Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 937 del 4 novembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 937/XII - Indagine conoscitiva sugli assetti proprietari degli organi di informazione editi in Valle d'Aosta. (Reiezione di mozione)

Mozione

Evidenziato il ruolo importante svolto dagli organi di stampa nell'informazione regionale;

Ribadita l'esigenza della necessaria trasparenza negli assetti proprietari degli organi di informazione;

Sottolineata la necessità di adeguate garanzie perché i "giornali indipendenti" siano effettivamente tali e non espressione di partiti politici o di loro correnti;

Ricordato che tali organi di stampa ricevono contributi pubblici ed ottengono pubblicità a pagamento di carattere istituzionale

il Consiglio regionale

Demanda

alla Commissione consiliare competente, ex articolo 24 del Regolamento interno, la conduzione di una indagine conoscitiva, intesa ad acquisire notizie, informazioni e documentazione in merito agli assetti proprietari e agli eventuali garanti della stampa diffusa in Valle d'Aosta, avente una diffusione di almeno 1.000 copie con periodicità quotidiana o settimanale;

Impegna

detta Commissione a relazionare al Consiglio regionale entro 90 giorni dall'approvazione della presente.

F.to: Riccarand - Curtaz - Squarzino Secondina

Président - La parole au Conseiller Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Il pluralismo nel campo dell'informazione e la correttezza e ricchezza dell'informazione sono esigenze fondamentali in una società democratica e, all'interno di questo mondo, sicuramente un ruolo importante è svolto dall'informazione tramite gli organi di stampa; un tempo, avevano il monopolio totale, oggi ci sono: la televisione, la radio, la posta elettronica, Internet, quindi ci sono anche diverse altre forme di informazione e di comunicazione, ma è certo che gli organi di stampa rimangono un pilastro fondamentale per quanto riguarda l'intero sistema della comunicazione e dell'informazione.

La Regione ha sempre guardato con attenzione al mondo dell'editoria e al mondo della carta stampata, è anche intervenuta sul piano normativo rispetto a questa realtà così importante per la società nel suo insieme. Già nei decenni passati sono state previste delle normative specifiche per quanto riguarda la stampa, per quanto riguarda l'editoria locale, in particolare abbiamo in vigore ancora attualmente la legge n. 41/1998, la quale afferma: "La Regione sostiene il pluralismo informativo mediante iniziative di qualificazione e valorizzazione dei mezzi di comunicazione", cioè fa un'affermazione molto impegnativa, sia sul valore del pluralismo, sia sulla qualificazione e le caratteristiche che deve avere il sistema informativo. Direi che il testo della nuova legge che si sta discutendo in commissione, il disegno di legge presentato dalla Giunta che rivede la normativa del 1998 è - sotto questo aspetto - ancora più esplicito e forte nelle affermazioni di principio, perché all'articolo 1, comma 2, si dice: "La Regione, quale condizione preliminare per l'attuazione dei principi di libertà e democrazia e strumento per la crescita della comunità valdostana, sostiene l'informazione locale...", quindi giustamente viene messo in correlazione il ruolo dell'informazione con la dialettica democratica, con lo sviluppo sano del dibattito all'interno della società valdostana.

La Regione, in coerenza con l'importanza di questo settore, ha previsto, in passato, e continua a prevedere anche oggi, degli interventi finanziari a sostegno dell'editoria, soprattutto sotto forma di finanziamenti di contributi, ma anche sotto forma di inserzioni pubblicitarie; sono tutta una serie di modalità finalizzate al sostegno del mondo dell'editoria; così come giustamente la Regione - ma, del resto, non solo la Regione, se andiamo in altri ambiti è lo stesso Stato che svolge questa funzione - svolge funzioni di sostegno all'editoria, allo stesso modo è compito della Regione svolgere un ruolo di garanzia rispetto al mondo dell'editoria e di garanzia soprattutto sulla trasparenza, sulla correttezza di questo mondo dell'editoria e sul fatto che gli utenti di tale mondo sappiano esattamente chi sono gli interlocutori che hanno davanti.

È qui che veniamo ai problemi che sono posti nella mozione da noi presentata e che è legata ai problemi degli assetti proprietari degli organi di informazione... in questo caso parliamo soprattutto degli organi di stampa. Oggi, in Valle, questo problema è molto acuto - come tutti sappiamo - perché tutte le forze politiche, tutti noi Consiglieri siamo stati per mesi attratti da informazioni, pettegolezzi, dibattiti, suggestioni per quanto riguarda tutta una serie di dinamiche all'interno del mondo della stampa valdostana, dove ci sono state delle evoluzioni di estrema importanza, ma che sicuramente non hanno il carattere della trasparenza. Il caso più recente e più clamoroso è quello del più diffuso settimanale in Valle d'Aosta, "La Vallée Notizie"; c'è stato, rispetto a questo settimanale, un passaggio della proprietà da una società piemontese a una società costituita da un dipendente regionale, che ha svolto anche le funzioni per tanti anni di Capoufficio della Giunta regionale, quindi una vicenda che ci tocca direttamente sotto diversi aspetti e si intreccia anche con altre vicende giudiziarie che abbiamo conosciuto.

