri che si sono via via formati, noi abbiamo un sistema di formazione tutto particolare, non dico migliore o peggiore, ma particolare. È un sistema in cui la formazione professionale è basata sul fatto che esistono singoli enti gestori, che concorrono a realizzare bandi di attività formative che l'Agenzia del lavoro in genere predispone sulla base di una serie di richieste che esistono e che provengono sia dal mondo dell'imprenditoria, sia dal mondo dei datori di lavoro che dell'Amministrazione regionale. Questi progetti a cui concorrono i vari enti gestori sono approvati secondo delle procedure molto chiare e precise, procedure che sono individuate dalla deliberazione di Giunta n. 1643/2004, dal titolo: "direttive per la realizzazione di attività cofinanziate dal Fondo sociale europeo".
I vari progetti messi a bando fanno capo ai diversi Assessorati, oltre che all'Agenzia del lavoro; nel momento in cui c'è la valutazione e il controllo delle diverse tappe dell'attività formativa, si seguono le procedure indicate con la deliberazione sopra menzionata, ma con alcuni limiti e, quando presento i limiti e quando presento tale problematica, faccio riferimento ad un promemoria inviato dalle ACLI in Valle a tutti i Consiglieri regionali - che in questo modo hanno potuto prendere contezza di tale problema -, dove sottolinea il Direttore responsabile che nel momento della valutazione del controllo delle diverse tappe si seguono le procedure individuate dalla deliberazione... si registrano alcuni limiti nel seguire queste procedure. Ne ricordo alcuni, non tantissimi; primo limite, c'è una preoccupazione di regolamentare tutto, preoccupazione giusta di non lasciare il minimo spazio ad abusi, ma questo porta a regolamentare anche le cose più semplici pur nella sua genericità. Questo è un po' l'assurdo: da un lato, vi sono indicazioni molto generiche; dall'altro, vi è la volontà di regolamentare tutto. Ancora: c'è una continua richiesta di chiarimenti rispetto all'interpretazione che viene data alle diverse norme, per cui si ha l'impressione che ad un certo punto l'interesse fondamentale per il procedimento diventa l'obiettivo principale in sede di controllo, facendo perdere di vista la finalità per cui erano stati stanziati i fondi, che è il fine della formazione. Tutto questo insieme di procedure messe in atto, il sistema articolato della formazione, infatti, è finalizzato a produrre cambiamenti di comportamento nelle competenze e nella professionalità dei soggetti a cui viene indirizzato. Questa attenzione precipua alla procedura e ai controlli ha come conseguenza che, per un minimo elemento, un minimo fatto, si verificano dei tagli a volte anche molto pesanti per quanto riguarda i fondi che vengono erogati.
Questo tipo di comportamento fa sì che viene messo in forse lo stesso lavoro e la stessa esistenza di tali enti di formazione, sono solo i grandi enti di formazione - come "Projet formation", che, fra l'altro, vede al proprio interno "Finaosta" presente, le forze imprenditoriali e sindacali per cui hanno la possibilità effettivamente di avere anche grosse risorse economiche - che ce la fanno, che resistono, mentre tutti gli altri incontrano una grande difficoltà. Quando parliamo degli "altri", non parliamo solo di piccoli enti di formazione; scorrendo la relazione sulla gestione 2006 de l'"Institut agricole" viene sottolineato come "il problema della liquidità è ulteriormente acuito dal cospicuo ammontare dei crediti specie verso l'Amministrazione regionale per progetti realizzati nell'ambito del Fondo sociale europeo", per cui, pur non ponendo difficoltà di solvibilità, creano disagio per la lentezza con cui vengono riconosciuti e saldati. Esiste dunque una procedura sia di finanziamento di queste attività formative, sia di rallentamento - a volte si impiega quasi un anno per il controllo delle spese fatte! -, che impedisce di fatto agli enti di formazione di poter avere in tempi ragionevoli i fondi di cui hanno bisogno e che servono a finanziare quei progetti, per cui hanno vinto il bando di concorso. Ricordo solo che si tratta di enti accreditati, ossia enti che non sono enti qualunque, non è che qualunque ente e qualunque Associazione possa partecipare ai bandi di concorso, ma sono enti che hanno dimostrato di possedere i requisiti richiesti per progettare, attivare, realizzare attività di formazione; quindi hanno superato un esame severo con cui si verifica se questi enti hanno i requisiti per fare gli enti di formazione.
