Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 600 del 12 maggio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 600/XII - Modalità di costituzione di parte civile della Regione nell'ambito di un procedimento penale in corso. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che

La Giunta regionale, nell'ambito della inchiesta penale n. 1160/02 GIP, più nota come vicenda "Maccari-Lavoyer" ha deliberato la costituzione di parte civile "tranne nei confronti degli imputati che abbiano eventualmente provveduto al risarcimento del danno come determinato nella relazione resa dal legale della Regione";

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione per conoscere:

1) se tale procedura sia già stata adottata in passato e, in caso negativo, se è intenzione - e con quali modalità - estenderla sia in futuro, sia ai casi di amministratori o dipendenti regionali aventi già lite pendente con l'Amministrazione;

2) quali sono i criteri e i parametri presi a quantificazione del danno non patrimoniale;

3) quali sono i motivi che hanno portato ad escludere dal computo del danno patrimoniale le fatture "emesse nei confronti della Regione e non (ancora) pagate";

4) se i proventi dei trofei calcistici svoltisi nel 2001 e le fatture emesse nei confronti della Regione - e da questa pagate - relative ai fatti oggetto di rilevanza penale sono stati considerati ai fini della quantificazione del danno patrimoniale.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Su questa interpellanza pensiamo che le domande contenute siano sufficientemente chiare per avere una risposta, e forse non sarebbe neppure necessaria una illustrazione; illustrazione peraltro breve, che ritengo opportuno fare ugualmente, precisando quali sono i motivi che ci hanno portato a presentare tale atto.

I motivi che ci hanno portato a presentare questa interpellanza risiedono essenzialmente nell'atipicità della procedura che, con scelta politica, la Giunta ha ritenuto di voler perseguire in questa vicenda penale, la quale ha coinvolto amministratori e funzionari, oltre che soggetti esterni all'Amministrazione. Di conseguenza, vorremmo far maggior chiarezza rispetto alle vicende che sono state ampiamente, ma parzialmente evidenziate dalla stampa, e vorremmo anche far chiarezza, al di là delle cose scritte, ma forse non in maniera sufficientemente chiara per essere interpretate in maniera univoca a seguito della lettura delle 2 deliberazioni, sulle quali si è incentrato questo meccanismo, che non esiterei a definire "innovativo".

Quando dico "far chiarezza", devo aggiungere che, anche in questa vicenda, qualcosa non ha funzionato nella gestione delle procedure; probabilmente sono dettagli o errori di tipo formale, ma sui quali forse sarebbe bene anche capirsi, e mi spiego meglio. La deliberazione n. 530 porta la data del 23 febbraio, e il 23 febbraio - fino a prova del contrario - la Giunta si è tenuta e la Giunta si è riunita. Andando a leggere il contenuto di questa deliberazione, che ha per oggetto la nomina dell'avv. Sergio Badellino quale difensore dell'Amministrazione, si legge: "Preso atto che in data 24 febbraio 2004 è stato notificato..."; probabilmente sarà un errore formale, altrimenti ci troviamo di fronte ad una capacità divinatoria che ci potrebbe sorprendere, ma anche preoccupare. Vorremmo perciò capire qual è la data in cui è stata fatta la notifica, perché riteniamo sia difficile che possa essere deliberato in data 23 ciò che è accaduto in data 24, cioè il giorno successivo!

Questo per dire che su questa vicenda vi sono una serie di situazioni non chiare e sulle quali abbiamo posto le domande scritte nell'interpellanza, che si riassumono nel capire se c'è stata, nel passato, e se c'è, in futuro, la volontà di ripetere questa atipica modalità di definizione di quelle che sono state delle procedure di tipo penale, coinvolgenti soggetti che, a vario titolo, operano nell'Amministrazione, e con quali modalità in futuro si pensa di poter gestire la replica di questa procedura, tenendo presente che vi sono tuttora casi aperti che coinvolgono soggetti di questa Amministrazione.

Non riusciamo a capire quali siano i motivi per cui, almeno apparentemente da quella che è una lettura letterale della deliberazione che quantifica in danno patrimoniale, verrebbero considerate solo le fatture emesse nei confronti della Regione e non - in parentesi è scritto - ancora pagate, quasi che quelle pagate in qualche maniera non siano state considerate; probabilmente è un equivoco della sintesi riepilogativa che ha portato alla definizione di quella deliberazione.