Qual è il fatto di enorme portata che è venuto fuori recentemente? È venuto fuori che non solo c'è stato questo passaggio da una proprietà di un certo tipo a un altro, ma anche che dietro a questa nuova proprietà c'è un'area politicamente precisa della società valdostana, riconducibile a noti esponenti del gruppo "Union Valdôtaine"! Questa è la realtà che è venuta fuori ed infatti è notorio che l'operazione di acquisizione della proprietà della testata "La Vallée Notizie" è avvenuta anche e soprattutto grazie a una fideiussione bancaria, sottoscritta da esponenti del mondo imprenditoriale, del mondo sindacale, in particolare del SAVT, da operatori nel mondo dell'editoria, ma anche da un ex Presidente della Giunta regionale, da un Assessore regionale in carica e da un Consigliere regionale in carica! Ora, questi sono i fatti che tutti conosciamo, che sono di dominio pubblico e che pongono un problema di spessore politico e di delicatezza estrema a quello che è avvenuto!

È evidente che non c'è alcun impedimento al fatto che una forza politica o un'area politica o una corrente politica abbia un giornale e porti avanti il suo progetto politico attraverso l'uso di un organo di stampa, questo è del tutto legittimo! Anche noi, come "Verdi", abbiamo il nostro modesto organo di informazione quindicinale e cerchiamo di portare avanti la nostra informazione, la nostra propaganda politica attraverso tale organo. Il problema è la trasparenza, nel senso che i lettori devono sapere chi è che guida e chi sta dietro a una testata, dietro a un organo, soprattutto se questo giornale si definisce "indipendente" rispetto alle parti politiche, ai partiti, alle correnti, alle aree, alle forze politiche, alle personalità politiche... perché un conto è che il lettore sappia che dietro quella testata c'è una precisa scelta politica, un conto è che lo ignori e ritenga che quello sia un punto di vista obiettivo, imparziale, del tutto estraneo a progetti politici ben definiti e anche progetti di carattere elettorale. Questa situazione richiede un intervento da parte del Consiglio regionale, affinché sia fatta chiarezza rispetto a queste situazioni, perché è un nostro dovere!

Ho citato il caso della "Vallée Notizie", però sappiamo anche che non è l'unico caso, è solo il più clamoroso e più emblematico, però non c'è chiarezza anche rispetto ad altre testate che si pubblicano in Valle d'Aosta; per cui, con questa mozione, proponiamo una cosa molto lineare: che il Consiglio regionale faccia una verifica rispetto ai principali organi di stampa in Valle d'Aosta, quindi i settimanali con un certo tipo di diffusione pubblicati e diffusi a livello locale, per avere un quadro chiaro degli assetti proprietari. Questa è la verifica che il Consiglio può e deve fare e lo strumento lo abbiamo indicato: quello dell'indagine conoscitiva prevista dall'articolo 24 del Regolamento del Consiglio regionale. Il Regolamento del Consiglio consente, quando se ne ravvisa la necessità, che venga avviata un'indagine conoscitiva per acquisire una serie di informazioni e di elementi, in modo che si arrivi ad avere un quadro certo su fatti che altrimenti rimangono nel nebbioso. Riteniamo pertanto che questo strumento dell'indagine conoscitiva possa essere validamente messo in atto e possa produrre un buon risultato.

L'obiettivo di questa mozione e della sua parte deliberativa è molto semplice: chiediamo che ci sia un impegno, da parte di tutti, a svolgere questa indagine conoscitiva, che non richiede la costituzione di una commissione apposita, ma viene fatta dalla competente commissione in materia, in modo che il Consiglio possa avere - pensiamo che nell'arco di 2 mesi ci sia tempo sufficiente per avere tutti i chiarimenti necessari attraverso gli strumenti che la commissione riterrà di mettere in moto - un rapporto con un quadro chiaro della situazione, uscendo fuori da pettegolezzi che sono spiacevoli, da tutta una serie di cose che si dicono nei corridoi, ma che non si esplicitano all'interno di questa aula.

Riteniamo che questa indagine sia un atto necessario e doveroso da parte del Consiglio; ci auguriamo che da parte di tutte le forze politiche qui presenti ci sia la disponibilità, l'interesse, la volontà a fare questa opera di verifica e di chiarimento. Avremmo difficoltà a comprendere atteggiamenti di tipo diverso, perché pensiamo che sia una cosa necessaria e doverosa per tutta l'opinione pubblica valdostana.

Si dà atto che, dalle ore 17,38, presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale. Se nessuno chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Consigliere Borre, per dichiarazione di voto.

Borre (UV) - Intervengo con amarezza perché su un argomento così importante si può essere d'accordo o meno, però questo è l'"andazzo" che abbiamo preso in questo Consiglio e altri 10 anni... era difficile che si verificassero irresponsabilità del genere... certo che questo non è per i presenti.

Cette motion a le mérite de raviver l'intérêt sur une thématique particulièrement délicate et complexe. Il s'agit d'un thème qu'à niveau national a été débattu au cours des années passées et qui a provoqué des polémiques dures sans, quand même, arriver à des conclusions concrètes. Le conflit d'intérêt semble être un argument dont tout le monde parle, mais auquel on ne veut pas vraiment trouver un remède. Si on analyse cette question à niveau local, nous nous rendons compte que l'entité de ce problème n'est pas inférieure, surtout par rapport aux dimensions du Val d'Aoste et au petit nombre d'éditeurs y présents. C'est alors pour cette raison que nous partageons l'exigence de connaître la composition précise des maisons d'édition valdôtaines de la presse, de la télé et de la radio, mais il faut le souligner à l'avance, tout approfondissement doit être fait dans le respect des compétences de cette Assemblée, tout en évitant de tomber dans des analyses démagogiques ou idéologiques.

