Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1315 del 12 maggio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1315/XII - Approvazione del piano di dismissioni per l'anno 2005 di beni immobili regionali inservibili per uso pubblico (Articolo 13, legge regionale 10.04.1997, n. 12 e successive modificazioni)".

Il Consiglio

Richiamato il 1° comma dell'articolo 13 della legge regionale 10 aprile 1997, n. 12, e successive modificazioni, recante Regime dei beni della Regione autonoma Valle d'Aosta, che impegna la Giunta a sottoporre annualmente all'approvazione del Consiglio regionale un elenco di beni immobili del patrimonio disponibile della Regione, inservibili per uso pubblico, da alienare ai sensi e secondo le modalità previste dalla legge stessa;

Ravvisata quindi la necessità di approvare il Piano di dismissioni per l'anno 2005;

Vista la Relazione dello stato di attuazione del Piano di dismissioni del patrimonio immobiliare per l'anno 2004 e sulla previsione del Piano di dismissioni 2005, facente parte della proposta di Piano allegata al presente atto;

Dato atto che gli immobili del patrimonio della Regione di cui all'allegato alla proposta sopra richiamata, possono essere dichiarati inservibili per uso pubblico e per pubblica funzione;

Atteso che per tali beni non sono state avanzate richieste di cessione ai sensi della legge regionale 23 novembre 1994, n. 68, recante "Alienazione di beni immobili di proprietà regionale a favore dei comuni", per le quali ad oggi vi sia la certezza dell'accoglimento dell'istanza;

Preso atto che per gli immobili in questione l'Azienda regionale per l'edilizia residenziale (A.R.E.R.), non ha sinora inoltrato richieste di cessione ai sensi del Capo III, articolo 8, della legge regionale 21 agosto 2000, n. 27, recante "Modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative aventi riflessi sul bilancio, rideterminazione di autorizzazioni di spesa per gli anni 2000, 2001 e 2002 e prima variazione al bilancio di previsione 2000 e del triennio 2000/2002";

Rilevato che i beni immobili di cui all'allegato elenco devono essere alienati mediante le procedure stabilite dall'articolo 13 della legge regionale n. 12/1997 e successive modificazioni;

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4879 in data 30 dicembre 2004 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2005/2007 con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Capo del Servizio Patrimonio Immobiliare, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla presente proposta di deliberazione;

Visto il parere della II Commissione consiliare permanente;

Con l'emendamento dell'Assessore Marguerettaz;

Delibera

1) di approvare il "Piano di dismissioni per l'anno 2005 di beni immobili di proprietà regionale inservibili per uso pubblico", che si compone della "Relazione dello stato di attuazione del Piano dismissioni anno 2004 e della previsione del Piano dismissioni 2005", nonché dell'allegato elenco degli immobili da alienare, che sostituisce il precedente piano di dismissioni approvato nell'anno 2004 (delibera di Consiglio 564/XII del 22 aprile 2004);

2) di approvare l'alienazione di beni immobili di cui all'allegato elenco, da effettuarsi secondo le procedure previste dall'articolo 13, della legge regionale 10 aprile 1997, n. 12 e successive modificazioni;

3) di stabilire che, qualora per i beni di cui all'allegato elenco, siano avanzate delle richieste di cessione ai sensi della legge regionale 23 novembre 1994, n. 68, con esito istruttorio favorevole, la Giunta possa darvi corso nelle more dell'approvazione dei provvedimenti di indizione dell'asta ovvero della trattativa privata con evidenza pubblica;

4) di stabilire, altresì, che, qualora per gli immobili di cui all'allegato elenco, siano avanzate, in accordo con le competenti strutture regionali, delle richieste di cessione da parte dell'Azienda regionale per l'edilizia residenziale (A.R.E.R.), ai sensi del Capo III, articolo 8, della legge regionale 21 agosto 2000, n. 27, la Giunta possa darvi corso nelle more dell'approvazione dei provvedimenti di indizione dell'asta ovvero della trattativa privata con evidenza pubblica;

5) di disporre che la Giunta regionale, anche specificamente delegando propri servizi, predisponga i lotti raggruppando o suddividendo i beni compresi negli elenchi secondo quanto sarà ritenuto conveniente per il buon esito della gara e rettifichi e/o precisi le indicazioni catastali riportate, nel caso in cui risultassero incomplete o inesatte;

6) di stabilire che il presente Piano di dismissioni resterà in vigore fino all'approvazione del successivo.

