Oggetto del Consiglio n. 2977 del 20 settembre 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2977/XII - Discussione congiunta: "Relazione annuale al Consiglio regionale sull'andamento della gestione della Casinò de la Vallée S.p.a." e "bilancio al 31 dicembre 2006 della Gestione straordinaria in liquidazione".
Président - Est-ce que le Conseil partage si l'on fait une discussion des 2 arguments conjointe, avec votation séparée, le Gouvernement est d'accord?
La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Presidente e colleghi, è già curioso che questo bilancio qui transiti, fatto abbastanza irrituale per una s.p.a. pubblica: mai quando ero in Parlamento ho visto nell'aula di Montecitorio i bilanci "Enel", "Poste", "Ferrovie dello Stato" o per dire "Alitalia", per cui in effetti questo passaggio cessa ogni aspetto tecnico, essendo peraltro il 2006 contabilmente e civilmente archiviato. Tale discussione dunque finisce per essere in modo "nudo e crudo" una discussione politica, anche se ovviamente nelle repliche con l'Assessore Marguerettaz saremo a disposizione per annotazioni e risposte anche di tipo tecnico. Questo significa naturalmente che non ci sarà da parte mia una riproposizione magari resa più scintillante dall'utilizzo di artifizi retorici, non ci sarà da parte mia una reinterpretazione della relazione sulla gestione che è qui presentata e che è sottoscritta dal Consiglio di amministrazione della "Casinò". Sono certo e sicuro che i colleghi hanno potuto analizzare in maniera puntuale e approfondita tutto quanto risulta dalla situazione al 31 dicembre 2006, non solo nell'aridità dei dati che qui ci sono sottoposti, ma anche nella parte più propriamente prosaica dell'insieme delle spiegazioni che ci arrivano come un messaggio in bottiglia rispetto ad un anno che ormai è trascorso per quel che riguarda il 2006.
La fotografia del 2006, già un po' ingiallita dal tempo trascorso per un tema che resta sempre in prima pagina, dunque restituisce un'azienda afflitta ancora da una serie di evidenti criticità, riflesse nel conto economico e nell'ampiezza dei ritagli di stampa, anch'essi un po' ingialliti, che restituiscono anch'essi ad esempio contrasti periodici nel "CdA", dichiarazioni personalistiche non condivisibili e anche alla fine del 2006 un lungo sciopero su un fatto specifico, su cui peraltro c'è già stata una prima conferma della Magistratura. Si oscilla nel dibattito fra il proclama di chi dice: "via la politica dal casinò" in una logica di assoluta autonomia della S.p.a., benché pubblica e poi invece magari da parte dei medesimi soggetti vi è una pressante richiesta alla politica di una presenza maggiore, più forte nei processi aziendali. Esiste in questa annotazione un'evidente contraddittorietà perché non esiste una possibilità di interpretare in contemporanea una linea contraddittoria di tale genere. Certo è che in tale azienda vi sono delle vicende che devono essere lette in controluce, devono continuare ad essere interpretate. Questa è un'azienda ritmata da meccanismi anomali, pensiamo al paradosso difficilissimo da spiegare all'opinione pubblica, di mance che crescono più il banco ci rimette, un'azienda legata a prassi inesistenti nella contrattazione scritta - se uno prende il contratto di lavoro, i regolamenti, vede cosa capita nella fattualità quotidiana, si rende conto che sono 2 mondi diversi -, un'azienda resa bulimica da aumenti di personale nel passato e oggi il processo è, per fortuna, in piena inversione, un'azienda "ingessata" da problemi di scarsa mobilità, da reparti che talvolta coltivano rivalità fra di loro, in un quadro nazionale di "deregulation" del gioco con lo Stato biscazziere, con lo Stato delle lotterie, del Gratta e vinci, delle "slot machine" inique per le percentuali perdenti per i giocatori nei bar e di recente anche nelle sale Bingo, un altro fallimento della ricopiatura del mondo dei giochi spagnolo, una Repubblica basata sul gioco che ha letteralmente accerchiato, pur senza apparentemente toccare i 4 casinò, le case da gioco italiane, i cui bilanci restano mondati da fuochi fatui o artifizi per dopare il gioco, bilanci che restano assai problematici.
Venerdì prossimo a Sanremo ci sarà un incontro fra le amministrazioni titolari delle concessioni delle case da gioco, vale a dire naturalmente la Regione Valle d'Aosta e i Comuni di Venezia, Sanremo e Campione d'Italia, perché riteniamo che sia un momento utile di riflessione congiunta anche da parte dei titolari delle concessioni e non solo dei gestori delle case da gioco, anche se in realtà, come sapete, oggi tutte e 4 le case da gioco sono unificate, pur con degli "status" giuridici e societari diversi, da 4 gestioni di tipo pubblico. A questo proposito ricordo che abbiamo fatto - e se la Commissione competente lo riterrà utile... - anche quell'approfondimento giuridico sul tema di quali procedure si renderebbero necessarie nel caso in cui in futuro la politica decidesse - non è un argomento nell'agenda attuale - formule di una qualche privatizzazione. Abbiamo chiesto al prof. Carlo Baldi, nostro consulente dell'Università di Bologna in materia di diritto comunitario, un approfondimento sul tema che ci fissa in maniera molto chiara, zigzagando fra le vicende delle direttive comunitarie in materia, soprattutto le direttive in materia di servizi e le sentenze della Corte di giustizia in materia di gioco, quelle che potrebbero essere le procedure - ma, lo ripeto, non è un argomento all'attenzione del Governo regionale da qui alla fine legislatura, ma è un tema che sicuramente agiterà la politica nella prossima legislatura regionale - nel caso si decidessero formule di privatizzazione... e non entro qui in espressioni di giudizi personali, perché sarebbe del tutto inopportuno... dal punto di vista degli impegni che avevamo assunto in quest'aula, di vedere quali sarebbero state le procedure... oggi abbiamo con chiarezza quelle che dovrebbero essere delle procedure di gara a livello europeo e internazionale.
Il ruolo della Regione resta strategico, la quotidianità è la banale soluzione di problemi concreti che si affacciano anche in quest'autunno. Il disciplinare è finalmente sulla dirittura di arrivo, oggi ci torneremo su una mozione; il regolamento del personale è scisso dal disciplinare d'intesa con le organizzazioni sindacali; il piano di sviluppo è assato oggi in una fusione casinò-nuove proprietà compreso il Grand Hôtel Billia. Il disegno si è profondamente modificato sia rispetto a quello che viene chiamato il primo piano di sviluppo, quello che in realtà tutti hanno visto, ma che non era mai approdato ufficialmente all'esame degli organi del Consiglio regionale... ma le modifiche sono state profonde e sostanziali anche rispetto a quei punti approvati nel piano di sviluppo, l'unico adottato in questa legislatura, perché quel piano di sviluppo serviva anche come argomento che convincesse la proprietà dell'insieme di quelli che sono stati chiamati nel tempo i beni dell'accerchiamento, serviva appunto anche con quella cosa immaginifica che in realtà il Consiglio regionale non ha mai fatto propria, vale a dire la costruzione di una parte alberghiera sovrastante l'attuale casa da gioco, ebbene possiamo dire che, rispetto a quel disegno, oggi ci troviamo di fronte ad elementi di grandissima novità. Qualcuno ha fatto ieri dell'ironia sulla visita del Governo regionale, venerdì scorso, in occasione della Giunta... di una visita guidata di tutte le pertinenze; in realtà, eravamo ben a conoscenza di cosa abbiamo acquistato, ma si trattava nel confronto con la società che ha acquistato, vale a dire la "STV", di avere alcuni punti di riferimento anche delle attività immediatamente attuate. Devo dire - e ci torneremo più avanti - che, per quel che riguarda il Billia, si è già di fronte a degli interventi concreti per rendere funzionale, in attesa della ristrutturazione sostanziale, l'albergo Grand Hôtel Billia.
Ora, attorno al documento in fase di elaborazione, ossia questo documento di fusione fra le volontà della "Casinò s.p.a." e le volontà dell'altra società partecipata pubblica, "STV", questa sintesi di un piano di sviluppo, che io chiamerei un piano industriale più che un piano di sviluppo, in quanto il piano di sviluppo era - nella medesima scelta lessicale del termine "sviluppo" - legato... e personalmente, essendo all'epoca Parlamentare, avevo avuto anche la possibilità di comprendere i disegni di un casinò nuovo, talvolta addirittura non localizzato per ovvie ragioni di proprietà nella medesima area dell'attuale casa da gioco... si può dire che quella pagina è una pagina chiusa. Oggi si tratta di ottimizzare le proprietà regionali e di immaginare uno sviluppo che non rappresenti in alcun modo una penalizzazione. Quando parliamo di un "dimagrimento" della società, di spazi fisici che non devono essere giganteschi, di una flessibilità del lavoro che consenta con maggiore agevolezza di poter aprire e chiudere i tavoli anche a seconda dei flussi che ogni sera si verificano all'interno della casa da gioco, in effetti non immaginiamo un disegno che penalizzi la casa da gioco. Non c'è una logica minimalistica o riduttiva, o depressiva: è una logica di un piano industriale che consenta di dimensionare la casa da gioco, il numero di dipendenti, le attività che devono essere espletate nel tempo, che tenga conto realisticamente del disegno del mercato, senza immaginare che oggi ci si ritrovi in una logica di commissari liquidatori che lentamente spengono la luce o diminuiscono il flusso del gas, fino ad un'ineluttabile fine della casa da gioco. Questo sarebbe sbagliato, già nella lettura della storia della casa da gioco dal 1947 fino ad oggi vediamo degli andamenti che sono sinusoidali, ossia non c'è sempre stata tale immagine smagliante di una casa da gioco sempre in crescita o una specie di oasi meravigliosa, che invece oggi si scontra con una realtà di litigiosità o di conflitto. Se leggiamo la storia della casa da gioco, ci rendiamo conto che, purtroppo, nel bene e nel male i problemi nel rapporto con la politica, nel rapporto all'epoca con gestori dalle caratteristiche privatistiche, nelle scelte che dovevano essere effettuate... e io ricordo le polemiche che le cronache dell'epoca riportano nel momento in cui si scelsero addirittura i giochi americani... sembrava essere una discontinuità priva di qualunque logica, mentre va detto che quella intuizione risalente agli anni '80 aveva un significato profondo. Oggi possiamo dire che, ad esempio, la scelta di mantenere i giochi lavorati, che è stata una scelta politica significativa per il mantenimento dei livelli occupazionali... deve essere oggi, nel mantenimento di tale filosofia, ripensata nella misura in cui saremo capaci di attrarre nuovi giocatori, perché questo è il "busillis" di fronte al quale ci troviamo - la reazione che emerge anche con chiarezza dagli studi effettuati per la casa da gioco dall'"Eurisko" -, ossia riuscire a rendere attrattiva la casa da gioco per le nuove generazioni. Infatti l'invecchiamento della popolazione dei giocatori è un fenomeno esistente di cui dovremmo discutere anche con le altre case da gioco italiane, con le quali abbiamo una logica di concorrenzialità ma, visto che attorno alle frontiere italiane sono nate dalla Slovenia alla Svizzera, all'Austria, dei nuovi "competitors", si tratta di riflettere tutti assieme sulle necessità e sulle cose da fare. È quindi sul nuovo piano di sviluppo, o piano di ristrutturazione industriale, o come decideremo di chiamarlo, che si gioca - al di là della chiusura immediata del celebre "buco" - il futuro del casinò, dando al complesso alberghiero, al "fitness", alle terme che devono essere ristrutturate, dando all'utilizzo intelligente delle strutture che abbiamo acquisito le novità necessarie per un rilancio auspicato, anche con un approfondimento nella ricerca e nello sviluppo. Oggi chi si ferma, chi non innova, chi non trova delle nuove "slot machine", chi non apre tavoli con nuovi giochi, ossia chi non fa della ricerca e degli approfondimenti ponendosi anche su un mercato interessantissimo a livello mondiale e nazionale, chi si ferma anche in questo caso è perduto. Questo è un tema che negli anni passati ha avuto una sorta di eclisse, causata principalmente dal fatto che si era concentrati opportunamente sulle difficoltà gestionali quotidiane, difficoltà che non vengono attenuate da un orizzonte così descritto nelle mie parole, ossia non è che noi alle difficoltà attuali - come talvolta capita in alcune utopie o religioni - contrapponiamo il migliore dei mondi possibili in un futuro assai distante, per cui uno nella quotidianità vive male ed è a disagio, però vede all'orizzonte un futuro talmente roseo da essere quasi rassegnato delle difficoltà dell'oggi, sapendo che il domani potrebbe essere in questa prospettiva immaginifica qualcosa di straordinario; non credo si tratti di questo. Abbiamo di fronte a noi nei prossimi mesi delle tappe, da cui si vedrà o non si vedrà se queste prospettive sono realistiche o non sono realistiche. Fra l'altro, nel dire questo ognuno di noi si assume la responsabilità, perché sappiamo perfettamente quanto la casa da gioco abbia nell'immaginario della collettività valdostana un'importanza che forse va al di là dei numeri di fronte ai quali ci troviamo e non è solamente una questione di "governance", se esistesse un uomo della provvidenza, quest'uomo lo avremmo già valorizzato. Credo sia una questione di sistema e una questione di prospettiva, purtroppo non è risolvibile nell'immaginare che oggi esista una ricetta da bacchetta magica immediata. Il passato non torna e i "laudatores temporis acti" devono fare quello che anche questa assemblea, a mio modestissimo avviso, dovrebbe fare, ossia "far piazza pulita" delle tentazioni dietologiche, delle tentazioni molto legittime di capire le ragioni pregresse per cui siamo qui ed oggi. Chiunque abbia in mano il cerino della casa da gioco rischia di bruciarsi le dita o di prendere fuoco e allora la tentazione è sempre quella di ricostruire con esattezza i meccanismi assai complessi che hanno portato all'oggi. Non c'è stata una maledizione improvvisa, non c'è stato uno "Tzunami" o l'aviaria che di improvviso ha colpito la casa da gioco. Siamo qui, ed oggi, per una serie di vicende storiche che si sono sviluppate negli scorsi anni, di cui oggi siamo eredi e naturalmente ce ne dobbiamo assumere la responsabilità, perché, per quel che mi riguarda, ritengo che oggi, in questa filosofia di guardare avanti, vi stia anche la consapevolezza delle nostre responsabilità.
Concludo però - perché non vorrei dare alle mie parole delle tinte fosche - la descrizione che ho fatto è una descrizione realistica, ma intravedo oggi seri segni di cambiamento, che non derivano esclusivamente, a mio avviso, dagli approfondimenti che, in maniera silente e nascosta e umile da parte di molti soggetti, sono stati fatti: di ricostruire l'insieme di necessità che porteranno a questa nuova casa da gioco dei prossimi decenni, questa nuova casa da gioco, ripeto questo termine che mi è caro, ovvero il complesso della casa da gioco intesa come una casa da gioco innescata in una zona turistica importante qual è il comprensorio di Saint-Vincent. Intravedo anche un mutamento di filosofia da parte delle stesse organizzazioni sindacali e mi sentirei di dire da parte degli stessi lavoratori, che siano lavoratori dei Francesi, che siano lavoratori degli Americani, che siano i nostri controllori regionali. Mi pare che si sia passati - e personalmente apprezzo moltissimo questo avvenimento - da una logica di protesta probabilmente legittima, anche se talvolta con dispiacere personale si è evidenziata in termini molto forti, anche di grande contrapposizione e di polemica... si è passati da una fase di protesta a una fase di proposta in documenti ufficiali, che tendono da parte degli stessi lavoratori delle organizzazioni sindacali a scardinare vecchi tabù e a proporre delle formule che fino a poco tempo fa sarebbero state impensabili: penso ad alcune proposte di mobilità, ad alcune proposte di figure di "croupier" omnicomprensivi che non si dedicano esclusivamente a determinati giochi; siamo di fronte a una rivoluzione che dobbiamo cogliere. Dobbiamo quindi accompagnare da una parte tutte quelle necessità infrastrutturali che devono accompagnarsi nel piano di sviluppo anche ad una strategia aziendale, perché non è solo con le infrastrutture e le nuove "slot machine", con i nuovi giochi che risolviamo la questione, ma la questione va risolta anche con un'acquisizione da parte del personale della necessità di essere compartecipi non al "mugugno" quotidiano, non allo "scarica barile" del tipo "la colpa è tua, è mia, è di quel reparto, è dell'Assessore, è del Presidente, è della politica, è delle mancate risposte", ma siamo passati oggi ad una fase propositiva che considero di grandissima importanza e da cogliere. Per la prima volta in una logica biunivoca, ossia noi verso la casa da gioco, la casa da gioco verso di noi, esistono oggi sul tavolo una serie di idee e di progettualità che daranno in prospettiva, rispetto ai pessimismi, alle difficoltà, alle critiche che emergeranno nel corso di questo dibattito, una serie di elementi di novità, di cui non si può non tenere conto.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Per completare la presentazione dei 2 ordini del giorno, vorrei sinteticamente presentare i tratti essenziali del bilancio al 31 dicembre 2006 della Gestione straordinaria in liquidazione, che opportunamente viene trattata insieme al bilancio della S.p.a., non tanto perché hanno delle affinità dal punto di vista della gestione, ma dal punto di vista della logica. La Gestione straordinaria è infatti dante causa rispetto alla cessione di azienda, che la S.p.a. ha acquistato e continuato. Il bilancio della Gestione straordinaria è un bilancio, come vedrete dalla relazione, che dà contezza delle attività giudiziarie, che oggi di fatto sono il 100% delle attività... attività di liquidazione che ha realizzato tutto l'attivo e che quindi non fa altro che gestire e seguire dal punto di vista giudiziario le varie vicende.
