Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2103 del 27 luglio 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2103/XII - Proposta di legge costituzionale: "Modificazione all'articolo 50, comma terzo, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta)".

Articolo 1

(Modificazione all'articolo 50, comma terzo, della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4)

1. Il comma terzo dell'articolo 50 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), è sostituito dal seguente:

"In considerazione del fondamento pattizio dell'autonomia della Regione, i progetti di modificazione del presente Statuto, approvati dalle due Camere in prima deliberazione, sono trasmessi al Consiglio della Valle per l'espressione dell'intesa. L'assenso alla proposta di intesa è espresso entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Decorso tale termine senza che l'assenso sia stato espresso, le Camere non possono adottare la legge costituzionale.".

Président - Comme vous le savez, M. Viérin Laurent n'est pas en mesure de présenter le rapport, mais il avait été déposé, donc chacun de vous dispose du rapport.

La parole au Président Cesal pour présenter le rapport.

Cesal (UV) - Je lis ce rapport qui a été rédigé par M. Viérin Laurent.

Du fait du pacte entre l'Etat et la Région, qui est à la base de l'organisation autonomiste de la Vallée d'Aoste, il est indispensable que cette dernière approuve toute proposition de modification du Statut spécial votée par le Parlement. Même si cet accord peut être conçu selon d'autres modalités, il semble plus opportun de commencer, dans un premier temps, par une démarche réaliste qui insère lesdites modalités dans le cadre constitutionnel et statutaire en vigueur et suive, notamment, les dispositions du 3e alinéa de l'article 50 du Statut, qui traite de la modification dudit Statut, et d'apporter les corrections qui s'imposent à la procédure actuelle, laquelle repose sur la simple expression d'un avis par le Conseil de la Vallée. A ce propos il convient en effet de rappeler que la formulation de l'article 38 de la loi constitutionnelle modifiant la IIe partie de la Constitution et qui a fait l'objet du referendum des 25 et 26 juin n'est pas satisfaisante, puisqu'au lieu de prévoir la possibilité pour les Conseils régionaux ou provinciaux concernés d'approuver la proposition de l'Etat, elle leur permet uniquement de la refuser. Ce texte stipule par ailleurs que l'éventuel refus doit être délibéré à la majorité qualifiée des 2/3 des Conseillers. Faute d'un refus aussi généralisé, le Parlement conserverait la faculté d'imposer unilatéralement à la Vallée d'Aoste les modifications statutaires qu'il aurait approuvées, même si l'Assemblée législative valdôtaine ne partageait pas ses vues en la matière. Pour contrer un tel déséquilibre en faveur du Parlement italien, que rien ne justifie, et pour faire en sorte que le principe du pacte entre la Région et l'Etat soit pleinement respecté, il nous faut donc retourner les données du problème afin que l'opinion de la Vallée d'Aoste ne s'exprime plus par un vote de refus, mais bien par une approbation, qui serait décidément plus significative.

Cette solution présente en outre l'avantage d'être nettement plus respectueuse du principe de l'égale dignité de l'Etat et de la Région, elle bloque efficacement toute modification unilatérale de l'autonomie valdôtaine, et tout appauvrissement de cette dernière, en prévoyant que toute modification que l'Etat se propose d'apporter à notre Statut doit nécessairement recueillir un large consensus au sein du plus haut organe représentatif de la Région.

Président - La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - Vorrei spiegare le ragioni che hanno condotto il Governo regionale a varare questa proposta di legge costituzionale, che è stata discussa in I Commissione, e oggi arriva all'attenzione dell'aula.

C'è un aspetto storico e uno, invece, più legato alla quotidianità, cioè alla discussione che in merito a questo tipo di argomento dovrà essere svolta dal Parlamento. La prima considerazione di ordine storico riguarda lo Statuto di autonomia e le caratteristiche fondative di tale Statuto. In epoca non sospetta, cioè sia nelle fasi preparatorie dell'emanazione dello Statuto di autonomia, ma anche negli anni successivi, quando così faticosamente si è cominciato il tentativo, dopo il 1948, di applicazione dello Statuto di autonomia, i Valdostani, componenti del Consiglio e dei Governi regionali che si sono succeduti, hanno sempre, nel rapporto con Roma, considerato che questo Statuto di autonomia, pur votato dalla Costituente, aveva delle caratteristiche pattizie nel lavoro svolto all'interno della Costituente che portavano a ritenere che lo Statuto di autonomia, in maniera silente, nel testo avesse però delle caratteristiche tali che ne facevano certo una legge costituzionale modificabile, come è avvenuto nel tempo, con le procedure rinforzate nella logica bicameralistica prevista dalla Costituzione. Credevano però anche che questo Statuto di autonomia avesse qualche elemento politico pattizio di fondo molto più forte e spiccato, cioè che il Parlamento italiano, pur nelle procedure previste per le riforme costituzionali, dovesse tener conto delle opinioni dei Valdostani in merito alle modifiche che dovevano essere apportate a questa Costituzione regionale. Il fatto che non sia stata chiamata Costituzione regionale, ma Statuto, è dovuto al fatto di non creare confusione con la Costituzione. Peraltro paradosso è che la prima Costituzione di cui i Valdostani hanno goduto - lo Statuto albertino del 1848 - era chiamata "Statuto" perché in realtà si chiamava "Costituzione" l'insieme dell'ordinamento penale e civile dello Stato sabaudo.