Allegati

(omissis)

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Il piano di dismissioni, approvato dalla Giunta e sottoposto alle commissioni con un emendamento, viene riproposto con un emendamento che prego di distribuire, cofirmato dal sottoscritto e dall'Assessore Ferraris, per stabilire una coerenza fra la relazione e gli emendamenti approvati in commissione. Questo perché, successivamente all'approvazione da parte della Giunta regionale, in commissione è stata sottoposta una proposta di emendamento, che ha aggiunto al piano dismissioni tutta una serie di immobili di tipo industriale, che sono di interesse per le aziende, le quali, in questo momento, li stanno utilizzando.

Vi ricorderete tutti la discussione avuta quando abbiamo ragionato sulla realtà industriale della Valle d'Aosta e una delle richieste specifiche della Confindustria è stata quella di permettere ai siti industriali che fossero nelle condizioni di poter fare l'acquisizione dei beni industriali. All'interno della discussione avvenuta in commissione, dove, da un lato, è stata rappresentata la disponibilità da parte del Governo regionale a dare corso a questo tipo di proposta e, dall'altra, un confronto fattivo di cui ringrazio la commissione che ha visto l'emergere di una necessità da parte dell'Amministrazione regionale di tutelarsi qualora, dopo questo tipo di cessione, ci fossero delle operazioni di ulteriore trasferimento. Dalla commissione, cosa che ritengo sia assolutamente coerente e sostenibile, è emersa la volontà di introdurre - qualora il piano venga approvato e qualora gli eventuali aventi diritto dovessero esercitare i loro diritti - nell'ambito di questi contratti di vendita un diritto di prelazione, nel caso che successivamente all'acquisizione l'imprenditore dovesse decidere di ritrasferire il bene, in modo tale che l'Amministrazione regionale sia sempre nella condizione di valutare, caso per caso, se quegli immobili ceduti a dei conduttori e a delle aziende di tipo industriale fossero nella condizione di essere ritrasferiti.

Ripercorrerei quindi il piano; sono partito dalla modifica più sostanziosa che è stata portata a conoscenza della commissione e che oggi viene presentata a voi con un ulteriore bene che non è stato valutato dalla commissione: il bene relativo all'immobile della "Honestamp". Il numero che non è stato valutato in commissione è il numero 14, mentre tutti gli altri lotti hanno già avuto l'approvazione della commissione, il punto 14 è un punto nuovo contenuto nell'emendamento che oggi vi presentiamo, e mette ordine rispetto alla relazione e all'elenco. Gli altri beni che sono inseriti nel piano di dismissioni sono o beni già contenuti nell'elenco a voi sottoposto nello scorso anno, o nuovi beni che non vengono utilizzati e non risultano idonei allo svolgimento di una pubblica utilità o di un servizio pubblico da parte dell'Amministrazione regionale.

Una particolarità che vorrei evidenziare al Consiglio è il lotto n. 2, che parla di un depuratore. È ovvio che non è intenzione del Governo proporre un piano che veda un depuratore messo all'asta per essere acquistato da privati, ma è dovuto al fatto che questo depuratore, attualmente gestito dalla Comunità montana dell'Evançon, non può essere trasferito gratuitamente come facciamo normalmente con i trasferimenti per i Comuni, perché la legge regionale non prevede il trasferimento alle Comunità montane; quindi, nelle more di aggiornare il testo legislativo per quanto concerne il trasferimento dei beni regionali ad altri enti pubblici, è stato inserito nel piano delle dismissioni.

Ho dato in commissione una serie di elementi specifici, tutti questi beni che sono stati presentati sono beni o riconducibili a lotti di beni che attualmente hanno una destinazione industriale, quindi sono gestiti con un diritto di superficie o con delle locazioni, e che sono di interesse per gli attuali conduttori, oppure sono beni di altro genere che all'atto della loro acquisizione si pensava di poter utilizzare, ma che nel corso degli anni non si è più previsto di utilizzare.