Un dato che riteniamo non secondario per tutto quello che ha comportato in termini di immagine, ma anche in termini economici, è: che ne è stato degli incassi dei vari trofei calcistici del 2001; può darsi sia colpa della nostra distrazione, ma non abbiamo ancora capito, ad oggi, da chi siano stati incassati! Non risulterebbero incassati dall'Amministrazione regionale, non risulterebbero incassati dal casinò; di conseguenza, essendo iniziative dove l'organizzazione è gravata sui bilanci dell'Amministrazione regionale e in parte sui trasferimenti che dall'Amministrazione regionale sono stati effettuati al Casinò de la Vallée, ci sembra che questa ulteriore contabilità dovesse essere tenuta in debito conto. Dalla lettura di quella deliberazione anche questo aspetto non emerge!

Ci limitiamo perciò a quanto testé esposto, senza aggiungere altro, riservandoci la replica a seguito delle risposte che ci vorrà fornire.

Président - La parole au Président de la Région, Perrin.

Perrin (UV) - Pour ce qui est de la date de la délibération, il y a une erreur matérielle, étant donné qu'on avait convoqué une réunion du Gouvernement explicite le jour après; je n'ai pas ici le texte, mais je vous le ferai parvenir.

Pour entrer dans les thèmes qui ont été illustrés par les Conseillers, quitte à revenir sur des notions déjà claires et connues de tous, il me paraît important de répéter que la possibilité de se constituer partie civile dans une procédure pénale donne à la victime d'un délit la possibilité de disposer d'un moyen légal - en sus de l'éventuelle action civile - pour obtenir réparation des dommages liés au délit commis. Dans cette optique, il faut considérer le rôle que joue la partie civile dans la procédure pénale: en effet, elle participe à la vérification de la responsabilité pénale de l'inculpé, laquelle n'est prise en compte qu'aux fins du remboursement des dommages subis. Il est donc évident que cette option légale n'est d'aucune utilité lorsque la partie lésée obtient réparation des dommages par le prévenu avant même de se porter partie civile, d'autant plus que, dans ce cas de figure, elle n'a plus à supporter les frais, ni les aléas d'un éventuel procès.

Cela dit, le principe énoncé ci-dessus est susceptible d'être appliqué dans un cadre plus général et l'a déjà été, notamment dans des affaires qui n'ont pas concerné ni des élus, ni des fonctionnaires, et ce, même si la délibération portant constitution en partie civile n'en faisait pas expressément mention, chaque fois que le dommage a pu être quantifié lors de l'instruction du dossier. Il y a donc des précédents: pas pour les élus et pas pour les fonctionnaires, mais pour d'autres sujets. En ce qui concerne plus particulièrement les élus ou les fonctionnaires, un autre élément entre en ligne de compte: lorsque le dommage est dû à des fautes que ceux-ci ont commises dans l'exercice de leurs fonctions, dans ce cas l'affaire relève de la compétence de la Cour des Comptes. Par conséquent, il convient de décider au cas par cas, en fonction de la phase où en est la procédure.

Dans l'affaire qui nous intéresse, il était difficile de déterminer le type de réparation appropriée aux délits reprochés et, par conséquent, de choisir une tactique de défense (y compris l'éventuelle constitution en partie civile). C'est pourquoi l'Exécutif a, dans un premier temps, préféré nommer un défenseur de la partie lésée, afin de vérifier si - et, éventuellement, dans quelle mesure - l'Administration régionale avait subi un dommage. Puis, sur la base du rapport de cet avocat qui proposait un mode de quantification du dommage non patrimonial et évaluait l'ampleur de ce dernier, elle a décidé de ne se constituer partie civile que contre les prévenus qui ne lui donnaient pas réparation.

Pour déterminer le montant des dommages subis par l'Administration régionale, le défenseur s'est basé sur les chefs d'accusation retenus par le Ministère public dans sa demande de renvoi en jugement, donc au moment de la formulation des chefs d'accusation; ledit montant ne dépend donc en rien de l'issue du procès qui établira si les accusations étaient justifiées. Ainsi, d'après l'avocat de la Région, en plus du dommage patrimonial, l'Administration aurait également subi un dommage non patrimonial, qui découle aussi bien des délits qui ont causé un dommage patrimonial que des délits qui n'en ont pas causé, parce qu'ils sont demeurés au stade de tentative ou parce que le type de délit reproché n'implique pas de dommage patrimonial pour l'Administration (comme par exemple la corruption, la concussion, l'omission de dénonciation ou l'entrave à la justice).