È del tutto evidente che questa considerazione dell'elemento pattizio nel tempo ha avuto degli scricchiolii sinistri, come abbiamo visto in occasione della discussione molto vasta che si è avuta nelle Bicamerali. Io ho fatto parte della Bicamerale "De Mita-Jotti" e già alla fine di questi lavori si rifletteva su come riscrivere il "116", cioè la norma costituzionale che gemma gli Statuti di autonomia. Già allora la tesi nostra - ma anche di altre Regioni a Statuto speciale - era che il cambiamento di questa norma dovesse avvenire con un consenso da parte degli interessati.

La riforma del Titolo V della Costituzione non fu soddisfacente perché, pur riaffermando nella scrittura attualmente in vigore del "116", dopo il referendum delle settimane scorse, l'esistenza delle Regioni ad autonomia speciale - e devo dire che chi seguì il dibattito nella Commissione affari costituzionali come avvenne a me, e soprattutto nel Comitato dei 9 dove vengono esaminati per l'aula gli emendamenti che portarono alla riforma del Titolo V, sa che la riaffermazione dell'esistenza della specialità anche nella riforma del Titolo V fu una questione tutt'altro che banale, tanto che nell'articolo 116 novellato voi ritroverete questa parte aggiuntiva del "116"-. Diciamo che l'elemento di cambiamento del "116" potrà apparire banale, ma è il bilinguismo della dizione Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste, che oggi è sancita dalla Costituzione, ma fu aggiunto un comma dove si consentiva una specialità anche per le altre Regioni a Statuto ordinario che avrebbero potuto ottenere qualcosa in più rispetto all'ordinarietà confrontata alla specialità di Regioni come la Valle d'Aosta.

La discussione nella Commissione "Affari costituzionali" della Camera, dove si scrisse questo articolo 116, fu purtroppo turbata da incomprensioni politiche, in particolare Marco Boato dei "Verdi" fu quello che si mise assolutamente per traverso per il riconoscimento del principio dell'intesa, fu ferocemente contrario e con l'intelligenza che lo caratterizza e approfittando della particolarità della situazione di Trento e Bolzano, in particolare della situazione di Bolzano, pose dei problemi molto forti all'interno dell'alleanza del Centro-Sinistra, affinché non venisse approvato il principio dell'intesa. Queste furono le ragioni che mi spinsero all'epoca al voto contrario, malgrado i voti alla Camera fossero assai ridotti e quindi il rischio fosse che il Centro-Sinistra nella scelta sciagurata - che oggi possiamo valutare dal punto di vista storico - di affrontare le riforme costituzionali con un voto di maggioranza. Malgrado questa maggioranza risicata, insistettero nel non accettare il principio dell'intesa, e questo mi spinse all'epoca ad un voto contrario a questa riforma del Titolo V e, ancora oggi, sono convinto che l'assenza del principio dell'intesa aveva ed ha profondamente "minato" quella riforma del Titolo V, che pure dal punto di vista del regionalismo e molto poco del federalismo aveva creato qualche precedente interessante e importante. Già all'epoca, nel corso di questa discussione, ma anche nella discussione successiva che riguardò la questione della forma di governo e cose di questo genere, più volte anche il Consiglio riaffermò il principio dell'esistenza morale e politica, non giuridica, nello Statuto dell'esistenza di un principio pattizio.

Va dato atto, nella riforma costituzionale affrontata purtroppo sempre nella logica unilaterale dal Centro-Destra con quella che è stata definita volgarmente la "devolution", del lavoro molto buono svolto dalla componente delle minoranze linguistiche alla Camera dei Deputati e in particolare dell'impegno profuso personalmente dagli Onorevoli Zeller e Collé. Credo che talvolta nella polemica politica si tenda a dimenticare quanto le persone hanno fatto e io vorrei, in quest'aula, ricordare il lavoro importante svolto dall'Onorevole Collé per l'ottenimento della riforma della "devolution" del principio dell'intesa. È vero che poi il voto contro questa "devolution" espresso dal popolo valdostano in occasione del referendum relativizza l'importanza di quel principio dell'intesa soprattutto se confrontato con una riforma complessivamente negativa e assai confusa per l'inserimento di materie concorrenti, per l'inserimento del principio, gravissimo sotto il punto di vista autonomistico, dell'interesse nazionale, ma va anche detto che quella norma sull'intesa che è stata cancellata dal referendum era molto utile, e devo dire che nel parlare con il Presidente Prodi, nel corso delle votazioni del Presidente della Repubblica, avevo avuto conferma di quanto detto anche dai Parlamentari valdostani Perrin e Nicco, e cioè che uno degli impegni del Governo nei confronti delle Regioni ad autonomia differenziata sarebbe stato il ripristino del principio dell'intesa.

Quale ripristino del principio dell'intesa? Da questo punto di vista credo che questo testo, oggi all'esame del Consiglio, su proposta del Governo regionale, condiviso dalla I Commissione del nostro Consiglio, è certamente più performante e migliore della dizione presentata dai Parlamentari valdostani nelle rispettive Camere in vista del dibattito, perché nel caso loro si sono limitati a ricopiare quanto esistente, come ricordato dal Presidente della I Commissione, in particolare per ciò che riguarda quella norma vigente prima del referendum che era oggettivamente limitativa. Ed era limitativa in primo luogo perché non parlava del principio pattizio, mentre questa norma di modifica dello Statuto inizia l'"incipit" in considerazione del fondamento pattizio dell'autonomia della Regione: questo sarebbe un cambiamento, se accolto dal Parlamento, molto significativo dal punto di vista politico e, in secondo luogo, non viene espresso un dissenso dal Consiglio regionale alla norma, ma viene esercitata un'intesa con i 2/3, collega Squarzino. Lei ha ripresentato un emendamento che è frutto di un'incomprensione della relazione scritta da parte dell'Onorevole Nicco, che poi alla fine della riunione ha riconosciuto di avere male interpretato il testo così come presentato, perché la maggioranza semplice nel caso dell'intesa è una norma che "scricchiola", che non è sufficiente. Non a caso, già oggi, sulla legge elettorale chiediamo una maggioranza importante che qui viene ribadita, cioè quella dei 2/3, perché è un'intesa che bisogna dare, quindi la maggioranza semplice non esaurirebbe la forza della modifica di una norma costituzionale qual è lo Statuto di autonomia.