Come la vostra lettura potrà facilmente evidenziare, vi sono 2 filoni importantissimi nell'ambito delle attività e del contenzioso: il primo è relativo ai contenziosi con i dipendenti, quindi questo sta a testimoniare quanto sia antica la litigiosità nella casa da gioco. Abbiamo dei filoni e dei contenziosi importantissimi con il personale dipendente per i trattamenti previdenziali, per il TFR, con gli enti previdenziali per il trattamento e le ritenute, quindi questo filone avrà dei riverberi anche sull'attività della "Casinò S.p.a,", perché non è pensabile che un contenzioso nato nella Gestione straordinaria non abbia delle conseguenze sulla S.p.a.! I lavoratori sono gli stessi, i contratti sono gli stessi, quindi seguiamo con grande attenzione questo percorso, nella speranza che al termine di tale contenzioso vi siano delle certezze che possano rasserenare gli animi e quale che sarà la sentenza ultima dei giudicanti ne prenderemo atto.
L'altro filone del contenzioso è quello relativo al contenzioso nato con "SAAV" e "SITAV" all'indomani della nascita della Gestione straordinaria, quando la Gestione straordinaria subentrò nell'attività di questi soggetti. Qui ovviamente troviamo rappresentata la situazione del contenzioso al 31 dicembre 2006, ad oggi già le situazioni si sono modificate, ma in contenziosi così importanti non credo che la mia professionalità, ma credo, senza voler mortificare, anche la vostra, debba essere quella di leggere attentamente le carte e sentire quel che dicono gli avvocati per poi...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... Consigliere Lattanzi, posso riconoscere in lei degli alti profili professionali, io le ricordo solo che le prime sentenze del Tribunale di Aosta davano 15 miliardi di credito da parte di Gestione straordinaria nei confronti di Léfèbvre e un altro contenzioso che giudicava una compensazione sostanziale delle parti. Consigliere Lattanzi, avrà modo di parlare, io con grande pacatezza le dico - e le spiego perché - che le sentenze di appello hanno modificato radicalmente quelle sentenze, per cui i 15 miliardi di credito sono spariti, il "pari e patta" è sparito, essendoci una condanna nei confronti della Gestione straordinaria di pagare 3,5-4 milioni con le spese per i vecchi contenziosi. Ovviamente non sono chiusi tutti i contenziosi, quindi aspettiamo con ansia anche le altre cause. Questo per dire che a suo tempo, voglio anticipare un ragionamento, quando si acquistò il Billia, uno dei temi che fu dibattuto in questo Consiglio fu: ma perché non viene fatta la transazione anche sui contenziosi? Allora la posizione della Regione era una posizione di credito per 6-7 milioni di euro e nell'ambito della transazione le proposte dall'altra parte erano: "facciamo una transazione con un pagamento da parte di Gestione straordinaria di qualche milione di lire". Immaginatevi un dirigente pubblico che va a firmare una deliberazione o un atto in cui si rinuncia a 7-8 milioni di euro... allora questo tipo di discorso non vuol dire che non va curata e seguita la possibilità di fare una transazione, ma, quando le distanze sono così importanti, non c'è spazio. Fu allora che le strade si divisero: da un lato, vi fu una trattativa per l'acquisto; dall'altro, la coltivazione del contenzioso. Oggi abbiamo uno scenario totalmente diverso: da una posizione a credito siamo passati da una posizione a debito, ma la parola fine non è scritta, perché, se è vero che abbiamo avuto ragione in primo grado, è vero che abbiamo avuto una parziale ragione o un parziale torto in appello, cosa accadrà in Cassazione? Rispetto a questa situazione, sollecitiamo il liquidatore a un'attenta analisi di tutte le vicende che sono oggi approdate nei vari tribunali ed evidentemente cercheremo di coltivare tutte quelle possibilità che possono portare la parola fine a tale liquidazione.
Oggi abbiamo un bilancio che ha un utile e volevo semplicemente dare evidenza del fatto che questo utile è caratterizzato da dei proventi straordinari derivanti dall'accertamento fiscale a cui era stata sottoposta la Gestione straordinaria. Questo accertamento fiscale aveva evidenziato una posizione irregolare, ma non di evasione fiscale, in cui la Regione avrebbe dovuto pagare delle imposte sugli spettacoli, mentre tali imposte erano state pagate dalla Gestione straordinaria. Va da sé che questo tipo di accertamento non aveva dato origine a nessuna sanzione, perché comunque le imposte erano state pagate, ma aveva dato contezza di una situazione dove la Gestione straordinaria, che ha una sua autonomia, aveva pagato al posto della Regione, quindi legittimamente la Gestione straordinaria ha preteso il rimborso di quelle imposte pagate, ma che avrebbe dovuto pagare la Regione. Così nell'ambito di questo accertamento fiscale sono emerse delle non fatturazioni, quindi prestazioni non assoggettate ad IVA, che sono rappresentate dai contributi per le manifestazioni e le promozioni che la Regione riconosce al casinò. Questo contributo che noi ritroviamo puntualmente nel disciplinare ancora oggi in vigore, se da un lato nell'ambito della regolarizzazione IVA ha comportato una sopravvenienza per la Gestione straordinaria, oggi comporta un aggravio nei costi, perché il contributo, essendo assoggettato ad IVA, porta ad un incremento del 20% dei versamenti che la Regione fa a beneficio del casinò per le manifestazioni ed è questa una delle motivazioni che ci sta portando a verificare come può essere modificato il disciplinare, per evitare questo passaggio che fa lievitare senza nessun beneficio i costi pubblici per il sostegno delle manifestazioni inserite nell'ambito del calendario casinò. Queste 2 voci importanti - l'imposta sugli spettacoli e l'IVA - quindi hanno prodotto dei proventi straordinari tali da avere un bilancio economico 2006 della Gestione straordinaria in utile.
Nell'ambito di questa mia breve esposizione vorrei anche segnalarvi un altro aspetto che ritengo sia particolarmente importante, ovvero il costo della liquidazione che, da un lato, è riconducibile alle spese legali che deve affrontare la Gestione straordinaria per coltivare e per resistere a tutte le cause; dall'altro, vi sono i compensi degli organi di liquidazione. A tal proposito, per dare certezza dei costi della liquidazione, vi ricordo un argomento che è già stato oggetto di dibattito all'interno di quest'aula, la deliberazione che è stata adottata il 6 luglio 2007, in cui viene definito e determinato il compenso del liquidatore stabilendo da quella data in avanti un compenso fisso nella misura di 35.000 euro annui al liquidatore, in modo tale che anche nel Consiglio regionale e nell'opinione pubblica non maturi l'idea che questa liquidazione possa essere fonte di incertezze dal punto di vista della quantificazione. Nell'ambito della stessa deliberazione fu negoziato quello che il liquidatore pretendeva per le sue prestazioni di liquidazione fino a tale data, ai sensi ovviamente delle tariffe professionali, e "nell'ambito delle tariffe professionali..." - così recitava la deliberazione di Giunta di incarico - "... si è trovato modo di trovare un accordo per definire il passato".
Ad oggi ci troviamo con un bilancio della Gestione straordinaria che è una proposta e una rendicontazione delle varie vicende giudiziarie e contabili, vi è la possibilità di intravedere una conclusione non breve dei vari contenziosi, perché, se aspettiamo tutti i giudizi di Cassazione, non so quanti possano essere, e vi è dall'altra parte un impegno da parte del liquidatore, che mi è stato ricordato qualche giorno fa, di coltivare con attenzione tutti i contenziosi nella logica della transazione: questo non so se è fattibile o probabile, ma è sicuramente un'attività da perseguire. Se vi fossero nell'ambito degli interventi delle delucidazioni sulle poste contabili, piuttosto che sui vari contenuti, nei limiti del possibile, sono a disposizione.
Président - Je déclare ouverte la discussion générale.
La parole au Conseiller Praduroux.
Praduroux (UV) - La relazione annuale che stiamo analizzando è stata presa in esame dalla IV Commissione consiliare il giugno scorso. Per gli approfondimenti necessari i Commissari hanno potuto sentire l'illustrazione dei dati contabili relativi al 2006 da parte dei componenti del Consiglio di amministrazione della casa da gioco e anche dei revisori dei conti. L'obiettivo dell'incontro era quello di avere utili chiarimenti e informazioni in vista del dibattito in sede consiliare. Si è trattato quindi di un incontro per meglio focalizzare le dinamiche economiche, che sono alla base dei dati contabili presentati e riassunti nel bilancio 2006 della casa da gioco. La riunione di Commissione aveva una funzione preparatoria in vista dell'esame del bilancio che ora stiamo compiendo, con la possibilità in questa sede consiliare di allargare il campo delle osservazioni e delle analisi su un tema, quello del casinò, che interessa tutti noi e che rimane centrale per il sistema socio-economico non solo di Saint-Vincent, ma dell'intera Regione. Va infatti ricordato anche in tale caso che la casa da gioco, seppure con le difficoltà incontrate in questi anni, rimane una risorsa importante non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto il profilo occupazionale e per quanto riguarda la promozione dell'offerta turistica e del tempo libero, oltre alle ricadute per l'indotto. Già nell'analisi di dati precedenti a quelli contenuti nel bilancio 2006 abbiamo avuto modo di sottolineare l'urgenza di "voltare pagina" e porre in atto interventi ormai non più rinviabili per gettare le basi di un rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent, interventi strategici soprattutto se si considera che alcune delle cause che sono alla base dei risultati non positivi permangono: mi riferisco ad esempio alla congiuntura economica negativa, all'accresciuta concorrenza e alle nuove opportunità di gioco diffuse in questi ultimi anni in Italia anche da parte dello Stato, ma anche alle agguerrite azioni messe in atto dalle case da gioco italiane e da quelle estere, che gravitano su aree geografiche di confine rappresentando così un ulteriore elemento di distrazione della potenziale clientela. Proprio in rapporto ai risultati delle concorrenti italiane, va considerato che le altre case da gioco possono contare su un indotto, su presenze turistiche, su iniziative coordinate e ancora su efficaci sinergie che mettono in atto un sistema virtuoso, tale da contribuire in modo determinante alla crescita in termini di presenze e in termini di incassi, laddove la casa da gioco non è vista come unico elemento di traino, ma una delle componenti di spicco dell'offerta turistica e del tempo libero su un determinato territorio.
Sia nel corso delle audizioni in IV Commissione, sia "fra le righe" della relazione di bilancio è emersa con evidenza la necessità di passare all'azione valutando con realismo la situazione attuale, gli interventi prioritari che devono assolutamente avere la precedenza per completare la dotazione di strutture e di servizi al passo con i tempi e con le mutate esigenze del mercato per mettere in condizioni la casa da gioco di combattere ad "armi pari" con le aziende concorrenti italiane ed estere. Il Casinò di Saint-Vincent ha vissuto per molti anni mantenendo una fisionomia, un'impostazione e caratteristiche che non sono mutate rispetto al mercato del gioco, che invece è cambiato radicalmente, e rispetto ai passi in avanti compiuti dalla concorrenza per dare risposte immediate alle mutate esigenze della clientela. Una situazione che in un recente passato ha dovuto fare i conti con i periodi non facili, perché condizionati dai contenziosi sviluppatisi nel tempo e poi risoltisi in maniera favorevole per la Regione. È ora necessaria un'inversione di tendenza, che si concretizzi a partire da investimenti sulle scelte strategiche, ma anche su una maggiore flessibilità operativa. Un primo passo è stato compiuto con una stretta osservanza del contenimento dei costi, che ha consentito un miglioramento nella situazione di bilancio, anche se non si è giunti al pareggio contabile. Il passaggio successivo di questo cammino strategico sta nel mettere in atto condizioni tali da favorire la crescita delle presenze e quindi delle entrate.
La Regione ha acquisito il Grand Hôtel Billia, una struttura importante che necessita di una rilevante serie di interventi di ristrutturazione, una struttura che - unita al Centro congressi - deve tornare a dare un contributo sinergico, determinante nel contesto del casinò, ma anche della località di Saint-Vincent. A ciò si devono aggiungere nuovi spazi nella casa da gioco, per migliorare le condizioni di gioco con aree adatte ad accogliere i giocatori e le novità che il mercato offre per incentivare le occasioni di divertimento e di incontro. Il Piano di sviluppo del Casinò di Saint-Vincent contiene soluzioni valide ed articolate secondo un programma di priorità da rispettare e adeguate a migliorare la situazione attuale, offrendo nuove prospettive di rilancio di questa risorsa così importante per il sistema socio-economico della Valle d'Aosta.
Président - La parole au Vice-président Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Grazie, Assessore Marguerettaz, per essere rientrato in aula visto che comincia il dibattito, abbiamo ascoltato la sua relazione come quella del Presidente, avremmo anche noi qualche considerazione da farvi. L'esordio del Presidente Caveri sull'argomento mi ha lasciato alquanto perplesso, perché parla di irritualità di questo momento, un momento che sarebbe opportuno che non vi fosse visto che si tratta di una s.p.a. pubblica. Egli considera quindi questo fatto irrituale, perché il Consiglio deve piegarsi suo malgrado su un argomento, che potrebbe essere tranquillamente gestito e metabolizzato all'interno della s.p.a. pubblica. Meno male che c'è questa irritualità, diciamo noi, ed esiste grazie a un emendamento che il gruppo "Forza Italia" allora presentò e che venne recepito da tutto il Consiglio nella legge regionale n. 36/2001, altrimenti non avremmo neppure l'onore di poter esaminare - almeno una volta all'anno - l'andamento, di un esercizio annuale di una delle più importanti società pubbliche della nostra Regione. Forse il Presidente - e qualcun altro insieme a lui - preferirebbe che ai Consiglieri venissero messi i paraocchi e i paraorecchie e alla stampa il bavaglio, perché non si deve parlare, non si deve vedere! Non si dovrebbero elaborare pensieri su fatti che non possono qualcuno preferirebbe nascondere, sottacere: sono fatti della quotidianità valdostana, che riguardano una s.p.a. che ha - o dovrebbe avere - una funzione importante nel contesto socio-economico locale. Evviva allora l'irritualità, Presidente Caveri, di questa norma della legge n. 36/2001, che ci permette di soffermarci su tale argomento! È un argomento forse un po' scomodo, lo sappiamo, perché costellato di notizie e sfaccettature che rappresentano più ombre che luci, forse scomodo, ma quanto mai necessario.
Se si deve tracciare un bilancio politico di questi 4 anni - visto che il Presidente ha voluto sottolineare l'importanza del momento politico, anche se la valutazione è ricca di risvolti tecnici la valutazione, momento governato prima da Perrin e poi da Caveri - è difficile dire quali siano le novità che sono intervenute, se non quella dell'acquisizione del Grand Hôtel Billia e delle sue pertinenze, peraltro già programmata anni prima. Non ci sono novità di rilievo, se non un preoccupante e disgraziato consolidamento di prassi politico-clientelari che si erano già realizzate nel passato, che sono state gestite dalla medesima forza politica e che si sono perpetuate infaustamente anche in questo quadriennio, nonostante annunci che tendevano ad invertire il "trend", ad abbandonare certe pratiche del passato e, di conseguenza, ad entrare in una filosofia aziendale e quindi a prospettare tempi migliori, per la casa da gioco, che non ha però dato i risultati auspicati. Quali novità? Nessuna novità al di là delle perdite continue: anche quest'anno si registra il consueto deficit di esercizio che, seppure inferiore rispetto allo scorso anno, ha una certa consistenza e comporta l'ennesimo intervento sul capitale sociale da parte del socio pubblico, ovvero l'ennesima messa della mano nel portafoglio per cercare di ripianare le difficoltà finanziarie. A questa triste consuetudine si aggiunge una sindrome depressiva anche giustificabile, che coinvolge non solo l'azienda, ma i lavoratori, gli stessi dirigenti e il Consiglio di amministrazione che non ha trovato neppure una linea di sintonia sulle azioni da intraprendere. È una depressione che emerge anche dalle dichiarazioni ridondanti fatte da organismi come la Giunta regionale, come il Consiglio di amministrazione, oppure organuli che sono stati inseriti attorno ad essi, per cercare di dire o fare qualcosa. Ricordo la "task force", il Comitato strategico, naturalmente tutta una serie di consulenti che vengono nominati per cercare più per soddisfare la loro esigenza di essere incaricati che non per individuare soluzioni concrete. Ci piacerebbe sapere in questi 4 anni, visto che dobbiamo tracciare anche un bilancio politico, quale significato e quale valenza hanno oggi studi come quelli della "KPMG" o della "TBridge", che sono costati fior di decine di migliaia di euro e che rimangono "lettera morta" nei cassetti non solo dei Consiglieri regionali, ma soprattutto degli amministratori regionali. Quali insegnamenti, quali spunti, quali stimoli avete tratto dalle indicazioni fatte anche una certa dovizia e meticolosità da parte degli esperti che sono stati incaricati e pagati? Quali insegnamenti avete tratto dal Comitato strategico, che avete voluto costruire per individuare una "strategia" e che avete affidato alla guida del prof. Zandano: egli ha avuto l'arduo compito di elaborare un documento, confessando onestamente - queste sono le parole che ha detto in Commissione - che non conosceva e non conosce tale azienda! A lui è stata affidata l'ardua funzione di elaborare una strategia! Documento che egli si è cimentato di redigere insieme ad alcuni colleghi e che è stato immediatamente occultato, perché osava criticare la realtà dei fatti, definendo la situazione insostenibile con il "CdA" in stato di impotenza con gli amministratori regionali che avallano ciò che sta succedendo.
