Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2848 del 10 luglio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2848/XII - Rinvio della mozione: "Impegno per la risoluzione delle problematiche della presenza di amianto negli immobili industriali della Regione".

Presidente - La parola alla Consigliera Fontana Carmela.

Fontana (GV-DS-PSE) - Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, la mozione che stiamo iniziando a discutere riveste, a mio parere, un'importanza notevole, perché riguarda la salute, un diritto fondamentale dell'individuo tutelato dalla nostra Costituzione.

Il tema di oggi è il pericolo per la salute, rappresentato dall'amianto, una sostanza di cui da tempo è conosciuta la sua natura cancerogena e lesiva per i polmoni che porta all'asbestosi. Da oltre 50 anni la legislazione italiana tutela le lavoratrici e i lavoratori esposti a questa sostanza. La legge del 1953 in materia si può definire un fiore all'occhiello per l'Italia, uno dei primi Paesi al mondo ad adottare una simile politica di tutela, ma è anche un fiore all'occhiello per la nostra Regione e per il nostro Consiglio, perché il principale estensore di tale legge fu il prof. Giuseppe Montesano, già Presidente della nostra Assemblea ed esponente rilevante anche a livello nazionale del Partito Democratico Socialista Italiano. Il suo apporto come responsabile nazionale per la sanità fu determinante per il positivo iter della normativa. Da oltre 50 anni le lavoratrici e i lavoratori hanno degli strumenti per il riconoscimento dell'esposizione all'amianto, mentre molto più recente è la normativa che bandisce l'amianto da qualunque utilizzo, sia nelle costruzioni, sia in ogni altro manufatto: questa è la legge, ma non sempre questa è la realtà.

Abbiamo presentato questa mozione insieme al gruppo "Arcobaleno", perché abbiamo potuto constatare che nello stabilimento "Cogne Acciai Speciali" di Aosta esistono ancora numerose coperture anche di ampie dimensioni in amianto, oltretutto queste coperture non sembrano essere mantenute in modo ottimale, ad esempio attraverso apposite verniciature che impediscono la diffusione delle piccole particelle di amianto nell'aria.

È necessario quindi che si proceda ad una presa d'atto della situazione e si impegni la "Valle d'Aosta Structure", attuale proprietario di tale immobile, a predisporre in tempi ristretti un piano straordinario di totale bonifica dello stabilimento "CAS", perché non è tollerabile che nel 2007 operaie ed operai debbano essere esposti a un grave rischio di malattia che può essere facilmente eliminato. Questa presa d'atto e questo piano straordinario di "Valle d'Aosta Structure" non solo è un elemento determinante per eliminare l'amianto, ma è anche l'indispensabile presupposto perché l'INAIL di Aosta possa riconoscere l'esposizione all'amianto a tutte quelle lavoratrici e a quei lavoratori che fino ad oggi sono stati esclusi dal riconoscimento del rischio, in particolare quelli dei trattamenti tecnici e del PRS. Infatti, più sentenze di tribunale hanno riconosciuto l'esposizione all'amianto a tutti coloro che hanno lavorato in ambienti con coperture in cemento amianto, perché con superfici superiori a 10mila metri quadrati.

Infine, questa mozione vuole attirare l'attenzione sulla necessità di fare chiarezza su tutta la storia industriale e produttiva della "CAS", perché sia ricostruita tutta la mappa delle esposizioni alle differenti sostanze nocive, fra cui l'amianto, sia attraverso l'esposizione diretta, sia attraverso la loro presenza nei depositi di scorie, affinché tutti coloro che hanno dei contenziosi in essere per il riconoscimento dei loro diritti in materia di esposizione all'amianto possano avere a disposizione dei dati precisi a conforto delle loro posizioni. Come si può vedere, è una questione complessa, ma molto rilevante, perché interessa la salute di centinaia di persone e non solo guardando al passato, ma anche per il futuro.

Per queste motivazioni chiedo, a nome anche degli altri firmatari della mozione, che questo Consiglio faccia propri gli impegni della mozione e mi rendo disponibile ad integrazioni del nostro testo affinché una decisione ampiamente condivisa possa essere raggiunta.

Grazie per l'attenzione.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Questa è una questione estremamente delicata perché concerne delle persone, quindi è evidente che siamo di fronte a delle attese, a delle richieste che vengono da un nutrito numero di lavoratori, i quali si sono visti, per diverse ragioni, esclusi dai benefici di una legge e quindi credo che nelle diverse occasioni pubbliche che abbiamo avuto modo di avere, si sia complessivamente concordato sul fatto che bene sarebbe che il Consiglio regionale potesse esprimersi all'unanimità su un documento che dia al Presidente della Regione, se lo riterrete, ma certamente ai Parlamentari valdostani, perché siamo a fronte di una questione che purtroppo solo di sghimbescio interessa la Regione. Infatti devo dire che l'aspetto non convincente della vostra proposta è il fatto che si mischiano due cose differenti: una cosa è la questione della copertura in Ethernit dei tetti, altra cosa sono i diritti soggettivi dei lavoratori derivanti dalla normativa in vigore sull'amianto.