Venendo agli aspetti più contemporanei, non sappiamo ancora in quale delle due Camere verrà incardinata la discussione, quindi cautelativamente converrà inviare la proposta di legge costituzionale sia alla Camera sia al Senato, perché da uno dei 2 rami del Parlamento inizierà questa discussione e la nostra legge, come previsto dai regolamenti parlamentari, sarà presente nel dibattito politico e spetterà al relatore che se ne occuperà in uno dei 2 rami del Parlamento di decidere quale sarà il testo base. Certamente questa più moderna proposta che il Consiglio voterà oggi, influenzerà in senso positivo per la nostra autonomia speciale, oltre che per l'insieme delle autonomie speciali, la discussione che avverrà in Parlamento.

Credo che a seguito del referendum era doveroso esprimerci politicamente su un tema di grande spessore e - direi - un tema "bipartisan", più vasto dei perimetri di maggioranza e opposizione, perché si tratta di un tema decisivo che influenzerà anche il dibattito che dovrà avvenire in quest'aula. Con il Presidente Perron abbiamo presentato all'attenzione di questo Consiglio - forse con una modalità nuova, finalizzata però a stimolare il dibattito - l'idea della nascita di una convenzione. Il testo della convenzione che nella proposta congiunta con il Presidente Perron abbiamo definito come percorso in un anno dalla nascita della convenzione medesima, quel testo deve poi affrontare il Parlamento italiano. È come una specie di nave che mettiamo nel mare burrascoso della politica italiana. Certo che se nel frattempo verrà ripristinato il concetto dell'intesa, questo ci rassicurerebbe rispetto ai possibili emendamenti che stravolgessero il testo iniziale del Consiglio. Senza quel paracadute, quella rete protettiva che è invece rappresentata dal principio dell'intesa e soprattutto dal principio pattizio che vorremmo trasformare da un concetto morale, etico, politico, in un concetto giuridico all'interno del nostro Statuto di autonomia.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Voglio ringraziare il Presidente Caveri per aver riportato in questo Consiglio la proposta di legge costituzionale n. 3, e il Presidente Cesal per aver provveduto alle audizioni dei due Parlamentari. Sappiamo che una legge analoga è stata presentata dai 2 Parlamentari sia prima che dopo l'esito del referendum, in collaborazione con gli altri componenti delle minoranze linguistiche, per operare sui vari Statuti speciali presentando per ognuno di quelli una medesima dizione, in modo da favorire un maggior indirizzo unitario nella scelta della linea politica e anche dei testi legislativi da portare avanti. Ci spiace di aver sentito in Commissione che i Parlamentari nulla sapevano dell'iniziativa assunta dalla Giunta, nel senso che se fosse stato concordato preventivamente il testo, forse si sarebbe potuto operare sull'altro testo presentato con delle cose rafforzative.

Rispetto ai contenuti, credo anch'io che rispetto all'articolo 50 del nostro Statuto, in cui è previsto il parere da esprimere in 2 mesi, un parere che non ha alcun valore effettivo, sia qualcosa di molto debole, quindi concordiamo sul fatto che vada spostato verso l'intesa. Prendiamo atto con piacere che nella nuova formulazione l'articolo 114 già mette i fondamenti per questa intesa; quando l'articolo 114 della Costituzione dice che la Repubblica è costituita da Comuni, Province, città metropolitane, Regioni e Stato, sottolinea che la Regione è riconosciuta come uno degli enti facenti parte della Repubblica, quindi è necessario che il dialogo fra questi enti sia fatto in modo paritario per quanto riguarda le materie di loro competenza.

Condividiamo il fatto che si vada verso l'intesa, perché c'è un riconoscimento della dignità della nostra Regione in particolare per il suo Statuto speciale. Siamo d'accordo quindi che l'intesa si trasformi in un assenso o in un diniego - a seconda -, si trasformi in un rapporto tale per cui o la Regione afferma fortemente che è contraria a una proposta del Parlamento, oppure va anche bene che ci sia un assenso, che comunque ci sia la forma del consenso, in modo che le norme non siano prese contro la Regione o contro il Parlamento; deve cioè essere individuato questo modo paritario di operare.

Nei nostri emendamenti abbiamo tolto il fondamento pattizio, anche in base al fatto che un costituzionalista esperto, oppure una persona come Nicco - che su questi temi ne sa più della sottoscritta - dice che il richiamo al carattere pattizio non è così importante in una norma, è più importante dove nella norma si indica con chiarezza quali sono i rapporti. Forse c'è stato un malinteso, ma il fatto di togliere i 2/3 è perché ci deve essere la possibilità che ci sia un consenso a maggioranza su questi temi, quindi queste sono le 2 proposte che abbiamo fatto.

Président - La parole au Conseiller Cesal.

Cesal (UV) - Credo che ci sia poco da aggiungere rispetto all'ottima presentazione che è stata fatta di questo disegno di legge da parte del Presidente Caveri.