Vorremmo allora sapere, parlando di questa superfetazione di organi, organuli, incarichi, enti, mansioni che sono state assegnate, a cosa serve la consulenza recentemente affidata al dott. Baldi, un'altra che si aggiunge alla serie; che fine ha fatto il piano di sviluppo approvato dal Consiglio inizialmente previsto in 6 "step", poi ridotto a 2 "step" nel 2006, visto che anche qui tutto un progetto che sembrava dover prendere corpo è stato tosto abbandonato? Vorremmo poi sapere con questo piano, ora ridefinito come "ristrutturazione industriale" - quindi si cambia la denominazione -, cosa si vuole intendere, quale missione avrà e chi dovrà dare sostanza a tali annunci che vengono fatti ogni giorno o dalla sede regionale, o dal Grand Hôtel Billia, dove la Giunta si è permessa solo recentemente di verificare la consistenza dei beni patrimoniali acquistati. Il tempo passa, vi sono le stesse consuetudini e modalità, gli stessi comportamenti e reincarici, ma, di fatto, il tutto si traduce in costi, in prebende per qualcuno, ma non si intravedono decisioni. Il Presidente ha detto: "intravedo seri segni di cambiamento". Io le posso replicare che intravedo, anzi constato una preoccupante e consolidata reiterazione di comportamenti, che hanno condotto il casinò in una grave depressione, che pare irreversibile.
Caveri citava meccanismi anomali, prassi inesistenti nella contrattazione, aumenti di personale riferendosi al passato, ma cosa è cambiato oggi? Oggi ci sono gli stessi incrementi di personale, le stesse raccomandazioni clientelari del passato, passano attraverso altre forme, altri nomi, attraverso società di contorno. Ancora recentemente sono stati inseriti soggetti nuovi nell'organico del casinò o attraverso la forma della consulenza o dell'assunzione con contratto a tempo determinato Sono persone anche di prima esperienza, abbiamo i nomi, i documenti d'ingaggio ma non vorremmo creare ulteriori imbarazzi. Che cosa è cambiato rispetto al passato, chiedo al Presidente Caveri, quando un dipendente di un'azienda viene preso e trasferito, in barba al regolamento delle assunzioni che avevamo introdotto nel 1997 e modificato nel 1999? Qualcuno lo ha forse archiviato senza dircelo? Vogliamo sapere anche con che criteri vengono affidate certe mansioni a livello manageriale e certe procure generali. Vogliamo sapere come vengono individuate le competenze a livello di "marketing": ci risulta che un funzionario nominato nel febbraio scorso e individuato quale esperto di "marketing" strategico sia stato prima assunto e poi ha partecipato a spese del Casinò a un primo corso di formazione avente per oggetto l'autoapprendimento del "marketing" strategico. Ma questo è da "blob"!
Le menti eccelse del "CdA", o forse su suggerimento dell'azionista pubblico, individuano in lui la persona giusta per rilanciare da un punto di vista commerciale la casa da gioco", poi lo mandano a fare un corso di formazione - o "work shop" come si dice adesso - per l'autoapprendimento del mestiere che già dovrebbe conoscere, a spese della casa da gioco. Ma chi volete prendere in giro, Assessore Marguerettaz? Ma non la contate più a nessuno né qui dentro, né fuori! I dati e i fatti sono sotto gli occhi di tutti, di conseguenza questa timida autodenuncia delle disfunzioni che ho sentito da parte del Presidente Caveri, ossia "diciamo le cose come stanno, ma timidamente senza colpo ferire", ma questa deve essere una pesante denuncia che la casta deve fare a sé stessa e lo devono fare anche quelle persone che rientrano nello stesso ambito, che avete nominato fiduciariamente all'interno di un "CdA" che non ha prodotto nulla, se non una mole di polemiche che sono state giustamente divulgate sui giornali per far capire di quale livello professionale sono capaci queste persone, quando qualcuno di loro viene in Commissione e afferma ingenuamente: "ma io non conosco l'azienda, mi hanno messo qui...". Sappiamo che non è la competenza, ma è l'appartenenza oggi che fa la differenza, ma sta di fatto che costoro gestiscono - o dovrebbero saper gestire - miliardi di vecchie lire! Forse per l'Assessore, che di economia dovrebbe intendersene, va bene così e si può continuare con questo "trend" disastroso che, oltre ad investire la casa da gioco, ha propagato i suoi effetti su tutto l'indotto. Lei, Assessore, visto che frequenta insieme al Presidente la nostra zona, faccia un giro in quel di Saint-Vincent o, peggio, di Châtillon e si renda conto quanta felicità pervade lo spirito degli operatori economici della zona, che, abituati ai flussi di clientela di 10-15 anni fa, oggi si trovano a fare i conti con le "briciole".
Queste sono le considerazioni che ci sentiamo di fare. Abbiamo riassunto i nostri propositi in una risoluzione che sottoponiamo all'attenzione del Consiglio, perché è giusto che il Consiglio assuma decisioni e non faccia solo chiacchiere. D'altronde come consuetudine abbiamo sempre proposto dei documenti politici in tale contesto, documenti che sono stati sempre respinti, come quello che auspicava la privatizzazione della gestione, ma questo è un tabù che questa classe politica non vuole superare, perché si tratterebbe di sottrarre una delle principali aziende valdostane al controllo politico. Un documento, dicevo, che, partendo dalle considerazioni fatte anche nella relazione di bilancio, dove viene segnalato dagli stessi amministratori l'ulteriore calo degli introiti che, seppure inferiore a quello dell'esercizio precedente e a fronte di una struttura di costi fortemente rigida - quindi non c'è stato alcun intervento strutturale sul controllo dei costi -, ha richiesto l'ennesimo intervento sul capitale sociale, una ricapitalizzazione che di fatto si è già verificata nella scorsa primavera; inoltre c'è un'assenza d'innovazione nell'offerta della clientela sul prodotto gioco e soprattutto su quello dell'intrattenimento, quindi autoaccusa degli stessi amministratori che avrebbero dovuto arrivare dimissionari anche in IV Commissione, dicendo: "non siamo riusciti a far niente, anzi l'unica decisione che abbiamo assunto il 22 dicembre scorso, oltre a chiedere all'azionista di ricapitalizzare, è stata quella di aumentarci lo stipendio!".
Terza cosa: un andamento delle presenze in decremento, dice la relazione a pagina 8, precisando che rispetto ai concorrenti italiani il "Casino de la Vallée" è l'unico a peggiorare il risultato sugli ingressi: meno 22mila ingressi rispetto all'anno precedente! Il quadro non è idilliaco, non potete mettervi solo una mano sulla coscienza e dire: "la realtà è questa" e timidamente fare un'autodenuncia. Queste sono disfunzioni che voi avete generato e che voi continuate ad alimentare oggi. Voi avete generato nel passato e voi oggi state continuando a supportare, senza aver cambiato nulla, senza aver dato alcun segno tangibile di cambiamento prima la "Giunta Perrin", oggi la "Giunta Caveri"!
Lo stesso vale anche per la Gestione straordinaria, di cui si discute in allegato al punto n. 28, che ha totalizzato - grazie a una partita di giro che ha spiegato contabilmente l'Assessore un risultato positivo di poco più di 200mila euro, ma è una società in liquidazione non è attiva! Essa ha ereditato un contenzioso enorme che poteva permettersi solamente un ente pubblico, perché un privato non può alimentare una litigiosità fino a questi punti, ma è una liquidazione che ha costi enormi. Abbiamo parlato della parcella del professionista in Commissione: 1.174.000 euro per vegliare una società in liquidazione: costi professionali o costi della politica sono questi, Assessore Marguerettaz? I costi del "CdA" sono costi professionali o costi della politica, 5 persone che litigano e, di fatto, sono in grado di decidere? Quindi 1.174.000 euro come attività liquidatoria fino al 31 dicembre 2006, poi "generosamente" scontati a 1.100.000. Questi sono i prezzi, queste sono le tariffe, questi sono i risultati? I costi della politica sono anche questi perché incidono pesantemente in termini finanziari sul "ménage" della spesa pubblica. Ci sarebbe piaciuto vedere un intervento più rigoristico da parte dell'Assessore, visto che è uomo di quella professione: su una liquidazione un'incidenza professionale di questo tipo ci sembra spropositata.
Dicevo, presentiamo una risoluzione, che propone 3 cose: la prima, "a promuovere e sostenere, attraverso gli atti e i provvedimenti opportuni, l'immediata riduzione del numero dei componenti del Consiglio di amministrazione" è un indirizzo che viene anche dalla Finanziaria dello Stato 2007, si innesta nel capitolo dei costi della politica e ci risulta anche - e possiamo riprendere le dichiarazioni dei resoconti ufficiali - che il Presidente della Regione si era impegnato 2 anni fa a ridurre o a promuovere la riduzione del numero dei Consiglieri di amministrazione. Annuncio che c'è stato, ma fatto che non si è realizzato. Noi lo riproponiamo in un punto specifico.
Secondo "volet": "a incaricare il Consiglio di amministrazione: ad avviare rapidamente un'azione di rilancio dell'azienda sul mercato..." - perché finora non c'è stata - "... definendo strategie promozionali e commerciali mirate all'incremento della clientela e alla sua fidelizzazione, istituendo - sin da subito - l'ingresso gratuito a tutte le sale da gioco...", è l'unico casinò dove si paga ancora l'ingresso, ci sembra contraddittorio e paradossale che un a casa da gioco che ha avuto un calo evidente della clientela faccia ancora pagare il pedaggio per poter entrare nelle proprie sale. Invitiamo poi il Consiglio di amministrazione: "ad evitare ulteriori incrementi nell'organigramma aziendale..." - ma veramente, non solo a dichiararlo: "basta gonfiare l'organigramma aziendale", quando in realtà si sta facendo... - "... procedendo ad un'opportuna razionalizzazione delle risorse umane e professionali impiegate nelle diverse aree aziendali...", prima ho citato l'esempio del funzionario che si occupa di "marketing" che stride con questo concetto. "Stabilire precise procedure aziendali in relazione ai flussi di denaro, all'esercizio del gioco, all'erogazione delle ospitalità, all'attività dei reparti manutentivi e degli uffici tecnici", non ci sembra che la situazione sia molto sotto controllo e, visto che adesso si aggiunge il "carrozzone" del Grand Hôtel Billia un fatto, sul quale ieri avete espresso la vostra ironia o che avete tentato di banalizzare, come quello della fuga di merci e bevande dalle cucine del Billia... credo che la situazione al Casinò sia sullo stesso livello e il "dossier Bo" ha dimostrato una disinvoltura eccessiva nella gestione delle risorse e dei beni di questa azienda. Invitiamo poi "a completare le procedure di inventariazione", perché anche qui sono state incaricate società a ciò preposte, sono costate fior di denari e l'inventario non è ancora completo.
Infine chiediamo che vengano adottati quei "provvedimenti legislativi e amministrativi necessari per conferire i più ampi poteri al Servizio di controllo regionale, affinché si possa procedere a verifiche più efficaci in merito: all'utilizzo quotidiano delle fiches effettivamente e materialmente presenti in azienda; alle casse e ai relativi flussi di denaro; all'operatività della cassa assegni e alle relative sofferenze sui crediti"; anche questo è un capitolo dolente, perché le sofferenze ci sono. Su questo terzo punto, che riguarda il Servizio di controllo regionale, vi era stato un impegno preciso della Giunta, in particolare dell'Assessore Marguerettaz, con una risoluzione approvata unanimemente dal Consiglio, di portare entro 150 giorni, ormai spirati ampiamente, una proposta di riforma della legge del 1967, ma anche questo fatto è rimasto come cronaca dell'immenso incompiuto che c'è in tale quadriennio, Presidente Caveri e Assessore Marguerettaz...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... a noi non è arrivato ancora nulla, era una riforma annunciata della legge del 1967, quella sul Corpo del controllo regionale. "Lo faremo" avete detto, ma il tempo è scaduto, siamo alla fine della legislatura, il disciplinare non è ancora stato adottato perché vi siete incagliati in tutte le osservazioni che hanno fatto i sindacati. Anche la riforma dello statuto richiesta da noi, annunciata da voi con buoni propositi, è rimasta "lettera morta", la riforma della legge 36/2001 non si è mai fatta. In questo quadriennio avete collezionato delle incompiute che sono clamorose, un quadriennio praticamente inesistente dal punto di vista dell'azione e anche della reazione a questo stato di cose; avete un bilancio di un'attività politica che è fallimentare, perché i vostri "nominati" nel "CdA" non hanno potuto fare nulla, complici le vostre direttive, complice il fatto che siete prigionieri di un meccanismo che ormai è talmente complesso che vi impedisce di decidere. Tracciate anche il bilancio di quello che non siete riusciti a fare voi in questi 4 anni, non quella timida autodenuncia che il Presidente ha cercato di proporre quasi a scusante: "la congiuntura sfavorevole, la concorrenza dello Stato", le solite favole che ci vengono raccontate ma, se guardiamo gli altri concorrenti, vediamo che non solo sopravvivono, ma riescono a crescere! L'economista Marguerettaz e il Presidente Caveri penso possano fare un "mea culpa" di questa "cosa" e debbano trarne le dovute conclusioni. Il nostro gruppo consiliare presenta una risoluzione che, come ho riassunto, propone indirizzi chiari, alcuni dei quali sono già stati indicati in passato, altri si sono aggiunti sulla base della relazione testè proposta.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA) - Prima di entrare nell'argomento specifico, vorrei fare una premessa rivolgendomi al Presidente Caveri, anche perché dopo le lunghe discussioni che abbiamo avuto negli ultimi 2 anni sull'argomento... anche se le discussioni risalgono ad inizio legislatura quando lei ancora non era Presidente, solo una premessa dicevo per ricordarle in modo spero simpatico che io e lei abbiamo fatto una scommessa che scade entro Natale. Come lei sa, è una scommessa che mi auguro di perdere, ma gliela ricordo perché soprattutto nel suo intervento iniziale le ho riconosciuto un'onestà intellettuale, dalla quale, secondo me, traspaiono 2 aspetti: in primo luogo si intravede una certa rilevanza delle criticità che vi sono state e che vi sono tuttora nella gestione del casinò, anche se lei ha sorvolato sapientemente sulle vere criticità esistenti attualmente nella casa da gioco, ma l'aspetto che mi ha fatto piacere in modo particolare è che con il suo intervento ha dimostrato di credere a un rilancio vero della casa da gioco e questo è un aspetto da non sorvolare, perché in tutta la legislatura molte sono le voci che sono circolate in merito al fatto che qualcuno potrebbe ipotizzare un decadimento della casa da gioco, per arrivare a soluzioni che sono state dette più volte in quest'aula. Siamo consci che è il sistema del casinò che va cambiato, riconosciamo che non si può fare nulla con la bacchetta magica. Come lei sa e si aspetterà, sa che siamo critici, perché glielo abbiamo sempre detto anche informalmente, sulla gestione di questi ultimi anni. Fin dall'inizio della legislatura abbiamo cercato di essere propositivi, anche dagli stessi banchi dell'opposizione, perché è un problema che ci tocca particolarmente e nel quale crediamo: mi riferisco al rilancio. Oggi analizzeremo il bilancio, perché questo è lo scopo principale, ma cercheremo, come abbiamo fatto con un documento alcuni mesi fa, di dare delle risposte, di dare delle idee, anche se non sempre possono essere condivise.
Ancora una volta siamo obbligati a leggere e commentare il bilancio del Casinò di Saint-Vincent che presenta aspetti preoccupanti: come puntualmente indicato nella relazione sulla gestione, nell'esercizio 2006 la "Casinò S.p.a." ha segnato il passo, conseguendo, analogamente all'esercizio precedente, una significativa perdita, tanto che l'assemblea degli azionisti - preso atto che le perdite accumulate eccedevano il terzo del capitale sociale - ha deliberato la riduzione del capitale sociale stesso a copertura delle perdite; la conseguenza ovvia è stata la ricapitalizzazione avvenuta nel marzo 2007 mediante un versamento di 4.800 euro. I risultati successivi rilevano comunque anche per il primo semestre 2007 il conseguimento di ulteriori perdite.
Prima di trarre conclusioni politiche, vale la pena valutare alcuni elementi del bilancio 2006 e l'andamento del 2007. Al di là del risultato di bilancio del 2006, con una significativa perdita di 2,3 milioni di euro, determinato in prevalenza da rimborsi di imposta, ma anche da un forte contenimento dei costi di gestione, vale la pena osservare che la perdita di gestione tipica dell'esercizio ammonta a più di 4 milioni di euro. A fronte di questi dati è necessario far rilevare come la riduzione di spese per pubblicità e "marketing" non può essere considerata risparmio, ma riduzione di investimenti commerciali, che hanno contribuito alla riduzione degli incassi. Riteniamo infatti che la politica commerciale del 2006 adottata dal Consiglio di amministrazione si sia fatta influenzare da un'ispirazione di natura essenzialmente contabile, privilegiando obiettivi di risparmio dei costi, mettendo in atto una conduzione aziendale perversa, che ha diminuito gli investimenti commerciali proprio quando la concorrenza faceva passi da gigante: basta pensare a Venezia e a Campione.
Veniamo al contenuto della relazione, che riteniamo un punto fermo. Un commento probabilmente sofferto, ma intellettualmente serio ed onesto, pieno di preoccupazioni e dal quale si possono trarre indicazioni positive, anche se come vedremo - e lo diciamo con una metafora -, pur riuscendo a preparare una buona macchina di Formula 1, se non si ha un buon pilota, non si vincerà mai un gran premio. Cito dalla relazione: "Bisogna riflettere sulla necessità di interventi su più fronti: strutture interne, infrastrutture esterne, revisione del disciplinare e quant'altro, al fine di ribaltare la situazione in atto. Da troppi anni non vengono effettuati interventi veri sulla struttura e soprattutto finalizzati alla ricerca di nuova clientela e al mantenimento di quella esistente". Forse in queste parole è racchiuso il vero nocciolo della questione, sul quale bisognerà secondo noi intervenire. È condivisibile pure la parte che fa riferimento all'organizzazione della casa da gioco, che allo stato risulta di difficile gestione per effetto dell'eccessiva frammentazione dei reparti produttivi, così come peraltro ha detto già lei, Presidente. Ognuno di tali reparti pensa e ritiene di essere un casinò a sé stante e qualsiasi iniziativa volta a favorire il gioco e conseguentemente il reparto viene vista come una penalizzazione degli altri e questi sono solo alcuni dei problemi che vengono evidenziati e la risposta non può essere solo, come qualcuno dice, quella di procedere con un'operazione di esodo incentivato e programmato tale da consentire l'uscita dall'azienda di un rilevante numero di unità lavorative. Non può essere semplicemente una riduzione dei costi... oppure dichiararsi impotenti per quella che viene considerata un'esasperata conflittualità sindacale, anche se non si può negare che in questi ultimi anni qualsiasi progetto di razionalizzazione si scontra con vincoli normativi, barriere contrattuali, veti sindacali incrociati.