In coerenza con la legge viene sottoposto al Consiglio regionale un piano di dismissioni che avrà una serie di passaggi, quali le valutazioni, le aste e tutti i percorsi che possono portare al realizzo e alla messa in circolo di alcuni beni che possono essere un impulso per la nostra economia; sto parlando di fabbricati inagibili nel centro storico di Aosta, di terreni incolti o non utilizzati, ovvero risorse che attualmente non producono reddito.

Sono a disposizione per eventuali chiarimenti.

Président - Je déclare ouvert le débat.

La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Prendo spunto da alcune affermazioni fatte dall'Assessore e dalla lettura di questo piano di dismissioni 2005, per fare anch'io alcune considerazioni.

Il punto 15, i terreni "Thermoplay", di una superficie superiore a 10 mila metri quadrati, presumo siano quelli che interessano l'imprenditore per l'estensione del suo stabilimento industriale e che, finalmente, compaiono in questo piano di dismissioni. Nel constatare questo fatto, posso accertare come sia estremamente lenta la procedura di dismissione di un lotto di questo tipo a favore di un imprenditore che, da tempo, ha manifestato la volontà di espandere la sua attività produttiva per creare sviluppo e occupazione. La risposta della pubblica amministrazione è stata estremamente lenta, perché ricordo che circa un anno e mezzo fa segnalammo con un'interrogazione specifica la necessità di procedere celermente a una cessione di questi terreni, perché di fronte a un contesto economico come quello valdostano - e la Confindustria valdostana lo ha evidenziato ancora recentemente in una conferenza pubblica - vedere un imprenditore che ha voglia di innovare e di crescere e che si trova paradossalmente bloccato da una pubblica amministrazione non in grado di dare risposte celeri, è deprimente, e per gli amministratori pubblici, e soprattutto per chi ha questa volontà. Finalmente i terreni "Thermoplay" vengono messi in vendita, e il caso è emblematico perché la risposta arriva 2 anni dopo, ed è ancor più grave che si proceda tramite la legge n. 12/1997.

Ricorderò l'Assessore Ferraris che proprio in risposta alla nostra interpellanza, obiettò che la legge n. 12/1997 non poteva essere utilizzata con celerità, perché rischiava di non vedere utilizzate delle prelazioni da parte dell'imprenditore proprio sull'acquisizione di questo lotto. Allora mi chiedo: come mai la risposta arriva solo adesso e ai sensi di questa legge n. 12/1997?

La considerazione più generale che aggiungo a queste due domande è cosa si sta facendo della nuova legge sulla "S.p.a. immobiliare", che è stata costituita in fretta e furia, abrogando la legge n. 1/1998, per creare quel "carrozzone" che dovrebbe essere il nuovo centro di smistamento e di gestione degli immobili regionali: questa s.p.a. non ha preso ancora né forma, né sostanza! Vorremmo capire, anche qui, in quale direzione volete andare: se l'applicazione di questa legge sarà in grado di dare risposte più celeri ad esigenze di privati cittadini o di imprese che hanno la disponibilità o la possibilità o l'interesse di acquistare immobili regionali eventualmente dismessi. Sono queste le due osservazioni che intendevo porre alla vostra attenzione.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che qui continuiamo una discussione che è stata abbastanza lunga e dettagliata in sede di commissione e che è utile anche riprendere per alcuni aspetti.

Innanzitutto un'osservazione: un piano dismissioni, quindi quello che dovrebbe essere il risultato di un'azione di programmazione, viene modificato "a pezzi e bocconi" non solo in commissione, ma anche in aula, come se non ci fosse da parte della Regione una capacità di programmare le proprie azioni, di vedere come agire rispetto a un tema particolare come è in questo caso. Non so se questo dipende dal fatto che ogni Assessore va per i fatti propri, poi all'ultimo momento ci si rende conto che questo poteva essere un piano che poteva servire anche all'industria, per cui all'ultimo momento si inseriscono, quasi un mese dopo l'approvazione in Giunta del piano di dismissione, gli emendamenti per un altro settore di dismissioni e, in aula, ancora... come metodo di lavoro non mi sembra un metodo efficace, efficiente, puntuale!