Mi premeva solo riprendere alcuni concetti, soprattutto per quanto riguarda la discussione in Commissione e l'audizione dei Parlamentari in ordine a questo articolato. È vero che i Parlamentari non erano a conoscenza di questa iniziativa, ma è anche vero che né la Commissione, né il Governo regionale, né l'intero Consiglio, erano a conoscenza dell'iniziativa dei Parlamentari valdostani. Noi li abbiamo auditi non perché c'era un impegno specifico in ordine a questi problemi, ma perché avevamo ritenuto in Commissione che ci fosse la necessità di stabilire un rapporto corretto e coerente fra i 2 organismi istituzionali, i Parlamentari, e il Consiglio regionale per operare in sintonia, per operare sfruttando al massimo le sinergie di questi 2 organi. Noi li abbiamo quindi auditi e diciamo che abbiamo cercato di definire un percorso che ci permetta, nel corso dei prossimi mesi, di poterci confrontare sui vari temi concernenti tutte le questioni di carattere istituzionale riguardanti la nostra Regione.

A me personalmente preme sottolineare il fondamento pattizio della nostra Costituzione: è un aspetto dal mio punto di vista irrinunciabile. So che ci possono essere da parte di qualcuno delle perplessità, ma io ho sempre sostenuto che il nostro Statuto di autonomia ha un'origine pre-costituzionale, è precedente all'adozione della Costituzione italiana; questo è un aspetto che ci garantisce il fatto che qualsiasi tipo di modificazione del nostro Statuto debba essere preventivamente concordata con gli organismi istituzionali di questa Regione. Questo è un principio irrinunciabile, mi preme sottolinearlo, anche se non stiamo discutendo in ordine a queste problematiche, ma è un aspetto che non sottovaluterei.

Inviterei i colleghi del gruppo "Arcobaleno" a ritirare i propri emendamenti, perché ritengo che la formulazione del testo così come ci è stato presentato sia rafforzativa rispetto alle iniziative Parlamentari.

Per quel che riguarda il nostro gruppo non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione e il voto favorevole, in quanto riteniamo che con questa iniziativa, se avrà successo, la tutela dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, le sue eventuali auspicabili modificazioni, possano essere adottate con serenità da parte di questo organismo con una maggioranza qualificata, che mi sembra più rappresentativa rispetto ad una maggioranza semplice come è stato proposto nell'altro articolato. Esprimo il voto favorevole da parte del gruppo "UV" in ordine a questo disegno di legge, auspicando che possa passare con l'unanimità dei voti dei presenti.

Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Credo che su questo argomento si sia già discusso parecchio in questo Consiglio regionale in questa legislatura e anche nelle passate legislature; credo che il Presidente Caveri abbia fatto un percorso storico molto preciso e articolato, a partire dal principio dell'intesa non inserita nella riforma del Titolo V della Costituzione, per arrivare alla riforma del "Governo Berlusconi", la "devolution", dove questo principio è stato inserito, per arrivare, infine, al referendum di qualche mese fa.

Oggi è necessario il reinserimento di questo principio dell'intesa; è chiaro che qualcuno ha proposto l'inserimento fotocopia di quello che è stato fatto con la "devolution". Noi riteniamo che sia più giusto non fare un inserimento a fotocopia, ma sia più logico fare un inserimento come proposto oggi in questo disegno di legge costituzionale, che è molto diverso soprattutto nelle ultime 2 righe, quando si dice che le Camere non possono adottare la legge costituzionale. Mi sembra ovvio che questo dia più peso al nostro Statuto, a questo Consiglio e al popolo valdostano, di non vedersi espropriare tramite passaggi poco piacevoli alcune competenze.

Sugli emendamenti presentati dal gruppo "Arcobaleno", crediamo che il 1° non sia accoglibile, proprio perché ribadire "in considerazione del fondamento pattizio dell'autonomia della Regione" è indispensabile, per ricordare il nostro percorso storico, ricordare quello che era alla base dell'ideale per l'ottenimento e la presentazione dello Statuto. Quanto al 2° emendamento, poiché "assoluta" vuol dire 18 voti, crediamo che le riforme costituzionali sono molto importanti e tutti abbiamo detto che ci vorrà almeno una maggioranza qualificata, quindi non è logico che ci sia l'assenso con 18 voti, perché "assoluta" vuol dire avere 18 voti su quello che è il numero non dei presenti, ma degli aventi diritto. Ho sempre sentito dire da parte della collega Squarzino che su alcune riforme non di carattere costituzionale, ma addirittura di carattere regionale - e noi condividiamo - ci siano votazioni che debbano pretendere almeno la maggioranza qualificata dei 2/3: per questo non siamo d'accordo anche su questo emendamento.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - In questi giorni abbiamo avuto il piacere di leggere questo testo, che oggi è all'esame dell'aula, e anche i testi dei Parlamentari Perrin e Nicco, e abbiamo rilevato 2 cose. La prima è una sostanziale identità di tutti, sono l'uno la fotocopia dell'altro, ma sono anche la fotocopia di quella proposta che è stata oggetto di riforma costituzionale e di referendum conservativo qualche settimana fa; ovvero, da un lato, la Giunta regionale e, dall'altra, i Parlamentari Nicco e Perrin hanno proposto 2 cose che già c'erano e che paradossalmente hanno avversato durante la fase di referendum costituzionale.

Viene difficile comprendere il significato di questa iniziativa, viene difficile comprendere perché lo strumento pattizio era stato inserito nella riforma proposta dal Parlamento italiano e votata solo dal Centro-Destra e poi non confermata dal popolo italiano e oggi, voi, tornate in questa sede con una proposta identica. Presidente Caveri, le cito alcune affermazioni che lei ha fatto quando si parlava di referendum conservativo qualche settimana fa; come mai voi, oggi, ci proponete la fotocopia di quello che quei "4 saggi di Lorenzago" - che lei ha definito "4 amici che si sono incontrati a fare una scampagnata a Lorenzago", e si riferiva ad Onofrio, Pastore, Nania e Calderoni - avevano elaborato? Oggi avete riassunto quei concetti e li avete riproposti qui, in questa proposta di legge costituzionale... pertanto, la prima considerazione è che avete una sorta di "schizofrenia politica" nell'affrontare il discorso delle riforme costituzionali.