In questa relazione al bilancio vi sono spunti e indicazioni molto interessanti, come abbiamo già detto; molti poi sono presenti nel piano di rilancio strategico, laddove si indicano alcuni aspetti metodologici essenziali per garantire il corretto avvio del piano di rilancio: il primo aspetto attiene alla logica con cui si deve rilanciare, ossia avere una visione strategica globale ed essere indirizzati da un'unica regia regionale, che specifichi le modalità di raggiungimento degli obiettivi identificati, che gestisca in modo coordinato gli interventi di ristrutturazione; il secondo aspetto riguarda la chiara definizione degli attori coinvolti nel progetto e del loro ruolo, in altre parole chiarezza sulla volontà dell'azionariato e dei soggetti incaricati della gestione. Oggi, purtroppo, siamo ancora in una situazione di estrema confusione ed è diffusa la convinzione che gli esiti insoddisfacenti siano da attribuirsi all'incapacità del Consiglio di amministrazione, ma anche all'autorità regionale. Risulta poi che le condizioni del casinò non sono totalmente nelle mani dell'alta direzione e che la qualità del servizio offerto è peggiorata a danno del rapporto con la clientela. Basterebbe raccontare l'ultima vicenda, che ha visto protagonista un giornalista scrittore molto famoso come Cesare Lanza, che non ha certo bisogno di presentazione, al quale è stato rifiutato il pagamento di un assegno circolare che, come si sa, può essere irregolare solo in 2 ipotesi: che sia stato rubato o che sia stato contraffatto. Si noti, per chi non lo sapesse, che Cesare Lanza è ben conosciuto sia nella casa da gioco, sia in Valle d'Aosta, che frequenta da più anni con la sua famiglia. Potrei raccontarvi di fatti successi anche in mia presenza in un'occasionale visita, in cui impiegati della casa da gioco non hanno riconosciuto in sala neppure il Presidente del Consiglio di amministrazione. O potrei raccontarvi di giocatori VIP con nomi di grandissima rilevanza, che sono ospiti in tutti i casinò del mondo, che, ospitati all'Hôtel Billia, hanno ricevuto un servizio pessimo. La moglie di uno di questi giocatori mi ha detto che dormiva con le lenzuola rotte, oppure ci sarebbero altri casi che sarebbero da chiarire, come alcuni residenti anche di mia conoscenza che hanno accompagnato amici e parenti giocatori al casinò e a cui è stato proibito l'ingresso, il risultato è stato che se ne sono andati tutti. Abbiamo detto più volte come sia necessario un intervento endogeno alla casa da gioco, come la scelta della struttura organizzativa adottata per il Governo dell'azienda sia deficitaria o non risponda alle reali esigenze del momento. In particolare sottolineiamo la necessità della presenza continuativa e non saltuaria dei vertici dell'azienda e di una reale riorganizzazione, che individui compiti e responsabilità in modo da superare le gravi lacune di gestione che si concretizzano con il perdurante scollamento fra le organizzazioni sindacali, la dirigenza, il Consiglio di amministrazione. Questa situazione conflittuale e di cattive relazioni complica la scelta da effettuare in termini di gestione quotidiana, di strategia di sviluppo da proporre all'azionista. Se si vogliono cogliere i segnali di distensione che arrivano non solo da noi, Presidente, ma anche da alcuni operatori del settore, fra cui anche alcuni lavoratori in grado di fare proposte degne di estrema attenzione, allora forse saremo sulla buona strada e mi pare che nel suo intervento iniziale lei abbia colto anche questo aspetto. L'ipotesi di prevedere un contratto per tutto il personale inquadrato nello stesso modo, è nell'interesse dell'azienda, così come paiono interessanti alcune proposte che rivedrebbero il sistema delle mance, privilegiando un "bonus" o un premio che lascerebbe inalterato il livello di remunerazione del dipendente, ma relazionato ad un'addizionale misurata in base agli interventi di produttività e alla capacità del dipendente ad operare nei diversi settori di gioco. Insomma, per delineare un percorso attraverso tempi e modalità definite, ci vuole anche un risanamento, un'ottimizzazione della gestione della casa da gioco, c'è bisogno della formulazione di un organigramma che garantisca adeguata copertura delle funzioni chiave, attribuendo singole deleghe che consentano di agire efficacemente per la realizzazione degli obiettivi.
La riorganizzazione della gestione poi non può prescindere dalla contestuale installazione di un impianto di videocamere diffuso in tutte le strutture concorrenti, come si sa. A noi pare opportuna anche - fra le altre cose, perché questo è un aspetto di cui abbiamo parlato tante volte, mi sembra che ormai sia condiviso e spero che non vi si debba più tornare - una rivisitazione di quella proposta che consiste nella realizzazione di una nuova sala "slot" nel "bunker" sotterraneo con accesso da Viale Piemonte che conduce alla sala giochi. Una scelta che ci lascia perplessi, che prevede una spesa di 7-8 milioni di euro e che non è contestuale ad un progetto globale, anche perché ubicare una nuova sala "slot" in uno spazio non collegato direttamente con gli altri ambienti di gioco è una soluzione sperimentata da altri casinò che non ha trovato gradimento della clientela.
Il gruppo "Stella Alpina" fin dall'inizio della legislatura è stato particolarmente attento alle vicende del casinò; sappiamo di essere critici e severi nei nostri giudizi, in modo particolare con i Consigli di amministrazione che si sono succeduti, ma nello stesso modo cerchiamo di essere costruttivi e propositivi, anche se sovente le nostre idee non sono condivise o peggio ancora sono viste con sospetto. Per noi il Casinò di Saint-Vincent rimane una fra le più importante realtà produttive ed occupazionali, che contribuisce al finanziamento del nostro bilancio regionale. Siamo sempre convinti che il rilancio della casa da gioco sia concretamente possibile, tanto che abbiamo dato un giudizio fortemente positivo al momento dei vari acquisti che si sono succeduti: dall'Hôtel Billia ai 25.000 metri quadri di terreni, all'Hôtel du Parc, al Bon souvenir, alla villa, alle due palazzine, ai parcheggi della casa da gioco. Sono cose che dobbiamo ripetere, perché sovente la gente pensa che abbiamo speso un importante quantitativo di soldi solo per l'acquisto dell'Hôtel Billia ma, come si vede, così non è. Oggi apprendiamo, anche se in maniera anomala, Presidente - poi lo spiegherò perché "anomala" -, che sarà pronto fra breve un nuovo piano di sviluppo integrato Billia-Casinò: dico "anomala", perché ci risulta che il Consiglio di amministrazione non sia del tutto investito di tale problema, ma su questo magari nella replica chiarirà l'Assessore Marguerettaz... e per capire se è un'iniziativa personale del Governo, che non contesto anche perché, avendo così criticato il Consiglio di amministrazione, non aggiungerò giudizi. Dicevo piano di sviluppo o forse - come ha detto giustamente lei - è più un piano industriale, così come ci fa piacere apprendere che sono partiti i lavori di rifacimento della facciata del Grand Hôtel Billia, segno che qualcosa d'importante si muove.
Come ho già detto in premessa, poi apprezziamo anche il piglio con cui il Presidente Caveri e lo stesso Assessore Marguerettaz annunciano un rilancio possibile: questo mi consente di dire che è la prima volta che vedo un piglio così deciso su tale argomento. "Ora si va avanti", avete dichiarato. Bene, è un segnale che attendevamo, anche se pensiamo che questa maggioranza abbia ulteriori carte da giocare, perché ci vorranno tanti soldi e idee nella consapevolezza che il piano di sviluppo e il piano industriale non sono solo una questione architettonica - sono cose dichiarate da lei, Presidente -, ma anche una ricerca di mercato adeguata e un rilancio di immagine dimostrando soprattutto di crederci, ovviando a quelle voci che vedono qualche società privata pronta ad avventarsi su una preda agonizzante. Dobbiamo utilizzare al meglio le nostre risorse interne, che già abbiamo e che molti ci invidiano: ci riferiamo a persone conosciute, e al nostro personale dei tavoli, che deve però essere messo nelle condizioni di operare nel miglior modo possibile e in un clima che non sia di conflittualità. Infine riteniamo sia giunto il momento di prendere atto della situazione cercando di non abdicare alle nostre responsabilità - cosa che peraltro lei ha fatto nella sua premessa e lo abbiamo apprezzato -, creando le basi per un'opportuna inversione di tendenza nell'interesse di tutti. Auspichiamo quindi che ai buoni propositi enunciati seguano finalmente fatti concreti.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Noi, prima di iniziare l'intervento, vogliamo fare una premessa. Vi sono anche altre priorità rispetto al casinò: vi sono le aziende in crisi, vi è la crisi di identità dell'agricoltura, degli agricoltori, vi è il cambiamento climatico, una crisi turistica. Interveniamo anche sul casinò perché - ve lo diciamo chiaro e tondo -: al casinò lavorano 800 persone, il casinò è inserito in un comprensorio dove in poco tempo ha chiuso la "Balzano" a Verrès, la "Tecdis" a Châtillon, in crisi la "Rossignol" a Verrayes, nel senso che sappiamo che fine farà perché il gruppo vuole vendere tutte le attività produttive. È soprattutto per tale motivo che continuiamo ad impegnarci su questa molto strana azienda e in tale senso vi daremo un po' di dati. Scadeva il 60° anno dell'apertura del casinò, sono stati fatti i festeggiamenti, noi abbiamo chiesto gli introiti che ha avuto la Regione dal giorno dell'apertura al 2006: si tratta di 1.728.242.724 euro. Abbiamo dovuto metterci in 3 per tradurlo in miliardi di lire, quindi immaginate le entrate per le casse della nostra Regione e, se godiamo di un certo benessere, è anche grazie a queste entrate, non si può non riconoscerlo. Notiamo però che le entrate dal 2004 sono state 73.995.000 e rotti; nel 2005 62.849.000, nel 2006 60.678.000; tutto questo purtroppo nel momento in cui è aumentato notevolmente il gioco d'azzardo, nel senso che compro il giornale al mattino, al tabacchino a Nus, c'è la fila: Enalotto, Lotto, Gratta e vinci, c'è la fila di persone che comprano il Gratta e vinci, quindi c'è un incentivo diretto e indiretto da parte delle istituzioni pubbliche, non ultima anche la nostra - abbiamo sentito gli interventi -, per incrementare il gioco d'azzardo.
Veniamo ad alcuni dati, dopo i dati degli introiti, i dati delle presenze: per esempio, dal 1995 al 2005 in Italia gli ingressi nelle 4 case da gioco, escludendo Saint-Vincent, hanno avuto un incremento di 93.000 presenze, mentre Saint-Vincent da sola ha avuto un calo di ben 93.527 unità, pari a una flessione in 10 anni del 44,8%. Gli introiti totali sono aumentati nei casinò italiani di 152.400 euro; a Saint-Vincent vi è stato un decremento di 3,1 milioni di euro.
Vi do poi il dato più importante: con il disciplinare in vigore la ripartizione fra la casa da gioco e la "Casinò S.p.a." è: 48% delle entrate sono a favore della casa da gioco per la gestione e 52% a favore dell'Amministrazione regionale. Negli ultimi anni, dal 2004 al 2006, questa ripartizione di fatto - ecco perché, collega Salzone, si vuole "mettere mano" al disciplinare, non perché il disciplinare è vecchio, è entrato in vigore 3 anni fa - è passata per la Regione al 38,28%, dunque... scusate, parlo del 2006... è passata dal 39,20%... comprendendo la totalità delle entrate, quindi, compreso il 50% delle mance. Escludendo queste ultime, ma ricomprendendo i vari premi e contributi dei quali il più rilevante è quello per manifestazioni, per la Regione la quota è quasi diminuita di fatto di 10 punti e per la casa da gioco è, di contro, aumentata. Voi capite la necessità di "mettere mano" al disciplinare. Guardate che il disciplinare, la bozza anonima che continua a circolare - che nessuno di noi ancora ha avuto ufficialmente e noi l'abbiamo avuta per vie traverse - non dice: "aggiustiamo, sono diminuite le entrate, sono diminuite le presenze, sono aumentati i costi...", in parte non è vero perché sulla gestione (nel 2005 e nel 2006) c'è stato un recupero con una diminuzione dei costi di gestione... quindi rivediamo le percentuali molto realisticamente e le adattiamo alla realtà di fatto, quindi 38%-62%, oppure 40%-60%, che non sarebbe poco. La bozza di disciplinare va più in là: non parla più di percentuali, ma dice che l'Amministrazione regionale ha a totale carico le entrate e ha a totale carico le spese; questo vuol dire che chiunque gestisce il casinò ha "carta bianca" per fare quello che ritiene più opportuno e il Governo regionale non è più nell'imbarazzo nel venire in quest'aula e anche con la stampa a dire: "guardate che ci sono dei problemi", "non si può più fumare nelle sale da gioco", "abbiamo perso i VIP", "c'è la conflittualità", "tutto va male Madama la Marchesa", quindi venire "ad arrampicarsi sui vetri" per giustificare una modifica di fatto delle percentuali di ripartizione.
Da questi dati cosa ricaviamo? È poi stato illustrato abbastanza bene dal Presidente della Regione. Ci troviamo di fronte ad un nuovo piano di sviluppo, ad un nuovo disciplinare, gestito da chi e con quale autorevolezza! Qui c'è dell'incapacità o della malafede, è da 1 anno e 3 mesi che chiediamo le dimissioni di questo Consiglio di amministrazione, in quanto incapace di gestire un'azienda con la complessità della casa da gioco, non ci si vuole sentire. Credo che tutti abbiamo letto la relazione al bilancio: in quale altro casinò, in quale altra azienda esiste una conflittualità, contenziosi aperti, tutti contro tutti, la gestione speciale contro la vecchia gestione, una parte di dipendenti sul TFR e un'altra parte di dipendenti sui premi, un'altra parte sui contributi, è una cosa impressionante! Ebbene con il nuovo Consiglio di amministrazione, insediatosi 2 anni fa, la conflittualità è aumentata e noi qui parliamo, per nascondere i problemi, di nuovo disciplinare, di piano di sviluppo, di maggiore integrazione con il Paese, di collegamento con le terme, tutti "slogan" che sento da almeno una quindicina di anni, ma se non c'è una struttura, un Consiglio di amministrazione autorevole all'interno dell'attuale casa da gioco, che gestisca in modo autorevole la struttura: dalle relazioni sindacali con i dipendenti alla nuova organizzazione del lavoro, alla flessibilità, all'introdurre nuovi giochi, alla relazione fra casinò e Comune di Saint-Vincent, dalla conflittualità... non chiamiamola conflittualità, all'inimicizia o al non parlarsi fra la "Casinò S.p.a." e la società della gestione turistica, qui cala il silenzio su problemi strutturali e strategici fondamentali! Andiamo ad impegnare quindi - in parte le abbiamo impegnate - risorse finanziarie imponenti dell'Amministrazione regionale su un piano di sviluppo collegato ad un rilancio della casa da gioco con una sostanziale incapacità o malafede della politica del Governo regionale e dell'attuale Consiglio di amministrazione già a gestire l'attuale situazione all'interno della casa da gioco, ma come è possibile che questo Governo e questo Consiglio di amministrazione sia poi in grado di gestire tutti gli investimenti che andremo a fare per rilanciare la casa da gioco? Ma se non siamo capaci a farla funzionare, come ce l'abbiamo!