Quoiqu'il en soit, tous les types de délits commis dans cette affaire sont de nature patrimoniale; la chose est évidente pour ce qui est des hypothèses de corruption, de concussion et d'escroquerie, même au stade de simple tentative, car le mobile de nature patrimoniale transparaît des chefs d'accusation. D'après le défenseur de la partie lésée, il est possible, même dans les cas de refus d'acte de sa fonction, d'omission de dénonciation et d'entrave à la justice, de déterminer l'ampleur des dommages causés par les délits reprochés (par exemple, le contenu patrimonial de l'omission de dénonciation d'un détournement de deniers publics relève du péculat).

Sur la base des évaluations de l'avocat de la Région, le contenu patrimonial des délits - de tous les délits - a servi de critère pour la détermination du dommage non patrimonial. Pour tous les prévenus, le montant global de ce dernier correspond, environ, au double du dommage patrimonial, ce qui est un dommage d'image, comme on l'appelle aussi. Le défenseur a ainsi estimé que le montant du dommage non patrimonial devait être établi pour chaque prévenu selon le degré de complicité de ce dernier, selon sa position juridique au sein de l'Administration et selon la gravité des faits qui lui sont reprochés. Il a donc suggéré d'évaluer les dommages non patrimoniaux de la manière suivante: 50% du montant du contenu patrimonial des délits, pour tous les inculpés en fonction de la gravité desdits délits; un abattement ultérieur de 50% à l'endroit des prévenus qui n'entendaient pas retirer d'avantage patrimonial dudit délit, mais qui occupaient néanmoins des postes de responsabilité, ou bien à l'endroit de ceux qui entendaient en retirer un avantage patrimonial pour eux-mêmes ou pour autrui, bien qu'occupant un poste subalterne; ce pourcentage est ramené à 33% pour les personnes qui ne visaient pas à un avantage patrimonial et qui occupaient une fonction subordonnée (c'est le cas de la Conseillère Viérin, par exemple).

Les auteurs de cette interpellation ont également demandé à savoir pour quelles raisons les factures émises aux dépens de la Région et non encore payées n'ont pas été prises en compte, lors du calcul des dommages patrimoniaux. En ce qui concerne 4 factures relatives à des frais d'hébergement, en l'état actuel des choses, la Région n'a subi aucun dommage, étant donné qu'elle ne les a pas encore réglées: le patrimoine de la Région ne diminue en effet qu'en cas de paiement des factures. Voilà pourquoi, lors de la détermination des dommages patrimoniaux, le montant de ces factures n'a pas été pris en compte. Il a toutefois été inclus dans le calcul des dommages non patrimoniaux. En tout état de cause, étant donné que la Région aurait subi un dommage si le paiement de ces factures avait été exigé, l'Administration a suivi les conseils de son avocat et demandé que lui soient délivrées des déclarations libératoires, qu'elle a par ailleurs obtenues, en substitution des calculs: c'est la procédure que l'avocat a envisagée.

Venons-en maintenant à la question des recettes des tournois de football et aux factures que la Région a payées et qui ont trait à des faits faisant l'objet de la procédure pénale. Les chefs d'accusation ne font aucune référence au "Trophée Vallée d'Aoste 2001". Je peux par contre aborder, ici, l'évaluation des dommages résultant des délits retenus dans le cadre de l'enquête sur les événements sportifs. Les délits d'escroquerie et de péculat ont été retenus au sujet d'une facture relative au "Trophée Vallée d'Aoste 2000" et le montant de ladite facture a été inclus dans l'estimation des dommages patrimoniaux.

En ce qui concerne les factures émises par la "Nikema" pour les activités de conseil qu'elle a exercées au profit de la Région lors d'événements sportifs - je veux encore noter que ce chef d'accusation ne se rapporte pas au "Trophée Vallée d'Aoste 2001" -, le délit retenu est la corruption; celui-ci, ne portant pas directement atteinte au patrimoine de la Région, les montants des factures en question n'ont pas été pris en compte lors de la détermination des dommages patrimoniaux, mais seulement au moment de l'évaluation des dommages non patrimoniaux (danni di immagine).