Non credo che possiamo, oggi, immaginare di ottenere un risultato per quel gruppo di lavoratori passando attraverso la questione dei tetti in amianto; sarebbe un errore tattico e strategico che non porterebbe ad alcuna soluzione concreta rispetto a quei casi singoli. Mi auguro che il Sottosegretario Rinaldi venga presto in Val d'Aosta, perché questa è una palla che deve essere saldamente nelle mani delle decisioni del Parlamento e del Governo. Non possiamo che avere un atteggiamento di persuasione morale e anche di appoggio tecnico là dove ci venisse richiesto, ma certo non siamo in grado di far altro che avere un atteggiamento responsabile. Da questo punto di vista, nelle settimane scorse, anche in attesa della visita del Sottosegretario Rinaldi, ho avuto occasione di incontrare il Segretario particolare del Ministro del lavoro, Onorevole Battafarano, a cui mi legano anche rapporti di conoscenza dovuti ai miei trascorsi parlamentari, e devo dire che anche attraverso una lettera che Battafarano nei giorni successivi mi ha inviato, a firma del direttore centrale delle prestazioni, dr. Paolo Vaccarella, l'atteggiamento espresso dal Governo è di grandissima cautela, nel senso che mi pare di capire che oggi ci si trovi di fronte a una situazione che non facilmente potrà essere sbloccata, non tanto per il caso concernente Aosta in sé, quanto per una tematica che nel caso in cui si creasse un precedente su Aosta, si moltiplicherebbe all'infinito. L'Onorevole Battafarano viene chiamato ironicamente da un gruppo molto cospicuo di migliaia di lavoratori di Taranto, sua città di origine, "Mister Amianto", perché la persona a maggior conoscenza di questi dossier, avendo seguito a suo tempo anche la legge che ha consentito di ottenere quei prepensionamenti e quei bonus nel settore pensionistico. Lo stesso Battafarano mi diceva che, se si accogliesse la domanda presentata dai 60 lavoratori sinora esclusi, i costi per la finanza dello Stato complessivamente ammonterebbero a circa 300 milioni di euro, per l'insieme di situazioni del tutto analoghe che si evidenziano nelle diverse aziende siderurgiche italiane.

Credo tuttavia che sia giusto, da parte nostra, insistere con il Governo, verificare se ci possono essere delle azioni di qualche genere; credo, differentemente dal collega Bortot, che anche in occasione dell'ultimo incontro con i lavoratori ritiene che oggi il punto debole dell'anello sia la mancanza di volontà della "Cogne" di certificare alcune dichiarazioni pregresse di persone che attesterebbero i curricula personali di singoli lavoratori, proprio il collega Battafarano mi ha ricordato che questo deriva da due ragioni. La prima è l'esistenza su casi simili di una inchiesta giudiziaria in una grande azienda siderurgica di Milano che ha coinvolto i sindacati; la seconda è il fatto che le aziende, dal 1992 in poi, con l'entrata in vigore della legge sull'amianto, non avrebbero più dovuto consentire la possibilità di avere degli ambienti di lavoro con la presenza dell'amianto; quindi, nel momento in cui si certificasse in quel periodo dagli anni '90 ad oggi la questione dell'amianto, sarebbe da parte dell'azienda un'autodenuncia per cui si troverebbero, nel momento in cui fanno queste dichiarazioni, ad essere passibili penalmente di fronte alla Magistratura, per omissione nei confronti della celebre legge sull'amianto.

Non so se queste cose siano fondate, non ho una competenza tecnica per poterlo dire, ma sarebbe opportuno avere una breve sospensione che ci consenta di verificare l'opportunità - secondo me molto rilevante - di avere un documento congiunto che ci possa consentire di avere, anche in vista della visita del Sottosegretario Rinaldi, in presenza dei lavoratori come mi sembrava fosse l'intenzione della signora sottosegretaria, una parola risolutiva e chiara da parte del Governo.

Presidente - Dopo l'intervento del collega Bortot, sospenderemo il Consiglio per una decina di minuti.

La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Alcune precisazioni. La prima è che mi sembra che questa "questione della salute dei lavoratori"... non sto polemizzando con il Presidente, perché abbiamo notato che negli ultimi mesi c'è una forte attenzione del Consiglio su questo argomento, anche perché la salute non è che si è disposti a regalarla, nel senso che quando a livello nazionale o locale si fa riferimento ai soldi che dovrebbero essere spesi e di conseguenza sono i soldi che determinano a chi deve essere riconosciuto l'amianto o meno... non mi piace molto!