I dati delle altre case da gioco parlano, perché è vero che anche Campione è diminuito... è vero che Sanremo è rimasto stabile... ma Venezia è aumentata di un bel po'... La storiella quindi che non si può più fumare, la storiella che qui, la storiella che là sono tutte storie inventate da Governo incapace e Consiglio di amministrazione incapaci di fatto, senza autorevolezza, nel gestire l'attuale casa da gioco e, se il Consiglio non si fa carico di queste problematiche, è inutile che continuiamo a rilanciare per nuovi investimenti! Probabilmente il comprensorio intorno alla casa da gioco - parlo dei Comuni da Montjovet fino a Nus - dovrà cominciare ad affrancarsi dalla casa da gioco, nel senso che dovremo farci carico, per quanto riguarda la nostra parte, di proporre soluzioni occupazionali e aziendali alternative all'attuale casa da gioco. Voi pensate che in un rilancio della casa da gioco con gli investimenti che andremo a fare recupereremo le quote di mercato degli altri, perché noi saremo bravi a rilanciare e loro non rilanceranno? Questi soldi che andremo a spendere allora non so se riusciranno a dare lavoro alle 300 e passa persone che abbiamo in esubero all'interno della casa da gioco, perché qui aleggia un fantasma che non è un fantasma: sono 300 famiglie con 300 redditi che "galleggiano", con tutte le "spinte centrifughe", le piccole e grandi corporazioni, un sindacato che non è in grado di dare delle indicazioni precise, ma che segue "a rimorchio" le spinte corporative e noi vogliamo rilanciare con questo guazzabuglio che abbiamo all'intero della casa da gioco? Il Consiglio deve rispondere a queste cose, non possiamo nascondercelo! Il Consiglio deve rispondere, la maggioranza deve rispondere, perché è vero che il Presidente della Regione ci ha fatto stamani il "cahier des doléances", e per forza, anche lui ha letto la relazione del Consiglio di amministrazione! Il Consiglio di amministrazione denuncia tutta una serie di situazioni perché non le può nascondere, perché c'è anche un Collegio sindacale che deve certificare il bilancio, e implicitamente dice: "guardate che la casa da gioco attualmente per quanto ci riguarda è ingovernabile!". Il perché - anche se non lo dice - è che noi non abbiamo autorevolezza, non si può dirigere la casa da gioco stando a Roma, delegando a un Signore che si chiama Natta all'interno della casa da gioco, che non risponde al Consiglio di amministrazione, di conseguenza quest'ultimo non è in grado di rispondere al Governo regionale! Questo Signore risponde a sollecitazioni esterne alla casa da gioco, basta vedere le ultime assunzioni come sono state fatte, basta vedere le dismissioni, lavoratori dipendenti che se ne sono andati con professionalità di un certo tipo e quasi sono stati incentivati ad andarsene, con una caduta della gestione, con un riporto che denunciava il Consigliere Salzone, tutta la serie di episodi di conflittualità e di incomprensioni che fanno sì che noi con questa gestione non siamo in grado di recuperare una virgola del numero di persone che sono diminuite e che venivano a giocare prima e di recuperare una lira sugli introiti. I nuovi giochi, va benissimo; la nuova società con il casinò, va benissimo, ma è esterna a Saint-Vincent. Si presume che il motivo per cui ci impegniamo sulla casa da gioco è per dare occupazione e dignità a quel comprensorio e a tutti coloro che lavorano, lo dico chiaro e tondo, lo dico a nome mio e non del gruppo. A me che gli introiti del casinò aumentino all'esterno di Saint-Vincent perché c'è una nuova società in giro per il mondo che promuove il gioco di azzardo e della quale siamo azionisti, se non c'è un riflesso occupazionale di mantenimento dell'occupazione, perlomeno nel comprensorio di Saint-Vincent - lo dico personalmente perché non voglio coinvolgere i miei colleghi -, non mi interessa un "fico secco"! Quello che avviene a Saint-Vincent ci interessa moltissimo, perché vi è bisogno di mantenere, rispetto alla crisi industriale, alla mancanza di strategie del Governo per uscire da una crisi industriale, quel comprensorio e quella occupazione.
Non una parola sul ruolo dei 70 dipendenti che abbiamo come Amministrazione regionale nella casa da gioco, dei controlli regionali e della conflittualità che è emersa fra dipendenti, impiegati tecnici, per essere più chiaro una parte dei "croupier" che mal tollerano gli interventi della mano pubblica su come vengono svolte le operazioni di gioco all'interno della "Casinò S.p.a.". Dovremo definire un ruolo ulteriore di questi controllori per evitare i contenziosi aperti, intromissioni mafiose, riciclaggio di denaro, "porteurs à go-go", perché credo che... e io ho visto una sera sulla "Télésuisse romande" una trasmissione sui casinò della Svizzera. I casinò della Svizzera hanno introdotto una regola: chi ha il vizio del gioco in quanto ammalato può entrare nei casinò svizzeri non più di "tot" sere al mese e non può giocare più di "tot" soldi, anche perché loro sono più furbi di noi. Non è che la Svizzera non ricicla, lo fa tramite qualcos'altro che è un sistema bancario che ha tradizioni centenarie. Vi è una trasparenza comunque nella gestione della casa da gioco e non chiudono quelle case da gioco, solo che tutelano il giocatore che ritiene con i soldi che ha guadagnato di "spararseli" come vuole: "mi bevo un bicchiere o vado a farmi un viaggio", altri ritengono che i loro soldi possono "spararseli" al casinò; per carità, se non introduciamo le categorie della morale, ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno: questo deve essere chiaro.
Non una parola poi, nessuno sa niente qui dentro di come vengono gestiti i fondi pensione accumulati dai dipendenti del casinò? Vi sono 2 fondi pensioni, non vorrei chiedere una Commissione di inchiesta del Consiglio regionale, ma un'occhiatina su quello che succede lì dentro non sarebbe male, anche perché so che vi sono dei rappresentanti sindacali e un sacco di dipendenti per niente contenti, ma non sull'onestà o disonestà di chi gestisce, ci mancherebbe altro, ci sono margini lì dentro per essere onesti e riempirsi le tasche, o farsi dare tangenti dall'assicuratore o dal "broker"... non sto parlando assolutamente di questo: parlo di trasparenza, del diritto di uno che versa soldi in un fondo di avere un resoconto, di sapere dove sono gestiti questi soldi, quanto costa la gestione, i rendimenti che hanno. Lo fanno perfino le banche, salvo qualche "Parmalat" o "Cirio", adesso i mutui per le prime case negli Usa... qualche banca che salta... però la decenza di garantire un minimo di trasparenza, è vero che non sono soldi nostri, ma l'immagine di ritorno che abbiamo non è delle più edificanti. A me che ho firmato per Beppe Grillo per la rotazione... siamo da sempre per la rotazione nelle cariche pubbliche, immaginatevi voi quel ragazzo che gestisce i fondi pensione a Saint-Vincent lo conosco da "bocia", ha cominciato quando ha lavorato a gestire i fondi pensione del casinò ed è ancora lì, secondo me deve essere uno bravissimo, oppure deve avere tante di quelle protezioni, deve aver fatto rendere quei fondi talmente bene, aver distribuito quattrini a tutti e di più, per cui un Dio della finanza del genere non possiamo tenerlo lì, lo mandiamo alla Banca d'Italia per la miseria, non possiamo sprecarlo! Abbiamo già poche risorse umane interne che ci fanno fare bella figura all'esterno, promuoviamolo perché uno bravo così che da 40 anni... e poi la finisco perché non è sui fondi pensione del casinò... è una parte di un degrado che continua ad accentuarsi.
Quando il Presidente Caveri parla di incomprensioni, di conflittualità all'interno del Consiglio di amministrazione, è evidente, le nomine sono state fatte nella maniera che tutti sappiamo ma, al di là delle nomine, vi sono delle competenze che persone hanno, che si possono condividere o meno. Vi sono delle incompetenze che hanno dimostrato di avere l'attuale maggioranza e il Consiglio di amministrazione che il Consiglio regionale non può far finta di non vedere. Vogliamo parlare della Società turistica valdostana? Chi gestisce la struttura che le abbiamo messo in mano e i soldi che stanzieremo per ristrutturare, riconvertire tutto quel complesso che si chiama Billia? Vogliamo parlare di capacità professionali, di quel Consiglio di amministrazione, del tipo di strategie, dei rapporti fra "Casinò S.p.a." e "STV"? Ma se non sono capaci ad andare d'accordo nel gestire il bar e il ristorante... che se uno ci fa guadagnare 50.000 euro perché li ha lasciati al casinò e qualcun altro gli offre la cena e sborda dalle 30 euro 60 stabilite, ha il coraggio questa società di chiedere la differenza? Certo che il Consigliere Salzone dice che non funziona qualcosa, che perdiamo i VIP e assieme a loro si perdono introiti e i "croupier" perdono le mance che sono squilibrate rispetto allo stipendio fisso e qualcosa bisogna fare e nei "privés" sovente non c'è nessuno... però guai alzarsi dalla sedia per andare a dare una mano in altri giochi e in altri tavoli dove magari è pieno così! L'ho visto io che non mi intendo di case da gioco! Mai vista una cosa del genere, nell'ufficio che sta di là, se le persone che collaborano con noi hanno troppo lavoro, noi andiamo lì e diamo una mano. Lì no, lì ci sono le caste degli intoccabili, non intoccabili come in India, sono intoccabili alla rovescia! Come fa allora un Consiglio di amministrazione che non è autorevole a "mettere le mani in pasta" in queste belle "incrostazioni" consolidatesi per decenni? In un momento in cui diminuiscono le entrate e si riducono le persone che giocano, evidentemente ognuno difende i propri privilegi. E con quale autorevolezza noi del Consiglio regionale e del Governo soprattutto possiamo intervenire, quando proteggiamo gli incapaci o quando permettiamo a gente dall'esterno di gestire la casa da gioco al ribasso perché con un appalto europeo, con una società che ha i numeri o è già mezza dentro al casinò, poi si può concorrere alla privatizzazione del casinò? Tutta fantascienza, tutta fantapolitica, ovviamente sono tutte cose che ci sogniamo noi, ma certe volte vale il famoso detto di Andreotti che "a pensare male si fa peccato, ma sovente si indovina". Il rischio è che, rispetto alla fantascienza che stiamo descrivendo, di fatto in quel posto che si chiama Saint-Vincent "Casinò S.p.a." la realtà superi la fantapolitica, perché, quando ci sono degli intoccabili, privilegiati, gente che risponde: "occupati degli affari tuoi e non venirmi a comandare, altrimenti io telefono... indovinate a chi...", non credo che telefonino ad Aurelio... Assessore Marguerettaz, il Governo ha provato ad intervenire lì? Credo che si sia presa una bella "scottatura" e abbia dovuto "limarsi abbastanza le mani", questo va detto. Se il Governo interviene senza un'autorevolezza e l'appoggio del Consiglio regionale, il prossimo "turno" che ci sarà, e mi spiace, ma ci sarà tutto il casinò qui sotto. Noi non permetteremo ai dipendenti del casinò di dire: "siete tutti uguali fate schifo, noi siamo la controparte, non siete capaci a decidere, pensate solo ai vostri interessi, alle vostre indennità". Chi sarà in grado di rispondere qui dentro? Molto presuntuosamente allora la nostra parte sì, forse anche qualcuno dall'altra parte, ma il resto non può permettersi di dire: "cosa vogliono ancora con tutti i soldi che gli diamo", perché nessuno in questo Paese nel momento di fare dei sacrifici, salvo i lavoratori, ha "tirato la cinghia", e i pensionati hanno "tirato la cinghia", perché i profitti delle aziende non è che sono diminuiti! E poi non entriamo nel campo economico in sostanza...
Mi spiace che non vi sia il Consigliere Praduroux, questa IV Commissione... non è che possiamo fare le audizioni con un Presidente che non vede l'ora di andare via. Ci vuole un'ora e mezza per entrare nel problema, perché ognuno di noi non è che si occupa solo di casinò, abbiamo tanti altri problemi, l'ho detto prima: la crisi industriale, la gente che perde i posti di lavoro. Ci mettiamo allora un'ora per i convenevoli, dove siamo rimasti l'altra volta, da dove ricominciamo... e poi il Presidente del Consiglio di amministrazione del casinò reticente, ripeto: reticente, il Presidente di una s.p.a. interamente di proprietà dell'Amministrazione regionale viene ed è reticente nel rispondere agli azionisti a cui deve rendere conto! Abbiamo chiesto i verbali, non si possono avere, abbiamo chiesto la documentazione, non si può avere; quindi una regolata se la deve dare il Governo, una regolata se la deve dare la maggioranza, una regolata le Commissioni consiliari e non spetta sempre a noi di "tirare le orecchie" al Consigliere Praduroux per dirgli: "guarda, che, se andiamo a mangiare all'una e mezza, non è niente di grave...", ve la dico bellamente... oppure: "guarda che la devi smettere di ridurre la IV Commissione, quando ci sono le audizioni del casinò, ad una macchietta perché tu devi fare in modo di giocare al ribasso, perché tu, assieme a un sacco di altra gente dentro il casinò, prendi gli ordini extra Consiglio regionale!".
Si dà atto che dalle ore 11,05 alle ore 11,12 presiede il Vicepresidente Tibaldi e che dalle ore 11,12 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole au Conseiller Fiou.
Fiou (PPD-VDA) - Il Presidente ha detto: "riguardo al casinò, siamo a questo punto sicuramente per una serie di vicende storiche", su questo non possiamo che essere d'accordo. Però non sottovalutiamo anche i ritardi o l'inadeguatezza delle iniziative specifiche di questi ultimi anni. Sicuramente il tentativo dei primissimi anni '90 (tentativo di appalto europeo ai privati del casinò, avviato per risolvere difficoltà che allora segnavano la tradizionale gestione della casa) che anziché risolvere quelle difficoltà di gestione, ha aperto la fase problematica per l'azienda che tutti conosciamo, che ci ha costretti al varo della Gestione straordinaria, la quale si è trovata a "rattoppare" una gestione di fatto paralizzata dai contenziosi. Gestione straordinaria che ha lasciato in eredità alla nuova S.p.a. una situazione fortemente in ritardo sulle innovazioni necessarie per riportare l'azienda ad operare positivamente in un mercato del gioco in forte trasformazione. Dall'avvento della S.p.a., che doveva rilanciare tutto un percorso, le vicende del casinò evolvono secondo 2 percorsi: da un lato, i risultati, ingressi e introiti in inesorabile calo e l'invecchiamento strutturale e funzionale dell'azienda, aspetti su cui paiono ininfluenti le iniziative per contrastarli; dall'altro, un altro percorso, una sequenza di iniziative prese in nome di una volontà di superare le cause di quei risultati negativi, ma in effetti parziali e inefficaci, se non a risolvere qualche piccola "impasse" direi quasi quotidiana.
Sul piano del primo percorso ho ben poco da dire per rilevarne la gravità dei dati. Basta scorrere le pagine della relazione sulla gestione allegata al bilancio, come qualcuno ha fatto, del 31 dicembre 2006: dal momento del superamento della Gestione straordinaria, perciò dell'avvio della S.p.a., al 2006 gli ingressi sono calati con impressionante continuità da 767.009 a 624.409; la stessa relazione sottolinea come il Casino de la Vallée sia l'unico dei casinò italiani a verificare un saldo negativo degli ingressi 2006 rispetto al 2005; anche gli introiti lordi dal 2002 al 2006 passano da 147.507.701 a 116.689.112 euro senza contare che il valore reale del calo è ben più pesante. Ancora la relazione fa rilevare che gli introiti lordi complessivi dei casinò italiani dal 2002 al 2006 non hanno praticamente almeno in termini nominali subito grosse variazioni, confermando la stabilità della fetta di mercato dei giochi occupata dai casinò, per cui il calo degli introiti della Casa da gioco di Saint-Vincent ne evidenzia la specificità della crisi. La cronaca quotidiana mi viene a supporto poi per far emergere la situazione di difficoltà organizzativa dell'azienda, responsabile di disfunzioni, di alti costi di gestione, di cadute di immagine e di rapporto con la clientela.
Parallelo, ma ben poco risolutivo dicevo l'altro percorso: quello degli interventi dei responsabili dell'Amministrazione regionale e dell'azienda per affrontare le cause dei risultati negativi. Questo percorso vede susseguirsi ben 3 Consigli di amministrazione, sostituzione di dirigenti, formazione di organismi politici e tecnici diciamo in funzione di "task force"; vede operazioni non del tutto trasparenti come la questione del "dossier Bo". Vi è poi la sequenza di studi, di piani di sviluppo mai diventati operativi. Intanto, alla luce di tutto questo, ingressi, introiti, disfunzioni organizzative e strutturali continuano il "trend" negativo.
Nel giugno dello scorso anno viene presentata e votata in Consiglio una risoluzione firmata dai Capigruppo di maggioranza, di fatto preparata dalla Giunta, che aveva richiamato fortemente l'attenzione del Consiglio e nostra per una certa organicità di interventi, come se il Governo regionale volesse mettere un po' d'ordine alle iniziative estemporanee e sostituirle con una serie di interventi programmati, dove ogni organismo doveva intervenire in base alle sue competenze, ma in modo coordinato. Anche quel documento mi pare sia finito in qualche cassetto a fare compagnia ai piani di sviluppo che già vi giacciono. Non è che da allora non sia successo nulla: l'acquisto del Billia e degli altri immobili ha risolto una variabile che su quanto previsto da quella risoluzione pesava ancora, ma è passato un altro anno e questa svolta importante non sembra aver sortito lo scossone che ci si aspettava. Tutto procede ancora con iniziative alla giornata, senza che vi sia un piano che le giustifichi. Sembra che ci si muova sempre "a tastoni", ovviamente mi rifaccio alle iniziative concrete e non ai proclami che non mancano di certo! Capisco le difficoltà di questo Governo, le vicende del quadro politico lo fanno vivere alla giornata, non gli è permesso di giocare un ruolo in prospettiva, non gli è permessa l'assunzione di una seria progettualità, per cui è costretto a cercare un'identità nelle dichiarazioni, magari ad effetto.
Tra giugno e luglio la IV Commissione ha audito il Consiglio di amministrazione della casa da gioco per capire cosa si stava costruendo, per rimettere insieme difficoltà e strumenti per risolverle. In quelle occasioni abbiamo ricevuto una serie di informazioni interessanti su ciò che succede all'interno del casinò, che ci hanno permesso di fare riflessioni importanti, ma, di fronte a nostre forti aspettative, giustificate dai numerosi anni che partecipiamo a un serrato confronto sul futuro del casinò, sono state fornite risposte perlomeno frammentarie: sul piano strategico, aziendale, sul disciplinare abbiamo sentito solo rinvii, anzi abbiamo rilevato sostanziali differenze di opinioni fra i membri del Consiglio di amministrazione sulle strategie da privilegiare. Oggi abbiamo sentito dal Presidente e dall'Assessore elencare una serie di interventi generali, molti dei quali condivisibili, ma che rimangono nell'elenco degli intenti che da tempo sostituiscono un concreto piano di sviluppo con tappe precise per riportare il casinò al ruolo che gli dovrebbe competere nel mercato del gioco, collegato a un preciso piano per svecchiare le strutture e a un coraggioso piano aziendale di riorganizzazione dell'operatività interna per ridurre i costi di gestione e riqualificare i rapporti con i clienti. Tutto questo mi pare "navigare" in vaghe fasi di studio, costringendoci ancora ad una fase già troppo lunga di attesa. In base a quello che emergerà, esprimeremo anche voti coerenti con questa fase di attesa.