Vorremmo capire se questa azione si inserisce nell'ambito di un contesto coerente di riforma o è un'iniziativa schizofrenica perché, da un lato, non vi siete neppure armonizzati con i 2 Parlamentari valdostani - è vero che siete su posizioni politiche non proprio armoniose, ma gli uni lo hanno fatto all'insaputa degli altri e viceversa! -; dall'altro, avete preso ciò che avete voluto deliberatamente bocciare il 26 giugno scorso.

Un'altra considerazione è che non riusciamo a comprendere come questa iniziativa estemporanea si integri o si coordini con la proposta di riforma dello Statuto, perché il Presidente Caveri ha detto dobbiamo riformare lo Statuto, con un percorso convenzionale, con una convenzione. Lo avete annunciato in formula ampiamente propagandistica prima del 25 e 26 giugno: dobbiamo riformare lo Statuto attraverso una convenzione. Allora, visto che questa proposta di legge costituzionale va a modificare una piccola parte dello Statuto, in particolare l'articolo 50, comma 3, vorremmo capire come questa iniziativa si concili con la proposta convenzionale che ci avete fatto.

Se i "4 saggi di Lorenzago" sono stati dipinti in maniera tanto bucolica, davanti a "un piatto di polenta e salsicce", tutto sommato la polenta e le salsicce avranno fatto lavorare lo stomaco, ma anche il cervello, perché oggi lo avete ripreso "in toto"! Al di là del dileggio che avete riservato ai "saggi", al Governo di Centro-Destra, che è stato l'unico Governo che ha approvato una riforma introducendo il principio dell'intesa, oggi la Regione, per voce delle sue massime autorità, propone questo percorso doppio: una modifica statutaria per dover rimediare al gravissimo danno che ha perpetrato, bocciando, attraverso un referendum confermativo, la riforma costituzionale, e d'altro canto, a questa politica così ambigua vogliono affiancare una riforma di carattere generale con la convenzione. Sinceramente non riusciamo a capire questo percorso e dovete fidarvi della probabile capacità riformista del Centro-Sinistra... abbiamo qualche dubbio che il Centro-Sinistra sia in grado di accogliere le proposte che oggi partono da Aosta!

Aosta chiede, Roma... sente? Nel 2001 Aosta non aveva espresso questa esigenza in maniera così formale, ma Roma già anticipava - ricordiamo il discorso di insediamento di Berlusconi - che comunque si sarebbe tenuto in debita considerazione il rapporto pattizio fra le Regioni autonome a Statuto speciale e lo Stato italiano. È una citazione ufficiale che è stata puntualmente rispettata, ma naturalmente è stata snobbata dagli ex colleghi del Presidente Caveri, che hanno il torto di recarsi a Lorenzago e poi di codificare ciò che lui o altri Parlamentari valdostani non hanno mai fatto nel corso della loro permanenza nella capitale. Vediamo se il Centro-Sinistra sarà in grado di accogliere queste proposte; vengono fatte d'altronde da 2 Parlamentari che sono espressione del Centro-Sinistra, Nicco e Perrin, vengono fatte da una Giunta regionale che, se non è a guida Centro-Sinistra, è comunque fortemente orientata in quella direzione!

C'è da notare questo e forse è un aspetto che la Valle d'Aosta sta sottovalutando; ci sono Regioni che sono al traino dell'Italia da un punto di vista sociale, economico, culturale, e ci riferiamo alla Lombardia e al Veneto, Regioni che stanno dimostrando non solo di andare in controtendenza rispetto ad un'abitudine ormai diffusa in altre Regioni di essere assistiti dal centro - pensiamo solo alla spesa sanitaria: il centro, Roma, lo Stato, gli Italiani che devono ripianare dei buchi della spesa sanitaria, altrimenti i bilanci di queste Regioni vanno a ramengo! -, ma anche di avere dei tessuti produttivi particolarmente avanzati che sono al traino dell'Italia e che hanno compreso l'importanza dell'autonomia, tanto che guardano alle Regioni speciali come la nostra per fare in modo che vengano importati questi principi autonomistici non solo in termini legislativi, amministrativi, ma anche finanziari, in Regioni come le loro e, di conseguenza, diventino patrimonio comune di molte Regioni italiane e forse, un domani, di tutte le Regioni italiane. Non sottovalutiamolo questo passaggio, perché da nessuna parte sta scritto che l'autonomia è un'esclusiva di Regioni come la nostra; mi sembra che qui stiamo sottovalutando questo aspetto e continuiamo solo - tramite citazioni storiche come sono state fatte finora in particolare dal Presidente Caveri - a ricordare la nostra particolarità come un qualcosa che deve essere custodito per sempre in uno scrigno! Quanto prima, se si ambisce a quel modello federale che si dice di difendere e di volere ad ogni costo, si arriverà ad un'equiparazione di poteri per tutte le Regioni, sia quelle ordinarie, sia quelle speciali, e crediamo che questo aspetto non possa essere sottovalutato.