Questo piano ha la finalità di mettere in vendita una serie di beni della Regione con due paletti fondamentali: uno è quello che deve essere un patrimonio della Regione inservibile per uso pubblico, poi in subordine - proprio perché possa essere usato per uso pubblico anche dagli enti locali - si dà la possibilità agli enti locali di accedere alla cessione in via prioritaria, perché in questo modo continua ad essere servibile per uso pubblico. Questo è il criterio con cui analizziamo le proposte inserite nel piano di dismissione.

Intanto un plauso all'Assessore alla cultura per aver chiesto ed ottenuto lo stralcio della "Casa Lagnafietta"; devo proprio complimentarmi con l'Assessore alla cultura che ha fatto questa operazione. Mi sembrano chiare, all'interno del piano, la proposta n. 2, quella che lei ha indicato chiaramente e che consente a Comuni e Comunità montane di esprimere una richiesta di cessione del depuratore, e la n. 7, perché è circoscritta per una finalità precisa a Châtillon; le altre paiono piuttosto il risultato di una specie di pulitura di un lungo elenco di proposte, di cui non si capiscono bene le motivazioni. Saremmo per esempio contenti di conoscere le motivazioni delle scelte di 3 lotti nel Comune di Cogne.

C'è una domanda spontanea che a noi viene, vedendo la provenienza di tutti questi beni inseriti nel piano di dismissione: come mai la Regione è venuta in possesso di tutti questi beni? Nel tempo li ha acquistati, ma con quale finalità pubblica se adesso li mette in vendita? Ad esempio, qual è la finalità pubblica del fabbricato inagibile in Via Malherbes o dei terreni acquistati a Introd? Posso capire quelli acquistati a Etroubles, perché la finalità era quella, come ci spiegava l'Assessore in commissione, di costruire un caseificio, ma... gli altri? Vorrei proprio che ci fosse da parte dell'Assessorato un'attenzione particolare agli acquisti, fra l'altro ci sono ancora acquisti in programma, c'è ancora un piano in progresso di acquisti e... in base a quali motivazioni? Sarebbe inoltre interessante avere contezza dell'ampiezza dei beni della Regione; ogni anno in Consiglio arrivano nuovi beni di cui non conoscevamo l'esistenza, quindi sarebbe interessante avere una mappa complessiva dei beni della Regione e poi, di anno in anno, si presentano quelli che si intende mettere in dismissione, però sarebbe utile avere questo piano.

Ultima osservazione: mi riferisco all'emendamento arrivato in commissione per quanto riguarda la dismissione di beni industriali. Per quanto sappia, è successo finora solo un caso di dismissione di terreni industriali, e io credo che l'aver oggi inserito 7 lotti fra terreni e fabbricati nel piano di dismissioni indica una scelta politica precisa che fa la Regione. Finora la Regione aveva sempre detto: "in Valle d'Aosta non abbiamo molta superficie per le aree industriali, quindi cerchiamo di tenercela cara, in modo da consentire di volta in volta di programmare uno sviluppo industriale". È vero che alcune volte queste scelte hanno portato a dei fallimenti, però in molti casi questo ha consentito alla Regione di programmare lo sviluppo industriale. Mi chiedo se va avanti questa scelta politica precisa, perché si passa da un caso a 7 casi in un anno; se ogni anno ci sono altrettanti casi così, fra poco la Regione si priverà dei terreni ad uso industriale!

Mi chiedo allora come mai la scelta, rispetto all'ex "area Cogne", di non mettere in vendita, ma di continuare a proporre solo l'affitto. Non è chiara la politica industriale di questa Regione perché va avanti questa scelta, che oggi inizia in modo così chiaro e deciso; rischiamo, come Regione, di privarci di uno dei pochi elementi che abbiamo per lo sviluppo industriale. In commissione si è detto: "le industrie non fanno investimenti, se non hanno certezze". Ma quando mai la Regione ha rappresentato una non certezza di futuro? Se c'è una certezza è che la Regione è lì ed è interessata a mantenere quei beni; è chiaro che è certo che la Regione non sottrarrà un bene ad un'industria che funziona! Veramente non si capisce la logica di questa scelta.