La tâche de cette Assemblée est, avant tout, de type législatif, le Conseil doit établir les règles et définir les aspects normatifs généraux de la matière qu'il est en train de traiter. Les fonctions d'enquête et, en particulier, si elles sont inspirées par des motivations médiatiques et moralistes, n'appartiennent pas à cette Assemblée. Cette Assemblée, par contre, a le devoir de fixer des règles compréhensibles et claires et d'en vérifier l'application correcte et effective. Il est évident que les règles pour être respectées doivent être conçues et écrites clairement, sans laisser aucun espace à l'interprétation, et c'est dans cette direction que nous devons adresser nos efforts, c'est dans cette direction que les commissions doivent travailler dans l'analyse et dans la discussion de la nouvelle loi, portant sur les mesures visant au soutien des maisons d'édition valdôtaines. Il s'agit d'une loi très importante, qui peut et doit détecter des mécanismes de contrôle et des paramètres de référence absolument clairs, dans le but de garantir le plus de transparence possible dans ce secteur.

Pour ce qui concerne nos groupes, nous sommes d'accord à approfondir au niveau des commissions compétentes et, si nécessaire, au niveau de l'Assemblée régionale, les points de cette loi qui préoccupent les signataires de la motion; nous sommes disponibles à vérifier avec eux la possibilité d'apporter des modifications éventuelles aux textes normatifs: pour ces motivations nous ne sommes pas d'accord à soutenir les initiatives envisagées par cette motion.

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Il Presidente e i colleghi presenti mi perdoneranno se farò un elenco antipatico dei presenti e degli assenti, a discutere una materia che, fatte le debite proporzioni, equivarrebbe a una discussione in Parlamento sul conflitto di interessi e sul ruolo dell'informazione rispetto alle scelte politiche, rispetto alla trasparenza e a tutte le questioni che sono state chiaramente illustrate dal collega Riccarand.

La relazione introduttiva del collega Riccarand è stata svolta con la presenza di 3 membri della Giunta su 8... ora siete in 5; con l'assenza di 2 membri su 3 della "Casa delle Libertà", con l'assenza di 2 membri su 4 della "Stella Alpina"... chiedo scusa, 1 membro, ... soprattutto non ce l'ho con i presenti; faccio solo un elenco notarile, correggendo gli errori, 1 membro su 3 della "Fédération", ci sono presenti 6 Consiglieri dell'"Union", 2 Consiglieri su 4 dei "DS": questo è il Consiglio regionale della Valle d'Aosta su una questione di questo genere!

Vengo all'unico intervento finora svolto da parte del Consigliere Borre: 3 minuti e 1/2 su questa mozione, per dire che si sta mettendo mano a una legge, e noi sappiamo che in commissione questa legge è in corso di approfondimento; apprezziamo le parole del Consigliere Borre in questo senso perché crediamo che con la nuova normativa che la Regione si sta dando, i problemi della trasparenza debbano essere affrontati in tutta la loro importanza. Il Consigliere Borre sa però che la legge opera per il futuro, la legge potrà operare bene o male per l'avvenire, ma non può dirci nulla su quanto è accaduto finora, nulla sul passato, nulla sul presente. È per questo che, secondo noi, era importante un approfondimento anche sulla situazione attuale, sulla fotografia dell'attuale, ma senza che si voglia partire da atteggiamenti di carattere punitivo o senza pregiudizi, tant'è che la nostra mozione è indirizzata ad un chiarimento generalizzato che riguarda tutti gli organi di stampa in questa regione, nessuno escluso.

L'atteggiamento di questo Consiglio rispetto a tale mozione, denuncia scarsezza - per non dire "assenza quasi totale" - di dibattito, mi fa pensare che su questo tema dobbiamo fare grossi passi verso la democrazia e che in questa materia ci sia, in detto Consiglio, dell'ipocrisia e ci siano code di paglia lunghissime.

Noi prenderemo atto - siamo solo in 3! - dell'atteggiamento di questo Consiglio, che è un "atteggiamento pilatesco", come è già avvenuto in altre occasioni quando si tratta di toccare degli interessi potenti, quando si tratta di indagare su qualcosa che è poco chiaro, e poi ci sarà qualcuno che qui dentro farà le "lacrime di coccodrillo" quando ci sarà magari qualcun altro, in altre sedi, che si deve occupare di questioni di cui invece dovevamo occuparci noi. Non mi riferisco ad aspetti penali, perché non mi risulta che in questa vicenda ci siano aspetti penali in corso, problematiche di questo tipo che possono verificarsi; mi riferisco ad aspetti amministrativi, perché non è irrilevante che la Giunta regionale deliberi sulla base di leggi regionali dei contributi a degli organi di stampa che sono, per avventura, controllati da partiti politici oppure da correnti o componenti di questi partiti politici... questo non è irrilevante!