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Credo che su molte delle "doléances" e delle proposte avanzate dal Consiglio di amministrazione della casa da gioco, cuore della relazione oggi sotto i nostri occhi, sia a suo tempo stato buon profeta il documento: "Contributo per un rilancio del casinò" che il gruppo "Stella Alpina" ha divulgato fin dal 18 gennaio 2007. Dicevamo già allora che il principale nemico del rilancio di una fra le realtà produttive più importanti della Valle era lo scoraggiamento a fronte di un declino ritenuto inarrestabile. D'altra parte la politica ha prodotto per troppo tempo esclusivamente piani di rilancio fermi allo stadio delle strategie teoriche, dibattiti improduttivi di quei risultati che paiono improcrastinabili se non si vuole compromettere irreparabilmente un patrimonio forte e storico per l'intera Valle d'Aosta. Siamo tutti consapevoli di come la casa da gioco sia un bene strategico per la nostra economia non solo per i proventi diretti, che purtroppo si stanno riducendo anno dopo anno, non solo per il mantenimento del tasso occupazionale, ma anche per la sua funzione di importante tassello di completamento dell'offerta turistica complessiva della Regione e di veicolo mediatico di eccellenza per la comunicazione di quella stessa offerta turistica.
Questa maggioranza ha attentamente seguito le vicende connesse con il casinò e nell'operazione di rilancio ha già investito, l'acquisizione dell'Hôtel Billia è lì a dimostrarlo, ma è passato un anno e sarà questa una strategia vincente se la riqualificazione della struttura alberghiera e congressuale ad essa collegata saprà sposarsi a una reale sinergia operativa con la casa da gioco, se in pratica il soggiorno in Hôtel saprà collegarsi alle puntate ai tavoli verdi, ma anche a momenti di altissimo intrattenimento nell'ambito dello spettacolo, dello sport, della cultura, del termalismo e del benessere. Credo che questa "partita" si possa e si debba giocare e vincere su un piano più alto del casinò: si tratta di collegare la casa da gioco con le terme, con il territorio, con gli eventi importanti che rappresentino altrettante vetrine della Valle d'Aosta. Ricordiamo cos'era Saint-Vincent un tempo: era considerata la riviera delle Alpi e tale deve tornare ad essere se si vuole arrestarne il declino.
L'Amministrazione regionale deve dunque operare su 2 livelli: in primo luogo si dovrà da subito mettere Billia e casinò in collegamento sequenziale ed operativo, eliminando gli aspetti di fatiscenza e curando l'organizzazione costante di eventi che interessino l'insieme delle strutture; in secondo luogo, si dovranno supportare le Amministrazioni comunali del comprensorio per un rilancio complessivo, che faccia di Saint-Vincent il cuore di un distretto dedicato allo svago e al relax di alto profilo. I benefici di tale scelta saranno evidenti ed importanti per l'intera Valle d'Aosta, per la nostra economia e l'immagine del nostro turismo, soprattutto basta parole senza azioni. Già ora assistiamo a un costante decremento di presenze e i prossimi anni saranno difficilissimi se non ci attrezzeremo per contrastare la nascita di grandi poli di divertimento che stanno nascendo ovunque in Europa: dalla Spagna alla Slovenia, che hanno del gioco solo una delle sfaccettature di un'attrattività complessiva, in grado di coinvolgere masse crescenti di pubblico a fronte di investimenti significativi, ma di risultati eccezionali.
Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.
Ottoz (GM) - Vorrei riprendere un discorso sul casinò al quale ho accennato anche in un'altra occasione. Intanto noi oggi parliamo del bilancio, che è sì un resoconto finanziario, ma è già un resoconto, una cosa passata, sulla quale non abbiamo modo di intervenire dal punto di vista tecnico, sul quale però possiamo esprimere valutazioni politiche, ma le esprimeremmo di nuovo sul passato e, ogni volta che si parla di casinò, si parla troppo del passato. A noi spettano sul casinò, come è noto, funzioni di indirizzo politico, valutazioni ed espressioni di indirizzo, affinché l'azienda casinò possa indirizzarsi nella maniera giusta per il suo futuro poiché i problemi sono quelli che sono stati illustrati da tutti.
Mi riallaccio quindi ad un discorso che ho già fatto: siamo sempre davanti ad un equivoco fondamentale, lo si è visto perché, paragonando l'intervento del Consigliere Bortot con l'intervento del Vicepresidente Tibaldi con l'intervento del Consigliere Comé, non si riesce a capire se questo Consiglio consideri il casinò un'impresa che deve guadagnare dei soldi e con gli utili portare risorse nelle casse della Regione, che poi ne decide i canali di spesa; o se deve essere considerato un tesoretto di voti dove alcuni personaggi esterni al casinò possono, gestendo indirettamente all'interno assunzioni e cose varie, gestire il loro consenso indipendentemente dal fatto che il casinò guadagni o no; o se deve essere considerato un ammortizzatore sociale, perché finalmente oggi il collega Bortot - questa è una novità che sottolineo - ha ammesso lui per primo che al casinò ci sono 300 lavoratori in più. Il collega Bortot, che non ha sicuramente idee di libero mercato, di libera impresa e di libertà economica, quindi ha cominciato ad ammettere che al casinò ci sono 300 persone di troppo. Fra queste 3 istanze assolutamente inconciliabili: l'impresa che deve funzionare in quanto tale, il tesoretto elettorale per chi tiene di poter gestire il consenso tramite e infine l'ammortizzatore sociale, allora bisogna decidere cosa sia questo casinò, altrimenti dal problema non si esce e questa è l'unica cosa che non si decide mai!
Vi è poi il problema non secondario delle attività contigue, non è il "core business", ma è inevitabile che vi siano e che avvengano all'esterno, attorno e in parte all'interno di un casinò. È inutile che stia a dirvi, basta guardare fra l'altro qualche trasmissione, vi sono dei "serial" americani su Las Vegas... e capire quali sono tutte le altre attività, che peraltro sappiamo che anche a Saint-Vincent esistono (ogni tanto le cronache e i mattinali della Procura ci segnalano e che sono quasi fisiologiche, vanno tenute nella fisiologia e bisogna evitare che tracimino nella patologia). Attività che fanno sì che sia estremamente difficile per un ente pubblico come la Regione occuparsi di un'azienda, che inevitabilmente è a contatto o finisce comunque per essere a contatto con questo tipo di attività: mi riferisco a tutte le cose che ben sappiamo, al casinò c'è bisogno di credito per giocare, i giocatori giocano di più se hanno le conigliette, poi, se sono su di giri, giocano ancora meglio, tutto questo gravita attorno a tutti i casinò del mondo ed è il motivo per il quale è corretto che vi sia una separatezza totale della responsabilità della parte politica dalla parte operativa, per evitare situazioni improponibili ed impresentabili ai nostri elettori.
Se non dobbiamo parlare del passato... ma sappiamo qual è il complesso di attività che si svolgono in un casinò, ancorché la complessità della questione sia assai grande, non sono aziende semplici, dovremo cominciare a proiettarci su delle indicazioni politiche da dare sul disciplinare che è in discussione. Questo è il problema vero: cosa andremo a concordare e a concertare nel disciplinare. Intanto di una cosa non sento mai parlare, gradirei che una volta qualcuno ne parlasse qui, ossia qual è il numero delle rappresentanze sindacali all'interno del casino: è possibile che un'azienda abbia 34 o 32, o 36 non so quante rappresentanze sindacali? Mi risulta che esistano meno sindacati, ossia esiste la CGIL, il SAVT, la CISL, l'UIL, ve ne sono 5-6. È mai possibile che nel casinò ogni "stanza" abbia i suoi rappresentanti sindacali? Questo rende assai difficile, se non impossibile, arrivare a capo delle concertazioni, del consenso sul disciplinare... quindi mi auguro che nel disciplinare possa essere chiarito, pur nel pieno rispetto della libertà sindacale, che l'azienda avrà una rappresentanza unica, avrà una sola rappresentanza per sindacato, non avrà... lo stesso sindacato con i rappresentanti delle cucine, i rappresentanti della "Roulette", i rappresentanti del bar, i rappresentanti dei servizi e dei bagni, i rappresentanti dei giochi americani, i rappresentanti del "privé". I lavoratori del casinò... lo ha detto giustamente il Presidente Caveri quando ha detto: "basta con i lavoratori dei francesi e i lavoratori degli americani", il casinò è un'azienda che ha dei lavoratori, poi i sindacati al loro interno avranno le loro rappresentanze per poter discutere e conoscere i vari aspetti, ma al tavolo delle trattative non è possibile che si presentino 32 sindacati: questo una volta per tutte va detto! Credo che lo stesso problema renda difficile la questione delle telecamere, è inutile che ne parliamo ancora, tutti sono d'accordo che ci vogliono, poi recentemente una sentenza della Corte costituzionale ha ricordato che le telecamere, ex legge 300, detta anche Statuto dei lavoratori, non si possono mettere senza il consenso dei lavoratori, ma comunque non possono essere messe per controllare i lavoratori; non si capisce a un tavolo di "roulette" come si faccia a controllare il gioco senza controllare clienti e lavoratori, tenuto conto che il volume di denaro che circola è una tentazione sia per i clienti specialisti della "Poussette" e di altri giochetti, sia dei lavoratori, sia delle possibilità di connivenza fra clienti e lavoratori, che ogni tanto, anche lì, leggiamo sui mattinali della Procura.
Credo che il messaggio vero che dobbiamo dare oggi sia che, preso atto della complessità della situazione e del passato, che non ci interessa in quanto non vi possiamo più incidere, ma preso atto della funzione strategica fondamentale che ha il Casinò per la Valle d'Aosta e per Saint-Vincent, bisognerà che gli indirizzi politici siano seriamente tradotti nel disciplinare e non vengano poi diluiti - parlo degli indirizzi politici del Consiglio - in una trattativa che poi al Consiglio sfugge. Concludo dicendo che mi auguro che, così come finora non è stato possibile mettere queste telecamere per controllare il regolare svolgimento del gioco, si smetta anche di mettere telecamere e virtuali telecomandi magari di altro genere da parte dei lavoratori sul Consiglio di amministrazione, ossia che ognuno svolga il suo ruolo e che ognuno rispetti il ruolo degli altri, altrimenti il casinò non funziona.
Président - La parole à la Conseillère Viérin Adriana.
Viérin A. (UV) - Nous voilà encore une fois à notre rendez-vous annuel pour discuter de la Maison de jeu de Saint-Vincent pour faire le bilan de son activité. Evidemment il y a ceux qui attaquent, ceux qui protègent, ceux qui tiennent des cours de haute économie, le théâtre est comme d'habitude complet, les acteurs sont là, toujours les mêmes acteurs, la scène est bien remplie et entre-temps le bilan qui ressort des comptes de la maison de jeu s'empire progressivement et impitoyablement. Nous sommes, il est vrai, encore loins de déclarer la faillite de l'entreprise, elle est bien à même de produire de façon suffisante pour soutenir ses coûts de gestion et pour alimenter les caisses régionales, soyons objectifs et clairs sur ce point une fois pour toutes. Par ailleurs, un déclin progressif et surtout les difficultés qu'on rencontre face à toute tentative d'invertir la tendance négative sont aussi bel et bien autant de signaux que nous ne pouvons pas ignorer. Nous ne pouvons pas le faire, car le casino est un des pôles parmi les plus importants du système économique régional en termes d'emplois et de revenus, aussi il occupe une position centrale face à la capacité générale d'attraction touristique de notre Région et en quelque sorte représente un symbole auquel toute la Communauté regarde avec attention, comme l'a très bien rappelé ce matin le Président Caveri. Enfin j'ajoute que notre intérêt à la situation de la maison de jeu il est un devoir de cette Assemblée pour ce que le casino représente en termes de valeurs autonomistes. N'oublions pas l'histoire de sa naissance, rappelons-nous qu'il a été l'un des premiers actes d'autogouvernement et peut-être le plus fort de notre Vallée.
Ciò premesso, mi chiedo se siamo qui per celebrare un rito o piuttosto per ottenere delle risposte da chi dovrebbe fornircele e per dare delle risposte a chi le attende: ai Valdostani, ma soprattutto ai lavoratori della casa da gioco. Basta piangersi addosso, basta lezioni di economia oggi intramezzate anche da lezioni di fiscalità, basta! Basta parole sulle crisi del mercato del gioco, veramente basta con lo "snocciolamento" di dati, con le grandi idee di "task force", di unità strategiche che fanno pensare a un diario di guerra, piuttosto che a rassicurare gli animi! Secondo me, poi basta con la ricerca del colpevole altrove, i giochi elettronici nei bar, il Bingo, il Gratta e vinci, il SuperEnalotto, l'apertura di casinò negli altri Paesi, la legge contro il fumo, le norme antiriciclaggio! Siamo seri: se ci si muove sul mercato, alle sue regole ci si deve adattare, inutile lamentarsi che queste regole non ci aggradano, perdiamo solo tempo! Il casinò è in crisi? La sua organizzazione non risponde alle esigenze del mercato? Il calo di introiti è una conseguenza di nuovi fattori? Bene, allora vediamo come si può rispondere a queste sfide, adeguiamoci al nuovo corso, ma soprattutto mettiamo dei punti fermi. Ad oggi, malgrado tutti gli studi, io personalmente non ho ancora capito se è stato individuato il punto critico oltre il quale la redditività dell'azienda non deve scendere considerata la sua organizzazione produttiva e il "trend" generale di mercato. Chiediamoci: è in crisi il mercato o è l'azienda che è in crisi rispetto al mercato? Questa è la prima risposta che ci dobbiamo dare e che attendiamo e come si fa a stabilire gli obiettivi di produttività se non abbiamo un parametro? Come si fa a capire se il "management", il Consiglio di amministrazione, chi opera all'interno della casa da gioco ha operato bene o male? Il suo obiettivo è la sopravvivenza della casa da gioco? Bene, obiettivo centrato, non siamo ancora all'asfissia, abbiamo ancora un po' di ossigeno. Se il suo obiettivo invece è lo sviluppo dei profitti di gioco, oppure è quello di disegnare strategie che garantiscano al casinò il ruolo di motore dell'economia del territorio, quale centro di attrazione, avendo riguardo non tanto ai profitti propri della casa da gioco, ma alla ricchezza che essa è in grado di produrre in termini di indotto... non poi così bravi allora in questo caso gli Amministratori della "Casino de la Vallée S.p.a.". Qual è l'obiettivo del "management", qual è l'obiettivo che è stato loro assegnato?
Aspettiamo il piano di sviluppo, stamani si è parlato di un piano industriale, ne abbiamo votato uno che non è andato avanti, un altro lo abbiamo cestinato, ossia sono 4 anni che andiamo avanti in questo modo; colgo anch'io dei segnali positivi nelle parole del Presidente, è la prima volta - lo ricordava il collega Salzone - che si parla in termini più positivi di seri segni di cambiamento, strategia aziendale non sono strutturale, fase propositiva da cogliere, ma il piano di sviluppo noi lo aspettiamo da 5 anni. C'è un responsabile delle difficoltà e dei ritardi? Chi è? Oppure cosa è? E se le criticità riflettono l'impatto di situazioni oggettive? Intanto però continuiamo a piangerci addosso, ad inventare leggende sulla gestione pubblica, ad osservare inerti e colpevoli un declino che non sappiamo neppure se è fisiologico o causato da inefficienze. Vedete, non sono un'esperta di economia e non mi permetto quindi di dare delle lezioni a nessuno, altri lo fanno per professione e meglio di me anche in questo Consiglio. Voglio solo esprimere le mie preoccupazioni di cittadino e penso quelle di tanti Valdostani approfittando del privilegio che mi è concesso di parlare in quest'aula. Non stiamo dando un bell'esempio di impegno e coerenza, continuiamo a parlare del problema amplificandolo oltre ogni misura, quasi come se mantenerlo in vita fosse funzionale a una qualsiasi logica. Qual è questa logica? C'è una logica? Si vuole la privatizzazione e l'azionariato diffuso? Diciamolo, ma siamo sicuri che questa sia la panacea di tutti i mali? Siamo sicuri che la "Casino de la Vallée S.p.a." non sia già in grado di funzionare come una qualsiasi azienda privata e secondo le regole del mercato? Mi parrebbe strano, considerato che l'impianto attuale è assolutamente societario e privatistico, con la sola peculiarità che l'azionista è pubblico, ma all'azionista non competono di certo scelte gestionali, bensì solo quelle di obiettivo. Non è forse l'azionista che ha voluto intromettersi troppo nella gestione? Magari per la necessità di dimostrare di fare qualcosa, nella difficoltà di indicare gli obiettivi di largo respiro. Vedete, sono semplice e pragmatica e nella mia mente ho uno schema molto elementare: uno, l'azionista fissa gli obiettivi; due, il "management" scelto dall'azionista disegna le strategie per raggiungere questi obiettivi e assicura l'efficace gestione aziendale a tal fine; sui risultati ottenuti viene valutato, premiato o punito e le responsabilità terminano qui, non scendono oltre. Non è corretto pensare o far credere che possano esserci dei problemi di sviluppo perché gli impiegati e i "croupier" non sono efficienti, l'ho letto nei giornali! Queste sono risorse della produzione che devono essere orientate e gestite dal "management", risorse - lo ricordo con forza - la cui professionalità non mi pare sia mai stata messa in discussione, risorse che non possono e non devono diventare il capro espiatorio di risultati negativi che non dipendono certamente da loro, ma impiegati e "croupier" hanno diritto di essere preoccupati perché è del loro futuro che si parla, del futuro della loro azienda, che non è ancora stato chiarito.