L'Assessore parlava di un diritto di prelazione; può darsi che non sia riuscita a leggere di corsa in pochi minuti l'emendamento presentato, che in realtà è un nuovo atto in cui vengono riscritti in ordine diverso i lotti già evidenziati, aggiunto quello che lei diceva, ma nelle motivazioni non c'è nulla che viene cambiato. Inoltre la sua affermazione che la Regione intende esercitare un diritto di prelazione dopo 10 anni, non trova riscontro in alcun atto normativo, in alcun atto della Giunta, quindi è solo un'affermazione e il Consiglio votando questo piano di dismissione, non ha la garanzia che questo elemento sia mantenuto!

Président - Je n'ai pas d'autres collègues qui s'inscrivent à parler. Je ferme la discussion générale.

La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Andando in ordine, il collega Tibaldi poneva alcuni quesiti relativamente all'iter della nuova società. Assicuriamo che l'iter è in corso, il problema è che la nuova società, per vedere il conferimento di tutti i beni, ha la necessità di avere una serie di perizie asseverate. A tal proposito non ricordo il periodo, ma è stata adottata una deliberazione della Giunta che ha dato mandato a "Finaosta" di individuare un "advisor" che sta lavorando nell'espletamento di queste pratiche. Essendo siti industriali e siti di particolare complessità, il lavoro è "in itinere", ma non è un lavoro celere, per cui non c'è alcuna interruzione del percorso.

Per quanto attiene la risposta del collega Ferraris, ricordo che vi è un'incertezza normativa che era stata rappresentata a suo tempo, per cui la legge n. 12 ha un passaggio dove riconosce un diritto di prelazione per coloro che conducono un immobile, o a titolo di comodato, o a titolo di locazione; in questa dizione non è compreso il diritto di superficie. Si può arrivare allo stesso risultato per via interpretativa o per il tramite di una modifica legislativa; se il collega Tibaldi ha voglia, abbiamo presentato, come Giunta, un disegno di legge che è già stato analizzato dalla II Commissione, è una modifica alla legge n. 12 che ha un valore interpretativo, in modo tale da "tagliare la testa al toro". Se oggi si trova un piano che ovviamente avrà delle fasi valutative dei beni, prima che questi vengano offerti ai conduttori, nel prossimo Consiglio avremo una modifica alla legge n. 12 che va nel senso che le ho appena rappresentato. Ecco l'armonizzazione dei due provvedimenti, perché è chiaro che questo tipo di operazione non si deve tradurre in un'operazione che mette in imbarazzo gli attuali conduttori. Sarebbe paradossale che un'operazione fatta per permettere alle aziende un certo tipo di piano di sviluppo, poi si traduca in qualcosa che può loro nuocere!

Mi collego con questo tipo di ragionamento per fare un filo logico sulle osservazioni fatte dalla collega Squarzino, semplicemente per condividere con voi un'argomentazione che non coincide con i ragionamenti della collega Squarzino. Oggi come oggi, la situazione è completamente mutata rispetto ad anni fa: è impensabile mettersi oggi a giudicare delle politiche industriali fatte 10-20-30 anni fa con le politiche industriali odierne! Oggi non abbiamo alcun aspetto competitivo, non abbiamo alcuna facoltà aggiuntiva rispetto a un privato nella gestione dei nostri immobili, perché in caso contrario ricadremmo in situazioni in contrasto con le norme sulla concorrenza e con le norme applicate a livello europeo. Se dovessimo far gestire a qualunque titolo delle aree di nostra proprietà e non farlo a condizioni di mercato, questo rappresenterebbe un aiuto di Stato. Nel passato questo tipo di operazione era tollerato, poteva essere fatto, e quindi, sissignore, nel passato questa proprietà ha permesso l'attrazione di realtà industriali, ma oggi non siamo più in questa condizione! Oggi, quando abbiamo un nostro bene, dobbiamo fare delle valutazioni che siano sostenibili dal punto di vista delle quotazioni del mercato.