Non so se mi sono spiegato bene su questa cosa: qui si tratta di una responsabilità grossa che avete, sia come governo, sia come maggioranza regionale, perché in luogo di aderire ad una nostra richiesta di approfondimento di chiarezza, vi mettete le "fette di salame" sugli occhi, continuerete forse a contribuire all'esistenza e alla prosperità di queste testate attraverso le contribuzioni, attraverso soprattutto l'acquisto di pagine pubblicitarie, i cui benefici oggi non sappiamo se andranno in mano ad un editore privato - cosa del tutto lecita - o in mano - direttamente o indirettamente - a persone che hanno molto a che fare con l'attività politica di questa Regione.

A noi sembra che questa esigenza di trasparenza, oggi, da questo silenzio assordante di quest'aula, esca ancora rafforzata. Sotto questo profilo, per quanto ci riguarda, ci batteremo, perché crediamo che su detta questione si giochi gran parte della democrazia e della trasparenza in questa Regione!

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Intervengo quasi per una questione di fatto personale, perché l'intervento del Consigliere Curtaz mi ha profondamente offeso in quanto giornalista. Penso che si debba ricordare in questo caso come, indipendentemente dalle proprietà dei giornali, i giornali sono essenzialmente responsabilità di chi li scrive, in particolare del direttore e del direttore responsabile, e che esiste una precisa normativa nazionale per cui il direttore e il direttore responsabile devono essere graditi anzitutto ai giornalisti e alle redazioni, molto più che non alla proprietà che li sceglie. Pertanto penso che sotto e in mezzo alle parole pronunciate in quest'aula c'è un'offesa a una professione che, in Valle d'Aosta - come credo in tutta Italia -, debba essere tutelata nel rispetto anzitutto di chi ci lavora e nel rispetto dell'onestà intellettuale di chi svolge questa professione, vuoi in un grande giornale nazionale, vuoi in un piccolo giornale locale.

Mi sento offeso anche in quanto lettore di questi giornali, perché credo che nessuno di noi sia così sciocco da pensare che se legge "Il Corriere della Sera" non sa che è di proprietà di Romiti e di tutta una serie di altre persone piuttosto che se legge "La Stampa" legge qualcosa che è di proprietà degli Agnelli, ma non è che per questo né riproduca il pensiero e la volontà di quelle forze economiche che sono anche forze politiche per certi aspetti, e con buona pace delle dietrologie il popolo ha fatto pulizia di certi atteggiamenti indagatori, prendendo atto che è la bugiarda nel popolo, nel senso che si sa che cos'è e naturalmente uno lo legge con lo spirito critico acceso e ne tiene conto. Se compro "La Vallée" piuttosto che "Il Corsivo", posso sapere a chi fare riferimento e ne traggo le informazioni che mi servono rispetto a questo e credo che tale atteggiamento ha la stragrande maggioranza degli elettori della Valle d'Aosta.

Infine, mi sento profondamente ferito come elettore, nel senso che credo che questi atteggiamenti cerchino solo di strumentalizzare questa o quella vicenda politica, ma ritengo che il potere per mettere a posto queste cose debba sempre ricordarsi che è in mano agli elettori, i quali, fra 4 anni, se c'è stato qualcosa di politico importante in questa storia, sapranno trarre le loro conclusioni ed è al popolo, ai nostri concittadini che dobbiamo lasciare questo tipo di compiti. Chiedo pertanto che questo tipo di assordante silenzio sia interpretato rettamente per quello che voleva essere: secondo me un po' di pietà per una iniziativa che non era di grande pregio.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto.

Frassy (CdL) - Sicuramente qualche considerazione deve essere fatta sull'argomento, perché meriterebbe forse un intero pomeriggio di dibattito. Non mi stupisco più di tanto del silenzio a cui facevano riferimento i colleghi proponenti, perché siamo ormai abituati a certi "silenzi". Devo dire che se noi riteniamo che l'argomento sia importante, abbiamo dei dubbi nel ritenere che questa sia la strada giusta da percorrere.

Sicuramente su questa materia, in maggioranza, c'è più di un imbarazzo e non è solo l'imbarazzo di questo silenzio, ma è l'imbarazzo palpabile nell'andamento della legge di riforma della materia contributi e regolamentazione dell'editoria: una legge che sembrava dovesse partire "a spron battuto" per la sua riforma e che invece, a un certo punto, ha rallentato l'iter di approdo all'aula. Lo ha rallentato anche per le questioni che i colleghi dell'"Arcobaleno" hanno esposto a illustrazione della loro iniziativa e sono questioni sulle quali siamo intervenuti in maniera chiara anche sull'organo di stampa del nostro gruppo politico.

Abbiamo dedicato l'apertura di "Foglio Azzurro" del mese di ottobre alla vicenda dell'intreccio economico politico in relazione agli assetti proprietari dell'editoria, in relazione in particolare al settimanale prima citato. Devo dire che il problema del conflitto di interessi è più ampio, va ben al di là di questo singolo settore, ma abbiamo già visto qual è la sensibilità di questa classe politica sul conflitto di interessi e lo abbiamo visto non più tardi di un Consiglio fa - se non erro -, quando è approdata in un silenzio assordante la "leggina" delle nomine: "leggina", perché in sostanza erano delle modifiche a una legge obsoleta e inadeguata sul meccanismo delle nomine, che era funzionale a poter fare ancora più di quanto non si faccia adesso ciò che si vuole in questa materia. Altro che conflitto di interessi... A livello nazionale il conflitto di interessi ha appassionato o forse ha tenuto "sotto scacco" per lungo tempo il dibattito politico, ma alla fine è approdato a un testo licenziato dal Parlamento, e - soddisfacente o non soddisfacente - c'è stata la consapevolezza in capo a chi era potenzialmente nella situazione del conflitto di interessi che la materia andava normata.