I Valdostani hanno diritto di essere preoccupati, vogliono risposte, e anch'io vorrei delle risposte dalla Giunta, dal piano di sviluppo, dal "management" che non risponde in Commissione consiliare. C'è bisogno di fiducia e di serenità per affrontare le difficoltà, c'è bisogno di punti fermi, di una meta da perseguire, per non girare in tondo o, peggio, per non avvitarsi su sé stessi e scendere sempre più in basso, senza nemmeno conoscere qual è il fondo da toccare. L'incertezza non porta bene, non porta sviluppo, perché non trasmette fiducia, a meno che l'incertezza sia voluta, a meno che si voglia dare attuazione a strategie altre o di altri, che noi non possiamo neppure immaginare. A volte ho l'impressione che si sta facendo come fanno certi pescatori, che prediligono l'acqua torbida, scusatemi, ma non condivido questo metodo, perché nella scarsa trasparenza non vorrei che "il pesce da far abboccare" siano i Valdostani, ne ho troppo rispetto. Grazie per l'attenzione.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - È difficile parlare con serenità e calma sperando di avere la stessa "audience" dopo un intervento così brillante e condivisibile come quello fatto dalla collega Adriana Viérin, di cui, fra l'altro, credo che meriterebbe avere rapidamente il resoconto per poterne valutare più appieno anche le sfumature che sono state interessanti, perché andavano in una direzione nuova rispetto a percorsi del passato, un tentativo onesto e corretto di guardare la realtà senza dare troppo per scontato una ritualità che sul casinò ormai si conosce da parecchio tempo.
Il nostro gruppo è intervenuto sulla questione del casinò molte volte, abbiamo dimostrato con interpellanze e interrogazioni, con la presenza in Commissione il nostro impegno su tale tema e a questo proposito mi permettevo di evidenziare al Presidente del Consiglio il comportamento del Presidente della "Casinò S.p.a.", Martini, che ad un certo punto in un'audizione si è permesso di rivolgersi al sottoscritto dicendo: "io a lei non rispondo, si vergogni, a lei non ho niente da dire!". Io credo che tutti abbiano da dire di fronte al Consiglio regionale, ma soprattutto alla Valle d'Aosta che noi rappresentiamo. Sul tema del casinò vi sono due dati che mi sembrano da sottolineare, per cercare in qualche modo di guardare in avanti e non guardare troppo indietro. La nostra preoccupazione non deve essere focalizzata, come ha fatto il collega Salzone, sui risultati della società di gestione, pur importanti, ma sui risultati per la Valle d'Aosta del Casinò di Saint-Vincent, il che significa guardare poi all'utile che la nostra Regione ha ottenuto. Il collega Bortot ha citato il fatto che abbiamo incassato 60 milioni di euro, è un falso, perché il collega Bortot non ha detratto da quei 60 milioni di euro quello che la Regione ha restituito alla casa da gioco, per cui alla fine sono 40 e non sono 60. Se vediamo allora che gli incassi netti dalla casa da gioco 7-8 anni fa erano 70 milioni di euro e ora siamo scesi a 40, significa che anche in termini strettamente economici l'impatto positivo del Casinò di Saint-Vincent sulla nostra Regione si è dimezzato nel giro di pochi anni, pochi anni di una gestione precisa che ha nomi e cognomi di responsabilità.
Ancora: qui rilevo un dato estremamente positivo che ha evidenziato la collega Viérin, non solo non c'è stato un apporto alla Regione in toto, ma neppure all'area turistica di Châtillon e Saint-Vincent; il ruolo positivo che il Casinò di Saint-Vincent aveva in quell'area per tantissimi anni, che ha portato anche tanta gente ad investire in strutture alberghiere, in strutture paralberghiere, in iniziative di indotto del casinò, oggi si trovano in enorme difficoltà. Vi è quindi un doppio problema che dobbiamo portare a soluzione: il problema di dare una redditività alla "Casinò S.p.a." per tutta la Regione e quindi per il bilancio e poi ovviamente per essere di nuovo motore di sviluppo di quella zona.
Al terzo punto metterei, collega Salzone, il problema del pareggio di conti della società, ossia è vero che è preoccupante che la società continui a perdere 3-4 milioni di euro all'anno, però mi sembra che sarebbe opportuno che in questo contesto la società quanto meno pareggiasse i conti. Ci dobbiamo allora porre la soluzione di tali problemi che ho detto. Qual è la soluzione? È ovviamente una discontinuità rispetto a quello che è stato fatto fino ad oggi, ossia il fatto che l'Assessore alle finanze, il Presidente della Regione o chi per essi, a seconda dei periodi, prima era solo l'Assessore alle finanze e poi insieme al Presidente della Regione, si sono sentiti i padroni del casinò con la possibilità di fare e disfare i Consigli di amministrazione, di attuare o meno il dettato del disciplinare, di condizionare pesantemente l'organizzazione interna, di intervenire perfino nei più spiccioli passaggi della "Casinò S.p.a.": questa è la causa del problema, quindi è semplicissimo: vogliamo cambiare modo di fare? Bisogna che la "Casinò S.p.a." vada avanti senza tale ingombrantissimo peso da parte del politico di turno e quindi faccia il suo mestiere: questo cosa vuol dire? Vuol dire fare in modo che alla fine il bilancio funzioni, che si incrementi come fanno tutte le aziende; chi ha esperienza di azienda ogni anno si pone un budget più alto di quello dell'anno precedente, perché bisogna andare avanti, fatturare di più, spendere di meno e avere più utili: questo poi cosa voglia dire nel concreto lo si può vedere, però è certo che l'attuale "management" è funzionale al discorso che dicevo prima, perché è un frutto della presenza pesante del politico, non della politica, attenzione, ma del politico, 1 o 2 poco più, nella questione del casinò. È quindi necessario trovare un consiglio di amministrazione... e qui devo dire che ho già apprezzato un punto della risoluzione presentata dal gruppo "La Casa delle Libertà" quando, recependo una norma nazionale del Centro-Sinistra, propone una riduzione dei consiglieri di amministrazione: questa sarebbe un'ottima cosa, ma soprattutto associata al fatto di cambiarli tutti e di trovarne di quelli che non sono nella logica del politico che li ha nominati...
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
... esatto, nella logica del guinzaglio... questo sarebbe il primo passaggio, fatto questo, poi il resto va avanti abbastanza per i fatti suoi.
Non la farò lunga perché ci sono solo poche altre cose da dire. Nella primavera 2003 il disciplinare ha previsto, quindi è una norma di questo Consiglio, pubblicata in Gazzetta ufficiale, nel Bollettino... che il controllo delle mance fosse fatto per tavolo e non per gioco. Siamo nel 2007, sono passati 4 anni e mezzo e questo non viene fatto. Quando non si rispettano i disciplinari, si lascia adito a tutto, perché si dice: "puoi non rispettare questo, ma per analogia puoi anche non rispettare il resto", quindi lì le cose vanno abbastanza per i fatti loro. Noi chiediamo che vi sia un rispetto totale del disciplinare, apprezzo anche qui tutto il ragionamento rispetto ai servizi di controllo regionale che devono poter avere più possibilità di efficaci verifiche in merito alla gestione delle "fiches", all'introduzione delle "fiches" speciali per controllare l'effetto dei "porteurs", alle casse, all'operatività della cassa assegni, ai fidi (gli 800.000 euro messi da parte per fidi che non vanno in porto...). Vi è bisogno di cambiare stile, di cambiare operatività, di fare quelle cose serie come si fanno in ogni azienda privata che si controlla anche al centesimo, non si va così "per aria" e a maggior ragione in una società che è in questo momento nell'"occhio del ciclone", perché sappiamo che in una Procura della Repubblica d'Italia è aperta un'inchiesta su possibili riciclaggi all'interno della casa da gioco, che ha già comportato anche qualche intervento e iscrizione nell'albo degli indagati da parte di alcuni operatori o ex operatori della casa da gioco. Quando abbiamo fatto la domanda sul riciclaggio, la risposta del Presidente Martini è stata quella che dicevo prima, ossia, al posto di dire: "noi su questo ci siamo impegnati a fare questo e quest'altro", si è rifiutato di rispondere! La domanda era sostanzialmente questa: presso la Magistratura di Palermo c'è una persona fra gli indagati che ha perso al Casinò di Saint-Vincent 2,5 milioni di euro, si chiedeva come è stato possibile che una persona vada a perdere 2,5 milioni di euro al casinò e il casinò non sappia chi è, cosa fa e non si faccia delle domande sull'origine di questo denaro. È chiaro che su tali dati un minimo più di attenzione... a fronte di una richiesta di spiegazioni su cosa si faceva su questo tema e in merito all'inchiesta che era stata aperta a Palermo, abbiamo avuto la risposta di cui sopra.
Noi vogliamo un cambiamento di stile. Ci era stato detto in una di queste riunioni che il controllo video, il quale è un controllo innanzitutto a tutela dei giocatori su possibile contestazione del tipo di giocate, ma ovviamente anche in generale sulla regolarità della conduzione, che è presente in tutti i casinò del mondo e che a Saint-Vincent non c'è, sarebbe stato attivato di lì a pochi mesi. Non ci risulta che vi sia stato ancora qualcosa in materia, visto il tipo di discussione, se qualcuno ci dà illuminazione sulla tempistica di questa attuazione, ci farebbe abbondante piacere.
La conclusione qual è? È abbastanza semplice. È che, se non ci mettiamo nella logica che la casa da gioco diventi un'azienda solida, efficace, produttiva, che faccia investimenti, che produca reddito e benessere, non possiamo pensare che i posti di lavoro di chi ci lavora siano sicuri. Perché la sicurezza non è data dal fatto che c'è dietro "mamma Regione" che ogni anno ripiana i debiti: la sicurezza è data dall'efficacia e dall'efficienza delle attività produttive e su questo siamo molto, ma molto indietro e hanno ragione i dipendenti della casa da gioco e delle aziende dell'indotto del casinò ad essere preoccupati, perché, se il motore non marcia e non produce ricchezza, non si può distribuire e i posti di lavoro vanno a rischio e gli investimenti dei privati che ci hanno creduto vanno a rischio. Vogliamo metterci di buona lena e bisogna chiaramente chiedere a chi stamani ha illustrato questo punto... che la soluzione è semplice: loro 2 devono fare su questo tema un passo indietro ma, se posso dire, il passo del Presidente della Regione che ha avuto almeno il garbo e la volontà di dare qualche segnale di rinnovamento... secondo me, basta che faccia un piccolo passo, il grosso passo lo deve fare l'Assessore alle finanze.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Vi dico subito che non ripercorrerò le critiche gestionali, amministrative che molti dei colleghi hanno sottolineato, perché non vorrei ripetere cose che abbiamo già esposto come gruppo con l'intervento del Consigliere Tibaldi, ma in questi anni credo sia nota la nostra posizione rispetto al casinò. Vorrei porre alcune domande e tentare di dare alcune risposte. Si è parlato molto di una situazione che è in atto, vorrei sapere: chi ha nominato il Consiglio di amministrazione? Chi ha nominato i precedenti Consigli di amministrazione che hanno portato a questa situazione? Chi ha scelto i "manager", i tecnici, creato compartimenti, settori, dipartimenti, dirigenti? Chi ha deciso di sostenere i bilanci in rosso di quella casa da gioco? Chi ha mantenuto l'assetto politico e pubblico di questa casa da gioco di cui tutti parlano, ma sembra che non vi sia nessuno che manovri tale casa da gioco, eppure tutti sono consci che uno dei nodi più importanti è che questa è una casa da gioco di tipo pubblico, gestita in termini politici, ma chi ha mantenuto tale assetto? Chi ha deciso 10 o 5 anni fa, 6 mesi fa, oggi, di non procedere a una veloce privatizzazione come scelta politica comprensibile da parte nostra, non condivisibile, ma anche accettabile, chi ha deciso questo? La domanda che credo sia la madre di tutte le altre è: chi trae vantaggio da tale situazione? Vorrei poter dare risposte sintetiche. Credo che hanno tratto vantaggio certamente alcuni tecnici e consulenti, che hanno intascato centinaia di migliaia di euro i cui nomi e cognomi sono tutti i giorni sui giornali, ma non sono mai accompagnati dalle loro parcelle. Sarebbe bene che i "media", tanto prolifici a parlare della casta politica, dei Consiglieri regionali che prendono 5.000 euro al mese, quando parlano dei dirigenti, dei consulenti che la casta mette, mettano vicino anche i soldi che questi Signori prendono, per capire che la casta è più ampia di quanto non si pensi, ma chi ha nominato tale casta di tecnici? Chi ha usufruito... visto che si parla di gestione politica delle assunzioni, del personale, quali sono i politici che hanno beneficiato in termini elettorali di questa situazione? Dov'è tale casta? Chi è che ha il potere di far assumere il personale? Si vociferano le parole nei corridoi: "questo politico ha il potere, vai da lui che ti assume", "ti fa assumere", "ti fa avere l'appalto della manutenzione"; chi sono questi Signori? Dove sono i nomi e i cognomi di tutto il dibattito che abbiamo fatto oggi? Di chi sono le responsabilità? Credo di poter dire che hanno beneficiato in termini politici tutti i "leader" di maggioranza che hanno messo le mani nel casinò in questi ultimi 15 anni e ci sono dei nomi e dei cognomi. Il Presidente Dino Viérin per 9 anni ha sostenuto la Gestione straordinaria del casinò e ha nominato in maniera diretta Roberto Trentaz per gestire direttamente il casinò e si è assunto la responsabilità di quella decisione politica e ha beneficiato in termini politici di quella scelta politica, perché non ho ancora fatto il Presidente della Regione e non ho mai preso i voti del casinò. Ha poi governato Perrin con dei "passaggi" di Louvin. Louvin non mi pare che abbia promesso: "immediatamente risolti i problemi del casinò", per quei pochi mesi di certo non si è distinto per aver promosso la privatizzazione del casinò e la sua spoliticizzazione, anzi ha sostenuto anche lui con la sua Presidenza e i suoi voti di maggioranza l'attuale assetto politico e di gestione. Vi è stato poi Perrin, che per lungo tempo si è assunto la responsabilità di deresponsabilizzarsi da Presidente della Regione, impegnando l'Assessore Marguerettaz, che è il responsabile, come lo sono il Presidente Caveri da quando governa con ancora l'Assessore Marguerettaz. Questi sono i nomi e i cognomi, è inutile che ci giriamo.
Adriana, intervento assolutamente condivisibile e tu lo sai, togli la fiducia perché, oltre a te, ve ne sono altri Consiglieri di maggioranza, di colore anche diverso dal tuo, che criticano l'attuale assetto, ma non basta criticare, bisogna alzare la mano, schiacciare il bottone e mandarli a casa, la casta deve andare a casa! Se non mandiamo la casta a casa e li teniamo con il bottoncino della fiducia sul programma, su tale bilancio in questo momento... quando arriverà il momento di votare questo bilancio, deciderete se mantenere chi decide o mandare a casa chi decide, tutto lì, non è così difficile. Possiamo poi dire all'Assessore Marguerettaz e al Presidente Caveri che potrebbero nominare persone più capaci, potrebbero gestire meglio, tutto giusto, ma i Signori sanno che hanno la responsabilità e la responsabilità presuppone assunzione diretta di questo ruolo e delle sue normali conseguenze: positive se le cose avessero funzionato, negative se non funzionano. Sapete qual è il giochetto invece? Che andremo alle regionali e ci saranno persone del casinò, dipendenti del casinò che voteranno ancora Caveri, Viérin Laurent, piuttosto che Marguerettaz, perché convinti di avere in mano il potere per fargli fare la carriera, per proteggerli, per metterli a posto, per farli nominare, per fargli avere la consulenza, per alimentare quel sistema che sta uccidendo l'economia valdostana, non la casa da gioco, tutta l'economia valdostana! Vogliamo fare l'elenco delle centinaia di persone, professionisti avvocati commercialisti funzionari che vivono della casta? È una minoranza che fa il 35-40% della popolazione che vive di casta, l'altro 60 va a lavorare per mantenerli! Questa è la realtà! Se adesso nella casta ci sono divergenze di idee, bisogna che qualcuno alzi la manina e dica: "quella è la casta che sta governando, quella è la responsabilità, io non mi assumo la responsabilità, voto contro tale bilancio" e questi vanno a casa! Li volete mantenere? Assumetevene la responsabilità!
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Era solo per annunciare che anche noi presentiamo una risoluzione in cui intendiamo affrontare il problema di fondo, quindi non entro qui nell'illustrare le varie critiche non ripeto quanto già detto dal collega Bortot. Riteniamo che occorre chiarire con molta precisione qual è la "mission" di questa casa da gioco, cosa ne vogliamo fare... sappiamo tutti allora che non può più essere la casa da gioco di 50 anni o 20 anni fa, non può essere il casinò primo in Europa, ma va ripensato il suo ruolo, ridimensionato, perché è impossibile raggiungere quegli obiettivi tenuto conto del mercato odierno. L'obiettivo nostro principale è il rapporto con il territorio, bisogna ridefinire con chiarezza il rapporto con il territorio, qual è la finalità principale di questa azienda, ma con molta precisione. Deve essere il Consiglio a chiarire tali elementi, in modo che non si possa dopo dire: "non è abbastanza grande, è troppo piccolo, non fa abbastanza affari, non è abbastanza collegato con il territorio", diciamo con chiarezza cosa vogliamo raggiungere. Individuate queste finalità, che non sono solo aumentare i giochi, togliere la conflittualità, comperare un pezzo in più o in meno, ristrutturare... ma prima definiamo dove vogliamo andare. Ancora stamani sentivo aleggiare questioni di pubblico e privato, quindi definiamo bene anche tali cose; definito questo, diamo un mandato chiaro al Consiglio di amministrazione e quello che c'è attualmente, lo hanno detto in tanti, non è in grado di far fare un passo avanti in nessuna direzione a questa casa da gioco. Da lì quindi bisogna partire politicamente, basta con questo Consiglio di amministrazione, bisogna individuare bene dove vogliamo andare e poi cercare le persone giuste che siano in grado di condividere quegli obiettivi e di portarli avanti e di verificare qui se li hanno raggiunti oppure no. Finora, se non si è raggiunto tale obiettivo, è perché mi sembra che all'interno della stessa maggioranza ciascuno abbia obiettivi diversi; non solo, sembra che anche vi siano all'esterno di questo Palazzo altri che hanno obiettivi ancora diversi. Riconduciamo per piacere in questo Consiglio le cose che vogliamo fare rispetto al casinò, decidiamo con precisione, dopodiché scegliamo le persone giuste per farlo e queste che in questo momento non sono in grado di amministrare, per piacere, possono anche andare a casa.