È vero che dobbiamo avere una sponda a livello nazionale, ma non può essere risolutiva quella sponda; ci sono delle responsabilità della "Nazionale Cogne", della "CAS", sul non riconoscere valide - e non sappiamo il motivo - le testimonianze asseverate di dirigenti della "Cogne" in epoca antecedente all'insediamento della "CAS" e, in epoca precedente all'intervento dell'organo tecnico di rilevamento, se esiste l'amianto in alcuni reparti o meno. Tutte queste perizie sono state fatte dal 2000 al 2007 e non epoca precedente, perché la legge è entrata in vigore nel 1992. Ricordo però che nel 1994 o 1996 è entrata in vigore anche la "626" sulla tutela della sicurezza e della salute nei posti di lavoro, quindi probabilmente con questo tipo di entrata in vigore della legge alcune cose saranno migliorate all'interno della "Cogne". Se sono migliorate e le perizie si innestano su quel tipo di miglioramento, è difficile poi dire che quella perizia è valida non per gli anni, sto parlando per i decenni di anzianità di lavoro di questi lavoratori che chiedono il riconoscimento di questa legge. Parlo di decenni, in epoche in cui perfino il sottoscritto che c'è stato poco lì dentro vedeva che l'amianto era sotto il naso, sopra, sotto e dappertutto, e questo è incontrovertibile. Non credo che dirigenti numero uno e numero 2 della "Cogne" che hanno gestito la "Cogne" ai massimi livelli per decenni, e sottoscrivono testimonianze, lo facciano per partito preso allegramente! E non si capisce per quale motivo a questo punto la "Cogne" o l'INAIL dovrebbero far riferimento esclusivamente a queste perizie tecniche che dopo un periodo si presume di bonifica dopo l'entrata in vigore della "626", riscontrano che in alcuni reparti non c'è più l'amianto! È troppo comodo!

Sono d'accordo che occorra intervenire in sede nazionale, eventualmente in punta di piedi, perché non capisco perché dovremmo fare da precedente, aprire un contenzioso che è già aperto in tutto il Paese! Non è che dobbiamo nasconderci nel riconoscere questi diritti a questi lavoratori, ma il contenzioso da Taranto a Bagnoli, da Genova a Casale, è aperto in tutto il Paese e in questo senso il Governo dovrà intervenire rivedendo la legge. Ma noi, con gli strumenti, le testimonianze dei lavoratori, dei dirigenti, di quello che è successo lì dentro e di quello che sta succedendo, siamo in grado di definire la questione in sede locale. Il problema non sono i tetti, il problema è che non è vero che non esiste responsabilità dell'Amministrazione regionale; l'Amministrazione regionale è proprietaria dell'area degli stabilimenti e dei capannoni, quindi responsabilità ci sono nel verificare se le bonifiche sono state fatte sul serio. Quando le scorie erano in mezzo ai capannoni, in mezzo allo stabilimento a cielo aperto, e l'amianto passava sotto il naso di tutti e non solo di alcune lavorazioni a caldo, successivamente è intervenuta la bonifica, ma per quei decenni... cosa hanno respirato dentro la "Cogne"? È quello che bisogna riconoscere e su quello l'Amministrazione regionale, la "Cogne", l'INAIL, i periti e il tribunale - e chi più ne ha ne metta! - non possono lavarsene le mani! Questa è una questione di tutela della salute pubblica e non credo che si possano fare graduazioni fra tutelare e salvaguardare la salute pubblica, intervenendo sui fumi che escono dalla "Nazionale Cogne" per tutelare l'ambiente, il territorio, la salute pubblica e tutti i Valdostani, e poi quelli che sono stati per decenni a rischio dentro lo stabilimento e forse per alcuni versi lo sono ancora oggi, li dimentichiamo!

Qui veniamo al nocciolo: credo che nei confronti della "CAS" occorra più pari dignità, farsi valere di più, nel senso che c'è un piano di investimenti della "CAS", dove gli investimenti ammontano alla bella cifra di 30 milioni di euro, quindi ben vengano e questo crea lavoro, però una quota - aggiungo giustamente - di questi denari sono a carico dell'Amministrazione regionale. Lo dico con una battuta: non possiamo spendere un euro dell'Amministrazione regionale per verniciare i capannoni dall'esterno, lasciando inalterata la situazione e non risolvendo il contenzioso che è aperto da questi lavoratori, che sono, ancor oggi, all'interno dello stabilimento.