Colleghi del gruppo "Arcobaleno", qui, purtroppo, siamo in Valle d'Aosta, qui c'è la presunzione che il conflitto di interessi sia cosa che non ci riguardi; non so se sia una di quelle clausole di specificità contenute nel nostro statuto, ma io penso che prima ancora che una valutazione politica sia una questione etica, che per certi versi non era neppure necessario scrivere; che sia una questione di rispetto, ma di rispetto innanzitutto per i propri elettori. Cari colleghi di maggioranza, per tanti elettori che voi possiate soddisfare, sono sempre più quelli che rimangono insoddisfatti rispetto a certi soprusi palesi che accadono nel meccanismo delle nomine o degli incarichi. Su questo argomento del conflitto di interessi in generale siamo perciò più che sensibili, anche a livello regionale.

Sulla questione dell'editoria, riteniamo che faremo un grosso confronto sulla legge - e qui, colleghi di maggioranza, vi aspettiamo su quello che sarà l'iter conclusivo della legge -, perché questa mozione, colleghi dell'"Arcobaleno", ci pone degli imbarazzi: in particolare, per quanto riguarda i limiti o le autolimitazioni che un'amministrazione pubblica deve porre alla propria attività, nel senso che, al di là degli intrecci economici, al di là dei conflitti di interesse, è evidente che l'editoria nel momento in cui è editoria privata - perché questa regione è anche ricca di editoria pubblica e, se facciamo il peso e la conta delle pagine scopriamo, alla fine, che l'editoria che paga di più, che produce di più in termini di fogli è quella pubblica, perché ormai ogni assessorato ha la sua rivista, ha il suo meccanismo di comunicazione -... ma, dicevo, nell'editoria privata diventa difficile che l'Amministrazione abbia gli strumenti per effettuare questo tipo di indagine conoscitiva.

I colleghi hanno fatto riferimento all'articolo 24, ma tutto questo meccanismo si scontra contro i poteri effettivi di un'indagine conoscitiva, che - come ben sappiamo - ha il limite di acquisire atti amministrativi che promanano da questa Amministrazione o procedimenti amministrativi che coinvolgono i privati per quanto riguarda sovvenzioni, contribuzioni, finanziamenti o quant'altro! Sicuramente le commissioni consiliari ordinarie, ma anche la commissione di inchiesta piuttosto che di indagine conoscitiva, che avevamo già avuto modo di attuare, ad inizio di legislatura - proprio sempre su questo argomento -, la commistione fra politica e informazione, aveva coinvolto quella campagna a mezzo stampa effettuata alla vigilia delle scorse elezioni regionali dell'Assessore Cerise, ed era stata attuata quella commissione perché c'era un elemento in seno all'Amministrazione regionale.

Abbiamo il convincimento che, al di là di quella che potrebbe essere la richiesta di cortesia da effettuare nei confronti degli editori, difficilmente avremo degli strumenti per dare contenuto e concretezza a questo tipo di indagine, proprio perché le commissioni consiliari non hanno quei poteri che invece hanno le commissioni parlamentari. Le commissioni parlamentari - soprattutto quelle di inchiesta - hanno dei poteri che sono equivalenti a quelli della Magistratura ordinaria e, di conseguenza, possono imporre richieste di acquisizione di documentazione e di verifica ispettiva, cosa che noi non possiamo fare. È questa la perplessità che a noi rimane sull'utilità di questa mozione, perché riteniamo che sarebbe un'arma spuntata per affrontare invece un problema serio, problema che - mi ripeto - ribadiamo gestire nel momento in cui ci sarà il confronto sulla legge di riforma delle contribuzioni regionali nell'editoria.

Per l'insieme di questi motivi, e non per l'inconsistenza del problema - che è un grosso problema etico, prima ancora che politico -, che esprimeremo un voto di astensione.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco, per dichiarazione di voto.

Viérin M. (SA) - Il collega Frassy ha in parte già sollevato alcune considerazioni che volevamo fare anche noi come "Stella Alpina". Condivido sia quanto detto dal Consigliere Curtaz che dal Consigliere Borre, quando ha fatto appello alla presenza in aula perché è un argomento delicato.

Ritengo anche che questa sia forse non la strada migliore, più che non la strada giusta; possiamo anche condividere la proposta fatta dal Consigliere Borre, però, parlando di "Stella Alpina", credo che ci sia una piccola anomalia quando tempo fa, per una pagina autogestita su una rivista, contratto trasparente e pagamenti trasparenti - si trattava di una comunicazione di quello che faceva il nostro movimento - si è discusso di questo problema in aula e noi abbiamo votato a favore di una verifica di controllo, che poi si è fatta in commissione - mi sembra che allora fosse Presidente l'Assessore Cerise -, insieme anche ad una verifica con l'ordine dei giornalisti... quindi non ci siamo nascosti su questo problema! C'è un po' di anomalia, ma non vogliamo in questo caso giocare sui dispetti, dicendo che, poiché è stata fatta in una certa maniera allora, anche oggi bisogna fare alla stessa maniera; prendiamo atto che tutti hanno detto che il problema del conflitto di interessi esiste, non esiste solo nel campo dell'editoria, esiste in più campi.