Quant à la tentative de concussion, ce chef d'accusation n'ayant pas de retombées sur le patrimoine de la Région, il n'a pas influé sur l'évaluation des dommages patrimoniaux, mais a toutefois été pris en considération pour l'évaluation des dommages non patrimoniaux. J'espère d'avoir répondu aux nombreuses questions posées par les Conseillers.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Presidente, lei sicuramente ha risposto puntualmente alle domande della nostra interpellanza e ha esplicitato con maggior chiarezza quel percorso logico o, meglio, politico che è posto alla base di quelle 2 deliberazioni che avete adottato come Giunta e che hanno portato a questa conclusione.

Da lì a dire però che le sue risposte ci convincano dell'equità di questo percorso ce ne passa parecchio, perché riteniamo che questa vicenda sia stata gestita nella maniera peggiore in cui poteva essere gestita; è stata una vicenda che ha avuto alla sua base delle questioni, che hanno evidenziato dei comportamenti anormali rispetto alle procedure, sconfinati in quelle che sono ipotesi di reato; dei comportamenti che hanno portato, in alcune situazioni in maniera indiscutibile, ad arricchimenti di soggetti che hanno abusato delle posizioni che ricoprivano nell'ambito dell'Amministrazione regionale nei diversi livelli, e questa vicenda, alla fine, nata per l'appunto su questioni di tipo economico, si chiude su questioni di tipo economico! Ma non si chiude in realtà, Presidente, perché abbiamo la viva convinzione che questa vicenda apparentemente si è chiusa, e si è chiusa soprattutto per i soggetti implicati nella vicenda processuale penale che ricoprono in questo momento l'incarico di Consiglieri regionali, facendo sì che non venisse applicata la nota norma regionale che prevedeva in caso di conflitto con l'Amministrazione regionale la loro decadenza!

Il problema è un altro, Presidente. Lei sa benissimo che la Corte dei Conti su questa vicenda ha già aperto almeno un procedimento e probabilmente non è l'ultimo, ma ne seguirà un'altra serie. In conseguenza di questa vicenda, dal punto di vista del danno, forse non più patrimoniale e non più di immagine, ma erariale, se ne parlerà nuovamente. Allora sarebbe stato forse opportuno che, nel momento in cui si decideva di chiudere questa vicenda, anziché semplicemente andare a ragionare con un consulente dell'Amministrazione, l'Amministrazione prendesse il coraggio di affrontare la questione nella sua globalità e verificasse con la Corte dei Conti ciò che...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... ma non risulta agli atti, perché agli atti si dice esattamente l'opposto: "fatte salve quelle che sono le eventuali rivendicazioni pretese azioni della Corte dei Conti"!

Visto che è procedura costante che la quantificazione del danno erariale che la Corte dei Conti fa nella sua istruttoria, sia ricostruito con l'ausilio degli uffici dell'amministrazione danneggiata, sarebbe stato opportuno che questa operazione venisse attuata, per chiudere in maniera definitiva la vicenda non dal punto di vista penale, perché non è nelle potestà di questa istituzione ma, quanto meno, nei riflessi di tipo economico, intendendo con ciò il danno erariale, il danno patrimoniale e anche il danno di immagine, che alla fine ha una quantificazione di tipo economico! Tutto ciò non è accaduto, perché questa vicenda - ed è qui la mortificazione delle istituzioni! - è stata chiusa semplicemente per consentire a dei colleghi Consiglieri di non incappare in una decadenza!

Mi scusi, non è un passaggio di poco conto, perché coloro che questo problema non avevano e non hanno, non si sono minimamente sognati di andare a chiudere la vicenda economica, e questo la dice lunga! Il riflesso e l'eco che sulla piazza è uscito... in qualche maniera senza avere il coraggio di affrontare o in maniera globale per i motivi che ho detto prima - arrivare fino alla Corte dei Conti -, o in maniera istituzionale con una modifica legislativa... si è voluto usare la mezza strada del provvedimento amministrativo e della quantificazione parziale, che non chiudesse il problema, ma che consentisse a coloro che sono incappati in questa vicenda, per il momento, di non pagare in termini politico ed elettorali quella che è la previsione di una legge regionale.