Ad un certo punto questi enti di formazione sono sottoposti a controlli così severi e così lunghi, per cui ci si chiede se in alcuni casi le spese per i controlli non siano superiori di gran lunga agli stessi fondi stanziati per i progetti. Vi sono alcuni esempi che vengono portati nella documentazione predisposta dall'ACLI in Valle; vi sono alcune incongruenze che sollevano dubbi sulle modalità con cui si procede. Nel controllo si arriva a chiedere il diario di ogni telefonata e di ogni ora impiegata, ma non sono rimborsate tutte le ore dedicate alla continua trasmissione dei documenti per gli interminabili controlli. In sede di rendicontazione, quando ormai è stato svolto il progetto, si chiedono delle prove e della documentazione per quanto riguarda la progettazione che è stata approvata. Per quanto riguarda le spese minute, le norme delle deliberazioni sono tarate sui grandi progetti per cui ci sono grandi enti che hanno risorse per farvi fronte: è chiaro che, se il materiale consiste in grossi macchinari o cose del genere, devo sapere esattamente se ho comprato o affittato un computer a testa per ogni corsista; ma quando il materiale consiste in fili elettrici o in matite e si ha il coraggio di dire che, dato che i corsisti sono 25, non si può mettere come spesa la spesa di una scatola di matite perché ne contiene 30... Addirittura si dice che in un progetto in carcere è stata contestata una fattura di fili elettrici, destinati agli allievi per le lezioni di elettricità, perché sulla fattura mancavano le firme degli alunni che certificassero la ricevuta del proprio pezzo di filo. Ancora: si chiedono per spese di 10 euro almeno 3 preventivi! Vi sono alcuni meccanismi pensati per grossi progetti di formazione, che male si adattano a progetti formativi gestiti da piccoli enti di formazione. Ci si chiede se non sarebbe utile ripensare un poco con le strutture amministrative l'iter burocratico previsto, i tempi dei pagamenti per verificare se le osservazioni evidenziate in questo documento - ma sono osservazioni che anche altri hanno fatto più volte - non riescono a trovare una risposta in modifiche della procedura. Si chiede anche eventualmente di portare in Commissione competente le eventuali modifiche alle procedure, in modo che vi sia una definizione di comportamenti tali per cui anche i piccoli enti di formazione - non solo i grandi - possano vivere e lavorare. Può anche darsi che la Regione individui nel "Projet formation" il suo centro importantissimo di formazione, per cui tutto viene assorbito e gestito da questo, ma mi sembra che, discutendo la legge n. 7/2003, quando abbiamo parlato degli enti di formazione, si sia detto che è importante garantire anche la presenza di altri enti di formazione, saranno piccoli, ma sono in grado di essere attenti a piccole realtà territoriali o sociali, le cui esigenze i grandi enti di formazione non riescono a cogliere.
La nostra mozione - mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri - ha la finalità di dire: c'è una procedura che forse è troppo farraginosa, che forse nel tentativo di individuare tutto penalizza i piccoli enti di formazione, perché non ci fermiamo un momento e chiediamo di rivedere questa procedura? Parliamone, confrontiamoci con i piccoli enti di formazione per vedere se non è possibile adeguare con maggiore flessibilità questa procedura alle singole esigenze, altrimenti finisce che le spese per il controllo di corsi di 3-4.000 euro vengono ad essere quasi il 50% delle spese per il corso! Questo ha senso? C'è veramente qualcosa che non funziona e, se vediamo le spese di controllo e calcoliamo non solo quanto paghiamo questa ditta che fa i controlli per gli Assessorati, ma controlliamo il lavoro dei singoli funzionari che telefonano, scrivono, leggono, prendono gli appunti, fanno un richiamo e aggiungono documenti a documenti, vediamo che aggiungiamo un lavoro per molti aspetti inutile rispetto alla finalità della formazione. Volevamo con questa mozione dare voce a coloro che questi problemi vivono e che ci hanno segnalati, perché voglio ricordare che tutti i colleghi hanno ricevuto tale lettera con la segnalazione di queste problematiche.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Senta, collega, ho una risposta burocratica assai noiosa di alcune pagine; tenendo conto delle circostanze, vorrei invece darle una risposta breve, chiedendole di ritirare la mozione ed impegnandomi a venire in Commissione tra qualche settimana, perché stiamo aspettando gli esiti conclusivi dell'approvazione che c'è già stata, ma attendiamo una documentazione sul periodo di programmazione 2007-2013 per il POR, perché, come dicono i Napoletani, almeno per adesso "scurdammoce o' passato", ossia con le attuali norme applicative che lei e De Vecchi criticate... ho incontrato l'amico De Vecchi che mi ha spiegato quanto ha scritto nella nota, devo dirle che la questione è talmente articolata da non consentirmi nella sintesi necessaria qui in aula di poterle dare tutte le risposte soddisfacenti, ma vorrei, se lei è d'accordo a rinviare un approfondimento in Commissione, dirle qualcosa. Qui ci troviamo di fronte a 2 esigenze diverse e poco conta che l'ente di formazione sia piccolo o grande, anche "Projet formation", che è un grande ente di formazione, o la Fondazione per il turismo devono sempre più operare sul mercato. I bandi, nel periodo attuale e soprattutto nel prossimo, di programmazione saranno sempre più liberi sul mercato, che prevedranno una competitività, quindi, da questo punto di vista, è vero che non ci saranno più riserve o situazioni privilegiate.