Pertanto, rispetto alla proposta del Consigliere Borre direi che un domani si potrebbe analizzare in commissione se fare qualcosa di più apposito, anche sul discorso delle nomine. Sul discorso delle nomine, "Stella Alpina" ha detto, da tempo - ricordo che è stata modificata la legge alcuni Consigli fa, proprio per dire che non c'è più bisogno di fare domanda specifica - è che sarebbe bene che in questo ambito tutte le forze politiche potessero ritrovarsi e vedere cosa potrebbe essere di difficile o di facile interpretazione sul conflitto di interessi in Valle; magari troveremo tante cose, o poche cose, però sicuramente questi conflitti di interessi esistono.

A nome del gruppo della "Stella Alpina" dico che possiamo anche accogliere la proposta del Consigliere Borre, se però in questo esame della legge inerente ai contributi sull'editoria si va a fare un passaggio in merito a dette problematiche; che questo sia chiaro, per evitare successive situazioni poco felici! Non vogliamo additare niente e nessuno; noi questo passaggio lo abbiamo vissuto in maniera molto diversa e abbiamo dato prova di non aver alcun problema di analizzare fino in fondo la questione.

Voglio annunciare il voto di astensione del nostro gruppo, se rimarrà l'impegno presentato dal Consigliere Borre, a nome della maggioranza, durante i lavori di preparazione del testo di legge che dovrà venire in aula in merito ai contributi dell'editoria.

Presidente - La parola al Consigliere Salzone, per dichiarazione di voto.

Salzone (FA) - Per dire che il testo della mozione è assolutamente condivisibile; l'importanza del ruolo degli organi di stampa e di informazione nel garantire democraticità all'interno della nostra comunità è talmente chiara, che è giusto sottolinearla, come è giusta l'esigenza e la necessità di avere una trasparenza degli assetti proprietari delle testate, indubbiamente, e quindi anche la necessità di adeguare garanzie perché i giornalisti indipendenti siano effettivamente tali e non espressione di partiti politici... È evidente che tutto questo deve trovare un largo dibattito nella sede opportuna, che può essere quella della commissione consiliare, quando si andrà a discutere della legge sull'editoria. Credo che, alla fine, questo tipo di discorso si possa approfondire.

Per quanto riguarda l'espressione della mozione riguardante i consiglieri del gruppo "Arcobaleno" mi pare un po' una forzatura; arrivare ad una commissione consiliare di indagine mi pare effettivamente forte, non fosse altro perché è già stata fatta, in un altro Consiglio, la richiesta al Presidente della Regione, alla Giunta stessa, di esprimersi in merito alle notizie di stampa divulgatesi nell'ultimo mese.

Mi rimetto alle dichiarazioni del Presidente della Regione fatte nel Consiglio passato - o due Consigli fa - e, non essendo venuto a conoscenza di alcun elemento tale da poterci indurre di fare una proposta così pesante, riteniamo su questa mozione di doverci astenere e di poter rinviare l'approfondimento di tutti i problemi emersi in questo dibattito, nel momento in cui discuteremo nella commissione competente la legge sull'editoria.

Presidente - La parola al Consigliere Pastoret, per dichiarazione di voto.

Pastoret (UV) - Notre chef de groupe a déjà exprimé, au nom du groupe "Union Valdôtaine", notre avis et notre partage sur l'attitude que nous aurons quant au jugement sur cette motion, mais puisqu'en qualité de bon pêcheur le Conseiller Curtaz vient de lancer son hameçon, je me rends comme poisson et je reviens donc sur quelques thèmes qu'il a présentés, parce que cette motion, on lui donne une lecture... dans toute la partie d'introduction on peut partager les éléments qui sont présentés, mais je trouve que ce ne sont pas ces éléments d'introduction qui sont en discussion.

La question est, encore une fois, à mon sens, de méthode et de parcours; personnellement moi, mais le groupe "Union Valdôtaine" déjà dans le passé, avait dit ce que je partage encore aujourd'hui: que les commissions d'enquête ne sont pas l'instrument souhaité pour éclaircir ou approfondir des problèmes, elles interviennent là où il y a des éléments qui demandent une solution de ce genre. Il me semble qu'aujourd'hui les éléments et les moyens dont nous disposons existent au sein des commissions qui ont des compétences d'enquêter, de s'interroger ou de s'informer sur différentes matières. Je reviendrai sur ce thème, parce qu'il me semble qu'il faut avoir bien à l'esprit que les commissions d'enquête en genre sont l'élément de relance d'une théorie du suspect et je reconnais au collègue Curtaz l'honnêteté intellectuelle et la capacité d'être quelqu'un qui n'a pas l'habitude d'employer comme une clave des suspects au soutien de ses idées, mais je trouve cependant que dans cette motion, peut-être involontairement, certains suspects ressortent d'une façon implicite, mais qui caractérise cette initiative.

Or, je dis que s'il y a des faits, il faut les présenter; s'il y a des suspects ou des approfondissements à faire il me semble qu'on peut faire cela très bien dans les commissions compétentes, compte tenu que cela - comme il a été rappelé - devra être fait à l'occasion de la discussion du projet de loi sur la forme du soutien aux maisons d'éditions. Le règlement permet de mettre à l'attention des commissions certains thèmes, cette commission aura le mandat de s'occuper de toute une série de choses.