L'iniziativa referendaria è stata boicottata con assoluta assenza di buon senso da parte del gruppo "Union", in particolare, di quel partito che dovrebbe essere il custode di certi principi autonomistici e di certi valori. In realtà oggi si "scimmiotta" ciò che fecero a Lorenzago 4 persone, lo si riproduce in fotocopia tale e quale e si pretende che venga compresa la valenza istituzionale solo perché la firma non è quella dei "4 saggi di Lorenzago", ma è quella di una Giunta che porta, oggi, il nome di Caveri, oppure di 2 Parlamentari, Perrin e Nicco, che neppure sono riusciti a raccordarsi con questa Giunta e devono confidare in un'attenzione di Prodi e del suo Governo, che non hanno avuto neppure il buon gusto di citare in sede di replica, quando si sono insediati, una minima attenzione al regime pattizio e a quando ci saranno le auspicate riforme. Si è solo parlato di ampie convergenze... noi abbiamo sentito sia il 1° discorso di Prodi, sia le repliche dopo gli interventi in Parlamento, ma Prodi - tant'è che Perrin se n'è anche lamentato - non ha fatto cenno alcuno ad un'attenzione pattizia nei confronti delle Regioni a Statuto speciale.

Noi vi auguriamo buona fortuna e ci asterremo su questa proposta.

Président - La parole au Conseiller Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Non si può che essere soddisfatti di questo progetto di legge che pone all'attenzione del Parlamento italiano un dato molto importante, non solo per la Valle d'Aosta, ma credo in generale per chi crede in uno Stato federale, sulla base di una concertazione che si può pensare a un rapporto corretto fra le Regioni e la Repubblica. Da questo punto di vista credo che nessuno possa essere al di fuori di critiche delle varie parti politiche, mentre ho sentito qui, stamani, una pericolosa degenerazione dal punto di vista dell'attribuzione di responsabilità oppure di assunzione di meriti: no, la mia proposta è più bella... la vostra è più brutta... quella dei Parlamentari va bene... quella dei Parlamentari non va bene!

Credo che si debba, nell'ottica della collaborazione e dello spirito pattizio che ci deve essere anche in questa Regione, che d'ora in poi, su questi temi, si marci in modo diverso. Credo che tutti debbano collaborare; a mio parere il Governo regionale ha sbagliato a non avvertire dell'iniziativa i Parlamentari, ma altrettanto credo abbiano fatto i Parlamentari a non informare il Governo regionale e il Consiglio regionale. Questo antagonismo non credo serva alla Valle d'Aosta e neppure serve la posizione espressa dal Centro-Destra che vorrebbe riabilitare per la casualità di una norma buona su 400 sbagliate, un'associazione di villeggianti della Val Camonica quando deve essere paragonata a una carta costituzionale che è stata fatta da centinaia di Deputati e di Senatori costituenti, eletti in un momento storico particolare a completamento di un periodo resistenziale a tutti noto.

Penso che noi, come Centro-Sinistra, non siamo indenni ovviamente da errori, abbiamo fatto un errore sicuramente a voler votare nel 2001 la riforma del Titolo V della Costituzione a maggioranza, perché questo ha comportato un inizio di una deriva istituzionale che non ha portato del buono a noi! Noi avevamo modificato 5 articoli della Costituzione... il Centro-Destra, grazie a questo metodo che avevamo suggerito, se ne è fatti 50! È quindi bene capire che ognuno ha la responsabilità dei vari passaggi e io credo che la convenzione per la modifica dello Statuto sia un momento molto importante, perché lì si vedrà se c'è la capacità fra i vari soggetti istituzionali e non della Valle d'Aosta di fare un lavoro comune.

Ci sono 2 temi che sono stati affrontati dal gruppo "Arcobaleno" che meritano un'attenzione particolare. Il 1° è sulla questione pattizia; è chiaro che il nostro Statuto poteva avere 3 livelli di garanzia: uno, nessuna garanzia come non ha avuto per 50-60 anni, uno, le garanzie internazionali, in mezzo ci sono le garanzie pattizie rispetto alla Repubblica. Credo che la via intermedia sia la via giusta e in qualche modo risolva vecchie problematiche e anche vecchie perplessità; quindi andare avanti da questo punto di vista e pretendere che sia incardinata nello stesso pensiero di Statuto l'idea pattizia, credo sia fondamentale... toglierlo mi sembrerebbe sminuire il valore dello Statuto. Il 2° punto, che trovo molto più grave perché è l'ennesima espressione di una mentalità "gruppettara", è il discorso della maggioranza assoluta. Credo che qui si debba essere molto chiari: la Costituzione italiana è stata fatta fra Democristiani, Comunisti, Socialisti, pattisti del Partito d'azione... e credo che abbia dato buoni risultati e, ancora adesso, è una delle migliori costituzioni del mondo; pensare di andare avanti, come è stato fatto in quest'aula non molti mesi fa, convinti che un 40% di partecipazione ad un referendum possa decidere delle regole della Valle d'Aosta in termini di Consiglio regionale o di elezione della Giunta... credo che sia una visione elitaria che non debba essere portata avanti! Pertanto credo che non solo i 2/3 debbano essere mantenuti, ma debbano essere allargate le garanzie sulle regole; qui non si vuole confusione fra ruolo della maggioranza e ruolo della minoranza, ma le regole devono essere condivise e per questo devono esserci meccanismi istituzionali che pretendano questo.

Ritengo sia sempre più importante che in tutti i punti della nostra legislazione andiamo ad individuare che, là dove ci sono le regole, si vada con ampie maggioranze in modo che queste garantiscano che le regole sono condivise da tutti. La mentalità di ridurre queste maggioranze sperando poi di poter intervenire come "elite illuminata" rispetto al "popolo buio", credo non porti da alcuna parte. Per queste motivazioni siamo contrari agli emendamenti che sono stati proposti e votiamo con convinzione la legge.