Presidente, il fatto che lei mi dica che i trofei calcistici per il 2001 non rientrano nei capi di imputazione non ci interessa, perché l'Amministrazione regionale - e poi qui il filone diventa immenso e va al di là dell'interpellanza, perciò non lo voglio affrontare ora, lo affronteremo successivamente - può subire dei danni che derivino non solo forzatamente da vicende che hanno riflesso penale, ma ci possono essere delle vicende che si limitano addirittura a quelli che sono provvedimenti di tipo disciplinare, che non necessariamente configurano un'ipotesi di reato! Voi questo non lo avete assolutamente considerato...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... allora o mi sfugge qualcosa, ma lei non me lo ha evidenziato, allora o mi sfugge qualcosa per cui mi sbaglio e sono pronto a riconoscerlo, per cui qualcuno, o il casinò, o la Regione ha incassato i biglietti dei trofei 2001 e allora il problema non si pone... ma se c'è la consapevolezza che i trofei 2001 non sono stati incassati né dalla Regione, né dal casinò, al di là di quella che è l'azione penale, Presidente, lei deve avviare un'azione civile, perché qualcuno dei soggetti coinvolti nella gestione di questi trofei ha messo indebitamente in tasca propria dei proventi, che erano di spettanza del bilancio regionale! Se non c'è stata un'azione penale su questa cosa, lei ci dovrebbe dire: "non c'è stata, perché alla fine abbiamo scoperto che questi incassi, in virtù di questa convenzione o in virtù del fatto che sono entrati sotto altri capitoli, sono entrati".

Dalle risultanze della Commissione di inchiesta e dagli approfondimenti successivi - parliamo di cifre che sono di poco inferiori ai 100 milioni di vecchie lire - di queste cifre non c'è più traccia! Allora non è pensabile che, nel chiudere una vicenda che è stata oggetto di approfondimenti in sede amministrativa, si dica: "non c'è un problema di tipo penale, di conseguenza il problema non ci interessa". È sbagliato il ragionamento, Presidente, perché non dobbiamo essere preoccupati del riflesso penale, noi! Noi dobbiamo essere preoccupati del riflesso di immagine e del danno economico che l'Amministrazione regionale ha patito! Questa doveva essere la tensione che vi portava a detta conclusione!

Se, invece, la preoccupazione - per dircela tutta! - era del gioco di squadra di maggioranza, dovevate avere il coraggio di assumervi la popolarità o la impopolarità di venire in aula con un disegno di legge, che diceva: "cari colleghi di maggioranza e di minoranza, la legge datata 1960 è una legge obsoleta, non garantista e superata; di conseguenza, la cambiamo". Allora avremmo contestato, ma sarebbe stato chiaro a tutti che non si andava ad obbligare dei colleghi Consiglieri a metter mano al portafoglio, rischiando di compromettere la loro posizione processuale, per difendere il loro mandato politico! Anche in questa vicenda non avete avuto il coraggio della trasparenza della vostra azione politica! Avete cercato, come al solito, con il piccolo cabotaggio, di "salvare capra e cavoli"!

Mi dispiace, colleghi di maggioranza, che siete rimasti prigionieri di questo meccanismo, perché, se vi dà la certezza di non incappare in quella decadenza, non vi dà assolutamente certezza di aver chiuso la vicenda di contenzioso con questa Amministrazione; è già noto, ad oggi, che la Corte dei Conti ha avviato un'istruttoria ed è consequenziale che in quel caso l'Amministrazione regionale non potrà tirarsi indietro!

Allora la nostra perplessità, Presidente, il nostro giudizio politico, ma - mi consenta - morale, è negativo, perché lei non ha gestito gli interessi dell'Amministrazione regionale; lei ha gestito gli interessi delle parti non lese, delle parti che giocano un ruolo di imputati in quel procedimento e che, il caso vuole, siano comunque componenti di forze politiche che, bene o male, sostengono la sua Giunta! Sono convinto che se in quella posizione si fossero trovati colleghi dell'opposizione, questo meccanismo non lo avreste messo in piedi!

Questo, Presidente, è il nostro punto di vista; è innegabile che questo atto non è stato adottato nell'interesse dell'Amministrazione, perché se lei lo avesse adottato nell'interesse dell'Amministrazione sarebbe arrivato ad altre conclusioni e con altri percorsi! Lei ha cercato di favorire - e non è un riferimento al reato di favoreggiamento, oggetto dei capi di imputazione - e alleggerire la posizione economica di alcuni nostri colleghi Consiglieri!