Le possibilità di intervento nei confronti della "CAS" sono due: una è che è molto banale che alla "Cogne" interessi che continui questo contenzioso, e qui apro una parentesi e lo dico chiaro. Se non si risolve questo problema, esaurita questa fase del ruolo del Consiglio di intervenire tutti, si passerà ad altre iniziative. Non si venga a dire che non lo avevamo detto, perché se pensiamo che questi lavoratori si accontentino del fatto che la "CAS" non vuole assumersi la responsabilità di ritenere valide dichiarazioni di ex dirigenti dello stabilimento, è un problema suo, nel senso: perché dovrebbe tener valido quello che gli fa comodo, cioè le perizie di quell'organismo, e non le testimonianze di quei dirigenti? Secondo: dove erano queste perizie quando sono stati visti determinati "curricula ad personam"? I curricula rivisti giustamente ad personam riconoscendo il diritto dell'amianto a queste persone, questa è la strada da praticare all'interno della "Cogne", eventualmente in punta di piedi, per rivedere i curricula di queste altre persone che sono state escluse... e finiamo qui questo argomento. Noi abbiamo il precedente che sono stati rivisti dei curricula e la "Cogne" ha detto "sì"... perché per alcuni sì e per altri no... e chiudiamo l'argomento qui! L'argomento soldi: credo che 3 milioni di euro che la Regione sta per spendere all'interno di questo stabilimento facciano gola. Terzo, il più importante: riconosciamo il diritto dei lavoratori alla tutela della salute, che sono da decenni lì dentro, in più liberiamo posti di lavoro per dei giovani. Quarto: i soldi che si vanno a spendere - e qui vorrei dare una risposta al Governo amico - per la tutela della salute sono soldi versati dai lavoratori, perché quando i datori di lavoro strombazzano che il costo del lavoro è troppo alto, non pensano mica solo alle paghe dei lavoratori, quel che va a finire in busta paga, ma pensano anche ai contributi INPS, INAIL, eccetera, e questo giustamente perché di fatto è il costo del lavoro. Se poi in busta paga ai lavoratori va solo un pezzo, comunque quegli oneri differiti per le pensioni e per la tutela della salute sono soldi dei lavoratori! Di conseguenza quando rivendichiamo la tutela della salute in base a quella legge, è già passato troppo tempo, andiamo a chiedere di spendere soldi nostri, e questo vale per il Governo regionale e per il Governo nazionale.

Chiediamo il rispetto di una legge che tutela la salute, che è il presupposto principale; meglio un riconoscimento in più che uno in meno, perché in ogni caso si vanno a spendere soldi che sono dei lavoratori.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Ribadisco la necessità di una breve interruzione e devo dire, però, che quando uno deve sparare su un bersaglio deve fare attenzione che sia quello giusto! In questo momento il bersaglio è un'opera di persuasione morale sul Governo di affrontare questa tematica; non può essere che si richiede, oggi, al Governo regionale di avere un atteggiamento estorsivo nei confronti della "Cogne".

La "Cogne" è uno stabilimento molto importante per la Val d'Aosta, oggi firmeremo l'accordo che prevede un ulteriore rilancio dell'attività dello stabilimento siderurgico; sulla questione amianto tornerà poi l'Assessore Cerise per tranquillizzare sui piani di dismissione dell'amianto, attualmente in corso nello stabilimento, ma quello che voglio dire è che non si può oggi pensare che, a fronte di uno stabilimento che è il più importante stabilimento privato che c'è in Val d'Aosta, con 1.000 lavoratori e con la possibilità di assunzione di un numero molto elevato di altri lavoratori a conclusione del piano 2010, oggi chiamo il sig. Marzorati e gli dico: "la Regione non le dà più alcun finanziamento, compresi quelli a cui lei ha diritto per legge, se lei non firma quelle dichiarazioni e le manda all'INAIL"... Questo, a casa mia, è un reato penale, che mi porterebbe a Brissogne; so che i Consiglieri regionali possono venire in carcere, per cui probabilmente il collega Bortot mi porterebbe una stecca di cioccolato e non dico cos'altro per supportare...

(interruzione del Consigliere Bortot, fuori microfono)

... di commercio equo solidale devo dire che ci rinuncio volentieri, capisco che il cioccolato del Guatemala è particolarmente buono, ma se mi inviti a casa tua lo mangio volentieri piuttosto che mangiarlo a Brissogne!

Credo che adesso il problema sia... essendo che tale questione della "Cogne" non è evocata nella mozione, ma è un elemento "ad abundantiam" attualmente posto... sarebbe bene vedere se si riuscisse a trovare un testo equilibrato che ci consenta di poter votare in maniera congiunta questo documento.

Presidente - Il Consiglio è sospeso per 10 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,29 alle ore 10,59 e che alla ripresa dei lavori, presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - A seguito della riunione che si è svolta, si è deciso di riaffrontare questo punto nella giornata di domani; il sottoscritto cercherà di predisporre un documento che possa essere posto al vaglio di tutti i gruppi.

Presidente - Mi sembra che la proposta sia stata accolta, per cui il punto viene rinviato alla seduta di domani.

Il Consiglio prende atto, concordando.