Per chiudere quella discussione iniziale sul "siamo stati più bravi noi... sono stati più bravi loro", chiedo al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione di farsi carico di incontrare i nostri Parlamentari, per coordinare con loro la migliore strada per portare avanti questi documenti, anche perché mi sembra di aver appreso che, proprio in queste ore, è già iniziata in Parlamento la discussione sulle modifiche degli Statuti delle Regioni ad autonomia speciale, quindi è un argomento estremamente "caldo" su cui... prima cominciamo a lavorare e meglio è!

Président - La parole au Conseiller Salzone.

Salzone (FA) - Solo per esprimere, a nome del mio gruppo, la soddisfazione e il nostro voto favorevole per la stesura di questo testo, che è sicuramente il testo più moderno che si potesse fare. Non è un discorso di maggioranza e opposizione, spero sia comprensibile che questo tipo di iniziativa va nella direzione della difesa della nostra autonomia, soprattutto in un momento in cui gli attacchi dall'esterno non si nascondono più, sono recenti (ricordo, soltanto qualche giorno fa, la violenza del Presidente Galan).

Esprimo anche una certa soddisfazione per quanto riguarda l'incontro che la I Commissione ha avuto con il Senatore e il Deputato, con il quale c'è stata una convergenza per quanto riguarda il testo, nonostante la diversità dei tempi che ha portato alla stesura dei 2 testi. È indubbio che il principio irrinunciabile dell'intesa è un principio sancito ormai da tutti e, con questo, credo che la convergenza generale che ci sarà - come auspico - all'interno di questo Consiglio, dia la spinta a rafforzare un'autonomia sempre più indifesa.

Président - La parole au Conseiller Ottoz.

Ottoz (UV) - Molti di voi, qui, ricorderanno che la passata legislatura fu caratterizzata dal non aver potuto portare a termine, malgrado una Commissione speciale che era presieduta proprio da Nicco, un progetto di Statuto, e tutti ricorderete che dalle relazioni che furono presentate periodicamente in Consiglio, il vero problema che era emerso era quello che si riteneva comunque rischioso di presentare un progetto di legge costituzionale in assenza di un riconoscimento giuridico dell'intesa, perché il Parlamento avrebbe potuto restituircelo stravolto e non avremmo avuto modo - anche se questo non era probabilissimo - di obiettare, di difendere i nostri diritti su basi giuridiche certe. Devo aggiungere che questo era rafforzato dal clima che c'era in Parlamento in quel momento, vi ricordo che in alcuni convegni sugli statuti a cui partecipavano l'allora Ministro per le Regioni Bellillo e il Senatore Villone, i commenti sugli Statuti delle Regioni autonome a Statuto speciali erano preoccupanti, lo stesso Villone era un propugnatore dell'idea del "tutti speciali = nessuno speciale". Si parlava per l'appunto di dare alle Regioni ordinarie una serie di prerogative di cui godevano, all'epoca, solo quelle speciali.

Ritengo quindi sia importantissimo che il Consiglio regionale sia presente con un suo progetto, intanto perché non è identico e non è totalmente soddisfacente quello presentato dai Parlamentari che hanno spiegato in Commissione essere, questo, dovuto al fatto che hanno ripreso la dizione contenuta nella riforma costituzionale fatta dal "Governo Berlusconi", sostenendo che, essendo quella già passata, era la dizione che aveva più probabilità di passare, ma che dovendo ripresentare il progetto oggi, l'avrebbero comunque integrato e utilmente modificato... ma è utile anche nei confronti del Parlamento che la Regione sia presente con un suo progetto, proprio perché il risultato del 10 aprile potrebbe far pensare a Roma che non c'è ancora questo allineamento fra quello che propongono i Parlamentari e quello che vuole la Valle d'Aosta. Per questo, il fatto che ci siano 2 progetti che vanno avanti, che poi seguiranno l'iter che il Parlamento prevede per queste cose, è molto utile, anzi ritengo addirittura indispensabile che un progetto come questo sia presentato e dobbiamo, inoltre, essere tutti favorevoli a questo progetto, in quanto sarebbe un segnale molto forte nei confronti del Parlamento se - al di là degli schieramenti maggioranza-opposizione - questo progetto ottenesse una maggioranza che gli desse ancora più forza, perché da un riconoscimento giuridico stabile non della natura pattizia dello Statuto e basta, ma di un riconoscimento giuridico-costituzionale della natura pattizia dello Statuto, la nostra Regione abbia solo da guadagnare!

Président - La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Ho voluto ascoltare con attenzione gli interventi dei colleghi, e devo dire che non posso che prendere atto delle eccezioni che il collega Tibaldi aveva fatto nel suo intervento, prendere atto che proprio gli stessi interventi hanno confermato questa incoerenza!

Intanto vorrei partire da un concesso: si parla di progetto di questo Consiglio per raggiungere un'intesa costituzionale... direi che i fatti stessi, il documento stesso, la leggerezza di questo documento - composto da un solo articolo! - non possa far definire questo provvedimento un "progetto"! Un progetto era quello che la "Commissione Nicco" avrebbe voluto proporre e non c'è riuscita; progetto è quello che si sta tentando di portare avanti con la nuova convenzione... quelli sono progetti! Perché lì c'è la struttura di un articolato che parte da un inizio e che ha anche una fine.

Qui si entra, con un articolo, in maniera estemporanea, e questa è la prima incoerenza che ho sentito riconfermata; ma ne vorrei sottolineare un'altra, riprendendo un passaggio del collega Ottoz nel sostenere la validità di questa cosa. Ci sono 2 percorsi: uno è quello dei Parlamentari e uno è quello della Regione; questo lui lo vede come un fattore positivo.