Presidente - La risoluzione annunciata dalla collega sarà riprodotta e distribuita appena possibile.
La parola al consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Forse c'è stato un "qui pro quo", come firmatari di quella risoluzione pensavamo di avere prima della chiusura della discussione generale una sospensione di 5 minuti per potersi confrontare con i colleghi del gruppo "La Casa delle Libertà" per valutare il da farsi.
Presidente - Non ho alcuna difficoltà ad accettare la richiesta, posso far fare la replica adesso mantenendo aperta la discussione generale? Il che non impedisce di lavorare sulle risoluzioni. Il Consiglio concorda? Grazie.
La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - In realtà, non è una vera e propria replica, perché avremo modo di intervenire nella discussione delle risoluzioni. Approfitterei per condividere con voi alcuni dati che potrebbero essere interessanti. Vi tranquillizzo, non farò nessuna lezione contabile o ragionieristica, non cercherò neanche di fare il veggente che guarda nelle sfere di cristallo, ma riprenderei dei dati che possono dare la sensazione comparativa della nostra casa da gioco con le altre case da gioco, perché questo tipo di discorso mi pare sia stato richiamato da più interventi. Siccome parliamo del bilancio della "Casinò S.p.a.", vorrei fare un confronto dandovi dei dati che possono essere presi per quelli che sono. La "Casinò S.p.a." ha perso nel 2006 2,296 milioni, rispetto a questo risultato da più parti si è gridato allo scandalo dicendo che siamo la "Cenerentola". Mi permetto di portare i bilanci depositati in tutte le Camere di commercio di Campione, Sanremo e Venezia: Campione, collega Bortot, ha perso 6,537 milioni; Sanremo 2,467; Venezia, che lei ha lusingato, ha fatto un utile di 66mila euro. Adesso leggo quelli dell'anno precedente: l'anno precedente Saint-Vincent ha perso 5,871 milioni; Campione ha perso 7,297; Sanremo ha perso 5,903 e Venezia, che lei ha lusingato, ha perso 12,585 milioni. Questi dati hanno un significato, ma vorrei compararli anche ad altri dati, perché, se non compariamo, i colleghi Fiou, Bortot, Salzone hanno fatto dei ragionamenti, allora posso... ma da prenderli in modo tabellare. Il Casinò di Saint-Vincent nell'ambito della sua attività ha un'incidenza delle "slot" sui proventi totali del 47%, Campione ha il 59%, Sanremo il 70%, Venezia il 60%. Sapete bene per voi, che siete attenti analisti di casinò, che i giochi elettronici sono quelli che danno il maggior numero e la maggiore contribuzione di utile. Prendete nota di questo aspetto, ma prendete nota anche dei dipendenti. Abbiamo come dipendenti della casa da gioco ad oggi 787 dipendenti, Campione ne ha 557, Sanremo 402 e Venezia - con un volume di affari di 192 milioni contro i nostri 116 - 651. I risultati di esercizio hanno un significato, ma ne hanno anche altri; non voglio riempirvi di numeri per confondervi, ma voglio condividerli con voi, sono numeri che potete ritrovare in tutti i bilanci depositati, gli azionisti sono tutti pubblici. Nell'ambito del bilancio vi sono delle espressioni che sono i risultati finali, ma sono, come qualcuno ha voluto ricordare, la differenza fra valore e costo della produzione, dobbiamo estraniare... qualcuno lo ha detto: "togliamo le sopravvenienze attive, i regolamenti fiscali...", togliamo. Saint-Vincent allora con questo appesantimento perde fra ricavi e costi tipici 1,815 milioni, Campione perde 6,470 milioni, Sanremo perde 2,342 milioni, Venezia perde 775.000. Consigliere Bortot, il volume di affari è importante, ma è importante anche il risultato finale!
Voglio darvi in ultimo un argomento che è molto interessante e che riguarda il nostro disciplinare, ossia il riparto dei proventi fra la casa da gioco e l'ente che concede. Rispetto a questo dato, il gestore del nostro casinò trattiene il 49%, Consigliere Bortot, il 49%, non è 48%, perché sapete che vi sono le addizionali dei giochi lavorati, vi è un meccanismo di regolamento; il Casinò di Campione, che perde 6,537 milioni, trattiene il 56,7%; il Casinò di Sanremo, che perde 2,467 milioni, trattiene il 57,4%; Venezia, che ha 60,7% di "slot", trattiene il 45%. Credo che queste cose abbiano un significato, perché qualcuno mi dice il Casinò di Saint-Vincent dov'è? Il Casinò di Saint-Vincent allora deve anche guardare... non vorrei... faccio tesoro di tutte le critiche e di tutti i consigli che sono stati dati, credo che vi siano dei pensieri che sono stati evidenziati anche con grande onestà intellettuale, ve ne sono altri che sono altrettanto degni di attenzione, ma si capisce benissimo qual è l'obiettivo della dichiarazione.
Anche qui, per evitare di cadere nella soggettività, vorrei leggervi alcuni dati, Consigliere Bortot, è un esercizio che si può fare al di là di guardare "blog" o non "blog", sono i bilanci depositati. Con riferimento al Casinò di Venezia che lei ha portato come esempio, la relazione del Consiglio di amministrazione dice: "il break even..." - vale a dire il pareggio - "... rimane una meta sfidante..." - ossia arrivare in pareggio, quello che dice il Consigliere Sandri nel suo terzo punto, che è condivisibile, dice: "attenzione, il pareggio di bilancio è sfidante" - "... tale approccio deve essere giudicato tenendo conto di come il contesto competitivo abbia visto l'ingresso con il bando di monopoli di Stato per l'ampliamento della rete distributiva delle scommesse sportive ed ippiche di nuovi "competitors" internazionali". Tutta l'attività dei monopoli dello Stato la ritrovate puntualmente in tutte le relazioni di tutti i Consigli di amministrazione, perché amerei "spezzare una lancia" per quelle persone che lavorano, perché vi sono i lavoratori, ma vi sono anche tutti i dirigenti che credo un po' esageratamente ed ingiustamente avete così duramente sanzionato. Vi leggo quello che dice la relazione del Casinò di Sanremo, che vi ho ricordato ha una quota di competenza del 57,4%, quando chiude la relazione di bilancio dice: "la disponibilità espressa dal Comune di Sanremo quale controparte nel rapporto convenzionale per la gestione della casa da gioco a variare la disciplina dei rapporti economici e finanziari con la società o a derogarvi rappresenta il fondamentale presupposto alla luce del quale il progetto di bilancio dell'esercizio 2006 è redatto in considerazione di prospettive di continuità aziendale". Dice che se il Comune di Sanremo non rivede... peggiorando le entrate pubbliche... questo bilancio è da fare in modo diverso ed è un bilancio che evidenzia 2,4 milioni di perdita. Vi vorrei leggere quello che hanno scritto i Sindaci del Casinò di Campione su quello che è il ragionamento fatto, sul "marketing", sulle spese: "il Collegio sindacale dice: riduzione delle spese di personale attraverso un blocco delle assunzioni del turnover, controllo dell'assenteismo di qualsiasi ragione, piano di apertura al nuovo casinò con utilizzo del personale attualmente in forza, riduzione in assoluto delle spese di marketing e finalizzando le stesse ad un puro mantenimento del marchio, riduzione delle spese di ospitalità, riduzione delle spese di rappresentanza...", riduzione di tutte quelle attività che in qualche modo sono state oggetto di una particolare attenzione del nostro Consiglio di amministrazione..."
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... questo è il deposito del bilancio, ho letto quello del Casinò di Campione, abbia pazienza... (nuova interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... vede, collega Sandri, ovviamente sono rimasto in aula, mentre lei passeggiava, si era prenotato e mettersi a fare ironia quando parla un collega non le fa merito o, meglio, dà continuità di pensiero...
Rispetto a questo tipo di discorso, le idee possono essere giuste o sbagliate ma, quando si parla di mercato, per quanto attiene il mercato dei casinò, si guarda l'Italia e si guardano i 4 casinò che esercitano questa attività. Ricordo, probabilmente nell'ambito di tale discussione politica sfuggono delle cose, che le normative dei casinò svizzeri o sloveni sono leggermente diverse rispetto alle nostre, lei sa bene quali sono i problemi dell'antiriciclaggio e questo, Consigliere Bortot, non lo dice solo il Casinò di Saint-Vincent. Se lei perde un po' di tempo e legge tutte le relazioni di tutti i bilanci che sono a sua disposizione, altrimenti glieli do, tutti portano questo tipo di commento. Se vogliamo dare un contributo o guardiamo con una certa lucidità, quindi la smettiamo di fare un percorso dove dobbiamo fare "la caccia alle streghe", dove cerchiamo l'uomo della provvidenza, dove cerchiamo delle soluzioni che sono da miracolo e non facciamo un'attività dove non cerchiamo di smontare e demonizzare tutti coloro che "pro tempore" sono nella condizione di prendere delle decisioni, continueremo ad alimentare un percorso che non potrà portare nessun beneficio alla casa da gioco.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Mi piace molto il gioco della democrazia, mi piace molto che "alla fine della notte dei tempi" ci arrivi l'esibizione verbale nelle assemblee pubbliche come è il Consiglio di oggi, con la differenza che, conoscendoci da molto tempo, sappiamo che dietro brillanti esibizioni verbali vi è il vuoto: questo è un altro elemento positivo della democrazia di prossimità. È bene però che il dibattito in Consiglio Valle si "esprima" e un giorno, quando avrò tempo, scriverò una storia della casa da gioco, purtroppo non esiste, e sarà un esercizio istruttivo perché la memoria non è un esercizio banale e non esiste alternativa ai meccanismi causa-effetto, ossia non esiste - checché ne dicano quelli che sono contro l'evoluzionismo - un'alternativa. Non è che di improvviso un fenomeno squarcia il tempo e si materializza in un momento... se tutto quello che capita non è invece il frutto di elementi che si sono creati e si sono depositati nel tempo, banalmente il rapporto causa-effetto. Nell'accogliere come un viatico tutte le critiche e soprattutto le proposte buone trovo tuttavia che si debba fare attenzione al rischio delle semplificazioni e soprattutto al rischio di trasferire la complessità di una vicenda come questa... e non è banale avere aspetti di tipo comparativo perché a far migliorare i conti apparentemente si può fare, poi nelle "pieghe" di bilancio di qualcuno degli altri casinò basta vedere quale tipo di attività hanno fatto gli uffici fidi per capire che talvolta, di fronte a certe "flambées" straordinarie, si scopre quanto denaro non restituito c'è stato nei confronti dell'Ufficio fidi di quella casa da gioco.
Non vorrei accogliere la banalizzazione, mi rendo conto che questo è un problema grave e che in una visione plastica, forse anche raccapricciante del Presidente Caveri e dell'Assessore Marguerettaz, nudi, con il mondo sulle spalle, sia comodissimo fare in modo che alla fine, come nella tragedia classica, vi siano 2 simpatici capri espiatori che diventano nella loro semplicità i 2 a cui si devono tutte le nefandezze del mondo...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... questo non vuol dire non assumersi le responsabilità, ma vuol dire che il sistema della casa da gioco come si è evoluto nel tempo è un sistema complesso, mi sembrava di avere detto con onestà intellettuale - e alcuni di voi, li ringrazio, lo hanno riconosciuto nei loro interventi - che questo è un sistema la cui complessità non finisce mai. Il collega Ottoz osservava quante sono le sigle sindacali, ha perfettamente ragione; qui sotto, quando nel Natale dello scorso anno abbiamo fatto l'incontro dopo una settimana di sciopero, abbiamo fatto una riunione sindacale che non aveva eguali in numerosità di partecipanti: dal sindacato degli scopini fino al sindacato di altri... questa non è una cosa che si sono inventati i sottoscritti, ma è la rappresentazione di una realtà che si è evoluta nel tempo e si è cristallizzata. Può esistere un'azienda dove esiste la rappresentazione contrattuale di lavorare un certo numero di ore e si lavora la metà delle ore? No, non esiste un'azienda di questo genere nel mondo. Per incidere in processi e per incidere in negatività così accentuate, la prima cosa che non si può fare è quella di avere la presunzione di prendere una spada infuocata con forza, tagliare tutti i nodi gordiani che vi sono sulla base di una bellezza del gesto e dell'azione, perché i cambiamenti che devono essere effettuati dal casinò o sono accompagnati da un consenso generale delle organizzazioni sindacali, dei lavoratori... e io dicevo nella conclusione del mio intervento che per la prima volta noto una preoccupazione, che solo in pochissime frange si evidenzia in una preoccupazione penosa della diminuzione delle mance, a fronte del fatto che ad agosto gli incassi sono stati migliori... allora dicono: "siamo arrabbiati, guadagniamo meno e la Regione ha guadagnato di più", allora era un po' quella contraddittorietà fra un sistema in cui più il banco perde più il lavoratore guadagna. Qualcuno ha detto - lo ha ricordato anche il collega Salzone - di come emerga in controluce per la prima volta la consapevolezza che questo meccanismo, se banalmente e "bovinamente" applicato, finisce per essere controproducente, perché è vero che si guadagna magari qualcosa di più, ma è il sistema complessivo che perde.
Qui non vi è una contrapposizione plastica fra delle figure solitarie ed eroiche che con la loro intelligenza, come si immagina da parte di molti per la loro stupidità, sono in grado oggi di modificare una situazione. Sono convinto che il lavoro che è in corso sia un lavoro serio, difficile nel momento in cui emergono dei documenti sui quali discuteremo nel pomeriggio, in cui si dice: "fate decadere il Consiglio di amministrazione, sostituiamolo con nuove persone, prescindendo dal fatto che siamo a 6-7 mesi dalle elezioni" e io mi domando a voce alta quali sarebbero le elevate professionalità che si prestano ad un periodo così breve, perché dovremmo innescare delle dimissioni come è avvenuto in passato o forse fare delle azioni di revocatoria dei membri del Consiglio di amministrazione... ossia trovo che sia una situazione complessa di cui discuteremo però nel pomeriggio. L'unica cosa che voglio dire è che parto dal presupposto che i discorsi e la dialettica che si è sviluppata in quest'aula è utile per migliorare la situazione, dopo una vivissima preoccupazione che mi aveva colto nei mesi scorsi, soprattutto alla fine dello scorso anno, quando mi sembrava che alla fine fosse quasi il dialogo fra noi e una parte della casa da gioco un dialogo fra sordi, ossia che vi fosse un'impossibilità a distanza o anche ravvicinati di poter fra di noi trovare dei punti di riferimento, esistendo da una parte una politica arroccata a vecchie concezioni e dall'altra un mondo del casinò altrettanto arroccato a vecchie posizioni. Mi sembra per la prima volta... e questo è frutto di un lungo lavoro sotterraneo, perché non è che d'improvviso i funghi spuntano, ma i funghi spuntano e le condizioni si modificano anche sulla base del lavoro sotterraneo che è stato fatto, faticoso e per lo più serale in cui si è cercato di trovare un punto a capo che consentisse di non entrare in un meccanismo distruttivo e il meccanismo distruttivo era la lenta agonia della casa da gioco, al di là di chiunque conducesse il Governo regionale, perché, nel momento in cui si entra in sindromi distruttive, depressive, in un mugugno continuo dal primo all'ultimo momento del proprio lavoro quotidiano all'interno della casa da gioco, in fondo al tunnel c'è la distruzione della propria identità personale e del patrimonio collettivo di un'azienda qual era la casa da gioco, mi sembra che per la prima volta è come se si fosse accesa una luce ad illuminare la scena. Oggi ritengo, in una scommessa ideale che io e il Consigliere Salzone sappiamo qual è, che vi siano le condizioni per lavorare, a condizione che nel rispetto della dialettica di tutti... visto, Consigliere Tibaldi, si è anche accesa la luce, ma non ho un pulsante... è del tutto evidente che questo può avvenire se si parte dal presupposto che, se la logica è quella degli sfasciacarrozze, alla fine a perdere non è il Presidente Caveri, né l'Assessore Marguerettaz, non è né Tizio, né Caio, non è la sigla "X" o "Y" del sindacato, ma è solo la casa da gioco che finirebbe per perdere quel ruolo economico che dovrà continuare ad avere, ridimensionato, meno grande, più importante: tutto questo farà parte degli scenari del piano di sviluppo. La cosa che invece non è accettabile è pensare che, a fronte di tutte le difficoltà derivanti dalla casa da gioco, vi sia una specie di rassegnazione, una specie di supponenza, una specie di incapacità intellettuale di rendersi conto della difficoltà del momento: questa è una rappresentazione della realtà che personalmente non posso condividere.
Président - Je pense que nous pouvons arrêter les travaux pour ce matin. Le Conseil est convoqué à 15 heures 30. Je rappelle qu'il y a une Conférence des Chefs de groupes à 15 heures 25, je prie tout le monde d'être ponctuel.
La séance est levée.
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La séance se termine à 13 heures 1.