A propos de cette motion, je pense peut-être il n'y a pas eu la volonté de pointer un index d'une façon mauvaise; je pense plutôt que les questions concernant l'information sont "à la une" en Vallée d'Aoste comme elles ne l'ont jamais été, comme elles le sont dans toute l'Italie au moins: grandes discussions, conflit d'intérêts, connaissance et pas connaissance..., mais je crois que si nous avons une responsabilité que nous devons reconnaître, elle aussi celle d'avoir nous-mêmes, du fait de l'activité que nous sommes appelés à développer, une sorte de mauvaise conscience quant à l'information et que nous risquons d'avoir, lorsque nous traitons ces arguments dans ce pays, où presque tout le monde essaie de ne pas déplaire à tel ou tel autre représentant de la presse, selon le principe que nous sommes tous, nous, les femmes et les hommes publics, soumis aux obligations de l'actuelle coutume, qui est celui d'apparaître.

Je pense que là nous avons deux questions importantes auxquelles réfléchir: tout d'abord, dans notre activité, je pense que nous devons être dominés par le sens d'honnêteté, parce que sur ce thème je crois que chacun devra rendre compte à soi-même et à sa conscience et au mandat que les électeurs lui ont confié pour ce qui est de son activité. Je continue à penser qu'être corrects pour nous dépend de l'honnêteté intellectuelle avec laquelle nous exerçons notre rôle politique de représentants du peuple valdôtain.

Cela dit, certainement le problème lié à l'information en tant que moment de résumé de notre activité, ici, existe bel et bien; je pense tout de même que, malgré les efforts que le Conseil de la Vallée a déjà faits, peut-être il sera important de réfléchir aussi aux contenus qu'on devrait pouvoir faire sortir d'ici et non pas seulement aux images, et nous devrons aussi nous interroger sur la capacité de nos structures actuelles, de rendre mieux à l'extérieur le compte rendu de l'activité qui se déploie, ici: cela, dans un devoir et dans un rôle institutionnel qui devrait rencontrer l'intérêt de toute notre Région et aussi pour dépasser ce qui bel et bien existe et que tout le monde a manifesté dans des colloques en dehors de cette salle, la possibilité de dépasser le peu d'informations qui existent, de temps à autre, sur la presse quant à l'activité du Conseil de la Vallée.

Je pense que ceux-ci sont les thèmes qui nous agitent et qu'il faudrait faire attention de ne pas prendre un mauvais chemin, en nous chargeant de suspects sur des thèmes pour lancer des commissions d'enquête qui auraient peut-être la fonction de créer une attente énorme à l'intérieur et à l'extérieur de cette salle pour n'aboutir à rien! Avant d'arriver à des solutions de ce genre, il faudra bien faire notre travail à l'intérieur des commissions, bien examiner ce projet de loi, nous interroger sur les possibilités de rendre, nous-mêmes d'abord, de nos choix une information correcte à l'extérieur, qui est aussi un instrument de démocratie parce que cela permet aux gens de juger et de décider lorsqu'ils sont appelés de le faire.

En revenant à la motion, je trouve que même si cela a un peu échappé à la volonté des présentateurs, que dans cette motion sont exprimés des éléments et des soupçons de caractère générique, qui n'ont pas été mis en évidence, mais qui - si la motion était acceptée - nous mettraient dans la condition de donner une tournure à cette éventuelle commission d'enquête qui aurait un caractère non pas d'approfondissement des thèmes que j'ai présenté tout à l'heure, mais d'aspects génériques où on devrait chercher de suspects de quelque chose qu'on n'imagine pas et dont on n'a pas conscience.

J'invite les collègues du groupe "Arc-en-ciel" de réfléchir et de vouloir retirer cette motion, à la fois parce que les éclaircissements pourront être présentés à l'attention des commissions compétentes et que la motion - même si cela n'était pas dans leurs intentions - présente d'éléments de suspect que nous ne pouvons pas accepter. Voilà pourquoi l'intention de vote qui a été présenté au nom du groupe "Union" par le Conseiller Borre est, de par nous tous, partagée.

Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Ringraziamo coloro che sono intervenuti, perché hanno quanto meno esposto le loro considerazioni su una questione di estrema rilevanza; le argomentazioni, però, ci sembrano molto scarse.

Il Consigliere Pastoret dice: "i fatti non sono chiari, ci sono sospetti...", ma i fatti qui sono chiarissimi, noi lo abbiamo detto in tutti i modi, non so in che modo dobbiamo dirlo! L'elemento che ha portato non noi, ma tutti noi del Consiglio, tutte le forze politiche, una parte dell'opinione pubblica che si occupa di politica, ad interessarsi di questa cosa, ha un elemento esplosivo: il passaggio di proprietà del principale settimanale diffuso in Valle d'Aosta, che evidentemente fa opinione, incide, non è che sia neutro rispetto agli orientamenti dell'opinione pubblica; è un passaggio di proprietà in cui non si è passati da un imprenditore ad un altro, ma c'è stata una cordata valdostana che ha preso in mano questo settimanale, una cordata "politicamente targata", non solo, ma che ha i piedi saldamente piantati all'interno di questo Consiglio, all'interno della Giunta, all'interno dei banchi del Consiglio! Questa è la realtà! In più, se questo fosse dichiarato alla luce del sole, non c'è nulla di male, lo sappiamo, sappiamo tutti regolarci; ma questo fatto viene occultato ed è questo che vogliamo portare alla luce del sole, è questo il fatto che viene occultato!