Per l'UE che il fondo della FSE sia di 1.000 euro o di 1 milione di euro poco cambia. Malgrado le molte promesse che nel tempo ci sono state di semplificazione, io stesso, quando sono stato al Parlamento europeo nelle vesti di Presidente della Commissione che si occupava dei fondi comunitari e della politica regionale, ho più volte sollecitato i Commissari a trovare delle soluzioni di semplificazione, ma alla semplificazione si contrappone un grande timore dell'UE: quello che i fondi possano andare sprecati ed è la ragione per cui la normativa comunitaria e le circolari ministeriali in materia sono grosso modo quello che a suo tempo è stato scritto nelle direttive regionali. Sono d'accordo con lei che talvolta quello che fa arrabbiare legittimamente gli enti formativi è la difformità di comportamenti e una serie di misure che talvolta paiono essere astruse, che diventano - adesso le dirò un paradosso - difficili non perché c'è troppa regolamentazione, ma perché la regolamentazione non è così puntuale da consentire all'ente formatore di comportarsi, rispetto ad alcune tipologie di casi, in maniera adeguata. L'ente formatore che sa che nel distribuire 30 biro deve far firmare una ricevuta ai 28 partecipanti perché le 2 biro residue non vengono pagate, o se, come previsto, nel momento in cui distribuisco del filo elettrico in carcere devo avere la firma dei partecipanti al corso che prendono questo filo... è assurdo e me ne rendo conto, ma queste sono procedure rispetto alle quali... sì, se sono analfabeti, mettono una croce o una x... allora queste sono cose di buon senso rispetto alle quali in tale periodo di programmazione non possiamo far più niente.
Quale novità emergerà nel periodo di programmazione nuovo? Oggi abbiamo diversi Assessorati che si occupano del controllo della rendicontazione: l'Assessorato della pubblica istruzione, l'Assessorato della sanità, l'Assessorato dell'agricoltura, i Trasporti, l'Agenzia del lavoro che fa dei controlli propri, ha vinto l'appalto una grande società che si chiama "Selene", che opera anch'essa con dei controlli, è del tutto evidente che questa situazione non può andare avanti e non è un caso che abbiamo concordato con le Autorità comunitarie sull'idea di avere un unico ente di controllo di primo e secondo grado. Il secondo grado è generalmente assicurato dall'Assessorato del bilancio, ma è un controllo molto professionale, che non crea delle differenze e non vi sono personalismi, mentre nel primo grado, a seconda del carattere, del piglio, della caratterialità, ci troviamo di fronte per gli enti formatori a delle richieste: "mi devi fare le telefonate una ad una", "come mai sei andato a fare quel viaggio non c'era la lettera di impegno...", insomma ci troviamo di fronte a delle richieste talvolta cervellotiche. È chiaro che, malgrado il declinarsi oggi dei pagamenti, che consentono il 40% di anticipo erogato alla stipula della convenzione, il secondo acconto pari ad un ulteriore 40% e il 20% a titolo di saldo finale, talvolta magari in piccoli progetti come è capitato alle ACLI, su un progetto di 50.000 ti saltano 10.000 e non è una roba indifferente! Lei ha ragione che, a seconda delle economie di scala, se uno fa un progetto molto grande e ha le "spalle larghe", si trova in una situazione di minore difficoltà. L'impegno che abbiamo assunto con le Autorità comunitarie è di unificare, in modo che vi sia una capacità nell'interlocuzione fra le parti in cui ci si conosce, si consente anche nel corso del declinare del programma... perché lei avrà letto che un'altra delle lamentazioni di De Vecchi è quella che, a fronte di una richiesta di informazioni nel corso dell'esplicitazione del progetto, non vengono date delle informazioni precise per cui i soldi vengono scalati agli enti di formazione, che si trovano quindi in affanno.