Qual è la logica? Non c'è una politica industriale nel momento in cui c'è una polverizzazione di proprietà di siti industriali qua e là. La situazione dell'"Espace Aosta", dell'"area Cogne", è completamente diversa: lì c'è un sito di interesse strategico per la Regione e per Aosta che merita una visione di insieme, merita un'armonizzazione, lo abbiamo detto qua e anche in altri luoghi. Probabilmente l'accordo quadro di qualche anno fa necessita di una rivisitazione, necessita di una migliore costruzione, ma la logica è quella di avere un sito strategico ampio, che può dare delle risposte non già al solo imprenditore, ma a un intero settore. E potremmo dire questo per l'"Espace Aosta", potremmo dire questo per l'area di Chavonne nel Comune di Villeneuve, possiamo dirlo in quelle aree dove c'è un interesse generale e dove c'è la possibilità per più attori di intervenire.

Non si fa una politica industriale, e lo stesso discorso, e vado ad un altro argomento a lei caro e caro all'amico Salzone, non si fa una politica dell'edilizia popolare avendo la proprietà di un appartamento in un condominio, ma vanno gestite con una certa logica. Non è possibile fare degli "spezzatini", ci sarebbero delle diseconomie enormi, dovremmo partecipare a 100 riunioni di condominio; non è allo stato attuale un interlocutore diretto immediato l'interlocutore pubblico: ecco perché non andiamo a rinnegare un'attività del passato, ma andiamo solo a meglio definire delle decisioni.

Per quanto concerne le condizioni contrattuali, collega Squarzino, il contratto sarà definito successivamente nella Giunta. Quando le dico "nell'ambito della valutazione", vuol dire che sarà introdotto nell'ambito della valutazione quel tipo di vincolo. Lei sa che i vincoli non sono irrilevanti rispetto alla valutazione, cioè se io le vendo qualcosa, ma su quel qualcosa io le introduco dei vincoli, quei vincoli diventano una componente economica che incide sulla valutazione. Dicendo questo e con l'impegno assunto di fronte al Consiglio, noi chiederemo le valutazioni e quindi verranno posti in vendita gli immobili con quel tipo di vincolo. Se lei va a vedere quel caso che lei ha citato, non troverà assolutamente nell'ambito del Consiglio una discussione in cui emerga quel vincolo di non trasferibilità per 10 anni, ma lo trova nel contratto che viene approvato dalla Giunta. Però non è assolutamente "il gioco delle 3 carte", è un impegno formale che verrà poi tradotto a livello contrattuale.

Per quanto attiene alcune considerazioni e la domanda puntuale su "Cogne", credo che sia possibile fare centomila considerazioni: sul perché sono state comprate, e via dicendo, ma non spostiamo la classifica. Noi dobbiamo pensare a quello che è e a quello che sarà; se la dietrologia regna nell'ambito di questo Consiglio, rischiamo di fare una discussione sterile. Non so perché sono state comprate quelle unità immobiliari in Via Malherbes, so però che oggi c'è un paletto, quegli immobili non possono essere utilizzati per una destinazione pubblica, quindi nel tenerli fermi, blocchiamo delle risorse e blocchiamo anche una parte interessante della città che vogliamo veder vivere. Poi lei fa una valutazione politica che è relativa, lei ha indicato una serie, qua abbiamo degli atti che sono del 1984, del 1988, quella di Via Malherbes l'ultimo atto risale al 1993, e in 12 anni sono cambiate talmente tante cose che diventa difficile fare delle valutazioni... oggi dobbiamo prendere atto di questo!

Le do un ulteriore elemento su "Cogne", per dire che abbiamo una situazione in cui questi immobili non servono, abbiamo dei terreni, abbiamo delle case. C'è stato un colloquio informale con l'amministrazione comunale, per cui questa avrà facoltà di chiedere il trasferimento di questo immobile perché sta analizzando la possibilità di utilizzarlo per dell'edilizia residenziale. Qualora il Comune facesse questa richiesta anziché mettere in vendita, saremo ben lieti di avere a disposizione per la politica delle abitazioni residenziali quel tipo di unità, per effettuare una serie di politiche di cui si sente il bisogno.

Président - Je soumets au vote l'acte dans son ensemble avec l'amendement de l'Assesseur aux annexes, rapport et plan:

Conseillers présents: 28

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 3 (Curtaz, Squarzino Secondina, Riccarand)

Le Conseil approuve.