Cosa dobbiamo fare? Abbiamo fatto un'interrogazione, abbiamo chiesto al Presidente della Regione di dirci se è a conoscenza di questo fatto... è stata fatta una verifica? Il Presidente ci ha risposto chiedendo, a noi, lumi, perché dice: "io non ho informazioni ufficiali". Noi abbiamo detto come stanno le cose, e ci risulta, ci hanno detto - ma su questo non abbiamo elementi -, che dopo quell'interrogazione ci sono state delle modificazioni, nel senso che alcuni dei fideiussori hanno chiesto di ritirare la loro fideiussione, qualcuno ha messo dei parenti... ma su questo non abbiamo elementi. Sappiamo chi sono i fideiussori originali e sappiamo che sono all'interno di questo Consiglio e all'interno della Giunta: questa è la realtà! Di fronte a questo fatto non siamo disposti a spegnere le luci; pensiamo che più accendiamo i riflettori per far emergere questo e portarlo alla luce del sole, più è positivo.

Noi abbiamo presentato una mozione dicendo: "non costituiamo una nuova commissione, ma affidiamo alla commissione competente un'indagine, la convocazione degli editori, il sentire alcune persone e il chiarire questo aspetto; non è così complicato! A meno che qualcuno non voglia sottrarsi alla verità e nascondere le cose... ma non è poi così complicato sapere, perché basta interrogare le persone in causa! A noi sembra semplice e utile, anche ai fini della legge che stiamo discutendo, perché capire alcuni meccanismi e alcune situazioni permette di calibrare meglio alcune norme da inserire in legge; sicuramente sarà opportuno mettere una clausola di trasparenza per chi vuole attingere ai contributi da parte della Regione, però questa clausola di trasparenza va anche calibrata in un certo modo perché sia efficace. Fra l'altro, spero che su questa "clausola di trasparenza", che comprende anche i garanti e i fideiussori, ci sia l'unanimità all'interno di questo Consiglio! Le due cose non sono però in contraddizione, fare questa indagine non impedisce di lavorare sul disegno di legge, perché la commissione vi sta già lavorando e noi abbiamo dato e daremo il nostro contributo, affinché sia una legge migliorativa rispetto all'attuale e non permetta più di fare delle cose che sono già successe in passato e che spiegano, anche adesso, certe scalate, in quanto c'è ovviamente un affare economico dietro a questa vicenda! Non sono due cose in alternativa, secondo noi vanno fatte entrambe le cose!

Dopodiché ci si dice: non è detto che poi, facendo queste indagini si arrivi a un risultato; proponete altri strumenti, non siamo estranei ad altre proposte, fateci delle proposte di altri strumenti e per noi va benissimo! Quello che non dobbiamo fare è sicuramente spegnere l'attenzione su questo, perché in quel caso avalliamo questo tipo di operazione, scegliamo di fare in modo che tutto vada bene, che rimanga un'operazione occulta come adesso e che non sia resa pubblica in tutti i suoi risvolti.

Secondo noi questa mozione rimane utile, non è in contraddizione rispetto ad altre attività in commissione, di approfondimento della legge, e non siamo assolutamente d'accordo a ritirare detto provvedimento; anzi, riteniamo che sia assolutamente necessario andare a fare questi chiarimenti e noi, con tutti gli strumenti che avremo come gruppo consiliare, cercheremo in tutti i modi di tener viva l'attenzione rispetto a questa problematica, di enorme impatto sulla nostra realtà.

Presidente - La parola al Consigliere Maquignaz.

Maquignaz (UV) - Credo che qui si voglia sempre portare ogni questione a un'aula di tribunale... secondo me, il Consiglio regionale ha un altro ruolo, per cui se ci sono dei problemi sarà competenza di qualcuno verificare queste cose! Poi mi si parla di "fideiussioni bancarie"... fra l'altro, non so neanche se è legittimo, in ordine generale, sapere chi e dove possa aver messo delle fideiussioni bancarie, perché se si ragiona così vuol dire che chiunque di noi può sapere, di qualunque cittadino, dove ha messo delle fideiussioni, si va a ledere il principio della "privacy". Se qualcuno sa chi sono... ad esempio, personalmente, non so chi sono i proprietari, non so chi ha messo le fideiussioni...

(interruzione del Consigliere Riccarand, fuori microfono)

... sarò l'unico a non saperlo... ma, da un punto di vista di procedure, in base a cosa posso saperlo? Per voci sentite nei bar, dove si sentono migliaia di cose! Se qualcuno ha messo delle fideiussioni, risponderà lui, nelle sedi opportune... oppure è il Consiglio che deve sindacare su ogni cosa? Ci sono delle leggi che andranno a vedere, quando sarà il momento, se c'è legittimità o meno; invece, qui, si vuole preventivamente andare ad indagare se c'è qualcosa che non va! Non credo che sia questo Consiglio che debba farlo, ci sono anche delle procedure per poter aprire un giornale, fare l'editore, mettere delle fideiussioni (se mai qualcuno le avrà messe!)... questo è un discorso generale.

Presidente - Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la mozione in oggetto: Consiglieri presenti: 26

Votanti: 20

Favorevoli: 4

Contrari: 16

Astenuti: 6 (Comé, Frassy, Lanièce, La Torre, Salzone, Viérin Marco)

Il Consiglio non approva.