Non abbiamo stasera il tempo di declinare l'insieme delle problematiche, siamo alla vigilia dell'inizio del nuovo periodo di programmazione, abbiamo più di 80 milioni di euro da spendere nel FSE, il FSE "cambia pelle", in alcuni settori si potrà intervenire e in altri no, insomma è una "enveloppe" molto interessante, dobbiamo fare in modo che i nostri enti di formazione siano posti di fronte alla realtà dei controlli non in maniera asfissiante, pur nel rispetto della massima legalità e trasparenza amministrativa - su cui credo concordiamo entrambi -, per queste ragioni le chiedo di ritirare la mozione e prendo l'impegno, se possibile, direi all'inizio del mese di gennaio, quando avremo chiaro il quadro, di venire a riferire su processi di razionalizzazione e di miglior rapporto fra le parti, sapendo che nel frattempo incontrerò gli enti formatori per approfondire ulteriormente le tematiche che lei ha sollevato con la mozione.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Tutta una serie di problemi che il Presidente Caveri ha ricordato alcuni li avevo presentati nella mia presentazione, altri li avevo sottaciuti perché, tenendo conto dell'ora, mi interessava dare solo un "input" politico chiaro. Credo che vi siano queste esigenze di spendere bene i soldi. Rispetto a tali esigenze, vorrei ricordare che non è sufficiente il controllo, ossia è vero che bisogna spendere bene i soldi, ma con tutti i controlli che vi sono stati - non parliamo qui nella nostra Regione, ma pensiamo in altre Regioni - i soldi non sono stati spesi bene, ma anche qui da noi il collega Bortot ripresenta in modo ciclico la problematica del chiedere: ma a cosa serve la formazione? Come spendiamo questi soldi? Qui il controllo andrebbe fatto sulle ricadute di questi corsi, non sul fatto di aver documentato 25 matite una ad una e non la scatola intera, che era di 30! Tra l'altro, non ho la fattura di 25 matite, ho la fattura di 30 e cosa devo fare? Devo fare il calcolo per ogni fattura per il numero delle matite o per il numero dei fogli...? Vi è un controllo sull'efficacia e sulla ricaduta di questi corsi, perché, se il FSE viene utilizzato per l'"Institut agricole", per l'Istituto di formazione turistica, ossia per questi grossi enti, per i corsi superiori della scuola media superiore, è chiaro che lì c'è un progetto chiaro e si sa cosa si vuole raggiungere, ma in molti altri casi purtroppo non è così. Chiedo quindi al Presidente che, quando si mette mano al nuovo POR, ci si interroghi sulla ricaduta perché avere 80 milioni di euro da spendere nella formazione e non predisporre anche degli strumenti per valutare la ricaduta sull'attività lavorativa, sul tessuto economico sociale credo sia anche un non programmare bene un utilizzo efficace delle risorse che abbiamo. Detto questo, ho capito che la mozione non sarebbe approvata e a noi non interessa che questa mozione rimanga lì, ma interessa che il problema sia posto. Ricordo che già un anno fa avevo posto tale problema, ma nulla è successo, spero che questa volta succeda qualcosa, quindi accogliamo l'impegno del Presidente di fare tale lavoro di verifica puntuale con gli enti formatori.
Vorrei poi tornare su una questione, finché non ci sarà una delega particolare da parte della Giunta a qualcuno che si occupi di questo settore...
Caveri (fuori microfono) - ... c'è l'Agenzia del lavoro?
Squarzino (Arc-VA) - ... no, l'Agenzia del lavoro non ha queste competenze politiche. È vero che c'è l'Agenzia del lavoro, ma bisogna sempre che vi sia qualcuno che presenti i problemi all'ultimo momento? Non c'è nessuno che si ponga politicamente il problema di fare tale raccordo? Era questo che volevo dire, perché l'Agenzia del lavoro sa benissimo che vi sono tali difficoltà, ma non è in grado politicamente di rispondere. Mi ricordava adesso il collega Salzone che il collega Viérin Marco si deve occupare di questo argomento, forse non ha avuto abbastanza tempo, quindi speriamo che in Commissione venga a riferire non solo il Presidente Caveri, ma anche il delegato del lavoro Viérin Marco. Ritiriamo la nostra mozione.
Il Consiglio prende atto.