Io, avendo avuto quella poca esperienza, ma sicuramente il Presidente Caveri più di noi sa che quando a Roma arriva un unico provvedimento unanimemente sostenuto dalla Regione e dai suoi Parlamentari, ha già grandi difficoltà ad essere recepito, e lo sappiamo noi che abbiamo dovuto intervenire nella scorsa legislatura con il "Governo Berlusconi" sui nostri Parlamentari, per far recepire quello che sì, mi consenta, Presidente Caveri, un grande lavoro di Collé, ma che senza i nostri voti non sarebbe andato da alcuna parte, perché il grande lavoro di Collé è stato quello di proporre una cosa che, se si fosse stata proposta alla minoranza dell'epoca, che è la maggioranza attuale, avrebbe avuto risultato pari a zero!

Noi - vogliamo dare atto al lavoro di chi, come Dario, Enrico e il sottoscritto - abbiamo lavorato sui nostri Parlamentari e sulle Commissioni per fare in modo che quell'intesa passasse come principio. Devo dire che abbiamo avuto una difficoltà non tanto per la condivisione culturale del concetto, perché fortunatamente avevamo a che fare con una coalizione che aveva un significato federalista importante al suo interno, come quello della "Lega Nord" e di "Forza Italia" con parte dell'"UDC", ma abbiamo avuto la difficoltà di far capire che su questa cosa era tutta la Valle d'Aosta interessata! Il fatto di dire, oggi, che 2 progetti sono meglio di uno, non è proprio così quando si va a parlare con Roma e lo sapranno i nostri colleghi del Centro-Sinistra, che dovranno andare a discutere con i loro Parlamentari e alla fine si sentiranno dire: "ma se avete presentato 2 progetti e non siete neanche d'accordo in Valle d'Aosta... cosa volete? Ma mettetevi d'accordo e... ripassate al prossimo giro!

Terza e ultima osservazione: quando il collega dice che c'è "schizofrenia" è evidente nei fatti; quando abbiamo lavorato con le nostre Commissioni parlamentari e abbiamo raggiunto quel piccolo inserimento - che il Presidente Caveri ha riconosciuto al "Governo Berlusconi" - dell'intesa nella modifica del Titolo V della Costituzione, vi siete "raggelati" per il solo fatto che lo avevamo ottenuto noi e non lo avevate ottenuto voi; dopodiché lo avete condiviso - ci mancava altro che non condivideste quel passo in avanti epocale, perché erano 50 anni che si chiedeva di avere l'intesa! - e poi gli avete votato contro per il semplice motivo che non lo avevate proposto voi! Oggi lo riproponete tale e quale... allora va bene! Non è correttezza politica! È che il giocattolo è vostro e ve lo giocate voi; se il giocattolo lo portava ai Valdostani qualcun altro, il giocattolo non funzionava! È talmente palese che persino le dizioni sono identiche! Le hanno dovute persino riprendere i Parlamentari romani Nicco e Perrin, perché dicono che quella dicitura è l'unica che è già passata e può ripassare, quindi la ripresentano uguale.

Siete veramente scorretti istituzionalmente, perché sarebbe più comprensibile che... non vi andava bene quella cosa nel senso che la forma non va bene, la sostanza sì, ripresentate almeno la forma diversa! E invece no, l'identica forma con la giustificazione che quella forma è l'unica che ci permette di avere la sostanza... ma allora dovevate votarla! Ricordo il voto contrario dei Parlamentari valdostani, che tanto si batterono - come dice il Presidente Caveri - per ottenere quella cosa, ma poi votarono contro l'intero impianto, quindi contro il loro stesso lavoro. Mi sembra un modo non politicamente corretto di operare, lo voglio evidenziare, perché è giusto dare merito a chi si è battuto per ottenere qualcosa, che se lo è visto distrutto dalla scorrettezza politica e oggi si vede riproporre esattamente la stessa cosa, definita "sana e buona", tanto che la ripresentano in 2 progetti diversi - ma chiamarli "progetti" mi sembra una parola grossa! - in 2 articolati diversi, ma assolutamente identici!

Président - Je ferme la discussion générale.

Je rappelle que nous votons préalablement sur les 2 amendements présentés par le groupe "Arcobaleno". Je donne lecture de l'amendement n° 1 du groupe "Arcobaleno":

Emendamento

1) All'articolo 1 sopprimere l'espressione "In considerazione del fondamento pattizio dell'autonomia della Regione".

Je le soumets au vote:

Conseillers présents: 31

Votants: 28

Pour: 3

Contre: 25

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Je donne lecture de l'amendement n° 2 du groupe "Arcobaleno":

Emendamento

2) All'articolo 1 sopprimere l'espressione "dei due terzi" e sostituirla con "assoluta".

La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Ritiro questo emendamento. Volevo anche dire che rispetto al contenuto, come prima ho detto, sull'intesa siamo d'accordo; rispetto a quello che ho detto prima chiedevamo che questa affermazione del fondamento pattizio risultasse nella relazione non necessariamente dentro: questa era la richiesta che avevamo fatto, perché sull'intesa siamo d'accordo. Ci sembra strano - come abbiamo detto prima - voler presentare un disegno di legge che sembra la stessa cosa, ma che ribalta dal diniego, uno, e dall'approvazione, l'altro.

Ritiriamo comunque questo emendamento.

Président - Je soumets au vote l'article 1er:

Conseillers présents: 32

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Squarzino Secondina, Tibaldi, Venturella)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote le projet de loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 32

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Squarzino Secondina, Tibaldi, Venturella)

Le Conseil approuve.

Président - Le projet de loi sera envoyé soit à la Chambre des Députés qu'au Sénat de la République.